Parliamo di Vallepicciola e del suo Chianti Classico Docg 2015, dall’etichetta inconfondibile. Il volto del Re Berardo ubriaco, legato a doppio filo alla storia di Castelnuovo Berardenga.
LA DEGUSTAZIONE
Un’etichetta che racconta benissimo il vino in questione, dalla beva snella ma tutt’altro che banale.
Uno di quei rossi che non stancano, in grado di risultare piacevoli anche d’estate, serviti freschi. Sotto la lente di ingrandimento di WineMag la vendemmia 2015, la penultima in commercio.
Nel calice, il Chianti Classico di Vallepicciola si mostra del tipico rosso rubino brillante. Al naso suadenti sentori di piccoli frutti di bosco, che per certi versi ricordano il Pinot Nero. L’affinamento in legno è molto ben eseguito e non prevarica la piacevolezza del naso e del sorso, incentrato appunto sul frutto.
Netti anche i richiami di ciliegia matura che anticipano un palato corrispondente, impreziosito da un accenno salino e da una chiusura vanigliosa dosata. Tradotto: ulteriore piacevolezza. Perfetto a tutto pasto, accompagna bene salumi e primi col ragù.
LA VINIFICAZIONE
Sangiovese in purezza, ottenuto da vigneti situati a un’altitudine compresa fra 380 e 440 metri sul livello del mare, a Castelnuovo Berardenga. Calcare e argilla sono la componente marcante del terreno, con presenza di galestro e alberese.
La vendemmia del Sangiovese utile alla produzione del Chianti Classico Vallepicciola avviene tra la fine di settembre e la prima decade di ottobre. La vinificazione prevede la fermentazione alcolica in piccoli tini di acciaio a temperatura controllata.
Macerazione in acciaio per circa 10 giorni e fermentazione malolattica in botti di rovere francese. L’ invecchiamento avviene in barriques, tonneaux e botti grandi per circa 12 mesi. Ulteriore affinamento in bottiglia da 3 a 5 mesi, in seguito all’imbottigliamento avvenuto a maggio 2017 per la vendemmia 2015.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.