Vino: il Covid non scalfisce il mercato globale

Chi sale e chi scende nella classifica mondiale dei consumi. Corea del Sud il miglior paese in cui investire

Vino: il Covid non scalfisce il mercato globale

Nonostante il calo a doppia cifra percentuale del Pil delle principali economie mondiali, l’impatto complessivo del Covid-19 sul mercato globale del vino nel 2020 non è stato così grave come ci si sarebbe aspettati. Il consumo di vino è infatti diminuito di meno del 7% in volume e di circa il 5% in valore, secondo dati IWSR.

«Il mondo ha bevuto meno vino nel 2020 – osserva Lulie Halstead, Ceo di Wine Intelligence – ma ha speso relativamente di più rispetto agli anni precedenti. Questo ha portato profitti inaspettatamente forti alle aziende meno focalizzate sulla ristorazione o che sono rapidamente passate all’e-commerce».

I PRINCIPALI MERCATI MONDIALI

I principali mercati del vino, UK e Stati Uniti, hanno visto una crescita dei volumi nel 2020, nel caso del Regno Unito invertendo un trend di declino durato 10 anni. Ma non solo. Anche molti dei mercati vinicoli mondiali hanno registrato una significativa crescita. Fra essi Germania, Corea del Sud, Canada, Irlanda, Singapore e tutti i paesi scandinavi.

In Brasile e Colombia i consumatori durante la pandemia si sono rivolti maggiormente verso vini fermi e frizzanti allontanandosi dal consumo di bevande locali come rum e cachaça. Ed anche se in alcuni casi si tratta di cambiamenti a breve termine, destinati ad un ritorno alle tendenze pre-pandemiche, il 2020 ha segnato una svolta nel panorama del consumo mondiale.

Ad aver sofferto maggiormente le restrizioni ed i lockdown sono stati i mercati che più dipendono dal turismo ed i cui consumi interni sono più legati alla ristorazione. Paesi come Spagna, Francia, Portogallo e Cina hanno guidato i cali. Anche Sudafrica e la Russia hanno subito forti contrazioni. Il primo a causa dei divieti temporanei sulla vendita di alcolici, mentre la Russia come conseguenza di un significativo calo del potere d’acquisto del rublo.

LA TOP 15 DEI MERCATI PIÙ VINICOLI ATTRAENTI

Gli Stati Uniti sono ancora una volta in cima alla lista dei mercati vinicoli più attraenti del mondo, anche se si è ridotto il loro vantaggio sulla seconda classificata Corea del Sud. Al di sotto di questi due “non-mover”, la top 15 si è notevolmente modificata.

Il Regno Unito sale al terzo posto, nonostante la Brexit. Irlanda, Norvegia e Svezia entrano per la prima volta nella top 10. La Cina perde ben 13 posizioni classificandoli al 17° posto, appena sopra la Francia, 16°, che perde ben 7 posizioni. La Russia cede 12 posizioni finendo 22°, mentre la Spagna si classifica 25° (-11 posizioni).

Vino: il Covid non scalfisce il mercato globale

L’attrattività del mercato, misurata da Wine Intelligence, non riguarda solo le variazioni di volume nel consumo di vino. Il modello esamina il valore per bottiglia, l’accesso al mercato, la facilità di fare affari, la redditività degli attori della catena di approvvigionamento. Sono inoltre considerati i fattori socio-economici e demografici più ampi, come le tendenze di crescita della popolazione.

LE MOTIVAZIONI DEI CAMBIAMENTI

Molti i fattori che stanno guidando il comportamento dei consumatori. Gli Stati Uniti confermano la loro posizione anche grazie alle efficaci politiche di stimolo della spesa da parte del Governo. Inoltre, a livello globale, la spinta culturale verso un consumo consapevole di alcol ha spinto in alto il consumo di vino.

L’ondata di e-commerce durante i lockdown è stata positiva anche per il vino, in particolare nei paesi dove la regolamentazione sulla vendita a distanza di alcolici è permissiva o è stata allentata specificamente a causa del Covid, come nel caso della Corea del Sud. I dati della ricerca suggeriscono che i bevitori di vino continueranno ad acquistare online anche quando le restrizioni verranno definitivamente revocate.

I MERCATI EMERGENTI

Guardando al futuro, alcuni dei cambiamenti nella demografia e nelle economie faranno sentire il loro impatto. Ad esempio, quest’anno la Polonia è scesa al 12° posto nella classifica dell’attrattività del mercato, ma a lungo termine è progredita costantemente in classifica dal 2016, quando era 19°.

Il motore della Polonia risiede nella crescita economica dell’ultimo decennio, combinata al ritorno dei lavoratori espatriati. Persone che hanno portato a casa le abitudini di consumo di vino apprese in altri stati UE.

Più in basso nella classifica, buone opportunità emergono dall’Africa sub-sahariana. La popolazione adulta della Nigeria, secondo gli studi delle Nazioni Unite, è aumentata di 16 milioni negli ultimi 5 anni ed è destinata a crescere esponenzialmente nei prossimi 30 anni, .

Il vino è attualmente un attore marginale nella scena alcolica nigeriana, ma i volumi di vino stanno crescendo, facendo debuttare la Nigeria nella top 40 nel 2021 (+9 posizioni a 39).

IL CASO DELLA COREA DEL SUD

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In Corea del Sud il Governo ha autorizzato l’acquisto di alcolici online solo a metà del 2020. Da allora un bevitore di vino sudcoreano su cinque ha sperimentato l’acquisto online almeno una volta negli ultimi sei mesi.

La legge attualmente consente solo il ritiro degli ordini online da un negozio o un ristorante locale, vietando ancora la consegna a domicilio. Tuttavia, la combinazione fra il boom del consumo domestico causato dalle restrizioni ed un generale allontanamento dalle categorie tradizionali come il soju, hanno spinto in alto le vendite di vino.

Il vino fermo in Corea del Sud segue un trend al rialzo già da diversi anni, soprattutto da parte dei giovani adulti. Una crescita iniziata nel 2016 ma che ha visto un +25% solo nell’ultimo anno, secondo i dati IWSR. Ciò nonostante il vino resta una componente di minoranza nel consumo nazionale di alcol.

Culturalmente il vino non fa parte della vita di tutti i giorni. Solo il 13% degli adulti (4 milioni) afferma di bere vino su base settimanale, dato in aumento rispetto ai 3 milioni nel 2017. La categoria vino storicamente ha faticato ad attrarre i bevitori più giovani in un mercato in cui birra e soju sono le principali bevande sociali.

UNA NUOVA OPPORTUNITÀ DI MERCATO

Vino: il Covid non scalfisce il mercato globale

Sebbene la categoria del soju rimanga la più consumata, la sua stretta connessione con la ristorazione ne ha provocato un calo di volume nel 2020, con il vino il principale beneficiario.

«Il vino è cresciuto in modo eccezionale, trainato dall’aumento del consumo domestico e raggiungendo un massimo storico. Tutti i paesi di origine sono cresciuti, ma i vini cileni sono stati il ​​principale motore», osserva Tommy Keeling, direttore della ricerca presso IWSR.

Secondo Keeling la tendenza a lungo termine sarà ulteriormente in crescita. I consumatori desiderano sperimentare il vino, visto come una bevanda sofisticata, nonché un’opzione relativamente salutare rispetto ad altre forme di alcol. Una tendenza in cui le scelte dei consumatori saranno con ogni probabilità maggiormente influenzate dal marchio piuttosto che dalla tipologia o dal “terroir” del vino.

«Quando prendono la decisione di acquisto, i consumatori sudcoreani sono meno influenzati dal paese e dalla regione di origine rispetto al 2017. Il mercato sudcoreano è in questo molto più orientato al brand», osserva Halstead.

I dati di Wine Intelligence stimano un aumento di poco meno di un milione di bevitori di vino dal 2017, circa la metà dei quali ha un’età compresa tra 19 (età legale) e 24 anni. Il futuro sembra quindi piuttosto incoraggiante per i produttori di vino che intendono investire in Corea del Sud.

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