EDITORIALE – Ogni mattina, in Italia, un vignaiolo naturale si sveglia. Sa che deve correre più in fretta di Luca Maroni, o verrà “ucciso”. Ogni mattina, in Italia, Valentina Passalacqua si sveglia. Sa che deve correre più forte del vignaiolo naturale, o “morirà di fame”. Quando il sole sorge, importa eccome se sei un vignaiolo naturale o Valentina Passalacqua. Quando mai Yahoo! Finanza si è cacato di striscio un vignaiolo naturale?
Poche righe di preambolo, scherzandoci su e prendendo spunto dal noto proverbio africano del leone e della gazzella, per raccontare quanto accade in America. Mica nel Gargano. Una storia che segna l’avvio di una nuova era mondiale per il vino naturale: quella del vino naturale industriale.
I FATTI
Con il padre Settimio Passalacqua atteso tra un mese esatto in Tribunale, a Foggia, e con il fascicolo dell’inchiesta che lo vede imputato per caporalato – assieme al braccio destro Antonio Piancone – sulla scrivania del Gup Maria Luisa Bencivenga, la figlia Valentina pensa a rimettere insieme i pezzi della propria azienda di Apricena.
Dopo l’uragano mediatico e la corsa in Camera di Commercio, per cambiare le “attività prevalenti” della cantina e slegarle formalmente da quelle di produzione di ortaggi – le stesse finite sotto inchiesta per la manodopera sottopagata e schiavizzata – la diva dei vini naturali pugliesi pare tornata a fare quello che le riesce meglio: comunicazione. Il suo habitat naturale, a 6 mesi di distanza da un’intervista senza contradditorio su Repubblica.
Attraverso il nuovo importatore Ronnie Sanders – Vine Street Partners, la “vignaiola” ha potuto godere nei giorni scorsi della grande visibilità mediatica offerta dal comunicato firmato Colangelo & Partners e pubblicato su uno dei portali più letti al mondo, in tema di economia e finanza.
Si tratta di Yahoo! Finanza – mica del Corriere del Nero di Troia – che ha ripreso (pari, pari) un testo redatto da Megan DeAngelo di Colangelo & Partners, in cui si dà notizia del nuovo accordo per la distribuzione massiva dei vini di Valentina Passalacqua negli Usa.
LA PUBBLICAZIONE
“Natural Wine Leader, Valentina Passalacqua, and Vine Street Imports Partner On a National Distribution of Calcarius and ‘9 Is Enough’ Wines“, recita il titolo del comunicato pubblicato dal portale. Tutto fa presumere a un pubbliredazionale – ovvero a una pubblicazione a pagamento – più che alla divulgazione di una comune press release.
Per chi non lo sapesse, Yahoo! è un colosso “multitasking”, in 20 lingue. Sedi in 25 nazioni e ultimo fatturato di 1,33 miliardi di dollari. Perché investirci? Perché negli Usa, lo scorso anno, Valentina Passalacqua è stata tagliata dai cataloghi dei tre precedenti importatori.
Una «scelta etica», quella maturata per primo da Zev Rovine Selections. Imitato a pochi giorni di distanza anche da Jenny & François Selections di New York e Dry Farm Wines di Napa, in California.
Nel comunicato stampa redatto da Colangelo & Partners, agenzia di comunicazione che si occupa delle relazioni negli Usa di altri noti brand italiani come Duca di Salaparuta, Frescobaldi, Ornellaia e Pio Cesare – tutti “super marchi” del Made in Italy lontanissimi dal mondo del vino naturale – si fa infatti riferimento all’inchiesta. O, meglio, alla versione di Valentina Passalacqua.
«FALSE ACCUSE DI UN PRODUTTORE CONCORRENTE»
Last summer, near the beginning of the pandemic, Valentina Passalacqua was embroiled in a scandal because of false accusations by an unscrupulous natural wine competitor related to labor practices on her father’s vegetable farms unrelated to Valentina’s company. All the accusations were proven and certified to be false».
La scorsa estate, la produttrice sarebbe stata «invischiata in uno scandalo per via delle false accuse di un produttore senza scrupoli di vini naturali, connesse alle pratiche adottate nell’azienda di ortaggi del padre che nulla aveva a che fare con l’azienda di Valentina». Non risultano denunce di super Vale per diffamazione o calunnia, neppure contro ignoti.
Ma fa ancora più clamore la frase successiva: «Tutte le accuse si sono verificate false». Con quel «tutte» che ventila l’ipotesi di una chiusura del procedimento penale. Con assoluzione, s’intende, del padre Settimio e del suo braccio destro Antonio Piancone, in un processo che non vede (e non ha mai visto) Valentina Passalacqua imputata.
A confermare la tesi che una nuova era ha ormai inizio è un altro passaggio del comunicato diramato da Vine Street Partners. «Now, Valentina, is starting fresh with a focus on mainstream distribution», è lo statement dettato a Colangelo & Partners. E allora buona industria del vino naturale a tutti gli amanti degli ossimori. Cin, cin.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.