BRONI – Il presidente di Terre d’Oltrepò, Andrea Giorgi, boccia senza giri di parole la gestione dell’ultimo anno del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese. Al centro del dibattito anche la battaglia di Fivi sulla revisione dei meccanismi di rappresentanza. Una presa di posizione che si basa su “situazioni che si sono venute a creare con la presidenza di Luigi Gatti“. Oggi lo sfogo di Giorgi, che ha abbandonato l’ultimo consiglio di amministrazione. “Divergenze sull’operato”, in sintesi.
Un attacco che farebbe tremare la stessa poltrona di Gatti. “Spero che la consapevolezza e la responsabilità di tutti i consiglieri e dei produttori associati ponga fine ad una situazione surreale – commenta Andrea Giorgi – che da troppi anni si protrae. Dico tutto questo per il bene del nostro territorio. Per troppo tempo Terre d’Oltrepò è stato il facile capro espiatorio, ora gli altri dimostrino di assumersi le proprie responsabilità”.
“Ci sono aspetti estremamente positivi come l’assunzione del direttore Carlo Veronese – spiega il numero uno del colosso vitivinicolo oltrepadano – altri invece non sono concepibili. Ad esempio l’immobilismo presidenziale nell’affrontare questioni organizzative: non è tollerabile, come non è comprensibile, la chiusura rispetto all’aiuto che possono dare gli altri consiglieri e soprattutto i vicepresidenti”.
Per non parlare – continua Giorgi – delle mancate risposte ai consiglieri o i silenzi su questioni che sono state sollevate. In questo contesto non è possibile lavorare e per questo motivo, mio malgrado, sono stato costretto a lasciare anzitempo l’ultimo consiglio”.
Il presidente di Terre d’Oltrepò entra ancor più nel dettaglio delle situazioni contestate al presidente Gatti. “In questo anno la nostra cantina cooperativistica all’interno del consiglio ha dato il proprio apporto in merito a decisioni importanti quali l’allargamento del numero dei consiglieri, le azioni per ripulire la gestione da precedenti ed incomprensibili decisioni che hanno minato credibilità e funzionamento del Consorzio stesso”.
LA BATTAGLIA FIVI IN CONSORZIO
Al centro del dibattito, una delle battaglie della Federazione italiana vignaioli indipendenti (Fivi): la riforma dei meccanismi di rappresentanza all’interno dei Consorzi del vino italiano, volta a riequilibrare i rapporti di potere tra cooperative e piccoli produttori. Un punto cardine per il 2020, come anticipato da WineMag.it nei giorni scorsi.
“La riforma del diritto di voto all’interno dei Consorzi – evidenzia Giorgi – è una giusta richiesta ma occorre puntualizzare che nel Consorzio la nostra cantina non detiene assolutamente la maggioranza assoluta. Anzi, il voto risulta molto distribuito e diffuso”.
“I problemi sbandierati negli ultimi mesi sorgono solamente per la mancata partecipazione dei soci alle assemblee. È infatti usuale, in Oltrepò, blaterare fuori e poi fuggire davanti alle scelte e alla responsabilità”, attacca Giorgi.
“Comunque se una riforma del voto in Consorzio può servire, noi non ci tiriamo assolutamente indietro. Tutto questo per il bene di un territorio e per il bene dei produttori. Ma non possiamo partecipare e condividere alcune delle scelte operate nella gestione perpetrata in questo anno”.
Ad appoggiare la riforma è la stessa Regione Lombardia, con l’assessore Fabio Rolfi. Una bufera, quella scatenata da Terre d’Oltrepò, che giunge (non a caso) giusto a poche settimane dal risicato riconoscimento e autorizzazione Erga Omnes al Consorzio di Tutela Vini, da parte del Ministero competente.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.