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I consorzi Valpolicella e Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore a Zurigo


Il Consorzio Tutela Vini Valpolicella rinnova per il secondo anno consecutivo la sua collaborazione con il Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore. Il 14 ottobre, presso il Papiersaal di Zurigo, in Svizzera, andrà in scena un Walk Around Tasting B2B e B2C dedicato ad operatori della stampa, trade e pubblico selezionato.

Nel corso dell’evento verranno anche organizzati dei seminari guidati dal giornalista Christian Eder, destinati ai vini di entrambi i Consorzi.

“La Svizzera – spiega Olga Bussinello, direttore del Consorzio Vini Valpolicella – è un mercato storico per il vino italiano, aumentato del 14% dal 2013 ad oggi e per i vini della Valpolicella. L’agroalimentare del Bel Paese è in costante crescita, registrando a fine 2018 oltre 1.6 miliardi di euro, secondo soltanto ai tedeschi, a conferma di un grande apprezzamento verso la qualità dei prodotti a marchio Made in Italy”.

Inizio dei lavori con la masterclass “Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore – uno spumante con 50 anni di storia dal territorio Patrimonio dell’Umanità UNESCO” e a continuare “Le molteplici espressioni della Valpolicella, patria di grandi vini rossi”, dove i protagonisti assoluti saranno Valpolicella DOC, Valpolicella Superiore DOC, Ripasso DOC e Amarone della Valpolicella DOCG. 

Le aziende che parteciperanno a Zurigo
Cà dei Maghi, Cantina di Soave, Clementi, Corte Cavedini, Costa Arènte, Federica Rigoni Stern, I Campi di Flavio Prà, Cantine Riondo, Sartori di Verona, Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani.

Le aziende che parteciperanno al Banco Mescita istituzionale
Cà dei Frati, Cantina Valpantena Verona, Clementi, Franchini Agricola, Lavarini, Massimago, Novaia, Pasqua Vigneti e Cantine

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Schiuma sospetta in un ruscello svizzero: era birra

Nonostante la fama di “precisini” non ci hanno pensato due volte, alcuni Svizzeri, a conclusione di un festival musicale, a sversare nel ruscello di Dürnten, nell’Oberland zurighese, ben mille litri di birra. Una “leggerezza” che ha provocato un letterale fiume di birra. Chiamati sul posto per verificare l’origine della schiuma, arginata poi mediante barriere galleggianti, i pompieri sono risaliti alla dinamica e ai colpevoli dello sversamento. Nessun danno per la flora e la fauna, ma i responsabili saranno comunque chiamati a rispondere di inquinamento acquifero. Da un punto di vista, certamente meglio la birra piuttosto che sostanze chimicamente pericolose, ma rimane l’arcano. Perché tutta questa birra sprecata? Forse un tentativo maldestro di realizzare il sogno dei beerlovers di aprire il rubinetto e vedere scorrere birra?

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