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Guinness: trasporto birra a emissioni zero

Guinness: veicoli a emissioni zero per il trasporto della birra

Guinness, noto produttore irlandese di birra del gruppo Diageo, ha annunciato l’intenzione di introdurre veicoli a emissioni zero partire da questa estate. L’obiettivo è convertire il 70% della flotta aziendale entro la fine del 2025 ed il 100% entro la fine del decennio.

«Attraverso questa iniziativa ci impegniamo a ridurre le nostre emissioni indirette. Vogliamo svolgere un ruolo chiave per il trasporto sostenibile nel settore commerciale in Irlanda. Il nostro è un impegno a lungo termine per la nostra gente, i nostri prodotti e il nostro pianeta. non ci accontenteremo mai di perseguire un futuro migliore e più sostenibile per tutti», dichiara Barry O’ Sullivan, Managing Director di Diageo Ireland.

IL PIANO

Attualmente Guinness utilizza un veicolo a emissioni zero per delle prove di trasporto di birra sfusa dallo stabilimento di St James’s Gate al porto di Dublino. Queste prove aiuteranno a determinare se questi veicoli possono essere utilizzati per trasportare merci pesanti al di fuori del birrificio.

Inoltre, Guinness aggiungerà quattro camion a emissioni zero entro la fine dell’anno. Questi mezzi saranno utilizzati per consegnare fusti di birra al settore alberghiero a Dublino. Se anche questa prova andrà a buon fine la flotta verrà ulteriormente estesa.

L’iniziativa di Guinness rientra nel più ampio piano d’azione decennale di Diageo per la sostenibilità “Society 2030: Spirit of Progress“. Con questo piano l’azienda si impegna a raggiungere le zero emissioni nette di carbonio nelle sue operazioni dirette e una riduzione delle emissioni indirette del 50% entro il 2030.

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Alghe per abbattere le emissioni di Co2: l’idea di un birrificio australiano

Il mondo della birra si fa sempre più green, puntando su sostenibilità e zero emissioni. Il birrificio indipendente Young Henrys di Newtown (Sidney, Australia) in collaborazione con la University of Technology Sydney ha dato via ad un innovativo progetto. Il birrificio ha infatti installato un bioreattore per la coltivazione di alghe allo scopo di assorbire l’anidride carbonica generata dalla produzione della birra.

La strana sostanza verde fosforescente contenuta nel serbatoio non sarebbero altro che 20 mila miliardi di cellule di microalghe che hanno la proprietà di assorbire la Co2 prodotta dal birrificio. Le alghe, inoltre, produrrebbero la stessa quantità di ossigeno di un ettaro di bosco. «È come avere una mini foresta nella fabbrica» dicono i ricercatori della University of Technology Sydney.

BIRRA E CO2, UNA SFIDA CHE È POSSIBILE VINCERE

Secondo lo studio di Young Henrys e UTS la produzione di una lattina di birra bionda è responsabile dell’emissione di tanta Co2 quanta ne riesce ad assorbire un albero in due giorni. Se si considera che al mondo vengono prodotti circa 2 miliardi di ettolitri di birra all’anno è ben comprensibile l’impatto ambientale. Impatto che questo progetto vorrebbe idealmente annullare.

«Vorremmo arrivare al punto di avere un sistema interno di cattura dell’anidride carbonica. In sostanza andiamo a formare un circuito chiuso nel birrificio – dice Oscar McMahon, uno dei titolari di Young Henrys -. C’è ancora parecchia strada da fare, ma una volta che ci saremo riusciti ci piacerebbe che anche altri birrifici lo adottassero».

LE ALGHE E LE LORO ILLIMITATE APPLICAZIONI A FAVORE DELL’AMBIENTE

«Le alghe offrono numerose soluzioni. Sono convinto che il potenziale per il loro utilizzo in un futuro sostenibile sia illimitato», dice il professor Peter Ralph del Climate Change Cluster, dipartimento interdisciplinare della UTS.

Gli allevamenti di bestiame sono responsabile del 14% delle emissioni mondiali di metano. Young Henrys e UTS stanno collaborando ad un progetto che prevede di aggiungere alghe ai grani esausti della produzione brassicola utilizzati dagli allevatori come mangime.

Questo dovrebbe contribuire ad abbassare le emissioni di metano da parte del bestiame. Inoltre il Climate Change Cluster sta studiando le alghe come materiale in sostituzione dei prodotti derivati dal petrolio.

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Diageo presenta un piano decennale per la sostenibilità

Diageo ha lanciato il programma “Society 2030: Spirit of Progress“. Dopo grandi aziende come Unilever o il principale concorrente Pernod Ricard e realtà artigianali come BrewDog anche Diageo, il più grande produttore mondiale di alcolici, fissa nuovi progetti nel tentativo di raggiungere gli obiettivi stabiliti dall’accordo di Parigi del 2016 per limitare il riscaldamento globale al di sotto dei 2 ° C.

In qualità di azienda globale – ha dichiarato Ivan Menezes, amministratore delegato di Diageo – ci impegniamo a fare la nostra parte per proteggere il futuro del nostro pianeta e ad aprire la strada agli altri. Sono molto orgoglioso dei nostri risultati ad oggi in termini di sostenibilità e responsabilità. Per questo abbiamo stabilito un nuovo e ambizioso piano d’azione al 2030. Ci aspetta un decennio particolarmente critico”.

I nuovi obiettivi di Diageo fanno seguito alla riduzione del 44,7% delle emissioni nel periodo 2007-2019, proseguendo così nel suo percorso di sostenibilità “Grain to Glass” (dalla materia prima al bicchiere). In tal senso l’azienda prevede di riuscire a produrre tutte le proprie bevande con un utilizzo medio del 30% di acqua in meno, puntando a ridurre lo stress idrico del pianeta.

Col nuovo piano Diageo si impegna a lavorare per un futuro a basse emissioni di carbonio, sfruttando il 100% di energia rinnovabile per raggiungere “zero emissioni” nette di anidride carbonica nelle operazioni dirette e collaborando con i fornitori per ridurre del 50% le emissioni indirette.

Due delle distillerie scozzesi del gruppo, Oban e Royal Lochnagar, diventeranno entrambe a emissioni zero entro la fine del 2020, mentre in Kentucky si sta già costruendo una nuova distilleria a emissioni zero per Bulleit Bourbon utilizzando tecnologie come caldaie a elettrodi e luci a energia solare. Diageo punterà a raggiungere le emissioni zero anche in India entro il 2025.

È fondamentale agire ora se vogliamo mantenere intatto il meraviglioso mondo in cui viviamo – ha sottolineato Ewan Andrew, Chief Sustainability Officer di Diageo – Abbiamo già dimezzato la nostra impronta di carbonio e ne sono orgoglioso, ma ci spingeremo oltre diventando carbon neutral entro il 2030″.

L’azienda ha inoltre lanciato il “Diageo’s Sustainable Solutions“, una piattaforma globale che fornirà finanziamenti alle start-up e alle società tecnologiche per aiutarle a sviluppare innovazioni “green” utilizzabili nelle varie realtà del gruppo.

Diageo ha inoltre precisato che gli obiettivi climatici non subiranno rallentamenti a causa dell’impatto negativo sui ricavi dovuti alla pandemia, che ha ridotto drasticamente le vendite di alcolici nei bar, nei ristoranti e negli aeroporti.

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