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Zenato smentisce Il Sole 24 Ore: «La cantina non è in vendita»

Zenato smentisce Il Sole 24 Ore «La cantina non è in vendita»
Zenato non è in vendita
. La cantina di Peschiera del Garda (Verona) smentisce le voci pubblicate da Il Sole 24 Ore. «Con riferimento alle notizie riportate sul quotidiano Il Sole 24 Ore del 19 ottobre 2024, ripreso da altre testate giornalistiche di settore – scrive 
Nadia Zenato, presidente del Consiglio di amministrazione di Zenato azienda vitivinicola Srl – smentisco categoricamente ogni ipotesi di cessione dell’azienda vitivinicola Zenato. I richiamati incontri sottotraccia con possibili pretendenti sono congetture giornalistiche, destituite di ogni fondamento».

«Parimenti – aggiunge Nadia Zenato – non c’è nulla di vero nelle presunte richieste di informazioni da parte di terze società vinicole, richieste mai pervenute. Dall’altro canto, rilevo con orgoglio il sempre maggior entusiasmo e il vigore con cui la nostra azienda è continuamente impegnata nella promozione della cultura del vino e del nostro territorio, anche grazie all’ideazione e allo sviluppo di importanti progetti legati alla sostenibilità e all’arte nelle sue diverse declinazioni». In altre parole, non solo Zenato non è in vendita, ma sta continuando a investire nelle tenute, nei territori del Lugana, della Valpolicella e del Bardolino.

Zenato cantina Peschiera del Garda

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Sei cantine italiane in vendita: ecco quali


«Riparte il valzer delle acquisizioni tra le cantine italiane». Come riportato dal Sole 24 Ore, sei cantine italiane sarebbero in vendita. Le recenti riduzioni del costo del denaro stanno favorendo una nuova campagna di acquisizioni in tutto il Paese, da Nord a Sud, con un crescente interesse per le realtà vinicole di alta qualità e forte identità territoriale. Mentre il mercato del vino fermo di fascia media mostra segnali di difficoltà nei consumi, gli spumanti e le bottiglie provenienti da aree a denominazione, con un posizionamento medio-alto, continuano a suscitare grande appeal tra gli investitori.

CASTELLO DI NEIVE IN VENDITA?

Tra le aree di maggiore interesse spiccano le Langhe, dove tornano a circolare voci su un possibile cambio di proprietà del Castello di Neive, storica cantina del Barbaresco. Nei mesi scorsi si era già parlato di un interesse da parte della cantina Argiano di Montalcino, ma di recente sarebbero emersi nuovi potenziali acquirenti. Tuttavia, la situazione interna dell’azienda risulta complicata, con Carolina Stupino, erede del fondatore, pronta a vendere, ma sarebbe – sempre secondo Il Sole 24 Ore – in contrasto con un altro azionista di rilievo, il finanziere greco Giorgio Psacharopulo, titolare del 30% delle quote. Le prossime settimane saranno decisive per capire se verrà raggiunto un accordo tra i soci.

ZENATO NEL MIRINO DI SANTA MARGHERITA, FERRARI E FANTINI GROUP?

Cantine italiane in vendita anche in Valpolicella, altra denominazione di grande prestigio nel mirino degli investitori. La cantina Zenato, noto marchio del vino italiano grazie a prodotti come Amarone, Ripasso della Valpolicella e Lugana, sarebbe nel mirino di diversi pretendenti. Nonostante un apparente accordo interno che ha portato alla nomina di Lorenzo Miollo come amministratore, proseguono incontri sottotraccia con grandi gruppi vinicoli italiani, tra cui Santa Margherita Gruppo Vinicolo, Cantine Ferrari e Fantini Group. Zenato rappresenta un brand di notevole valore, capace di attirare l’interesse di molti per la sua forza commerciale e la solidità dei suoi prodotti.

QUADRA FRANCIACORTA E MIRABELLA SUL MERCATO?

Non meno dinamica è la situazione in Franciacorta, dove alcune cantine potrebbero presto cambiare proprietà, spinte dalle difficoltà nel passaggio generazionale. È il caso di Quadra Franciacorta, azienda sul mercato per mancanza di eredi pronti a succedere al fondatore Ugo Ghezzi, e che sembra aver attirato l’interesse del Gruppo Unipol, già presente nel settore vinicolo con diverse realtà in Toscana e Umbria. Si confermerebbe coì difficilissimo, a Quadra, sostituire Mario Falcetti. Anche la cantina Mirabella potrebbe finire sul mercato, con il socio Giuseppe Chitarra intenzionato a cedere il suo 24%, nonostante l’opposizione della famiglia fondatrice Schiavi e di altri azionisti di rilievo.

VARVAGLIONE COMPRA CLAUDIO QUARTA? RUMORS SU CONTE SPAGNOLETTI ZEULI

Sul fronte delle cantine italiane in vendita, il Sud Italia non resterebbe escluso. In Puglia, la famiglia Varvaglione sarebbe vicina all’acquisto delle tre cantine di Claudio Quarta, due delle quali situate in Salento e una in Irpinia. Si tratta di Tenute Eméra, nelle terre del Primitivo di Manduria (Marina Di Lizzano, Taranto), Cantina Moros nella zona del Negroamaro (Guagnano, Lecce) e Cantina Sanpaolo, nel cuore dell’Irpinia (Tufo, Avellino).

Non resterebbe indenne dalla girandola di interessi e potenziali cambi di proprietà la Murgia. Sempre secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore, l’azienda e i vigneti di proprietà del Conte Spagnoletti Zeuli, ad Andria (Tenuta Zagaria e Tenuta San Domenico) potrebbero passare nelle mani di Casillo Group, nota nel settore agroalimentare per marchi come Molino Casillo e Birra Molina. Anche in questo caso, le trattative sarebbe vicine a una conclusione.

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Da autisti a vignaioli: Le Morette assume i dipendenti in cassa integrazione

Da autisti a “vignaioli“, il passo è breve a Peschiera del Garda. L’incontro tra l’azienda agricola veronese Le Morette e la società di noleggio autobus e pullman Peschiera Viaggi nasce dalla necessità di non fermarsi e di trovare una soluzione alla mancanza di manodopera. Il titolare Marco Cussolotto e la sua squadra di quindici autisti lavoreranno in questa stagione nelle vigne dell’azienda guidata da Fabio e Paolo Zenato.

Rimasti senza lavoro per via del lockdown di Covid-19, dopo aver fatto ricorso alla cassa integrazione, a partire da maggio i dipendenti di Peschiera Viaggi hanno deciso di dare una mano nei lavori in vigneto.

Dopo un breve periodo di formazione, sotto la guida di Paolo Zenato, gli autisti si occupano ora della spollonatura e della gestione della chioma del vigneto, operazioni fondamentali nella viticoltura moderna di qualità.

Una collaborazione importante che consente anche di affrontare la carenza di manodopera stagionale che sta colpendo il settore agricolo e che, in caso di necessità, sarà rinnovata fino al periodo della vendemmia.

“È un gesto di solidarietà nato spontaneamente dopo un incontro con Marco Cussolotto – sottolinea Fabio Zenato – Loro avevano bisogno di lavorare e noi di un aiuto in vigneto, visto che le persone impiegate di solito in questo momento non si trovano in Italia”.

“La carenza di manodopera stagionale sta colpendo tutto il comparto agricolo. Abbiamo affrontato questo problema unendo le forze e facendo lavoro di squadra”, conclude il produttore di Peschiera del Garda.

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Guerra dell’Amarone: Le Famiglie Storiche replicano al Consorzio Vini Valpolicella

VERONA – “Leggendo il comunicato stampa diramato dal Consorzio Vini Valpolicella immediatamente dopo la nostra conferenza stampa, sento la necessità di fare alcune precisazioni”. Inizia così la nota firmata dal referente delle Famiglie Storiche dell’Amarone, Alberto Zenato., in merito alla bocciatura dell’ipotesi di donare al Consorzio gli oltre 160 mila euro necessari per pubblicare su due quotidiani la sentenza avversa alle Famiglie.

“Vorrei sottolineare che ciò che ci contrappone (involontariamente) al Consorzio è un giudizio di natura esclusivamente civile – scrive Zenato – nel quale non è parte il Ministero. Un giudizio che le Famiglie hanno subìto su iniziativa del Consorzio”.

“Ricordo anzi – prosegue – che il Ministero stesso ha più volte auspicato la fine di ogni contenzioso e, ad onor del vero, rammento che quando il Ministero ci ha chiesto di partecipare ad un tavolo di confronto noi abbiamo accettato senza riserva, mentre il Consorzio non si è presentato”.

Desidero chiarire che ogni causa civile si può sempre e in ogni momento risolvere con un accordo stragiudiziale: nessun provvedimento giudiziale civile è sottratto alla volontà delle parti ed anzi è subordinato ad essa”.

“Nella lettera che avevamo inviato al Consorzio il 19 dicembre scorso – continua Zenato – avevamo tra le altre cose dato la disponibilità di rientrare (a discrezione di ciascuna singola azienda de Le Famiglie Storiche) all’interno della compagine del Consorzio stesso. Abbiamo fatto proposte costruttive proprio per chiudere la querelle, mettendo gli stessi soci del Consorzio nelle condizioni di ridurre le spese del contenzioso legale che gravano anche sui bilanci dell’ente di tutela”.

Per ultimo – ha concluso Zenato – ribadisco che non ci siamo mai sottratti dal dare esecuzione alle varie sentenze, tant’è che abbiamo spontaneamente già tre anni fa modificato il nostro nome ed eliminato dalle bottiglie il bollino delle allora ‘Famiglie dell’Amarone d’Arte“, e intendiamo continuare a rispettare le indicazioni di legge”.

Il presidente ribadisce quindi che Le Famiglie Storiche mettono a disposizione del Consorzio Valpolicella la somma superiore ai 160 mila euro per finalità più utili rispetto alla pubblicazione sui quotidiani che risulta essere “superata e priva di utilità pratica”.

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Amarone Valpolicella, il Tribunale (ri)boccia le Famiglie Storiche: “Marchio nullo”

VENEZIA – Con la sentenza numero 4333/2019, la Corte d’Appello di Venezia ha respinto l’appello de “Le Famiglie Storiche” – ex Famiglie dell’Amarone d’Arte, associazione oggi presieduta da Alberto Zenato – e ha confermato integralmente quanto stabilito dal giudizio di primo grado.

Nel merito, la Sezione del Tribunale specializzata in materia d’impresa, presieduta da Guido Santoro, ha confermato gli atti di concorrenza sleale, ha ribadito il divieto all’utilizzo del nome “Famiglie dell’Amarone d’Arte” e ha di fatto definito “nullo” il marchio e del cosiddetto “Manifesto dell’Amarone d’Arte“.

Resta poi confermato l’obbligo di rimozione dalle etichette del marchio ormai nullo e quello di pubblicazione della sentenza su 2 tra i principali quotidiani italiani, con spese a carico dei convenuti.

La Corte d’Appello di Venezia ha infine bocciato anche la valutazione sulla validità del marchio della compagine privata espressa dall’ufficio Euipo, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale.

Come parte appellata, assieme al Consorzio tutela vini Valpolicella erano le aziende Roccolo Grassi, Zymè, Cantina di Colognola ai Colli, Cantina sociale di Soave, Cantina vinicola Sartori, Corte Figaretto, Corte Rugolin.

Il Consiglio di amministrazione del Consorzio tutela vini Valpolicella, riunitosi nelle scorse ore, ha deciso all’unanimità di “dare corso integralmente a quanto disposto dalla sentenza”.

“L’auspicio del Consorzio – evidenzia la nota ufficiale diramata dal Consorzio Tutela Vini Valpolicella – è che d’ora in poi vi sia una presa di coscienza dei singoli, tornando a discutere in modo corale e più sereno della crescita di una denominazione tra le più apprezzate al mondo”.

“Nel ritenere doveroso procedere in ragione dei princìpi e dei doveri statutari attribuiti dal ministero delle Politiche agricole Alimentari e Forestali – si legge ancora sul comunicato dell’organismo presieduto da Andrea Sartori – il Consorzio considera esemplare e destinato a fare giurisprudenza internazionale quanto accertato dalla sentenza in materia di difesa e tutela di patrimoni collettivi quali sono le denominazioni”.

CHI SONO LE FAMIGLIE STORICHE
L’Associazione “Le Famiglie storiche”, nata nel giugno del 2009 dall’unione di dieci storiche cantine della Valpolicella, vanta 13 soci. Si tratta di prestigiose aziende vitivinicole, consolidate a livello famigliare nella produzione di Amarone: Allegrini, Begali, Brigaldara, Guerrieri Rizzardi, Masi, Musella, Speri, Tedeschi, Tenuta Sant’Antonio, Tommasi, Torre D’Orti, Venturini e Zenato.

“Le Famiglie – si apprende dalla presentazione ufficiale – fondano le proprie radici nei valori di storicità e artigianalità, espresse in ogni accezione e volte a far conoscere e preservare non solo i vini, ma anche una delle più strategiche zone di produzione vitivinicole italiane: la Valpolicella”. Non commenta la sentenza, per ora, il presidente dell’associazione delle famiglie storiche, Alberto Zenato.

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