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Puglia, nuovo ceppo di Xylella fa paura alla vite: prime «eradicazioni chirurgiche»

Puglia, nuovo ceppo di Xylella fa paura alla vite prime «eradicazioni chirurgiche» Allarme Efsa interessate 339 piante, di cui 212 mandorli, 119 viti e 7 ciliegi
Xylella vite puglia Dopo gli ulivi, la vite. Non c’è pace per la Puglia, alle prese con la conferma di un’emorragia dell’emergenza causata dal batterio Xylella, che ha già causato lo sradicamento di oltre 15 mila alberi, per la maggior parte ulivi secolari e spesso monumentali. L’Efsa, l’European Food Safety Authority, organizzazione europea che si occupa di sicurezza alimentare, ha confermato che 452 specie di piante appartenenti a 70 famiglie diverse possono essere colpite da questo batterio. Tra queste c’è anche la vite. La preoccupazione è crescente in Puglia e viene confermata dagli ultimi dati resi noti da Coldiretti, the Italian national organization of farmers. https://www.efsa.europa.eu/it

XYLELLA: ERADICAZIONI CHIRURGICHE SULLA VITE IN PUGLIA

La notizia è che sono state effettuate le prime «eradicazioni chirurgiche», ovvero il taglio dei ceppi infetti entro un raggio di 50 metri attorno a quelle trovate positive all’’infezione, anche nei vigneti. Questa azione preventiva, utile a impedire che il batterio contagi superfici agricole ben più vaste, si è svolta nelle zone dove è stata scoperta la presenza di un nuovo tipo di Xylella, chiamato Xylella fastidiosa fastidiosa. L’Efsa lo definisce un «nuovo ceppo particolarmente pericoloso, perché attacca vigneti, mandorli e alberi da frutto come i ciliegi», colture molto diffuse in Puglia, dove spesso risultano addirittura piantate in modo promiscuo, a simboleggiare la biodiversità della splendida regione del Sud Italia. https://www.winemag.it/salento-consorzi-del-vino-pronti-alle-barricate-contro-il-fotovoltaico/

IL NUOVO CEPPO DEL BATTERIO KILLER XYLELLA

I numeri iniziano a fare paura. Sono state già portate a termine le eradicazioni da infezione del nuovo ceppo del batterio killer su 339 piante, di cui 212 mandorli, 119 viti e 7 ciliegi. Il tutto, nell’area simbolo della viticoltura pugliese, ovvero il basso Salento, terra del Primitivo di Manduria. Per la prima volta sono state anche riscontrate nelle uve, nelle mandorle e in altre piante della Puglia infezioni naturali del ceppo della cosiddetta “malattia di Pierce”, un altro ceppo di Xylella fastidiosa che causa malattie nei vigneti del Nord America. Non è solo l’Italia a doversi preoccupare. Tra le nuove “piante ospite” del batterio individuate dall’Efsa, c’è anche la quercia di montagna della Cantabria (Quercus orocantabrica) trovata infettata in Portogallo. https://www.consorziotutelaprimitivo.com/

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Puglia, tre parole per il post Xylella: indennizzi, investimenti, ricerca

ROMA – Indennizzi, investimenti, ricerca. Sono le parole chiave del post Xylella – la rigenerazione olivicola della Puglia – che la Ministra alle Politiche agricole, alimentari e forestali Teresa Bellanova ha voluto ribadire ancora una volta ieri, aprendo l’incontro convocato con istituzioni e associazioni per l’illustrazione del Piano straordinario.

Nessuna modifica, tranne nell’aumento delle risorse sugli indennizzi ad agricoltori e frantoiani. È stata proprio Bellanova a spiegare la strategia: “A chi chiede che le risorse vadano solo a questa misura – ha detto – ricordo che la norma impone una scelta diversa. Questo non è possibile”.

Capitolo investimenti. “Per rigenerare l’olivicoltura e l’agricoltura servono imprese agricole che investano – ha proseguito Bellanova – che possano fare i reimpianti, piantare altre colture, lavorare in ottica di territorio con imprese di trasformazione e commercializzazione”.

Per questo sono previste misure specifiche. E anche la parte sui contratti di distretto, per favorire la progettazione territoriale. Serve o no riprogettare un territorio dove prima c’era una coltura identitaria e adesso il deserto? Io rispondo sì. E’ necessario capire dove, cosa e quali procedure gli agricoltori devono affrontare per fare il loro mestiere”.

“Ho chiesto al mio ufficio legislativo di lavorare con Beni culturali, Ambiente e Regione – ha aggiunto la ministra Bellanova – per chiarire definitivamente cosa è consentito e cosa no. Abbiamo fatto un protocollo che ha sbloccato i reimpianti di ulivi con le 2 specie resistenti. Credo si debba ripartire dall’ulivo ma che gli agricoltori devono essere liberi di fare impresa, rispettando le norme”.

Quindi la ricerca, vera e propria chiave di volta: “E’ essenziale”, ha concluso la Ministra Bellanova, “nel dare prospettiva alla rigenerazione agricola. Servono risorse adeguate ma soprattutto dobbiamo trovare un coordinamento”,

Con un obiettivo chiaro: “La ricerca – ha spiegato Bellanova – deve aiutare gli agricoltori. Non essere fine a sé stessa, non essere scoordinata, non essere in competizione. È indispensabile. Se oggi si può sperare nella tenuta di due specie individuate come resistenti è perché si è fatta ricerca”.

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Allarme xylella alle porte della Liguria. Coldiretti invita alla calma


Per la prima volta due olivi positivi alla xylella fastidiosa in Francia, ad Antibe e Mentone, ai confini con la Liguria, nel dipartimento Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Coldiretti invita comunque alla calma.

“Occorre evitare allarmismi e agire con tempestività per verificare il contagio e poi procedere immediatamente all’isolamento delle piante infette per attivare tutte le misure necessarie ad evitare l’estendersi della contaminazione”, riferisce l’associazione di categoria degli agricoltori.

“Si tratta di salvaguardare un patrimonio regionale culturale, ambientale ed economico storico – sottolinea la Coldiretti – con ulivi su oltre 18 mila ettari di terreno molti situati sui tipici terrazzamenti, con varietà pregiate uniche al mondo come la taggiasca”.

Sotto accusa anche in questo caso è il sistema di controllo dell’Unione Europea “con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto poiché anche il batterio che sta distruggendo gli ulivi pugliesi è stato introdotto con molta probabilità nel Salento dal Costa Rica attraverso le rotte commerciali di Rotterdam”.

“Gli errori, le incertezze e gli scaricabarile che hanno favorito l’avanzare del contagio della xylella hanno provocato in Puglia danni per 1,2 miliardi di euro – evidenzia Coldiretti – con effetti disastrosi sul piano ambientale, economico ed occupazionale”.

Dall’autunno 2013, data in cui è stata accertata su un appezzamento di olivo a Gallipoli, la malattia si è estesa “senza che venisse applicata una strategia efficace per fermare il contagio – attacca ancora l’associazione di categoria – che, dopo aver fatto seccare gli ulivi leccesi, ha intaccato il patrimonio olivicolo di Brindisi e Taranto, arrivando pericolosamente a Monopoli, in provincia di Bari”.

La stessa Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), “ha lanciato l’allarme sulla diffusione della Xylella che minaccia la maggior parte del territorio Ue”.

“Serve una strategia condivisa tra enti regionali, nazionali e comunitari per fermare la malattia e ridare speranza di futuro ai territori che hanno perso l’intero patrimonio olivicolo e paesaggistico”, sottolinea il presidente Coldiretti, Ettore Prandini.

“Per effetto dei cambiamenti climatici e della globalizzazione – continua – si moltiplica l’arrivo di materiale vegetale infetto e parassiti vari che provato stragi nelle coltivazioni e per questo serve un cambio di passo nelle misure di prevenzione e di intervento sia a livello comunitario che nazionale anche con l’avvio di una apposita task force”.

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