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Cara Italia, occhio ai Balcani: missione Veronafiere in Serbia per Wine Vision by Open Balkan


EDITORIALE – A pochi giorni dalla chiusura delle iscrizioni, una cosa è certa: Wine Vision by Open Balkan (16-19 novembre 2023) si candida ad essere una Fiera internazionale del Vino e degli Spirits di primo piano in Europa, accanto a Prowein, Wine Paris e Vinitaly. Un’auto candidatura che dà una nuova centralità ai Balcani, così netta da non sfuggire neppure a Veronafiere, primo partner assoluto del sistema vino italiano. Il 12 giugno, una delegazione dell’ente veronese ha visitato i padiglioni della Fiera di Belgrado (Beogradski sajam), dove a fine anno andrà in scena l’evento. Presenti il direttore generale di Fiera Verona, Maurizio Danese, oltre a Raul Barbieri, fresco di nomina a direttore commerciale di Veronafiere
e Matjaž Žigon, direttore dell’Ufficio di Rappresentanza della Spa scaligera per l’area Alpe-Adria, Polonia e Turchia.

Le premesse per un successo della seconda edizione di Wine Vision by Open Balkan ci sono tutte. Belgrado riflette in pieno la rinnovata voglia di volare in grande dei Balcani. La capitale della Serbia è fresca di investitura a città ospitante di Expo 2027. Il Paese guidato dal conservatore Aleksandar Vučić ha bruciato la concorrenza della Spagna in finale, conquistando l’assegnazione della Mostra-Esposizione internazionale specializzata Expo 2027 con 81 voti, contro i 70 di Malaga. La città non si farà certo trovare impreparata all’appuntamento, tanto da stimare ricavi pari a 1,1 miliardi di euro.

Una cifra ritenuta esagerata da molti commentatori politici serbi. Sul piatto, tuttavia, ci sono già una lunga lista di investimenti volti a trasformare Belgrado in una città all’avanguardia. Oltre alla metropolitana è in programma la realizzazione di un nuovo gigantesco polo fieristico nel sobborgo di Surčin, a pochi passi da quello che diventerà il nuovo stadio nazionale (nei Paesi dei Balcani e nell’Est Europa il calcio è considerato un driver fondamentale per l’attrazione di capitali esteri, vedi il caso emblematico dell’Ungheria). Dopo l’Expo 2027 – con molte probabilità – si trasferirà a Surčin anche Wine Vision by Open Balkan, che nella struttura attuale, sulle rive del fiume Sava, può contare su tre padiglioni, oltre a una quindicina di piccole hall.

VINO, MISSIONE DELL’ITALIA NEI BALCANI CON VERONAFIERE
La visita dei rappresentanti di Veronafiere a Belgrado con Maurizio Danese, Raul Barbieri e Matjaž Žigon

Secondo indiscrezioni raccolte da winemag.it nei Balcani, l’Italia, proprio tramite Veronafiere, avrebbe chiesto di occupare un intero padiglione sin dall’edizione 2023 della Fiera. Un’ipotesi che gli organizzatori hanno rispedito (cordialmente) al mittente, per evitare che le cantine italiane finiscano per rubare la scena nell’ambito di una Fiera internazionale che vuole comunque mantenere saldo il focus sui vini e sul turismo nei Balcani. L’organizzazione dell’International wine, food, and tourism fair Wine Vision by Open Balkan agisce infatti sotto l’egida e il patrocinio dei governi di Serbia, Macedonia del Nord e Albania, in una sorta di déjà vu dell’assetto dell’Ex Jugoslavia che sta diventando sempre più una costante dalle parti di Belgrado, Tirana e Skopje, che spesso possono contare anche sull’appoggio di Podgorica (Montenegro).

Tutto sembra ruotare attorno al ruolo centrale della capitale serba, che con la prima edizione della fiera ha saputo convincere – forse sarebbe meglio dire “sorprendere” – un po’ tutti. L’interesse espresso dall’Italia, attraverso Veronafiere, è tutt’altro che scontato e dice molto sulla necessità di nuove alleanze, nel contesto di un settore fieristico che sta attraversando la sua fase più delicata, dopo l’uscita dal periodo cupo della pandemia, non senza scricchiolii e profonde trasformazioni del concetto stesso di “Fiera”. Lo scorso anno sono intervenuti a Wine Vision by Open Balkan oltre 30 mila visitatori professionali, attratti in Serbia dalla presenza di più di 350 espositori provenienti da 22 Paesi (192 serbi, ma nella Top10 figurano anche Usa, Austria e Olanda).

Il tutto nell’ambito di una Fiera allestita nei minimi particolari, secondo canoni di spettacolarizzazione e cross-marketing (vino, gastronomia, turismo, design, moda, music e Opera) mai visti a Düsseldorf, Parigi e Verona. Abbastanza per spingere gli organizzatori a dichiarare che «il successo dell’anno scorso è un incentivo affinché dal 16 al 19 novembre 2023, Belgrado, in quanto capitale dei migliori vini durante la Fiera, riunisca i più eminenti produttori di vino, vignaioli, enologi, sommelier e wine buyer, nonché gli espositori delle più famose cantine del mondo». In tre parole “Wine”, “Vision”, “Unity”. Il mondo del vino è avvertito, Italia compresa: occhio ai “nuovi” Balcani.

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Gli Editoriali news news ed eventi

Vinitaly perde pezzi: Banfi-Fantinel. Prowein gioca a Roma, sotto scacco di Wine Paris


EDITORIALE – Tu chiamale, se vuoi, reazioni. A catena. Mentre Vinitaly perde Banfi e Fantinel per l’edizione 2023, Prowein si presenta a Roma per una conferenza stampa definita da molti osservatori “auto-celebrativa”, di quelle incapaci di nascondere un certo nervosismo interno, anzi in grado di amplificarlo. Veronafiere, di fatto, pare non essere l’unica “sotto scacco” in questi anni difficili in cui la parola d’ordine è «snellire» (la gestione, ça va sans dire).

A dimostrarlo è proprio tentativo di contropiede, piuttosto goffo, di Messe Düsseldorf nella capitale italiana, quasi per provare a distrarre il pubblico dal rumore delle “cannonate” provenienti da Parigi, con Wine Paris / Vinexpo Paris – Vinexposium unica fiera internazionale del settore del vino ad aver guadagnato consensi, persino negli anni duri della pandemia (provare per credere chiedendo commenti a chi c’è stato).

Il colpo assestato da Banfi a Veronafiere fa ancora più rumore nel silenzio (complice) calato attorno alla decisione del colosso fondato nel 1978 dai fratelli italoamericani John e Harry Mariani. A riportare la notizia a dovere (oltre a winemag.it, adesso) è solo il portale locale MontalcinoNews, tra i cui sponsor figura proprio Banfi. Difficile dunque pensare a uno scoop giornalistico; più facile ipotizzare la decisione di veicolare solo a livello locale la notizia, per evitare incidenti “politici” (ops!).

BANFI A VINITALY: FORMAT FIERISTICO NON ALLINEATO CON LE ESIGENZE MODERNE

«Dopo tanti anni Banfi non parteciperà alla prossima edizione di Vinitaly» e a «spiegare questa decisione testata toscana è Rodolfo Maralli, presidente e direttore Sales & Marketing Worldwide Banfi. «Sicuramente – si legge – non è stata una scelta facile quella di non partecipare al Vinitaly. Ci siamo sempre stati, ininterrottamente, con grande entusiasmo, portando numerose persone e allestendo anche un grande stand multimediale. Ringraziamo Vinitaly perché se siamo diventati grandi è anche grazie a loro e il rispetto rimane immutato».

Abbiamo però ritenuto di fare un passo indietro perché riteniamo che il format fieristico, in particolar modo nei mercati più maturi, non sia più allineato alle nostre esigenze ed a quelle del consumatore moderno, legato sempre più alle esperienze a contatto con i luoghi di produzione e all’ospitalità su cui punteremo sempre di più».

ANCHE FANTINEL NON PARTECIPERÀ A VINITALY 2023

Banfi si presenterà comunque a Vinitaly il prossimo 3 aprile, ma nei padiglioni della Toscana e del Piemonte, in cui è prevista «una giornata formativa come Fondazione Banfi con un approfondimento sul Sangiovese che da sempre è al centro del nostro progetto Sanguis Jovis». Il gruppo toscano non è comunque il solo a rinunciare a Vinitaly 2023. Tra gli altri, mancherà anche la friulana Fantinel, che non ha tuttavia rilasciato alcuna dichiarazione ufficiale.

Avvisaglie dei malumori del gruppo toscano nei confronti della manifestazione cardine di Veronafiere si erano verificate già lo scorso anno. «Rispetto alle edizioni passate – faceva notare la Ceo Cristina Mariani May – è mancata una buona parte dei mercati asiatici, dell’Est europeo, naturalmente la Russia, e anche dei mercati del Centro America e del Sud America. La nostra azienda è stata visitata da molti clienti italiani ed europei meno dagli Usa e Canada». Tu chiamale, se vuoi, reazioni. A catena.

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Be Spirits protagonista a Wine Paris 2023: orari dedicati per padiglione superalcolici


Il prossimo salone Wine Paris & Vinexpo Paris 2023, in programma dal 13 al 15 febbraio a Paris Expo Porte de Versailles, dedicherà un intero padiglione al settore dei superalcolici  delle bevande artigianali con un programma che promette di essere più vivace che mai. Be Spirits avrà un padiglione tutto suo per dare spazio agli alcolici di ogni provenienza, dalle distillerie artigianali ai marchi di famiglia, e fare luce sulle tendenze del settore per i professionisti.

Il nuovo format è accompagnato da un cambio di ritmo che nasce dalla volontà di soddisfare le esigenze della comunità attraverso orari di apertura specifici, dalle 10.00 alle 20.00. Una nuova area, denominata Padiglione dell’Artigianato, sarà riservata alle nuove generazioni, con giovani produttori di alcolici, Ready to drink (RTD), bevande analcoliche, sidri e birre, che potranno così promuovere i loro prodotti in un contesto internazionale d’eccezione.

BE SPIRITS, UN EVENTO NELL’EVENTO A WINE PARIS 2023

Nel 2023 gli alcolici, le bevande artigianali e quelle senza alcol stanno diventando ancora più importanti, con il 20% di spazio in più rispetto all’evento del 2022 e il 44% di nuovi espositori. Oltre ai numerosi espositori francesi, la partecipazione internazionale a Wine Paris 2023 sarà molto forte con il ritorno di Belgio, Canada, Stati Uniti, Islanda, Italia, Giappone, Romania, Regno Unito e Svizzera. A questi si affiancheranno Uzbekistan, Repubblica Ceca e Vietnam, nuovi arrivati nel 2023.

Saranno rappresentate 27 categorie di alcolici: Bevande a base di anice, Armagnac, Cachaça, Calvados, Cognac, Liquori alla crema, Brandy, Gin, Mezcal, RTD, Rum, Infusi di Rum, Sake, Analcolici, Tequila, Tonico, Vermouth, Vodka e Whisky. Nuove bevande alcoliche entreranno nell’assortimento di Be Spirits, in occasione di Wine Paris 2023: assenzio, liquori, bitter, Pisco (la bevanda nazionale del Perù), tè duro e Shochu (lo spirito giapponese), oltre a sidri e birre.

Al debutto nel padiglione Be Spirits ci sono anche le bevande analcoliche, che saranno disponibili in una gamma di stili che va dai semi-spumanti, ai liquori e alle birre, fino ai mixer e alle toniche, ampliando la scelta dell’offerta in risposta alla domanda del mercato.


WINE PARIS 2023

Date: 13-15 febbraio 2023

Dove: Paris Expo Porte de Versailles

Orari di apertura Wine Paris & Vinexpo Paris

Lunedì 13 febbraio | 9.00 – 19.00
(Be Spirits: 10.00 – 20.00)
Martedì 14 febbraio | 9.00 – 19.00
(Be Spirits: 10.00-20.00)
Mercoledì 15 febbraio | 9.00 – 17.00
(Be Spirits: 10.00 – 17.00)

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Consorzi del vino toscano e delle Venezie: bilancio positivo a Wine Paris 2022

È un bilancio positivo quello tratteggiato dai Consorzi del vino toscano e dal Consorzio Vini Doc delle Venezie sulla partecipazione a Wine Paris 2022. Mentre già si pensa alla prossima edizione, in programma a Parigi dal 13 al 15 febbraio 2023, il bicchiere dell’Italia del vino risulta, a detta di tutti, mezzo pieno.

Wine Paris & Vinexpo Paris 2022 ha accolto un totale di 2.864 espositori, a cui hanno fatto visita 25.739 professionisti del settore, tra cui il 28% provenienti da 109 nazioni mondiali. Tra le più rappresentate c’è proprio il Bel paese, che si colloca al terzo posto, preceduto solo da Belgio e Regno Unito e seguito da Paesi Bassi e Stati Uniti. La fetta maggiore di pubblico è risultata quella francese.

Tra i Consorzi italiani, qualcuno ha fatto il suo esordio assoluto. «È la prima volta che partecipiamo – commenta a winemag.it Alessio Durazzi (nella foto, sotto), direttore del Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano – e abbiamo scelto di farlo assieme al Chianti, sotto il cappello dell’Ascot, felice unione formale dei nostri Consorzi».

MORELLINO E CHIANTI ASSIEME A WINE PARIS 2022

La fiera, pur essendo in gran parte dedicata al vino francese, offre ottime opportunità anche all’Italia. Abbiamo fatto degli incontri importanti, soprattutto con buyer francesi e dei olandesi, che speriamo diano i frutti sperati alle aziende che ci hanno affiancato. Un bel modo per esordire all’estero».

Conferma le impressioni il Consorzio del Chianti. «Avevamo già preso parte a Wine Paris nel 2020 – ricorda l’Event manager Luca Alves (nella foto, sotto) – e ripartire da qui, a distanza di due anni, ha molto più di un valore simbolico. La Francia è un Paese di riferimento sia come stile sia come trend commerciale».

Il Chianti è una denominazione così fondamentale e cardine per il vino italiano che non può mancare eventi di questa portata internazionale. Non è un’edizione di numeri, ma di conferme: è giusto che si ricominci a fare quello che abbiamo sempre fatto.

Siamo confortati dai risultati di questa edizione, che ha visto i buyer francesi ed europei sopperire almeno in parte alla mancanza di quelli orientali e del Sudamerica, piazze importanti per la nostra Denominazione».

SODDISFATTO IL GALLO NERO

Buona affluenza anche ai “wine bar” del Consorzio del Chianti e del Morellino di Scansano, con decine di etichette in assaggio. Lo stesso vale per l’altra sponda del vino toscano: quella Consorzio Chianti Classico, presente a Wine Paris 2022 con 33 aziende e 62 etichette in degustazione. Un’edizione che bissa quella del 2020, ultima fiera pre-pandemia a cui ha preso parte l’ente di Barberino Tavernelle (FI).

Il mercato francese è uno dei target del Gallo Nero, che in Oltralpe può contare su un pubblico di professionisti e appassionati in grado di riconoscere e apprezzare le varie sfumature del territorio. L’edizione 2022 di Wine Paris ha confermato l’interesse per la Denominazione dei buyer francesi, che hanno sopperito all’assenza di operatori provenienti dai Paesi orientali.

A Parigi un’esperienza positiva per il Chianti Classico, spinto dagli ultimi dati confortanti del mercato. Il 2021 si è infatti chiuso con il +21% di marcature. E il nuovo anno vedrà l’importante introduzione delle unità geografiche aggiuntive (Uga).

PAROLA AL CONSORZIO VINI DOC DELLE VENEZIE

Poco lontano dagli stand consortili toscani, sempre all’interno della Hall 5 dedicata al vino italiano, un’altra icona del bere tricolore: i vini delle Venezie. Nazareno Vicenzi (nella foto, sopra), responsabile Area tecnica Consorzio Vini Doc delle Venezie, esprime a winemag.it la soddisfazione per l’edizione di Wine Paris conclusasi in settimana.

«Al di là del tema della ripartenza, importantissima per tutti – commenta il tecnico dell’ente veronese – abbiamo confermato la nostra presenza a Parigi forti della crescita della denominazione (+5% sul 2020) e del recente rebranding consortile. In termini di numeri siamo secondi solo al Prosecco, con circa 250 milioni di bottiglie».

La Francia è un Paese che conta per le Venezie, nel computo dei 190 mila ettolitri imbottigliati all’estero. Nel futuro prossimo, la Denominazione punta alla tenuta delle controcifre del 2021 e al mantenimento dei livelli di giacenze, migliorati parecchio rispetto al passato.

LE SFIDE: RINNOVO DEL DIRETTIVO E COLORE DEL PINOT GRIGIO DELLE VENEZIE

Ed è tra i Consorzi al cambio di guardia, con la figura di Albino Armani che, secondo indiscrezioni di winemag.it, sarebbe stata messa in discussione nelle ultime settimane da alcune cantine di riferimento del Pinot Grigio.

«Mi piacerebbe avere la palla di vetro – chiosa a tal proposito Nazareno Vicenzi -. La priorità è mantenere la credibilità della Denominazione. Chiaramente ci sono zone del territorio che lavorano più attentamente sulla viticoltura e altre sull’imbottigliamento. È ancor più importante, in questo senso, avere sempre una figura che sia rappresentativa di tutti».

Sembra incredibile ma, oltre alle dinamiche interne, c’è una sfida internazionale che attende il Pinot Grigio delle Venezie: «Spiegare il colore dell’uva e del vino – commenta il tecnico del Consorzio – non è stata una questione banale, anche qui a Wine Paris 2022».

«Ci sono vini bianchi e vini rosa ottenuti dallo stesso vitigno – conclude Vicenzi – e non tutti sanno quali siano i vitigni da taglio. Stiamo dedicando molto tempo alla formazione, per raccontare al meglio il nostro Pinot Grigio nel mondo, anche attraverso al nuovo payoff Sigillo di Meraviglia“».

LEGGI ANCHE LE INTERVISTE A CONSORZIO PROSECCO DOC ED ERSA FRIULI VENEZIA GIULIA
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I vini del Friuli Venezia Giulia convincono a Wine Paris 2022

Ha scelto la formula del banco self-service assistito dai sommelier Ais la Regione Friuli Venezia Venezia Giulia, che si è presentata a Wine Paris 2022 con Ersa, l’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale. Apprezzatissima dal pubblico francese ed internazionale presente all’Expo Porte de Versailles di Parigi anche la masterclass del 14 febbraio. Protagonisti 8 vini, capaci di sintetizzare le peculiarità del territorio.

Un avvio in pompa magna, con le attività che si sono poi concentrate nell’ampio stand allestito nella Hall 5, dedicata al vino italiano. «Sono quindici le aziende che ci hanno accompagnato a Parigi – commenta a winemag.it il funzionario Ersa Emanuele Bianco -. Una rappresentanza in grado di mostrare tutte le sfaccettature della viticoltura regionale».

IL FRIULI VENEZIA GIULIA A WINE PARIS 2022

Nonostante si tratti di due Paesi concorrenti a livello internazionale – continua Bianco – la Francia è un mercato importante per l’Italia del vino. In particolare, il Friuli Venezia Giulia ha molto da offrire ai francesi, soprattutto per i suoi vini bianchi».

Non è la prima volta in Francia per le aziende vitivinicole del Fvg, con Ersa. «Eravamo già presenti all’edizione di Bordeaux – precisa Emanuele Bianco – e siamo soddisfatti dal risultato di questa fiera della ripartenza».

«I vini del Friuli Venezia Giulia – conclude – sono stati apprezzati da buyer e importatori a caccia di etichette italiane di qualità. Siamo fiduciosi, dunque, che le aziende potranno raccogliere i frutti di questa nostra presenza a Wine Paris 2022».

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Il Prosecco conquista Wine Paris 2022: «Attenzione mai così alta». E il rosé spaventa la Francia

Mondo del vino italiano a raccolta a Wine Paris & Vinexpo Paris 2022. Un’edizione, quella che si è chiusa ieri, che ha messo in luce il coraggio degli organizzatori, a cui è andato il plauso dell’Eliseo. Spazio anche per alcune gioie italiane. È il caso del Prosecco Doc, che ha ormai conquistato la Francia e i francesi. A confermarlo in esclusiva a winemag.it, unica testata italiana accreditata in Oltralpe per la copertura dell’evento, è Luca Giavi, direttore del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc.

«Per noi la Francia rappresenta il quarto mercato di esportazione – commenta – e il quinto considerando l’Italia. Un Paese in cui abbiamo registrato crescite oltre il 25% nei primi 10 mesi del 2021, ultimi dati a nostra disposizione. I francesi, del resto, hanno storicamente una grande attenzione per il mondo delle bollicine. Le conoscono e apprezzano gli spumanti di qualità».

I dati più recenti dicono che il successo del Prosecco in Francia va a erodere le vendite delle loro bollicine nazionali. Non è una questione di prezzo, anche perché contrazioni maggiori arrivano dagli spumanti spagnoli e tedeschi, che hanno prezzi medi più bassi del nostro. La scelta, dunque, riguarda il prodotto: i francesi scelgono di bere Prosecco».

IL PROSECCO E LA LEVA DELLA MIXOLOGY

«Gli amici francesi ci scherzano su – continua Luca Giavi – reputando che almeno una parte di questo successo dipende dal “bere miscelato”. Premesso che non reputo la miscelazione sminuente, va ricordato che se oggi produciamo grandi distillati e li esportiamo in giro per il mondo, questo è dovuto anche ai miscelati. Lo stesso vale per i grandi Vermouth italiani, di cui sono grandissimo sostenitore. Pensare che il Prosecco venga impiegato anche nella miscelazione non è una cosa che mi fa, di per sé, dispiacere».

Del resto, tutti i migliori bartender sostengono che un grande cocktail parte da una grande materia prima. Conti alla mano, è evidente che i numeri che la Francia esprime siano condizionati dall’impiego del Prosecco nella miscelazione. E la cosa ci fa solo piacere. Così come ci soddisfa il posizionamento prezzo nella ristorazione, davvero interessante».

I NUMERI DEL PROSECCO DOC IN FRANCIA

Nel periodo gennaio-ottobre 2021, le esportazioni di Prosecco Doc sono volate in Francia. «Abbiamo registrato un +27,9% – riferisce il direttore del Consorzio a winemag.it – rispetto al 2020. Nei primi 10 mesi dello scorso sono stati vendute in Francia oltre 23 milioni di bottiglie. Plausibile, dunque, che si siano raggiunti i 30 milioni a fine anno. Numeri che rappresentano il 5,7% dell’export complessivo. Ad ottobre 2021 il Prosecco aveva già superato l’ammontare dell’intero 2020».

Una tre giorni più che mai positiva quella del Prosecco Doc a Parigi. «Quest’anno abbiamo notato anche l’interesse delle più importanti testate francesi, a dimostrazione del nostro successo. Wine Paris e Vinexpo Paris 2022 ha generato occasioni interessanti per gli operatori che si sono mossi con il Consorzio».

«C’è una voglia del mondo del vino di tornare a viaggiare – conferma Luca Giavi – e dei consumatori di tornare alla normalità che manca da ormai due anni. In generale ho notato un bell’entusiasmo e una gran vitalità. Girando per i padiglioni ho trovato vini di ottima qualità per tutte le tasche, altro aspetto a cui tengo molto».

«IL PROSECCO ROSÉ PREOCCUPA I FRANCESI»

«La cosa che mi dispiace – rivela ancora l’esponente del Consorzio di Treviso – è la crescente preoccupazione del mondo dei produttori degli ottimi rosati francesi nei confronti del Prosecco Rosé. Una preoccupazione che ritengo non abbia ragion d’essere, nella misura in cui gli ottimi rosé francesi sono tutti tranquilli».

Sempre secondo il direttore, «ciò che dovrebbe preoccupare i francesi è piuttosto lo scatto dei rosati fermi italiani, sulla scia del successo del Prosecco Rosé. Ci sono denominazioni, da Bardolino al Salento, che avendo i riflettori puntati potranno recuperare il gap all’estero nei confronti delle produzioni francesi».

Le date di Wine Paris & Vinexpo Paris 2022 hanno coinciso, tra l’altro, con l’atteso responso del parlamento europeo sul Cancer Plan, che rappresentava una vera e propria minaccia per il mondo del vino italiano, assimilato alle sigarette.

Abbiamo festeggiato le modifiche che riguardano il vino nell’ambito del Cancer Plan. Tutti siamo consapevoli delle peculiarità del prodotto che rappresentiamo e siamo fortemente impegnati nel comunicarlo correttamente. Al contempo, siamo tra i primi sostenitori del “bere meno e bere meglio“».

«CANCER PLAN, PERICOLO SCAMPATO. MA SERVE MENO TESTA E PIÙ PALATO»

Un aspetto che sta a cuore a Giavi. «Tutta la cultura occidentale si basa su due elementi – sottolinea il direttore del Consorzio a winemag.it – che sono il pane e il vino. Non dimentichiamoci che, altrimenti, il buon Dio avrebbe trasformato l’acqua in tisana. Come ha ricordato a tutti il Santo Padre, “nessuno festeggia con una tazza di tè”. Penso e mi auguro ci sia ancora occasione di festeggiare».

Si respira un ottimismo contagioso in casa Prosecco. «L’Italia sta lavorando bene ma dobbiamo tornate a vini destinati ad essere bevuti: meno testa e più palato. Questo riguarda un po’ tutti. In particolare i vini rossi, che dovrebbero essere più alla portata della gente che li beve. Non sono più i tempi della parkerizzazione, in quel di Bordeaux».

«Non sono più neppure i tempi in cui si misura la bontà di un vino in alcol e in estratto. Il consumo dei vini va, fortunatamente, in un’altra direzione: premia la finezza, il frutto, la freschezza. Io credo molto nei primari – conclude Giavi – ed è stata questa la chiave del successo della nostra Denominazione».

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Wine Paris, “day 2” benedice record export vini e spirits francesi

Prosegue all’insegna dell’entusiasmo Wine Paris & Vinexpo Paris al Paris Expo Porte de Versailles. L’evento, che si chiude oggi pomeriggio, ospita 2.864 espositori da 32 paesi, visitatori da oltre 100 Paesi e un programma di 100 conferenze, masterclass e tavole rotonde.

La giornata di ieri è stata punteggiata da diverse visite istituzionali. La mattinata è iniziata con la visita di Valérie Pécresse, candidata alle elezioni presidenziali, accompagnata da Xavier Bertrand, presidente del consiglio regionale delle Hauts de France. È proseguita con la visita di 25 deputati e senatori dell’Anev, l’Associazione nazionale francese della vigna e del vino.

IL RECORD DELL’EXPORT FRANCESE DI VINO

La Federazione francese degli esportatori di vini e alcolici (Fevs) ha annunciato le cifre record dell’export di vini e alcolici francesi nel 2021. La forte ripresa rispetto al 2020 (+28%) mostra anche una crescita significativa sul 2019 (+ 11%).

Le esportazioni francesi di vini e alcolici hanno generato 15,5 miliardi di euro, rendendo le performance del settore le seconde più positive nella bilancia commerciale dell’intera Francia.

I Wine Talks hanno fornito una ricca varietà di contenuti prospettici a un pubblico molto curioso di professionisti. Il direttore dell’Oiv, Pau Roca, ha commentato lo stato attuale del cambiamento climatico ad un pubblico internazionale.

Ha anche affrontato le strategie di mitigazione messe in atto dagli stakeholder dell’industria del vino, in occasione durante una tavola rotonda moderata dal consulente internazionale britannico Rupert Joy.

“L’industria del vino – ha sottolineato – non deve solo implementare misure di mitigazione del cambiamento climatico, ma ha anche un ruolo di primo piano sulla questione. E dovrebbe essere un esempio per il resto del settore agricolo».

A WINE PARIS IL FOCUS SUL MERCATO BRITANNICO

Sono stati discussi argomenti ancora più tecnici, tra cui la riforma delle accise nel Regno Unito, sulla base di un complesso sistema di tassazione a “fasce di mezzo grado”.

Durante la tavola rotonda, la Wsta (The Wine and Spirit Trade Association), rappresentata dal suo chief executive Miles Beale, ha suggerito al governo britannico di «semplificare la tassazione con un’unica tassa su tutti i vini con un Abv che va dall’8,5% al 15% per bottiglia da 75 cl».

Alla fine della giornata, Gérard Bertrand, insieme a Robert Eden di Château Maris, Marc Thibault, viticoltore di Coteaux du Giennois (Centre-Loire), e Anne-Laure Ferroir di Terra Vitis, hanno risposto alle domande sul futuro della viticoltura, un tema caldo per il settore.

Tutti d’accordo su un aspetto: «La sostenibilità è l’unica opzione per il futuro». I relatori hanno poi sottolineato come «i costi di produzione più alti per i vini sostenibili/biologici/biodinamici favoriranno la “premiumizzazione” del settore», ovvero un accrescimento del livello.

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Cresce l’export internazionale dei vini dell’Alsazia: 57 cantine a Wine Paris

L’export dei vini alsaziani è aumentato del 22,4% nel 2021. La presenza di 57 cantine alsaziane a Wine Paris 2022, dal 14 al 16 febbraio, riflette la forte domanda di vini alsaziani nel mondo e sosterrà la forte crescita. Ne è convinto il Conseil Interprofessionnel des Vins d’Alsace di Colmar, che invita i professionisti del settore all’assaggio, in occasione del primo grande evento in presenza dell’anno, nella capitale della Francia.

Lo stand principale, sotto la bandiera della Civa, si troverà nel padiglione 6 HJ 024 e HJ 070. Ad attendere i visitatori, 34 espositori alsaziani che rappresentano una quarantina di cantine e case vinicole. Altri 23 operatori alsaziani saranno presenti in altri stand di Wine Paris 2022, prima kermesse internazionale a cui partecipano i vini d’Alsazia dall’introduzione dell’obbligo del residuo zuccherino in etichetta.

I VINI DELL’ALSAZIA A WINE PARIS 2022

Il Conseil Interprofessionnel des Vins d’Alsace organizza per martedì 15 febbraio, dalle 15.30 alle 16.30, una degustazione guidata da Thierry Fritsch, enologo e content marketing manager. Il titolo? “Rompere i vostri preconcetti sui vini d’Alsazia” Padiglione 3 – Sala 1 On! Masterclass).

Per tutta la durata del salone, l’area di degustazione Tasting Avenue (padiglione 6) sarà dedicata ai vini del nord della Francia, compresi 49 vini alsaziani di altrettanti produttori presenti al salone.

Infine, martedì dalle 14.30 alle 15.30, Philippe Bouvet, direttore marketing del Civa, sarà uno dei relatori della conferenza organizzata da Vin&Société con Vinocamp e WineTech a Wine Paris sulle prospettive di innovazione nell’industria del vino. L’appuntamento, in questo caso, è al padiglione 4, stand 4AC026 (Wine Tech Perspectives).

Millésimes Alsace DigiTasting 2021: degustazione e punteggi a 76 vini dell’Alsazia

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Gli eventi clou di Wine Paris & Vinexpo Paris 2022

Wine Paris & Vinexpo Paris 2022 riunirà dal 14 al 16 febbraio 2022 al Paris Expo Porte de Versailles 2.800 espositori, 20 mila visitatori da tutto il mondo e un vasto programma di conferenze e masterclass.

Molto attesa dall’industria internazionale del vino e degli alcolici, come primo grande evento internazionale in presenza, la kermesse offrirà ai professionisti un programma completo di oltre 100 eventi.

CAPIRE E DECIFRARE IL MONDO DEI VINI E DEGLI ALCOLICI

Wine Paris & Vinexpo Paris propone un vasto programma di Eventi ON! incentrati sui temi e le sfide del settore in termini di innovazione, distribuzione, tendenze dei consumatori e sviluppo internazionale, oltre alle consuete degustazioni, anche verticali.

WineTech Perspectives, la nuova area creata in collaborazione con La Wine Tech e Vinocamp, ospiterà una serie di presentazioni in formati dinamici e partecipativi.

  • L’innovazione nell’industria del vino e degli alcolici sarà il tema di una serie di conferenze e tavole rotonde con esperti dei settori della tecnologia, della ricerca e dell’analisi delle tendenze, della comunicazione digitale e dell’e-commerce.

    Vin & Société presenterà il suo primo indicatore degli usi della tecnologia digitale nell’industria del vino; le aziende che forniscono soluzioni sostenibili e responsabili condivideranno la loro conoscenza della tecnologia per favorire un approccio positivo al vino; sommelier, enotecari e opinion leader si scambieranno idee e informazioni sui nuovi spunti e pratiche che definiscono i confini dell’industria.

WINE PARIS & VINEXPO PARIS: LE MASTERCLASS

ON! prevede anche un programma di masterclass, utili ad avere un assaggio dei caratteri quintessenziali di regioni, denominazioni, prodotti, marchi e tenute.

  • I vini francesi e internazionali saranno onorati in una serie di masterclass incentrate su denominazioni come Alsazia, Champagne e Languedoc; vitigni come il Melon de Bourgogne o l’iconico Carménère del Cile. E ancora: regioni come il Centre-Loire e il Friuli italiano; icone come Château d’Yquem; o vini internazionali come le offerte austriache, il Prosecco e i vini australiani, che presentano sia i grandi classici che alcuni nuovi stili di vino.
  • Il Vinexpo Challenge, la degustazione storica di Vinexposium, proporrà una degustazione alla cieca di 10 vini eccezionali, condotta da Marc Almert, 2019 World’s Best Sommelier.

Le conferenze incentrate sul mercato offriranno approfondimenti sui cambiamenti che il settore sta affrontando:

  • L’Iwsr fornirà le chiavi per “Capire le tendenze del vino e i driver del consumo futuro”;
  • Una conferenza co-ospitata da Jancis Robinson MW chiederà: “È la fine per le bottiglie di vino in vetro?”;
  • I cambiamenti indotti dalla coercizione ai canali di distribuzione saranno l’argomento di un dibattito della Independent Wine Merchant Federation e della Professional Wine Merchant’s Organisation.

Il settore dell’Ospitalità sarà il soggetto di conferenze patrocinatee da France Boissons, che offrirà l’opportunità di valutare le conseguenze del Covid. L’industria sarà anche sotto i riflettori durante i dibattiti Chef & Sommelier organizzati in collaborazione con l’Associazione Internazionale Sommelier (ASI):

  • Xavier Thuizat, capo sommelier dell’Hôtel Crillon e Boris Campanella, direttore della ristorazione gourmet – Executive Chef dell’Hôtel Crillon (ristorante gourmet L’Ecrin);
  • Florent Martin, 2020 Miglior Sommelier di Francia, Capo Sommelier dell’Hotel Peninsula Paris e David Bizet, Executive Chef dell’Hotel Peninsula Paris (ristorante gourmet L’Oiseau Bleu)
  • Stéphanie Le Quellec, Chef del ristorante La Scène** e Mathias Meynard, Capo Sommelier del ristorante La Scène**, Parigi.
I WINE TALKS E IL MERCATO DEI DISTILLATI A WINE PARIS

I Wine Talks, un formato di discussione vivace e invitante, aprirà la strada a presentazioni innovative tenute da personalità appassionate ed emozionanti su questioni fondamentali per il settore:

  • I “problemi di domani” e le grandi tendenze applicate ai vini e agli alcolici saranno decifrati da So Wine. Lo specialista dell’analisi delle tendenze del settore condividerà anche alcune best practice per navigare nei social media rispettando le leggi francesi sulla pubblicità, la Loi Evin.
  • Una serie di discussioni prospettiche sul futuro dei vini francesi a livello internazionale, con la continua crisi della catena di approvvigionamento, le tasse sul vino nel Regno Unito, il vino di fronte al cambiamento climatico e il futuro della viticoltura in tutto il mondo.

La stimolante e dinamica industria degli alcolici sarà anche al centro della discussione, con eventi che includono:

  • La conferenza dell’Iwsr sugli sviluppi del mercato dei distillati; una degustazione verticale Saint James x Velier organizzata dai rum Saint-James; masterclass sulla diversità offerta da un terroir eccezionale imbottigliato dai distillatori artigianali del Québec, ospitati dall’organizzazione dei distillatori artigianali del Québec, e sull’Armagnac al suo apice, curata dall’organizzazione nazionale di marketing dell’Armagnac (Bnia).

Wine Paris & Vinexpo Paris (ri)conferma le date: attesi 20 mila visitatori a Parigi

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Esteri - News & Wine news news ed eventi

Wine Paris & Vinexpo Paris (ri)conferma le date: attesi 20 mila visitatori a Parigi

Confermate ancora in mattinata le date di Wine Paris & Vinexpo Paris. che si svolgerà dal 14 al 16 febbraio 2022. Dopo il rinvio di Prowein 2022 e il duro botta e risposta Germania-Regno Unito tra Messe Düsseldorf e London Wine Fair, i francesi ribadiscono quest’oggi la loro «determinazione di riunire l’industria del vino e degli spirits nelle migliori condizioni possibili».

«A tre settimane dall’apertura del salone – commenta Rodolphe Lameyse, Ceo di Vinexposium, azienda che organizza Wine Paris & Vinexpo Paris – stiamo impiegando tutte le nostre energie per offrire l’evento che l’industria si aspetta. Stiamo sfruttando tutte le nostre risorse per attirare i principali acquirenti internazionali e rendere Wine Paris & Vinexpo Paris un evento straordinario sotto ogni aspetto».

Al primo salone internazionale del vino e degli alcolici del 2022 prenderanno parte 32 Paesi. Sono attesi 20 mila visitatori nazionali e internazionali. Per lo più buyer, specializzati nei diversi canali di mercato. Espositori e registrazioni di visitatori professionali sono in costante aumento (+10% al giorno).

Nello specifico, la ripartizione attuale delle iscrizioni mostra un 58% di francesi, con la quota internazionale al 42%. I primi 5 Paesi per registrazione sono Belgio, Paesi Bassi, Regno Unito, Stati Uniti e Germania.

«Gli espositori – garantiscono oggi gli organizzatori – possono aspettarsi un livello di visitatori particolarmente elevato per l’edizione 2022 di Wine Paris & Vinexpo Paris. Allo stato attuale, i principali gruppi di acquirenti sono gli importatori, i commercianti e i mediatori/agenti di vendita».

Vinexposium annuncia di aver pensato al “post fiera”: «Tutta la città di Parigi e le sue strutture sono pronte ad accogliere i partecipanti all’evento. Trasporti, hotel, bar e ristoranti sono aperti e Wine Paris & Vinexpo Paris è pronta a rivelare la sua selezione di oltre 80 bar e ristoranti partner per continuare l’esperienza dopo il tramonto, in ogni quartiere di Parigi».

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Analisi e Tendenze Vino

L’Umbria del vino per la prima volta al Wine Paris

PERUGIA – L’Umbria del vino vola per la prima volta a Parigi. Ancora uno stand collettivo, firmato da Umbria Top Wines, per immergersi in un contesto di livello globale insieme a 2.220 espositori da tutto il mondo.

Dopo aver archiviato con successo la trasferta olandese al Bellavita Expo di Amsterdam, la società cooperativa del vino umbro che raggruppa oggi la maggioranza delle aziende vitivinicole regionali, sarà al Wine Paris (Paris Expo Porte de Versailles) dal 10 al 12 febbraio 2020 con una rappresentanza di 10 cantine.

“Il nostro stand collettivo – afferma il presidente di Umbria Top Massimo Sepiacci – si pone l’obiettivo di stimolare la conoscenza del territorio regionale in un contesto, come la Francia, dove il vino è riconosciuto come leva fondamentale dell’economia ma allo stesso tempo dove è grande la richiesta di novità e qualità . Ci aspettiamo di incontrare compratori provenienti da tutto il mondo”.

E sarà sempre il claim “Umbria wine experience” a promuovere i vini della regione con la comunicazione targata Umbria Top – anche grazie all’immagine scelta per lo stand – che questa volta intende promuovere l’esperienza in vigna che il produttore vive, mettendo al centro una macchina agricola e il lavoro dell’uomo.

Con l’obiettivo di far crescere l’Umbria del vino, per rafforzare un’immagine unitaria e identitaria del settore, Umbria Top ha rilanciato così anche nel nuovo anno la sua campagna di comunicazione biennale “Umbria wine experience” e dopo Amsterdam va ancora alla conquista del mercato internazionale, questa volta soprattutto francese, confermando un percorso che anche nel 2020 porta le cantine umbre ad essere presenti nelle grandi fiere europee.

Ora quindi la tappa è quella del Wine Paris, un evento che riunisce gruppi organizzativi quali Vino Vision Paris, Vinexpo (storica fiera che biennalmente si teneva a Bordeaux), Vinisud (fiera che si teneva a Marsiglia) ed il polo fieristico della capitale francese.

Tutti ora si trovano sotto il marchio Wine Paris, evento quindi unificante per il settore e giunto alla sua seconda edizione. Ad accogliere le migliaia di espositori da tutto il mondo, e quindi anche le cantine umbre, quest’anno c’è la novità del “Wine match“: una app/sistema informatico che permette la connessione B2B tra espositori e visitatori professionisti.

L’Europa da sola rappresenta oltre il 60% del consumo mondiale di vino. Uno studio di previsione condotto da IWSR – The International Wine and Spirit Research – prevede che nei prossimi 5 anni questa zona di consumo manterrà il suo primo rango, in termini di volume. Ed un evento come Wine Paris permette così di massimizzare il potenziale commerciale di chi partecipa.

Questo è quindi uno dei motivi per cui Umbria Top ha deciso di portare le cantine umbre fino in Francia consentendo di partecipare al primo evento B2B dell’anno specifico per vino e alcolici e per avere incontri commerciali con qualificati visitatori internazionali (One to Wine Meetings).

Dopo il Bellavita Amsterdam e ora con Wine Paris prosegue in maniera intensa il calendario 2020 delle attività, con appuntamenti di promozione e commercializzazione legati ancora alla campagna di comunicazione “Umbria Wine Experience” e con protagoniste le cantine e le denominazioni provenienti dall’intero territorio regionale grazie ad un concept che caratterizza in maniera armonica le varie presenze nei Paesi obiettivo, in Europa e non solo.

Lo stand Umbria Top quindi sarà poi a seguire in Germania al Prowein di Dusseldorf (15-17 marzo 2020) con 29 cantine, ed infine a Verona per il Vinitaly (19-22 marzo 2020) con le 54 cantine umbre che al momento hanno deciso di aderire all’evento principale in Italia a tema vino.

Infine, con il piano OCM, l’Umbria del vino sarà anche in Usa, Canada, Cina e Giappone a sostegno di 14 cantine partecipanti.

Queste le 10 cantine espositrici presenti a Parigi e provenienti da varie aree vinicole dell’Umbria come Montefalco, Orvieto, Perugia, Spoleto, Torgiano, Trasimeno: Adanti, Andrea Formilli Fendi, Cantine Neri, Chiorri, Colle Uncinano, Cantina del Trasimeno – Duca della Corgna, Le Cimate, Lungarotti, Tenuta Bellafonte, Tudernum.

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Analisi e Tendenze Vino

Assovini Sicilia a Wine Paris Vinexpo 2020: esordio in Francia con nove aziende su 90

Nove aziende sulle 90 associate per la seconda volta di Assovini Sicilia a WineParis Vinexpo, l’evento in programma nella capitale francese dal 10 al 12 febbraio 2020. Novità assoluta tra gli appuntamenti internazionali, l’evento attrae la curiosità dei produttori siciliani, pronti a scommettere sul suo successo, vista l’ottima riuscita della sua prima edizione nel Febbraio 2019.

Manca solo un mese all’apertura della Porte de Versailles, luogo in cui si tiene la fiera, che sarà poi seguita, dopo appena un mese, dall’appuntamento tradizionale in Germania per il Prowein e successivamente, ancora dopo solo un mese, dal Vinitaly nostrano, che chiuderà la stagione delle fiere e farà da preludio, per Assovini Sicilia, all’appuntamento siciliano più atteso dell’anno: Sicilia en primeur – giunto alla sua diciottesima edizione.

La partecipazione di Assovini Sicilia, volta alla promozione dei suoi vini IG e DO, è resa possibile grazie al PSR 2014-20, sottomisura 3.2, dell’Assessorato Regionale all’Agricoltura.

Lo stand dell’associazione, della dimensione di 48 mq, openspace, sarà situato nel padiglione internazionale 7.1 e più precisamente alla posizione EF083. Assovini Sicilia presenterà i vini delle seguenti aziende associate: Baglio Oro, Baglio di Pianetto, Conte Tasca d’Almerita, CVA Canicattì, Fina, Firriato, Lombardo Vini, Masseria del Feudo, Vivera.

“L’adesione a Wine Paris – commenta Mariangela Cambria, vicepresidente di Assovini Sicilia, è una bella novità per Assovini Sicilia perché da un lato offre ai suoi associati nuove opportunità commerciali a livello internazionale, vista la vocazione della fiera, dall’altro ribadisce l’importanza e il valore del vino siciliano in un mercato, quello francese, da sempre molto concorrenziale”.

“Inoltre – continua Cambria – la partecipazione unitaria di più aziende rappresentative ognuna del proprio territorio costituisce un’occasione importante per i visitatori che, visitando il nostro stand, possono conoscere una parte emblematica della produzione siciliana, e, allo stesso tempo, testimonia lo spirito di squadra presente all’interno della nostra associazione”.

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Analisi e Tendenze Vino

Lo stile italiano del Pinot Grigio delle Venezie presentato a Parigi

Le prime bottiglie della vendemmia 2018 della Doc delle Venezie debutteranno al Wine Paris, la nuova fiera dedicata al vino della capitale francese.

“Iniziamo un nuovo intenso anno di attività promozionale del Consorzio con un’eccellente qualità del nostro Pinot Grigio che, siamo convinti, sarà in grado di rispondere positivamente alla crescente curiosità e interesse per questa denominazione che ci arriva da parte di buyer e stampa estera” – ha dichiarato Albino Armani, presidente del Consorzio. “Vogliamo portare avanti due concetti che ci stanno a cuore: elevati standard di qualità del prodotto e garanzia della certificazione per il nuovo Stile Italiano Pinot grigio”.

L’IMPORTANZA DEL PINOT GRIGIO
Oltre 80 le etichette in degustazione presso lo stand (Pad. C4127) del Consorzio: tra le DOC più rappresentate dalle imprese italiane, il Pinot grigio delle Venezie è il più importante vino bianco fermo doc italiano in termini di volumi. Con il 95% del proprio export guida il primato mondiale conquistato dal nostro Paese nell’esportazione dei vini bianchi fermi (fonte Nomisma Wine Monitor) affrontando la sua seconda stagione di commercializzazione con una prospettiva di disponibilità di prodotto in equilibrio con le richieste di mercato.

La DOC delle Venezie – fortemente voluta dai produttori vitivinicoli italiani delle regioni del nord-est per riorganizzare, razionalizzare, ridefinire il “fenomeno Pinot grigio” e garantire, attraverso la certificazione e l’introduzione della fascetta di Stato sulle bottiglie, la massima tracciabilità di filiera sia agli operatori dei settore sia ai consumatori finali – si presenta sui mercati internazionali come “bandiera” della più importante area produttiva di Pinot grigio al mondo.

Quasi la metà della produzione mondiale di questo vitigno proviene dall’Italia, dove l’85% si concentra nell’area del Triveneto. Un vino-vitigno che ha conquistato i consumatori di tutto il mondo: gli Stati Uniti assorbono il 37% della quota export, seguito da Gran Bretagna con il 27% e Germania con il 10%.

A Wine Paris – evidenzia ancora Albino Armani – presentiamo la nostra seconda vendemmia: abbiamo avuto un + 15% in quantità e una qualità eccellente. Siamo inoltre fortemente cresciuti durante tutto il 2018 sui mercati internazionali, segno evidente di quanto sia stato capito e accolto il nostro concetto di una filiera tracciabile che punta a riposizionare il Pinot grigio italiano del Nord-est con una forte identità territoriale che ci fa guardare con fiducia al futuro”.

IL CONSORZIO DOC DELLE VENEZIE
Il Consorzio DOC delle Venezie è stato costituito ad aprile 2017 ma ha già conseguito diversi importanti obiettivi che sono basilari per lo sviluppo delle attività di tutela della denominazione di origine del Pinot grigio del Triveneto. La denominazione di origine controllata “delle Venezie” interessa tutta l’area nord-orientale dell’Italia, includendo i territori amministrativi delle regioni Friuli-Venezia Giulia e Veneto e della provincia autonoma di Trento.

In termini di numeri, l’85% della produzione italiana di Pinot grigio, prima al mondo per volume, viene prodotta nel Triveneto dove nel 2017 sono stati raggiunti 24.500 ettari vitati.

Nonostante le diversità dei singoli terroir, è possibile individuare un’unica macroarea nota come “tre Venezie”, “Triveneto” o “delle Venezie”, in base a un criterio di prossimità e affinità pedo-climatica. Il territorio delle Venezie raggruppa sistemi di terre viticole caratterizzate da elementi comuni, primi tra tutti la storia e la geologia del materiale da cui hanno preso origine i caratteri chimici e fisici del suolo.

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Analisi e Tendenze Vino

Chiaretto di Bardolino, il vino rosa del Garda vola verso Parigi e gli Stati Uniti

Il Chiaretto di Bardolino diventa sempre più internazionale: a partire da febbraio il Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino darà il via ad una serie di appuntamenti oltre confine con l’obiettivo di far conoscere il vino rosa della riviera veneta del lago di Garda ad un pubblico sempre più vasto.

Il tour di presentazione della nuova annata del Chiaretto farà tappa prima a Wine Paris, in programma dall’11 al 13 febbraio nella capitale francese e poi a marzo farà rotta verso gli Stati Uniti con il tour di Slow Wine, toccando le città di San Francisco, Portland, Denver, New York e Boston. Successivamente si torna in Italia con l’Anteprima del Chiaretto in programma il 10 e 11 marzo a Lazise. La quota destinata alle esportazioni della denominazione si aggira attorno al 60 per cento, la produzione di Chiaretto è intorno ai 10 milioni di bottiglie, un dato che posiziona il rosé gardesano al vertice assoluto nel panorama italiano dei rosati.

“Wine Paris si prospetta come un nuovo fondamentale appuntamento dell’establishment vinicolo mondiale – spiega Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino – per questo abbiamo voluto aprire le presentazioni del Chiaretto 2018 in Francia, la patria dei rosé, primo produttore al mondo ma anche primo importatore assoluto della tipologia in rosa, che rappresenta circa il 30% dei consumi interni, contro appena il 6% dell’Italia. Consideriamo poi che già ora quello francese è il secondo mercato di esportazione del Chiaretto dopo quello tedesco. Quello statunitense, invece, è il mercato estero che sta crescendo più velocemente. L’opera di promozione internazionale del Consorzio degli ultimi due anni ha dato i suoi frutti: ora è tempo di essere presenti anche direttamente e dunque ci presenteremo in ben cinque città americane”.

L’ultimo appuntamento nel fitto calendario di eventi legati al Chiaretto di Bardolino della nuova annata 2018 è l’undicesima edizione dell’Anteprima del Chiaretto, in programma alla Dogana Veneta di Lazise e organizzata in collaborazione con il Consorzio Valtènesi e il Comune di Lazise. In degustazione ci saranno oltre 120 vini provenienti dalle Doc “in rosa” della riviera veronese e bresciana del lago. Il banco d’assaggio accoglierà 60 produttori e sarà aperto al pubblico dalle 10 alle 18 di domenica, mentre il lunedì sarà unicamente dedicato agli operatori di settore dalle 14 alle 20.

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