“Vini secondo natura” è appunto il titolo scelto per questa pagina del volantino del colosso francese della Grande distribuzione. E non è neppure la parte più divertente. “Prova la nostra gamma 100% naturale”: vini vegani, senza solfiti e biologici”, si legge appena sotto. Un po’ come se si trattasse del nuovo panino gourmet di Mc Donald’s. “Ti offriamo un gusto autentico, nel rispetto dell’ambiente”. “Dell’ambiente”, avete letto bene.
Il fenomeno delle vigne e dei vignaioli inquinanti è noto solo a Carrefour. Ma non è ancora finita. Il “vino vegano” sul catalogo viene descritto come “dal gusto, sapore e aspetto inalterato”.
Il “vino biologico” è invece speciale, sempre secondo Carrefour, perchè “dal vigneto alla cantina viene seguito un processo controllato: i grappoli d’uva sono prodotti senza additivi chimici e trattati utilizzando solo prodotti enologici certificati, per un prodotto biologico in tutto e per tutto”.
Infine, Carrefour ci mette qualche parolona tratta dal dizionario delle Scienze, per vendere qualche bottiglia di “vino senza aggiunta di solfiti” in più: “Quando si parla di ‘vino senza solfiti’ si intende senza conservanti aggiunti, con funzioni anti enzimatiche e antiossidanti. Per garantire un sapore genuino e un aroma naturale”. Una supercazzola, bella e buona.
L’ANALISI
La verità è che, poi, sotto a questo elenco di castronerie, si trova una proposta di 8 etichette di vini dalle caratteristiche sopra descritte. E il pasticcio è completo. Perché accanto a produttori come Teo Costa, vero e proprio pioniere, in Piemonte e in Italia, del vino senza solfiti aggiunti nella grande distribuzione, troviamo imbottigliatori emergenti nel panorama del bio come “Na.Ve”, Natale Verga di Cermenate, provincia di Como (il vino che propone Carrefour è un Nero D’Avola).
E allora una cosa ce la insegna, questo epic fail della comunicazione Carrefour: che il vino ha bisogno di rispetto. Anche dai grandi gruppi e dalle multinazionali. Altrimenti, avrà sempre ragione chi considera il vino al supermercato alla stregua di satana. Alla faccia delle catene – e sono tante in Italia – che lavorano quotidianamente per offrire ai propri clienti vini di qualità, al giusto prezzo. Senza trattare i clienti come polli da abbindolare.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.