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“Altro che vendemmia verde e distillazione. Bisogna ridurre le rese distorte dell’Igt”

No alla distillazione e alla vendemmia verde, sì alla riduzione delle rese dell’Igt. È ancora una volta fuori dal coro la posizione della Viticoltori associati Torrevilla, cooperativa dell’Oltrepò pavese che ha avviato da anni un percorso virtuoso, utile all’incremento della qualità della produzione. Secondo il presidente Massimo Barbieri e l’enologo Leonardo Valenti, sarebbe più utile “ridurre le rese distorte delle produzioni Igt“.

I massimali autorizzati da Regione Lombardia sarebbero di fatto “irraggiungibili in un territorio collinare come quello oltrepadano, anche nelle annate migliori”. C’è di più. Secondo Fabio Tonalini, nuovo socio conferitore di Torrevilla grazie all’accordo con Il Montù, “quantità così elevate autorizzano a produrre tanta roba cattiva“: “Ridurre le rese dell’Igt – prosegue Tonalini – potrebbe aiutare a prevenire anche le truffe“.

Un discorso che invece non riguarda le Doc dell’Oltrepò pavese. “Che, al massimo – sempre secondo il trio dell’Oltrepò pavese – potrebbero essere ritoccate di pochissimo, in quanto già ottimali coi massimali attuali”.

“Ritengo che per aiutare le aziende agricole italiane in questo momento di difficoltà ci sia solo una strada: quella dei contributi a fondo perduto, a sostegno dei cali del fatturato registrati a causa di Coronavirus e del lockdown”, commenta il presidente di Torrevilla.

“Tutto il resto – aggiunge Barbieri – sono palliativi. E non so quante zone in Italia potranno aderire a proposte come la distillazione o la vendemmia verde. Sorrido, anzi, perché si scopre questo genere di problematiche solo in questi momenti. In realtà, queste situazioni non nascono col Covid-19, bensì sono state amplificate dall’emergenza”.

I numero tornano, anche sulla carta. Con 600 ettari di vigneto a disposizione (700 con l’operazione Il Montù) la Viticoltori associati Torrevilla produce 45 mila quintali di uva: “Vuol dire che si parla di 80-90 quintali all’ettaro di media – precisa Leonardo Valenti – mentre i disciplinari di Pinot Nero e Pinot Grigio Igt c’è una distorsione di 30-40-50 quintali in più rispetto alle cifre raggiungibili dal territorio collinare”.

“Da svariate decine di anni – prosegue l’enologo – Torrevilla imbottiglia tutto quello che produce: non si vende nulla in cisterna. Per questo non abbiamo la necessità di chiedere contributi sulla distillazione. Abbiamo raggiunto un equilibrio che ci permette di fare a meno, tranquillamente, di questo tipo di soluzioni”.

“Autorizzare rese così alte per l’Igt – chiosa Fabio Tonalini – per poi ricorrere a contributi per la distillazione è un controsenso. Grazie all’accordo tra Il Montù e Torrevilla ci impegneremo a portare i vini dell’Oltrepò pavese all’estero. Un modo molto più nobile rispetto alla vendemmia verde e alla distillazione per risolvere il problema della sovraproduzione”.

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Oltrepò pavese, Torrevilla compra Il Montù: marchio e vigneti per crescere all’estero

“L’acquisizione del marchio Il Montù per il prestigio. I nuovi 70 ettari di vigneti per la sostanza”. Non usa giri di parole il presidente di Torrevilla, Massimo Barbieri, per descrivere l’operazione di acquisto del ramo d’azienda della Cantina Storica Il Montù Beccaria (PV). Una “fusione” che cambia la geografia del vino in Oltrepò pavese, soprattutto per la produzione di Buttafuoco, Sangue di Giuda e Pinot Nero.

Con Il Montù, la viticoltori associati di Torrazza Coste e Codevilla punta a qualificare ulteriormente la produzione con le uve del nuovo conferitore e socio della cooperativa, Fabio Tonalini, presidente del Montù. Gli ettari vitati complessivi salgono dunque a circa 670.

L’esperienza sui mercati esteri del numero uno della cooperativa di Montù Beccaria (PV) sarà inoltre messa a disposizione di Torrevilla, per crescere soprattutto all’estero, ma anche per diversificare nella Grande distribuzione organizzata (Gdo).

La cooperativa di Torrazza Coste fattura oggi 10 milioni di euro all’anno (2,5 milioni di bottiglie) e conta di crescere ancora. “Grazie a questa operazione – commenta Massimo Barbieri – daremo più tranquillità ai nostri soci, in un periodo così difficile come quello attuale. La stessa operazione è stata chiusa in un periodo non semplice, ma in un clima di totale armonia e naturale condivisione degli obiettivi”.

“Il potenziale qualitativo di Torrevilla è già elevato – aggiunge il nuovo socio Fabio Tonalini – la vera sfida sarà dunque aiutare l’azienda a crescere all’estero. Il Montù aveva già una quota molto elevata rispetto alla media dell’Oltrepò pavese: il 17% contro il 3%. Per una terra come questa, capace di produrre uve di altissima qualità, il 3% non è nulla, occorre puntare al 30%. Credo molto in questa sfida e conto di portarla a compimento”.

La produzione enologica sarà svolta nelle strutture di Torrevilla, mentre Il Montù continuerà a produrre grappe e distillati a Montù Beccaria, in una delle quattro distillerie rimaste ormai attive in Lombardia. La distribuzione degli spirits affiancherà quella dei vini, con la medesima rete vendita.

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