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Boom degli spumanti al supermercato: Gdo attenta a nuovi territori e vitigni autoctoni

Boom degli spumanti al supermercato: Gdo attenta a nuovi territori e vitigni autoctoni. I dati IRI confermano la crescita inarrestabile delle bollicine. Pambianco (Conad) «Area 3 e 4, new entry»

È già – e lo rimarrà fino alla fine, ovvero sino al 31 dicembre – un anno più che mai sfidante per il vino in vendita al supermercato. Nel 2022, le insegne della distribuzione moderna e le cantine fornitrici si ritrovano al cospetto di nuove sfide – su tutte l’aumento dei costi di produzione, a pandemia non ancora digerita – e la difficoltà di replicare i numeri da capogiro del 2021, dovuti in gran parte a lockdown e chiusure dell’Horeca.

Strenua tenuta o abile limitazione dei danni sembrano le due ipotesi più plausibili, guardando ai numeri snocciolati ieri da Viriglio Romano, Business Insight Director di Iri, in occasione del webinar “Vino e bollicine nella distribuzione moderna: consuntivo 2021 e prospettive per il 2022”, organizzato da Vinitaly Veronafiere.

Il tutto, con una certezza assoluta: la crescita senza fine del mondo spumanti, trainata dal fenomeno Prosecco (che ora spaventa pure i produttori di rosé francesi). Una categoria che cresce in tutte le insegne. E trascina persino il Metodo classico. A confermalo, oltre ai numeri, sono i buyer Simone Pambianco (Conad), Francesco Scarcelli (Coop) e Gianmaria Polti (Carrefour).

SULL’ONDA DEL PROSECCO CRESCE ANCHE IL METODO CLASSICO

La controcifra del 2020 ha messo in difficoltà il vino fermo, protagonista nel 2021 di un «atterraggio morbido», con un +2,1% a valore e un +2,2% a volume. Ostacolo banale, invece, per il mondo delle bollicine, che lo scorso anno hanno «volato alto», per citare ancora Virgilio Romano: +20,5% a valore e +18,1% a volume.

Numeri che portano a un giro d’affari complessivo di 3 miliardi di euro. E a un saldo, rispetto al periodo pre-pandemia, ancora una volta positivo per entrambe le tipologie. Ma se il vino fermo in grande distribuzione si assesta su un +4% a volume e un +11% a valore, il mondo spumanti cresce di ben 28 punti in volume e 32 in valore.

«La progressione delle bollicine – ha sottolineato Romano – è evidente nel susseguirsi degli anni. L’indice di crescita dei volumi rispetto al 2018 può essere considerato tale fino al 2020: quello del 2021 è stato un vero e proprio salto rispetto al trend di incremento. Quello dello scorso anno è un dato storico, che ha portato gli spumanti a crescere del 40% rispetto al 2018».

BOLLICINE BEN OLTRE LA PANDEMIA

Qui non c’è pandemia che tenga. Il dato – ha precisato l’esponente di Iri – è certamente influenzato da quanto successo negli ultimi due anni. Ma è all’interno di un fenomeno già importante di suo ed è questo che sbalordisce: la spinta ulteriore all’interno di un contesto di crescita».

La partenza molto positiva dei primi mesi 2021 in confronto al 2020, «ma l’inerzia con cui si entra nel 2022 è certamente poco favorevole», avverte Romano. I dati più aggiornati parlano infatti di un -9% del vino e un -1% degli spumanti, in termini di milioni di litri venduti.

La dinamica dei prezzi e delle promozioni su vini e spumanti al supermercato non mostra segnali di tensioni inflazionistiche. I prezzi sono in progressivo raffreddamento, sempre secondo le analisi targate Iri.

E le promozioni stabili o in calo, come dimostrano anche le puntuali rassegne sul vino presente sui volantini delle maggiori insegne di supermercati, realizzate dalla rubrica Vini al Supermercato di WineMag.it.

GLI INSIGHT DEI BUYER VINI GDO: LA SITUAZIONE IN CONAD

Interessanti anche gli insight dei buyer Gdo. Per Simone Pambianco (nella foto, sopra), lo scaffale vini di Conad è cresciuto del 16% rispetto 2021, sia a volume che in valore. In controtendenza con le analisi Iri, l’insegna è riuscita a tenere anche a volume nel mondo vino: «La flessione del 6% del vino comune è stata compensata dal +7% dei vini Docg, Doc e Igt».

Quanto alle bollicine – ha sottolineato Pambianco – già in pre-pandemia avevano confermato la loro fase di accrescimento strutturale nel gradimento del consumatore. L’ulteriore balzo si è concretizzato grazie alle nuove occasioni di consumo, accentuate dal Covid-19. Le bollicine ben si prestano oggi al concetto di aperitivo, in grande crescita. E sono diventate una tipologia consumata a tutto pasto».

L’altro fenomeno che non è sfuggito a Conad è l’esplosione della spumantizzazione nei diversi territori italiani, certamente a fronte del fenomeno Prosecco. «Sappiamo tutti che si tratta di una caratteristica prevalente in Area 1 e 2 – ha aggiunto il buyer – ma oggi anche Area 3 e 4 offrono spumanti da vitigni autoctoni. Nuove etichette che aumentano la penetrazione nazionale e garantiscono un futuro molto favorevole alla tipologia».

Pambianco si riferisce alle nuove bollicine di Toscana, Umbria, Marche, Lazio e Sardegna (Area 3). E a quelle dell’Area 4 Nielsen, composta da Abruzzo, Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia.

VINI E SPUMANTI COOP ITALIA: IL PUNTO

Si allineano ai dati di Iri cifre e controcifre di Coop Italia. «Continua forte la crescita del mondo spumanti – ha dichiarato Francesco Scarcelli, Responsabile Beverage dell’insegna -. Molto bene le tipologie più secche del Prosecco e il Metodo classico, che cresce a doppia cifra.

Vini tipici bene in valore e in quantità, mentre calano i vini da tavola, specie in grandi formati. In questo momento la private label cresce più della media della category. L’intensità promozionale è mediamente tornata sulle cifre classiche del 2020 e il prezzo medio d’acquisto è cresciuto sulla scia della premiumizzazione del consumatore, disponibile a provare referenze più costose.

«Lo spostamento verso lo spumante è stato netto anche sullo scaffale di Coop Italia – ha concluso Scarcelli – sulla scorta delle nuove modalità di bevuta: oggi il mondo delle bollicine porta via occasioni d’acquisto dei vini tipici fermi».

CARREFOUR ITALIA CONFERMA IL TREND DI VINI E BOLLICINE

Lo stato di salute degli scaffali di Carrefour Italia non differisce da quello di Conad e Coop. I battiti sono scanditi dall’indubbia crescita delle bollicine e dalle conferme arrivare dal mondo dei vini fermi.

In questi ultimi due, tre anni – ha sottolineato il Responsabile Beverage Gianmaria Polti – pandemia e maggiore expertise negli acquisti hanno consentito di sdoganare il concetto che in Gdo si venda solo vino a prezzi bassi e non di qualità. Gli assortimenti sono stati valorizzati da alcune cantine, che si sono avvicinate a un segmento sino a ieri snobbato».

«Ma è anche vero – ha concluso Polti – che i clienti hanno consumato di più a casa. In Carrefour crescono le bollicine e non solo il Prosecco. Registriamo ottime performance del Metodo classico, con incrementi molto forti anche rispetto alla media delle bollicine generiche. In caduta libera i vini comuni e i grandi formati, che avevano vissuto un periodo di successo di due o tre mesi, ad inizio pandemia».

Vini al supermercato tra aumenti prezzo e promozioni: cosa succederà nel 2022?

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Patto sul vino in Gdo: i supermercati aprono le porte alle etichette Horeca

La Grande distribuzione, ovvero il mondo dei supermercati, apre le porte alle etichette di vino Horeca, ovvero a quei vini top di gamma sin ora riservati dalle cantine italiane a enoteche e ristorazione. È quanto emerge dall’incontro online andato in scena a Wine2Wine, versione digitale di Vinitaly 2020.

Una necessità già prospettata dal nostro network di testate (Vinialsupermercato.it e WineMag.it, incentrate rispettivamente su Gdo e Horeca) in occasione del primo lockdown, attraverso la proposta di un “Patto sul Vino in Gdo” che coinvolgesse realtà produttive sin ora escluse della distribuzione moderna.

La Grande distribuzione come “arma” del vino italiano, contro dazi e virus: perché no?

Ospiti del dibattito, intitolato “Vino e grande distribuzione di fronte al cambiamento”, oltre a Virgilio Romano dell’Istituto di Ricerca IRI, anche Mirko Baggio, Responsabile vendite Gdo di Villa Sandi e membro di Federvini ed Enrico Gobino, Marketing Director del Gruppo Mondodelvino e membro di Unione Italiana Vini.

Per il Retail: Gianmaria Polti, Responsabile Beverage – Carrefour; Alessandra Corsi, Direttore marketing dell’offerta e Mdd – Conad; Francesco Scarcelli, Responsabile Vini, Birre, Bevande Alcoliche Coop Italia e Fabio Sordi, Direttore commerciale del Gruppo Selex.

Alla base della conferma dell’apertura della Grande distribuzione nei confronti delle etichette Horeca ci sono i dati di vendita del vino italiano nei supermercati, durante i primi 10 mesi del 2020.

Come sottolineato dalla ricerca Iri presentata da Virgilio Romano, a subire l’incremento maggiore dall’inizio dell’emergenza Covid-19 sono stati i vini di fascia medio alta, con un prezzo compreso tra i 3 e i 10 euro.

Importante, più in generale, l’incremento a valore rispetto al 2019 (+6,4%) e in volume (+5,4%), che portano ad oltre il 50% il dominio della Gdo tra i player della distribuzione (l’online è cresciuto sino a quota 1,1%).

Vignaioli in Gdo, missione possibile. Il buyer Vino di Coop Italia: “Aperti al dialogo”

Come già dichiarato a WineMag.it il 9 maggio, il category Francesco Scarcelli ha ribadito la disponibilità di Coop a trattare con le cantine italiane sino ad ora concentrate sull’Horeca, a patto che “il rapporto sia duraturo e ci si concentri sulla creazione di dinamiche a medio lungo periodo”.

“Non abbiamo bisogno di ulteriori etichette dedicate dalle cantine alla Gdo – ha sottolineato – ma di etichette con una storicità e un nome già riconosciuto nell’Horeca, da poter mettere a scaffale. Sarà poi compito delle insegne valolizzarle a dovere, in primis sul fronte di un prezzo congruo”.

“La nostra esperienza con la marca privata ‘Fior Fiore Coop’, del resto, che con Amarone, Brunello e Barolo supera i 25 euro, ci dimostra che il consumatore è disposto a spendere per vini di cui conosce la tradizione e il valore”, ha precisato Scarcelli.

Dello stesso parere Gianmaria Polti di Carrefour: “Stiamo assistendo a un trade-up degli acquisti, con i vini tra i 7 e i 10 euro che subiscono l’incremento maggiore nelle vendite. Per negoziare bisogna avere una controparte che, sino ad ora, è mancata: sono mancate le cantine blasonate, sempre rimaste diffidenti nei confronti della Grande distribuzione, a torto o ragione”.

“La pandemia – ha aggiunto Polti – ha cambiato gli scenari: oggi assistiamo all’avvicinamento di una buona parte di queste cantine alla Gdo, che non snobbano più questo canale in grado di svolgere un ruolo importante in questi mesi segnati dal Covid-19”.

Secondo Polti, “la negoziazione tra cantine e Grande distribuzione non deve più spaventare”. Una prova? “Nell’ultimo mese – ha sottoineato il category di Carrefour – abbiamo venduto più Prosecco Docg che Doc. Invito quindi le cantine operanti nell’Horeca ad avvicinarsi alla Gdo: il nostro scaffale ha già iniziato fare spazio a etichette importanti e siamo convinti di continuare su questa strada”.

Dello stesso avviso Alessandra Corsi di Conad: “Continueremo in questo trend – ha evidenziato – forti anche del fatto che sono i nostri clienti a chiederci sempre maggiore qualità, non solo nel segmento vino. Presto, di fatto, saranno presenti a scaffale nuove etichette precedentemente riservate da alcune cantine esclusivamente all’Horeca. Invito anche io le aziende a seguirci, dal momento che i consumatori sono ormai pronti a trovare vini di qualità in Gdo”.

Fabio Sordi di Selex: “I nostri category sono certificati sommelier – ha sottolineato – e siamo dunque abituati a considerare la qualità e non solo il prezzo. La vera sfida sarà quella di riuscire a comunicare con i clienti, con un linguaggio comprensibile anche dai non esperti e con degli scaffali sempre più leggibili“.

Positivi i riscontri dall’altra parte della barricata. “La Gdo in Italia è sempre stata vista con un po’ di snobismo – ha affermato Enrico Gobino di Mondodelvino Spa – un canale di serie B rispetto a quello tradizionale. Nel resto del mondo non è così”.

“Considerando la Gdo in ambito di diversificazione multicanale – ha aggiunto – molti potrebbero trarne beneficio, ma la Gdo deve venire incontro alle cantine sul fronte del rispetto del prezzo e di una ‘promozionalità’ non aggressiva, che preservino la storia di valore della singola etichetta”.

Mirko Baggio della veneta Villa Sandi ha confermato l’opinione del collega produttore: “L’ingresso delle etichette Horeca in Gdo è un argomento molto sentito. Il dato positivo della crescita dei vini tra i 7 e 10 euro dimostra che c’è sempre più spazio per le etichette di qualità nella Grande distribuzione. Ciò che paga, sempre più, è il rapporto qualità prezzo, non solo la mera logica del prezzo e della promo”. Si attendono dunque le prime mosse.

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Vini al supermercato, crescono le vendite nella Gdo italiana: Nero d’Avola, Vermentino e Trebbiano al top

Torna a crescere il volume e il valore delle vendite di vino nei supermercati italiani. Aumentano anche i prezzi medi, mentre la pressione promozionale rimane invariata. Sono queste le prime anticipazioni dell’istituto di ricerca Iri, in vista di Vinitaly 2016. Tra i vini più venduti d’Italia crescono Nero d’Avola, Vermentino e Trebbiano. Passerina, Valpolicella Ripasso e Nebbiolo sono gli outsider. Bene anche gli spumanti e il vino biologico. Dopo anni di stasi, insomma, si registra una crescita più decisa
delle vendite di vino italiano sugli scaffali della grande distribuzione organizzata (Gdo), sia in volume che a valore. In attesa della 50° edizione di Vinitaly, che si terrà a Verona dal 10 al 13 aprile, Iri ha elaborato in esclusiva per Veronafiere i dati sull’andamento di mercato nel 2015. Le vendite delle bottiglie da 75cl aumentano del 2,8% a volume rispetto al 2014, e le bottiglie da 75cl a denominazione d’origine (Doc, Docg, Igt) del 1,9%. Rispettivamente le vendite a valore crescono del 4,0% e del 3,8%. “Una crescita doppiamente positiva – ha commentato Virgilio Romano, Client Solutions Director di Iri – perché non è stata stimolata né dalla crescita promozionale né da prezzi in calo. La pressione promozionale, infatti, rimane su livelli alti ma inalterati rispetto all’anno precedente, mentre i prezzi sono in aumento: i vini a denominazione di origine, ad esempio, hanno prezzi medi in crescita dell’1,9%. Dopo un lustro di assenza, la crescita contemporanea di volumi e valori ci lascia ben sperare per gli anni futuri”. Risultati positivi anche per gli spumanti venduti in Gdo: + 7,8% a volume e +7,5% a valore, anche se il prezzo medio è leggermente ridimensionato rispetto al 2014. I vini biologici crescono a volume del 13,2% (a valore del 23%), ma i litri venduti sono ancora limitati: un milione e 630 mila.

“IL CONSUMATORE E’ PIU’ MATURO”
“A poco più di un mese dal via del 50° Vinitaly  – spiega Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere – si tratta di anticipazioni che fanno ben sperare in una crescita più strutturale del mercato interno del vino. Da sottolineare il continuo aumento delle vendite a valore, segno che il consumatore è più maturo: ricerca e sceglie la qualità. Si tratta di una strada che con Vinitaly abbiamo sempre sostenuto e promosso a livello commerciale e culturale, nelle nostre iniziative e negli incontri b2b tra Gdo, aziende e buyer”. Il vino più venduto in assoluto nei supermercati italiani rimane il Lambrusco con 12 milioni e 771 mila litri venduti, sempre tallonato dal Chianti, che vince però la classifica a valore. Al terzo posto sale lo Chardonnay, un bianco di vitigno internazionale, che cresce del 9% a volume. Si fanno notare le performance del Nero d’Avola (+4,6%), del Vermentino che cresce dell’8,5% e del Trebbiano (+5,6%). Tra i vini “emergenti”, cioè quelli che hanno fatto registrare nel 2015 un maggior tasso di crescita, il primo posto va alla Passerina marchigiana, con una progressione del 34,2% che va a bissare il successo registrato negli anni scorsi dal Pecorino (Marche e Abruzzo), classificatosi stavolta 3°. Due bianchi con prezzi medi a bottiglia di circa 4 euro. Da notare la seconda posizione del veneto Valpolicella Ripasso e la quarta posizione del piemontese Nebbiolo, che costano mediamente 7,69 euro il primo e 5,91 euro il secondo, a conferma che le crescite si leggono anche su vini importanti in termini di prezzo e di complessità. La ricerca completa verrà presentata nel corso della tavola rotonda su vino e grande distribuzione che si terrà a Vinitaly lunedì 11 aprile, alle ore 10.30 nella sala Vivaldi del PalaExpo, con la partecipazione di produttori e distributori.

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