«Stiamo per lanciare in tutta Europa VITÆVINO, una campagna a difesa del settore del vino, per proteggere il vino come parte di uno stile di vita sano ed equilibrato, mettendo in evidenza il suo ruolo culturale e socio-economico». Lo ha annunciato Gaya Ducceschi (nella foto) Head of Wine & Society and Communication del Comité Européen des Entreprises Vins (Ceev), l’associazione che rappresenta le aziende vinicole europee nell’industria e nel commercio di vino (due gli italiani nel Cda). Ceev, come precisato ieri dalla referente, in occasione della presentazione delle stime vendemmiali 2024, condurrà la campagna in collaborazione con l’intera filiera europea del vino.
VITÆVINO, LA CAMPAGNA IN DIFESA DEL SETTORE DEL VINO IN EUROPA
La campagna si concentrerà sul «generare un ampio supporto pubblico attraverso un impegno collettivo, incoraggiando cittadini, consumatori e la comunità globale del vino a firmare una Dichiarazione che sostiene il ruolo del vino nella società e ne difende il patrimonio culturale». Una campagna che si inserisce nel contesto della crisi dei consumi, per rilanciarli in maniera innovativa. «Il declino strutturale a lungo termine dei consumi, soprattutto nei mercati tradizionali – precisa ancora Gaya Ducceschi – è al centro della crisi attuale del settore. Mentre il mercato globale degli alcolici e dei prodotti a basso o zero alcol è in crescita, il consumo di vino continua a diminuire. Il supporto dell’Ue dovrebbe concentrarsi sul miglioramento della competitività, riducendo i costi e favorendo l’accesso ai nuovi consumatori».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
«Gli estirpi di vigneti, di cui si parla in Europa, non risolvono la situazione italiana». Così il presidente di Unione italiana vini (Uiv), Lamberto Frescobaldi, in occasione della presentazione delle stime della vendemmia 2024 in Italia, con Assoenologi e Ismea. «Abbiamo bisogno di un vigneto Italia “a fisarmonica”, reso più gestibile e flessibile da strumenti di intervento in grado di tamponare il tema delle eccedenze. E, per quanto possibile, di rendere meno traumatiche le annate scarse. Per comprendere gli effetti degli estirpi di vigneti – ha precisa Frescobaldi – basta ricordare quanto accaduto 13 anni fa, quando, a fronte di una spesa pubblica di circa 300 milioni di euro e 30 mila ettari espiantati soprattutto in collina e in aree Doc, ci siamo ritrovati due anni dopo con una vendemmia record da 53 milioni di ettolitri».
ESPIANTO DI VIGNETI, RISCHIO SOCIALE PER LE ECONOMIE DELLE ZONE VOCATE
«Gli espianti, per Unione italiana vini – ha aggiunto il presidente – rappresentano di per sé un rischio sociale, perché impattano su intere economie in aree collinari vocate. E sappiamo che il vigneto in collina significa anche gestione del territorio, prevenzione da frane e incendi. Ma i tagli finanziati di vigneto che tolgono risorse alla crescita sono peggio della grandine sotto vendemmia. Il settore vive una stagione complicata – inutile girarci attorno, anche se l’Italia sta facendo meglio dei competitor -, ma non per questo si deve pensare di distrarre i fondi strategici per incentivare gli estirpi. La stragrande maggioranza delle nostre aziende – ha concluso Lamberto Frescobaldi – è sana e ha bisogno di innovarsi, promuoversi, sintonizzarsi con un mercato in forte cambiamento. Per questo il tavolo Ue del Gruppo di alto livello deve concentrarsi più a sostenere chi vuole restare nel business che a incentivare chi vuole abbandonare».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Walter Massa “a processo”, per aver difeso troppo strenuamente il vino. L’Ordine Provinciale dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Milano non poteva scegliere rappresentante migliore in difesa del Nettare di Bacco, sul banco degli imputati per le tanto discusse conseguenze degli alcolici sulla salute. Il “Processo al vino”, dibattimento ovviamente fittizio affidato però a veri giudici e avvocati, è andato in scena ieri pomeriggio presso la Confcommercio di Milano. La corte ha “condannato” Walter Massa a scontare «un anno e 6 mesi di lavori socialmente utili in un’azienda agricola che produce vini dealcolati», per gli effetti dannosi del vino su minori e donne in gravidanza, «soggetti vulnerabili». Ma ha assolto il vignaiolo per tutte le altre ipotesi e capi d’imputazione, «perché il fatto non costituisce reato». Non sono mancati momenti di ilarità, soprattutto quando Walter Massa – difeso dalle avvocate Ilaria Li Vigni e Giorgia Andreis ha preso la parola per difendersi.
IL RE DEL TIMORASSO: «IL VINO È ETICO, BRUXELLES NON LO SA»
«Signori – ha esordito il vignaiolo piemontese di Monleale, artefice del salvataggio e del rilancio del vitigno Timorasso – secondo me, vi siete sbagliati. Avete forse confuso la parola “No-vi” con “Vi-no”. “Novi Ligure” è dove si fa tanto cioccolato. Quindi probabilmente volevate mettere sotto processo il cioccolato, non il vino. Sono sicuro di uscire assolto con formula piena, ma preferisco andare a Bruxelles a difendere il vino, perché è là che devono ancora capire la forza dell’Italia, della Francia, della Spagna e della Grecia, Paesi del Mediterraneo che danno impulso ad economie etiche. Il vino è democrazia che insegna a non abusare, se è fatto con l’uva. Abbiamo ormai imparato a lavorare bene in cantina, in maniera pulita, “etica” e non “patetica”, come si faceva fino al 1986, anno del metanolo. In Francia si mangia tanto formaggio e hanno le vene pulite: gliele pulisce il vino!».
WALTER MASSA, STOCCATA AI VINI DEALCOLATI: «BAMBOLE GONFIABILI»
Poi una stoccata al mondo dei vini senz’alcol, i dealcolati, sempre più in voga. «Il vino produce l’alcol in maniera botanica – ha sottolineato Walter Massa – perché deriva dalla fermentazione degli zuccheri effettuata dai lieviti che hanno un effetto, nello stomaco, diverso dall’alcool ottenuto per distillazione, ovvero da quello dei superalcolici. Nella mia azienda, quindi, non produrremo mai “bambole gonfiabili”. Sapete cosa sono le “bambole gonfiabili”? È il vino dealcolato. Il vino è libertà, il vino ci ha insegnato a stare bene e quindi non ci opprimiamo di fronte al potere dell’alcol. L’alcol è grande quando è usato e non abusato, come ogni cosa. Questo vorrei davvero andare a dire al governo dell’Europa».
L’ORDINE DEI MEDICI E IL PROCESSO AL VINO: L’INTERVENTO DI VITO INTINI (ONAV)
Tra i testimoni della difesa del “Processo al vino” rappresentato da Walter Massa anche Vito Intini, presidente nazionale di Onav, l’Organizzazione nazionale Assaggiatori vino che, dal 1956, si occupa di formazione. «Durante i nostri corsi – ha spiegato il degustatore alla corte – si impara a degustare il vino e a distinguere tra quello di scarsa qualità e quello di qualità, da consumare senza abusarne. Insegniamo ad assaggiare, non a bere. Il vino, del resto, è cultura. Un patrimonio per l’Italia, riconosciuto anche dal punto di vista legale, come tale. Quanto ai vini dealcolati – ha concluso Intini – si tratta di un argomento che a noi, sostanzialmente, non interessa».
Tutta acqua nel mulino di Walter Massa, per cui il pm Eugenio Fusco aveva chiesto una condanna in formula piena e una pena beffa di «3 anni di lavori socialmente utili in una cantina che produca vini senz’alcol». Alla fine ha vinto il vino. Quello vero, «fatto con l’uva». Quello in carne ed ossa. Prosit.
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Il Consorzio del Chianti Colli Fiorentini compie 30 anni. «Trent’anni di stile e passione – sintetizza il presidente Andrea Corti – perseguendo costantemente il concetto di qualità nei nostri vini. E affrontando le sfide che i tempi e le circostanze ci impongono. Siamo un piccolo ma determinato gruppo di produttori che, attraverso i propri vini, parla di un territorio e della sua storia. Abbiamo dedicato la nostra vita e i nostri sforzi a questa tradizione, una generazione dopo l’altra. Adesso siamo fieri di poter condividere con tutti quello siamo diventati e quello che saremo domani». Le celebrazioni si sono svolte giovedì 12 settembre nel cuore di Firenze, presso la Sala Borsa Merci della Camera di Commercio.
I 30 ANNI DEL CONSORZIO CHIANTI COLLI FIORENTINI
Il Consorzio Chianti Colli Fiorentini è nato il 5 settembre 1994 per iniziativa di un gruppo di viticoltori che hanno deciso di riunire le proprie voci per poter far conoscere e valorizzare la loro terra e i frutti che riuscivano a trarne. Il primo passo, questo, per la valorizzazione del vino per eccellenza di Firenze: i vini del consorzio sono raggruppati non a caso con la dizione “Vino di Firenze”. Nello specifico, sono 16 i comuni che abbracciano il capoluogo toscano nella produzione del Chianti Colli Fiorentini, con aziende dalla forte identità e tradizione: Bagno a Ripoli, Barberino Tavarnelle, Certaldo, Fiesole, Figline Incisa Valdarno, Firenze, Lastra a Signa, Impruneta, Montelupo Fiorentino, Montespertoli, Pelago, Pontassieve, Reggello, Rignano sull’Arno, San Casciano Val di Pesa e Scandicci.
IL CHIANTI COLLI FIORENTINI, ALIAS IL VINO DI FIRENZE
Il Chianti Colli Fiorentini viene considerato il “Vino di Firenze” perché rappresenta il terroir geograficamente più prossimo al capoluogo toscano. A conti fatti, il rapporto tra la città del David e il Consorzio del Chianti Colli Fiorentini è ormai ampiamente consolidato, raggiungendo i 30 anni di attività. Un traguardo da festeggiare, ancor più se si considera il percorso evolutivo mirato a raggiungere ogni anno risultati migliori del precedente. Nel 2024 sono stati rivendicati 350 ettari di superficie vitata, per una produzione annua di circa 20 mila quintali di uva, dai quali sono state infine commercializzate 900 mila bottiglie. La quota export del Chianti Colli Fiorentini si aggira attorno al 55-60%.
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La Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti (Cevi) – unica organizzazione che rappresenta e difende gli interessi dei viticoltori indipendenti a livello europeo, racchiudendo così anche l’italiana Fivi – ha partecipato alla prima riunione del “Gruppo di Alto Livello sul Vino” istituito dalla Commissione europea. Un’occasione utile per presentare la propria visione sul futuro della politica vitivinicola europea e sulla salvaguardia del modello dei Vignaioli Indipendenti. La presidente della Cevi, Matilde Poggi, ha sottolineato le caratteristiche uniche dei Vignaioli Indipendenti e le virtù di questo modello, profondamente radicato nel patrimonio delle regioni vinicole europee.
CEVI, L’INTERVENTO DI MATILDE POGGI
«La Cevi – ha dichiarato Matilde Poggi – accoglie con favore la prima riunione del Gruppo di alto livello e apprezza l’impegno del Commissario all’Agricoltura e della Commissione a sostenere il settore in quanto importante in termini sociali, economici, culturali e ambientali. È stata un’occasione per richiamare l’attenzione sulle esigenze delle aziende dei Vignaioli Indipendenti. In particolare, sull’importanza di sostenere le piccole aziende a conduzione familiare, attraverso una PAC dedicata con un budget che non deve essere diminuito, al fine di superare le numerose sfide che dobbiamo affrontare».
LE SFIDE DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI
I Vignaioli Indipendenti, ha sottolineato Poggi, coltivano le loro vigne e producono i loro vini sulla base di conoscenze tramandate da generazioni. Inoltre, vendono i loro vini direttamente ai consumatori, mantenendo così un forte legame con i loro clienti e con il loro territorio. L’ex presidente italiana della Federazione italiana vignaioli indipendenti ha sottolineato l’importanza di preservare e sostenere questo modello, che contribuisce alla vitalità dei territori europei sostenendo le comunità rurali, generando posti di lavoro non delocalizzabili, rivitalizzando le economie locali e svolgendo un ruolo importante nella gestione e nella conservazione dei paesaggi tradizionali delle regioni vinicole europee.
CEVI: I PUNTI CARDINE PER IL FUTURO DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI EUROPEI
Tuttavia, date le sfide che deve affrontare – tra cui l’instabilità della situazione economica e geopolitica internazionale, il calo del consumo di vino e le conseguenze dannose del cambiamento climatico – il settore vinicolo ha bisogno di nuove soluzioni. La Cevi ha quindi presentato le sue raccomandazioni, incentrate su tre priorità, per garantire che la futura politica vitivinicola europea consenta la conservazione e la crescita della viticoltura indipendente. In primis, «mantenere un quadro giuridico e politico ambizioso e più flessibile, garantendo in particolare la redditività economica delle micro, piccole e medie imprese di viticoltori indipendenti, riducendo i loro oneri amministrativi».
REDDITIVITÀ DELLA VITICOLTURA, CLIMA E MERCATI
Importante poi «sostenere il settore nel consolidamento della sua posizione nei mercati esistenti e nell’espansione in nuovi mercati, rafforzando la promozione dei vini europei e sostenendo l’enoturismo, nonché facilitando la loro commercializzazione all’interno e all’esterno dell’Unione Europea». Non ultimo, risulta fondamentale «assistere il settore vitivinicolo nell’affrontare le sfide del cambiamento climatico, migliorando i sistemi assicurativi e contribuendo al finanziamento di attrezzature per la protezione da eventi meteorologici estremi».
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Con quasi 3,9 miliardi di euro e 10,6 milioni di ettolitri esportati il vino italiano chiude il primo semestre 2024 con un consuntivo in positivo sia sul fronte dei volumi (+2,4% la performance a/a) che dei valori (+3,2%). Un risultato, quello fotografato dai dati Istat elaborati dall’Osservatorio Uiv-Ismea a pochi giorni dalla presentazione – assieme ad Assoenologi – delle stime vendemmiali il prossimo 24 settembre a Ortigia (SR) nei giorni che precedono il G7 Agricoltura, che registra però un rallentamento dei mercati internazionali rispetto al primo quadrimestre.
Il primo semestre 2024 si chiude, infatti, con risultati meno brillanti di quanto ci si aspettasse. Vero che il confronto con lo stesso periodo del 2023 è positivo, ma è altrettanto vero che la primavera ha sicuramente smorzato gli entusiasmi perché con i dati del quadrimestre si avevano ancora crescite del 6-7%. Gli spumanti sono tornati a fare da traino all’export nazionale con +11% in volume (Prosecco in testa a +13%) e +7% negli incassi. Al netto dell’incremento delle bollicine, il trend delle quantità esportate sarebbe piatto (+0,1%). Sfusi e bag in box hanno visto scendere le consegne all’estero del 6% e 5%. Reggono i vini in bottiglia grazie soprattutto alle Igt. I Dop fermi chiudono stazionari (+0,2% volume e +0,7% valore), mentre i vini comuni riscontrano un -2,9% volume e +3,9% nel valore.
Tra i Paesi clienti, rispetto ad aprile peggiorano le performance a volume in tutta la top 10, con Usa (+2%) e del Regno Unito (+2,3%) che mantengono comunque lievi segni positivi, mentre la Germania scende a -1,2%. Segni rossi più consistenti per Svizzera (-3,8%), Canada (-1,4%) e Francia (-10,8%). Sul fronte del valore, tra le regioni allunga il Veneto a +5,7% (a 1,4 miliardi di euro), mentre la Toscana (+3,5%) supera il Piemonte (-2,2%).
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Tempo di vendemmia, ma anche di primi bilanci sul mercato del vino. Dall’ultimo Report Wine Monitor di Nomisma emergono situazioni in chiaro-scuro con trend differenti da mercato a mercato, soprattutto per quanto riguarda le vendite in Italia. L’analisi dei primi sei mesi del 2024, realizzata da Nomisma con in collaborazione con NIQ-NielsenIQ, evidenzia per le vendite nel canale retail italiano un calo a volume di quasi il 3% rispetto allo stesso periodo 2023 a fronte di una crescita di poco meno dell’1% a valore. Nel complesso di evince una riduzione nelle quantità vendute comune a tutti i format distributivi, ma non alle diverse categorie.
VINO, WINE MONITOR: LA FOTOGRAFIA DEL PRIMO SEMESTRE
Nello specifico, per i vini fermi e frizzanti il calo nei volumi risulta maggiore nell’e-commerce mentre è meno accentuato nel segmento discount. Al contrario, per gli spumanti la variazione è di segno positivo in tutti i comparti (più elevata nel discount) salvo che nel segmento Cash&Carry. «Questi numeri – dichiara Denis Pantini, Responsabile Agrifood e Wine Monitor di Nomisma – evidenziano una volta di più come il fattore che sta influenzando maggiormente le vendite del vino in Italia sia rappresentato dal perdurare dell’incertezza economica che si riflette nella capacità di spesa dei consumatori. Un’incertezza che ha interessato anche i consumi fuori-casa, in particolare quelli al ristorante».
A tale proposito, basti pensare che dopo una crescita dei consumi alimentari (food&beverage) nel canale Horeca pari a +7% nel primo trimestre di quest’anno (rispetto allo stesso periodo del 2023), il secondo trimestre ha visto invece un rallentamento, portando la variazione a +4,5%. Su questa dinamica ha inciso indubbiamente anche il minor afflusso di turisti, con la crescita degli arrivi dall’estero che non sono riusciti a compensare del tutto il calo dei turisti italiani.
L’EXPORT DEL VINO ITALIANO NEI PRIMI 6 MESI DEL 2024
Sui mercati esteri, invece, si scorge qualche segnale di ripresa. Se è vero che al giro di boa del primo semestre 2024 le importazioni cumulate di vino nei principali 12 mercati globali, rappresentativi di oltre il 60% degli acquisti mondiali di vino in valore, si mantengono ancora in territorio negativo (-4%), va segnalato un miglioramento rispetto al cumulato del primo trimestre (quando il calo risultava pari al -9%). Per altro le importazioni di vino dall’Italia registrano performance migliori rispetto al trend generale. In particolare, rispetto allo stesso semestre del 2023 gli acquisti di vini italiani a valore risultano positivi negli Stati Uniti (+5,7%), nel Regno Unito (+4,7%), in Canada (+1,3%) e in Brasile mentre soffrono in Germania (-9%) e nei paesi asiatici (Giappone, Cina e Corea del Sud).
In merito alle singole categorie, per i vini fermi e frizzanti italiani si evince un “miglioramento” rispetto al primo trimestre di quest’anno. Il calo degli acquisti nei top mercati mondiali si riduce di intensità, arrivando ad un -2% a valore, con performance in controtendenza (e quindi positive) negli Stati Uniti, UK, Canada e Brasile. Rispetto al primo semestre 2023, le importazioni di spumanti italiani mostrano un +4,5% a valori, con performance in crescita negli Stati Uniti, UK, Francia, Canada, Australia e Brasile. Al contrario, continuano le riduzioni degli acquisti di spumanti italiani in Germania, Svizzera e Giappone. Tra i nostri principali vini a denominazione, continua la crescita dell’export di Prosecco (+12% a valore nel cumulato dei primi 5 mesi di quest’anno) e recuperano i rossi Dop della Toscana (+6%) dopo il calo dell’anno scorso, mentre soffrono ancora quelli piemontesi (-2%).
NOMISMA WINE MONITOR: L’ANDAMENTO DEI COMPETITOR DELL’ITALIA
Infine, il report di Nomisma sul primo semestre 2024 del vino propone anche uno sguardo ai competitor. Il grande malato, in questo momento storico, sembra essere il vino francese che più di altri soffre gli effetti di questa congiuntura economica negativa a livello mondiale: -10% il valore dell’export dalla Francia nel primo semestre 2024, con una flessione che tocca il -17% nel caso dello Champagne e il -16% i rossi di Bordeaux, ma non risparmia neppure quelli della Borgogna (-7%).
In negativo anche l’export della Nuova Zelanda (-3%), mentre viaggiano in territorio positivo Spagna, Cile e Stati Uniti. In forte crescita l’Australia (+28%), in recupero dopo il crollo nell’export di vino dell’anno scorso. «Il recupero messo a segno dai vini australiani – conclude Pantini – si spiega interamente con la fine dei super-dazi che il Governo di Pechino ha revocato da marzo di quest’anno: al netto del ritorno sul mercato cinese, l’export dell’Australia nel resto del mondo registra, infatti, un ulteriore calo cumulato dell’11% nel primo semestre 2024».
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Quantità superiore allo scorso anno e qualità eccellente. Ha ottime prerogative la vendemmia 2024 dei viticoltori dell’Associazione Vignaioli Colline di Riparbella, la “prima” della realtà che valorizza la produzione di otto cantine vinicole del territorio. Un’indagine interna rivela come il 75% delle aziende attenda una raccolta maggiore per quantità rispetto al 2023. Per il restante 25%, come lo scorso anno. In termini di qualità, il 50% la valuta eccellente e il 37,5% buona. Per quanto riguarda i tempi di raccolta, c’è chi ha iniziato dopo Ferragosto con i bianchi per le basi spumante e in generale la vendemmia inizierà attorno alla metà di settembre con tempi in linea con l’andamento degli ultimi anni (50%).
VIGNAIOLI COLLINE DI RIPARBELLA: L’IMPATTO DELLA VENDEMMIA 2024
La vendemmia 2024 delle otto aziende dell’Associazione Vignaioli Colline di Riparbella mobiliterà circa 200 lavoratori, tra fissi e stagionali, rappresentando il 13,5% dell’intera popolazione comunale (circa 1500 abitanti). Quella che si appresta ad entrare in cantina sarà un’ottima annata, con una giusta maturazione che ha favorito le uve bianche. Grazie alle recenti piogge, inoltre, si è attenuata per le uve rosse che devono ancora raggiungere la giusta maturazione fenolica. Tuttavia, le stime sono per una qualità eccezionale per complessità e finezza, tensione e verticalità oltre che profumata, struttura ed equilibrata.
RIPARBELLA, UN NUOVO BRAND PER LA TOSCANA DEL VINO
«Al di là dell’importanza del dato qualitativo – spiega il presidente dell’associazione Vignaioli Colline di Riparbella, Flavio Nuti – vogliamo evidenziare quanto l’attività vitivinicola del nostro piccolo distretto sia importante a livello sociale, dal momento che impieghiamo, soprattutto in questo periodo, oltre il 13% della popolazione, senza contare l’importanza delle attività delle nostre aziende nel portare in tutto il mondo il “brand” Riparbella”». Sono otto le aziende (Podere La Regola, Duemani, Tenuta Pakravan Papi, Colline Albelle, Tenuta Prima Pietra, Urlari, Caiarossa e La Cava) dell’associazione che insieme rappresentano oltre 150 ettari di vigneti, con una produzione complessiva di vini di eccellenza riconosciuta a livello nazionale e internazionale che sfiora le 500mila bottiglie.
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FOTONOTOZIA – La novità di RomaSposa 2024 è l’area Wine Academy, con tutte le migliori proposte per il brindisi degli sposi, dagli spumanti metodo classico e metodo italiano / charmat, al vino fermo, secco e dolce. I visitatori di RomaSposa – in programma dal 24 al 27 ottobre a Palazzo dei Congressi, oltre 20 mila ingressi per la scorsa edizione – potranno scoprire e degustare nella zona riservata diverse etichette pregiate. Ricevendo consigli ad hoc, in base a gusto e tipo di evento, per festeggiare al meglio il proprio sì.
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Enologi, «piccoli chimici» o alchimisti? Che sui vini dealcolati serva chiarezza è ormai evidente. A maggior ragione sul ruolo (in cantina) di chi, a quei vini senza alcol, dà vita. Non a caso Assoenologi, l’associazione italiana che raggruppa enologi ed enotecnici italiani, ha pubblicato sull’ultimo numero della sua rivista un interessante intervento di Gianmaria Zanella, Lab Manager di Enologica Vason, azienda con sede a San Pietro in Cariano (Verona), nel cuore della Valpolicella, con più di 50 anni di attività nell’offerta di know-how ai consulenti vitivinicoli, attraverso opportunità e servizi per il mondo enologico. Ripubblichiamo di seguito l’intervento di Zanella su l’Enologo.
VINI DEALCOLATI, LOW-NO ALCOHOL: IL RUOLO DELL’ENOLOGO
«Il ruolo dell’enologo nella produzione dei vini dealcolizzati – scrive Zanella – è importantissimo. Solo questo professionista può far capire a tutti gli attori della filiera cosa sono questi vini e come possono andare incontro alle esigenze del mercato. La dealcolizzazione è un processo molto complesso che nasce come risposta al global warming, come modulazione per ridurre le elevate gradazioni alcoliche.
Per determinare il giusto livello di alcol occorre attuare lo “sweet spot tasting” ossia il giusto bilanciamento per ottenere lo stile desiderato. Si simula la dealcolizzazione su un campione e si esegue una degustazione del prodotto con gradazioni alcoliche crescenti (0,2% per volta). In base al risultato della degustazione si definirà quale grado alcolico meglio valorizza il vino.
Tre sono le tecniche di separazione recepite dal Reg. Ue 2021/2117 che possono essere utilizzate singolarmente o in modo combinato: la distillazione; le tecniche di membrana e l’evaporazione sottovuoto. La distillazione sottovuoto è adatta anche per la dealcolazione totale ha però una temperatura di processo intorno ai 40 gradi e in alcuni casi potrebbe esserci la possibilità di aggiungere acqua, cosa non consentita, quindi non è performante. Oppure abbiamo lo “spinning core column” (colonna a cono rotante), adatto anche a dealcolizzazione spinta, che consta di due processi: un recupero degli aromi a 20-25 gradi a cui segue la dealcolizazione vera e propria. La forza centrifuga in questo caso aiuta il processo».
VINI DEALCOLATI: TECNICA E MERCATO
«Come tecnica a membrana – continua l’intervento di Gianmaria Zanella – un esempio può essere la “membrana contattore”, un processo svolto a temperatura ambiente dove la driving force è l’acqua. Si adatta bene alla dealcolizzazione parziale. Il ruolo dell’enologo è dominare questi processi e riuscire a lavorare d’anticipo con la propria conoscenza. Parlando di questi tre filoni di tecniche dobbiamo renderci conto che sono diverse per concentrazioni aromatiche e di altri macrocomponenti del vino.
Il mercato ce lo chiede e noi enologi dobbiamo capire come gestire questi processi. È’ necessaria una progettualità in cui l’enologo sia al centro. La maturazione e lo stato sanitario delle uve devono essere eccelsi. Non si può pensare di partire da una raccolta anticipata perché ci sarebbe uno squilibri nel contenuto di maturità fenolica che in assenza di alcol peserebbe tantissimo. L’obiettivo enologico deve essere ben definito e condiviso con tutti gli attori della filiera.
Low alcol, parziale, totale, stile del vino, packaging e chiusure: tutto va definito nel dettaglio, soprattutto perché questi prodotti hanno un’ossidabilità completamente diversa dai normali vini e un’alta pericolosità dal punto di vista microbiologico. Con questi prodotti occorre essere maniacali con i controlli microbiolgici continui, piani di igiene, filtrazioni sterili, ecc. L’obiettivo del processo – conclude il suo intervento Gianmaria Zanella – è una bevanda che sia simile al vino anche se l’assenza di alcol dal punto di vista sensoriale pesa tantissimo, influenza l’acidità, la percezione olfattiva, la struttura, l’amaro. Bisogna quindi lavorare in anticipo con correttivi e pratiche enologiche».
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Die ProWein in Düsseldorf ist die international führende Fachmesse für Weine und Spirituosen. Vom 19. bis 21 März 2023 präsentieren sich über 6.000 Aussteller aus mehr als 60 Nationen.
ProWein in Düsseldorf is the world’s leading trade fair for wine and spirits, and is the largest industry platform for professionals from viticulture, production, trade and gastronomy. From 19 – 21 March about 6,000 exhibitors from over 60 Nations showcase their products.
Grazie a un accordo con l’editore Meininger Verlag, che a Neustadt an der Weinstraße organizza Mundus Vini, l’area ProWein ZERO a Prowein 2025 non solo è confermata. Ma sarà ampliata. Gli spazi completeranno l’ampia area espositiva di ProWein ZERO 2025, che sarà quindi ancora più grande. Nella zona di degustazione della ProWein ZERO, i visitatori potranno nuovamente assaggiare l’intera varietà di no/low alcohol wines.
CRESCE LA DOMANDA DI VINI DEALCOLATI / NO-LOW ALCOHOL WINES
Gli espositori interessati potranno iscriversi alla zona di degustazione ProWein ZERO a partire da metà ottobre 2024. «La domanda di vini e liquori analcolici e a basso contenuto alcolico è enorme – spiegano i referenti di Prowein a Messe Dusseldorf – e per questo motivo stiamo ampliando l’area ProWein Zero per la ProWein 2025 di almeno il 50%. Il nostro modulo di richiesta per questa area speciale 2025 è ora online e stiamo già contattando tutti gli espositori esistenti e altri interessati che purtroppo abbiamo dovuto rimandare l’anno scorso».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Vini bianchi per l’estate e non solo? Nei migliori supermercati, da nord a sud, ecco Verdeca, Fiano, Chardonnay, Vermentino di Notte Rossa, cantina che da anni, ormai, porta con continuità sulle tavole degli italiani i sapori e i profumi del Salento. Ma come scegliere l’etichetta giusta per i propri gusti nell’ampia gamma di vini bianchi Notte Rossa? La premessa è che Verdeca, Fiano, Chardonnay e Vermentino sono tutti vini dal modesto contenuto di alcol (12,5% vol.), molto freschi sapidi, dunque facili da bere. Caratteristiche che li rendono perfetti per la stagione più calda dell’anno, ma anche per pranzi leggeri a base di piatti di mare o per accompagnare spuntini salati, tutto l’anno. Un’ottima alternativa agli spumanti Notte Rossa, sempre più scelti dagli amanti delle bollicine.
Lavorata per valorizzare al meglio la delicatezza delle note floreali e la sua mineralità, la Verdeca Notte Rossa è ideale con la cucina di mare. Si abbina perfettamente a frutti di mare, crostacei e pesci accompagnati da salse leggere. Naso molto intenso, floreale fresco, agrumato, frutta esotica come ananas, melone, papaya, tocco di erbe della macchia mediterranea in sottofondo. Al palato un’ottima corrispondenza, con una sorprendente freschezza e una buona mineralità a sostenere i ritorni di frutta già avvertita al naso, che si ripresentano con altrettanta intensità. Convince in particolare la vena agrumata, che rende il sorso fresco e teso. Chiusura altrettanto fresca, leggermente sapida, certamente fruttata.
Scegli il Fiano Salento Igp 2023 Notte Rossa se…
Un vino ideale per la cucina di mare: antipasti misti, crostacei crudi, primi piatti con sughi rosa di pesce. Il Fiano Salento Notte Rossa rivela un naso in cui prevalgono gli agrumi e le note di frutta esotica matura. Più in sottofondo ricordi di erbe della macchia mediterranea, che rendono intrigante il quadro e invitano all’assaggio. Sorso disteso sul frutto esotico a polpa gialla e chiusura sapida, agrumata che invoglia a farne un altro speso. Vino di gran beva, che non stanca mai.
Scegli il Chardonnay Salento Igp 2023 Notte Rossa se…
È l’ideale per accompagnare antipasti leggeri di terra (carne bianca) e di mare, ma anche primi e secondi di pesce. Da provare anche con i formaggi a pasta semidura lievemente stagionati. Lo Chardonnay Salento Notte Rossa presenta il naso tipico del vitigno, su ricordi di frutta a polpa bianca e gialla perfettamente matura. Un quadro elegante in cui nessuna nota prevale sulle altre, tra ricordi di mela, pesca e un accenno di melone. Sorso pieno e goloso, connotato da una incantevole morbidezza. Finale leggermente sapido, sempre appannaggio della frutta gialla. Chiusura di sipario su richiami di banana matura.
Scegli il Vermentino Salento Igp 2023 Notte Rossa se…
Ami la cucina di mare, dagli antipasti ai primi piatti con salse leggere e ai secondi di pesce? Allora il vino da scegliere al supermercato è il Vermentino Salento Notte Rossa. Ha il naso più esotico del “gruppo”, con ricordi di frutta tropicale come ananas e melone, oltre a pesca gialla e fico d’india, che ben si amalgamano alle venature aromatiche mediterranee, di rosmarino e salvia. Sorso che abbina in maniera esemplare acidità e morbidezza, prima di una chiusura sapida e asciutta, che invoglia al prossimo sorso e al prossimo boccone, per godere ancora dell’abbinamento.
EDITORIALE – Dritto al punto, come di consueto, senza giri di parole buoni solo a quelli (tanti) a cui piace (tanto, tantissimo) dare un colpo al cerchio e uno alla botte, per non dire mai nulla di davvero sconveniente e far contenti tutti: se pensate che il problema del vino italiano e della comunicazione del vino italiano siano i wine influencer, siete fuoristrada. E di gran lunga. Nei giorni scorsi, avrà raggiunto anche voi il link al post di un gruppo nato su Facebook e cresciuto grazie a “meme” utili a denunciare alcuni mali (non tutti) e le storie controverse del settore.
Nomi, cognomi e foto di questo e quel wine influencer, letteralmente mitragliato tra le righe di un articolo senza firma (sic!), nel quale l’autore (o gli autori) si chiede (o si chiedono) che fine abbia fatto e/o che contributo abbia realmente dato questo o quell’influencer alle generose cantine, o ai generosi Consorzi, che lo abbiano invitato a questo o a quell’evento, di recente o in passato.
ATTACCO AI WINE INFLUENCER? UN’ANALISI PARZIALE
Analisi giusta, giustissima: il più delle volte, neppure si nota l’etichetta del vino o la denominazione promossa in un post o nelle storie dei prodi del risvoltino, del ciuffo pettinato a dovere o della tetta a fuoco, al vento (commento bipartisan, utile a non essere accusato di “sessismo” da qualche accaldato leone o leonessa da tastiera). Tuttavia, analisi parziale. Anzi, parzialissima.
Già perché va detto che, ormai, un gran bel numero di “press tour” (“viaggi stampa”) ed eventi organizzati da cantine e Consorzi del vino italiano, riservati solo negli annunci alla “stampa di settore” e come tali promossi, sono diventati gite e gitarelle a cui partecipano solo gli amici di questo o quell’ufficio stampa. Quasi sempre le stesse belle facce. Si tratta di giornalisti iscritti all’Ordine o meno, invitati sostanzialmente per fare il compitino: ovvero, raccontare che tutto è buonissimo, tutto è bellissimo, tutto funziona, tutto è a posto e meraviglioso.
ALTRO CHE WINE INFLUENCER: LE RESPONSABILITÀ DELLA STAMPA DI SETTORE
L’attacco durissimo sferrato ai wine influencer italiani nei giorni scorsi rischia, di fatto, di relegare alla sola responsabilità dei “creator digitali” lo stato di salute pessimo della comunicazione del vino italiano, alle prese da anni con un decadimento impressionante (e scandaloso) della qualità degli articoli e, dunque, delle informazioni date in pasto ai lettori non solo sui blog, ma anche sulle testate che si dichiarano “di settore”.
In sostanza, a pochissimi uffici stampa – responsabili di stilare liste di invitati, o quantomeno di consigliare i nomi dei reali professionisti del settore a cantine e Consorzi – interessa la qualità della produzione, al termine del press tour o dell’evento. Conta più il numero, il volume dei “temini di quinta elementare” pubblicati sul web o sulla carta stampata, oltre alle immancabili views (che appunto si definiscono “views”, “visioni”, non “letture”).
Mentre il mondo del vino italiano si arrabatta per trovare soluzioni a una crisi evidentemente strutturale, la percentuale maggioritaria degli esponenti della comunicazione, ovvero del giornalismo e degli uffici stampa del settore, cavalca sulla merda prestando la massima attenzione a non scivolare, al posto di offrire il proprio contributo costruttivo e critico per spalare via le difficoltà e costruire un nuovo modello; un nuovo modo di interpretare le relazioni tra cantine e giornalisti, dunque tra giornalisti e lettori delle “testate di settore”. Chi sgarra, viene definito pericoloso, polemico, da evitare e non invitare «per policy».
VINO E COMUNICAZIONE: LE RESPONSABILITÀ DI CANTINE E CONSORZI
Personalmente, non ho mai visto nessuno – neppure per sbaglio – cavalcare la merda senza togliersela, prima o poi, dalle scarpe: è ora che cantine, produttori (seri), industria e vignaioli facciano squadra per ribaltare la frittata e togliersi dalle suole tutta la melma calpestata sino ad ora, comprendendo la differenza tra un “ufficio stampa” e un’agenzia pr che si spaccia per “ufficio stampa strutturato” (uh, come va di moda questa definizione tra i benpensanti!), risultando poi utile solo a rilanciare veline pubblicitarie, pubblicate da testate di settore o blog con la credibilità di Topolino.
Fatto ciò, torniamo pure tutti a dare la colpa agli influencer: tanto loro se ne fregano. Perché? Perché l’importante è che se ne parli (di loro, delle loro storie ridicole, dei loro post appositamente controversi). E quando il termine “influencer” starà loro stretto, o non sarà più utile a perpetrare a dovere gli scopi commerciali per i quali bazzicano nel settore (ben allineati con molti giornalisti iscritti all’Ordine! E chi si ribella è fuori dal “progetto editoriale”), traaac… Saranno pronti a cambiare veste, manco fossero tanti piccoli Arturo Brachetti. Facendosi chiamare – per esempio – “wine writer” o “comunicatori”. Gente per cui certi “uffici stampa strutturati” – di cantine e di consorzi – continuerà sempre ad andare matta. Prosit.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Cosa berranno gli italiani fuoricasa in questa estate 2024? Risponde Partesa, società specializzata nei servizi di vendita, distribuzione, consulenza e formazione per il canale Horeca, che delinea i trend di birra, vino e spirits per la bella stagione e che vede confermarsi tra i consumatori italiani una diffusa cultura del buon bere, accompagnata dalla ricerca di novità e da una sempre maggiore attenzione a bere in modo sano e responsabile.
L’ESTATE 2024 DELLA BIRRA
In particolare, nel mondo birra, regina indiscussa dei momenti di convivialità, brillano le referenze innovative, ma è il fenomeno emergente delle birre low e no alcol a dominare le richieste dei beer lovers (e non solo quelli più giovani).
L’ESTATE 2024 DEL VINO
“Purezza” è invece la parola d’ordine quando si parla di vino: proseguono le richieste di monovitigni e Denominazioni che meglio esprimono le sfumature delle terre d’origine. Il tutto con preferenze per bianchi e sparkling, a partire dalle produzioni nazionali che sanno garantire un ottimo rapporto qualità-prezzo.
L’ESTATE 2024 DI VERMOUTH, TEQUILA E GIN: MEGLIO DEL RUM
Infine, il mondo spirits vede Vermouth Premium e Bitter crescere grazie alla passione per l’aperitivo di qualità, la Tequila affiancarsi al Gin nella mixology, a discapito del Rum che continua a perdere terreno, e le richieste di amari di qualità incrementare nell’afterdinner. Da segnalare poi la nuova primavera del Limoncello con la miscelazione (a partire dal “Limoncello Spritz”) e la crescita dei cocktail in fusto, apprezzati per la loro praticità e rapidità di servizio.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Piaccia o no, il tema dei vini dealcolati tiene banco nell’estate 2024 del vino italiano. E non se ne parla solo in cantina, sui social media o nei “salotti” frequentati dai professionisti del settore. Intervenendo oggi a Roma all’Assemblea Generale di Unione italiana vini (Uiv), il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, ha annunciato di aver intenzione di convocare un tavolo per stabilire le regole sui dealcolati. «Non ho una posizione ideologica su questo – ha precisato – non voglio ostacolare la crescita delle imprese. Ragioniamo pragmaticamente. Dobbiamo preservare la percezione della qualità del vino italiano e, in particolare sui nuovi mercati, capire come evitare il rischio di compromettere il posizionamento con prodotti dealcolati per cui la sfida della qualità non è facile».
FRESCOBALDI: MEGLIO I VINI DEALCOLATI CHE ESTIRPARE VIGNETI
Il ministro si è poi espresso sul tema del contenimento produttivo: «Non è necessario arrivare ad una politica degli espianti per aumentare il valore: ciò significherebbe mettere a rischio il territorio. Su questo condividiamo la medesima sensibilità di Unione italiana vini». Per Lamberto Frescobaldi, presidente Uiv: «Questo mondo del vino non tira la giacca a nessuno, però vuole essere riconosciuto come un prodotto che dà un contributo significativo in termini di Pil, occupazione e valorizzazione dei territori. Ma abbiamo bisogno di scelte strategiche. Io mi vergognerei nei confronti dei contribuenti a togliere vigneti realizzati con il loro contributo». In sostanza, per il numero uno di Unione italiana Vini, meglio utilizzare i vigneti già esistenti per produrre vini dealcolati che estirparli.
Sempre in occasione dell’Assemblea Generale di Uiv è intervenuto anche il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti: «Viviamo un’opportunità eccezionale – ha dichiarato – abbiamo un Sistema Italia ideale per investire e produrre. Se si fanno delle valutazioni obiettive, l’Italia rappresenta oggi il luogo di maggiore interesse per gli investimenti. Il vino è un elemento protagonista del Made in Italy. I numeri dell’export hanno registrato una dinamica impressionante: vuol dire che il settore ha lavorato e continua a lavorare bene».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Ancora in apnea i consumi di vino negli Stati Uniti. Nonostante la boccata d’ossigeno di aprile (+2%), il saldo tendenziale dei primi 5 mesi basato sugli ordini dei magazzini da parte di horeca e grande distribuzione segna un -8% di vendite complessive e -6% per i prodotti del Belpaese. E anche l’ipotizzata fine del surplus di magazzino tra i distributori resta una chimera, visto che il rapporto tra stock di alcolici e vendite effettive viaggia ancora a livelli molto alti con un’eccedenza di circa 10 miliardi di dollari. È quanto rilevato, oggi a Roma nel corso dell’assemblea generale di Unione italiana vini, dall’Osservatorio Uiv-Vinitaly su base SipSource, piattaforma che misura le vendite – e gli effettivi consumi nel breve termine – nel 75% degli esercizi commerciali statunitensi.
IL CALO GENERALIZZATO DEI CONSUMI DI VINO NEGLI USA
Il Focus Usa dell’Osservatorio segnala un calo generalizzato da parte di tutti i principali Paesi fornitori ad eccezione del Cile (+12%) che ha puntato forte sui prezzi da saldo. L’Italia (-6%) fa meglio di Francia e Stati Uniti (-8%), di Australia e Spagna (-11% e -10%), ma non della sin qui inossidabile Nuova Zelanda, scesa anch’essa in terreno negativo (-1%). Per il nostro Paese, i segni negativi sono sparsi a piene mani: dal Pinot grigio (-7%) al Chianti (-14%), con la notizia che a fare meno peggio sono questa volta i rossi (sottozero da settembre 2022), che chiudono i cinque mesi a -6.5% contro il -8% dei bianchi.
Poteva andare peggio, secondo l’Oss. Uiv-Vinitaly, senza la stabilità del Prosecco (-0,6%) e dell’Asti (+1,6%) ma soprattutto senza la rilevante crescita dei metodi charmat non Prosecco (+7%), che oggi valgono il 24% dei volumi di spumante italiano consumati negli Usa. Un dato in netta controtendenza, quello degli charmat tricolori a basso costo (prezzo medio al consumo attorno ai 13 dollari), rispetto al trend delle bollicine nel primo mercato al mondo, con lo Champagne a -15%, il Cava spagnolo a -11% e gli sparkling domestici a -11%. Un dato, infine, evidentemente generato dalla forte tendenza cocktail che abbraccia sempre più la categoria, con crescite tumultuose tra gli 8 e i 13 dollari: +40% da gennaio a maggio. Una pulsione dal basso che sembra per ora concentrata in due areali ben definiti: la West Coast (+36% di vendite e 30% di share) e il Midwest (+9% e 18% di share).
VINO: «ANCHE LA PREMIUMIZZAZIONE IN DUBBIO»
«Sapevamo che sarebbe stato un inizio di anno complicato – ha detto il presidente Uiv, Lamberto Frescobaldi – ma sappiamo anche che il vino italiano ha anticorpi adeguati per reagire alle difficoltà. In questa fase bisogna però fare le mosse giuste: c’è l’esigenza di sostenere un cambiamento in atto già da vent’anni nella vigna italiana. Il settore si sta adattando ai mutati stili di consumo modificando il proprio potenziale produttivo meglio di altri Paesi, prova ne sia che oggi gli spumanti italiani rappresentano il 33% del totale dei consumi di vino del Belpaese negli Usa, quasi il quadruplo rispetto alla quota sparkling generale (9%). Ora serve fare di più, a partire dalla promozione fino alle politiche d’impresa – dalla managerialità alla flessibilità – che devono essere recepite dalle istituzioni, senza cedere a chimere assistenzialiste che nuocciono fortemente allo sviluppo».
L’attuale quadro generale – conclude l’analisi – sembra mettere in dubbio anche certezze sin qui date per assunte, come la premiumizzazione. A parte qualche nome prestigioso (Brunello e Chianti Classico, ma anche Bordeaux superiore, Pomerol e Margaux) che in generale segnano crescite, tra i classici del Vecchio Continente sembra perdere smalto il segmento luxury (over 50 dollari al consumo), con i rossi italiani a -8% e quelli francesi addirittura a -16%. Difficoltà anche per i bianchi ultra-premium, tra 25 e 50 dollari: il totale mercato è a -10%, con l’Italia a -12% la Francia a -6% e la Nuova Zelanda a -18%.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Mionetto – Prosecco Valdobbiadene: 6.99 euro (3,5 / 5)
IL GIGANTE, volantino fino al 10 luglio (volantino 1+1)
Chianti Docg Fattoria il Palagio: 6,98 euro (3,5 / 5)
Dolcetto / Barbera Produttori di Portacomaro: 8,98 euro (5 / 5)
Fiano di Avellino Docg, Falanghina / Aglianico / Rosato Igt Ancile, Conti Uttieri: 7,98 euro (3,5 / 5)
Grechetto / Sangiovese Terre Augustee Umbria Igt, Castello delle Regine: 5,98 euro (3,5 / 5)
Bonarda / Chardonnay / Riesling Oltrepò pavese Doc Le Cascine, Losito e Guarini: 4,78 euro (3 / 5)
Vini Grave del Friuli Doc Il Borgomastro: 5,98 euro (3 / 5)
Chardonnay / Merlot I Fioriti: 4,98 euro (3,5 / 5)
Barbera / Pinot Grigio Oltrepò pavese Doc, Pastori: 4,78 euro (1,5 / 5)
Cabernet Franc o Sauvignon Blanc Isonzo Doc, Borgo dei Vassalli: 10.98 euro (5 / 5)
Cabernet / Sangiovese Rubicone Igt Renaissance: 4,78 euro (3,5 / 5)
Vini Borgo dei Filari: 3,98 euro (3,5 / 5)
Vini Colli Piacentini Doc Borgo al Tidone: 4,98 euro (3,5 / 5)
Vini Piemonte Doc Cantina di Rosignano: 5,58 euro (4 / 5)
Vini Abruzzo Casalbordino: 5,98 euro (4,5 / 5)
Prosecco Doc / Prosecco Doc Rosé Coste Petrai: 9,58 euro (3,5 / 5)
Spumante millesimato Gran Cuvée Gilda: 4,78 euro (3 / 5)
Asolo Prosecco Superiore Docg De Angeli: 9,38 euro (3,5 / 5)
IPERAL, volantino fino al 2 luglio
Pinot Bianco, Cielo: 2 euro (3 / 5)
Chardonnay frizzante Il Roccolo: 2 euro (3 / 5)
Bonarda Oltrepò pavese Doc Le Cascine, Losito e Guarini: 3 euro (3 / 5)
Lambrusco di Sorbara Doc Cavicchioli: 3 euro (3,5 / 5)
Montepulciano d’Abruzzo Doc Rue di Piane, Spinelli: 3 euro (5 / 5)
Falanghina del Sannio Dop, La Guardiense: 3,79 euro (3,5 / 5)
Orvieto Doc Classico, Bigi: 2,99 euro (3,5 / 5)
Sauvignon Ca’ del Vescovo, Zonin: 4,29 euro (5 / 5)
Chianti Docg, Piccini: 2,99 euro (4 / 5)
Spumante Oro Blanc de Blancs, Valdo: 3,90 euro (3,5 / 5)
Muller Thurgau Doc Grigolli: 3,59 euro (3,5 / 5)
Vermentino di Sardegna Doc Aragosta: 3,89 euro (3 / 5)
Fira Rosso Igt Sartori: 4,79 euro (3,5 / 5)
Susumaniello Igp Pianerosse: 4,69 euro (4 / 5)
Bonarda dell’Oltrepò pavese Doc Terre Bentivoglio, Cantine Pirovano: 3,49 euro (3 / 5)
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Dry, Bolla: 5,19 euro (3,5 / 5)
Vermentino Igt Calaforte, Frescobaldi: 5,69 euro (4 / 5)
Tavernello: 1,45 euro (3,5 / 5)
IPERCOOP, volantino fino al 10 luglio
50% sulla linea vini Madaudo: (3,5 / 5)
40% sulla linea vini Clavesana: (5 / 5)
Le Bolle – Spumante Müller Thurgau Traminer Brut, Losito e Guarini: 3.79 euro (4 / 5)
Marca Oro – Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Dry: 5.39 euro (3,5 / 5)
Terre De La Custodia – Umbria Igt Rosso Vocante: 3.15 euro (5 / 5)
Müller Thurgau Trentino Doc Mastri Vernacoli: 3.49 euro (4 / 5)
IPER LA GRANDE I, volantino fino al 3 luglio
Gasparetto – Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut / Extra Dry: 5.79 euro (3,5 / 5)
La Gioiosa – Prosecco Superiore Asolo / Rosé Doc: sconto linea 25% (3,5 / 5)
Vini al supermercato è la rubrica dedicata al vino in vendita nelle maggiori insegne di supermercati presenti in Italia. Nella Gdo viene venduta la maggior percentuale di vino italiano. Qui potrai trovare recensioni, punteggi e opinioni sui migliori vini in vendita nella Grande distribuzione organizzata, valutati con cognizione di causa, spirito critico costruttivo e l’indipendenza editoriale che ci caratterizza. Inoltre, una rubrica sempre aggiornata sui migliori vini in promozione presenti sui volantini delle offerte delle maggiori insegne di supermercati italiani. Vini al Supermercato è la guida autorevole ai vini in vendita in Gdo, con una pubblicazione annuale delle migliori etichette degustate alla cieca dalla nostra redazione. Seguici anche su Facebook ed Instagram. Sostieni la nostra testata giornalistica indipendente con una donazione a questo link.
Dopo l’esordio dello scorso anno, Vinitaly.Usa 2024 si candida a diventare la prima fiera del vino italiano negli Stati Uniti, con la firma di una «cooperazione compatta» tra Veronafiere, Ice-Agenzia e Camera di Commercio Italiana Americana con sede a Chicago. Tra gli obiettivi della manifestazione, in programma il 20 e 21 ottobre, c’è infatti quello di raggiungere gli 11 mila mq di superficie espositiva. Non solo. Si punta anche a «raddoppiare sia il contingente di aziende italiane che quello dei buyer americani rispetto all’edizione 2023» e ad «accrescere il programma di promozione bidirezionale». È quanto anticipa oggi Veronafiere, in una nota che conferma il «piano di sviluppo di Vinitaly».
GLI OBIETTIVI DI VERONAFIERE NEGLI USA CON VINITALY.USA
Da un lato, l’obiettivo di Vinitaly.Usa 2024 a Chicago è la «scalata delle aziende italiane in un’area con ampi margini di crescita». Dall’altro «la profilazione e la selezione di buyer e distributori in vista di Vinitaly 2025 a Verona», in programma dal 6 al 9 aprile (57ª edizione). Un’attività di incoming che all’ultimo Vinitaly, in aprile di quest’anno, ha confermato la pole position degli Stati Uniti nella classifica delle presenze di operatori esteri con 3.700 buyer americani in fiera (+8% sul 2023).
VINITALY.USA 2024 È IN PROGRAMMA A CHICAGO IL 20 E 21 OTTOBRE
In programma, nella due giorni di Chicago, anche masterclass, walk around tasting, seminari e focus di mercato e tre sessioni della Vinitaly international Academy. «Vinitaly.Usa 2024 a Chicago – commenta il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo – costituisce un posizionamento chiave e individua in questa metropoli un ponte strategico tra l’Italia e la prima destinazione per il Made in Italy enologico che, nel 2023, ha totalizzato complessivamente circa 2 miliardi di dollari di import. Tutto questo, senza dimenticare che la piazza di Chicago si presta a intercettare buyer anche dal vicino Canada, con ulteriori possibilità di crescita per le nostre aziende».
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Novemila bottiglie di vino pregiato, per un valore stimato di circa 1 milione mezzo di euro. È quanto hanno sequestrato gli uomini della Guardia di Finanza di Milano, su delega della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia, a uno dei malviventi accusati a vario titolo di traffico internazionale di sostanze stupefacenti, riciclaggio, esercizio abusivo del credito e frode fiscale. Un’indagine iniziata nell’ottobre 2023, che ha condotto le Fiamme Gialle all’esecuzione di 46 ordinanze di custodia cautelare e al sequestro di beni, aziende e disponibilità finanziarie per oltre 129 milioni di euro a carico di un gruppo di italiani, spagnoli e cinesi.
LA CANTINA DEL TRAFFICANTE: 9 MILA BOTTIGLIE PREGIATE
Nella mattinata odierna gli sviluppi di uno dei filoni dell’inchiesta, che ha visto coinvolta una delle persone rimaste a piede libero. L’uomo, residente in provincia di Bergamo, ha insospettito le forze dell’ordine per via del tenore di vita troppo elevato rispetto ai redditi dichiarati. A seguito di mirati accertamenti patrimoniali, la Guardia di Finanza ha scoperto e sequestrato la collezione di oltre 9 mila bottiglie di vino pregiato (di cui la più costosa è risultata avere un prezzo di listino di 15 mila euro), oltre ad ulteriori disponibilità finanziarie su diversi conti correnti bancari riconducibili all’indagato ed ad un’immobile in provincia di Bergamo del valore di circa 200 mila euro.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
La colonna sonora di Star Wars parte a tutto volume mentre la Tesla di Mustafa Camlica si lascia alle spalle i vigneti di Chardonnay, Pinot Nero e Kelecik Karasi, su cui batte un sole d’inferno. Il parco del massiccio dello Strandja, confine naturale tra Turchia e Bulgaria, sembra d’improvviso quella «galassia lontana, lontana» immaginata sul finire degli anni Settanta da George Lucas. Le rocce granitiche riflettono una luce magmatica accecante lungo la strada piena di buche – d’improvviso così simili a crateri lunari – che il produttore schiva con maestria.
«E adesso perché questa musica? Questa macchina fa tutto da sola», borbotta il re dei vini turchi, poco avvezzo al display della sua auto elettrica. Se la cava decisamente meglio in vigna e in cantina, Mustafa Camlica. I 100 ettari di Chamlija, azienda a conduzione famigliare alla terza generazione, sono l’insieme delle sfumature di suoli studiati sino all’ultimo granello di polvere, per individuare la varietà migliore da piantare, con relativo portainnesto.
CHAMLIJA E IL RE DEI VINI TURCHI, MUSTAFA CAMLICA
Si passa dalle terre bianche scelte per le varietà borgognotte, alle terre rosse in cui i vitigni bordolesi e del Rodano hanno attecchito con risultati straordinari. Tanto da far guadagnare al brand Chamlija un posto d’onore tra i pochi “fine wines” turchi noti a livello internazionale. Undici i villaggi della Strandja Mountain (in turco Yıldız Dağları o Istranca Dağları) in cui Camlica ha acquistato terreni, a partire dal 2008.
«Nella nostra regione – spiega abbassando il volume della radio, smorzando “l’effetto Star Wars” – si producono i vini più costosi della Turchia. Dopo di me sono arrivati qui altri imprenditori. tutti turchi. Comprare anche solo terra nuda, da queste parti, è diventato molto costoso. Del resto, abbiamo i suoli migliori di tutto il Paese».
La “Montagna delle Stelle” – questa la traduzione di Yıldız Dağları – è così chiamata per la presenza di quarzo lungo le pendici, che la farebbe riluccicare. Scendendo verso valle ecco più calcare, misto a detriti marini e conchiglie, con pochi centimetri di terra fertile e argilla (le terre bianche) e formazioni contraddistinte da depositi alluvionali sassosi, dove le concentrazioni di ossidi colorano la superficie, intaccando profondi strati di suolo (le terre rosse).
VINI TURCHI? ZONAZIONE E STUDIO DEI SUOLI PER PRODURRE “FINE WINES”
«Non abbiamo lasciato nulla al caso – commenta Mustafa Camlica con un sorriso fiero stampato sul volto – perché l’idea iniziale di Chamlija, che ancora portiamo avanti, è quella di produrre “fine wines”, non vini qualunque. Cosa serve per produrre “fine wines”? Tre cose: innanzitutto l’individuazione del luogo adatto in cui piantare la varietà corretta; la seconda regola è l’individuazione del luogo adatto in cui piantare la varietà corretta; la terza regola è l’individuazione del luogo adatto in cui piantare la varietà corretta. Petrus – esemplifica il patron di Chamlija – non sarebbe Petrus senza luogo. L’ho imparato nella mia precedente vita da mediatore di vini di lusso ed è la mia, la nostra, dottrina».
L’approccio alla parcellizzazione e alla zonazione non è poi così diffuso in Turchia – Paese in cui si contano poco più di 350 mila ettari di vigneto complessivo, l’Italia ne ha circa 630 mila – ma sembra essere una delle caratteristiche che accomunano le cantine che propongono vini di qualità superiore. Il mercato interno non offre grandi soddisfazioni, per ovvi motivi (religiosi). Per questo, le aziende più lungimiranti e ambiziose, come Chamlija, puntano sulla valorizzazione delle peculiarità di suoli e microclimi vocatissimi alla viticoltura.
CHAMLIJA, PRESENTE E FUTURO DEL VINO IN TURCHIA
«L’investimento della nostra cantina Chamlija in nuovi cloni di Cabernet Franc e Cabernet Sauvignon, nonché in nuovi vitigni come Touriga Nacional, Assyrtiko, Xynomavro e Kadarka – sostiene con sicurezza il re dei vini turchi, Mustafa Camlica – plasmerà l’industria vinicola turca nei prossimi decenni. I recenti impianti, che superano i 20 ettari, sono uno dei più grandi investimenti effettuati da una cantina in Turchia».
Parole confermate dalla prova dei calici, in cui le varietà francesi – senza dimenticare Albariño e Riesling, quest’ultimo fresco di medaglia d’oro alla Balkans International Wine Competition and Festival 2024– al pari delle varietà autoctone turche – Papaskarasi, per citare una tra le più promettenti – e di quelle greche e originarie dei Balcani (come il Mavrud) paiono aver trovato una nuova dimensione internazionale da queste parti.
Ovvero tra vigneti come Akoren, İslambeyli, Poyrali Parpara, Poyrali Duzdag, Poyrali Kartalkaya, Poyrali Camtepe, Poyrali Dikalan, Poyrali Karadere, Sogucak-Kurtçatagi, Tozaklı, Sutluce, Akçakoy e Kuçukkariştiran, tutti posti tra i 115 e i 450 metri sul livello del mare, nel circondario del massiccio dello Strandja. È il “nuovo” che si fa largo e che farà certamente parlare di sé, anche in Italia: tutto tranne che una «galassia lontana, lontana».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Nel 2023 la produzione mondiale di vino è stimata in 237 milioni di ettolitri, in forte calo sul 2022 (-9,6%). Il consumo mondiale in 221 milioni di ettolitri (-2,6%). La rimodulazione della domanda, indotta dal ricambio generazionale e dal diffondersi di modelli salutistici così come dai cambiamenti climatici, hanno causato un calo dei consumi di vino rosso, passati da una quota del 51,3% medio nel periodo 2000-2004 al 48,3% del 2017-2021. In controtendenza i consumi di vini bianchi (dal 40% al 42,2% +2,2 punti) e quelli di rosé (dall’8,7% al 9,5%+0,8 punti). Sono solo alcuni dei dati che emergono dall’Indagine sul settore vinicolo in Italia compiuta annualmente da Area Studi Mediobanca.
Il documento riguarda 253 principali società di capitali italiane con fatturato 2022 superiore ai 20 milioni di euro e ricavi aggregati per 11,8 miliardi di euro, pari all’88,4% del fatturato nazionale del settore. Lo studio comprende un focus sui vini DOP e IGP, sulle principali operazioni di M&A e sulla sostenibilità. L’indagine completa è disponibile per il download sul sito Area Studi Mediobanca.
VINO, ITALIA IN LINEA CON LE TENDENZE MONDIALI
L’Italia segue la tendenza mondiale registrando -23,2% nella produzione rispetto al 2022 e -1,6% nei consumi, con 37,4 litri pro-capite all’anno). In attivo per l’Italia il saldo commerciale: in 20 anni è cresciuto a un tasso medio annuo del 5,5%, passando da 2,5 miliardi di euro del 2003 ai 7,2 nel 2023. L’Italia è il primo esportatore di vino in quantità (21,4 milioni di ettolitri nel 2023) e il secondo per valore (7,7 miliardi di euro dietro solo agli 11,9 miliardi della Francia) 1. Il 2023 e oltre per il settore vinicolo italiano I maggiori produttori di vino si attendono per il 2024 una crescita delle vendite complessive del +2,6%, +3% l’export.
FRONTE SPUMANTI, OTTIMISMO INARRESTABILE
Non si arresta l’ottimismo delle bollicine (+3,7% i ricavi complessivi), soprattutto oltreconfine (+6,8% l’export), mentre i vini fermi si aspettano un +2,3% (+2,2% l’export). Il 2023 dei maggiori produttori italiani di vino ha chiuso senza variazioni significative (-0,2% sul 2022) con un leggero peggioramento sul mercato interno (-0,7%) rispetto a quello estero (+0,3%). Spiccano le buone performance oltreconfine dei vini frizzanti (+2,5%). L’Ebit margin ha riportato un aumento dell’1,4% sul 2022, il rapporto tra il risultato netto e il fatturato del 4,2%.
IL CALO DEI VINI A BASSO PREZZO
Nel 2023, in diminuzione del 4,5% i quantitativi venduti su tutti i canali. L’inflazione ha eroso il potere di acquisto delle famiglie penalizzando i vini di fascia intermedia (-10,1% sul 2022) a conferma di una maggiore polarizzazione del mercato. In leggero calo i vini di fascia bassa (- 1,7%, con una market share del 44,2%). Mercato sempre più premium (+12,7% i vini di fascia 1 Fonte: OIV–Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino) molto alta sul 2022; market share del 18,6%) e sostenibile (+1,4% i vini biologici, 5,4% di market share; +9,6% i vini vegani, 2,7% market share, +1,8% i vini naturali, m.s. dell’1%).
LE MIGLIORI CANTINE ITALIANE PER PERFORMANCE NEL 2023
La leadership di vendite nel 2023 resta appannaggio del gruppo Cantine Riunite-GIV, con fatturato a €670,6 milioni (-3,4% sul 2022). Al secondo posto si conferma il polo vinicolo Argea (€449,5 milioni, -1,2%), seguita da IWB con €429,1 milioni (-0,3% sul 2022). Fatturato 2023 superiore ai 400 milioni di euro anche per la cooperativa romagnola Caviro (423,1 milioni) in progresso dell’1,4% sul 2022.
Sette società rilevano ricavi compresi tra i 200 e 300 milioni di euro: la cooperativa trentina Cavit (fatturato 2023 pari a 267,1 milioni di euro, in aumento dello 0,9% sul 2022), la veneta Santa Margherita (255,4 milioni di euro, -2%), la toscana Antinori (250,3 milioni di euro, +1,9%), La Marca, specializzata nella produzione di spumanti, con fatturato 2023 pari 225,8 milioni di euro (-4%), la piemontese Fratelli Martini (219,6 milioni, +1,1%), la trentina Mezzacorona (217,7 milioni, +2%).
C’è poi il Gruppo Collis che, ampliando il proprio perimetro, ha raggiunto 209,4 milioni di euro, (+64,8% sul 2022). Osservando la redditività (rapporto tra risultato netto e fatturato), il 2023 vede in testa la toscana Frescobaldi (29%) seguita dalla veneta Santa Margherita (18,5%). Chiude il podio Antinori con un utile su fatturato del 17%, in aumento di 2,6 punti percentuali sul 2022. Alcune aziende hanno una quota di export molto elevata, in alcuni casi quasi totalitaria: Fantini Group tocca il 96,4%, Ruffino il 91,1%, Argea l’89,9%.
ANDAMENTO DEI VINI DOC E DOCG NEL 2023
Nel 2023 il 47,7% del vino italiano è DOP (DOC e DOCG), in aumento dal 38,5% del 2013. Calano i vini IGP dal 35% del 2023 al 27% del 2023, avvicinandosi ai vini da tavola (25,3% nel 2023). A fare la parte del leone il Piemonte con 19 DOCG e 41 DOC, la Toscana (11 DOCG, 41 DOC e 6 IGT) e il Veneto (14 DOCG, 29 DOC e 10 IGT). In Toscana si concentra il 39,3% della produzione di vini DOP; in Piemonte il 94,6% della produzione regionale è DOP.
Complessivamente, il valore delle DOP e IGT imbottigliate è pari a 4,3 miliardi di euro in Veneto, seguito dal Piemonte con 1,4 miliardi e dalla Toscana con 1,2 miliardi. Le eccellenze regionali, del resto, spingono i bilanci delle aziende: alle aziende toscane tocca il più alto Ebit margin (16,5%) e il miglior Roi (6,3%). Veneto e Piemonte in seconda posizione (entrambe 6,1%). In Toscana anche la maggiore solidità finanziaria, con i debiti finanziari pari ad appena il 18,4% del capitale investito. Grandi esportatori i produttori piemontesi (64,5% del fatturato) e toscani (60,6%).
L’EXPORT DI VINO ITALIANO NEL 2023 SECONDO L’INDAGINE MEDIOBANCA
Nel 2023 l’export ha trainato la crescita delle imprese friulane (+6,1% le vendite complessive e +22,3% oltreconfine), lombarde (+4,4%; +7,4%) e dell’Emilia-Romagna (+1,6%; +8,6%). Ottimismo per il 2024 per l’Emilia-Romagna (+4,6%), Puglia (+4,3%) e Piemonte (+4,2%). Carta d’identità: impresa familiare in difficoltà sulla Sostenibilità Al controllo familiare spetta il 64,8% del patrimonio netto, quota che sale all’81,4% se si considerano anche le cooperative. Gli investitori finanziari partecipano al 10,9% dei mezzi propri: le banche e assicurazioni (5,2%) sono assenti nelle imprese più piccole, mentre i fondi di private equity (4,1% del patrimonio netto) partecipano nei capitali delle principali imprese vinicole indipendentemente dalla loro dimensione.
Al diminuire della dimensione cala anche l’incidenza di possesso non italiano, pari al 7,6% dei mezzi propri. Trascurabile il rapporto con i mercati finanziari: solo due società sono quotate all’AIM dal 2015 (Masi Agricola e IWB). La sostenibilità, da migliorare. Solo il 34,9% delle maggiori imprese vinicole italiane redige un Bilancio di Sostenibilità (38,6% i produttori con più di 50 milioni di fatturato). Le principali motivazioni, sempre secondo l’Indagine sul settore vinicolo in Italia di Area Studi Mediobanca sono la complessità del processo di validazione o consuntivazione (per il 26,8% delle imprese); mancanza di benchmark o best practice di riferimento (14,3%); non ultima, la difficoltà a coinvolgere le funzioni aziendali rilevanti e carenza di competenze specifiche (10,7%).
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Tante le iniziative in programma in diverse regioni italiane in vista di Cantine Aperte 2024., in calendario il 25 e 26 maggio. Iprogrammi regionali di MTV – Movimento Tursimo del vino sono in aggiornamento, ma è già possibile conoscere alcuni appuntamenti nelle singole regioni italiane. «La cultura del vino e la passione per l’ospitalità sono da sempre i nostri pilastri – sottolinea Nicola D’Auria, presidente del Movimento Turismo del Vino – e la combinazione vincente che ci ha reso il brand di riferimento dell’enoturismo. E anche questa edizione di Cantine Aperte sarà una grande occasione per celebrare il meglio dell’enoturismo nazionale integrando la passione per il vino all’approfondimento della storia e delle tradizioni che sono dietro ogni produzione e tante attività naturalistiche, culturali e artistiche, organizzate con creatività dai produttori di ogni regione».
«Sempre più partecipazione e coinvolgimento – continua D’Auria – dimostrano l’impegno delle nostre cantine di offrire un’esperienza enoturistica più immersiva e sfaccettata, in linea con le esigenze, in continuo mutamento, dell’enoturista del terzo millennio. Non ci resta che invitare tutti gli appassionati alla scoperta delle realtà del vino del Bel Paese in due giornate imperdibili, per degustare le migliori etichette e vedere da vicino la passione per il vino e per l’ospitalità dei produttori del Movimento».
CANTINE APERTE 2024 IN BASILICATA, ABRUZZO, CALABRIA E CAMPANIA
Abruzzo: sono 52 le cantine abruzzesi che non vedono l’ora di accogliere il pubblico di enoturisti tra degustazioni e cene all’insegna della convivialità, immersi nella natura più incontaminata e nei suggestivi paesaggi della regione, con escursioni all’aria aperta, passeggiate tra i vigneti, musica e visite culturali. Scopri le attività in programma di ogni cantina su:bit.ly/3ydrBaP.
Basilicata: le 25 cantine sono pronte ad accogliere enoturisti ed appassionati, tra degustazioni, incontri con i produttori, pic-nic, passeggiate in vigna e molte altre attività, per vivere insieme il weekend più atteso dagli enoturisti di tutta Italia alla scoperta degli affascinanti paesaggi e sapori della Lucania. Tutti i programmi su: bit.ly/3K46SJf.
Calabria: 13 le cantine calabresi da scoprire in occasione di Cantine Aperte 2024 tra aperitivi, assaggi di piatti tipici, degustazioni al tramonto, musica, attività speciali alla scoperta del miele e passeggiate tra i filari in compagnia di un immancabile calice di vino per scoprire i vitigni e i territori enologici più interessanti della regione. Scopri tutte le attività regionali su: bit.ly/3UFfA5A.
Campania:25 le cantine campane pronte per accoglierti tra i filari e per raccontare la loro storia, i loro vini e il loro territorio attraverso degustazioni delle migliori etichette, escursioni a cavallo, passeggiate tra i vigneti, laboratori alla scoperta delle tradizioni e dei prodotti locali. Info e dettagli su: bit.ly/4au4WEz.
CANTINE APERTE 2024 IN EMILIA ROMAGNA, FVG E LAZIO
Emilia Romagna: le 31 cantine aprono le porte agli enoturisti per condividere momenti indimenticabili tra le vigne, degustazione i vini e i prodotti tipici della regione. Ma anche tante attività immersi nella natura, momenti divertimento, laboratori sensoriali e tante altre iniziative da scoprire su: https://bit.ly/44P9ioF.
Friuli- Venezia Giulia: 75 cantine che non vedono l’ora di accogliere con entusiasmo il popolo di enoturisti tra tour nei vigneti, degustazioni in abbinamento alle grandi ricette del territorio, laboratori di pittura e di giardinaggio, visite culturali e tante altre attività immersive, dalla scoperta del mondo delle api ai corsi di ceramica. Tutte le attività in programma in occasione di Cantine Aperte 2024 su: bit.ly/3WHBqYJ.
Lazio: 6 le cantine laziali che ti guideranno alla scoperta dei grandi vini della regione tra passeggiate nei vigneti e visite tra grotte e bottaie. Non mancheranno gli assaggi dei prodotti tipici dell’agricoltura locale accompagnati da un immancabile calice di vino, da degustare all’aria aperta scoprendo i paesaggi più suggestivi del Lazio.Tutti i programmi sui canali social regionali:bit.ly/3yo6wug.
CANTINE APERTE 2024 IN LOMBARDIA, MARCHE, MOLISE E PIEMONTE
Lombardia: è tutto pronto nelle 17 cantine lombarde per condividere un weekend insieme al popolo di enoturisti all’insegna delle degustazione dei grandi vini in abbinamento ai prodotti dell’orto e delle tipicità regionali. Ma anche tante attività ricreative per i più piccoli, pic-nic in vigna, percorsi in e-bike e tante altre attività immersive nei paesaggi più iconici della Lombardia. Tante iniziative tutte da scoprire su: bit.ly/44PqjyZ.
Marche: tante e per tutti i gusti le attività da vivere nelle 74 cantine marchigiane, lasciandosi guidare dai produttori tra botti e vigneti per scoprire tutti i grandi vini della regione in abbinamento ai tradizionali sapori del territorio. Ma anche iniziative per i più piccoli, tour tra i filari, musica e tanti momenti di relax e divertimento tutti da scoprire su: bit.ly/4bEjPW2.
Molise: Azienda Agricola Cianfagna e Cantina Principe Delle Baccanti sono felici di accogliere enoturisti e appassionati per raccontare la storia, il territorio e i vini identitari della regione attraverso la visita in cantina e la degustazione ma anche assaggi dei prodotti tipici tra pranzi e pic-nic in vigna, nonché attività culturali e visite nel museo della civiltà contadina. Il tutto per un’immersione a tutto tondo nei sapori e nei profumi dei vini del Molise in un weekend di festa e divertimento. Scopri i programmi sui canali social regionali: bit.ly/3QL7Gqc.
Piemonte: nelle 29 cantine aderenti a Cantine Aperte 2024, un weekend all’insegna della tranquillità e del relax nella splendida cornice dei paesaggi piemontesi. Tra degustazioni di vini d’eccellenza e distillati, visite in barricaia, passeggiate sensoriali nel bosco, pic-nic tra i filari, mostre, cene e spettacoli musicali goditi i luoghi del vino del Piemonte con l’inconfondibile accoglienza dei produttori. Tutti i programmi su: bit.ly/3UPC9pi.
CANTINE APERTE 2024 IN PUGLIA, SARDEGNA, SICILIA E TOSCANA
Puglia: le 32 cantine pugliesi sono pronte ad accoglierti in due giornate ricche di degustazioni, pic nic in vigna, aperitivi al tramonto e gli immancabili incontri con i produttori, per un weekend all’insegna del buon vino e del buon cibo, immersi nei magnifici paesaggi della Puglia, dall’entroterra alla costa. Per scoprire tutte le cantine vai sulle pagine social: bit.ly/3UZoOuK.
Sardegna: sono 14 le cantine sarde pronte a regalarti un weekend all’insegna del vino di qualità e della scoperta dei paesaggi e delle destinazioni più suggestive della Sardegna. Degustazioni accompagnate dal racconto dei produttori, laboratori per scoprire le produzioni artigianali e tradizionali e tante altre attività dall’entroterra alla costa alla scoperta di tutte le bellezze dell’isola. Per conoscere tutti i programmi delle cantine vai su: bit.ly/3V83CTt.
Sicilia: sono 25 le cantine della Sicilia che accompagneranno il pubblico di enoturisti alla scoperta delle grandi eccellenze enologiche dalla costa ionica alla costa tirrenica dell’isola.Tra una degustazione e un po’ di relax immersi nella natura, una visita in cantina e una passeggiata in riva al mare, goditi un weekend memorabile alla scoperta dei vini e delle produzioni tradizionali siciliane. Scopri i programmi su: bit.ly/3wfgo9e.
Toscana: un tour alla scoperta delle 50 cantine toscane pronte ad accoglierti tra degustazioni, passeggiate tra vigneti e uliveti, musica live, escursioni in bici o a cavallo, ricette dolci e salate della regione in abbinamento ai prestigiosi vini e ai grandi oli Evo del territorio. Ma anche tanta cultura a Cantine Aperte 2024, con visite nei borghi storici e divertimento assicurato con attività nei parchi d’avventura e wine trekking. Per scoprire le attività di tutte le cantine vai su: bit.ly/4dxXtqY.
CANTINE APERTE 2024 IN TRENTINO ALTO ADIGE, UMBRIA, VALLE D’AOSTA E VENETO
Trentino-Alto Adige: 21 le cantine che apriranno le porte agli enoturisti con due imperdibili giornate di vini d’eccellenza, tra visite in malga e pic-nic immersi nel verde dei paesaggi trentini, degustazioni in abbinamento a taglieri di salumi e formaggi tipici, nonché laboratori su misura per i più piccoli, con divertimento assicurato per tutti. Tutte le info su: bit.ly/3UPIBvA.
Umbria: le 46 cantine umbre non vedono l’ora di far entrare i visitatori in vigna e in cantina per portarli alla scoperta dei pregiati vini e i sapori prelibati della regione con attività per tutti i gusti e tutte le età: dal trekking a visite culturali a momenti di apprendimento e laboratori sensoriali. Per scoprire tutti i programmi visita il sito: bit.ly/3yiDdcC.
Valle d’Aosta: 7 cantine sono entusiaste di accogliere i wine lover per accompagnarli alla scoperta dei vini della regione in un weekend all’insegna del contatto con la natura e del buon cibo. In occasione di Cantine Aperte 2024 anche tanti appuntamenti d’arte, di musica, relax e attività su misura per grandi e piccoli appassionati. Info e dettagli su: bit.ly/44HLDGt.
Veneto: le 30 cantine ti aspettano per condividere esperienze suggestive tra i filari, masterclass e degustazioni guidate dal racconto dei produttori, visite negli enomusei e nelle fattorie didattiche, pic-nic e aperitivi in vigna, escursioni in bici e attività sportive immerse nel verde. Non perdere l’occasione di vivere l’ultimo week-end di maggio all’aria aperta. Programmi in progress su: bit.ly/4b6ZMiN.
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Custoza Doc è l’unico vino partner di FIPE-Confcommercio in occasione della presentazione alla Camera della 2° edizione della Giornata della Ristorazione Italiana, in programma il 18 maggio. Il Custoza, vino bianco prodotto sulle colline moreniche tra Verona e il Lago di Garda, ha scelto di sostenere questo evento della Federazione Italiana Pubblici Esercizi «perché fortemente convinto che la ristorazione sia la migliore ambasciatrice della denominazione». Con questa giornata «migliaia di ristoranti ne conosceranno le caratteristiche». Nella Sala della Regina a Montecitorio, dopo gli interventi del presidente della Camera, l’onorevole Lorenzo Fontana, e dei ministri Francesco Lollobrigida e Adolfo Urso, è intervenuta la presidente del Consorzio Tutela Vino Custoza Doc Roberta Bricolo.
«Siamo orgogliosi di sostenere questo importante evento – ha dichiarato – perché con la ristorazione condividiamo molti valori, dallo spirito di servizio alla cultura dell’ospitalità, dal rispetto dell’identità alla protezione dei territori. Assieme possiamo affrontare anche gli attacchi che vengono dall’esterno, primo fra tutti, nel nostro caso, il dibattito sulla componente alcolica e sugli aspetti salutistici del vino, che sviliscono e negano il valore che vino e cibo, da sempre, hanno in quanto elementi della storia e della cultura italiana. Nel caso del Custoza, poi, questo territorio ha anche un significato storico e ha contribuito a “fare l’Italia”. Basti pensare alle due battaglie che qui si sono svolte nell’ambito delle Guerre di Indipendenza».
IL CONSORZIO CUSTOZA CON FIPE
La denominazione Custoza riconosce inoltre l’importanza economica del comparto della ristorazione, essenziale per la filiera agroalimentare e per i prodotti agricoli. Essi sono anche gli ambasciatori della cultura del bere consapevole e il Custoza è al loro fianco. Vino contemporaneo e versatile, è capace di affiancare le più svariate preparazioni gastronomiche. «La nostra presenza in Parlamento al fianco di Fipe-Confcommercio oggi – continua Roberta Bricolo – si inserisce in più ampio progetto a favore della categoria. Nel corso degli ultimi anni abbiamo avviato un programma di corsi di formazione gratuiti a favore del personale di sala, a partire dalle scuole alberghiere, per accrescere la professionalità e valorizzare le denominazioni storiche italiane.
«I produttori del vino Custoza sono al fianco della ristorazione – conclude la presidente del Consorzio – ed esprimono oggi i migliori auguri di successo per la realizzazione dei progetti qui presentati. Certi che insieme, come diceva Mario Soldati, il “buon cibo” e il “bere bene” diano ancora più sapore all’esistenza. Auguriamo un grande successo a Fipe-Confcommercio per la Giornata della Ristorazione Italiana e ci auguriamo di proseguire assieme questo cammino».
AMPIO CONSENSO PER FIPE NELLA GIORNATA DELLA RISTORAZIONE
Il consenso è ampio. «La ristorazione – evidenzia Maurizio Grifoni (nella foto, sopra)presidente di Fondo Fon.Te., il fondo pensione complementare per i dipendenti di aziende del terziario – è un settore fondamentale in quanto svolge un importante ruolo di alfiere del Made in Italy contribuendo a valorizzare i prodotti e le eccellenze del nostro Paese. Fondo Fon.Te. crede molto in questo comparto che costituisce uno dei volani dell’economia italiana».
«In tal senso affianca e supporta i progetti della Federazione Italiana Pubblici Esercizi (FIPE) dedicati alla filiera agroalimentare e alla promozione dei valori che caratterizzano la cucina italiana. È necessario, pertanto – conclude Grifoni – fare sistema, rafforzare gli investimenti e adottare misure di carattere fiscale per sostenere un comparto strategico come la ristorazione sul quale occorre puntare per rilanciare le imprese e l’occupazione nel nostro Paese».
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Torna la rubrica dedicata ai vini in promozione al supermercato, presenti sui volantini delle maggiori insegne della grande distribuzione operanti in Italia. Ecco i vini in offerta da non perdere.
ALDI, volantino fino al 19 maggio
Merlot Igt Veneto: 2,29 euro (3 / 5) Garda Doc Frizzante Villa Alberti: 1,79 euro (3,5 / 5) Cava Brut Jaume Serra: 3,59 euro (4 / 5)
BENNET, volantino fino al 15 maggio
Notte rossa – Primitivo Bio: 4,89 euro (5 / 5) Settesoli Settesoli – Chardonnay Sicilia IGT O Syrah Rosé: 3,49 euro (5 / 5) Segnavento – Negroamaro: 3,84 euro (3,5 / 5) Prosecco Treviso Doc Brocca dei Dori: 4,19 euro (3,5 / 5) Lago Caldaro Cantina Doc di Cortaccia: 5,94 euro (5 / 5)
CARREFOUR IPERMERCATI, volantino fino al 15 maggio
Gewurzatraminer Trentino Doc Cavit: 5,99 euro (3,5 / 5) Collezione Privata Rosso Toscana Igt Piccini: 4,99 euro (5 / 5) Raim Vermentino Doc Sella & Mosca: 3,99 euro (3,5 / 5) Linea Salento Igt Notte Rossa: 3,99 euro (5 / 5) Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Bortolomiol: 7,29 euro (4 / 5) Metodo classico Blanc de Blancs Millesimato Brut Lebollè, Losito e Guarini: 7,49 euro (4 / 5) Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut Malpasso: 4,49 euro (3,5 / 5)
COOP ITALIA, volantino fino al 22 maggio
Corvina Veronese Igt Ulisse, Cantina di Negrar: 3,69 euro (4 / 5) Spumante Muller Thurgau, Cavit: 3,89 euro (4 / 5)
CONAD, volantino fino al 14 maggio
Cantina valtidone Cantina Valtidone – Barbera Piacentino Doc: 5.25 euro (2×1) (3,5 / 5) Villa Diana – Nero D’Avola Gattopardo Doc: 4,59 euro (4 / 5) Mionetto – Spumante Prosecco: 7,89 euro (3,5 / 5) Castellino bianco/rosso: 1,69 euro (3,5 / 5) Riunite Riunite – Lambrusco Emilia: 1,89 euro (3,5 / 5) Sensi Sensi – Vernaccia San Gimignano Docg: 4,49 euro (4 / 5) Fratelli Maggi – Bonarda Vivace Oltrepò Pavese Doc: 11,94 euro (6 bottiglie) (2 / 5) Duchessa Lia – Gavi Docg: 5,99 euro (3,5 / 5) Santa Cristina – Giardino Rosè Toscana: 5,89 euro (4 / 5) Vermentino Maremma Canneta: 4,99 euro (3,5 / 5) Astoria – Cuvee Brut Dabon: 3,99 euro (4 / 5)
ESSELUNGA, volantino fino al 22 maggio
Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg, Cantina di Valdobbiadene: 5,39 euro (4 / 5) Vermentino di Gallura Docg, Cantina del Giogantinu: 4,45 euro (4 / 5) Rosé Lancers: 3,49 euro (3,5 / 5) Chardonnay / Cabernet-Merlot, Pasqua: 3,45 euro (3,5 / 5) Bonarda San Zeno, Zonin: 3,89 euro (4 / 5) Barbera d’Asti Superiore Docg Govone: 3,19 euro (4 / 5) Chianti Docg Piccini: 2,84 euro (4 / 5) Lago di Caldaro Terresomme: 2,95 euro (3,5 / 5) Nero di Troia Grifo: 2,64 euro (3,5 / 5)
EUROSPIN, volantino fino al 19 maggio
Falanghina del Sannio Dop: 2,69 euro (3 / 5) Lambrusco di Modena Dop frizzante Rosé: 1,69 euro (3,5 / 5)
FAMILA SUPERSTORE, volantino fino al 22 maggio
Le Vie Dell’uva – Chianti DOCG: 2,99 euro (3,5 / 5)
Le Vie Dell’uva – Merlot Friuli Grave: – 0,80 euro (3,5 / 5)
Bolla – Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Extra Dry: 5,49 euro (3,5 / 5)
GALASSIA IPERMERCATI E SUPERMERCATI, volantino fino al 15 maggio
Salice Salentino Le Vie dell’Uva: 3,99 euro (3,5 / 5) Marta P. Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Brut Millesimato: 6,98 euro (3,5 / 5)
GULLIVER SUPERMERCATI, volantino fino al 20 maggio
Nessun vino con indicazione del prezzo promozionale
IL GIGANTE, volantino fino al 15 maggio
Dolcetto o Barbera d’Alba Produttori di Portacomaro: 4,49 euro (5 / 5) Rosso di Montefalco Doc Ligajo: 4,99 euro (4 / 5) Barbera / Pinot Grigio Oltrepò pavese Doc, Pastori: 2,39 euro (1,5 / 5) Bonarda / Chardonnay / Riesling Oltrepò pavese Doc Le Cascine, Losito e Guarini: 2,39 euro (3 / 5) Cabernet Franc / Sauvignon Blanc Isonzo Doc, Borgo dei Vassalli: 5,49 euro (5 / 5) Marzemino Trentino Doc / Teroldego Igt Concilio: 4,79 euro (4 / 5) Chianti Docg Vecchia Cantina di Montepulciano: 2,99 euro (4 / 5) Barbera, Dolcetto, Rosso Monferrato / Cortese Doc Piemonte: 2,59 euro (3,5 / 5) Bardolino Chiaretto / Bardolino Doc Cantine Pasqua: 3,19 euro (3,5 / 5) Ortrugo, Bonarda amabile / Gutturnio frizzante Colli Piacentini Doc, Poggio al Tidone: 2,49 euro (3,5 / 5) Cerasuolo, Montepulciano d’Abruzzo Doc / Pecorino Igt Colline Pescaresi, Tenuta del Priore: 3,49 euro (3,5 / 5) Moscato dolce / Sangue di Giuda “C’era una volta”, Losito e Guarini: 3,89 euro (4,5 / 5) Spumante millesimato Extra Dry Stefano Bottega: 3,89 euro (3,5 / 5) Prosecco Rosé Doc Treviso, Coste Petrai: 4,79 euro (3,5 / 5) Prosecco Superiore millesimato Conegliano Valdobbiadene Docg, Porta Leone: 5,79 euro (3,5 / 5) Chianti Riserva Docg Piandaccoli: 6,98 euro (3,5 / 5) Vermentino di Toscana Igt Fattoria il Palagio: 4,49 euro (3,5 / 5) Rosso Toscana Igt Il Prugnolo, La Pieve: 8,99 euro (4 / 5) Vin Santo del Chianti Doc, La Pieve: 7,99 euro (3,5 / 5)
SELEZIONE EMILIA ROMAGNA-TOSCANA: Vini Tenute del Cerro: 8,39 euro (5 / 5) Vini Galassi: 2,79 euro (5 / 5) Vino Nobile di Montepulciano Docg Campone, Frescobaldi: 8,99 euro [4.5] Vini La Valorosa: 3,29 euro (5 / 5) Gutturnio Doc L’intenso, Piani Castellani: 5,29 euro (3,5 / 5) Brunello di Montalcino Docg, Villa Poggio Salvi: 21,90 euro (5 / 5) Malvasia / Bonarda Doc Colli Piacentini, Dante 45: 3,39 euro (5 / 5) Albana Romagna Doc, Azienda agricola Branchini: 5,79 euro (5 / 5)
IPERAL, volantino fino al 21 maggio
Pinot frizzante Igt Maschio: 3 euro (3,5 / 5) Lambrusco Emilia, Cavicchioli: sconto 16% (3,5 / 5) Trebbiano Doc Setabianca: sconto 33% (3,5 / 5) Ortrugo Doc Castelli del Duca: sconto 23% (3,5 / 5) Lambrusco di Modena Doc Il Baluardo: sconto 24% (3 / 5) Primitivo Salento Igp Notte Rossa: 3,59 euro (5 / 5) Negroamaro Igt Settearchi: 3,25 euro (3,5 / 5) Chianti Riserva Docg Piccini: 3,65 euro (5 / 5) Montepulciano d’Abruzzo Doc Riparosso: 5,19 euro (5 / 5) Rosso Classico Superiore Cirò Riserva, Caparra&Siciliani: 4,19 euro (5 / 5) Vermentino Toscana Igt Giglio del Duca: 3,29 euro (3,5 / 5) Pinot Grigio Bacchichetto: 3,69 euro (3,5 / 5) Barbera d’Asti Docg, Dezzani: 3,89 euro (3,5 / 5) Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Valdo: 5,49 euro (3,5 / 5) Verdeca Salento Igp, Feudo Apuliano: 3,45 euro (4 / 5) Muller Thurgau Trentino Doc, Mezzacorona: 3,99 euro (3,5 / 5) Valpolicella Superiore Doc La Rotonda, Cantina di Illasi: 4,99 euro (3,5 / 5) Ruché di Castagnole Monferrato Docg, Dezzani: 7,49 euro (4 / 5) Catarratto Igt Terre Siciliane Matinata, Cantine Madaudo: 2,49 euro (3,5 / 5)
IPERCOOP, volantino fino al 15 maggio
Vini Barbanera: sconto 40% (4 / 5) Vini Villa Folini: sconto 40% (3,5 / 5) Lancers Lancers – Rosé / Bianco: 3,69 euro (3,5 / 5) Turà – Bianco O Rosato Trevenezie Frizzante Igt: 2,15 euro (3,5 / 5) Cantine Riunite – Lambrusco Emilia Igt: 2,63 euro (3 / 5) Sant’Anna – Prosecco Doc Brut: 4,74 euro (3,5 / 5) Sartori – Ripasso Valpolicella Superiore D.O.C. Vigneti Di Valdimezzo: 6,70 euro (3,5 / 5)
IPER LA GRANDE I, volantino fino al 26 maggio
Terre Nardin – Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG Extra Dry: 5,99 euro (3,5 / 5)
Gasparetto – Asolo Prosecco Superiore DOCG Brut o Extra Dry: 5,39 euro (3,5 / 5)
Babulle – Spumante Millesimato Blanc De Blancs o Rosè Extra Dry: 2,79 euro (3,5 / 5)
Gasparetto – Prosecco DOC Treviso Extra Dry o Prosecco Rosè DOC Brut: 4,39 euro (3,5 / 5)
Vini al supermercato è la rubrica dedicata al vino in vendita nelle maggiori insegne di supermercati presenti in Italia. Nella Gdo viene venduta la maggior percentuale di vino italiano. Qui potrai trovare recensioni, punteggi e opinioni sui migliori vini in vendita nella Grande distribuzione organizzata, valutati con cognizione di causa, spirito critico costruttivo e l’indipendenza editoriale che ci caratterizza. Inoltre, una rubrica sempre aggiornata sui migliori vini in promozione presenti sui volantini delle offerte delle maggiori insegne di supermercati italiani. Vini al Supermercato è la guida autorevole ai vini in vendita in Gdo, con una pubblicazione annuale delle migliori etichette degustate alla cieca dalla nostra redazione. Seguici anche su Facebook ed Instagram. Sostieni la nostra testata giornalistica indipendente con una donazione a questo link.
Un weekend insolito per scoprire un territorio unico attraverso i suoi prodotti tipici: il vino Erbaluce, le mele, il riso di Baraggia, unica Dop di riso italiano e il miele. È l’occasione offerta dall’E-Bike Food Festival della Serra Morenica, kermesse alla prima edizione in programma a Roppolo, in provincia di Biella, sabato 11 e domenica 12 maggio. Promosso da Biella & Buona e Slowland Piemonte, l’E-Bike Food Fest della Serra Morenica è un viaggio tra sapori e paesaggi lungo le rive del Lago di Viverone, situato a meno di un centinaio di chilometri da Milano e a poco più di cinquanta da Torino.
IL PROGRAMMA DELL’E-BIKE FOOD FESTIVAL DELLA SERRA MORENICA
Sabato 11 maggio, con partenza dal Castello di Roppolo alle 14.30, è possibile scegliere tra due facili percorsi di 30 chilometri, uno sul lato biellese e uno sul versante canavesano. Per entrambi il costo è di 15 euro e include le degustazioni, il noleggio dell’e-bike e la guida ciclo-turistica. Per chi vuole partecipare con una propria bicicletta il costo è di 5 euro. La prenotazione è sempre obbligatoria e si può effettuare qui per entrambi i circuiti.
Domenica 12 maggio il tour del gusto prosegue nelle vie intorno all’antico e misterioso Castello di Roppolo con il mercato contadino e le altre specialità gastronomiche del luogo. Sarà inoltre disponibile uno spazio per il noleggio di e-bike per conoscere, questa volta in autonomia, tutte le aziende agricole visitate il giorno precedente. Qui maggiori dettagli e prenotazioni obbligatorie.
PAOLA GIANOTTI MADRINA DELL’EVENTO
“Gli itinerari dell’E-Bike Food Fest attraversano alcune delle aree più suggestive della Serra Morenica», spiega Paola Gianotti, madrina dell’evento e ultraciclista detentrice di quattro record del mondo registrati nel Guinness dei primati, incluso quello di donna più veloce del pianeta ad aver fatto il giro del mondo in bici.
«Le mie radici sono qui – continua – mi alleno qui da sempre. Per preservare questi luoghi è importante che siamo conosciuti da tutti, il turismo sostenibile e rispettoso dell’ambiente è la strada da percorrere. Roppolo è un paese che ben rappresenta l’attenzione per le nuove tendenze del turismo lento, non a caso sarà il centro di questo evento. Un paese che in questi ultimi anni è giustamente stato riscoperto per il suo castello, le vedute sul paesaggio e la natura».
E-BIKE FOOD FEST 2024
Mercoledì 8 maggio Convegno: Innovare nelle zone rurali. Area vasta tra Biellese, Vercellese e Canavese Ore 18.00, Salone Polivalente, Roppolo (BI) Via Marconi, Cortile della Posta
Evento gratuito. Interverranno: Filippo Barbera, RiAbitare l’Italia; Nazarena Lanza, Slow Food Travel Montagne Biellesi e Città Arcipelago Fondazione Pistoletto; Enrico Giacopelli, coordinatore del progetto del Museo a cielo aperto dell’architettura moderna d’Ivrea. Presenta: Pancrazio Bertaccini, Assessore al turismo Comune di Roppolo.
Sabato 11 maggio Itinerario 1: in e-bike dai produttori del Biellese con guida ciclo-escursionistica Partenza dal Castello di Roppolo alle 14 con rientro attorno alle 19 Lunghezza: 30 km – Difficoltà: facile Costo: 15 € con noleggio e-bike; 5 € con bici muscolare o assistita propria.
Visite: Ca’ Riunci –Canavese Doc Rosato Guerrini – Riso di Baraggia Dop Cascina Torrine – Erbe spontanee e allevamento Pozzo – Vino Erbaluce di Caluso Docg
Itinerario 2: in e-bike dai produttori del Canavese con guida ciclo-escursionistica Partenza dal Castello di Roppolo alle 14 con rientro attorno alle 19 Lunghezza: 30 km – Difficoltà: facile Costo: 15 € con noleggio e-bike; 5 € con bici muscolare o assistita propria. Prenotazione obbligatoria qui.
Visite: Il Frutteto di Marta e Maria – mele di antiche varietà Le Querce – miele con Presidio Slowfood Castello di Azeglio – Erbaluce Docg e vino passito Tenuta Campera – Vino della vigna di “Sape neire” – vino rosso e bianco dell’oste della Trattoria Tarello
Domenica 12 maggio – Castello di Roppolo Mercatino e bancarelle di produttori del Biellese e del Canavese Dalle 10:00 alle 16:00
Laboratorio di riparazione d’urgenza delle bici e e-bike Ore 11 e 15 presso lo stand di “A ruota libera”
Stand di noleggio e-bike per visite su appuntamento dai produttori: Agricola Pastoris – Vino Erbaluce di Caluso Docg biologico Azienda Agricola Pozzo – Vino Erbaluce di Caluso Docg Azienda Agricola Manfrinati – Vino biologico Azienda Agricola Davide Zola – Frutta e verdura Amedeo Ferragatta – zafferano
Strutture convenzionate a Roppolo
Per mangiare (prenotazione obbligatoria) Ristorante Tarello Tenuta Variselle
Per dormire Tenuta Variselle B&B Le Lune Casa del Movimento lento Villa Emilia
Per chi arriva in treno Navetta dalla stazione di Santhià (a pagamento con Bellotti autonoleggio)
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Milleduecento euro. Una “paghetta” più che mai ragguardevole per un ragazzino di 11 anni, guidato passo dopo passo dal padre vignaiolo nella realizzazione del suo primo vino. Con quei soldi, Jacopo Bonanini avrebbe potuto finalmente comprarsi il tanto desiderato paio di “Jordan”, celebre brand di scarpe Nike intitolate al campione di basket Michael Jordan, del costo di 400 euro, già indossate da qualche compagno di scuola. E regalarsi pure l’agognato volante nuovo, per sfrecciare ancora più veloce con la PlayStation. Ma una volta terminato il lavoro, ha deciso di donare l’intero ricavato delle vendite delle sue prime bottiglie di vino delle Cinque Terre al reparto di oncologia dell’ospedale Gaslini di Genova, vera eccellenza italiana nella cura delle patologie dei bambini.
Non è un caso se questa bella storia arrivi dall’angolo più fragile e al contempo più suggestivo della Liguria. E non è un caso che il protagonista sia proprio Jacopo, 11 anni, figlio di Samuele Heydi Bonanini, titolare dell’Azienda agricola Possa, a Riomaggiore. Siamo a casa di uno dei grandi interpreti dei vini eroici delle Cinque Terre, in una cantina che è molto più di una fucina artigianale dedita alla produzione dello Sciacchetrà e degli altri nettari tipici della zona. Possa, già “Cantina dell’Anno Nord Italia 2023” per la Guida Top 100 Migliori Vini italiani di winemag.it, è teatro di numerose iniziative benefiche sul proprio territorio, che coinvolgono bambini delle scuole locali e migranti. Un guardiano del territorio, Samuele Heydi Bonanini, che rifiuta di essere definito «eroe», preferendo i fatti e il cuore alle facili lusinghe.
JACOPO E IL SUO PRIMO VINO: RICAVATO IN BENEFICENZA AL GASLINI
«Mi aspettavo che il passaggio dalle scuole elementari alle scuole medie fosse cruciale per mio figlio – spiega a winemag.it il vignaiolo custode delle Cinque Terre – così come per tutti gli adolescenti. Un periodo che è coinciso con l’inizio di alcune richieste particolari, che non aveva mai fatto prima. A fronte di quella di un paio di scarpe Jordan da 400 euro, a quanto pare indossate da alcuni compagni di scuola, ho cercato di farlo ragionare sulla somma, ma anche sul fatto che, nell’ultimo anno, aveva cambiato già tre taglie! Dopo un po’ si è presentato con un’altra richiesta: un volante nuovo per la PlayStation».
«Eravamo sotto vendemmia – continua Bonanini – e ho colto la palla al balzo per un patto: gli ho detto che avrebbe potuto realizzare il suo primo vino e comprarsi quello che voleva con il ricavato. Ha accettato subito e ha lavorato sodo, seguendo passo dopo passo le mie indicazioni in cantina. A vendite quasi ultimate delle 60 bottiglie prodotte, se ne è uscito con l’idea di devolvere tutto il ricavato al Gaslini, al posto di comprarsi le scarpe Nike e l’accessorio per la Play: una bella lezione data da un bambino di 11 anni». Jacopo conosce i corridoi del noto ospedale di Genova, dove è già stato operato due volte. La prima a 23 giorni dalla nascita e la seconda un anno fa.
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IL VINO BIANCO “U PAPU” DI AZIENDA AGRICOLA POSSA
«È molto curioso – evidenzia il patron di Possa – e, come sempre, ha riempito di domande i suoi interlocutori, in quel caso i medici del Gaslini. Ha scoperto così il sistema delle donazioni, che consentono alla struttura di dotarsi di nuovi macchinari all’avanguardia, oltre che di nuove sale e stanze dove vengono poi accolti e curati altri bambini come lui. Una storia che deve averlo impressionato, tanto da convincerlo a donare il ricavato del suo primo vino proprio in favore dell’ospedale dove lui stesso ha ricevuto delle cure. Ora ci stiamo organizzando con il primario per la consegna della somma: una sorta di breve cerimonia, alla quale mio figlio non vede l’ora di partecipare».
Il primo vino di Jacopo Bonanini, dalla caratteristica etichetta che contraddistingue i vini dell’Azienda agricola Possa, è ottenuto dalla vinificazione di 80 chilogrammi di uve di varietà locali a bacca bianca, diraspate chicco per chicco dal giovane winemaker. Si chiama “U papu“, contrazione dialettale del nome “Jacopo” col quale il neo vignaiolo provetto viene chiamato dagli anziani di Riomaggiore. Per le strade del paese delle Cinque Terre lo conoscono in tanti. Ma da qualche giorno Jacopo ha un tratto distintivo in più: delle Jordan nuove fiammanti, che gli ha regalato papà. «Modello da 100 euro!», tiene a precisare Samuel Bonanini. Suole antishock d’ordinanza, per reggere i battiti di un cuore “grande così”. Quello ereditato da mamma e papà.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
FOTONOTIZIA – «Il 2024 sarà un anno speciale per il nostro Consorzio! Festeggeremo i 60 anni dalla sua nascita e vogliamo celebrare questo importante traguardo di impegno, promozione e valorizzazione dei nostri vini e del nostro meraviglioso territorio presentando con orgoglio il logo del Consorzio Tutela Vini Collio dedicato all’anniversario». L’ente con sede a Cormons (GO), presieduto da David Buzzinelli, ha annunciato così, nelle scorse ore, i preparativi per il prossimo anno, lanciando la nuova effige che celebra le “Nozze di Diamante” del Consorzio goriziano.
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È morto Piergiorgio Cielo, ideatore del vino Freschello. Con un’abilità naturale nel commercio, si conquistò la fiducia tra le osterie del basso vicentino, collocando con successo il vino prodotto nella cantina di famiglia. A 20 anni, ritornò alla sua terra natale, determinato a far crescere l’azienda di famiglia. Con l’aiuto dei suoi fratelli, Piergiorgio trasformò l’impresa in un successo nazionale, dando vita al vino Freschello, per oltre 15 anni il vino in bottiglia più venduto nella grande distribuzione italiana.
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Verso Natale con il vino in promozione al supermercato: fioccano i 5 cestelli. Il punto della situazione sui volantini delle maggiori insegne Gdo nazionali, nella consueta rubrica di Vinialsuper.
ALDI, volantino fino al 10 dicembre
Pinot Grigio Igt Provincia di Pavia: 2,99 euro (3,5 / 5)
Rosé Millesimato Extra Dry: 4,49 euro (3,5 / 5)
Orvieto Classico Doc Roversi: 2,19 euro (3 / 5)
Zerozecco Spumante Analcolico: 2,79 euro (3 / 5)
Falanghina Benevento Igp Coppiere: 1,99 euro (3 / 5)
Cannonau di Sardegna Doc: 2,99 euro (3,5 / 5)
ALDI, volantino fino al 31 dicembre
Prosecco Bio Doc: 5,49 euro (3,5 / 5)
Coppiere Traminer Trevenezie Igt: 3,99 euro (3,5 / 5)
Aimone Vino Bianco/Rosso: 3,49 euro (3,5 / 5)
Tor del Colle Malvasia Nera del Salento Igt: 3,99 euro (3,5 / 5)
Vini al supermercato è la rubrica dedicata al vino in vendita nelle maggiori insegne di supermercati presenti in Italia. Nella Gdo viene venduta la maggior percentuale di vino italiano. Qui potrai trovare recensioni, punteggi e opinioni sui migliori vini in vendita nella Grande distribuzione organizzata, valutati con cognizione di causa, spirito critico costruttivo e l’indipendenza editoriale che ci caratterizza. Inoltre, una rubrica sempre aggiornata sui migliori vini in promozione presenti sui volantini delle offerte delle maggiori insegne di supermercati italiani. Vini al Supermercato è la guida autorevole ai vini in vendita in Gdo, con una pubblicazione annuale delle migliori etichette degustate alla cieca dalla nostra redazione. Seguici anche su Facebook ed Instagram. Sostieni la nostra testata giornalistica indipendente con una donazione a questo link.
Non solo critiche al nuovo sistema di etichettatura vini dell’Ue che entrerà in vigore l’8 dicembre 2023, in seguito alla comunicazione pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 24 Novembre. «Eravamo già molto soddisfatti per aver contribuito alla definizione dell’obbligo di indicare nell’etichetta elettronica il mosto d’uva concentrato e il saccarosio tra gli ingredienti per l’arricchimento dei vini – afferma Marco Bertagni, presidente delle associazioni di settore dei mosti FederMosti e MUST – ma lo siamo ancora di più adesso che la dizione “ingredienti” è stata oggetto di un upgrading. Andrà posta nell’etichetta cartacea e da lì, attraverso il QR Code, il consumatore acquisirà in maniera diretta un’informazione fondamentale, ovvero se il vino è stato arricchito con un derivato dell’uva, o con uno zucchero esogeno a questa filiera».
Le sostanze utilizzate per l’arricchimento sono considerate ingredienti «nella misura in cui sono aggiunte durante la produzione e presenti nel prodotto finito», anche se sotto forma modificata, e devono pertanto essere indicate nell’elenco degli ingredienti. I termini «mosto di uve concentrato» e «mosto di uve concentrato rettificato» possono essere sostituiti ciascuno dall’indicazione «mosto di uve concentrato» oppure possono essere raggruppati e figurare nell’elenco degli ingredienti soltanto come «mosto di uve concentrato». Il saccarosio, l’altra sostanza ammessa per l’arricchimento, deve essere indicato separatamente.
«Siamo dispiaciuti per i produttori di vino per la tempistica, inadeguata, con cui l’Unione Europea ha diramato le disposizioni operative – conclude Bertagni – che costringerà a modificare molte etichette già stampate. Tuttavia, per quanto riguarda l’esplicita indicazione dello zucchero in etichetta cartacea tramite QR Code, si tratta di un successo pieno, che all’inizio del processo di revisione dell’etichettatura dei vini sembrava una chimera».
Etichettatura vino, UE cambia regole al 90°: QR code non basta, insorgono produttori
Etichettatura vino, UE cambia regole al 90° QR code non basta più. Insorgono I produttori: milioni di etichette a rischio distruzione
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