Trentino appello dei Vignaioli a Regione Consorzio Vini Riduzione rese del 20 30
Ridurre oggi le rese dei vini Doc e Igt del 20-30%, per non svenderli domani, quando l’emergenza Covid-19 sarà solo un brutto ricordo (ma si continuerà a pagarne le conseguenze). Questo lo spirito della richiesta inoltrata oggi dai Vignaioli del Trentino all’Assessore all’Agricoltura Giulia Zanotelli e al presidente del Consorzio Vini del Trentino Pietro Patton. Una proposta che va ben oltre l’emergenza Coronavirus. A chiarirlo è Lorenzo Cesconi, presidente del Consorzio Vignaioli del Trentino.
Riteniamo che questo frangente possa rappresentare l’occasione per lavorare assieme ad un coraggioso rilancio del nostro settore, avviando un nuovo percorso di dialogo e confronto tra le categorie e tra queste e le Istituzioni, per mettere in campo politiche strutturali e di sistema come un provvedimento d’urgenza finalizzato alla riduzione della resa massima di uva a ettaro e della relativa resa di trasformazione in vino”.
“Lo scopo – continua Cesconi – è di di conseguire un migliore equilibrio di mercato. Certi che la funzione di tutela delle denominazioni passi anche dalla tutela del livello dei prezzi, a nostro avviso già troppo bassi in Trentino, la proposta che avanziamo è quella di prevedere sia per le Doc che per le Igt un taglio orizzontale tra il 20% e il 30% delle rese, al contempo vietando la produzione di superi”.
“Il rischio concreto – scrive ancora Lorenzo Cesconi – è che un eccesso di offerta sulla domanda e contemporaneamente una prolungata stagnazione della domanda, connessa anche al regime ridotto cui sarà costretto il canale Horeca, possa portare ad un’ulteriore riduzione dei prezzi, tanto delle uve quanto del vino trentino”.
Per questo, sempre secondo i Vignaioli trentini, le giacenze di prodotto e, più in generale, la tutela delle denominazioni dovrebbero essere al centro dell’agenda della politica del vino, “prima della vendemmia 2020“.
“Problemi, questi – conclude Cesconi – che andranno ad aggiungersi al calo dei consumi legati alla chiusura di bar e ristoranti, agli impedimenti nel reclutamento della manodopera e alle difficoltà finanziarie delle aziende”.
La proposta di riduzione delle rese avanzate oggi dai Vignaioli del Trentino trova conformità con quella di Coldiretti. Nel “piano salva vigneti” presentato alla ministra Teresa Bellanova, l’associazione che tutela gli agricoltori italiani avanza l’ipotesi di una “vendemmia verde su almeno 30 mila ettari, per una riduzione di almeno altri 3 milioni di ettolitri della produzione sui vini di qualità”.
In questo modo, secondo Coldiretti “si eviterebbe l’eccesso di offerta, a fronte delle conseguenze della pandemia sui consumi internazionali per effetto delle difficoltà logistiche, della disinformazione, strumentalizzazione e concorrenza sleale con la campagna denigratoria sui prodotti italiani“.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Cembrani Doc un vino al giorno per scoprire la Val di Cembra in una settimana 8
È il regno dei muretti a secco, con ben 708 chilometri che si rincorrono tra le viti verticali, ma soprattutto di grandi vini bianchi, degni del ricco panorama del Made in Italy enologico. La Val di Cembra, in Trentino, rappresenta uno dei territori dal maggior potenziale di crescita, nel Bel paese. Merito anche del Consorzio Cembrani Doc.
Sette i vini proposti in degustazione dall’associazione di produttori trentina in occasione della XXXII Rassegna Internazionale Müller Thurgau. Tutte etichette “di territorio”, rispettose di un logo – quello, appunto, del Consorzio Cembrani Doc – che rappresenta un bicchiere di vino stilizzato, composto dalle iniziali “C” e “D”, riempito con i profili dei muretti a secco, circondati dalle viti e lambiti dal fiume Avisio, che nei secoli ha eroso i declivi.
“Abbiamo scelto un prodotto per azienda in degustazione – spiega Mara Lona, referente dei Cembrani – per mostrare che Valle di Cembra non significa solo Müller Thurgau, ma che la varietà di vitigni meritevoli d’attenzione nella nostra zona è più ampia”.
SETTE VINI PER SCOPRIRE LA VALLE DI CEMBRA
1)Spumante Metodo Classico Brut 2011 “Cimbrus”, Alfio Nicolodi: 88/100
Sboccatura luglio 2018 per questo Champenoise prodotto con l’antica uva Lagarino bianco, salvata dalla scomparsa da produttori attenti e appassionati come Alfio Nicolodi. Basti pensare che nell’intera Valle di Cembra se ne lavorano annualmente 15 mila quintali.
Perlage fine alla vista per questa bollicina non convenzionale. Al naso i marcatori tipici degli spumanti di montagna: alla frutta tendente al maturo (pesca) si affianca una nota burrosa, cremosa, oltre a freschi sbuffi di erbe alpine.
In bocca colpisce per la gran freschezza, balsamica, che sorregge il sorso verso una chiusura mentolata, piena, molto più dell’ingresso fruttato. In centro bocca, la nota minerale segna un punto di stacco di questo Metodo classico ancora in evoluzione.
I vigneti di Lagarino bianco di Nicolodi si trovano a 600 metri sul livello del mare e affondano le radici su terreni porfirici, anche se il vignaiolo ha già impiantato a mille metri di altezza. La varietà si distingue infatti per l’altissima resistenza alle temperature rigide invernali, alle sferzate di vento e alla peronospora più che all’oidio.
Per questo è presente in Valle di Cembra, oltre che per la notevole vigoria produttiva. Può arrivare tranquillamente a 150 quintali per ettaro, ma Alfio Nicolodi contiene la produzione tra i 95 e i 105 quintali ettaro.
La caratteristica che rende il Lagarino bianco perfetto per la spumantizzazione è però la notevole acidità, misurabile analiticamente. La raccolta avviene tra la fine di settembre e la prima settimana di ottobre, a piena maturazione.
Il grappolo – tra i 16 e i 22 centimetri di lunghezza e i 6, 7 di circonferenza – è a spirale, con un’aletta. La buccia degli acini e sottilissima. Un vitigno da valorizzare, che merita grande attenzione.
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2) Igt Vigneti delle Dolomiti 2017 “708 chilometri Cembrani Bianco”, Cembrani Doc: 89/100
È stata messa sul mercato da pochi giorni questa etichetta prodotta grazie a una selezione di uve del 90% degli associati del Consorzio Cembrani Doc. Il nome del vino richiama l’estensione dei muretti a secco in Valle di Cembra.
Solo 2500 bottiglie: una tiratura limitata per questo blend di Müller Thurgau (60%) e Riesling (40%). Giallo paglierino pieno, luminoso.
Naso balsamico, di talco e fiore del sambuco, accenno di radice di liquirizia e di idrocarburo. Sorso piuttosto rotondo e morbido, dominato da frutta matura come pesca e litchi.
Salinità e freschezza controbilanciano le percezioni fruttate “grasse” e accompagnano verso un retro olfattivo pieno. Prima annata nel 2013 per questa etichetta “di Consorzio”. Si passa poi a 2015, 2016 e, appunto, 2017.
3) Vigneti delle Dolomiti Igt Müller Thurgau 2018, Azienda Agricola Simoni: 85/100 Vino che si distingue per la gran facilità di beva: un’espressione di Müller Thurgau sincera, tradizionale e artigianale. Naso suadente e palato che mostra la gioventù del nettare. Bei risvolti minerali in chiusura, che allungano la persistenza e complessità del sorso. Quattromila le bottiglie complessive.
L’Azienda Agricola Simoni è stata fondata nel 1918 da Giuseppe Simoni, che ha trasmesso la sua passione alle successive tre generazioni. I vini prodotti sono frutto dei vigneti del Comune di Giovo, contraddistinti da un terreno calcareo che contribuisce ad esaltare le note minerali.
4) Trentino Doc Müller Thurgau 2016 “Vigna delle Forche”, Cembra Cantina di Montagna: 93/100
Si tratta di uno dei progetti di vigneto di “alta quota” di Cembra Cantina di Montagna, situato a 872 metri di altezza. Uno studio svolto in collaborazione con l’Istituto agrario di San Michele all’Adige (TN), che ha mappato tutta la Val di Cembra nell’ottica di una sua zonazione.
Colore invitante e tipico – giallo paglierino con riflessi verdolini – e naso molto intrigante. Origano, macchia mediterranea, salvia, nota talcata, sambuco e burrosa. In bocca salino e verticale in ingresso.
Gioca su note corrispondenti, in un quadro di perfetta corrispondenza gusto olfattiva. Chiude minerale e balsamico, su un’infinita persistenza. Seimila bottiglie complessive per l’ottimo “Vigna delle Forche”.
5) Igt Dolomiti 2016 “Kròz Bianco”, Villa Corniole: 92/100
“Kròz Bianco”, ovvero il Monte Corona. Terrazzamenti da 500 a 800 metri sul livello del mare. È qui che nasce uno dei migliori uvaggi della Valle di Cembra, su iniziativa di Villa Corniole. Chardonnay per il 75% e Müller Thurgau per il 25%, in anteprima.
Giallo paglierino carico, alla vista. Al naso fiori di camomilla, frutto pieno, a polpa bianca e gialla, splendidi richiami di salvia e verbena che portano la mente a quelle alture. Gli sbuffi minerali conducono invece al terreno, prettamente calcareo.
In bocca “Kròz Bianco” entra dritto e al contempo largo, come pochi vini bianchi italiani sanno fare. A un’ottima salinità e freschezza risponde il frutto, giustamente maturo e di grandissima precisione. Un equilibrio giocato sulla pienezza, che a sorso compito si tramuta in un ottimo allungo, su note corrispondenti.
Solo 4 mila bottiglie per questa vera e propria chicca della Val di Cembra, ottenuta in maniera molto sapiente da Villa Corniole, realtà famigliare di 10 ettari complessivi che mostra così grande abilità in cantina, oltre che in vigneto.
Lo Chardonnay fermenta per tre quarti in barrique prima di essere unito al Müller, dopo circa un anno. Un altro anno di “vetro” precede la commercializzazione. L’annata in commercio è proprio la 2016.
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6) Trentino Doc Riesling 2016, Zanotelli Azienda Agricola: 94/100 Sul mercato da un paio di mesi, questo strepitoso Riesling trentino che per la prima volta si presenta in renana bassa. Un altro vino capace di sfoderare un’anima sia larga che verticale, con note di frutta esotica a polpa gialla e di agrumi, tra la buccia e il succo, oltre agli accenni di idrocarburo.
Gran talco e balsamicità, macchia mediterranea che si snoda sul rosmarino. Slancio salino dal centro bocca alla lunga chiusura, freschissima e nuovamente balsamica. Leggera percezione di tannino in chiusura, che asciuga assieme a un minerale in gran evidenza, capace di ricomporre nel calice la matrice calcarea del terreno.
I vigneti si trovano a Saosènt (Cembra), tra i 600 e i 750 metri di altezza. La resa è pari alla metà di quanto consentito dal disciplinare di produzione: 70 quintali per ettaro. Fermentazione in acciaio inox a temperatura controllato e lungo affinamento in bottiglia per questo Riesling, elegante e fine.
7) Trentino Doc Chardonnay 2016 “Ror”, Cantina Corvée: 88/100
Prima annata di “Ror” per questa nuova realtà della Valle di Cembra, vicina per filosofia alla famiglia dei Cembrani Doc. Nome curioso “Corvée”, che riporta al feudalesimo francese. I vassalli chiamavano così le giornate di lavoro, spesso non retribuite, nei campi del loro signore. In Val di Cembra fu costruita così gran parte dei muretti a secco.
Il progetto della Cantina Corvée vede impegnati otto viticoltori della zona. Naso prezioso, intenso e ampio per lo Chardonnay “Ror”, prodotto in particolare da Michele e Mauro Nardin: i chiari richiami di chiodi di garofano ed erbe alpine si fondono alla perfezione con le note fruttate di pesca gialla e mela farinosa. Non manca un accenno di pietra focaia.
Colpisce anche al palato per la gran struttura, data da una freschezza dirompente. Il sorso, tuttavia, lascia spazio alle note fruttate di esprimersi, accanto alla mentolata acidità. La chiusura vira su una leggera spezia e sul verde alpino.
Ottenuto dalla vigna ai piedi del Monte Avvoltorio, nel Comune di Altavalle (località Faver), a 560 metri sul livello del mare, lo Chardonnay “Roré” viene vinificato in acciaio e sosta sui lieviti 8 mesi prima di essere imbottigliato.
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***DISCLAIMER*** L’articolo è frutto di un accordo tra la nostra testata e l’associazione Cembrani Doc. I commenti espressi sono comunque frutto della completa autonomia di giudizio della nostra testata, nel rispetto assoluto dei nostri lettori
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Il Müller Thurgau Sfida bene il tempo. I vincitori del 16° Concorso di Cembra 4
CEMBRA LUSIGNAGO – Il Müller Thurgau? Buono d’annata, ma ancor meglio con qualche anno sulle spalle. Questa l’indicazione principale della 16a edizione del Concorso Internazionale Vini Müller Thurgau, i cui risultati sono stati annunciati ieri sera, a Cembra Lusignago (TN).
Tre delle 11 medaglie d’oro assegnate dalla giuria – composta da 18 esperti del settore – sono andate a Müller Thurgau della vendemmia 2017. Vini, dunque, con un anno in più sulle spalle rispetto all’annata generalmente in commercio.
“La varietà – ha commentato Mattia Clementi, Presidente del Comitato Mostra – è sempre stata considerata perfetta per la produzione di vini d’annata. Il risultato di questa edizione del Concorso rivela invece che il Müller Thurgau può dare vini longevi nei territori più vocati. Etichette diverse, che hanno molto da raccontare”.
A fronte dell’entusiasmo per il risultato conseguito dalla vendemmia 2017, nell’ambito di una Rassegna che ha visto protagonista la vendemmia 2018, resta un dato di fatto. La pressione della ristorazione nei confronti dei produttori di Müller resta per le annate in commercio.
D’altro canto, sono pochissimi i produttori disposti a tenere in cantina per lungo tempo una varietà ormai conosciuta dalla maggior parte consumatori per la prontezza della beva, a pochi mesi dalla vendemmia. La rivoluzione del Müller Thurgau come vino da lungo affinamento, insomma, deve ancora aspettare.
Ma non è un problema. Sono note le difficoltà anche in altri territori “bianchisti” italiani che stanno tentando di (ri)posizionarsi sul mercato nazionale e internazionale. Il caso del Soave, in Veneto, o del Gavi, in Piemonte, fa d scuola in questi termini.
A una comunicazione efficace non corrispondono scorte di cantina delle vecchie annate, utili a soddisfare le eventuali richieste dei consumatori attenti. Non resta allora che rivolgersi ai consumatori furbi: quelli in grado di comprendere le potenzialità dei vini d’annata, da acquistare oggi e bere negli anni a venire.
I VINI PREMIATI
A ricevere la Medaglia d’Oro, in particolare, 8 vini trentini: Trentino DOC Müller Thurgau San Lorenz 2018 di Azienda Agricola Bellaveder; Trentino DOC Müller Thurgau Castel Firmian 2018 di Cantina Mezzacorona; Trentino DOC Müller Thurgau 2018 di Cantina Rotaliana di Mezzolombardo.
E ancora: Trentino DOC Müller Thurgau Vigna delle Forche 2017 e Trentino DOC Müller Thurgau Classici 2028 Cembra Cantina di montagna; Trentino DOC Superiore Valle di Cembra Müller Thurgau Pietramontis 2017 e Trentino DOC Superiore Valle di Cembra Müller Thurgau Pietramontis 2018 di Villa Corniole; Trentino DOC Müller Thurgau Vigna Servis 2018 di Vivallis).
Due gli altoatesini (Alto Adige Müller Thurgau DOC Graun 2017 di Cantina Produttori Cortaccia e Alto Adige Müller Thurgau DOC Merus 2018 di Tiefenbrunner) e uno svizzero (Müller Thurgau AOC Thurgau 2018 di Wolfer).
Medaglia d’Argento, invece, per 4 vini trentini (Trentino DOC Müller Thurgau 2018 di Cantina Aldeno; Trentino DOC Müller Thurgau 2018 Vini del Gelso 2018 di Cantina Sociale Mori Colli Zugna; Trentino DOC Müller Thurgau 2018 di Cantina Toblino e Trentino DOC Superiore Valle di Cembra Müller Thurgau Le Strope 2018 di Società Agricola Zanotelli Elio e F.lli).
Due gli altoatesini (Alto Adige Valle d’Isarco Müller Thurgau DOC Praepositus 2018 di Abbazia di Novacella e Alto Adige Val Venosta Müller Thurgau DOC 2018 di Azienda Agricola Unterotl – Castel Juval) e un tedesco (2018 Hagnauer Sonnenufer Müller Thurgau trocken di Winzerverein Hagnau).
Il 30% dei vini che hanno ottenuto tra 80 e 84,99 punti si sono aggiudicati la Medaglia d’Argento. Quelli tra 85 e 89,99 la Medaglia d’Oro. All’edizione 2019 del Concorso Internazionale Vini Müller Thurgau non è dunque stata assegnata nessuna Gran Medaglia d’Oro (vini con punteggio medio superiore ai 90 punti).
I vini in concorso potranno essere degustati fino a domani, domenica 7 luglio, nella splendida cornice di Palazzo Maffei, a Cembra Lusignago. Un’occasione per scoprire nel calice i tesori della viticoltura eroica trentina.
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TRENTO – Il fascino senza tempo dei castelli del Trentino, la suggestione romantica della luce che lentamente si smorza all’imbrunire, la golosa tentazione di un aperitivo gourmet a base di eccellenze del territorio, accompagnato da vini e da grappe trentini di grande qualità: come non farsi tentare da Castelli DiVini 2019, la rassegna di successo che la Strada del Vino e dei Sapori del Trentino propone per il quinto anno consecutivo.
Ancora una volta, l’appuntamento per appassionati e curiosi, all’ombra di antiche mura custodi di secoli di storia, è fissato per gli ultimi venerdì dei mesi estivi. La prima data da segnare sul calendario è quella di venerdì 28 giugno, presso il medievale Castello di Segonzano, i cui maestosi ruderi merlati spuntano da uno sperone roccioso che domina la Valle di Cembra.
Il secondo appuntamento è fissato per il 26 luglio: la location prescelta è quella di Castel Restor, con la sua caratteristica torre duecentesca, a Comano Terme. Gran finale il 30 agosto al Castello di Avio, tra i più noti ed antichi monumenti fortificati del Trentino, oggi patrimonio del Fondo Ambiente Italiano.
I tre eventi saranno accompagnati dalle note eseguite dal nuovo Ensemble di Trento guidato dal Maestro Lorenzo Bertoldi: un tocco di magia in più per ingentilire ulteriormente queste emozionanti serate.
Ai tre aperitivi non mancheranno naturalmente diversi produttori in rappresentanza delle varie zone della Provincia, testimonial e storyteller perfetti delle loro specialità: dai salumi ai formaggi, dai prodotti ittici al pane a lievitazione naturale, dalle confetture al miele, dai vini ai distillati.
Gli incontri si svolgeranno dalle ore 18.30 in poi. La quota di partecipazione, fissata a un costo di 18 euro, comprende la visita al castello, la degustazione e il concerto. Il numero dei partecipanti è limitato, per cui si consiglia di prenotare contattando il numero 0461.921863 o scrivendo a info@stradavinotrentino.com.
Castelli DiVini fa parte del calendario di manifestazioni enologiche provinciali denominato #trentinowinefest ed è organizzata con il supporto de La Trentina, della Comunità della Vallagarina e del BIM Sarca.
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Il vino tra tutela dellidentità e tracciabilità il punto a Trentino Wine
TRENTO – “In un contesto di sempre maggiore razionalizzazione delle risorse, la riforma della Pac Politica agricola comune prevista dall’Ue per il periodo 2018-2021 ha ridotto gli stanziamenti per il settore agroalimentare europeo, con la conseguenza che anche i fondi per il comparto vitivinicolo italiano hanno subito una contrazione del 4%, passando da 336 milioni all’anno agli attuali 323 milioni”.
Gabriele Castelli, responsabile del settore vinicolo di Alleanza cooperative italiane agroalimentare, ha così riassunto i cambiamenti in atto a livello europeo nel campo delle politiche agricole ed agroalimentari nel corso del suo intervento in occasione del convegno “Il vino trentino: tutela dell’identità e tracciabilità” che si è tenuto questa mattina a Palazzo Geremia nell’ambito della seconda giornata di Trentino & Wine.
A moderare il convegno Graziano Molon , presidente del Consorzio vini del Trentino, dopo l’introduzione dei lavori e il saluto di tutti gli associati del presidente del Consorzio, Pietro Patton.
Bruxelles – ha evidenziato ancora Castelli – ha poi integrato i tradizionali obiettivi economici (sostegno ai produttori, alla ristrutturazione dei vigneti e alla promozione del vino) con nuovi target di natura sociale e climatico-ambientale. Ciò significa che una parte dei contributi destinati al mondo del vino dovranno d’ora in poi essere investiti anche nella tutela e valorizzazione dell’ambiente”.
Il tema dell’adozione di “pratiche colturali capaci di mediare fra la tutela dell’ambiente e una produttività che sia remunerativa dell’attività agricola” è stato al centro dell’intervento di Giuseppe Ciotti, funzionario del Ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo.
Ciotti ha sottolineato come “non esistono formule magiche capaci di garantire una conciliazione ideale fra i due aspetti, ma solo soluzioni di compromesso, frutto di una collaborazione fra istituzioni, produttori e autorità pubbliche di controllo, che assumono la forma di precisi disciplinari, come quello SQNPI (Sistema di qualità nazionale della produzione integrata) adottato dal Consorzio vini del Trentino”.
Si tratta di processi che non sono mai definitivi: per questo lancio un appello – ha concluso Ciotti – a tutti i soggetti che si occupano di tutela ambientale perché partecipino alle commissioni per il miglioramento delle linee guida nazionali”.
Attualmente le aziende agricole italiane che adottano il disciplinare SQNPI sono 11.051. Fra queste 5.812 sono aziende trentine. Un ruolo importante nel campo delle certificazioni vitivinicole lo ha svolto fin dagli anni ’70 la Camera di Commercio I.A.A. di Trento che si è sempre fatta parte attiva nella diffusione delle denominazioni di origine.
Oggi la Camera di Commercio di Trento è un’autorità pubblica di controllo riconosciuta dal Ministero delle politiche agricole e si occupa di tracciabilità del prodotto dalla campagna all’imbottigliamento. L’attività svolta dall’Ente è stata presentata dal direttore dell’Ufficio Organismi di controllo e metrologia legale, Giovanni Clementel.
Sul sito www.controllovinitn.it la Camera di Commercio mette a disposizione dell’utenza anche un agile tool che consente ai consumatori, mediante il codice identificativo del lotto presente in etichetta, di conoscere la storia della bottiglia e le caratteristiche del vino Doc che stiamo degustando.
Hanno concluso il convegno le presentazioni degli studenti del Contamination Labdell’Università Ca’ Foscari di Venezia che hanno illustrato alcuni progetti dedicati alla promozione dei prodotti agroalimentari italiani tramite piattaforme digitali pensate per rafforzare il legame fra produttore e consumatore, anche in una prospettiva di marketing territoriale.
Trentino & Wine prosegue anche domani e domenica e si concluderà lunedì 20 maggio con una giornata dedicata agli operatori di settore. Ecco il programma dell’evento, a partire dalla giornata di domani.
SABATO 18 MAGGIO 2019: GLI EVENTI DI TRENTINO & WINE Wine & Bike PEDALANDO IN CANTINA
Ore 10.00 – 15.00 Bike tour per tutti fra le cantine trentine con visita e degustazione (Cantina La-Vis; Maso Grener; Cantina Bellaveder).
Punto di incontro: Apt di Trento, Piazza Dante 24
Costo: 39 € a persona comprensivo di bici elettrica, lucchetto e caschetto omologato, istruttore di Mtb professionale e degustazioni. Prenotazione tel. 0461 216000 – info@discovertrento.it
Wine & Me Degustazioni enologiche della 81^ Mostra vini del Trentino
Ore 11.00 – 15.00 Palazzo Roccabruna
3 vini da 5cl: 5€ (base); 10€ (riserva)
Wine & Winemakers Degustazioni enologiche della 81^ Mostra vini del Trentino alla presenza dei produttori
Ore 16.00 – 22.00 Palazzo Roccabruna. Ingresso: 25 €
Wine & History
Un percorso fra i palazzi storici di Trento abbinato alle degustazioni dei vini del territorio
(Palazzo Roccabruna, Palazzo Thun, Area archeologica di Piazza Lodron)
Ore 11.00, 18.00 ed ore 21.00; punto di incontro: Palazzo Roccabruna
Costo 5€ + cauzione prenotazione; tel. 0461/887101
Wine & Solidarity Degustazioni al buio a bordo di Dark on the road, guidati dai camerieri ciechi e ipovedenti di AbC IRIFOR del Trentino, alla riscoperta del potere degli altri sensi oltre la vista per un approccio sensoriale nuovo e più consapevole ai vini. Ore 17.00, 18.15, 19.30 e 20.45. Piazza Fiera; costo 4€ – Info e prenotazioni: sensibilizzazione@abcirifor.it ; tel. 0461/1959595 o 349/1657793
Wine & Gourmet Il vino sposa le eccellenze gastronomiche del territorio. Raffinati abbinamenti proposti dallo chef stellato Alessandro Gilmozzi. Ore 18.00 – 22.00 Palazzo Roccabruna. 3 piatti abbinati ai vini: 50 €; prenotazione tel. 0461/887101
Wine & Passion QUANDO COOPERAZIONE VUOL DIRE QUALITÀ
Conoscere l’enologia trentina con i vini d’eccellenza delle cantine cooperative. Ore 17.00 – laboratorio del gusto a cura di Onav. Torre Mirana, via Belenzani; costo 10€
Wine & Music L’ARTE SALVA
Serata di raccolta fondi con Dolcenera
Il Consorzio Trento Iniziative e l’Associazione Il Vagabondo, con il sostegno di Confcommercio Trentino, Mediocredito Trentino e Itas Assicurazioni in collaborazione con il Consorzio Vini del Trentino presentano “L’arte salva”.
L’intensa Dolcenera sostiene con la sua voce il progetto di recupero degli abeti di risonanza della foresta di Paneveggio colpita dalla terribile tempesta Vaia nell’autunno del 2018. Arte chiama arte; alla performance dell’artista Dolcenera si aggiungono l’esibizione del ballerino Francesco Costa sulla coreografia di Alessio Di Stefano e la giovane emozionante voce di Caterina Cropelli di X-Factor.
I fondi raccolti durante la serata saranno in un primo momento usati per salvare i preziosi abeti di risonanza della foresta dei violini dal deperimento, evitando che la fibra, scelta dallo stesso Stradivari per le proprie creazioni, diventi legna da ardere. Il recupero sarà effettuato dalla ditta Ciresa srl. La ditta della Val di Fiemme, a operazioni concluse, restituirà l’incasso della serata di raccolta fondi, devolvendolo in beneficenza alla LILT, Lega italiana per la lotta contro i tumori.
Ore 21.00 – Teatro Sociale di Trento; costo 15 €; biglietti in prevendita sul circuito “Primi alla Prima” o scrivendo a info@consorziotrento.it; info 0461 880415.
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mostra vini del trentino palazzo roccabruna trento ais
Dal 1925 al 2017. Con qualche interruzione dovuta a problemi organizzativi o alla guerra, tanta è la strada percorsa dalla Mostra vini del Trentino. Un evento che festeggia in questi giorni l’ottantesima edizione all’insegna della parola d’ordine “enodiversità”. Confermandosi come una delle rassegne enologiche più longeve d’Italia.
Questa mattina a Palazzo Roccabruna si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della manifestazione, cui hanno partecipato i rappresentanti degli enti organizzatori: Giovanni Bort, presidente della Cciaa di Trento, Bruno Lutterotti e Graziano Molon, rispettivamente presidente e direttore del Consorzio vini del Trentino, Elda Verones, direttrice dell’ApT di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi, Roberto Stanchina, assessore comunale alle politiche agricole, Michele Dallapiccola, assessore provinciale all’agricoltura, Francesco Antoniolli, presidente della Strada del vino e dei sapori del Trentino.
“IL VINO E’ CULTURA”
Nell’introdurre l’incontro, Mauro Leveghi, segretario generale della Camera di commercio di Trento, ha ricordato le origini della Mostra, nata nel lontano 1925 allo scopo di far incontrare venditori e acquirenti del mondo del vino, ma trasformatasi negli anni: “Oggi la Mostra ha un significato prettamente culturale, serve a dar forza al brand Trentino, a sostenere l’immagine del territorio all’interno e all’esterno di esso”.
Giovanni Bort, presidente dell’Ente di via Calepina, ha sottolineato come la Mostra sia da sempre “la cartina al tornasole dell’andamento del settore vitivinicolo locale e il riflesso di quella parte della società trentina che direttamente o indirettamente lavora nel campo vitivinicolo”.
“La Mostra è anche l’occasione per riflettere sulle prospettive del settore. Benché il mercato internazionale sia strategico per molte grandi imprese del vino, il Trentino non può più ragionare solo in termini di fatturato e di volumi”. Così Bruno Lutterotti, presidente del Consorzio, che ha sottolineato come le peculiarità organolettiche dei nostri vini derivino dalla variabilità delle componenti pedoclimatiche del territorio.
“Sarà sempre più importante quindi – evidenzia ancora Lutterotti – continuare con il percorso intrapreso di valorizzazione e tutela dell’ambiente in modo da gettare le basi, anche in termini di formazione, affinché le 6000 aziende del comparto possano essere pronte, se lo vorranno, per fare in futuro un salto verso forme di produzione di tipo anche biologico”.
“UN TRENTINO ENODIVERSO” A rappresentare il Comune di Trento, l’assessore alle politiche agricole, Roberto Stanchina, che, oltre ad aver evidenziato il legame storico fra la mostra e la città, ha richiamato la necessità di stringere la collaborazione fra istituzioni, cantine ed operatori commerciali perché il vino trentino possa essere sempre più presente nell’offerta locale.
L’assessore provinciale all’agricoltura, Michele Dallapiccola, ha posto l’accento sull’importanza delle “differenze all’interno di un quadro complessivamente unitario”: “Vogliamo un Trentino enodiverso, che promuova la biodiversità in termini di specie viticole e di produzione. In quest’ottica allora perde di senso anche l’opposizione fra grandi cantine e vignaioli perché di fatto essa corrisponde a diverse segmentazioni del mercato. In virtù della propria identità ognuno può trovare la sua collocazione sul mercato rispondendo alle diverse attese del consumatore. Dalla pluralità dei suoi attori il settore trae forza”.
Infine il presidente della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino, Francesco Antoniolli e la direttrice dell’Apt di Trento, Monte Bondone e Valle dei Laghi, Elda Verones, hanno illustrato il contributo al programma offerto dalla rete dei bar, dei ristoranti e degli alberghi con proposte gastronomiche e pacchetti turistici dedicati. Ha concluso Graziano Molon, direttore del Consorzio vini del Trentino passando in rassegna le iniziative della 80^ edizione della Mostra e ricordando la collaborazione con il Movimento Turismo del Vino che nei giorni 27 e 28 maggio celebra la 25^ edizione di “Cantine aperte”.
IL PROGRAMMA DELLA MOSTRA Le cantine partecipanti sono quarantadue, con oltre 130 etichette in degustazione. Da Palazzo Roccabruna, che è la sede principale dell’evento – nonché dell’enoteca provinciale del Trentino – le iniziative si estendono anche nei 22 locali della Strada del Vino e dei Sapori del Trentino che proporranno aperitivi e menù dedicati, oltreché nelle 18 cantine che aderiranno alla 25^ edizione di Cantine Aperte, consentendo ai visitatori interessanti escursioni nei luoghi in cui il vino nasce con degustazioni enologiche e gastronomiche (www.movimentoturismovino.it).
L’80^ edizione della Mostra offre un calendario ricco di proposte, in cui il vino incrocia la gastronomia, il Jazz ed altre coinvolgenti esperienze sensoriali. Si parte con le degustazioni ai tavoli dell’Enoteca giovedì 25 maggio dalle 17 alle 23. Stesso orario anche venerdì 26 maggio, mentre sabato 27 e domenica 28 maggio si apre alle 11 per chiudere rispettivamente alle 23 e alle 22.
Uno dei momenti qualificanti di questa ottantesima edizione è il talk show condotto da Nereo Pederzolli venerdì 26 maggio alle 17.00 a Palazzo Roccabruna: “Generazioni a confronto. Tra passato e presente uomini e donne del vino trentino”.
Pederzolli farà il punto su ottant’anni di mostra avvalendosi delle testimonianze di Elvio Fronza, Lucia Letrari, Giacomo Malfer, Filippo Scienza e Luigi Togn.
Jazz & Wine è l’appuntamento organizzato nella corte interna dell’Enoteca per trascorrere un’ora in compagnia del vino e del jazz “live” di Matteo Turella (chitarra), Luca Rubertelli (sax) e Giordano Grossi (contrabbasso) giovedì 25 maggio alle 20 e di Franco Testa (contrabbasso), Edoardo Morselli (chitarra) e Stefano Pisetta (batteria) venerdì 26 maggio alle 20.
Per chi invece preferisse un’immersione sensoriale fra luci, colore, musica, spettacolo e degustazione, ritornano anche quest’anno i laboratori del gusto “Divinisensi”, proposti da Carlo Casillo e Mariano De Tassis in collaborazione con il sommelier Mario Dorigatti: giovedì 25 e venerdì 26 maggio alle 19 e alle 21, sabato 27 maggio alle 18 e alle 21 e domenica 28 maggio alle 18 e alle 20 (prenotazioni allo 0461/887101).
Infine l’abbinamento cibo-vino: nella cucina di Palazzo Roccabruna i ristoranti Van Spitz di Frassilongo (venerdì dalle 19.00 alle 23.00) e Cant del Gal di Tonadico (sabato dalle 12.00 alle 23.00) si cimenteranno in piatti gustosi della tradizione abbinati ai vini in mostra.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Quindici vignaioli del Trentino e quindici vignaioli dell’Alto Adige con i loro vini, disposti lungo un percorso che dal piano terra al piano nobile di Palazzo Roccabruna accompagna gli ospiti alla scoperta delle piccole produzioni enologiche di montagna. Questo l’evento che si terrà a Trento a Palazzo Roccabruna sabato 29 aprile dalle ore 14 alle 21, organizzato nell’ambito del Trento Film Festival dal Consorzio Vignaioli del Trentino e dall’Associazione Vignaioli dell’Alto Adige in collaborazione con la Camera di Commercio di Trento e con la Camera di Commercio di Bolzano.
Scopo dell’iniziativa è quello di parlare del rapporto fra uomo e montagna in ambito vitivinicolo. Pur appartenendo a realtà socio-culturali profondamente diverse, i vignaioli del Trentino e quelli dell’Alto Adige mantengono vivo un rapporto fatto di dialogo e di confronto. In questa relazione la montagna è il minimo comun denominatore delle loro esperienze. Con i suoi ritmi, i suoi ambienti naturali, i suoi cicli stagionali essa scandisce la vita dei viticoltori trentini ed altoatesini. E lo fa imponendo condizioni spesso impegnative. Coltivare la vite sulle pendici delle Alpi è una sfida al clima, alla gravità e spesso anche all’economia, nonché un fattore di rischio che non ammette errori. Per questo i terrazzamenti vitati della Val di Cembra e della Val Venosta sono definiti “eroici”.
IL TALK SHOW
Questi ed altri temi saranno approfonditi venerdì 28 aprile alle 18 in un talk show dal titolo “Vignaioli di montagna: Trentino e Alto Adige si raccontano” organizzato nell’ambito degli appuntamenti del Trento Film Festival e condotto da Paolo Massobrio, giornalista enogastronomico de La Stampa, autore, fra l’altro, di una celebre guida ai piaceri del palato nel Bepaese, Il Golosario.
Al dibattito parteciperanno Elisabetta Foradori, dell’azienda agricola Foradori di Mezzolombardo e Ciro Devigili, titolare di Maso Toldin a Lavis in rappresentanza del Trentino e, in rappresentanza dell’Alto Adige, Kurt Rottensteiner dell’azienda vinicola Brunnenhof Mazzon di Egna e Peter Robatscher, direttore dell’Associazione dei vignaioli dell’Alto Adige. Seguirà una degustazione dei vini prodotti dai partecipanti all’evento (ingresso libero e gratuito).
Sabato 29 aprile, dalle 14 alle 21, la manifestazione entrerà nel vivo con i trenta vignaioli della Regione che nella cornice di Palazzo Roccabruna proporranno vini abbinati a prodotti della gastronomia trentina ed altoatesina. Saranno infatti presenti pane e formaggi del Trentino (Panificio Moderno di Isera e caseificio Casanova Riccardo di Pejo) e salumi dell’Alto Adige (Hackerhof di Dobbiaco).
Sabato sera, dalle 19 alle 22, nella cucina di Palazzo Roccabruna i rifugi Roda de Vael di Vigo di Fassa e Chemnitzer Hütte di Lappago si cimenteranno in un menù a quattro mani all’insegna di una cucina regionale abbinata ai vini in mostra. Per partecipare alla cena prenotare allo 0461/887101 in orario d’ufficio.
I VIGNAIOLI PRESENTI TRENTINO: Balter Via Vallunga II, 24 – 38068 Rovereto info@balter.it – www.balter.it; Bellaveder Loc. Maso Belvedere – 38010 Faedo info@bellaveder.it – www.bellaveder.it; Castel Noarna Via Castelnuovo, 19 – 38060 Nogaredo info@castelnoarna.com – www.castelnoarna.com; Cesconi Via Marconi, 39 – 38015 Pressano, Lavis info@cesconi.it – www.cesconi.it; Foradori Via Damiano Chiesa, 1 – 38017 Mezzolombardo info@elisabettaforadori.com – www.elisabettaforadori.com; Francesco Poli Via del Lago, 11 Fraz. S. Massenza – 38070 Vezzano info@s.massenza.net – www.distilleriafrancesco.it; Gino Pedrotti Loc. Lago di Cavedine, via Cavedine 7 – 38037 info@ginopedrotti.it – www.ginopedrotti.it; Longariva Via Zandonai, 6 – Loc. Borgo Sacco – 38068 Rovereto info@longariva.it – www.longariva.it; Maso Cantanghel Via Carlo Sette, 21 – 38015 Lavis info@masocantanghel.eu – masocantanghel.eu; Moser Via Castel di Gardolo – 38121 Trento info@cantinemoser.com – www.cantinemoser.com; Pojer e Sandri Località Molini, 6 – 38010 Faedo info@pojeresandri.it – www.pojeresandri.it; Sandri Arcangelo Via Vanegge, 4 – 38010 Faedo info@arcangelosandri.it – www.arcangelosandri.it; Clementi Silvano Via Marconi, 13 – 38015 Pressano – Lavis info@villapersani.com – www.aziendaagricolaclementisilvano.com; Zanotelli Viale 4 Novembre, 5 – 38034 Cembra-Lisignago contatti@zanotelliwines.com – www.zanotelliwines.com; Zeni Roberto Via Stretta, 2 – Fraz. Grumo – 38010 S. Michele a/A info@zeni.tn.it – www.zeni.tn.it.
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