LA DEGUSTAZIONE
Si tratta di un Metodo Martinotti, quello che i francesi chiamano Charmat, ottenuto dall’uva tipica di Breganze, la Vespaiola (la stessa che dà vita, una volta appassita, al Torcolato), unita a Chardonnay, Pinot Bianco e Pinot Grigio.
La vinificazione prevede una spremitura soffice e la decantazione statica del mosto. La fermentazione alcolica avviene a basse temperature, per preservare gli aromi. Fondamentale la maturazione sulle fecce fini. Cinque mesi di autoclave, prima dell’imbottigliamento.
Nel calice, “Io e il bacalà” rivela un perlage fine e persistente. Note d’agrumi al naso, dominato dal Pinot Bianco. Non manca l’apporto dello Chardonnay, che ingentilisce il quadro con la sua vena cremosa. Bello l’accenno minerale.
Al palato, la dirompente freschezza della Vespaiola è addomesticata dall’impronta fruttata ed elegante delle altre uve che compongono la La Cuvée Brut. Un quadro di perfetto equilibrio in cui il residuo zuccherino fa da spettatore, senza disturbare il sorso e la bella chiusura minerale-salina.
Davvero perfetto l’abbinamento di questo spumante di Breganze con il Bacalà alla vicentina, tra le prelibatezze della gastronomia italiana da provare almeno una volta nella vita. Con un avvertimento necessario: crea dipendenza.
IL METODO CLASSICO
Si tratta ancora una volta di una cuvée, con la Vespaiola a dividersi il palco con il Pinot Nero, in due versioni: bianco e rosé. Ed è proprio la versione “in bianco” del Pinot Nero quella che, ad oggi, si esprime meglio nel calice.
“Passione e territorio sono le due parole che meglio sintetizzano il mio progetto sul Metodo classico”, spiega Andrea Mazzucato. Territorialità che ritroviamo al centro del sorso della versione “bianca”, con il Pinot Nero a fare da vera spalla elegante e raffinata, alla ruvida Vespaiola.
Non si può dire lo stesso della versione Rosé, dove il frutto rosso del Noir prende troppo la scena, rendendo questo Metodo classico adatto al gusto moderno più comune.
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Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.