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Cosa succede al vino australiano? Export a picco nel 2023


Le esportazioni di vino australiano sono diminuite dell’11% in valore (a 1,79 miliardi di dollari) e del 4% in volume (a 604 milioni di litri) nell’anno conclusosi a settembre 2023, secondo l’ultimo Rapporto sulle esportazioni di Wine Australia. Buone notizie arrivano però dalla Cina, che ha accettato di intraprendere una «revisione accelerata» dei dazi sulle importazioni di vino australiano. Un passo molto gradito dai viticoltori e produttori di vino di tutto il Paese, con Wine Australia che continuerà a lavorare a stretto contatto con il governo australiano e con Australian Grape & Wine «per sostenere questo processo in ogni modo possibile».

Nell’isola ci ci interroga tuttavia sulle cause del crollo dell’export di vino australiano, ben al di sotto delle medie di lungo periodo. Le cause vengono innanzitutto addebitate al «calo globale del consumo di vino in molti mercati maturi, dove viene venduta la maggior parte dei volumi di esportazione australiani, soprattutto i vini “commerciali” da meno di 10 dollari a bottiglia». Le pressioni sul costo della vita stanno inoltre rallentando la tendenza a lungo termine della premiumisation globale. «Alcuni consumatori – spiega Wine Australia nel commentare i dati disastrosi del 2023 – stanno moderando il consumo di alcolici come strategia di risparmio».

Entrando nel dettaglio dell’analisi, Regno Unito, Canada e Usa sono stati i principali responsabili del calo dei volumi nell’ultimo trimestre. Questa performance riflette le «ampie sfide economiche» per le vendite di vino nell’Uk, come l’inflazione e l’aumento delle tasse e delle imposte sugli alcolici. Allo stesso modo, i livelli elevati di spedizioni di vino non confezionato in Canada stanno mostrando segni di stabilizzazione, mentre i volumi di vino confezionato hanno continuato a diminuire. Un dato che, per certi versi, accomuna l’Australia all’Italia e ai 12 Paesi Top Exporter internazionali.

CRESCE IL NUMERO DI IMPORTATORI DI VINO AUSTRALIANO

«Negli ultimi 12 mesi – spiega Peter Bailey, responsabile dei Market Insights di Wine Australia – il valore totale delle esportazioni ha avuto una traiettoria discendente dopo il picco di 3,1 miliardi di dollari raggiunto nei 12 mesi terminati a ottobre 2020. Gli Usa sono stati i principali responsabili del calo complessivo del valore, insieme al Canada e al Regno Unito. La crescita verso Hong Kong ha compensato parte di questo calo. Tuttavia, nonostante il calo dell’anno scorso, nell’ultimo trimestre si sono registrati alcuni segnali positivi negli Stati Uniti, con una crescita delle esportazioni dell’8% in valore rispetto allo stesso trimestre del 2022.

Anche il numero di esportatori di vino australiano è aumentato a 1.247 nell’anno conclusosi a settembre 2023, con 98 aziende esportatrici in più rispetto all’anno precedente. Il mercato che ha registrato la maggiore crescita del numero di esportatori tra i mercati principali è stato Hong Kong, seguito da Thailandia e Vietnam».

EXPORT VINO AUSTRALIANO: CALA ANCHE SINGAPORE

In Asia si sono registrati risultati contrastanti, tra cui un calo delle esportazioni verso Singapore e un aumento delle esportazioni verso Hong Kong. Due hub commerciali chiave della regione, che riflettono le attuali condizioni volatili del mercato. I mercati emergenti chiave, come la Thailandia e le Filippine, sono cresciuti in valore durante questo periodo.

I primi cinque mercati per valore (annualità chiusa a settembre 2023)

Stati Uniti (in calo dell’11% a 366 milioni di dollari: quota del 20% del valore totale delle esportazioni)
Regno Unito (-10% a 354 milioni di dollari: quota del 20% del valore totale delle esportazioni)
Hong Kong (+26% a 205 milioni di dollari: quota dell’11% del valore totale delle esportazioni)
Canada (in calo del 22% a 148 milioni di dollari: quota dell’8% sul valore totale delle esportazioni)
Singapore (-12% a 117 milioni di dollari: quota del 7% del valore totale delle esportazioni)

I primi cinque mercati per volume

Regno Unito (-3% a 215 milioni di litri: 36% del volume totale delle esportazioni)
Stati Uniti (-4%, 134 milioni di litri: 22% del volume totale delle esportazioni)
Canada (+20% a 74 milioni di litri: quota del 12% del volume totale delle esportazioni)
Nuova Zelanda (-3% a 31 milioni di litri: 5% del volume totale delle esportazioni)
Germania (-9% a 28 milioni di litri: 5% del volume totale delle esportazioni)

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Australia, export vino a picco nel 2021

Export del vino dell’Australia a picco nel 2021. Lo rivela l’ultimo report sulle esportazioni di Wine Australia, indicando nella pandemia e nei dazi imposti dalla Cina le cause della débâcle. I numeri parlano chiaro: – 30% in valore (2,03 miliardi di dollari) e -17% in volume (619 milioni di litri). Una crisi che, secondo gli analisti locali, non si risolverà prima della fine del 2022.

«La pandemia – evidenzia Rachel Triggs, direttrice generale di WA – sta ancora sconvolgendo il settore Horeca. La crisi globale dei trasporti continua a causare ritardi nelle spedizioni e un aumento dei costi di trasporto. C’è stata una crescita dell’export verso molte destinazioni, ma ci vorrà del tempo per compensare la perdita del commercio verso la Cina».

Non è qualcosa che accadrà da un giorno all’altro, né entro un anno. Ma il settore vinicolo australiano è resistente, e ci sono i primi segni che il duro lavoro di espansione e diversificazione dei mercati sta pagando».

Nel dettaglio, le esportazioni verso la Cina continentale sono diminuite del 97% in valore a 29 milioni di dollari. Consistente anche il buco in volume: -93%, a 6,4 milioni di litri. Una perdita di quasi 1 miliardo di dollari in valore e 90 milioni di litri in volume rispetto all’anno solare 2020, in cui le spedizioni sono rimaste esenti da dazi per la maggior parte dell’anno.

Escludendo la Cina continentale, il quadro si fa meno negativo. L’export dei vini australiani nel 2021 ha segnato un +7% in valore (2 miliardi di dollari). Diminuzione in volume ridotta al 6%, a 613 milioni di litri. «Dal 2009 – evidenzia ancora Rachel Triggs – è la prima volta che le esportazioni, esclusa la Cina continentale, raggiungono i 2 miliardi di dollari in un anno solare».

I mercati più performanti per il vino australiano nel 2021 sono stati Singapore (+108% a 166 milioni di dollari), Hong Kong (+45% a 191 milioni di dollari), Corea del Sud (+74% a 47 milioni di dollari), Taiwan (+65% a 31 milioni di dollari) e Thailandia (+31% a 28 milioni di dollari).

Le esportazioni valutate a più di 10 dollari al litro Fob sono aumentate in valore del 49%, se si esclude la Cina continentale. «Dando positivi segnali sul fronte della diversificazione del mercato – evidenzia la direttrice generale di Wine Australia – grazie alle richieste pervenute su prodotti che, senza la pressione dei dazi, sarebbero stati esportati in Cina».

Il calo dei volumi, esclusa sempre Cina continentale, ha riguardato soprattutto le spedizioni verso il Regno Unito, gli Stati Uniti e il Canada. Tra le cause del tonfo, anche le tre vendemmie che hanno preceduto la 2021, caratterizzate da una scarsa produzione. In particolare, la vendemmia 2020 è stata la più scarsa del vino australiano dal 2007.

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Vini dell’Australia, export a picco nel 2021: pesano i dazi della Cina

L’export dei vini dell’Australia è diminuito del 24% in valore e del 17% in volume nel 2021. Lo rivela l’ultimo rapporto sulle esportazioni di Wine Australia, che fissa a 2,27 miliardi di dollari il valore e a 638 milioni di litri i volumi, nell’anno che viene conteggiato da ottobre a settembre. Giù del 9% anche il valore medio: 3,56 dollari per litro free on board (Fob).

L’ente del vino australiano attribuisce le cause del crollo alla «significativa diminuzione delle esportazioni verso la Cina continentale». Il Paese del Dragone ha infatti stangato l’Australia con tariffs che hanno scoraggiato i buyer cinesi. Ma le tariffe aggiuntive non sono l’unica ragione della battuta d’arresto dell’export del vino australiano.

Si sono anche registrati livelli più bassi di vino disponibile per l’esportazione, a causa delle produzioni nazionali quantitativamente più scarse tra le annate 2018 e 2020. «Mentre la vendemmia 2021 australiana è stata di dimensioni record – riferisce Wine Austrialia – si prevede che ci vorrà del tempo prima che l’impatto sui volumi di esportazione si riassesti. La maggior parte dei vini dell’annata 2021 dovrebbero essere spediti nei prossimi due trimestri».

IL COMMENTO DI RACHEL TRIGGS (WINE AUSTRIALIA)

La direttrice generale di Wine Australia, Rachel Triggs, sottolinea come i cali complessivi riflettano «le sfide che il settore vinicolo australiano ha affrontato negli ultimi 12 mesi». «Il crollo delle esportazioni che stiamo vedendo ora – aggiunge – è stato amplificato dal grande aumento delle esportazioni nel settembre e nell’ottobre 2020».

Un trend dovuto alla scelta, condivisa dalle nostre cantine con i buyer, di spedire il vino in Cina continentale prima dell’imposizione delle tariffe. Stessa sorte per il Regno Unito, prima della conclusione della transizione della Brexit. Nello stesso periodo, è aumentata la domanda di vino australiano anche negli Stati Uniti, durante la pandemia di Covid-19».

«L’anticipo sulle tempistiche tradizionali dell’export – conclude Rachel Triggs – ha fatto sì che la maggior parte dei vini dell’annata 2020 siano stati spediti prima del solito. Il risultato spiega, tra l’altro, gli inventari più bassi da 10 anni a questa parte riferiti all’anno solare 2021″.

I DATI DEI PRIMI CINQUE MERCATI DEL VINO AUSTRALIANO

Tra i primi cinque mercati dell’export del vino australiano non figura l’Italia. In valore, il Regno Unito registra nell’ultimo anno una crescita del 7% (460 milioni di dollari). Seguono gli Stati Uniti, in calo dell’11%, a 393 milioni di dollari. Ecco dunque la Cina continentale, in calo del 77% (274 milioni di dollari).

Nella “Top 5” figura poi Hong Kong, in crescita del 135% a 207 milioni di dollari. Quinta posizione per il Canada, in calo del 12% a 173 milioni di dollari. I primi cinque mercati per volume dell’export di vino australiano sono stati Regno Unito (-2%, 251 milioni di litri), Stati Uniti (-12%, 123 milioni di litri), Canada (-13%, 49 milioni di litri), Germania (-4%, 33 milioni di litri) e Nuova Zelanda (calo del 13%, a 28 milioni di litri).

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Vino Australiano: bene l’export nonostante il Covid

Nel periodo 2019-2020 il valore medio delle esportazioni di vino australiano è cresciuto a 3,89 dollari per litro “franco a bordo” (Fob), il livello più alto dal 2004-2005. Tuttavia il valore totale delle esportazioni sia diminuito dell’1% in valore attestandosi a 2,84 miliardi di dollari come conseguenza delle misure anti Covid-19.

L’avvento della pandemia ha provocato interruzioni senza precedenti per i mercati del vino in tutto il mondo – ha affermato Andreas Clark, amministratore delegato di Wine Australia – con la chiusura di ristoranti, caffè e bar. Mentre i primi due trimestri del 2019-20 hanno mostrato aumenti delle esportazioni, nel terzo trimestre, conclusosi a marzo 2020, le esportazioni sono diminuite del 7% in valore rispetto all’anno precedente, mentre il quarto trimestre è stato leggermente più forte con un calo dell’export pari al 4% in valore”.

Anche se rimane una notevole incertezza sull’entità, la durata e l’impatto della pandemia in termini sanitari ed economici, sono emerse alcune chiare tendenze nei mercati chiave in relazione alle vendite di vino.

Nel complesso, la domanda di vino e il consumo di vino ha resistito nella maggior parte dei mercati mondiali – ha proseguito Clark -L’impatto maggiore è stato sul modo in cui i consumatori hanno acquistato vino, con la chiusura del canale horeca e il passaggio all’online. Nel canale off-trade c’è stata una crescita in tutte le fasce di prezzo, dove si è invertita la tendenza al calo del rapporto volume/valore coi consumatori che si orientano verso marchi noti e vini quotidiani rispetto ai vini da occasione”.

La crescita del valore medio è stata trainata dal calo dei volumi di esportazione, diminuiti del 9%, trainati dal calo dei vini nei nei segmenti di prezzo più bassi. Diminuzione di volume guidato più dalla carenza di offerta che dal calo della domanda, con le annate 2018 e 2019 poco produttive e l’annata 202o che è stata la più scarsa dell’ultimo decennio.

Le esportazioni di vino imbottigliato sono diminuite dello 0,4% in valore e dell’8% in volume. Ciò si è tradotto in un aumento dell’8% del valore medio assestandosi a 7,08 dollari per litro (Fob). L’aumento del valor medio è stato trainato dai vini di fascia alta.

Le esportazioni di vino sfuso sono diminuite del 3% in valore e del 10% in volume con valore medio che è aumentato dell’8%, pari a 1,31 dollari al litro (Fob). Il valore medio delle esportazioni sfuse è rimasto elevato e si trova su livelli che non si raggiungevano dalla fine del 2005 a causa della relativa scarsità di vino australiano in una situazione di

Nel 2019-2020, tutte le fasce di prezzo inferiori a 15 dollari al litro (Fob) sono diminuiti di valore, calo parzialmente compensato dalla forte crescita delle esportazioni, pari a  50 o più dollari al litro (Fob). Nel complesso le esportazioni di fascia superiore ai 10 dollari al litro (Fob) sono cresciute del 5% a 1,04 miliardi di dollari.

LE DESTINAZIONI DELL’EXPORT
L’anno scorso il vino australiano ha raggiunto 116 destinazioni. Le esportazioni sono aumentate in valore in Europa (615 milioni di dollari, +3%) e nel Sud-est asiatico (181 milioni di dollari, +0,3%).

Il valore spedito in Europa è stato il più alto dal 2011-2012, mentre le spedizioni nel Sud-est asiatico rappresentano un record nell’anno finanziario. Il Regno Unito, la Germania e la Scandinavia hanno trainato la crescita in Europa, mentre Singapore e Indonesia sono stati i principali motori della crescita nel sud-est asiatico.

Le prime cinque destinazioni per valore sono:

  • Cina continentale, 1,1 miliardi, +0.7%
  • Stati Uniti d’America, 430 milioni, – 0,4%
  • Regno Unito, 383 milioni, + 3%
  • Canada, 186 milioni, -6%
  • Singapore, 98 milioni, +13%

Le esportazioni verso la Cina continentale sono aumentate dello 0,7% in valore a 1,1 miliardi di dollari e sono diminuite del 17% in volume a 121 milioni di litri. Il valore medio è aumentato del 22% a 9,07 dollari al litro Fob.

Nonostante il calo di valore l’Australia rimane il primo importatore di vino nella Cina continentale e nell’ultimo anno ha ottenuto risultati migliori rispetto ai suoi principali concorrenti. I dati sulle importazioni dal Global Trade Atlas mostrano che l’Australia detiene una quota del 37% del valore del vino importato dalla Cina continentale nei 12 mesi terminati a maggio 2020, ben prima della Francia con il 27%, del Cile con il 13% e dell’Italia con il 6%.

Nel 2019-2020, il valore delle esportazioni verso gli Stati Uniti d’America è diminuito dello 0,4% a 430 milioni di dollari e il volume è diminuito del 10% a 137 milioni di litri. Il valore medio è aumentato dell’11% a 3,13 dollari al litro Fob. Le restrizioni sull’horeca dovute al Covid sembrano aver aiutato le vendite di vino australiane con il valore delle esportazioni che si è stabilizzato nel terzo trimestre prima di aumentare del 14% nel quarto trimestre.

Nel 2019-2020, le esportazioni di vino australiano nel Regno Unito sono aumentate del 3% in valore a 383 milioni di dollari, nonostante una riduzione del 2% in volume a 232 milioni di litri. Il valore medio è aumentato del 5% a 1,65 dollari al litro Fob.

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