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Sicilia in debito con Veronafiere: 3,3 milioni “evasi” per l’affitto a Vinitaly dal 2011 al 2014

VERONA – L’accordo di massima sarebbe stato raggiunto su una transazione da 3 milioni di euro. Ma lo sblocco dei fondi regionali tarda ad arrivare. E lo scontro Veneto-Sicilia è inevitabile.

Ha i contorni del giallo la vicenda a tre che vede coinvolte Veronafiere, ente promotore di Vinitaly a Verona, l’Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia (Irvo) e la governance della Regione Sicilia.

A farne le spese sono soprattutto i dipendenti dell’Istituto responsabile della certificazione dei vini e degli oli siciliani, senza stipendio da 5 mesi. Pronto l’ennesimo sciopero, proclamato per tre giorni dalla sigla sindacale UgL: lunedì 28 gennaio, giovedì 31 gennaio e venerdì 1 febbraio. Domani l’attesa udienza giudiziale che potrebbe mettere la parola fine su una vicenda che ha i contorni dell’assurdo.

COSA SUCCEDE IN SICILIA
Per tracciare i contorni del giallo occorre tornare indietro di alcuni anni. Dal 2011 al 2014, l’Ivro non ha versato a Veronafiere le somme per l’affitto degli spazi occupati all’interno dei padiglioni di Vinitaly Verona.

Dopo diversi tentativi di conciliazione, Veronafiere ha dato corso a un maxi pignoramento giudiziario presso la Banca Cassiere dell’Istituto Regionale del Vino e dell’Olio – Irvo, per l’importo di 5.281.500 euro.

Tutte le risorse economiche presenti e future dell’Istituto, comprese le somme dovute ai dipendenti, sono state congelate. Tradotto: niente stipendi e tredicesima per il personale amministrativo e per i tecnici siciliani.

Con un emendamento alla Legge regionale 08/08/2018, la Regione ha ripianato il debito dell’Istituto Regionale Vini e Oli di Sicilia. Un organismo “di centrale importanza” per il presidente della Regione, Sebastiano Musumeci. Il suo rilancio, di fatto, risulta tra gli obiettivi del Documento di Economia e Finanza 2019/2021.

Almeno a parole. I fondi stanziati, infatti, non sono stati messi ancora a disposizione. Veronafiere ha dunque tutto l’interesse di proseguire nella battaglia legale, per ottenere i crediti vantati nei confronti dell’Irvo.

LE REAZIONI
“Sono vicino a tutti i dipendenti dell’Istituto Regionale Vini e Oli di Siclia – commenta Vincenzo Cusumano, direttore generale dell’Irvo – e comprendo il loro grande disagio dovuto al mancato percepimento di diversi stipendi”.

“La trattativa con Veronafiere è positivamente in corso – assicura Cusumano – attraverso costanti e frequenti interlocuzioni. Il problema è il mancato sblocco dei fondi, per i quali speriamo di giungere al più presto a una soluzione. I tempi tecnici sono purtroppo incomprimibili”.

Cusumano, tra l’altro, è l’unica figura di riferimento della governance dell’Ivro, senza un Cda da diversi anni. Tra i compiti assegnati al commissario ad acta dell’Istituto, Alessia Davì, non figura infatti quello di gestire il debito dell’Ivro e il caso Veronafiere.

“La mia nomina – ricorda Davì – risale al 3 dicembre 2018. Sulla base dell’incarico conferitomi devo occuparmi di atti come bilanci e rendiconti, ma non del contenzioso con Veronafiere, sul quale non mi posso esprimere”.

Ed è curioso come la figura di riferimento dell’Ivro, nel suo ruolo di commissario, sia stata esonerata dall’assessore all’Agricoltura Edgardo “Edy” Bandiera da questo preciso incarico, che riguarda in maniera diretta i conti dell’Istituto.

DIPENDENTI SENZA STIPENDIO
“Nonostante l’assegnazione di un contributo straordinario di 3 milioni di euro per la situazione di grave criticità finanziaria dell’Irvo – commenta Alberto Manzo, enologo e referente del sindacato UgL – non si è riscontrato alcun mutamento della situazione che vede i dipendenti senza gli stipendi di ottobre, novembre, dicembre, tredicesima mensilità, ed ogni altro emolumento accessorio loro spettante per l’anno 2018″.

“Chiediamo dunque l’intervento del Prefetto di Palermo – conclude Manzo – prima di attivare le procedure di raffreddamento e di conciliazione nei confronti del Direttore Generale dell’Irvo, dell’Assessore Regionale dell’Economia e dell’Assessore Regionale dell’Agricoltura, dello Sviluppo Rurale e della Pesca, anche per scongiurare il rischio di non ricevere lo stipendio del mese di gennaio 2019 e seguenti”.

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Vino al supermercato: crescono Doc e spumanti. Il “bio” non è più una nicchia

Crescita significativa delle vendite delle bottiglie di vino a denominazione d’origine e degli spumanti; il vino biologico prosegue il suo percorso di uscita dalla nicchia di mercato; flessione dei vini nel brik di cartone e in tutti quei formati che non siano la bottiglia da 75 cl. Queste le anticipazioni della ricerca sull’andamento del mercato del vino nella Grande distribuzione nel 2016 svolta dall’istituto di ricerca IRI che sarà presentata a Vinitaly (a Verona 9/12 aprile).

Quello della Grande distribuzione si conferma il canale di vendita di gran lunga più grande nel mercato del vino con 505 milioni di litri venduti nel 2016 per un valore di un miliardo e mezzo di euro. In un anno di sensibile contrazione dei consumi familiari, il mercato italiano del vino gode di una relativamente buona salute, come testimoniato anche dalle vendite nei supermercati.

I vini a denominazione d’origine (in bottiglia da 0,75lt) aumentano del 2,7% in volume (e del 4,4% in valore) con 224 milioni di litri venduti, proseguendo nel trend già promettente del 2015 (+1,9%). Per il secondo anno consecutivo le vendite in promozioni rimangono statiche ed i prezzi medi sono in risalita. Va sottolineato il successo degli Spumanti che fanno segnare nel 2016 una crescita di oltre il 7% con 54 milioni di litri venduti, bissando l’ottimo risultato del 2015.

La crescita degli spumanti riflette una destagionalizzazione delle vendite di bollicine conseguenza di un crescente uso nel consumo quotidiano – fa notare Virgilio Romano, Business Insight Director di IRI -. Tale aspetto ci permette di dedurre che lo spumante attira nuovi consumatori e potrebbe rappresentare una tendenza di rottura nelle tradizionali abitudini del bere italiano”.

I VINI BIOLOGICI
I vini biologici fanno registrare una crescita a due cifre impressionante per un mercato ancora giovane, soprattutto nella Grande distribuzione: +25,7% in volume con 2 milioni e mezzo di litri venduti.

“I primi dati sul mercato del vino nella Grande Distribuzione confermano la ripresa del mercato interno del vino in Italia – ha commentato Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere -. I consumatori cercano sugli scaffali sempre più il vino di qualità, con un conseguente aumento dei prezzi medi. E’ un processo che è sempre stato sostenuto da Vinitaly che da 13 anni organizza e promuove l’incontro tra cantine e Grande distribuzione in convegni e incontri B2B”.

VINI IN PROMOZIONE AL SUPERMERCATO
Nonostante la leva delle promozioni, che tuttavia si mantiene ferma al 50% da due anni, i valori del vino venduto continuano a salire: le bottiglie a denominazione di 75cl hanno un prezzo medio di poco inferiore ai 5 euro (4,81 euro al litro). Ancora un anno negativo per le vendite del vino in brik (- 2,5%) ed un crollo per tutti gli altri formati: – 8,6% per il vino confezionato da 0,76 a 2 litri e – 9,7% per formati diversi da questi (tutti dati in volume).

Questi dati condizionano il dato complessivo del vino confezionato, che è di -1% a volume e + 1,1% a valore. Tra i formati differenti dalla bottiglia di 75cl si afferma soltanto il Bag in Box con 12 milioni di litri venduti ed una crescita dell’11,7% in volume.

Sul podio dei vini più venduti d’Italia si piazzano i tre inattaccabili campioni, nell’ordine: Lambrusco, Chianti, Montepulciano d’Abruzzo. Si fanno notare le performance del Nero d’Avola (Sicilia), Vermentino (Sardegna), Muller Thurgau e Gutturnio (Lombardia) (che crescono in percentuale più del 4%).

I VINI IN ASCESA
Tra i vini ’emergenti’, cioè con una maggiore progressione di vendita a volume salgono sul podio, nell’ordine: Ribolla Gialla (Friuli Venezia Giulia), Passerina (Marche), Valpolicella Ripasso (Veneto). Si conferma la crescita del Pignoletto (Emilia), del Pecorino (Marche/Abbruzzo) e della Passerina (Marche), mentre rientrano in classifica il Grillo (Sicilia) e il Cannonau (Sardegna). Va segnalata la crescita dell’8,2% in volume del Chianti Docg, quindi il top delle denominazioni, che vende quasi 10 milioni di litri per un valore di oltre 45 milioni di euro. I dettagli della ricerca effettuata da IRI per conto di Veronafiere saranno presentati a Vinitaly 2017, lunedì 10 aprile.

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Vitevis brinda al suo primo compleanno: bilancio positivo

Alberto Marchisio

E’ decisamente pieno il bicchiere con cui Vitevis brinda al suo primo compleanno. A distanza di dodici mesi dalla nascita della realtà vitivinicola che il 1° luglio 2015 ha unito tre storiche cantine del territorio vicentino – la Cantina Colli Vicentini di Montecchio Maggiore, la Cantina di Gambellara e la Cantina Val Leogra di Malo – il presidente Gianni Mazzocco e il direttore Alberto Marchisio fanno il punto sul primo anno di attività.  “Il bilancio è fortemente positivo – afferma Marchisio – soprattutto per quanto riguarda la capacità di penetrazione sui mercati esteri. La partecipazione come realtà unica alle tre principali fiere europee di settore, il Prowein a Düsseldorf, Vinitaly a Verona e la London Wine Fair, si è rivelata vincente. Valorizzando le eccellenze delle singole cantine con attività concrete, come il lancio della nuova linea “Monopolio” che riprende l’antico nome della Cantina di Gambellara e propone la Garganega di vigneti di collina selezionati per qualità, stiamo riscontrando sempre più interesse per i vini del nostro territorio da parte degli operatori”.  A spingere le produzioni di eccellenza sui mercati esteri sono anche i premi conquistati nell’ultimo anno dall’etichette di punta del gruppo, a partire dal Carlo V Rosso Veneto Igt 2013 e dal Prosecco Doc Romeo, vincitori della medaglia d’oro al Sakura Japan Women’s Wine Award, al Gambellara Classico Doc “Monopolio” 2015, a cui sono andate la medaglia d’argento al Concours Mondial di Bruxelles e la medaglia di bronzo al Decanter Word Wine Awards 2016, per citare solo alcuni dei riconoscimenti internazionali ottenuti.   Il gruppo Vitevis, in forte crescita anche sul valore dell’imbottigliato, sorride anche sul fronte interno sia per la crescita del numero dei viticoltori associati, che hanno superato quota 1.500 con oltre 2.200 ettari vitati in 56 Comuni delle province di Vicenza e Verona, sia per l’aumento del fatturato dei quattro punti vendita di Malo, Gambellara, Torri di Quartesolo e Montecchio Maggiore.  “Gli obiettivi prioritari per i prossimi dodici mesi – spiega il presidente Gianni Mazzocco – sono un’ulteriore crescita in Italia e all’estero attraverso progetti mirati, tra cui la nascita di una linea dedicata ai vini biologici. La capacità di offrire una gamma completa di vini del territorio vicentino con un’elevata qualità si sta rivelando strategica sia sui mercati in cui eravamo già presenti come singole realtà sia in quelli di nuovo arrivo”.

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