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Sassella Valtellina Superiore Docg 2012, Bettini

(4 / 5) E’ tra i produttori della lombarda Valtellina più attivi in Gdo, la Casa Vinicola Fratelli Bettini di San Giacomo di Teglio, Sondrio. Sotto la lente di ingrandimento di vinialsupermercato.it finisce oggi il Sassella Valtellina Superiore Docg 2012 Bettini.

Ottenuto in purezza da uve Nebbiolo (uvaggio che localmente prende il nome di “Chiavennasca”), si presenta nel calice del tipico rosso rubino trasparente. Al naso è intenso, schietto e fine. Mediamente complesso, rivela sentori floreali di rosa e piccoli frutti rossi, impreziositi da note di nocciola: un quadro che denota una relativa giovinezza.

Non mancano tuttavia i sentori boisé, riconducibili al legno di rovere della maturazione. Tutte caratteristiche che ritroviamo, poi, in un palato fresco e leggermente sapido, particolarmente armonico ed equilibrato. Di alcolicità calda, buona struttura e morbidezza, il Sassella Valtellina Superiore Docg 2012 Bettini presenta un finale leggermente tannico.

Mostra così margini di ulteriore evoluzione in bottiglia, in conformità alle caratteristiche del Nebbiolo. L’abbinamento perfetto? Quello con le carni rosse e con i formaggi di media stagionatura, servendo a una temperatura di 18 gradi e stappando almeno un’ora prima la bottiglia.

LA VINIFICAZIONE
La zona di produzione del Sassella Bettini è quella inserita nel territorio della Denominazione di origine controllata e garantina Valtellina Superiore. I vigneti sono situati su spettacolari terrazzamenti sul versante retico, a una quota altimetrica variabile tra i 400 e i 500 metri sul livello del mare. Si tratta di terreni di proprietà della storica realtà vinicola valtellinese, situati in particolare nel Comune di Sondrio.

Le vigne affondano le radici in terreni sabbiosi (franco-sabbiosi) molto permeabili, acidi o subacidi, mediamente dotati di sostanza organica. La vinificazione avviene in maniera tradizionale per le uve Nebbiolo. Il mosto rimane sulle bucce per un periodo volutamente prolungato, per consentire una maggiore estrazione di colore e profumi. La maturazione prevede una durata complessiva di 15 mesi, in botte di rovere da 50 ettolitri, più ulteriori tre mesi (minimo) in bottiglia.

Prezzo: 7,99 euro
Acquistato presso: Il Gigante

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degustati da noi vini#02

Oltrepò Pavese: va a ruba “Atmosfera”, primo spumante della Bagnoli Vini di San Damiano al Colle

Profumo delicato ma intenso, gusto secco e fruttato, lunghissima persistenza. Il panorama delle bollicine dell’Oltrepò Pavese si arricchisce di un nuovo protagonista a base Pinot Nero vinificato in bianco: Atmosfera, della società agricola Bagnoli Vini di San Damiano al Colle, Pavia. Un Brut di cui sono state prodotte per la prima annata circa 5 mila bottiglie. Due terzi delle quali sono già andate a ruba. Un prodotto autentico, che racconta la dedizione con la quale i fratelli Luigi e Fausto Bagnoli si occupano dell’azienda di famiglia e dei suoi filari. Versato nel calice, Atmosfera sfodera un perlage molto fine, per nulla invadente o fastidioso al palato. In bocca ripresenta le note fruttate di pesca e pera già percepite al naso, sfoderando una buona struttura e un finale che tende lievemente all’amarognolo del pompelmo. La persistenza è il piatto forte: Atmosfera e le sue fragranze sembrano non finire mai. “Quello di quest’anno – spiega Luigi Bagnoli – è stato un esperimento. Molti dei nostri clienti, ovvero ristornati, enoteche e gastronomie, ci chiedevano di completare la nostra gamma di vini dell’Oltrepò con una bollicina. Li abbiamo accontentati ed è stato un successo”. E la ciliegina sulla torta è l’etichetta, stampata su un materiale speciale, simile al tessuto, testato per resistere all’erosione dell’acqua marina. Per di più di colore cangiante, in base alla luce.

LA VINIFICAZIONE
Atmosfera nasce da uve Pinot Nero pigiate e poste in autoclave senza aggiunta di lieviti. La fermentazione avviene a temperatura e pressione controllata, una tecnica diffusa particolarmente in Germania piuttosto che in Italia. Una tecnica rischiosa, dal momento che l’accumulo di pressione nella vasca può finire per incidere sulla vitalità dei lieviti, durante la fermentazione.

Producendo per altro odori o deviazioni che espongono il prodotto tanto al rischio di essere gettato via, quanto a risultare eccellente. “Come tutte le cose buone – commenta Luigi Bagnoli – la componente rischio è fondamentale e a noi piace metterci in gioco. Il ‘paziente’ potrebbe decedere durante l’intervento, insomma”. Ecco dunque l’importanza, ancora una volta, di portare in vinificazione “solo uve sanissime”.

“La vigna è il fulcro di tutto – spiega il produttore pavese – sarei falso se vi dicessi che i risultati sono dovuti solo alla mia bravura. Il segreto di un’azienda che lavora bene, non solo in Oltrepò ma in tutto il mondo, è avere terreni e vigneti buoni o eccellenti: grazie a mio padre e ai miei nonni, tutto questo è possibile nella nostra azienda”.

Le uve Pinot Nero sono state monitorate accuratamente sin dall’inizio della maturazione e raccolte – ecco un’altra particolarità – a un grado di maturazione perfetto. Per gli spumanti convenzionali, invece, si preferisce vinificare uve non ancora perfettamente mature, sfruttandone l’acidità.

“Siccome non sono un grande amante degli spumanti – dichiara Luigi Bagnoli – quando a luglio dello scorso anno abbiamo deciso finalmente di produrne uno nostro, ci siamo anche detti che sarebbe stato differente dagli altri. Un prodotto che piacesse a me, innanzitutto: fruibile e bevibile senza avere mal di testa o bruciori di stomaco, anche esagerando con un paio di bicchieri in più”.

Altra scelta, quella di non aggiungere zuccheri o aromi. Un Brut metodo Charmat di gradazione complessiva 12,40%. “Abbiamo così prodotto uno spumante vicino alla nostra idea di azienda vitivinicola – commenta Fausto Bagnoli – da bere a tutto pasto, dall’aperitivo agli antipasti, dai primi di pesce, molluschi e crostacei sino alla carne. Una bollicina tutt’altro che ‘pasticciata’, che ha nella facilità di beva e nella grande pulizia i suoi valori aggiunti”.

L’OLTREPO’ VISTO DAI FRATELLI BAGNOLI
Un prodotto, lo spumante Atmosfera, differente da molte bollicine dell’Oltrepò Pavese. Una realtà che, a detta dei fratelli Bagnoli, “penalizza” spesso i produttori. “Fare i numeri è un po’ il marchio di fabbrica di questa zona vitivinicola – dichiara Fausto Bagnoli – che spesso si dimentica della qualità. Noi stessi paghiamo lo scotto di produrre in quest’area sferzata negli anni da tanti, troppi scandali. Fortunatamente noi siamo riusciti a farci un nome. Ma se mi metto nei panni di un giovane che intenda accostarsi oggi, nel 2016, al panorama vitivinicolo con l’intenzione di fare qualità, non posso che prevedere per lui una strada in salita”.

Per la Bagnoli, il passaparola tra i clienti che hanno toccato con mano la qualità e la salubrità dei prodotti è un motivo di vanto. “Ma anche noi siamo penalizzati – aggiunge Luigi Bagnoli – dal momento che fuori dalla zona, al di là del passaparola, veniamo penalizzati dalla nomea dell’Oltrepò, senza che neppure i nostri prodotti vengano assaggiati. Questo è ovviamente un limite dell’interlocutore, ma speriamo che le cose cambino non solo per noi, ma per l’intero Oltrepò”.

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Conte della Vipera Umbria Igt 2012, Marchesi Antinori


Il Conte della Vipera, blend composto all’80% da Sauvignon Blanc e al 20% da Sémillon, è uno dei vini bianchi che la nota casa vitivinicola toscana Antinori “regala” agli scaffali della grande distribuzione organizzata. Una presenza che, di per sé, dà lustro all’intero segmento. Siamo di fronte a un Umbria Igt, vendemmia 2012. Il vino, prodotto a partire dal 1997, prende il nome dai primi proprietari del Castello della Sala, la famiglia Monaldeschi della Vipera. E l’etichetta riporta un disegno della Cappella di San Giovanni, del XV secolo, situata all’interno delle tenute. Nel calice, Conte della Vipera 2012 Antinori si presenta di un giallo paglierino con riflessi dorati.

Anche al naso conferma l’evoluzione avvenuta in bottiglia nel corso degli anni, rispetto alle caratteristiche di freschezza iniziale: note leggere di sambuco, bosso, mandorla e agrumi che si ripresentano anche al palato, in un finale mediamente persistente che ricorda il pompelmo. Al palato risulta morbido e rotondo, in un crescendo di sapidità che accompagna verso le note agrumate finali. Difficile prevedere un ulteriore miglioramento in bottiglia per un prodotto che, ottenuto dalla vendemmia 2012, risulta più che mai apprezzabile, ma ormai maturo. L’abbinamento consigliato è quello con gli antipasti e i piatti di pesce, oltre alla pasta al pesto e alle preparazioni a base di verdure, in particolare gli asparagi.

Conte della Vipera Umbria Igt 2012, Marchesi Antinori

I vigneti destinati al Conte della Vipera sono situati a un’altezza che varia dai 250 ai 350 metri sul livello del mare, in suoli ricchi di sedimenti fossili marini con infiltrazioni di argilla che conferiscono mineralità e sapidità all’uva. Nel 2012, annata connotata da un inverno freddo e privo di piogge e un’estate calda e secca, il Sauvignon Blanc è stato vendemmiato al momento del perfetto equilibrio tra concentrazione zuccherina e massima espressione dei profumi varietali dell’uva. I grappoli, raccolti manualmente, sono stati immediatamente trasferiti in cantina e raffreddati attraverso il passaggio in un convogliatore refrigerato che ne ha abbassato la temperatura.

Le uve sono state poi pressate in maniera soffice, in modo da mantenere inalterate le caratteristiche varietali. Il mosto è stato mantenuto per alcune ore ad una temperatura di 10 gradi, consentendo l’illimpidimento naturale. E’ seguito il travaso in serbatoi di acciaio inox a temperatura controllata, dove si è svolta la fermentazione alcolica a una temperatura non superiore ai 16 gradi. Completata questa operazione, il vino è stato conservato ad una temperatura di circa 10 gradi per impedire lo svolgimento della fermentazione malolattica e conservare inalterate le caratteristiche organolettiche. Il Sauvignon Blanc è stato poi assemblato con il Sémillon per accentuarne la sapidità e conferirgli rotondità.

Conte della Vipera Umbria Igt 2012, Marchesi Antinori

E anche per il Sémillon, Antinori ha proceduto alla classica vinificazione in bianco. Appena dopo la raccolta, verso la seconda metà di settembre, le uve sono state diraspate e immediatamente pigiate in maniera soffice. Dopo l’illimpidimento statico, il mosto limpido è stato spillato e inoculato con lieviti selezionati. Dando così inizio a una lenta fermentazione a 16 gradi, per preservare la componente aromatica. Terminata la fermentazione alcolica, il vino è stato travasato con una modesta quantità di lieviti ancora in sospensione. Dopo una serie di travasi, ecco il taglio con il Sauvignon.

Prezzo pieno: 15,84 euro
Acquistato presso: Iper la grande I (Finiper)

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Bardolino Dop Classico 2015, azienda agricola Conti Guerrieri Rizzardi

(4 / 5) Si è tenuta il 6 e 7 marzo scorsi, nella splendida cornice di Colà di Lazise, sul Lago di Garda, l’anteprima dell’annata 2015 del Bardolino. Ed è proprio della vendemmia 2015 il Bardolino Dop Classico dell’azienda agricola Conti Guerrieri-Rizzardi che finisce oggi sotto la nostra lente di ingrandimento. Versato nel calice si presenta limpido, del tipico rosso rubino trasparente. Al naso lo spettro olfattivo richiama intensamente i frutti di bosco a bacca rossa, con le fragoline a dominare la scena, oltre a note floreali fresche.

Un vino schietto, mediamente fine, di complessità sottile. La natura fruttata dei profumi trova corrispondenza al palato, dove ritroviamo fragoline, marasca, lamponi e una punta di ribes. Ma anche note speziate di pepe bianco, eleganti e soffuse. Vino caldo, rotondo e di corpo leggero nonostante i 13% (che dunque non infastidiscono affatto la beva), il Bardolino Dop Classico 2015 dell’azienda agricola Conti Guerrieri Rizzardi sfodera un’ottima acidità e sapidità: esattamente quello che ci si deve aspettare da una vendemmia appena immessa in commercio. Ed esattamente quello che deve esprimere un Bardolino classico. Poco tannico, per l’equilibrio mostrato si presta ad accompagnare i primi di pasta o risotto, le carni bianche e i formaggi freschi. In definitiva un buon prodotto, soprattutto nel rapporto qualità prezzo.

LA VINIFICAZIONE
I vigneti da cui l’azienda agricola Guerrieri Rizzardi ottiene il Bardolino in questione trovano collocazione nei Comuni di Bardolino e Cavaion Veronese, in provincia di Verona. I terreni, di origine morenico glaciale, si presentano ciottolosi, calcarei e argillosi. Il vino è ottenuto dal blend tra Corvina (65%), Rondinella (15%), Merlot (10%), Molinara, Ancellotta e Sangiovese (10%). La vinificazione prevede diraspatura e pigiatura delle uve, seguite dalla fermentazione alcolica e malolattica. La maturazione in cantina è di durata variabile fra i 3 e i 12 mesi, in vasche di acciaio inox a temperatura controllata. Il primo imbottigliamento avviene attorno al 10 febbraio dell’anno successivo alla vendemmia. L’azienda agricola Guerrieri Rizzardi si sviluppò fin dal XII secolo sotto la guida della famiglia Rambaldi. Nel XVI secolo, la famiglia Guerrieri, originaria di Fermo, nelle Marche, si stabilì nel veronese. Nella seconda parte del XVIII secolo, Agostino Guerrieri (1749 – 1833), sposò Maria Teresa Rambaldi, ultima discendente dei Rambaldi e dunque le proprietà passarono ai Guerrieri. I vigneti cominciano a svilupparsi sin dagli inizi dell’Ottocento. E dal 1913 il Conte Carlo Rizzardi costruì nuovi edifici e rese più moderne le secolari cantine, situate nel centro del paese di Bardolino.

Prezzo pieno: 4,89 euro

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Rosso Igt Veneto Antale, Natale Verga

(3,5 / 5) E’ ottenuto da uve lasciate appassire leggermente il Rosso Igt Veneto Antale Natale Verga. Stiamo parlando della linea top di gamma della casa vinicola di Cermenate (Como), denominata appunto Antale: quella che racchiude i vini destinati “ai palati più esigenti”, da abbinare alle portate più complesse della tavola. E in estrema sintesi non possiamo che definire Rosso Igt Veneto Antale di Natale Verga un ottimo prodotto per qualità prezzo, in linea con le politiche aziendali di questo colosso italiano della vinificazione. Passiamo dunque il vino sotto la nostra lente di ingrandimento. Nel calice si presenta di un rosso rubino intenso, poco trasparente. Al naso è intenso, schietto, fine. Sottile, fa registrare note pressoché fruttate mature, tendenti alla confettura: prugna, ciliegia, in un sottofondo di vaniglia. Al palato troviamo rispondenza delle note fruttate, con una più accentuata vena austera ed elegante che ricorda il caffè e il cacao amaro, oltre alla vaniglia. Il Rosso Igt Veneto Antale Natale Verga è vino di corpo in quanto a struttura, di alcolicità calda (14%) ma non per questo fastidiosa, di rotonda morbidezza. Secco, fresco e sapido, si presenta giustamente tannico e decisamente equilibrato. Una volta deglutito si mostra intenso, mediamente fine e sufficientemente persistente: un buon quadro retro olfattivo, insomma. Perfetto l’abbinamento con primi, secondi e formaggi saporiti, anche se offre il meglio di sé con la carne, specie se alla griglia o in arrosto.

LA VINIFICAZIONE

Il Rosso Igt Veneto Antale Natale Verga, come detto, ha il suo segreto nella raccolta leggermente tardiva delle uve Corvina, base tra l’altro di grandi vini rossi veneti come l’Amarone della Valpolicella, anch’esso ottenuto mediante preventivo appassimento degli acini. La fermentazione, indotta da lieviti selezionati, avviene a cappello emerso in vasche d’acciaio e si esaurisce in 14-15 giorni. Il processo si conclude con una macerazione che dura dai 10 ai 15 giorni. A dicembre il vino viene sottoposto alla fermentazione malolattica e trasferito in tonneaux di rovere francese, ove resta a maturare per 3 mesi. Dopo più di un secolo di attività, oggi alla quarta generazione, la casa vinicola Natale Verga Spa è una delle più presenti nella grande distribuzione organizzata italiana, con una vasta gamma di prodotti a marchi propri e private labels.

Prezzo pieno: 5,69

Acquistato presso: Il Gigante
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Lambrusco Rosè Lini 910, Lini Oreste e figli Srl

(5 / 5) Non può che attirare l’attenzione un’etichetta così curiosa sullo scaffale del supermercato. Obiettivo centrato nella forma e soprattutto nella sostanza quello della cantina Lini 910, con il suo Lambrusco Rosè.

Un prodotto fresco e moderno, adatto a un utilizzo quotidiano, eppure allo stesso tempo tutt’altro che convenzionale. Vino da tavola sì, insomma, ma con una marcia (o due) in più. Ottimo anche nel rapporto qualità prezzo.

LA DEGUSTAZIONE
Il Lambrusco Rosè Lini910 sorprende, di fatto, non appena versato nel calice. Prima operazione: dimenticarsi la “spuma” corposa di certi conventional Lambrusco, per fare spazio a una più volatile ed evanescente, che sparisce in fretta.

Mentre sotto prende corpo quello che pare l’incrocio, sulla tavolozza di un pittore, tra un rosa cerasuolo e le tinte tipiche del sidro di mela. Ed è proprio alla mela il richiamo più marcato che giunge al naso. Polpa di mela matura, unita a sentori di amarena e fiori di rosa. Speculare la percezione al palato, che anticipa un finale acidulo e rinfrescante.

Il Lambrusco Rosè Lini 910 accompagna la tavola di tutti i giorni e, più pretenziosamente, piatti a base di pesce o carni bianche, nonché pietanze a base di verdure cotte. Da provare con i primi della tradizione emiliana, come le lasagne alla Bolognese.

LA VINIFICAZIONE
Si tratta del blend tra uve Salamino (80%) e Sorbara (20%), vinificate mediante breve contatto con le bucce, sino a ottenere la tonalità voluta. La rifermentazione avviene in autoclave, per un periodo di 3 mesi, a temperatura controllata. Un procedimento utile a ottenere una “bollicina fine, migliorandone la digeribilità”.

Un Lambrusco, insomma, trattato alla stregua del Prosecco da una cantina, la Lini Oreste e figli Srl, sorta a Correggio (Reggio Emilia) nel 1910 e ancora oggi sulla cresta dell’onda, grazie a un profondo percorso di restyling del marchio e delle caratteristiche di un Lambrusco alla portata del consumatore moderno. Un vero e proprio unconventional Lambrusco.

Prezzo: 3,95 euro
Acquistato presso: Conad

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Etna Bianco Doc 2014 Le Sabbie dell’Etna, Firriato Winery

(5 / 5) La finezza e i profumi del Carricante, unita alla potenza strutturale del Cataratto. C’è riuscita Firriato a produrre un vino “di territorio” con l’Etna Bianco Doc 2014 Le Sabbia dell’Etna. Un vino bianco serio, impegnato, elegante. E allo stesso tempo divertente, sorprendente, gustoso. Quasi da mordere. Un po’ come racchiudere in bottiglia lo spirito tumultuoso e volatile di un vulcano, per godersi lo spettacolo che sa offrire Madre Natura. Etna Bianco Doc 2014 Le Sabbie dell’Etna Firriato scende scorrevole e cristallino in un calice che si tinge d’un giallo paglierino chiaro, con riflessi verdognoli. Al naso è intenso, schietto, fine.

Di quella complessità fatta dall’unione ordinata delle piccole cose: fiori di mandorla, ginestra e mimosa, frutti a polpa bianca come la pera e la pesca, oltre a immancabili richiami agli agrumi di Sicilia. Ricorda il mare e, forse per questo, l’impronta tipicamente salina che sarà il punto di forza al palato è già ben evidente, tra i profumi di frutta matura. In bocca, Sabbie dell’Etna Firriato si scopre vino di corpo, caldo, rotondo, tanto fresco da tendere al “vivo”, splendidamente sapido e di un equilibrio salino in perfetta armonia con le note di frutta che solo certi vini blend di Sicilia sanno regalare. Intenso, fine e persistente anche una volta deglutito. L’abbinamento migliore? Quello con l’estate. E con tutto ciò che parli di mare. A una temperatura di 10-12 gradi. Ottimo, insomma, il rapporto qualità prezzo.

LA VINIFICAZIONE
L’Etna Bianco Doc Le Sabbie dell’Etna 2014 Firriato è il frutto della vinificazione delle uve Carricante e Cataratto prodotte nel Comune di Castiglione di Sicilia, in provincia di Catania. Il terreno è di tipo sabbioso, di matrice vulcanica, con elevata capacità di drenare le acque. L’esposizione dei vigneti è sul versante nord orientale dell’Etna, a un’altezza compresa tra i 500 e i 600 metri sul livello del mare, con allevamento a controspalliera. Poco più di quattromila piante per ettaro, per una resa di circa 7 mila kg.

La vendemmia manuale ha inizio nella seconda decade del mese di ottobre. La pressatura delle uve è soffice e la fermentazione ha luogo a una temperatura controllata, tra i 16 i 18 gradi, per 15 giorni. Importanti per gli aromi e i profumi conferiti al vino i tre mesi di affinamento sulle fecce nobili, in serbatoi di acciaio inox con rimontaggi giornalieri. Segue una fase di affinamento in bottiglia, della durata di 2 mesi, prima della commercializzazione.

Prezzo pieno: 8,99 euro
Acquistato presso: Esselunga

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Gutturnio Doc Classico Riserva 2010 Costa Pancini, vitivinicola Montesissa

(4 / 5) Ottenuto come di consueto dalla vinificazione delle uve Barbera e Bonarda dei Colli Piacentini, il Gutturnio Doc Classico Riserva 2010 Costa Pancini dell’azienda agricola vitivinicola Francesco Montesissa non ha nulla a che vedere col ‘solito’ Gutturnio piacentino. Si tratta infatti di un vino fermo, senza la classica ‘spuma’ che contraddistingue il più noto tra i vini Doc di Piacenza, che a Carpaneto Piacentino ha di fatto un riconosciuto quartier generale.

LA DEGUSTAZIONE
Un vino corposo, di struttura, capace di esaltare piatti anche elaborati. Nel calice, il Gutturnio Doc Classico Riserva 2010 Costa Pancini dell’agricola vitivinicola Montesissa si presenta di un rosso rubino con unghia granata, a dimostrazione di una perfetta conservazione.

Al naso frutti rossi, tra cui spicca il lampone, e frutti a bacca nera come le more. Ma anche richiami alla confettura degli stessi frutti, in un contorno evidente di vaniglia (e liquirizia) dovuto all’affinamento in legno. E sullo sfondo sentori di alloro e rosmarino, che caratterizzano ulteriormente un naso tutt’altro che banale.

In bocca il Gutturnio Doc Classico Riserva 2010 Costa Pancini è principalmente sapido in ingresso. Diviene poi fruttato (ecco ancora more e lamponi), morbido, giustamente tannico e asciutto, nonché caldo. Ed è il tannino a dimostrare che si tratti del momento giusto per stappare la bottiglia, per una vendemmia – la 2010 – che continuerà a conservare le proprie caratteristiche gusto-olfattive ancora per qualche mese, prima di iniziare un irrimediabile quanto fisiologico “declino”.

Perfetto l’abbinamento di questo Gutturnio con piatti importanti di carne, dai primi ai secondi, compresa la selvaggina. Ottimo anche con formaggi stagionati: provatelo col Grana Padano, come suggerisce la stessa casa produttrice. Non fate però l’errore (imperdonabile) di servire questo Gutturnio Riserva alla stregua dei Gutturnio frizzanti: non va messo in frigorifero, per non compromettere la beva a causa dell’astringenza del tannino. Va piuttosto consumato a una temperatura di 18-20 gradi. Possibilmente stappandolo con almeno mezzora di anticipo.

LA VINIFICAZIONE
La tecnica di vinificazione del Gutturnio Doc Classico Riserva 2010 Costa Pancini prevede un utilizzo del 60% di uve Barbera e del 40% di uve Bonarda. La predominanza del primo è netta e serve a caratterizzare la beva, rendendola più austera ed elegante. La fermentazione delle uve avviene in acciaio, con macerazione sulle bucce della durata massima di 14 giorni. Seguono 9 mesi di maturazione e affinamento in barrique di rovere e altri 5 in bottiglia, prima della commercializzazione. Il Gutturnio Doc Classico Riserva è il prodotto “top” di gamma (almeno per la grande distribuzione organizzata) dell’azienda vitivinicola Montesissa, che da cinque generazioni opera nel mondo del vino commercializzando varietà autoctone.

Prezzo pieno: 8,49
Acquistato presso: Il Gigante

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