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Migliori Custoza Doc: il mistero di vini bianchi buonissimi, che pochi conoscono

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Migliori Custoza Doc. Se vi sembra incredibile che, nel 2025, ci sia ancora qualcosa da scoprire nel mondo del vino italiano, allora non avete ancora assaggiato i vini bianchi di Custoza. Un vero e proprio mistero la loro assenza in molte carte dei vini che contano, a livello nazionale e internazionale. Per provare a capire le ragioni di questo assurdo “buco”, può essere utile geolocalizzare la Doc Custoza, che in totale produce 11 milioni di bottiglie su circa 1.400 ettari. S
i trova in Veneto, in provincia di Verona, e si estende su nove comuni situati tra le colline moreniche del basso Lago di Garda: Sommacampagna (di cui Custoza è frazione), Villafranca di Verona, Valeggio sul Mincio, Peschiera del Garda, Castelnuovo del Garda, Sona, Bussolengo, Pastrengo e Lazise.

LA DOC CUSTOZA: GRANDI VINI BIANCHI ALL’OMBRA DEL LUGANA?

Comuni che molti avranno sentito nominare per via di altre Doc del vino, più note. In primis Lugana, vero e proprio crack commerciale e prima presunta “sospettata” della scarsa notorietà dei vini bianchi di Custoza. Ma nella stessa zona, marginalmente, si possono produrre anche Bardolino Doc e Valpolicella Doc. Per intero, invece, la Garda Doc: nome commercialmente spendibilissimo attorno al quale ruota il nuovo brand-cappello del vino veneto Lake Garda Wines. Per essere ancora più precisi, a Doc Custoza confina a nord-ovest con la DOC Lugana – che si sviluppa tra Veneto e Lombardia, lungo la sponda meridionale del Lago di Garda – e a est con la Doc Soave. Un territorio di passaggio tra la pianura e il lago, in cui il Custoza si distingue come un bianco dall’identità precisa, ma ancora da scoprire su larga scala.

I VINI BIANCHI DI CUSTOZA: FRESCHI E AROMATICI O DA LUNGO AFFINAMENTO

La degustazione delle diverse espressioni del Custoza, resa possibile dal Consorzio di Tutela guidato da Roberta Bricolo e dalla referente dell’ufficio Marketing Silvia Rama, rivela la straordinaria versatilità e profondità di questa denominazione. Capace di offrire vini freschi e immediati, ma anche etichette di grande struttura e potenziale evolutivo. Le annate più recenti, come il 2023 e il 2024, mostrano spesso una gran purezza del frutto, una mineralità incisiva e un equilibrio esemplare tra freschezza e morbidezze. Alcuni produttori, come Albino Piona, Cavalchina e Gorgo, interpretano il Custoza con eleganza e personalità. Dimostrando come questo bianco possa essere non solo un vino da pronta beva, ma anche da conservare con soddisfazione nel tempo. Migliori Custoza Doc

IL CUSTOZA SUPERIORE E RISERVA: CARATTERE E LONGEVITÀ

Il Custoza Superiore, con il suo profilo più strutturato e complesso, evidenzia un’ulteriore dimensione della denominazione. Come? Con vini che abbracciano una maggiore ricchezza materica, senza mai perdere in tensione e finezza. Notevole il potenziale evolutivo di etichette come “Custodia” di Cantina di Custoza (Cantine di Verona), “Amedeo” di Cavalchina e “Sexaginta” di Monte del Frà, capaci di coniugare precisione tecnica e profonda espressività territoriale.

Non ultimo, il segmento dei Custoza Riserva rappresenta solo una delle sorprese della degustazione. Il Custoza Riserva Doc Rabitta firmato da Cavalchina emerge come un autentico fuoriclasse, con un profilo internazionale e una complessità che richiama le migliori interpretazioni dei grandi bianchi da invecchiamento. Altre etichette, come Gorgo “Sub 27” e “Brolo dei Giusti” di Cantina di Custoza, confermano il valore assoluto della denominazione. Il Custoza Doc è molto più di un vino estivo o di pronta beva, ma un bianco che può affinare con il tempo, acquisendo profondità e sfumature degne dei migliori palchi internazionali. Qui, piccole e grandi cantine cooperative lavorano per la qualità assoluta. Dopo anni di mistero, iniziare a scoprirlo è d’obbligo. https://custoza.wine/

MIGLIORI CUSTOZA DOC: DEGUSTAZIONE E VALUTAZIONE IN CENTESIMI

CANTINA DENOMINAZIONE ALCOL ANNO DESCRIZIONE E PUNTEGGIO IN CENTESIMI
Tabarini Custoza DOC 12,50% 2024 Fiore e frutto, leggera componente e minerale. In bocca si snoda su una buona tensione acida, che anticipa un  finale piacevolmente sapido. Vino che ha solo bisogno di un altro po’ di riposo in bottiglia. 89
Seiterre Custoza DOC 12,50% 2024 Frutto ben maturo, a polpa bianca e gialla. Profilo minerale. Al palato una corrispondenza perfetta, nel segno di una bella pienezza e di una grande centralità del frutto. 89
Villa Medici Custoza DOC 12,50% 2024 Tappo a vite. Bella vena erbacea e minerale sul frutto croccante, bianco e giallo. Al palato una piacevole pienezza, giocata tra la vena glicerica e quella più dura, verde. Profilo oleoso, per un vino all’inizio dell’evoluzione. 88
Monte del Frà Custoza DOC 12,50% 2024 Naso ben compiuto su frutto, mineralità e tocco erbaceo. Spina dorsale sapida al palato, attorno alla quale danza un frutto polposo, bianco e giallo. Vino da beva spensierata, senza troppi fronzoli. 88
Cavalchina Custoza DOC 12,50% 2024 Bel profilo minerale al naso, ma soprattutto una gran purezza del frutto. Corrispondenza perfetta al palato, ben distinto da una vena sapida che accompagna il frutto. Vino che abbina morbidezze e durezze in maniera esemplare. Bere oggi o conservare. 92
Tantini Custoza DOC 12,50% 2023 Tappo a vite. Naso fresco, quasi balsamico, che si contrappone piacevolmente a una leggera nota dolce, mielata, a corredo del frutto polposo, a polpa bianca e gialla. Palato dominato da una sottile mineralità e da una gran freschezza, che agevola la beva. Ritorni di frutta non mancano e completano un quadro ricco e in evoluzione positiva. 92
Il Pignetto Custoza DOC 12,50% 2023 Vino che si apre piano e si arricchisce di fiore e balsamicità. Ecco anche la componente minerale. In bocca leggere note macerative, molto ben gestite. Altro vino decisamente convincente e in positiva evoluzione. 91
Pigno Custoza DOC 12% 2023 Colore più carico dei precedenti, così come il naso, contraddistinto da una vena mielata e da una buona aromaticità. Al palato è ricco, ben stratificato, oleoso. C’è il territorio e c’è la mano del produttore. 89
Cantina di Custoza (Cantine di Verona) Custoza DOC Val dei Molini 12,50% 2023 Naso splendido, aperto, generoso. Fiore, frutto, polpa: c’è tutto. Al palato è ben strutturato, materico, pur slanciato su sapidità e freschezza. Vino tecnicamente ineccepibile, con potenziale evolutivo su cui scommettere. 90
Vitevis Custoza DOC 12,50% 2023 Primo naso su una leggera tinta mielata. Poi ricordi di finocchietto selvatico ad aprire la componente balsamica. L’ossigenazione lascia spazio a note agrumate. L’ottima stratificazione si conferma anche al palato, dove risulta ricco, polposo eppure slanciato, pieno e fresco. Ottimo potenziale evolutivo. 92
Villabella  Custoza DOC 12% 2023 Tappo a vite. Vino che non abbonda in larghezza ma è più sulla lettura del suolo, sulla verticalità sul fiore che sull’abbondanza di frutto. Sorprende per questo al palato, dove di frutto ce n’è in abbondanza. Ricordi di mela e pera perfettamente mature anticipano l’allungo sapido. Vino elegante e di gran beva. 90
Tamburino Sardo  Custoza DOC 12,50% 2023 Naso su ricordi umami. In bocca vira sul frutto, senza troppe sovrastrutture. Longilineo, dritto, minerale. Un pizzico di frutto in più non avrebbe guastato. 88
Santa Sofia Custoza DOC 12,50% 2023 Bella balsamicità al naso, sul frutto. Tensione sapida, frutto pieno e alcol che si integrerà meglio. Sapido in chiusura. Buon potenziale evolutivo. 90
Corte Mamaor Custoza DOC 12,50% 2023 Naso elegante, sul frutto che sfiora l’esotico. Ottima densità della componente fruttata anche al palato, con una  mineralità spiccata che ravviva l’allungo. Riecco, poi, quel profilo oleoso che caratterizza le migliori espressioni di Custoza. Finale di gran persistenza. Ottimo potenziale evolutivo. 92
Gorgo Custoza DOC San Michelin 13% 2023 Frutto puro, perfettamente maturo, al primo naso. Mineralità a fare da contraltare. Gran purezza del frutto anche al palato. A sostenerlo riecco un’intensa vena sapida, che slancia il sorso insieme alla vibrante acidità. Gran potenziale evolutivo. 94
Albino Piona Custoza DOC 12,50% 2023 Porta la mente in Francia, questo naso estremamente elegante che invece racconta la tipicità di Custoza, a cui forse dovremmo un po’ tutti abituarci di più, erigendo nuovi canoni di confronto che non trasbordino i confini nazionali. Una precisione e matericità che si riverberano dal naso al palato, contraddistinto da tensione acida ed estrema verticalità. Allungo sulla polpa, fantastico. Alcol che si integrerà meglio, donando ulteriore equilibrio a un vino di grande potenziale evolutivo, certamente tra i migliori in un tasting che riguarda la denominazione d’appartenenza. 92
Albino Piona Custoza DOC Crea Macerato 12,50% 2023 Il Crea Macerato di Piona si è aggiudicato, con la vendemmia 2020, il titolo di “Vino Macerato dell’anno” della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di Winemag. Un’icona di stile, per la sapienza nell’utilizzo del contatto con le bucce, in grado di valorizzare il varietale, al posto di appiattirlo. La vendemmia 2023 non è da meno. 94
Villa Medici Custoza Superiore DOC 13% 2023 Bella mineralità, sin dal primo naso. Frutto a polpa bianca e gialla croccante, polposo. Spalle larghe al palato, dove non nasconde una certa grassezza, ben equilibrata da freschezza e sapidità. 93
Giarola Custoza Superiore DOC 13% 2023 Naso di gran purezza, su ricordi di albicocca e susina bianca, appena matura. In bocca più pienezza di quanto si potesse immaginare al naso. Allungo dolce del frutto, per un palato estremamente morbido, pur piuttosto equilibrato. 91
Tabarini Custoza Superiore DOC 13,50% 2023 Più pieno al naso di altri campioni. Bella veste balsamica sul frutto maturo, più giallo che bianco. Palato che si conferma largo, goloso, sul frutto perfettamente maturo e sulla vena sapida che accompagna sino alla chiusura. Gran gastronomicità e potenziale evolutivo. 94/100
Cantina di Custoza (Cantine di Verona) Custoza Superiore DOC Custodia 13% 2023 Al naso un leggero tocco fumé sull’agrume e una vaga nota d’idrocarburo. Che ci sia una componente vulcanica nei suoli di questo splendido bianco? Non mancano, in verità, nella zona. Al palato il nettare si conferma elegantissimo. Sapido, dal frutto bianco e giallo croccante, deliziosamente preciso. Allungo su frutto e sapidità, che rendendo la beva irresistibile. Rapporto qualità prezzo impressionante a giustificare, solo in parte, il giudizio. 95
Tenuta la Presa Custoza Superiore DOC 12,50% 2023 Naso gentile ma deciso, nelle note: floreale, mineralità, agrume. Al palato più polpa e materia, a delineare un profilo di vino estremamente gastronomico, reso ancora più interessante dal finale lungo, sapido. 93
Gorgo Custoza Superiore DOC Summa 13% 2023 Tanto minerale al naso, oltre al frutto. Sapidità da vendere anche al palato, dal frutto puro, molto ben gestito. Vino ampio sul frutto esotico al palato, ma tutto tranne che opulento. Anzi: finezza ed eleganza sono il vero fil-rouge tra naso e palato, che chiude su una piacevolissima sapidità. 92 Migliori Custoza Doc
Cavalchina Custoza Superiore DOC Amedeo 13,50% 2023 Vino delizioso nelle sue contraddizioni assolute. Quasi discostante, in una degustazione alla cieca, per quella vena minerale “da mare” e quel tocco erbaceo “di montagna” sul frutto croccante. Vino che cambia nel calice di minuto in minuto, rivelandosi molto stratificato. Ricorda la macchia mediterranea e il bergamotto prima di convincere all’assaggio. In bocca una gran pienezza, ma anche sapidità da burro salato. E un frutto che si conferma di purezza esemplare. Grande persistenza e garanzia assoluta sul fronte del potenziale evolutivo. 95/100
Cantina Le Muraglie Custoza Superiore DOC Remì 13% 2022 Un altro campione di Custoza che si divide tra tra mineralità, agrume e morbidezza al palato. Chiusura fresco-sapida, elegante. Ottima gastronomicità e buon potenziale evolutivo. 92
Monte del Frà Custoza Superiore DOC Cà del Magro  13% 2022 Frutto estremamente puro al naso, che si apre sempre più sulla maturità. In bocca una bella pienezza. Finale amaricante, ben gestito. Peccato per l’alcol, un po’ troppo esuberante. 90
Albino Piona Custoza Superiore DOC Campo del Selese 12,50% 2021 Fiore, frutto e spezie abbondano al naso, in un quadro decisamente territoriale. Il palato è elegantissimo, e si divide tra l’espressione del suolo e la pienezza del frutto, croccante e puro. Un vino campione d’equilibrio, raffinatezza, verticalità e versatilità. 94
Monte del Frà Custoza Superiore DOC Sexaginta 13% 2020 Colore che prende un po’ di oro, sul tipico paglierino. Naso piuttosto complesso per l’apporto del legno, che aggiunge soavi note tostate ai ricordi d’agrume. Gran bel palato pieno, strutturato e corposo. Colpisce per la gran freschezza e per la mineralità spiccatissima. Vino ancora molto giovane, con ampi margini evolutivi. 94
Cantina di Custoza (Cantine di Verona) Custoza Superiore DOC Brolo dei Giusti 13,50% 2020 Classico vino divisivo, per via della stilistica. Convince per il naso cremoso, con ricordi di pasticceria e burro salato accanto al fruttato tipico di Custoza. Il profilo, per intenderci, è quello di una Riserva. Al palato si conferma polposo, ricco, pieno, ma al contempo fresco e sapido, in quadro piacevolissimo anche grazie a un tocco “fenolico” che ricorda quello di alcuni grandi Chardonnay. Potenziale evolutivo assoluto. 94
Tamburino Sardo Custoza Riserva DOC Adriano 13% 2021 Leggero tocco di frutta secca al primo naso, unitamente al profilo tipico delle cuvée di Custoza. Freschezza da vendere al palato per un vino che s rivela ancora giovanissimo e di prospettiva. 91
Cavalchina Custoza Riserva DOC Rabitta 13,50% 2022 Vino che convince in termini di ricchezza, profondità e connessione con le punte di qualità del Custoza. L’utilizzo del legno dona un profilo ossidativo caratteristico, innalzando all’ennesima potenza la caratura dell’uvaggio locale. Il frutto, di fatto, è molto ben espresso e puro (mela, albicocca, agrumi), al centro del sorso e ben amalgamato con le note tostate conferite dalla barrique. Centro bocca e finale sapido, freschissimo. Persistenza da campione. Caratura internazionale, anche sul fronte del potenziale d’affinamento. Altro vino dal rapporto qualità prezzo impressionante, a giustificare (solo in parte) il giudizio finale. 97
Gorgo Custoza Riserva DOC Sub 27 13% 2019 Giallo dorato, alla vista. Frutto bianco e giallo di ottima maturità e pienezza al naso, con un accenno di idrocarburo che insinua tra le note floreali e quelle di aromatiche della macchia mediterranea. Palato in perfetta corrispondenza, su ricordi di albicocca matura e frutta esotica. Sale, stratificazione, complessità, ma soprattutto una rinnovata purezza del frutto: Custoza, all’ennesima potenza. Ovvero in grado di affinare, a lungo: nettare che ha ancora molto da dire ai calici, grazie a un’evoluzione stabile e non ancora compiuta. 95 Migliori Custoza Doc
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Migliori vini bianchi siciliani a meno di 20 euro


Ecco i migliori vini bianchi siciliani a meno di 20 euro, grazie agli assaggi alla cieca a Sicilia en Primeur 2024. Le anteprime siciliane sono l’evento enologico di punta dell’isola, che vede la partecipazione delle cantine associate ad Assovini Sicilia. Inauguriamo così le pubblicazioni dedicate al racconto dei vini della Sicilia, attraverso i migliori assaggi a Sep 2024, suddivisi per fascia prezzo.

CANTINA ETICHETTA ANNO UVE PROV DOC / IGP CERT. PREZZO
CANDIDO VINI Guardalomu 2023 Grillo 100% PA DOC SICILIA BIO 7,00 €
CANDIDO VINI Inzolia 2023 Inzolia 100% PA IGP Terre Siciliane BIO 7,00 €
CANTINA CHITARRA Cutò 2023 Grillo 100% TP DOC Sicilia 7,50 €
CANTINA CHITARRA Cutò Inzolia 2023 Inzolia 100% TP IGP Terre Siciliane 7,50 €
CANTINA CHITARRA Cutò Zibibbo 2023 Zibibbo 100% TP IGP Terre Siciliane 7,50 €
CANDIDO VINI Arridi 2023 Sauvignon Blanc 100%  IGP Terre Siciliane BIO 8,00 €
PRINCIPE DI CORLEONE Ridente Angelica 2023 Grillo 100% PA DOC Sicilia 8,50 €
PRINCIPE DI CORLEONE Bianca di Corte 2023 Insolia, Chardonnay PA DOC Sicilia 9,00 €
FEUDO ARANCIO Grillo Feudo Arancio 2023 Grillo 100% RG DOC Sicilia 10,00 €
PRINCIPI DI BUTERA Chardonnay  2023 Chardonnay 100% CL DOC Sicilia 11,00 €
CASA GRAZIA Per Mari Grillo  2023 Grillo 100% CL DOC Sicilia BIO 12,90 €
VALLE DELL’ACATE Zagra Grillo 2023 Grillo 100% RG DOC Sicilia 13,00 €
TENUTE NAVARRA Allucià 2023 Grillo 100% CL DOC Sicilia 13,30 €
TENUTE LOMBARDO Bianco d’Altura 2023 Catarratto 100% CL DOC Sicilia 13,50 €
TENUTE LOMBARDO Grillo d’Altura 2023 Grillo 100% CL DOC Sicilia 13,50 €
MASSERIA DEL FEUDO Voce di Lago 2023 Grillo 100% CL DOC Sicilia BIO 15,00 €
PRINCIPI DI BUTERA Serò 2018 Inzolia 100% CL DOC Sicilia 17,00 €
MASSERIA DEL FEUDO Hermosa 2022 Grillo 100% CL DOC Sicilia BIO 18,00 €
SANTA TRESA Vanedda (Az. Cortese) 2019 Grillo, Catarratto, Fiano  RG IGP Terre Siciliane BIO 18,00 €
GORGHI TONDI Rajàh 2022 Zibibbo 100% TP DOC Sicilia BIO 19,00 €

Il focus di Sicilia en Primeur 2024 è stata la vendemmia 2023. Agronomi ed enologi locali l’hanno definita «una vendemmia performante, dal profilo qualitativo e organolettico». I produttori siciliani hanno puntato sulla ricchezza varietale e sulla diversità degli areali siciliani. Mostrando capacità nel saper governare la complessa e sfidante situazione climatica. Nonostante la riduzione della quantità, con un calo certificato del 31% rispetto al 2022, vincono identità, territorio e qualità.

Migliori vini bianchi siciliani a meno di 20 euro Sicilia en Primeur 2024 Assovini

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Cinque vini bianchi 2022 della Campania da non perdere

Sono le province di Salerno e Avellino a regalare i migliori vini bianchi dell’annata 2022 a Campania Stories 2023. Dalla degustazione alla cieca emergono in particolare due vini della cantina Colli di Lapio, oltre a Ettore Sammarco, San Salvatore 1988 e Borgodangelo. Questi i cinque vini degustati alla cieca che superano la valutazione di 90/100.

Costa d’Amalfi Ravello Bianco Dop Vigna Grotta Piana 2022, Ettore Sammarco

Leggere note vanigliate sul frutto e sui ricordi di erbe della macchia mediterranea. Un utilizzo ben bilanciato del legno, che esalta il varietale. Ottima persistenza. 95/100

Paestum Fiano Igp Pian di Stio Bio 2022, San Salvatore 1988

Vino molto godibile, pronto e di prospettiva, nonché gastronomico. 92/100

Fiano di Avellino Dop 2022 Borgodangelo

Vino all’inizio di una vita che si preannuncia promettente. 90/100

Fiano di Avellino Dop 2022, Colli di Lapio

Un gran lavoro sui primari. Ottima la persistenza. 93/100

Greco di Tufo Dop Alexandros 2022, Colli di Lapio

Vino che interpreta stilisticamente in maniera moderna il vitigno. 91/100

I BIANCHI DELLA CAMPANIA VENDEMMIA 2022

Brillano in maniera particolare i cinque campioni elencati, ma gli assaggi alla cieca effettuati a Campania Stories 2023 consentono di tirare le somme sull’intera vendemmia 2022 dei vini bianchi campani. Un’annata in cui i viticoltori hanno dovuto fronteggiare la siccità, col rischio di ottenere vini agli antipodi: troppo alcolici, oppure troppo magri; sbilanciati sull’opulenza del frutto, oppure connotati da caratteri verdi, fenolici. In generale, l’obiettivo dell’equilibrio è stato centrato da gran parte dei produttori, a riprova del buon momento del vino campano sulla scena nazionale.

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Igt Colli di Salerno Fiano 2021 “Vale”, Viticoltori Lenza

L’Igt Colli di Salerno Fiano 2021Vale” di Viticoltori Lenza è uno dei vini bianchi presenti nella Guida Top 100 Migliori vini italiani 2023 di winemag.it. Se tra i Colli di Salerno c’è una certezza, quella è appunto la cantina Viticoltori Lenza, che col suo Fiano (ma non solo) convince sempre più, di vendemmia in vendemmia.

“Vale” si presenta nel calice di un giallo paglierino intenso. Al naso agrumi, dalla buccia al succo, oltre a un tropicale intenso, di grande precisione e succulenza. Erbe della macchia mediterranea a fare da contorno e a rendere ancora più intrigante il bouquet.

Al palato il Fiano “Vale” rivela una bella tensione d’agrume, con ritorni di frutta esotica ed erbe aromatiche, sul filo conduttore della sapidità. Vino che sancisce, anzi consacra, la crescita assoluta della cantina guidata dall’appassionato vignaiolo Guido Lenza.

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Indagine Vinarius: cresce richiesta vini bianchi fermi in enoteca


Attraverso un questionario sottoposto ai 110 soci, VinariusAssociazione delle Enoteche Italiane, con un fatturato aggregato di 50 milioni di euro – è in grado di tracciare le previsioni sui vini che verranno maggiormente scelti durante il periodo invernale e natalizio.

Alla costante crescita del consumo dei vini rossi – in testa Barolo, Brunello, Primitivo e Amarone della Valpolicella – rispondono in primis gli spumanti. Il trend registrato vede infatti una crescita del 30% delle “bollicine”. La scelta del consumatore fra le diversi tipologie di spumante colloca al primo posto lo Champagne seguito dal Franciacorta, dal Trento Doc e dall’Alta Langa. Resta significativa anche la vendita di altri Metodo Classico di piccole cantine locali, presenti sugli scaffali degli enotecari che propongono vini del loro territorio.

Decisamente in crescita la sezione dei vini bianchi fermi: lo sostiene il 51,5 % degli intervistati. Previsti aumenti delle vendite compresi tra il 10 e il 20%. Tra i vini bianchi maggiormente richiesti ci sono lo Chardonnay o i vini con uvaggi a base Chardonnay e in seconda battuta il Gewürztraminer. La somma dei volumi di vendita di questi due vini equivale al 35%. Il restante 65% si distribuisce tra le referenze più disparate di bianchi autoctoni e semi aromatici. Appare dunque chiaro come, ancora una volta e ancor di più per i bianchi fermi, quello della territorialità sia un vero e proprio trend in forte crescita.

CLIMA DI «GENERALE INCERTEZZA» TRA GLI ENOTECARI ITALIANI

Nell’ultimo triennio non si sono registrate variazioni sensibili sui volumi di vendita dei vini da dessert e si prevede anche per il 2022 un andamento costante. Tra i vini da dessert maggiormente richiesti troviamo il Moscato d’ Asti, il Passito di Pantelleria e lo Zibibbo.

Quanto ai volumi dell’ultimo triennio, secondo il 43% degli intervistati da Vinarius si è riscontrato un calo delle vendite tra il 20 e il 40% rispetto all’estate 2021. Le ondate di caldo anomalo e prolungato che hanno caratterizzato l’estate 2022 hanno influito negativamente sulle vendite di prodotti alcolici in favore alle bevande analcoliche. Il 27% degli intervistati, invece, non ha avvertito sensibili differenze mentre il 30% ha registrato un aumento delle vendite tra il 10 e il 30%.

Anche rispetto alle previsioni sui volumi di vendita nella stagione invernale e durante il periodo natalizio le opinioni sono molto contrastanti tra di loro e il quadro che ne emerge è quello di generale incertezza. Secondo il 50% non ci saranno significative variazioni nelle vendite rispetto all’anno precedente. Il 32% invece crede ci saranno miglioramenti. Infine, il 18% teme che le vendite subiranno dei cali, anche a causa del periodo di crisi economica che sicuramente influenzerà le scelte d’acquisto degli italiani durante le festività.

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Vini bianchi Campania Stories 2021: i migliori 40 e i tre vini imperdibili

I vini bianchi della Campania si confermano a livelli medio-alti in occasione della sessione di degustazione di Campania Stories 2021. La presentazione delle ultime annate delle principali denominazioni “bianchiste” della regione è andata in scena il 31 agosto.

Teatro dell’evento il Campus Principe di Napoli di Agerola (NA), affacciato sul mare tra Positano e Amalfi. Nella selezione di WineMag.it, 40 dei 158 vini bianchi campani degustati alla cieca.

In particolare sono tre i vini imperdibili: il Greco di Tufo Riserva Dop 2008 “Vittorio” della cantina Di Meo; la Falanghina dei Campi Flegrei Dop 2020 di Agnanum; il Costa d’Amalfi Ravello Bianco Dop 2020 Vigna Grotta Piana di Ettore Sammarco.

I MIGLIORI VINI BIANCHI A CAMPANIA STORIES 2021

BIANCHI VESUVIO
Dop Vesuvio Lacryma Christi del Vesuvio Bianco, Vesuvio Caprettone
Igp Pompeiano Bianco, Falanghina Campania

Casa Setaro – Vesuvio Caprettone Dop Aryete 2019
Sorrentino – Vesuvio Caprettone Dop Benita ’31 2020

BIANCHI COSTIERA AMALFITANA
Dop Costa d’Amalfi Bianco

Ettore Sammarco – Costa d’Amalfi Ravello Bianco Dop Selva delle Monache 2020
Ettore Sammarco – Costa d’Amalfi Ravello Bianco Dop Vigna Grotta Piana 2020
Marisa Cuomo – Costa d’Amalfi Furore Bianco Dop Fiorduva 2019

BIANCHI A BASE PALLAGRELLO BIANCO
Igp Terre del Volturno Pallagrello Bianco

Alois – Terre del Volturno Pallagrello Bianco Igp Caiatì 2020
Alois – Terre del Volturno Pallagrello Bianco Igp Morrone 2019

BIANCHI A BASE FALANGHINA
Dop Falanghina del Sannio, Igp Falanghina Beneventano, Campania Falanghina

Di Meo – Campania Falanghina Igp 2020
La Guardiense – Falanghina del Sannio Dop Anima Lavica 2020
Mustilli – Falanghina del Sannio Sant’Agata dei Goti Dop Vigna Segreta 2019
Cantine Tora – Falanghina del Sannio Dop Kissos 2016
Fontanavecchia – Falanghina del Sannio Taburno Dop – Vendemmia Tardiva Libero 2015
(già Top 100 Migliori vini italiani 2022 – WineMag.it)

Irpinia Dop Falanghina, Igp Campania Falanghina

Antico Castello – Irpinia Falanghina Dop Demetra 2020

Cilento – Igp Campania Falanghina, Colli di Salerno Bianco

Viticoltori Lenza – Colli di Salerno Bianco Igp Ida 2020
(già Top 100 Migliori vini italiani 2022 – WineMag.it)

Campi Flegrei – Dop Campi Flegrei Falanghina; Igp Campania Falanghina

Agnanum – Campi Flegrei Falanghina Dop Agnanum 2019
Astroni Campania Falanghina Igp Strione 2015

BIANCHI A BASE FIANO

Sannio – Dop Sannio Fiano
Monserrato 1973 – Sannio Fiano Dop Fiano Monserrato 1973 2020
Terre stregate – Sannio Fiano Dop Genius Loci 2020

Cilento, Colli di Salerno – Dop Cilento; Igp Paestum, Colli di Salerno, Campania

Azienda Agricola Casebianche – Cilento Fiano Dop Cumalè 2020
Tenuta Macellaro – Colli di Salerno Bianco Igp Ripaudo 2019
Tempa di Zoè – Paestum Fiano Igp Xa 2019
San Salvatore 1988 – Paestum Fiano Igp Pian di Stio Extreme Bio 2019
Lunarossa – Colli di Salerno Fiano Igp Quartara 2018

Irpinia – Dop Fiano di Avellino; Igp Campania Fiano

Passo delle Tortore – Fiano di Avellino Dop Bacio delle Tortore 2020
Tenuta del Meriggio – Fiano di Avellino Dop Fiano di Avellino 2020
Feudi di San Gregorio – Fiano di Avellino Dop Pietracalda 2020
Di Meo –  Fiano di Avellino Dop 2020
Traerte – Fiano di Avellino Dop 2020
Molettieri Salvatore – Fiano di Avellino Dop 2019
Tenuta Sarno 1860 – Fiano di Avellino Dop “Sarno 1860” 2018
Vigne Guadagno – Fiano di Avellino Dop Contrada Sant’Aniello 2016

BIANCHI CAMPANI A BASE GRECO
Sannio e Cilento – Dop Sannio Greco, Igp Paestum Greco

Fattoria La Rivolta – Sannio Taburno Greco Dop 2020
Terre Stregate – Sannio Greco Dop Aurora 2020
San Salvatore 1988 – Paestum Greco Igp Bio Colpazio 2020

Irpinia – Dop Greco di Tufo, Irpinia Greco e Igp Campania Greco

Di Meo – Greco di Tufo Dop 2020
Colli di Lapio – Greco di Tufo Dop Alexandros 2020
Passo delle Tortore – Greco di Tufo Dop Le Arcaie 2020
Petilia – Greco di Tufo Dop 4 20 QuattroVenti 2017
Di Meo – Greco di Tufo Riserva Dop Vittorio 2008

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Gli Editoriali news news ed eventi

Vini bianchi con macerazione, ok dell’Oiv. Perché le qvevri dovrebbero farci paura

EDITORIALE – I Vini bianchi con macerazione, noti anche come “Orange wine“, hanno pari dignità dei “vini di ghiaccio” – gli Ice Wine cari a Paesi come Canada e Germania – e dei vini liquorosi come Marsala, Sherry e Porto. A stabilirlo è l’Oiv, l’Organizzazione internazionale della Vigna e del Vino, che li ha inseriti nella lista dei “Vini speciali“.

Un provvedimento che tiene conto – con qualche anno di ritardo – dell’iscrizione del metodo georgiano di vinificazione in qvevri, le anfore interrate utilizzate dalla notte dei tempi in Georgia, nella Lista dei Patrimoni culturali immateriali dell’Umanità dell’Unesco, avvenuta nel 2013.

L’Assemblea generale dell’Oiv ha adottato la decisione attraverso risoluzione 647-2020, con il conseguente inserimento della tipologia di produzione nel “Codice internazionale delle pratiche enologiche” riconosciute.

La definizione dei nuovi “Vini speciali” è precisa: “I vini bianchi con macerazione sono ottenuti dalla fermentazione alcolica di un mosto a contatto prolungato con le vinacce, compresi bucce, polpa, vinaccioli ed eventualmente raspi”.

Diverse le prescrizioni: “Si elaborano esclusivamente a partire da varietà di uva a bacca bianca; la macerazione viene condotta a contatto con le vinacce; la durata minima della fase di macerazione è di un mese; il ‘vino bianco con macerazione’ può essere caratterizzato da un colore arancione-ambrato e da un gusto tannico“.

La definizione della una nuova categoria di prodotti – dichiara l’Oiv – permetterà di far conoscere i vini in qvevri / kwevri a professionisti e consumatori, affinché vengano giudicati e apprezzati tenendo conto delle loro modalità di produzione e particolarità organolettiche“.

“Il gusto tannico e il colore arancione-ambrato – continua l’Oiv – potranno pertanto essere spiegati meglio ai consumatori e ai professionisti. Altrettanto possibile sarà la distinzione nei concorsi di vini quale categoria a sé stante”.

Dichiarazioni che arrivano, forse non a caso, dopo la bufera scatenata dalle parole del professor Luigi Moio sui “vini naturali” e la (s)connessione tra terroir e ossidazione. Di certo, la risoluzione dell’Oiv sui “Vini bianchi con macerazione” non gioca solo a favore dei vignaioli e delle piccole realtà artigianali sparse per il mondo.

Sono infatti numerose le cantine di stampo “industriale” che, in Georgia, accostano il “Metodo tradizionale” di vinificazione in qvevri alle pratiche enologiche tipiche del metodo europeo e internazionale, come l’utilizzo di serbatoi di acciaio e botti di legno.

Si tratta di realtà come Ktw, acronimo dietro al quale si cela il colosso “Kakhetian Traditional Winemaking Group”: solo una delle cantine capaci di  di produrre milioni di bottiglie ogni anno, tra l’altro con l’utilizzo di chips (legali in Georgia) in fase di affinamento.

Dietro (o dentro) le qvevri, la Georgia sarà sempre più in grado di dare ulteriore spinta a produzioni industriali firmate anche da enologi di fama europea ed internazionale, un po’ come sta avvenendo per il vino della Cina.

Tra i professionisti impegnati nel Caucaso anche l’italiano Donato Lanati, che ha all’attivo una collaborazione con Badagoni Wine Factory proprio nel Kakheti, patria delle anfore georgiane: 4 milioni di bottiglie l’anno per la cantina di Akhmeta. Un dettaglio che non sarà certo sfuggito al dogmatico bureau dell’Oiv.

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degustati da noi news news ed eventi vini#02

Cinque vini bianchi per Natale dalla Top 100 migliori vini italiani WineMag.it

Cinque vini bianchi per Natale dalla Top 100 Migliori vini italiani 2021 di WineMag.it, la Guida Vini edita dalla nostra testata indipendente, grazie a un rigoroso blind tasting.

  • Alto Adige Doc Chardonnay 2018 “Flora”, Girlan
    Giallo paglierino, riflessi dorati. Nota mielata di primo naso. L’ingresso in bocca è morbido per poi affilarsi grazie alla viva freschezza. Ricco e con una intrigante complessità data dal varietale, non dall’affinamento. Di grande eleganza, bilancia sapientemente note citriche e cremosità da pasticceria.
  • Soave Doc 2017 “Le Cervare”, Zambon
    Giallo paglierino. Al naso una pietra focaia “didattica”, esuberante. Il vulcano ammansisce fiori e frutti pur presenti, dimostrando come il vino sia ancora giovanissimo. In bocca una buona freschezza e grande sapidità, su note di frutta matura ed una leggera chiusura citrica. Persistenza da campione.
  • Vino bianco “Escamotage”, Simone Cerruti
    Giallo paglierino carico. Naso splendidamente aromatico. Salvia, mentuccia, uva sultanina, eucalipto, verbena. In bocca domina una gran vena salina. Dritto e verticale, con ritorni del varietale in chiusura. Un vino gastronomico che dà il meglio di sé a tavola.
  • Trebbiano Spoletino Igt 2019 “Maceratum”, Fongoli
    Orange. Naso di erbe, radice di liquirizia, zenzero ed agrume candito. In bocca tannino non ruvido ma presente, a sua volta stuzzicato da un agrume succoso. Chiude su ritorni di radice di liquirizia, lungo. Accenno di sale e gran freschezza. Vino manifesto di un movimento, quello dei cosiddetti “vini naturali”, che troppo spesso si perde in sofismi. Ma quando fa sul serio, fa sul serio. Così.
  • Melissa Doc Greco di Bianco 2019 “Caraconessa”, Fezzigna
    Giallo paglierino. Bel naso di bergamotto, agrumi, erbe mediterranee. Leggero tocco di spezia bianca. Sorso teso ma agile, lungo sulla freschezza e su ritorni di agrumi. Vino manifesto del vitigno e della zona.

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Vini al supermercato

Benvenuto 2020 in Gdo! Ecco i primi vini in promo sui volantini dei supermercati

Proseguono i festeggiamenti per il nuovo anno sui volantini dei supermercati. La Gdo (Grande distribuzione organizzata) dà il benvenuto al 2020 prolungando la scia di spumanti, vini bianchi e vini rossi in promozione. Ecco le offerte da non perdere – non moltissime, in realtà – per continuare a bere bene, senza spendere una fortuna.

Auchan, dal 27 dicembre al 6 gennaio
Valpolicella Ripasso Doc Bolla: 4,49 euro (3,5 / 5)
Prosecco di Valdobbiadene Docg Bolla: 4,99 euro (3,5 / 5)
Champagne Cordon Rouge, Mumm: 21,99 euro (4 / 5)


A&O, fino all’8 gennaio
Nulla da segnalare a volantino


Bennet, fino all’8 gennaio
Franciacorta Docg Cuvèe Imperiale, Berlucchi: 8,50 euro (5 / 5)
Moscato Spumante, La Versa: 3,50 euro (3,5 / 5)

Prosecco Doc Extra Dry, Aneri (4 / 5)
Prosecco Doc “Mo”, Mionetto: 6,90 euro (3,5 / 5)
Champagne Veuve Afray: 14,90 euro (3,5 / 5)


Carrefour Market, dal 27 dicembre al 5 gennaio
Prosecco di Valdobbiadene Docg Bolla: 4,20 euro (3,5 / 5)
Franciacorta Docg Brut Castelfaglia: 9,29 euro (4 / 5)
Lambrusco di Sorbara o Castelvetro Chiarli:  2,49 euro (3,5 / 5)

Pignoletto Colli Bolognesi Chiarli: 4,79 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola Settesoli: 3,19 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola Rapitalà: 3,89 euro (4,5 / 5)
Vernaccia di San Gimignano Docg, Piccini: 2,99 euro (4 / 5)


Carrefour, dal 2 al 9 gennaio
Vini Doc e Igt Spinelli: 2,39 euro (3,5 / 5)
Chianti Docg Riserva “Villa Montorsoli”, Castello di Oliveto: 4,99 euro (3,5 / 5)

Da evitare: Linea Il Poggio dei Vigneti


Conad, fino al 7 gennaio
Nulla da segnalare a volantino


Coop, fino all’8 gennaio
Sangiovese Doc, Galassi: 50% (3,5 / 5)


Crai, fino al 6 gennaio
Prosecco Doc, Mionetto: 5,89 euro (3,5 / 5)
Spumante d’Asti Docg, Martini: 3,99 euro (3,5 / 5)
Chianti Docg, Tenute Piccini: 3,49 euro (3,5 / 5)


Esselunga, fino al 15 gennaio
Croatina “Myrtò”, Perego e Perego: 2,98 euro (5 / 5)
Lambrusco Modena “Robanera”, Cavicchioli: 2,64 euro (3,5 / 5)
Primitivo Salento, Tormaresca: 3,49 euro (4 / 5)


Famila, fino al 15 gennaio
Vino Soave Doc Classico, Sartori: 2,69 euro (3,5 / 5)
Lambrusco Vecchia Modena, Chiarli: 3,49 euro (3,5 / 5)


Gulliver, fino al 15 gennaio
Barbera frizzante Doc, Cantina Valtidone: 3 euro (3,5 / 5)
Gutturnio Doc, Bonelli: 3,50 euro (3,5 / 5)
Bonarda Frizzante Doc, Giorgi: 4,50 euro (3,5 / 5)


Il Gigante, fino al 15 gennaio
Nulla da segnalare a volantino


Iperal, dal 3 al 14 gennaio
Nulla da segnalare a volantino


Ipercoop, fino al 5 gennaio
Spumante Prosecco Doc, Martini: 3,99 euro (5 / 5)


Pam Panorama, fino al 6 gennaio
Nulla da segnalare a volantino


Tigros, fino al 7 gennaio
Champagne Cordon Rouge, Mumm: 20,90 euro (4 / 5)
Prosecco Valdobbiadene Valdo: 4,99 euro (3,5 / 5)
Trento Doc Cesarini Sforza: 7,49 euro (5 / 5)

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news news ed eventi

Anteprima Sagrantino 2016: spazio anche ai vini bianchi come il Trebbiano Spoletino

Il Montefalco Sagrantino Docg 2016, ultima annata del grande rosso dell’Umbria, si presenterà in Anteprima agli operatori e alla stampa specializzata proveniente da tutto il mondo il 24 e 25 febbraio 2020 a Montefalco (Perugia). Con una grande novità: l’annata 2016 sarà all’attenzione della stampa ad “Anteprima Sagrantino”, consueto evento promosso a inizio anno dal Consorzio Tutela Vini Montefalco, assieme agli altri vini del territorio, compresi i bianchi.

Due giorni in cui i vini di Montefalco si racconteranno in tutti i loro aspetti, dal tasting alle visite in cantina, fino alle Masterclass. Con l’obiettivo di fornire a stampa e operatori un quadro esaustivo sulla nuova annata, sulle capacità evolutive del Montefalco Sagrantino Docg e sulle caratteristiche delle altre tipologie.

Tante le novità in programma, a partire dall’ampliamento del tasting, che quest’anno vedrà in assaggio, oltre ai Montefalco Sagrantino Docg 2016 secco e passito, anche Montefalco Rosso Doc 2018, Montefalco Rosso Doc Riserva 2017, Montefalco Bianco Doc, Montefalco Grechetto Doc, Spoleto Trebbiano Spoletino Doc.

Protagonisti anche altri bianchi delle cantine partecipanti, nell’ottica di restituire una panoramica completa dell’indiscussa peculiarità e straordinaria longevità dei vini prodotti in un territorio unico al mondo per storia, cultura, paesaggio, che vanta varietà autoctone di grande valore.

Oltre ai grandi rossi, Sagrantino in primis, ma anche Montefalco Rosso e Montefalco Rosso Riserva, si proporranno dunque in assaggio anche i vini bianchi, che stanno riscuotendo un successo sempre maggiore, tra cui anche la Doc Spoleto, dal luglio scorso rappresentata e tutelata dal Consorzio Tutela Vini Montefalco.

Nel 2020 – commenta il presidente Filippo Antonelli, presidente – Anteprima Sagrantino presenterà l’ampliamento delle denominazioni tutelate dal nostro Consorzio con l’introduzione della Doc Spoleto che completa la gamma di produzioni che fanno riferimento a quello che resta un territorio d’eccezione sotto il profilo vitivinicolo”.

“Ovviamente abbiamo anche delle belle conferme, come le iniziative che rientrano nella nostra Anteprima, che ne completano ed arricchiscono l’offerta, diventate ormai appuntamenti fissi di un programma”.

Anno dopo anno – continua Antonelli (nella foto sotto) – Anteprima Sagrantino vuole essere sempre più interessante, ricco e soprattutto utile per il nostro tessuto imprenditoriale, per i tanti operatori che guardano a noi con interesse, per la stampa specializzata che è per noi interlocutore privilegiato, voce dei nostri vini, strumento importante per veicolare la nostra qualità e le nostre emozioni in bottiglia”.

Cresce anche lo spazio dedicato agli operatori: presso il Chiostro Sant’Agostino sarà allestito il banco d’assaggio dei vini di Montefalco, con un percorso degustazione riservato a giornalisti ed operatori in cui le cantine presenteranno Montefalco Sagrantino Docg 2016 secco e passito, Montefalco Rosso Doc 2018, Montefalco Rosso Doc Riserva 2017.

Ma anche Montefalco Bianco Doc, Montefalco Grechetto Doc, Spoleto Trebbiano Spoletino Doc e altri bianchi delle cantine aderenti, oltre a Montefalco Doc e Montefalco Sagrantino Docg delle annate in commercio. Inoltre, sempre per stampa e operatori, in programma anche Masterclass, eventi in cantina, appuntamenti tematici e degustazioni guidate.

In programma anche la 12esima edizione del concorso “Gran Premio del Sagrantino“, nella quale sommelier da tutta Italia si disputeranno le ambite Borse di Studio in una finale pubblica in cui Sommelier professionisti si sfideranno tra degustazioni, abbinamenti, carte dei vini e tutto quanto riguarda la corretta comunicazione del Montefalco Sagrantino Docg all’interno di un ristorante.

Alle 17, presso il Complesso Museale San Francesco, si presenterà l’annata 2016 di Montefalco Sagrantino Docg e la vendemmia 2019; uno spazio speciale sarà dedicato alla presentazione della nuova immagine del Consorzio Tutela Vini Montefalco.

Continua anche l’iniziativa “Etichetta d’Autore“, concorso rivolto a giovani fumettisti, italiani e stranieri, che operano sul territorio nazionale: l’opera vincente diventerà l’etichetta celebrativa dell’annata 2016 del Montefalco Sagrantino Docg e sarà premiata nell’ambito di Anteprima Sagrantino.

“È sempre con grande emozione che annunciamo la nuova edizione di Anteprima Sagrantino – dichiara Filippo Antonelli – perché per ogni annata rappresenta un evento spartiacque, un momento di passaggio che definisce i contorni del nostro lavoro, quello già fatto e quello che ci vedrà impegnati nei prossimi mesi sul piano della promozione e della valorizzazione dei nostri vini, del nostro territorio e delle nostre eccellenze”.

“Ogni anno – continua Antonelli – arricchiamo l’Anteprima di novità e lo facciamo con l’intento di rendere la rassegna quanto più aderente alle esigenze del comparto e quindi delle aziende, sia sotto il profilo della comunicazione che della commercializzazione. Far conoscere sempre di più le nostre denominazioni nel mondo – conclude Antonelli – è infatti fondamentale per la crescita di questo settore”.

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Vini al supermercato

Soave Doc La Pieve integralmente prodotti Eurospin, Cantina di Soave


(1,5 / 5) Ci sono vini da bere freddi e vini da bere – se proprio necessario – ghiacciati. Da buttare giù senza troppi pensieri e fisime, perché a cercar del buono non sempre si vince. È il caso del Soave Doc “La Pieve”, uno dei vini bianchi della linea “Integralmente prodotti” di Eurospin.

LA DEGUSTAZIONE
Alla vista si presenta di un giallo paglierino classico. Al naso, appena si scalda, il nettare evidenzia sfumature “verdi” che evidenziano una maturazione dell’uva non perfetta, o quantomeno una raccolta di massa in vigneto.

Non mancano accenni salini, seguiti da richiami di buccia d’agrume poco garbati, che riportano la mente ai concetti già espressi sulla maturazione fenolica. L’alcol è di soli 11,5% vol., ma lo si avverte molto: altro elemento disturbante. Anche all’assaggio, il vino mostra la sua fattura più che mai dozzinale.

Il sorso è sbilanciato sulle durezze. In particolar modo sul sale, che unito alla percezione di frutto non maturo risulta ancora più marcato. La chiusura è altrettanto sgarbata, addirittura su ricordi flebili di tannino (ancora una volta il dubbio di una perfetta maturazione della massa d’uva vinificata).

ABBINAMENTI
Abbinamenti? Lo scaffale del supermercato, sul quale vini come questo dovrebbero restare, a riempirsi di polvere. A meno che – ghiacciato – qualcuno possa pensare a questo Soave Doc prodotto integralmente e imbottigliato da Ci.Esse Soave s.a.c., che nient’altro non è che la Cooperativa Cantina di Soave, come alternativa all’acqua. O a una birra industriale.

In sintesi, non certo la migliore espressione di quella straordinaria uva con cui si produce il Soave: la Garganega, originaria del Veneto, che proprio sui suoli vulcanici di Soave dà il meglio di sé. Vino sconsigliato.

Prezzo: 1,79 euro
Acquistabile presso: Eurospin

4.13/5 (8)

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Campania Stories: i migliori bianchi all’Anteprima Campania 2019


CETARA –
Spumanti e vini bianchi fermi del Vesuvio, della Costiera Amalfitana, così come del Sannio, dell’Alto Casertano e del Beneventano, senza dimenticare Campi Flegrei, Cilento, Irpinia e le Igt Paestum, Terre del Volturno e Colli di Salerno. Ben 127 i campioni in degustazione ieri all’Hotel Cetus di Cetara, in occasione dell’anteprima dei vini campani 2019.

Un’occasione, quella offerta da Campania Stories, per degustare per la prima volta la vendemmia 2018, ma anche per giudicare l’evoluzione della 2017 e delle annate precedenti, fino alla 2013 (presente con un solo campione). Ecco i migliori assaggi risultati dal tasting alla cieca.

SPUMANTI

1) Greco di Tufo Spumante Metodo Classico “Anni Venti extra Brut” s.a., Cantina di Marzo: 87/100
Più salmastro che minerale al naso. Al palato più serio, mineralità spiccata e nota di pietra focaia e sale, in chiusura, leggermente amarognola ma piacevole. Lungo, serio, gastronomico.

2) Fiano di Avellino Spumante Vsq “Sarno 1860”, Tenuta Sarno 1860. 86/100
Bollicina finissima, che gioca con la freschezza. Salinità garbata e frutto, naso-bocca. Bell’allungo fresco e salino.

3) Caprettone Spumante Metodo Classico “Pietrafumante”, Casa Setaro: 85/100
Sentori naso di macchia mediterranea e leggero miele. In bocca non di grande corpo.

BIANCHI MONOVARIETALI E BLEND MISTI

1) Irpinia Coda di Volpe 2017, Traerte: 88/100
Primo naso tra il burroso e il minerale. Non mancano richiami alla macchia mediterranea e salini. Ingresso di bocca tra burro e percezione verde dosata. Un vino che necessita di altro vetro, ma che sarà ottimo entro qualche mese.

2) Beneventano Bianco 2017 “Sogno di Rivolta”, Fattoria La Rivolta: 87/100
Naso ancora una volta burroso, unito alla macchia mediterranea. Buona verticalità al palato, frutta e sale ben dosati. Vino che denota una buona struttura e ulteriori margini di miglioramento.

3) Campania Igp 2017 “Core Bianco”, Montevetrano: 87/100
Un vino con una precisa identità enologica, tra frutto e mineralità: ottima la consistenza al palato, tattile. Note agrumate (cedro, arancia) sia al naso che in bocca. Cremosità e verticalità in un solo sorso.

BIANCHI VESUVIO

1) Vesuvio Caprettone 2018 “Benita ’31”, Sorrentino: 88/100
Vino giocato più sulla mineralità che sul frutto. Giovane, si farà, soprattutto al palato. Complesso il naso, molto apprezzabile al momento per i suoi giochi tra fiori e sale.

2) Lacryma Christi del Vesuvio Bianco 2018 “Munazei Bianco”, Casa Setaro: 87/100
Naso-bocca che si stacca da tutti per i chiari rimandi fumè e alla radice di liquirizia, oltre che alla pietra focaia. Un vino di territorio, figlio del terroir. Chiusura molto elegante, su ritorni minerali salini. Un vino del vulcano.

3) Lacryma Christi del Vesuvio Bianco Superiore 2017, Cantina del Vesuvio: 86/100
Vino giovane, di grande prospettiva. Colpisce per la struttura potente e il delinearsi di una gran gastronomicità.

BIANCHI COSTIERA AMALFITANA

1) Costa d’Amalfi Ravello Bianco 2017 “Vigna Grotta Piana”, Sammarco Ettore: 88/100
Nota burrosa, ma anche salina. Palato verticale, minerale, salato, leggermente astringente in chiusura. Un vino giovanissimo e di grandissima prospettiva.

2) Costa d’Amalfi Furore Bianco 2017 “Fiorduva”, Marisa Cuomo: 87/100
Naso minerale, con richiami di olive nere in salamoia. Bocca verticale, unita a frutto e salinità. Non manca una bella nota fruttata. Vino molto giovane e di bellissime prospettive.

BIANCHI A BASE PALAGRELLO BIANCO

1) Terre del Volturno Palagrello Bianco 2017 “Caiatì”, Alois: 88/100
Mineralità e leggera percezione di tannino al palato. Vino su durezze, molto giovane ma molto ben fatto.

2) Terre del Volturno Palagrello Bianco 2018 “Le Ortole”: 87/100
Impronta netta di macchia mediterranea, rosmarino. Bocca tra frutto e mineralità spinta. Vino pieno, con leggera venatura speziata (pepe bianco) a corredare una chiusura minerale.

BIANCHI BASE FALANGHINA

Alto Casertano
1) Falerno del Massiccio Bianco 2015 “Vigna Caracci”, Villa Matilde: 86/100
Macchia mediterranea, sale, bel frutto preciso. Allungo minerale, salino.

SANNIO FALANGHINA


1) Falanghina del Sannio Sant’Agata dei Goti 2017 “Vigna Segreta”, Mustilli: 89/100
Vino di prospettiva, giovane, non ancora nella sua fase più alta. Bella salinità e freschezza, chiusura su vago verde. Gran bella freschezza al palato, tendente al balsamico.

2) Falanghina Beneventano 2017 “Resilienza”, Donnachiara: 87/100
Vino convincente, per la bevibilità non banale, giocata in bocca su un frutto maturo, esotico, ma anche su una freschezza che riequilibra il sorso. Chiusura su vaghi ricordi di radice di liquirizia.

3) Falanghina del Sannio 2018 “Serrocielo”, Feudi di San Gregorio: 87/100
Mineralità, pietra focaia. Interessante in bocca, giovane e di prospettiva, con il frutto che deve ancora uscire bene. Un vino verticale, giocato su salinità e freschezza.

4) Falanghina del Sannio 2016 “Biancuzita”, Torre a Oriente: 86/100
Macchia mediterranea, frutto giallo maturo, ginestra, salinità: tutto in equilibro. Corrispondente al palato, su bella salinità e frutto: un palato che tende ad ammorbidirsi di quel poco che basta per risultare al contempo tipico e “internazionale”.

BIANCHI BASE FIANO

1) Cilento Fiano 2017 “Licosa”, Il Colle del Corsicano: 90/100
Macchia mediterranea intrigante, impreziosita da richiami leggeri di ginger candito e buccia d’arancia. Mentuccia, vena balsamica. In bocca gran concretezza, tra sale e corrispondenza gusto-olfattiva. Allungo minerale serioso, su note saline che accompagnano frutta esotica come ananas e papaya.

2) Fiano Paestum 2017 “Vigna Girapoggio”, Verrone Viticoltori: 89/100
Bel naso, bella bocca dritta, verticale sino al rischio di poter sembrare esile. In realtà siamo di fronte al limite tra eleganza e consistenza sussurrata. In particolare: naso di zenzero e buccia d’arancia, con richiami di macchia mediterranea. In bocca una percezione salina spiccata. Il frutto, giallo, emerge in chiusura ed equilibra un sorso di gran prospettiva.

3) Fiano di Avellino 2018 “Montealapio”, Tenute di Pietrafusa: 88/100
Altro vino di gran prospettiva. Frutto, sale in chiusura, durezze in evidenza che si potranno amalgamare.

4) Paestum Fiano 2018 “Trentenare”, San Salvatore 1988: 88/100
Altro campione giovanissimo, che evidenzia già tratti di gran completezza.

5) Fiano di Avellino 2018, Villa Raiano: 87/100
Naso non particolarmente intenso, verde anche in questo caso evidente, ma vira su radice, assieme al sale e al minerale. Non male in prospettiva.

6) Fiano di Avellino 2017 “Pietramara”, I Favati: 87/100
Più facile e immediato rispetto ad altri. Frutto spiccato, ma anche pietra focaia e frutto maturo. Macchia mediterranea che esce con l’ossigenazione. Bel vino nel complesso, che ammicca al mercato senza perdere tipicità.

7) Fiano di Avellino 2017, Rocca del Principe: 86/100
Un francese ad Avellino. Un Fiano di concetto, tra verde, frutto, grassezza e sale. Intrigante e giovane.

BIANCHI CAMPANI BASE GRECO

1) Paestum Greco 2018 “Calpazio”: 89/100
Nota di zafferano leggera, oltre al classico corredo del vitigno. In bocca è un vino sostanzialmente già godibile, ma è col tempo che questo campione dimostrerà se è valsa la pensa scommetterci.

2) Greco di Tufo 2018, Villa Raiano: 86/100
Tanto frutto giallo. In bocca, la salinità compensa il frutto. Un vino di buona prospettiva.

3) Greco di Tufo 2018, Terre D’Aione: 86/100
Frutta esotica e durezze saline: di prospettiva, giovanissimo. Certamente un campione da riassaggiare in futuro, per sondarne l’evoluzione.

4) Greco di Tufo 2017, Cantine di Marzo: 86/100
Sale su frutto. Un Greco quasi difficile per la sua aristocraticità: contratto al momento, ma con ottime prospettive.

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Oltrepò Pavese, “buongiorno” un cazzo. Attentato della mafia alle Cantine Vistarino

Ci sono parole che vanno pesate. E altre che vanno usate. Una volta per tutte. Con coraggio e amore per la verità. “Mafia”, per esempio. Usiamola. Usiamola, oggi, domani e fino a che sarà necessario, in Oltrepò Pavese. Fino a che questo cancro sarà estirpato. Usiamo la parola “mafia” a pochi giri di lancette d’orologio dall’ultimo, vergognoso attentato che vede come teatro questa straordinaria terra del vino, martoriata con cadenza spaventosa da scandali che fanno a botte col buonsenso. La notte scorsa, personaggi ancora ignoti si sono introdotti nella Tenuta Conte di Vistarino, in frazione Scorsoletta 82 a Pietra de’ Giorgi, Comune di mille anime a mezzora da Pavia .

L’allarme – non è ancora chiaro perché – non sarebbe suonato. Una volta raggiunte le vasche dei vini bianchi in maturazione (soprattutto Pinot Grigio e Riesling), gli ignoti bastardi hanno aperto i rubinetti. Sversando per terra 5.300 ettolitri di quello che sarebbe diventato vino pregiato. “Un danno da mezzo milione di euro”, come precisa la contessa Ottavia Giorgi di Vistarino sulle colonne del Corriere. Immediata la denuncia alla Questura di Pavia, che ora indaga per dare un volto e un nome ai mafiosi. Già, i mafiosi. Perché di questo si tratta. E’ la mafia dei colletti bianchi, quella che opera a Pavia e provincia. Così come a Milano. Quella che non t’ammazza. Ma prova a distruggerti la vita. Cancellando i tuoi sogni. Ottavia Giorgi di Vistarino, a dispetto delle nobili origini, è una che si sporca le mani di terra da quando è nata.

Una che in Gdo presenta una Bonarda Doc a 6,50 euro. Alla faccia di chi la ‘spaccia’ ai buyer dei supermercati – assetati di affari a misura di pallet – per un prezzo alla clientela inferiore ai 2 euro. Nobile, sì. Ma d’animo, prima che di conto corrente. Una che sui social posta solo foto del suo orgoglio: i suoi vini, frutto di una filosofia impostata sulla rigorosa qualità, più che sui numeri.

Una che, solo lo scorso 29 novembre, aveva fotografato due bianchi Conte Vistarino commentando con un solenne “bere bianco”. E che, il giorno prima, 28 novembre, quasi profeticamente, aveva scritto: “Tra i migliori regali di Natale c’è sempre il vino: meglio un ottimo Charmat lungo che un inutile metodo classico giovane (cit. Ottavia Vistarino)”. Chissà che la pressione dei “nemici” della sua azienda cominciasse già a starle stretta…

Quel che conta, ora, sono i fatti. Sono le reazioni. Quelle ufficiali. Quelle che, forse, arriveranno dai consorzi. E quelle che noi proponiamo alla Gdo intera: via dagli scaffali tutti i vini dell’Oltrepò Pavese sotto i 3,50 euro. Via tutto. Pulizia. Bonarda, Chardonnay, Sangue di Giuda, Pinot Grigio. Pinot Nero vinificato in bianco. Repulisti. Solo così, la mafia dell’Oltrepò – che opera anche nel canale Horeca, non credete… – sarà sconfitta. L’Oltrepò merita di più. Merita gente come i Vistarino. Come i Bagnoli o i Marazzi. Come i Maga. Come i Quaquarini. Gente come i Cribellati e i Percivalle, o i Fiamberti. Per citarne solo alcuni.

Gente appassionata. Gente che ama l’Oltrepò Pavese. Gente che, questa sì, contro questi mafiosi di merda, combatterebbe in prima linea. Ogni giorno. Se solo gli fossero dati gli strumenti per farlo. Anche mentre si fa attendere una presa di posizione ufficiale del Consorzio di Tutela Vini dell’Oltrepò Pavese sull’attentato. Magari sui social tanto cari ai massimi esponenti, distratti da inutili ed egocentrici “buongiorno” a una nazione che, dell’Oltrepò Pavese, continua a registrare solo gli scandali.

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vini#1

Collio Friulano Doc 2013, Ferruccio Sgubin

Qualità, autenticità, creatività e passione: questi i quattro valori della regione vinicola del Collio. Valori che ritroviamo tutti nel Collio Friulano Doc, annata 2013, prodotto da Ferruccio Sgubin, oggi sotto la nostra lente di ingrandimento. Un vino intrigante già dall’esame olfattivo che si presenta con un profumo multi sfaccettato che spazia dalla pesca bianca all’ananas maturo, alla frutta secca con la mandorla amara protagonista.

La complessità è accentuata da accenni floreali, note vegetali, ma anche minerali conferite dai terreni tipici della zona. Al palato il Collio Friulano Doc di Ferruccio Sgubin, mantiene quello che anticipa al naso e regala una beva morbida sostenuta però da una fresca acidità. Elegante ed equilibrato dalla lunga e pulita persistenza aromatica con retrogusto amarognolo. Conquista per la sua particolarità e tipicità. La temperatura di servizio è di 8/10 gradi e gli abbinamenti estremamente versatili. Si accosta facilmente a pesci o carni bianche, ottimo come aperitivo e in abbinamento “territoriale” col prosciutto San Daniele.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve Friuliano allevate a 90 m s.l.m. I vitigni, impiantati nel 1970 sono esposti a sud, sud est. Il sistema di allevamento adottato è in parte guyot, in parte cappuccina. Il terreno è quello tipico collinare della zona con marne ed arenarie stratificate di origine eocenica. La vendemmia viene effettuata sulla base dell’analisi sensoriale degli acini nel periodo pre-vendemmiale. Si ricerca buona acidità e complessità aromatica. La vinificazione avviene con macerazione pellicolare, pressatura soffice, fermentazione a temperatura controllata di 16°C.La maturazione avviene in acciaio con permanenza sui lieviti fino a primavera per esaltare le caratteristiche di tipicità. Il Tocai Friulano è un vitigno autoctono del Friuli Venezia Giulia. Fino al 2008 in Italia, i vini prodotti con tale vitigno erano conosciuti come Tocai. A causa dell’assonanza col Tokaji ungherese, la Corte di Giustizia Europea, ha stabilito che la denominazione da adottare in Italia fosse Friulano o Tai (in Veneto). L’azienda agricola Ferruccio Sgubin è stata fondata nel 1960 a Dolegna del Collio, località Mernico. Obiettivo costante sostenuto da Ferruccio Sguibin è sempre stato assicurare la crescita qualitativa dei prodotti.

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Luca Gardini, spot per i vini del discount Eurospin: l’intervista

Il miglior sommelier del mondo presta il volto per pubblicizzare i vini di un discount. Non è una barzelletta. Succede per davvero. A 6 anni dal prestigioso riconoscimento della Worldwide Sommelier Association, Luca Gardini si rimette in gioco. E lo fa con Eurospin. La nota catena di discount italiani ha sottoposto al 35enne di Cervia una serie di assaggi. “Alcuni – spiega Gardini – mi hanno piacevolmente sorpreso al primo sorso. Su altri ci siamo confrontati e siamo giunti alla selezione finale. Da lì il progetto di realizzare una linea ‘garantita’, ma in pieno spirito Eurospin, senza brand per contenere i prezzi”. Così, il ‘mezzobusto’ del sommelier emiliano finisce dritto sulla home page del sito web del colosso di San Martino Buon Albergo (Verona). E sui volantini cartacei. Tra una confezione di prosciutto di San Daniele e quattro cotolette agli spinaci a prezzo stracciato, of course.

“Vini Doc, Igt e Docg integralmente prodotti in alcune delle più vocate zone viti-vinicole italiane”, quelli selezionati da Luca Gardini per Eurospin. Si passa dal Barbera D’Asti Docg Superiore a 2,39 euro al Nero D’Avola Terre Siciliane Igt a 1,85. Spazio anche per i vini bianchi. Come il Muller Thurgau Vigneti delle Dolomiti Igt a 2,99 euro, o il Fiano del Sannio Dop a 4,29 euro. Senza dimenticare rosati come quello del Salento, a 1,99. O vini frizzanti come il Pignoletto del Reno Igt a 2,29 euro, o il Verduzzo del Veneto Igt a 1,69. Gardini si materializza in persona in brevi video, sempre sul web, e ne presenta le caratteristiche. Consigliando gli abbinamenti. E tra un bicchiere e l’altro, trova il tempo per rispondere alle domande di vinialsupermercato.it.

Luca Gardini, miglior sommelier del mondo 2010, presta la sua figura per pubblicizzare i vini di un “discount”: com’è nata l’iniziativa?
Credo che tutti abbiano il diritto di bere vino e, anche se non possono o non sono disposti a spendere molto, debbano avvicinarcisi informati, consapevoli, incuriositi

Il miglior vino della cantina Eurospin nel rapporto qualità-prezzo? Nei mesi scorsi, noi abbiamo scovato un buon Aglianico del Salento
A voi la scelta, sono tutti vini che raccontano territori diversi, non ne esiste un preferito, ma di sicuro c’è il preferito per ogni occasione. Potrei comunque fare quello politicamente scorretto e scegliere il Lambrusco della mia Romagna.

Il vino e la Gdo moderna: qual è la sua opinione?
Il tempo a disposizione è sempre meno e poter trovare tutto ciò di cui abbiamo bisogno in un unico luogo, il supermercato per l’appunto, è un vantaggio di questi tempi moderni. La Gdo sta crescendo e non si interessa di vini solo a buon mercato, ma è sempre più attenta alla qualità e alla cura del cliente. Quest’esperienza ne è stato un esempio

In Italia esistono ancora vini “da discount” o “da supermercato”, nell’accezione negativa del termine?
Esisteranno sempre, ovunque. Penso sia per questo che figure come la mia vengono interpellate

Come si sceglie un buon vino al supermercato?
Documentandosi senza dubbio, e poi “sperimentando”. Ognuno ha il suo palato e va rispettato, non finirò mai di ripeterlo. Importantissimi sono anche la presentazione e lo stato di conservazione del vino o del prodotto alimentare che sia

Luca Gardini acquista vini al supermercato? Se sì, quali?
Confesso di avere poco tempo per andare al supermercato. Per fortuna ho qualcuno che ci va al posto mio, ma quando sono in viaggio mi soffermo sempre a guardare quali vini (e come) supermercati e Autogrill propongono al pubblico in giro per l’Italia e per il mondo

Vino e marketing: quanto conta oggi l’immagine e quanto la sostanza?
Quando l’immagine è sinonimo di garanzia non faccio distinzioni. Ricordiamoci che stiamo parlando di prodotti alimentari, la sicurezza prima di tutto. E poi, senza sostanza, l’immagine sarebbe bidimensionale. Non so se mi spiego…

Lo stato di “salute” del vino in Italia: una fotografia di Luca Gardini. Quali prospettive per il vino italiano nel mondo?
Il vino italiano nel mondo non ha ancora la posizione che merita. Dobbiamo collaborare tra italiani, produttori – giornalisti – testimonial, e unire le forze per farlo conoscere sempre di più. Perché chi lo prova, poi non torna più indietro

L’area vitivinicola più sottovalutata d’Italia? Quella, invece, più sopravvalutata
Sottovalutata forse la Sicilia. Ho bevuto grandi Nero d’Avola negli ultimi anni. Con mio grande piacere uno è anche arrivato al 4° posto della classifica Tws-Biwa, di cui sono fondatore con Andrea Grignaffini, che vede premiati i 50 migliori vini italiani da parte di una giuria di esperti internazionale. Sopravvalutata non saprei: amo troppo il vino per dire che qualcosa è “troppo”.

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Ribolla Gialla Igt delle Venezie 2015 Folini Vintage, Scolaris

(3,5 / 5) Ancora un bianco tra le nostre degustazioni, un bianco estivo piacevole, che non stanca. Bottiglia che possiamo mettere nel carrello  per una cena tra amici, certi di non fare brutta figura. Ci portiamo a casa un prodotto che viaggia sul binomio perfetto tra freschezza ed aromaticità e che ha dalla sua il prezzo.

LA DEGUSTAZIONE
Protagonista nel calice è la Ribolla Gialla Igt delle Venezie Folini Vintage dell’azienda Scolaris.  L’annata sotto la nostra lente di ingrandimento è la 2015,  un’ottima annata.

Di colore giallo paglierino con riflessi verdolini è un vino limpido e poco denso. Al naso i sentori fruttati di pesca, ananas e le note citriche si alternano a note floreali di fiori bianchi e nuances erbacee e minerali. Colpisce al gusto per la sua freschezza ed il suo sapore pieno, suadente e fruttato.

Rotondo, armonioso ed elegante offre una beva gradevole e sufficientemente persistente, ma soprattutto con un’ottimo rapporto qualità prezzo per la tipologia di prodotto. 

La Ribolla Gialla Igt delle Venezie Folini Vintage è un vino bianco secco e fermo che va servito ad una temperatura di 10-12 gradi. Si presta ad un consumo nel giro di tre anni. Perfetta con antipasti, aperitivi leggeri, stuzzichini vari con verdure e formaggi, si accosta anche a primi piatti come tortelli con ricotta, risotto ai frutti di mare, tagliolini gamberi e zucchine ed in genere a molluschi e pesci marinati.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve 100% Ribolla. Il vitigno Ribolla è un autoctono antichissimo ed è tipico della zona di Gorizia e della ex Jugoslavia dove prende il nome di Rebula. Le vigne dalle quali provengono le uve utilizzate per il Ribolla Gialla Folini Vintage sono allevate con il metodo guyot su terreni marnosi argillosi. La densità di impianto è di 5000/ha per una resa di 100 quintali/ha. La vinificazione è tradizionale in bianco con pressatura soffice, pulitura del mosto per decantazione, fermentazione a temperatura controllata di 18°-20° C per 15-20 giorni. Segue un affinamento in bottiglia di altri due mesi. L’azienda Scolaris ha una tradizione lunghissima, è stata fondata nel  1924 da Giovanni Scolaris che aveva intuito il potenziale del suo territorio, un’area racchiusa tra le Prealpi Giulie mitigata dal mare Adriatico. Giovanni Scolaris è stato tra i primi a vendere vino sia alla popolazione locale che ai soldati inglesi e americani. Oggi è Marco, nipote del fondatore a gestire l’azienda che si è affacciata anche ai mercati internazionale.  L’azienda sposando l’etica attuale, che vuole eleganza di presenza e innovazione tecnologica, mantiene la stessa passione e cura di un tempo nel selezionare le sue uve dai vigneti di proprietà, proponendo un “vino sveglio” che racchiude, nel suo ampio gusto, tutta la ricchezza e l’aroma tipici di questa terra. Questo fortunato connubio tra tradizione e modernità ha permesso alla cantina Scolaris di proporre non solo i vini bianchi e rossi, tipici di questa terra, ma anche dei prodotti particolari che sono ormai di punta: la ribolla spumantizzata nella versione Ribolla Gialla e Ribolla Nera Rosè, vini freschi giovani ed eleganti, e l’Ocelot ottenuto da vitigni storici recuperati. I vini della Cantina Scolaris sono stati ampiamente apprezzati e menzionati nelle più importanti guide enologiche di livello nazionale e internazionale (Duemilavini, I vini di Veronelli, Annuario dei migliori vini italiani, Guida dei vini italiani, Wine Gourmet, Wein-plus das Wein-Netzwerk im Internet), ottenendo prestigiosi premi e riconoscimenti.

Prezzo pieno: 6,50 euro

Acquistato presso: Bennet

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Roero Arneis Docg 2015, Cascina Riveri

Un vino che può essere un buon alleato per l’estate, il Roero Arneis. Tipicamente piemontese  si abbina a formaggi stagionati, piatti a base di carni bianche e pesce. Particolarmente indicato con i piatti tipici della cucina cuneese e delle langhe, si presta  anche ad aperitivi ed antipasti ed offre il meglio di sé servito attorno agli 8-10 gradi.  Di colore giallo paglierino con riflessi verdolini, presenta qualche leggera particella in sospensione. Al naso esprime  le tipicità dell’Arneis: sentori floreali di acacia, note fruttate di frutta fresca a polpa bianca quali pera e pesca, ma anche richiami agrumati e tropicali. La beva è davvero piacevole ed il rapporto qualità prezzo molto buono. Il vino sotto la nostra lente di ingrandimento oggi è il Roero Arneis Docg, annata 2015 prodotto dalla Cascina Riveri, un vino bianco secco dotato di una certa struttura, caldo,  con una gradazione di 13% di alcol in volume, rotondo ed armonioso. La nota acida è fresca anche per una lieve sensazione di “frizzantezza”, ma non spiccata. La sapidità è invece chiaramente distinguibile anche nel finale fruttato, discretamente persistente e ammandorlato. Una buona sorpresa dunque questo Roero Arneis Docg, schietto e fine, prodotto dalla Cascina Riveri che nel 2014 si è anche aggiudicato anche una medaglia di bronzo all’International Wine Challenge.

LA VINIFICAZIONE

Prodotto con uve Arneis da vigneti che si trovano in località  Monteu Roero, Canale (Cn). I terreni sui quali sono allevate le vigne, che hanno una età media di 15 anni, sono di tipo calcareo sabbioso e di medio impasto. La vinificazione avviene con breve macerazione sulle bucce. Le uve per l’80%, vengono crio-macerate a 6°C per 8-10 ore. Segue un affinamento “sur lies” in serbatoi in acciaio con “battonnage” per i primi 3 mesi. La bottiglia, coricata, ha una durata di circa 3 anni. Esistono varie ipotesi circa il nome del vitigno Arneis, ma sono due quelle che vanno per la maggiore. Qualcuno attribuisce il nome del vitigno ad un termine dialettale che sta ad indicare persone ribelli e scontrose, qualcun’altro lo attribuisce all’antico nome del vitigno del bric Arneiso o Reneiso che si trova nei pressi di Canale in provincia di Cunero. Cascina Riveri si estende per circa 40 ettari, nel cuore di Langhe e Roero e si pone quale obiettivo di  proporre vini freschi e di spiccata piacevolezza, ma allo stesso tempo strutturati e importanti, capaci di soddisfare i palati più semplici e i più ricercati. La cura del vigneto rappresenta il punto di forza della qualità dell’uva e del prodotto finale. Cascina Riveri coltiva esclusivamente nobili vitigni autoctoni del territorio dai quali nascono vini con spiccata personalità come il Roero Arneis Docg, il Barbaresco Docg, il Langhe Nebbiolo Docg e il Barbera d’Alba Doc.

Prezzo pieno: 6,90 euro

Acquistato presso: Iper/Finiper

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Vermentino di Gallura Docg 2014 Tancarè, Giogantinu

Torna sotto la nostra lente di ingrandimento un vino sardo delle cantina Giogantinu. E’ la volta del Vermentino di Gallura Docg, Tancarè. Unica Docg della Sardegna, quella del Vermentino di Gallura con la sua Doc di ricaduta Vermentino di Sardegna. Nel calice il Vermentino di Gallura Docg Tancarè si presenta color giallo paglierino con riflessi verdolini, cristallino e trasparente.  Un vino che si mostra scorrevole già con una rapida occhiata alla lente. I profumi non sono spiccati, avvicinando il naso al bicchiere  il bouquet aromatico è sottile con sentori di frutta fresca agrumata, fiori bianchi e note minerali. Al gusto è comunque di medio corpo, caldo, vellutato e secco. Relativamente alle componenti dure il Vermentino di Gallura Docg Tancarè è un vino fresco e sapido. Chiude leggermente amaragnolo, ma poco persistente. Beverino, anche se, questa annata 2014. non è una delle migliori espressioni di Vermentino. Il rapporto qualità prezzo è discreto,  ma non è un vino memorabile. Anche questo finisce nella nostra lista “senza infamia e senza lode” , almeno per questa infelice annata. La gradazione è di 12% di alcol in volume, va servito naturalmente fresco a 8-10 gradi e si accosta a primi piatti con verdure e pesce, aperitivi, antipasti di mare,  minestre di pesce,  ma anche a formaggi a pasta molle o media stagionatura.

LA VINIFICAZIONE
Il Vermentino Bianco è coltivato in tutte le province di Sardegna e Toscana, in quattro province liguri, in Puglia, ma anche il alcune zone di Lazio, Marche, Umbria, Sicilia per una superficie complessiva di 4000 ettari vitati. Iscritto al registro delle varietà di uva dal 1970 inizialmente veniva vinificato solo come uva da tavola. La cantina sociale Giogantinu riunisce 350 soci per un totale di 320 ettari vitati. Le zone di produzione si trovano nella provincia di Olbia Tempio, tra Berchidda e Oschiri. La capacità di produzione della cantina è di 25.000 quintali all’anno con una produzione massima di 4500 bottiglie all’ora.

Prezzo pieno: 6,90

Acquistato presso: Carrefour

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Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico 2014, Colonnara

Anfora, bottiglia simbolo del Verdicchio, disegnata nel 1953 dall’architetto Antonio Maiocchi ed entrata a pieno titolo nelle tipologie di bottiglie utilizzate per questo vino. Denominazione, il Verdicchio, molto apprezzata e diffusa sulle tavole degli italiani, presente sia come Doc, che come Docg nella versione Superiore. Ecco quindi, sotto la nostra lente di ingrandimento oggi il Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico, vendemmia 2014, prodotto da Colonnara a Cupramontana (An). Azienda, Colonnara, della quale abbiamo molto apprezzato il Marche Rosso Igt Tornamagno 2010 disponibile nel canale horeca, ma un po’ meno questo Verdicchio che risulta certamente bevibile, gradevole, con un adeguato rapporto qualità prezzo, ma non degno di nota. Nel calice cristallino e poco denso, ma di un colore giallo paglierino tendente al dorato che fa immaginare un vino di una certa complessità poi disattesa. Al naso,  il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico, prodotto da Colonnara è delicatamente profumato e fruttato. In bocca risulta complessivamente rotondo. Abbastanza caldo, secco, fresco e sapido, caratteristica per la quale si distingue in primis. Sufficientemente elegante e persistente, manca però di un po’ di sprint. Un vino da consumare giovane, adatto alla tavola di tutti i giorni anche perché di soli 12,5% di alcol in volume. Si abbina ad antipasti di pesce, crostacei bolliti, primi piatti con sugo bianco di pesce o di crostacei o di vegetali, pesci bolliti delicatamente salsati, pesci cotti in padella con olio di oliva, rosmarino e stesso vino, carni bianche con cotture delicate, prosciutto crudo di tipo dolce, formaggi pecorini giovani. Da servire a 10-12 gradi.

LA VINIFICAZIONE
Il Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico prodotto da Colonnara è un vino bianco fermo prodotto dal 1964. I vigneti dai quali provengono le uve destinate alla vinificazione si trovano in una zona collinare a 350/550 metri s.l.m, nei comuni di Cupramontana, Monteroberto, Maiolati, Castelbellino, Staffolo e Apiro. I terreni sono di origine marina, di medio impasto, con punte elevate di argilla e sabbia. Le vigne sono allevate secondo il sistema doppio capovolto Sylvoze Guyot. La raccolta delle uve e manuale e la vinificazione è tradizionale in bianco con pressatura soffice, pulizia del mosto e vinificazione in acciaio a temperatura controllata. Colonnara è stata fondata nel 1959, costituita da 110 soci per un totale di 120 ettari produce una vasta gamma di vini bianchi e rossi tipici delle Marche tra cui Verdicchio, Passerina, Pecorino, Bianchello del Metauro ovvero rossi come Montepulciano, Lacrima di Morro d’Alba o Rosso del Conero.

Prezzo pieno: 4,70 euro

Acquistato presso: Conad

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Falerio Pecorino Dop 2015, Ciù Ciù

L’estate è alle porte e porterà sulle nostre tavole piatti freschi e leggeri, anche in vista dell’agognata “prova costume”. Con l’aumentare delle temperature crescono, notoriamente,  anche le vendite dei vini bianchi ed è per questo che oggi, a finire sotto la nostra lente di ingrandimento, è un Falerio Pecorino Dop, vendemmia 2015, prodotto ed imbottigliato dalle cantine Ciù Ciù della località  Santa Maria in Carro ad Offida (Ap). Un vino marchigiano il Pecorino del quale abbiamo fatto altre degustazioni e che sta veramente diventando un “cult”: all’ Enoteca Regionale delle Marche di Offida è tra quelli più richiesti insieme alla Passerina, più del Verdicchio che pure è tanto amato dagli italiani. La vendemmia nel nostro calice è l’ultima, la 2015 ed infatti nel calice il Falerio Pecorino Dop prodotto dalle cantine Ciù Ciù si presenta giovane,  giallo paglierino con riflessi verdolini, molto trasparente e cristallino. Un vino poco denso e non particolarmente sconvolgente come intensità di profumi, ma che comunque regala note fruttate e floreali di fiori d’acacia e gradevoli sentori minerali. Al palato è di discreta struttura, caldo, rotondo, secco ed apprezzabile per la freschezza e la chiusura leggermente sapida e fruttata che regala una beva davvero stuzzicante. Un rapporto qualità prezzo ottimo per un vino che si presta ad essere bevuto come aperitivo, in abbinamento a piatti di pesce non particolarmente strutturati, a carni bianche, ma anche da provare con il brodetto alla sanbenedettese, una  zuppa di pesce con peperoni e pomodori, come consigliano al Consorzio di Tutela dei Vini  Piceni. La gradazione è di 13% di alcol in volume, ma davvero si beve con estrema facilità. Un vino “easy to go”, fresco e beverino.

LA VINIFICAZIONE
La zona geografica di produzione del Falerio Pecorino Dop prodotto dalla cantina Ciù Ciù sone le colline tra il comune di Offida e Acquaviva Picena in provincia di Ascoli Piceno. I vigneti si trovano ad un’altezza di 250/300 mt sul livello del mare, su terreni di medio impasto e sono allevati a cordone speronato. La vendemmia è manuale e viene effettuata a metà settembre. Prodotto con un blend di uve Pecorino e Trebbiano vinificate in bianco tradizionalmente e con un breve affinamento in bottiglia prima della messa in vendita è pronto al consumo dalla primavera successiva alla vendemmia. La cantina Ciù Ciù è stata fondata negli anni settanta da Natalino Bartolomei e sua moglie Anna a pochi chilometri dal meraviglioso borgo di Offida, uno tra i borghi più belli d’Italia. I poderi Ciù Ciù si estendono su 150 ettari dislocati sulle colline marchigiane che beneficiano della vicinanza del mare della costa adriatica. Attualmente l’azienda è gestita dai fratelli Massimiliano e Walter Bartolomei che sono riusciti a portare l’azienda a livelli di qualità che l’hanno resa famosa nel mondo.

Prezzo pieno: 4,99 euro
Acquistato presso: Coal

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Vulcanei 2016: il 21-22 Maggio un ”eruzione” di vini al Castello del Catajo

I terreni vulcanici sono tra i migliori per la produzione del vino, capaci di regalare vini unici e di grande personalità, grazie alla presenza nel suolo di minerali in grado di trasferire alle vite sostanze importanti. Diverse le aree Doc italiane che possono vantare origini ”vulcaniche” tant’è che nel 2012 è nata addirittura un’associazone, ”Volcanic ”Wine”, dall’accordo tra Consorzio del Soave, Consorzi di Etna e Campi Flegrei, di Gambellara, del Bianco di Pitigliano, del Lessini Durello e dei Colli Euganei allo scopo di promuovere i vini bianchi da suolo magmatico. Diversi sono stati in passato gli appuntamenti nell’ambito del progetto di promozione di ”Volcanic Wines”, in Italia e all’estero e per, tutti i winelovers, il prossimo evento è previsto per il 21-22 Maggio a Battaglia Terme, in provincia di Padova. Un banco di assaggio con oltre 50 vini di suoli vulcanici sarà allestito nella suggestiva location del Castello del Catajo, Una delle più belle dimore europee, un monumentale edificio ricco di storia, fascino e leggende, costruito a partire dal XVI secolo da Pio Enea I degli Obizzi ,dimora unica nel suo genere che nel tempo è stata villa principesca, alloggio militare, cenacolo letterario e reggia imperiale. In degustazione vini dei territori dei Campi Flegrei – Colli Euganei – Etna – Frascati – Gambellara – Ischia – Lessini – Mogoro – Orvieto – Pantelleria – Pitigliano e Sovana – Soave – Tuscia – Vesuvio – Vulture, ma anche ospiti d’Oltralpe come Naturgarten Kaiserstuhl dalla Germania e Parc naturel régional des Volcans d’Auvergne direttamente dalla Francia. Il banco d’assaggio aprirà sabato dalle 15:30 alle 22:30 e domenica 22 Maggio dalle ore 10:30 alle 19:30. Per tutta la durata dell’evento saranno presenti con prodotti gastronomici numerosi produttori dell’area euganea tra cui alcuni presìdi Slow Food e altre rarità. Un originalissimo coffee corner completerà l’offerta. Laboratori di degustazioni guidati da un esperto daranno modo di scoprire e approfondire alcuni vini vulcanici locali, nazionali ed europei, per un confronto appassionante. Il biglietto di ingresso per il pubblico, acquistato in loco, è di 14 euro e comprende: calice e bisaccia, degustazione di tutti i vini, panificati e acqua, accesso al Giardino dei Giganti, accesso alla Sala della Pallacorda che accoglie vignaioli italiani e stranieri, accesso al portico adiacente la Sala della Pallacorda che ospita i produttori euganei ed accesso al Giardino delle Delizie e alla Grande Peschiera, oltre alla possibilità di visitare il Piano Nobile del Castello al prezzo scontato di 4 euro.

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Vini al supermercato

Vallée d’Aoste Doc Blanc de Morgex et de La Salle 2014 Cave Mont Blanc

(4 / 5) Torniamo in Valle D’Aosta e peschiamo l’unico “esemplare” di questa regione tanto sconosciuta sullo scaffale del supermercato visitato. Vallée d’Aoste Doc Blanc de Morgex et de La Salle 2014 prodotto dalla cooperativa Cave Mont Blanc di Morgex in provincia di Aosta. Un vino affascinante già dal suo nome  francese, ma che anche nel calice ha saputo sfoderare le sue armi di seduzione.

LA DEGUSTAZIONE
Si fa riconoscere giovane, oltre che dall’annata, anche dal suo colore giallo paglierino con riflessi verdolini. Giovane anche nella freschezza del suo bouquet,  fine e delicato, ma non per questo meno complesso con note che spaziano dal floreale, alle erbe fini tipiche dei terreni dove viene coltivato il suo vitigno padre. Immancabile anche la frutta con note acidule di limone e ananas acerba, oltre a sentori minerali. Al gusto si riconferma molto fresco, gradevolmente fruttato con una chiusura anche sapida e persistente. Un ottimo e diverso alleato da accostare a piatti di pesce, primi piatti delicati, ma anche ideale come aperitivo grazie alla sua gradazione modesta di soli 11% alcol in volume.

LA VINIFICAZIONE
Prodotto con uve 100% del vitigno Priè Blanc, vinificate tradizionalmente in bianco a temperatura controllata. L’affinamento avviene sempre in acciaio inox  e gli imbottigliamenti vengono fatti durante tutto l’anno in base alle esigenze commerciali, al fine di garantire sempre la freschezza del prodotto. Il vitigno Priè Blanc, anche conosciuto con il nome Blanc de Morgex è coltivato sui terreni più alti d’Europa per le sue caratteristiche di resistenza al freddo e alle avversità climatiche. Viene vinificato in purezza per produrre vini fermi, come in questo caso, ma anche spumantizzato.Cave Mont Blanc nasce nel 1983 e conta oggi 80 soci. Produce 140.000 bottiglie e ha intrapreso con successo la strada del recupero dei vigneti abbandonati sulle pendici del Monte Bianco. Oltre il 90% delle uve raccolte nei comuni di Morgex e La Salle per un totale di circa 18 ettari viene vinificata da questa realtà che, seppur tra le più piccole e tra quelle con minori possibilità di espansione, considerata l’ampelografia,  ha raccolto numerosi premi e riconoscimenti. E’ stata segnalata dalla nota rivista decanter fra le otto migliori realtà cooperative italiane, sarà presente anche durante la manifestazione dei vignerons a Courmayeur.

Prezzo pieno: 7,90 euro
Acquistato presso: Bennet

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