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Caldo torrido? Enoteche pronte a pagare trasporto refrigerato vino dalle cantine


Un gruppo di enoteche italiane è disposto a pagare di tasca propria il trasporto refrigerato del vino dalle cantine. Non è una boutade, ma una vera e propria proposta – pur transitoria – quella lanciata da Vinarius, l’Associazione delle Enoteche italiane che rappresenta oltre 120 esercizi il cui fatturato aggregato sfiora i 50 milioni di euro. Il caldo torrido dell’estate 2023 è la goccia (bollente) che ha fatto traboccare il vaso. «
Come associazione – dichiara il presidente di Vinarius, Andrea Terraneo – siamo a disposizione in un’ottica di copertura delle spese di questo servizio». Una mano tesa alle cantine, aspettando che il problema venga preso in considerazione ai vari livelli della filiera.

«Chiediamo ad aziende, Consorzi e altri attori del comparto di unirsi e lavorare ad una soluzione comune, a tutela di un’eccellenza italiana e di tutti i clienti di enoteche e ristoranti che meritano di godere di un prodotto al massimo delle sue qualità». Come è noto, infatti, la prolungata esposizione del vino a temperature superiori ai 28 gradi rischia di compromettere definitivamente la qualità del prodotto. A dir la verità, le consegne di vino nazionale e internazionale avvengono molto raramente mediante un serio controllo della temperatura, dalla presa in carico della merce alla consegna effettiva ai clienti, professionali o amatoriali.

IN GIAPPONE L’ESEMPIO (ULTRA) VIRTUOSO DI RACINES

Esistono tuttavia esempi virtuosi. È il caso di Racines, importatore giapponese di vini naturali che conta molti clienti italiani. La misurazione della temperatura avviene al momento del pick up dell’ordine in cantina e prosegue sino all’arrivo a Tokyo. La merce non deve subire variazioni troppo elevate rispetto ai 14° raccomandati. La società di importazione guidata da Yasuko Goda è in grado di stabilire l’esatta fascia oraria (e dunque la località) dell’eventuale anomalia, prendendo provvedimenti nei confronti dei responsabili. Il tutto dopo aver degustato il vino, per stabilire la presenza, o meno, di difetti dettati dagli sbalzi termici.

Un problema che, secondo l’Associazione Enoteche italiane Vinarius, «rischia, estate dopo estate, di divenire sempre più centrale all’interno della filiera vinicola italiana». «Enotecari, ristoratori e, di rimando, i consumatori – sottolinea Andrea Terraneo – rischiano di non ricevere prodotti al massimo delle loro qualità, proprio a causa dei lunghi spostamenti all’interno di mezzi non a temperatura che andrebbero ad intaccare le caratteristiche del prodotto».

Proponendosi come «voce delle enoteche italiane», Terraneo ritiene che il tema del trasporto refrigerato del vino debba essere «sollevato e sottolineato nella sua importanza». «Trasportare vini attraverso mezzi non predisposti per la refrigerazione, senza mantenere una temperatura ideale che non alteri il prodotto, rischia di diventare un grande disservizio, verso noi enotecari e verso il pubblico. Non basta più tamponare attraverso cantine di ultima generazione, all’interno dell’enoteca: il danno viene già compiuto durante il trasporto».

[credits foto di copertina: sogedim.it]

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Analisi e Tendenze Vino

Indagine Vinarius: cresce richiesta vini bianchi fermi in enoteca


Attraverso un questionario sottoposto ai 110 soci, VinariusAssociazione delle Enoteche Italiane, con un fatturato aggregato di 50 milioni di euro – è in grado di tracciare le previsioni sui vini che verranno maggiormente scelti durante il periodo invernale e natalizio.

Alla costante crescita del consumo dei vini rossi – in testa Barolo, Brunello, Primitivo e Amarone della Valpolicella – rispondono in primis gli spumanti. Il trend registrato vede infatti una crescita del 30% delle “bollicine”. La scelta del consumatore fra le diversi tipologie di spumante colloca al primo posto lo Champagne seguito dal Franciacorta, dal Trento Doc e dall’Alta Langa. Resta significativa anche la vendita di altri Metodo Classico di piccole cantine locali, presenti sugli scaffali degli enotecari che propongono vini del loro territorio.

Decisamente in crescita la sezione dei vini bianchi fermi: lo sostiene il 51,5 % degli intervistati. Previsti aumenti delle vendite compresi tra il 10 e il 20%. Tra i vini bianchi maggiormente richiesti ci sono lo Chardonnay o i vini con uvaggi a base Chardonnay e in seconda battuta il Gewürztraminer. La somma dei volumi di vendita di questi due vini equivale al 35%. Il restante 65% si distribuisce tra le referenze più disparate di bianchi autoctoni e semi aromatici. Appare dunque chiaro come, ancora una volta e ancor di più per i bianchi fermi, quello della territorialità sia un vero e proprio trend in forte crescita.

CLIMA DI «GENERALE INCERTEZZA» TRA GLI ENOTECARI ITALIANI

Nell’ultimo triennio non si sono registrate variazioni sensibili sui volumi di vendita dei vini da dessert e si prevede anche per il 2022 un andamento costante. Tra i vini da dessert maggiormente richiesti troviamo il Moscato d’ Asti, il Passito di Pantelleria e lo Zibibbo.

Quanto ai volumi dell’ultimo triennio, secondo il 43% degli intervistati da Vinarius si è riscontrato un calo delle vendite tra il 20 e il 40% rispetto all’estate 2021. Le ondate di caldo anomalo e prolungato che hanno caratterizzato l’estate 2022 hanno influito negativamente sulle vendite di prodotti alcolici in favore alle bevande analcoliche. Il 27% degli intervistati, invece, non ha avvertito sensibili differenze mentre il 30% ha registrato un aumento delle vendite tra il 10 e il 30%.

Anche rispetto alle previsioni sui volumi di vendita nella stagione invernale e durante il periodo natalizio le opinioni sono molto contrastanti tra di loro e il quadro che ne emerge è quello di generale incertezza. Secondo il 50% non ci saranno significative variazioni nelle vendite rispetto all’anno precedente. Il 32% invece crede ci saranno miglioramenti. Infine, il 18% teme che le vendite subiranno dei cali, anche a causa del periodo di crisi economica che sicuramente influenzerà le scelte d’acquisto degli italiani durante le festività.

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Enoteche escluse dal Fondo per il sostegno: lettera di Vinarius a Patuanelli

Le enoteche sono state escluse dal “Fondo di parte capitale per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell’agroalimentare italiano”. Una decisione che ha scatenato la reazione di Vinarius, associazione delle Enoteche italiane che raccoglie 120 associati per 50 milioni di euro di fatturato complessivo. Circa 8 mila le enoteche presenti invece in Italia, di cui almeno 6.500 operanti nel settore della mescita.

«Appena appresa la notizia – afferma Andrea Terraneo, Presidente di Vinarius – abbiamo deciso di intervenire con prontezza e guidati dalla volontà di aprire un canale di dialogo con il Ministero. Chiediamo l’integrazione delle enoteche, tra le categorie a cui questi aiuti spettano».

Allo stesso modo di ristoranti, bar, gelaterie e pasticcerie, anche le enoteche sono promotrici e grandi utilizzatrici di prodotti DOP e IGP, quindi riteniamo doveroso il loro inserimento nella lista presente nel decreto attuativo».

ENOTECHE: UN’ALTRA BATOSTA DOPO IL LOCKDOWN

Dopo due anni di profonda difficoltà causati dalla situazione sanitaria nazionale e in un momento di continua incertezza economica data dalla crisi energetica e delle materie prime anche le enoteche, chiedono un sostegno economico e di potersi finalmente sedere ai tavoli di concertazione, «come parte integrante della filiera agroalimentare».

«Prendiamo sempre più coscienza del nostro ruolo di dialogatori con ministeri ed enti governati – continua Terraneo – soprattutto in una situazione di emergenza continuativa e con nuove normative uscenti che riguardano la filiera nel suo complesso».

Serve un continuo confronto reciproco e paritario – sottolinea ancora il presidente di Vinarius – anche se ci rendiamo conto di non essere ancora dentro i tavoli di discussione. Per questo e con il percorso messo in atto negli ultimi anni ci auguriamo di essere chiamati come rappresentanti di una folta e laboriosa categoria esattamente al pari delle altre».

Con la lettera inviata venerdì 8 luglio, l’associazione presieduta da Andrea Terraneo si augura «di ricevere una risposta collaborativa da parte del ministro Patuanelli, che già aveva manifestato in passato il desiderio di supportare gli esercizi commerciali che giornalmente lavorano per valorizzare e promuovere l’inestimabile patrimonio agroalimentare italiano».

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Dpcm 6 marzo: asporto enoteche consentito anche dopo le 18

Niente più divieto di asporto dopo le ore 18. Tira un sospiro di sollievo il settore degli enotecari italiani, dopo le precisazioni del Consiglio dei ministri sul nuovo Dpcm 6 marzo 2021.

A differenza di supermercati, gastronomie e negozi non specializzati nella vendita di vino, le attività commerciali con codice Ateco 47.25 – ovvero le enoteche – erano state penalizzate dalle misure anti Covid dle. Governo.

«Con grande soddisfazione il risultato è stato ottenuto: dal 6 marzo potremo continuare normalmente il nostro lavoro», è il commento dell’associazione italiana enotecari Vinarius, la prima a battersi contro la misura e a denunciare la disparità di trattamento.

Il Dpcm 16 gennaio mette Enoteche contro Supermercati. Vinarius: «Noi discriminati»

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Dopo Coldiretti anche Fivi con Vinarius: «Vignaioli penalizzati da Dpcm enoteche»

Seppure in ritardo di ben 12 giorni e dopo Coldiretti, anche Fivi si schiera con Vinarius nella battaglia al Dpcm 16 gennaio 2021, che vieta l’asporto di vino dalle enoteche dopo le 18, a differenza di quanto invece può avvenire nei supermercati e nei negozi dove la vendita di vino e alcolici non è l’attività principale (gastronomie, macellerie).

«I Vignaioli –  spiega Matilede Poggi, presidente della Federazione italiana vignaioli indipendenti – come molte altri operatori del settore Horeca e di altre categorie, sono stati pesantemente indeboliti dai mesi di chiusura forzata e dalle norme sull’asporto e sugli orari di apertura di enoteche e ristoranti».

Enoteche “a secco” dalle 18, Coldiretti con Vinarius: «Dpcm discriminatorio»

«Le nuove decisioni del Governo – contina la massima esponente di Fivi – stanno portando pesanti conseguenze su tutta la filiera. Le misure intraprese finora sono per lo più adatte alla grande industria, e dimenticano l’esercito di piccoli produttori artigiani del vino che, con il settore della ristorazione chiuso, ha sofferto più degli industriali che hanno una clientela più diversificata».

La presidente della Federazione Vignaioli indipedenti conclude: «Ribadiamo la necessità di permettere a tutti di riaprire le attività per lavorare in sicurezza, rispettando le regole, e auspichiamo maggiori controlli per garantire che queste vengano rispettate».

Con ristoranti ed enoteche chiusi, Fivi ribadisce dunque la difficoltà in cui versa tutta la filiera e si unisce all’appello di Andrea Terraneo, presidente di Vinarius, che ha denunciato l’anomalia e chiesto spiegazioni al Governo anche grazie all’interrogazione parlamentare, presentata dall’onorevole Andrea Dara in data 20 gennaio alla Camera.

Resta in silenzio, invece, la quasi totalità dei Consorzi del vino italiano. Accanto all’ente di tutela del Brunello di Montalcuno e dei vini dei Colli Euganei si sono schierati, di recente, anche Asolo Montello e Consorzio del Chieretto e del Bardolino.

Dalle 18 il vino si compra in macelleria ma non in enoteca. E i Consorzi? Muti

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Abbona (Uiv): «Il vino italiano paga lo stallo politico, serve un Ministro»

Il settore del vino italiano sta pagando lo stallo politico e l’assenza di un Ministro. Questo l’allarme lanciato oggi da Unione italiana vini (Uiv) per mano del presidente Ernesto Abbona.

«Il vino italiano – dice Abbona – si sta reggendo esclusivamente con le forze degli imprenditori, ma ci sono ormai troppi nodi politici irrisolti che stanno venendo al pettine. Serve un esecutivo e un ministro per rimettere il settore sui binari del rilancio, per dare seguito alle norme e tradurle in azioni concrete per le imprese. Ristori inevasi, Dpcm sulla chiusura anticipata delle enoteche, decreto Sostenibilità, Promozione, sono i principali dossier inerti che stanno fortemente penalizzando i produttori».

Secondo l’associazione, che rappresenta più di 150.000 viticoltori e l’85% dell’export del vino italiano, lo stallo sta penalizzando su più fronti le aziende già in difficoltà. A partire dai pagamenti dei ristori su contributi regionali alla distillazione, riduzione delle rese e stoccaggio dei vini di qualità (circa cinquanta milioni di euro), a oggi del tutto inevasi da Agea nonostante la scadenza fissata al 31 dicembre dello scorso anno.

Un’altra vittima della crisi di Governo che affligge indirettamente i produttori è il maldestro Dpcm che obbliga alla chiusura anticipata, alle ore 18, le enoteche e i negozi specializzati. Un danno, stimato dall’Associazione Vinarius che ancora non ha avuto risposta sulla ratio del decreto, del 30% sul fatturato giornaliero. Inoltre, giacciono gli strumenti di rilancio.

È il caso del decreto attuativo sulla sostenibilità, la cui approvazione era stata annunciata invano entro gennaio, o delle risorse legate alla promozione di un settore che rende al Paese una bilancia commerciale attiva di circa sei miliardi di euro ogni anno.

«Anche in questo contesto – osserva Uiv – lo stallo politico e decisionale non ha consentito una riflessione più ampia sulle priorità di politica vitivinicola in merito a una diversa rimodulazione del Piano nazionale di sostegno 2021, portando a tagli lineari per 15 milioni di euro su tutte le misure senza un confronto preliminare con un comparto che chiede, invece, a gran voce maggiori risorse per la promozione per il rilancio dell’export».

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Enoteche “a secco” dalle 18, Coldiretti con Vinarius: «Dpcm discriminatorio»

Meglio tardi che mai. Coldiretti si schiera con Vinarius contro il divieto di asporto di vino da parte delle enoteche dalle ore 18, previsto dall’ultimo Dpcm del Governo. «La chiusura anticipata discrimina ingiustamente le oltre 7 mila enoteche presenti in Italia nei confronti di negozi alimentari e supermercati ai quali resta correttamente consentita la vendita dei vini».

Così il presidente della Coldiretti Ettore Prandini, nel sottolineare «l’esigenza di una coerente interpretazione dell’ultimo DPCM per evitare di danneggiare un settore da primato del Made in Italy che vale oltre 11 miliardi all’anno». Proprio ieri l’editoriale di WineMag.it che denunciava il silenzio attorno l’assurdo provvedimento.

Dalle 18 il vino si compra in macelleria ma non in enoteca. E i Consorzi? Muti

L’entrata in vigore del DPCM del 14 gennaio che vieta dopo le ore 18:00 la vendita con asporto ai bar senza cucina ed a coloro che esercitano prevalentemente il commercio al dettaglio di bevande rischia di tradursi di fatto, come denuncia la Coldiretti, «in una ingiustificata disparità di trattamento per la vendita di bevande alcoliche a discapito delle enoteche».

Infatti, fino al prossimo 5 marzo, l’acquisto dei predetti prodotti – spiega la Coldiretti – potrà essere effettuato anche dopo le 18 presso la grande distribuzione e altri esercizi di vicinato che non abbiano come codici Ateco prevalenti quelli ricadenti espressamente nel suddetto divieto.

Le enoteche – sottolinea la Coldiretti – hanno avuto negli ultimi anni una forte espansione offrendo opportunità di lavoro a molti giovani, sotto la spinta di nuovi modelli di consumo che valorizzano la ricerca della qualità e del legame con il territorio».

Una tendenza, precisa Coldiretti, che «va sostenuta ed incoraggiata nel rispetto delle norme di sicurezza». Il settore del vino è già tra i più colpiti dagli effetti delle misure restrittive anti Covid con la chiusura della ristorazione. Un settore in cui viene commercializzato più della metà in valore delle bottiglie stappate in Italia.

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Gli Editoriali news news ed eventi

Dalle 18 il vino si compra in macelleria ma non in enoteca. E i Consorzi? Muti

EDITORIALE – Silenzio assordante dei Consorzi del vino italiano in seguito all’ultimo Dpcm (16 gennaio 2021) e alle proteste degli enotecari di Vinarius, che hanno scritto al premier Giuseppe Conte chiedendo una rettifica della norma. Per effetto del decreto, le enoteche non potranno vendere vino da asporto a partire dalle ore 18.

Divieto che non vale per negozi non specializzati come supermercati (grande distribuzione), ma anche macellerie e gastronomie. Insomma, per tutte quelle attività con Codice Ateco diverso dal 47.25 (“Commercio al dettaglio di bevande in esercizi specializzati”) ma che comunque vendono vino e alcolici.

Mentre il Consorzio Tutela Vini Montefalco tira dritto per la sua strada e continua a investire nella pubblicità dell’e-commerce istituzionale (“vini a prezzi di cantina” recita l’ultimo spot, alla faccia dell’Horeca), a condividere la posizione di Vinarius sono il Consorzio del Brunello di Montalcino e l’ente Vini dei Colli Euganei.

Nulla di eclatante, anche in questo caso: condivisione sui social della lettera firmata dal presidente Vinarius, Andrea Terraneo indirizzata a Conte, senza ulteriore commento o “virgolettato” di protesta.

Il Dpcm 16 gennaio mette Enoteche contro Supermercati. Vinarius: «Noi discriminati»

Tutti gli altri in silenzio, insomma, come se andasse bene così. Bocche cucite non solo nei Consorzi, ma anche nei sindacati, nelle associazioni e nelle Federazioni come Coldiretti, Confagricoltura e Fivi, la Federazione italiana vignaioli indipendenti. E se fosse accaduto il contrario?

La risposta arriva dalla Lombardia ed è già nella storia. Lo scorso ottobre, la giunta guidata da Attilio Fontana è stata costretta a eliminare il divieto di vendita di alcolici dalle ore 18 nei supermercati, dopo la valanga di proteste arrivate in poche ore al “Pirellone” da produttori (e Consorzi, Chianti in testa) di mezzo Paese.

In questo senso, la Grande distribuzione organizzata dimostra così di essere, per l’ennesima volta, il settore su cui vige un’ipocrisia dilagante tra produttori e Consorzi del vino italiano: polvere dorata, da mettere sotto il tappetto. Non se parli e non la si irriti, purché continui a vendere. Anche a discapito dell’Horeca. Cin, cin.

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Il Dpcm 16 gennaio mette Enoteche contro Supermercati. Vinarius: «Noi discriminati»

Enoteche contro Supermercati. Davide contro Golia. C’è malumore, tra gli enotecari italiani, in seguito alla pubblicazione del Dpcm 16 gennaio 2021. Il nuovo decreto vieta infatti la vendita d’asporto di vino e alcolici dopo le ore 18 alle enoteche, ovvero ai negozi specializzati con codici ATECO 47.25, ma non alla Grande distribuzione organizzata.

A sollevare il problema, parlando di «discriminazione» è Andrea Terraneo (nella foto sopra), Presidente di Vinarius, Associazione delle Enoteche italiane. Una protesta messa nera su bianco, con una lettera aperta indirizzata al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

«Non comprendiamo il motivo per cui viene impedito a centinaia di enoteche sparse sul territorio nazionale di operare lasciando invece libertà di farlo alla grande distribuzione organizzata, incorrendo maggiormente nel rischio di assembramenti», scrive Terraneo.

Chiediamo pertanto la cancellazione di questa misura affinché non vengano penalizzate tutte quelle attività comprese nel divieto che stanno operando da mesi con massimo rigore e attenzione alla tutela della clientela e nel rispetto delle normative»

«Siamo certi – aggiunge Terraneo – che le ragioni da noi esposte possano portare ad un pronto accoglimento della nostra richiesta basandosi essa stessa su criteri di ragionevolezza e coerenza con lo spirito di tutela della salute pubblica e di salvaguardia delle attività commerciali che stanno a cuore a tutti quanti noi».

Il presidente di Vinarius sostiene di «comprendere il momento di forte difficoltà che sta attraversando il Paese a causa della pandemia e il complesso contesto con cui vengono prese le relative decisioni, incorrendo in possibili errori nella indicazione dei codici ATECO».

Ma a nome dell’Associazione delle Enoteche italiane chiede «un sollecito chiarimento in merito, affinché non vengano discriminati attività e operatori professionali appartenenti al settore del commercio di bevande alcoliche e analcoliche. La preoccupazione deriva dal fatto che inibire l’apertura dopo le 18 toglie all’enoteca il 30% del fatturato giornaliero in un quadro economico generale che ci vede già penalizzati».

La lettera del presidente Andrea Terraneo arriva a 9 mesi circa dal precedente sollecito inviato al ministro Putuanelli, nell’aprile 2020. Attraverso un sondaggio esteso anche alle enoteche non associate, Vinarius aveva fotografato il momento di difficoltà del settore.

I titolari delle 105 attività intervistate rimaste aperte nonostante l’emergenza Covid-19 avevano evidenziato un calo del fatturato tra il 50 e l’80%. Il 22% delle enoteche aveva deciso di rimanere chiuso, mentre il 25% di rimanere chiuso ma di effettuare consegne a domicilio.

«Il rimanente 53% – precisava sempre ad aprile 2020 Vinarius – dimostra come le enoteche siano diventate in questo momento di incertezza dei punti di riferimento per il territorio per l’offerta di beni di prima necessità come acqua, pasta ed altri generi alimentari»

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Vinarius, lettera al ministro Patuanelli per partecipare ai tavoli di rilancio dell’Horeca

Attraverso un lettera indirizzata al Ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli, Vinarius, l’Associazione delle Enoteche Italiane con un fatturato cumulativo di 50 milioni di euro nel 2019, chiede di essere invitata ai tavoli ministeriali per il rilancio dell’Horeca e delle attività economiche italiane.

“Vogliamo mettere a disposizione nuove idee, nuove energie, nuove motivazioni e competenze – si legge nella lettera indirizzata a Roma – e ci proponiamo come interlocutore per apportare un fattivo contributo di idee per la ricostruzione dell’economia nazionale”.

L’imput ai soci è stato chiaro. “Come Vinarius – sottolinea il presidente dell’Associazione, Andrea Terraneo – abbiamo da subito consigliato ai soci che ne avevano il permesso visto il decreto, di rimanere aperti nell’ottica di svolgere un servizio alla comunità come punti di reperibilità di generi alimentari, contribuendo così ad evitare afflussi eccessivi e assembramenti nei punti commerciali della Gdo”.

Nel frattempo, attraverso un sondaggio esteso anche alle enoteche non associate, Vinarius ha fotografato il momento di difficoltà del settore. I titolari delle 105 attività intervistate rimaste aperte hanno evidenziato un calo del fatturato tra il 50 e l’80%.

Il 22% delle enoteche ha deciso di rimanere chiuso, mentre il 25% di rimanere chiuso ma di effettuare consegne a domicilio. “Il rimanente 53% – sottolinea Vinarius in una nota – dimostra come le enoteche siano diventate in questo momento di incertezza dei punti di riferimento per il territorio per l’offerta di beni di prima necessità come acqua, pasta ed altri generi alimentari”.

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Il mercato del vino italiano visto dall’enoteca: Coldiretti e Aepi a confronto


MESTRE –
“Il Mercato del vino italiano visto dall’enoteca”. Questo il titolo dell’incontro promosso e ideato dalla Coldiretti del Veneto, che vedrà l’intervento di quattro enotecari associati ad Aepi (Associazione Enotecari Professionisti Italiani) provenienti da diverse realtà professionali e contesti territoriali.

L’appuntamento è per lunedì 1 luglio, a partire dalle ore 14:00 presso la sede della Coldiretti del Veneto, a Mestre. L’evento ha l’obiettivo di offrire ai produttori soci della Coldiretti “elementi concreti in merito a dinamiche, tendenze e caratteristiche del mercato del vino nel nostro Paese, analizzati attraverso gli occhi e la conoscenza diretta degli Enotecari Professionisti”.

A dialogare con i produttori saranno infatti quattro enotecari associati ad Aepi: Andrea Terraneo, Presidente Vinarius, Francesco Bonfio Presidente Nazionale Aepi, Mirco Carraretto e Filippo Gastaldi, membri del Consiglio Direttivo di entrambe le associazioni.

I quattro enotecari presenteranno ai produttori uno spaccato della struttura del mercato del vino in Italia in termini di canali di distribuzione, valore e volumi del vino, ma soprattutto verrà dibattuto il ruolo che l’enoteca ricopre oggi nel mercato, le tendenze di consumo, l’assortimento e le opportunità che si possono creare con i produttori che si rivolgono con i loro vini alla vendita nel dettaglio qualificato.

La sinergia tra Coldiretti e Aepi nasce infatti dalla consapevolezza che gli Enotecari Professionisti rappresentano oggi, soprattutto per le realtà produttive in fase di crescita e posizionamento, un inestimabile risorsa.

“Oggi ancor più di ieri – sottolineano gli organizzatori – i produttori vitivinicoli devono possedere una profonda conoscenza del settore al fine di compiere le giuste scelte in termini economici, di immagine, di posizionamento oltre che di investimento”.

Ecco dunque che “l’elevata conoscenza del vino, delle preferenze dei consumatori e del mondo della ristorazione e della gastronomia che è propria degli Enotecari Professionisti, rendono questi veri e propri ambasciatori autorevoli al servizio di un settore che impone oggi di essere preparati,  consapevoli e pronti a fornire risposte adeguate alla complessità dei tempi”.

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Vinarius accolta in Calabria nelle terre del Cirò

Dal 19 al 21 Maggio scorso,  una delegazione di soci Vinarius e AEPI – l’Associazione degli enotecari professionisti è partita per un viaggio studio in Calabria alla scoperta del territorio di produzione dell’area del Cirò, terra, “ricca di contraddizioni e contrasti sorprendenti“, come spiegato da Andrea Terraneo, Presidente di Vinarius.

Una terra dove, secondo Terraneo, “mare, terra e vento sono magicamente fusi insieme e sapientemente domate dall’uomo che le ha trasformate in arte, storia e cultura di cui la magna grecia è un patrimonio trasmesso di generazione in generazione“.

L’area del Cirotano, aveva ricevuto da Vinarius, in occasione Merano Wine Festival dello scorso novembre,  l’8° Premio al Territorio, riconoscimento  attribuito ad un particolare ambito geografico in virtù della sua vocazione vitivinicola, del suo paniere agroalimentare, dello sviluppo sostenibile, della tradizione, della storia e della sua accoglienza turistica.

IL VIAGGIO STUDIO
Durante il viaggio i partecipanti hanno avuto l’occasione di conoscere da vicino i vigneti di questa terra, partecipare a degustazioni e banchi d’assaggio e visitare il sito Archeologico di Capo Colonna e il Museo Nazionale di Archeologia di Crotone.

Un momento di formazione fondamentale per Vinarius, l’associazione delle enoteche italiane che, ad oggi, conta un centinaio di locali sul territorio nazionale e una decina in tutto il mondo e che è da sempre impegnata nella promozione della cultura del vino italiano.

Con l’occasione Vinarius ha premiato tre personalità che per la loro storia e per la loro identità illustrano e ben rappresentano il territorio stesso.

I PREMIATI
Carmine Abate, scrittore che ha saputo trasmettere con la prosa, la storia, la tradizione e la cultura del suo territorio, contribuendo alla diffusione della conoscenza di questi splendidi ambienti, come ne “Il banchetto di nozze e altri sapori”.

Caterina Ceraudo, chef che ha valorizzato e promosso le eccellenze del territorio Cirotano, raccontando da appassionata divulgatrice la qualità che questa terra esprime.

Giovanni Gagliardi, uomo profondamente appassionato del vino della sua terra d’origine, che ha fatto della narrazione del vino di Calabria uno dei suoi cavalli di battaglia portandone la conoscenza ai quattro angoli del mondo attraverso il mondo digitale.

Gianfranco Manfredi, giornalista calabrese, è stato inoltre nominato Ambasciatore AEPI, l’Associazione degli enotecari professionisti, per la sua competenza in materia enogastronomica, la sua capacità divulgativa e la sua passione certi che rappresenterà, promuoverà e valorizzerà al meglio il ruolo dell’enotecario professionista italiano.

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Analisi e Tendenze Vino

Merano: il territorio del Cirò premiato da Vinarius

(3,5 / 5)

Merano – La preziosa terra del Cirotano ha vinto l’ottava edizione del Premio al Territorio, il riconoscimento che Vinarius attribuisce a un particolare ambito geografico in virtù della sua vocazione vitivinicola, del suo paniere agroalimentare, dello sviluppo sostenibile, della tradizione, della storia e della sua accoglienza turistica.

L’area vitata del Cirò è una fra le più prestigiose della Calabria. Una tradizione millenaria la lega alla produzione vinicola in un ambiente unico al mondo che da una parte abbraccia il mare e dall’altra è stretto fra le montagne, come spiega Raffaele Librandi, Presidente del Consorzio del Cirò.

“Per noi oltre ad essere un grande onore questo riconoscimento è anche un’opportunità importante. I nostri vini non hanno ancora la diffusione e l’interesse che per tanti motivi potrebbe meritare ed il contributo di una organizzazione come Vinarius è fondamentale per farci conoscere. Avere la possibilità di fare assaggiare i nostri vini nelle vostre enoteche con la consulenza di professionisti per noi è straordinario. Ci farà molto piacere ospitarvi, sarà l’occasione per far scoprire il nostro territorio ed incontrare tutti i produttori che con stili e filosofie diverse stanno facendo crescere la nostra denominazione”.

Vinarius, l’Associazione delle Enoteche Italiane,  rinnova anche quest’anno il suo impegno nella promozione e nella valorizzazione del patrimonio paesaggistico ed enogastronomico italiano e dal palco del Teatro Puccini, durante il Merano Wine Festival, il Presidente, Andrea Terraneo, ha esposto la motivazione con la quale è stata premiata la terra del Cirò.

 “Sorprendenti contrasti la caratterizzano e aspre contraddizioni ne fanno il concentrato di mare, terra e vento magicamente fuse e sapientemente domate nel tempo dall’uomo che le ha trasformate in arte, storia e cultura di cui la Magna Grecia è  un patrimonio trasmesso di generazione in generazione”.

“Sono particolarmente felice che l’associazione abbia scelto per l’ottava edizione il territorio Cirotano per portarlo all’attenzione del pubblico di consumatori e appassionati del quale parleremo per tutto il prossimo anno – ha aggiunto ancora Andrea Terraneo –  ritengo importantissima questa scelta di riscoprire grandi territori di cui l’Italia è ricca, soprattutto in questo momento storico, per sostenere il settore e i giovani imprenditori dell’agroalimentare e del turismo.”

L’annuncio di oggi è infatti solo l’inizio di un cammino fianco a fianco fra Vinarius e l’area del Cirò: il Premio al Territorio prevedrà nei prossimi mesi un viaggio studio delle Enoteche Vinarius nel territorio premiato e la degustazione in contemporanea in tutte le enoteche dell’Associazione. 

VINARIUS
Vinarius è l’associazione delle enoteche italiane che, ad oggi, conta un centinaio di locali sul territorio nazionale e una decina in tutto il mondo, impegnati nella promozione della cultura del vino italiano.

L’associazione, nata nel 1981, si occupa in concreto della formazione dell’enotecario, dei suoi collaboratori e dipendenti, degli aggiornamenti professionali, individuando e ponendo in essere tutta una serie di attività che vanno dall’organizzazione di viaggi studio a stage di approfondimento nei vari luoghi di produzione, partecipando attivamente a convegni, mostre, fiere, manifestazioni di vario genere.

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Enoturismo

Sette chef del Sud Italia a Radici 2018

Non solo vino a Radici del Sud. Lunedì 11 giugno, al Castello di Sannicandro di Bari, i protagonisti saranno 7 chef del sud Italia, con i loro piatti pensati sul tema “Più Salute e recupero”.

L’appuntamento è dalle ore 21, all’interno della corte del maniero. Qui, i visitatori troveranno i banchi di assaggio di tutti i 300 vini in concorso e di 20 etichette di olio di tutti i produttori presenti. Vini che risulteranno ancor più valorizzati dai maestri di cucina (prenotazioni https://goo.gl/9cttyx).

Giacomo Racanelli di Aromi Bistrot a Sannicandro di Bari (BA) proporrà Arancino con sivoni e ragu di scarti di maiale nero. Riccardo Barbera di Masseria Barera-Minervino a Murge (BT) presenterà Strascinati integrali con cozze, cime e fiori di zucchine.

Peppe Zullo di Orsara di Puglia (Fg) preparerà Maccheroncini di lenticchie rosse, ragu di melanzana chips di buccia di melanzana e menta. Mirko Balzano del Ristorante Triglia di Avellino Candele spezzate con code di cipolle e agnello.

Giovanni Ingletti e Cosimo Russo de La Taverna del Porto di Tricase (LE) serviranno Fegato di pescatrice, ciliegie ferrovia e cipolla rossa di Acquaviva. Infine Mariantonietta Santoro de Il Becco della Civetta di Castelmezzano (PZ) proporrà la sua Pecora alla materana in Pignata.

IL SUD IN PASSERELLA
Radici del Sud è la settimana dedicata alla valorizzazione dei vini da vitigno autoctono e all’olio del meridione d’Italia, che si concluderà appunto lunedì 11 giugno al Castello di Sannicandro di Bari con la tredicesima edizione del Salone dei vini e degli oli meridionali.

Dopo una settimana di degustazioni, press tour, incontri con buyer e giornalisti italiani e stranieri 100 aziende tra quelle che partecipano alla manifestazione incontreranno il pubblico in questo grande banco d’assaggio. Dalle 11 alle 21 porteranno i loro vini in degustazione, che da quest’anno potranno anche essere acquistati dai visitatori direttamente ai banchetti.

Al secondo piano del Castello troverà spazio l’area dedicata alle specialità gastronomiche: 5 aziende artigiane presenteranno i loro prodotti e dalle 13.00 alle 15.00 effettueranno anche un vero e proprio servizio ristorazione per permettere ai visitatori di godersi al meglio l’intera giornata con una pausa pranzo adeguata.

Dalle 19.00 alle 20.00 nella biblioteca del Castello si svolgerà il convegno “Autocotoni e ristorazione: l’identità per sfidare i mercati internazionali”. L’identità dei vigneti del Sud trova ormai da tempo nella ristorazione e nelle produzioni di qualità un prezioso alleato, in Italia e all’estero.

Interverranno sul tema i presidenti delle associazioni partner della manifestazione: Assoenologi, AIS Puglia, Onav Puglia, Aepi e Vinarius e i giornalisti e buyer internazionali che hanno partecipato alla settimana di approfondimento. Seguiranno le premiazioni dei vini vincitori della tredicesima edizione del concorso.

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Analisi e Tendenze Vino vini#1

Vinarius, “Stati Generali” sui Colli Euganei per gli enotecari

Da domenica 13 a mercoledì 16 maggio, i soci Vinarius di 35 enoteche da Nord a Sud, di tutta Italia, si sono incontrati sui Colli Euganei per gli “Stati Generali” dell’Associazione nata per promuovere la cultura del vino italiano che conta un centinaio di affiliati nel nostro Paese e una decina nel mondo.

La tre giorni è stata impegnativa per i soci: approfondimenti, Masterclass, degustazioni guidate, visite-studio nelle Cantine e nei frantoi locali e alla scoperta delle bellezze artistiche di questo territorio hanno animato la ricca scaletta del viaggio studio.

Il tutto in linea con lo scopo che unisce i soci Vinarius: stappare una bottiglia raccontando il mondo che lì si cela. L’appuntamento si è quindi concluso con  l’Assemblea elettiva annuale. Dopo il viaggio studio, le attività del “Premio al Territorio” Vinarius si concluderanno in autunno con degustazioni organizzate nelle enoteche di tutta Italia.

I COLLI EUGANEI
La scelta della location è stata motivata dal fatto che i Colli Euganei sono gli ultimi vincitori della settima edizione del Premio Vinarius al Territorio, il riconoscimento che valorizza un particolare ambito geografico in virtù della sua vocazione vitivinicola, del suo paniere agroalimentare, dello sviluppo sostenibile, della tradizione, della storia e della sua accoglienza turistica.

Con una solida storia alle spalle, apprezzati e decantati fin dai tempi del Petrarca, con la loro dolce distesa di colline, la qualità dei prodotti agricoli, la salubrità delle terme del primo parco Regionale del Veneto, i Colli Euganei sono un luogo che ha saputo valorizzare e far conoscere nel mondo una produzione vitivinicola di pregio grazie anche alle caratteristiche vulcaniche di suolo e sottosuolo.

“In particolare – ha precisato Andrea Terraneo, Presidente Vinarius – è stata riconosciuta meritevole la grande dedizione per questa terra di Giovanni Sandon e di Armando Pizzoni Ardemani. Sandon è stato fin dagli anni Sessanta un grande difensore della natura e, proprio grazie alla sua opera, i Colli Euganei sono quella splendida terra che possiamo ammirare ora”.

“Pizzoni Ardemani – ha aggiunto Terraneo – è invece un appassionato conservatore e proprietario del meraviglioso giardino storico di Villa Barbarigo, un gioiello che ha saputo ricevere dalle generazioni precedenti e che certamente sarà capace di trasmettere alle future”.

Protagonista di queste giornate anche Mario Busso, curatore nazionale della Guida Vinibuoni d’Italia, insignito da Andrea Terraneo del titolo “Ambasciatore Vinarius” per “aver contribuito convintamente nel far emergere il valore delle enoteche Vinarius alla vasta platea del consumatore appassionato e attento, ed aver  riconosciuto agli enotecari Vinarius un ruolo fondamentale quali comunicatori del vino di qualità e divulgatori del bere consapevole”.

COS’E’ VINARIUS
è l’Associazione delle enoteche italiane che, ad oggi, conta un centinaio di locali sul territorio nazionale e una decina in tutto il mondo, impegnati nella promozione della cultura del vino italiano.

L’associazione, nata nel 1981, si occupa in concreto della formazione dell’enotecario, dei suoi collaboratori e dipendenti, degli aggiornamenti professionali, individuando e ponendo in essere tutta una serie di attività che vanno dall’organizzazione di viaggi studio a stage di approfondimento nei vari luoghi di produzione, partecipando attivamente a convegni, mostre, fiere, manifestazioni di vario genere.

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Analisi e Tendenze Vino news

Radici del Sud 2017: giuria pronta a votare i migliori

Miglior vino bianco, miglior spumante, miglior rosato e miglior rosso dell’edizione Radici 2017: ecco le quattro categorie che saranno votate dalla giuria di esperti di settore convocata il 19 ed il 20 Settembre presso il centro di ricerca CRFSA di Locorotondo.

Due sessioni di degustazione per designare i migliori vini tra le 66 etichette finaliste su 350 in concorso e pre-selezionate a giugno, dalla giuria allora composta da buyer, giornalisti, enologi di Assoenologi e membri del circuito Vinarius presieduta da Daniele Cernilli e Alfonso Cevola.

Per la scelta dei best i campioni saranno contrassegnati solo da un numero per evitare qualsiasi tipo di collegamento alla lista dei vincitori diffusa già da Giugno.

Le etichette premiate saranno celebrate il 27 novembre al Castello di Sannicandro di Bari durante il Gran Galà conclusivo delle manifestazione.

Qui, invece, i migliori assaggi decretati da vinialsuper in occasione della nostra visita al Salone dei vini e degli oli meridionali 2017.

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news ed eventi

Radici del Sud: le novità dell’edizione 2017

Poco più di due settimane all’inizio di Radici del Sud, la settimana dedicata ai vini da vitigni autoctoni e agli oli del meridione. Saranno circa 350 i campioni di vino di tutte le aziende partecipanti, provenienti da Puglia, Basilicata, Campania, Calabria e Sicilia, che verranno assaggiati alla cieca dalle giurie composte da giornalisti e buyer sabato 3 e domenica 4 giugno.

Le due giurie saranno suddivise in 4 gruppi guidati dai due presidenti Alfonso Cevola e Daniele Cernilli coadiuvati rispettivamente da Ole Udsen, giornalista danese e dal collega Bernardo Conticelli. Nei 4 gruppi parteciperanno anche quattro enologi dell’Associazione Assoenologi e alcuni membri del circuito Vinarius.

Questo assetto delle giurie, adottato dallo scorso anno, consentirà una lettura più immediata dei risultati del concorso. Da una parte avremo il giudizio di chi tiene conto delle tendenze di mercato e vede con occhio di riguardo l’appeal esercitato dal vino in funzione delle richieste dei consumatori. Dall’altra la valutazione dei giornalisti provenienti da tutto il mondo, che potranno confrontarsi nel merito ciascuno delle proprie sensazioni.

La novità di quest’anno è che lunedì 5 giugno, durante il Salone del Vino aperto al pubblico, verranno decretati i 70 vini finalisti della manifestazione. Questi verranno nuovamente assaggiati dal 20 al 30 giugno da esperti e giornalisti del territorio nazionale, che decreteranno il miglior vino spumante, bianco, rosso e rosato della XII edizione.

La premiazione dei 70 vini selezionati e dei tre migliori vini si terrà il 27 novembre sempre al Castello di Sannicandro di Bari, durante l’evento Radici Wines Experience, che prevede anche un wine-tour con buyer e giornalisti stranieri. Per assistere al concorso e allo svolgimento delle degustazioni i produttori possono prenotarsi scrivendo a info@radicidelsud.it


GIURIE – Radici del Sud 2017

WINE-WRITERS

Gruppo 1
1. Daniele Cernilli – Italia
2. Alberto Lupini – Italia
3. Asa K. Johansson – Svezia
4. Elaine Brown – USA
5. Francesca Ciancio – Italia
6. Giacomo Bertolli – Italia
7. Giampaolo Giacomelli – Italia
8. Cristoforo Pastore – Italia
9. Jung Yong Cho – Corea del Sud
10. Michael Pinkus – Canada

Gruppo 2
11. Bernardo Conticelli – Italia
12. Giampiero Nadali – Italia
13. József Kosárka – Ungheria
14. Katarina Andersson – Svezia
15. Lorenzo Colombo – Italia
16. Mirco Carraretto – Italia
17. Monica Coluccia – Italia
18. Simon Cassina – Regno Unito
19. Tibor Vittek – Austria
20. Massimiliano Apollonio – Italia


WINE-BUYERS

Gruppo 1
1. Alfonso Cevola – USA
2. Anthony D’Anna – Australia
3. Bo Mao – Guangzhou, Cina
4. Carl Camasta – USA
5. Chun Ching Shih – Taiwan
6. David E. Sparrow – USA
7. Fernando Zamboni – Brasile
8. Helen Wen Lampecht – Canada
9. Jon Asboe – Danimarca
10. Pasquale Pastore – Italia

Gruppo 2
11. Ole Udsen – Danimarca
12. Jung Yong Cho – Corea del Sud
13. Alessio Fortunato – Cina
14. Li Dan Cao – Beijing, Cina
15. Lin Bin Yang – Guangzhou, Cina
16. Nuray Ali – Canada
17. Qi Gang Chen – Beijing, CINA
18. Terri Burney – Texas, USA
19. Yi Zhong – GuiYang, CINA
20. Evelin Hanson – Estonia


Radici del Sud 2017 – Salone dei vini e degli oli del Sud in breve
Dove: Castello Normanno Svevo di Sannicandro di Bari (BA)
Quando: 30 maggio – 5 giugno 2017
Orario di apertura al pubblico: Domenica 4 giugno dalle 15.00 alle 20.00; lunedì 5 giugno dalle 10.00 alle 20.00
Ingresso: kit di degustazione €15 (comprensivo di bicchiere, sacca portabicchiere e quaderno di degustazione) utilizzabile anche per la serata conclusiva. Coupon cena buffet € 20 (comprende la degustazione dei piatti realizzati dagli chef). Kit degustazione + coupon cena: € 35.
Parcheggio: disponibile
I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni

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news ed eventi

Rosèxpo, salone internazionale dei vini rosati al via

Tutto pronto per il terzo appuntamento con il salone internazionale dei vini rosati.  Dal 3 al 5 giugno, nelle sale del Castello Carlo V, torna a Lecce Roséxpo il salone internazionale dei vini rosati, il più importante appuntamento che la Puglia sancisce con il mondo del vino rosato e al quale hanno aderito moltissime aziende per un totale parziale di più di centocinquanta etichette italiane e ben 46 straniere che arrivano da ogni angolo del mondo, dal Cile alla Turchia, dal Portogallo alla Francia.
Confermate anche per quest’anno , oltre al patrocinio della Regione Puglia e del comune di Lecce, delle partnership di grande spessore. Hanno già, infatti, aderito all’intenso programma di appuntamenti Slow Food Puglia, Slow Wine Italia, Assoenologi Puglia Basilicata e Calabria, le Donne del Vino di Puglia e partner tecnico si conferma anche per quest’edizione la delegazione di Lecce dell’Ais, l’associazione italiana sommelier. Novità per Roséxpo 2016 la collaborazione con Radici del Sud, una delle istituzioni più attive nella promozione della cultura enogastronomica, e la Città del Gusto di Lecce. Partner tecnico di quest’anno, il Concours Mondial de Bruxelles che si preoccuperà di inviare una selezione di vini internazionali rosé tra spumanti e vini fermi. Taglio del nastro altamente istituzionale per l’edizione 2016 di Roséxpo che sarà aperta dall’onorevole Dorina Bianchi , sottosegretario al Ministero dei Beni e delle attività Culturali che presenzierà al convegno sul tema “Il valore del vino rosato” (venerdì 3 giugno alle 18 al Malcandrino –Lecce).
Una interessante tavola rotonda nel corso del quale si confronteranno Sofia Pepe dell’azienda vinicola Emidio Pepe, Luigi Cataldi Madonna, dell’omonima azienda vitivinicola, Barbara Toschi dell’agenzia di marketing strategico Kippis, Andrea Terraneo, presidente di Vinarius, la chef Rita Monastero contributordel Gambero Rosso, Laura Minoia, consigliere di Assoenologi Puglia Calabria e Basilicata, e il presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele. “Roséxpo nasce con l’intento di valorizzare i vini rosati spiega Ilaria Donateo, presidente di de Gusto, l’associazione di produttori di Negroamaro che ha ideato l’iniziativa partendo dall’esperienza del Salento e promuovendo il confronto con altri vitigni e terroir provenienti dall’Italia e dall’estero.Essenziale nella nostra politica il confronto con altre realtà con le quali abbiamo registrato sodalizi importanti grazie ai quali raccontiamo il mondo del vino partendo dalle peculiarità dei territori”.E se i vini rosati sono il comune denominatore della tre giorni leccese, sono tanti gli approfondimenti che faranno da contorno a Roséxpo.
LE MASTERCLASS
Tre i percorsi di degustazione con il coordinamento di SlowWine e con la collaborazione dell’ Associazione italiana sommelier e di Radici del Sud. Il primo appuntamento per i winelover (sabato 4 ore 18,30 sala Pignatelli Castello Carlo V) è con “Cerasuolo d’Abruzzo a confronto”: Emidio Pepe e Cataldi Madonna con la partecipazione dei produttori Sofia Pepe e Luigi Cataldi Madonna. La degustazione sarà guidata e moderata da Fabio Giavedoni , curatore nazionale e della guida Slow Wine, e da Francesco Muci, responsabile Slow wine Puglia.
Si prosegue il giorno successivo (domenica 5 -ore 18,00 sala Pignatelli Castello Carlo V) con “Una finestra sui rosati del mondo” una degustazione tecnica alla scoperta di etichette provenienti da diversi paesi e che saranno degustate e commentate da Fabio Giavedoni e da Giuseppe Baldassarre, componente della commissione nazionale per la didattica dell’Ais. L’ultima masterclass prevede un focus e un confronto tra due territori del Sud, “Sicilia VS Calabria” (domenica 5 alle 19,45 sala Pignatelli Castello Carlo V) a cura di Radici del Sud e di Slow Wine e che sarà guidato e moderato da Francesco Muci, responsabile Slow wine Puglia, Giuseppe Baldassarre della commissione nazionale didattica dell’Ais e da Nicola Campanile ideatore di Radici del Sud.La partecipazione ai seminari di formazione prevede una prenotazione obbligatoria attraverso il sito www.rosexpo.it oppure chiamando il numero 3896438195.
“Il vino è l’espressione autentica dell’identità di un territorio”. Parte da questa considerazione di Ilaria Donateo la volontà di voler dare a Roséxpo il carattere e l’appeal di un attrattore per appassionati e avvezzi al mondo del vino, ma non solo. Arriveranno, infatti, nei giorni del salone dei vini rosati venti giornalisti di testate nazionali e curatori di guide che avranno la possibilità di scoprire le risorse del Salento e la sua storia. A loro e agli ospiti di Roséxpo saranno offerte proposte enogastronomiche e intrattenimenti culturali. Nulla sarà lasciato al caso in ogni angolo del Castello Carlo V. Dalle luminarie, elemento identificativo di una culturale popolare salentina, a cura di De Cagna, alla mostra fotografica dell’associazione Obiettivi che nel corso della vendemmia 2015 ha firmato un reportage fotografico che, attraverso scatti emozionali, racconta la raccolta del Negroamaro e le vicende dei produttori associati a deGusto. Sarà centrale il ruolo del Giardino Rosè, ovvero la corte del Castello CarloV, che ospiterà le proposte di street food con quattro divertentissime Apecargastro tematiche, il delicato intervento di danza contemporanea di Giorgia Maddamma di Koreoproject, in Nous Deux, coreografia che porta la prestigiosa firma di Malou Airaudo fino alle conversazioni letterarie e dove sarà possibile seguire un percorso degustativo di sigari toscani grazie alla collaborazione del Club Amici del Toscano. Sarà Patrizia Cesari a chiacchierare con  Francesca Negri , la Geisha gourmet del 2.0, in occasione della presentazione di Tutta colpa di un Ruinart Rosè (sabato 4 giugno alle 19,30 –giardino del castello Carlo V), un romanzo che intende fare il focus su una nuova generazione di donne che eleggono il vino e il cibo a nuovo simbolo di emancipazione  femminile.
Previsto anche un evento fuori salone. LovelyCheffa sarà la protagonista del Fuori Roséxpo in programma alla libreria Feltrinelli a Lecce venerdì 3 giugno alle ore 11 e in collaborazione con La Città del gusto di Lecce. “Quest’anno abbiamo deciso di coinvolgere giornalisti di testate nazionali e di guide esperte di vino, conclude Ilaria Donateo, perché abbiamo ben chiaro ’obiettivo di voler valorizzare il nostro territorio attraverso una narrazione che abbia come filo conduttore la storia della viticoltura salentina. Il successo in termini di numeri, registrato nelle scorse edizioni, ci fa ben sperare sulla capacità attrattiva e di destagionalizzazione che un grande evento partecipato possa avere sulle sue possibili ricadute economiche, culturali e sociali sul territorio. È questo lo spirito di deGusto Salento che vuole essere strumento di coesione sia per le istituzioni locali sia per i produttori di Negroamaro che diventa, così, il vero ambasciatore della Puglia nel mondo”.
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