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Ludovico Maria Botti nuovo vicepresidente Cevi – Vignaioli Indipendenti europei


Ludovico Maria Botti Cevi Vignaioli Indipendenti europei Cevi, Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti, continua a parlare italiano con l’ingresso di Ludovico Maria Botti nel ruolo di vicepresidente. Il vignaiolo del Lazio, già membro del consiglio direttivo nazionale di Fivi, è la quota tricolore nel nuovo team direttivo, che perde tuttavia la presidenza italiana. Matilde Poggi, alla guida della Cevi dal 2021, lascia infatti il posto al nuovo presidente Samuel Masse, 36 anni, vignaiolo francese della regione dell’Hérault. L’elezione è avvenuta oggi, durante l’Assemblea Generale dell’organizzazione, tenutasi proprio nel Lazio.

Matilde Poggi, che ha deciso di non ricandidarsi dopo quattro anni di presidenza, ha espresso grande soddisfazione per il lavoro svolto, assicurando che la Cevi è ora «in ottime mani» con Masse. Già presidente del Ceja, il Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori nel 2021, il vigneron porta con sé una solida esperienza nelle dinamiche istituzionali dell’Unione Europea e nella difesa dell’agricoltura familiare e giovanile. Ludovico Maria Botti Cevi Vignaioli Indipendenti europei. https://www.cevi-eciw.eu/

CEVI – VIGNAIOLI EUROPEI: GLI OBIETTIVI DEL NUOVO PRESIDENTE SAMUEL MASSE

Le stesse che sarà chiamato a difendere Ludovico Maria Botti (Azienda Biologica Trebotti, Tuscia), accanto agli altri due vicepresidenti Mateja Škrl Kocijančič (Slovenia) e Josef Valihrach (Repubblica Ceca). Nominato tesoriere Guy Krier (Lussemburgo), mentre Ivo Varbanov (Bulgaria) è il nuovo Segretario generale della Cevi. Tra gli obiettivi principali del neo presidente ci sono l’ampliamento della base associativa della Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti, che intende tutelare circa 200 mila vignaioli indipendenti in 12 Paesi europei. Tutte realtà che contribuiscono significativamente allo sviluppo economico e sociale delle regioni vinicole di appartenenza. Altro obiettivo della nuova presidenza targata Samuel Masse è il rafforzamento della capacità di Cevi di influire sulle politiche europee.

Tutte realtà che contribuiscono significativamente allo sviluppo economico e sociale delle regioni vinicole di appartenenza. Altro obiettivo della nuova presidenza targata Samuel Masse è il rafforzamento della capacità di Cevi di influire sulle politiche europee.ht

Tutte realtà che contribuiscono significativamente allo sviluppo economico e sociale delle regioni vinicole di appartenenza. Altro obiettivo della nuova presidenza targata Samuel Masse è il rafforzamento della capacità di Cevi di influire sulle politiche europee.tps://trebotti.it/vini

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Fivi incontra Lollobrigida su semplificazione burocratica e futuro vino italiano


Un incontro strategico per il futuro del mosaico della viticoltura italiana. Nella giornata di ieri, una delegazione della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi), rappresentata dalla presidente Rita Babini e dal membro dell’ufficio di presidenza Ludovico Botti, ha tenuto un incontro con il Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida. Il meeting, avvenuto a Roma, è stato l’occasione per ribadire il ruolo fondamentale dei vignaioli indipendenti all’interno del panorama vitivinicolo nazionale. Realtà produttive di medie e piccole dimensioni, le aziende aderenti a Fivi rappresentano un modello di produzione artigianale e territoriale, occupandosi in maniera diretta di tutte le fasi del processo. Dalla cura della vigna alla vinificazione, fino alla commercializzazione dei propri vini.

LE PRIORITÀ DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI

Durante l’incontro, la Presidente Babini ha messo in evidenza alcune criticità che oggi gravano sulle aziende indipendenti, sottolineando come sia indispensabile un intervento mirato per garantire la sostenibilità economica e burocratica di queste realtà. Tra i temi affrontati, la necessità di una semplificazione degli adempimenti amministrativi, un nodo che spesso ostacola il lavoro quotidiano dei vignaioli, sottraendo tempo e risorse alla produzione. Un altro punto fondamentale della discussione ha riguardato l’accesso alle misure dell’Ocm Vino (Organizzazione Comune del Mercato del Vino), che per le piccole aziende rappresenta un’opportunità spesso difficile da cogliere a causa della complessità delle procedure di richiesta e gestione dei fondi.

FIVI, DIALOGO APERTO CON IL MINISTRO

Non meno importante il tema della rappresentatività nella filiera vitivinicola. I vignaioli indipendenti chiedono maggiore spazio nei tavoli decisionali, affinché la loro voce possa avere un peso maggiore nelle scelte strategiche per il comparto vitivinicolo italiano. «La disponibilità del Ministro Lollobrigida ad ascoltarci – ha dichiarato la Presidente Babini al termine dell’incontro – è un segnale positivo per il nostro settore. Il comparto vitivinicolo sta attraversando una fase di profonda trasformazione e per affrontare le sfide del futuro è necessario che tutti gli attori della filiera collaborino attivamente, nessuno escluso».

IL MASAF E LE INDICAZIONI GEOGRAFICHE

Sempre ieri a Roma la II Conferenza FAO sulle prospettive globali delle Indicazioni Geografiche (IG). Un appuntamento internazionale che ha riunito oltre 350 partecipanti da 52 Paesi. Al centro del dibattito, il tema “Innovazione per la sostenibilità”, l’obiettivo è rafforzare la cooperazione tra ricerca, istituzioni e imprese per valorizzare le IG – comprese quelle del vino – come «strumento di sviluppo sostenibile e tutela delle tradizioni agroalimentari».

L’evento, co-organizzato dalla Food and Agriculture Organization of the United Nations (FAO) e dal Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, ha offerto una piattaforma di confronto tra accademici, operatori della filiera e rappresentanti istituzionali, in linea con le priorità discusse durante il vertice dei Ministri dell’Agricoltura del G7 nel settembre 2024.

L’Italia è leader mondiale grazie ad oltre 890 filiere a Indicazione Geografica, con un sistema che genera oltre 20 miliardi di euro di valore e rappresenta il 21% del totale europeo. Un modello di successo riconosciuto a livello globale che garantisce qualità, sicurezza alimentare e crescita economica. L’impegno del Ministero continua con azioni concrete: finanziamenti dedicati alla promozione, contrasto al falso Made in Italy e accordi internazionali per proteggere le eccellenze agroalimentari.

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Fivi, retroscena election day. Tra lite furibonda e dealcolati ecco i vicepresidenti


Fivi, retroscena election day.«Non perdiamo tempo». Così il nuovo consiglio direttivo Fivi commenta l’adozione dei suoi primi provvedimenti, in seguito all’elezione di Rita Babini a nuova presidente dei Vignaioli indipendenti. Un election day, quello andato in scena giovedì 13 febbraio ad Imola, piuttosto animato. Con almeno due retroscena che Winemag è in grado di raccontare in esclusiva. Ma andiamo con ordine. Proprio su proposta della vignaiola dell’Emilia Romagna, sono stai nominati i due vicepresidenti Fivi. Saranno Carmela Pupillo, vignaiola in Sicilia, e Pietro Monti, vignaiolo in Piemonte. Segretaria Nazionale sarà Clementina Balter, vignaiola in Trentino.

FIVI HA ELETTO DUE VICEPRESIDENTI: UNO È L’ULTIMA DEGLI ELETTI

Nell’Ufficio di presidenza entra anche Ludovico Botti, vignaiolo nel Lazio, che sarà il referente per i rapporti con Cevi, la Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti presieduta dall’ex presidente Fivi, Matilde Poggi. «Insieme a tutte le consigliere e i consiglieri eletti dall’assemblea – è l’ulteriore commento, non senza una sottile vena polemica, del nuovo consiglio direttivo che guiderà la Federazione italiana vignaioli indipendenti dal 2025 al 2028 – Fivi è pronta a continuare il suo impegno per la valorizzazione e la tutela del mestiere del vignaiolo, che procede ininterrottamente dalla sua fondazione nel 2008».

SCONTRO VAJA MORELLA DURANTE L’ELECTION DAY FIVI, AD IMOLA

Nel frattempo, emergono almeno due retroscena dall’election day Fivi di Imola del 13 febbraio. Una lite, dai toni molto accesi, ha visto come protagonisti Gaetano Morella – vignaiolo in Puglia, ex vicepresidente Fivi durante il mandato Poggi e figura di spicco della tornata di dimissioni dal Consiglio direttivo del febbraio 2024 – e Stefan Vaja, vignaiolo in Alto Adige che, con 244 voti, è stato eletto consigliere nel nuovo mandato targato Rita Babini. Alcuni presenti riferiscono di un confronto molto animato durante le fasi di voto, prima dell’intervento pacificatorio di altri vignaioli. A provocare il diverbio sarebbe stato Vaja. Morella si sarebbe difeso, alzando a sua volta i toni dello scontro.

FIVI, POSIZIONE NETTA SUI VINI DEALCOLATI: IL SECONDO RETROSCENA

Il secondo retroscena riguarda il vignaiolo piemontese Gianluca Morino e la sua netta esclusione dal consiglio direttivo guidato da Rita Babini. Il titolare di Cascina Garitina veniva dato tra gli “auto-candidatisi” a ruolo di nuovo presidente Fivi. Ma le urne non gli hanno lasciato scampo. Solo 171 i voti raccolti. Ben 23 in meno della vignaiola siciliana Carmela Pupillo, ultima degli eletti che ricoprirà appunto il ruolo di vicepresidente, con il piemontese Pietro Monti, vignaiolo delle Langhe, non vedente. Secondo fonti ben informate, a “tagliare le gambe” al gigante Gianluca Morino sarebbero state alcune sue recenti dichiarazioni in supporto dei vini dealcolati. Tutto lecito, se non fosse che quelle parole sarebbero state proferite indossando una maglietta della Fivi.

GIANLUCA MORINO SILURATO PER LA DIFESA DEI VINI DEALCOLATI

La Federazione italiana vignaioli indipendenti, già nel tormentato mandato Cesconi, si era detta favorevole alla loro collocazione nel segmento delle bevande, senza alcun riferimento al «vino» e, ancor più fermamente, «fuori dalle denominazioni o indicazioni di origine geografica» dei vini. Il commento di Morino non sarebbe passato inosservato tra i vignaioli piemontesi. E tantomeno al precedente direttivo Fivi, che avrebbe aperto un vero e proprio caso sull’argomento. Le conseguenze? Quelle elettorali, con Morino ritrovatosi improvvisamente abbandonato da alcuni dei suoi potenziali colleghi elettori. Anche i retroscena dell’election day Fivi, insomma, dimostrano quanto il clima interno ai vignaioli indipendenti non sia sereno. In maniera inversamente proporzionale ai proclami. Del contrario. https://fivi.it/i-soci-fivi/

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Rita Babini nuova presidente Fivi. I vignaioli eletti al Consiglio direttivo 2025-2028


Con 516 voti alle elezioni del nuovo consiglio direttivo, Rita Babini è la nuova presidente Fivi. La vignaiola dell’Emilia Romagna si appresta a guidare per il triennio 2025-2028 la Federazione italiana vignaioli indipendenti. Succederà a Lorenzo Cesconi, protagonista del peggior triennio di Fivi dalla fondazione, tra dimissioni e casi che hanno scosso profondamente la Federazione. Rita Babini nuova presidente Fivi, dunque. Ufficiale e pressoché scontato, visto l’esito delle elezioni Fivi tenutesi oggi a Imola, il cui scrutinio è terminato pochi minuti fa. Ecco di seguito gli eletti al nuovo consiglio direttivo 2025-2028 e i voti ricevuti.

VIGNAIOLI INDIPENDENTI: IL NUOVO CONSIGLIO DIRETTIVO FIVI 2025-2028

  • BABINI Rita, Vignaiola in Emilia Romagna: 516 voti
  • PIZZAMIGLIO Stefano, Vignaiolo in Emilia Romagna: 420 voti
  • MONTI Pietro, Vignaiolo in Piemonte: 413 voti
  • BALTER Clementina, Vignaiola in Trentino: 386 voti
  • RADICI Valeria, Vignaiola in Lombardia: 328 voti
  • PIEROPAN Andrea, Vignaiolo in Veneto: 316 voti
  • STARRABBA Alessandro, Vignaiolo nelle Marche: 271 voti
  • BOTTI Ludovico Maria, Vignaiolo nel Lazio: 269 voti
  • FAVARO Camillo, Vignaiolo in Piemonte 264
  • PAVESE Ninive, Vignaiola in Valle d’Aosta: 259 voti
  • MAZZONE Francesco, Vignaiolo in Puglia: 254 voti
  • PASCON BELLESE Désirée, Vignaiola in Veneto: 251 voti
  • VAJA Stefan, Vignaiolo in Alto Adige / Südtirol: 244 voti
  • DE BEAUMONT Fabio, Vignaiolo in Campania: 217 voti
  • PUPILLO Carmela, Vignaiola in Sicilia: 194 voti

FIVI, GLI ESCLUSI DAL CONSIGLIO DIRETTIVO 2025-2028

  • MORINO Gianluca, Vignaiolo in Piemonte: 171 voti
  • EDERLE Giovanni Mattia, Vignaiolo in Veneto: 160 voti
  • AIMASSO Luca, Vignaiolo in Piemonte: 82 voti
  • PACELLI Laura, Vignaiola in Calabria: 68 voti
  • CIANCICO Ettore, Vignaiolo in Toscana: 67 voti

RITA BABINI NUOVA PRESIDENTE FIVI: LE PRIME DICHIARAZIONI

«L’ambizione dei nostri obiettivi principali è alta – sono le prime parole di Rita Babini da nuova presidente Fivi – siano questi il riconoscimento della figura giuridica del vignaiolo, la rappresentatività nei consorzi di tutela o la semplificazione ed unificazione dei controlli; a questi obiettivi di carattere nazionale si uniscono sfide talvolta ancora maggiori a livello europeo, che ci vedono già coinvolti oggi e che cresceranno ulteriormente nei prossimi anni. Vogliamo poter vivere dignitosamente del nostro lavoro e garantire che il nostro “mestiere” esista ancora domani».

«Per arrivare a ciò – conclude Rita Babini – occorre una grande perseveranza nell’operato di Fivi, e sono certa che le Vignaiole e i Vignaioli eletti in Consiglio sapranno garantirla con l’impegno e la passione che ha sempre contraddistinto la nostra associazione». I prossimi appuntamenti “marchiati Fivi? Dal 6 al 9 aprile la tradizionale collettiva al padiglione 8 di Vinitaly. A seguire, il 10 maggio, decine di eventi territoriali nella cornice del “Sabato del Vignaiolo”. Infine, il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti 2025, in programma dal 15 al 17 Novembre 2025 a BolognaFiere.

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Cosa è successo a Fivi e perché le elezioni 2025 sono determinanti


società di servizi Fivi. La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti ha attraversato un periodo di significative turbolenze interne tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024. Motivo per il quale le elezioni Fivi 2025, in programma questa settimana, per l’esattezza il 13 febbraio a Imola, potrebbero avere un risultato ancora più determinante. Ma cosa è successo a Fivi? Le prime tensioni sono emerse in seguito al Mercato di Bologna del novembre 2023. L’evento ha suscitato critiche relative alla gestione degli ampi spazi, nonché all’affluenza di pubblico e operatori e ai costi rispetto alle precedenti edizioni dello storico Mercato di Piacenza. Nel febbraio 2024 sono arrivate le dimissioni di quattro membri del Consiglio direttivo: Luca Ferraro (Fivi Veneto), Gaetano Morella (Fivi Puglia, ex vicepresidente durante la gestione Matilde Poggi), Monica Raspi (Fivi Toscana) e Francesco Maria De Franco (Fivi Calabria). Nessuno di questi ex consiglieri figura tra i candidati alle elezioni Fivi 2025.

FIVI, COSA SUCCEDE? UN 2024 TURBOLENTO, TRA DIMISSIONI E RINCALZI

Per rimpiazzare i dimissionari, il Consiglio ha inizialmente proposto il subentro ai primi vignaioli non eletti nell’ultima tornata di elezioni. Ma ha ricevuto rifiuti netti da Cesare Corazza (Emilia-Romagna), Celestino Gaspari (Veneto) e Daniele Parma (Liguria). Tre nomi pesanti nelle dinamiche della Federazione. Di conseguenza, si è proceduto alla cooptazione di nuovi membri: Andrea Annino (Sicilia), Stefano Casali (Toscana) e Desirèe Pascon Bellese (Veneto). Incredibile quanto avvenuto anche a seguito di questo passaggio, sempre nel 2024. Poco prima dell’assemblea dei soci del 26 febbraio 2024 a Bologna, anche Stefano Casali (cantina Muralia) ha ritirato la sua disponibilità. Al suo posto, è stato nominato Gianluca Morino (Piemonte), che ha completato la ricostituzione di un Consiglio a dir poco rappezzato, rappresentato ai vertici dall’attuale presidente Lorenzo Cesconi, che a sua volta non si ricandiderà alle elezioni 2025. Il vignaiolo trentino, nei giorni scorsi, si è rifiutato di rispondere a un’intervista di Winemag, dopo aver letto le domande.

Queste vicende hanno evidenziato divergenze enormi all’interno della Fivi, riguardo alla gestione e alla direzione futura dell’associazione. Uno dei temi più controversi all’interno della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, che sarebbe emerso con forza nel corso della crisi dirigenziale di febbraio 2024, riguarderebbe la creazione di una società di servizi, utile a gestire la cassa di Fivi. Un’iniziativa che avrebbe diviso profondamente i membri del consiglio e gli stessi soci, da Nord a Sud della Penisola. Tanto che, voci interne alla Federazione, riferiscono sia proprio questa la causa dei mal di pancia che hanno portato alle dimissioni e ai successivi rifiuti di incarichi e subentro nel consiglio direttivo guidato da Cesconi.

UNA SOCIETÀ DI SERVIZI NEL FUTURO DI FIVI?

L’idea di una società di servizi nasce dalla volontà di strutturare meglio l’attività della Fivi, garantendo una gestione più efficace degli eventi e delle attività della Federazione. In particolare, l’organizzazione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti, che nel 2023 si è trasferito da Piacenza a Bologna con un impatto significativo sui vignaioli, ha mostrato – secondo i promotori – la necessità di un’organizzazione più professionale e meno dipendente dalla sola struttura associativa. L’obiettivo principale della società di servizi sarebbe quello di gestire gli eventi (come il Mercato Fivi) con un approccio più “imprenditoriale”.

Il nuovo organismo potrebbe anche fornire supporto amministrativo e consulenziale ai soci, oltre a migliorare la comunicazione e il marketing della Federazione. L’idea, però, non è stata accolta in modo unanime. Alcuni membri hanno espresso forti perplessità riguardo al progetto, temendo che una struttura di questo tipo potesse snaturare lo spirito della Fivi, nata come un’associazione a tutela dei vignaioli artigiani. La società di servizi, in sostanza, verrebbe vista come una deriva aziendalista. Alcuni soci ritengono che l’associazione possa così perdere il suo spirito. Trasformandosi in un’organizzazione più orientata al profitto che alla rappresentanza degli interessi dei piccoli produttori, a livello parasindacale.

LE PREMESSE: ANCHE IL 2022 DI FIVI È STATO BURRASCOSO

Scavando nella storia recente di Fivi c’è chi fa risalire al 2022, anziché al 2023, l’inizio della burrasca che si è trascinata fino al 2025. A meno di un mese dalle elezioni del Consiglio direttivo della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti del 9 marzo 2022quelle che hanno portato alla presidenza proprio Lorenzo Cesconi – ecco il primo ribaltone. Walter Massa e Andrea Picchioni, due figure di spicco nel panorama vitivinicolo italiano, fra Colli Tortonesi e Oltrepò pavese, rassegnavano infatti le loro dimissioni dal neoeletto cda. Gettando una prima ombra sulle dinamiche interne alla Federazione.

Come riportato da Winemag il 20 marzo 2022, le dimissioni di Massa e Picchioni furono strettamente collegate tra loro. In base ai voti ottenuti, Picchioni avrebbe dovuto subentrare a Massa – primo a dimettersi dei due, in ordine cronologico – nel consiglio direttivo. Tuttavia, entrambi hanno scelto di rinunciare all’incarico. Una decisione che ha portato all’ingresso di Andrea Pieropan, vignaiolo attivo tra Soave e Valpolicella, nel consiglio guidato da Cesconi. Pieropan che, da non eletto nel 2022, oggi si ricandida a un ruolo nel direttivo Fivi 2025-2028.

LE DIMISSIONI DI MASSA E PICCHIONI E IL CASO SIMONA NATALE

Le motivazioni alla base delle dimissioni di Massa e Picchioni non sono mai state chiarite ufficialmente. Chi invece ha fatto coming out, sempre nel corso del 2022, è stata Simona Natale. Fu proprio l’ex compagna di Gianfranco Fino, viticoltore di Manduria e volto noto della Fivi pugliese, a chiarire gli incredibili contorni del clima esistente all’interno della Federazione italiana vignaioli indipendenti. In un’intervista esclusiva rilasciata a Winemag il 25 marzo 2022, Simona Natale parlava infatti di un ambiente incandescente all’interno di Fivi, caratterizzato da «attacchi personali, pressioni e guerriglia».

Un contesto che potrebbe aver influito sulla decisione di Massa e Picchioni di lasciare il loro incarico. Il presidente Lorenzo Cesconi avrebbe tentato all’epoca, senza successo, di convincere Walter Massa a rimanere nel Consiglio direttivo. La scelta di Andrea Picchioni di dimettersi sarebbe quindi da interpretare come un gesto di solidarietà nei confronti del collega (ed amico) dei Colli Tortonesi. Con premesse simili, ecco delineato il peggior triennio della storia della Federazione italiana vignaioli indipendenti. Quello che presto avrà fine, con l’elezione di un nuovo consiglio direttivo che potrebbe portare i vignaioli indipendenti verso due direzioni diametralmente opposte. La fine di un sogno. O l’inizio di una nuova era, nel segno degli ideali dei padri fondatori. https://fivi.it/i-soci-fivi/

Bufera elezioni nuovo Cda Fivi: «Attacchi personali, pressioni, clima da guerriglia»

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Fivi, Lorenzo Cesconi non si ricandida. E si nasconde


In un mondo del vino che ama guardarsi allo specchio e dirsi da solo quanto sia bello, Fivi ha imparato presto la lezione. Oltre a non ricandidarsi alle prossime elezioni, conscio di aver guidato il peggior triennio della storia della Federazione italiana vignaioli indipendenti – tra raffiche di dimissioni e cooptazioni – il presidente uscente Lorenzo Cesconi si rifiuta di rispondere alle domande di Winemag. Il tutto dopo essersi fatto inviare i quesiti. E averli giudicati troppo “scomodi”. In un primo momento, infatti, Cesconi aveva accettato di rilasciare un’intervista di fine mandato e sul futuro di Fivi, rimandandola da fine 2024 a inizio 2025. Per poi ingranare la quinta, in retromarcia. Nascondendosi in un silenzio che dice più di mille parole.

L’ufficio stampa Fivi, sollecitato diversi giorni dopo l’invio delle domande, ci ha fornito questa clamorosa scusa, via mail: «Mi dispiace, ho insistito molto per avere l’intervista, ma sono molto impegnati e avendo voi già scritto sul tema elezioni, non vogliono aggiungere altro». Tradotto: Lorenzo Cesconi parla solo con chi scrive quello che gli piace.

FIVI E IL SILENZIO DI LORENZO CESCONI: SERVE UN RITORNO ALLE ORIGINI

A metà febbraio, il Cda potrebbe essere rivoluzionato dalle elezioni 2025 (a questo link tutti i candidati, articolo che Cesconi ritiene evidentemente esaustivo per descrivere…il suo mandato!). Le urne consegneranno alla Federazione italiana vignaioli indipendenti un nuovo presidente e un nuovo consiglio direttivo. La speranza è che i vignaioli e le vignaiole facciano il loro dovere, per ridare alla Fivi non tanto la “purezza”, ma il senso e l’etica delle origini. A quel punto, la dignità di affrontare apertamente giornalisti scomodi, oltre ai tanti, soliti scribacchini, verrà da sé. Viva la (vera) Fivi.

Lorenzo Cesconi, quali obiettivi ha centrato nel corso del suo mandato da presidente Fivi?

Non rispondo.

Su quali ha lavorato, senza portarli a termine?

Non rispondo.

Perché non si ricandida? Aspira comunque a un ruolo nella Federazione italiana vignaioli indipendenti?

Non rispondo.

Il mandato è stato caratterizzato da non pochi turbamenti, all’interno del Cda. Quali sono le ragioni?

Non rispondo.

Cosa risponde a chi sostiene che Fivi faccia ormai poco sindacato e si occupi solo di “far cassa” con il Mercato?

Non rispondo.

La decisione di spostare il Mercato a Bologna sembra aver tolto un po’ di “magia” al Mercato. Piacenza non era più una soluzione praticabile solo per una questione di spazi, o ci sono altre ragioni?

Non rispondo.

A breve le nuove elezioni Fivi: ha idea di chi possa essere il suo successore? Voci di corridoio riferiscono di almeno una lista che intenda promuovere l’elezione della vignaiola Rita Babini a prossima presidente Fivi.

Non rispondo.

I Vignerons Indépendants francesi sembrano avere un approccio molto più pragmatico del vostro: per esempio hanno un e-commerce con oltre 3 mila vini disponibili in consegna in 48 ore. La cosa, in Italia, pare improponibile. Cosa determina questa e altre differenze tra la “casa madre” e la Federazione italiana?

Non rispondo.

L’idea francese di una serie di Mercati organizzati in diverse città chiave, sul modello dei Vignerons Indépendants, è replicabile in Italia?

Non rispondo.

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Elezioni Fivi 2025: i vignaioli candidati al nuovo Consiglio direttivo

In attesa delle elezioni Fivi 2025, spunta l’elenco delle vignaiole e dei vignaioli candidati al nuovo Consiglio direttivo Fivi. Le elezioni della Federazione italiana vignaioli indipendenti si terranno giovedì 13 febbraio 2025 alle 10.30, presso l’Autodromo internazionale Enzo e Dino Ferrari di Imola, in provincia di Bologna. Ventuno i candidati al Consiglio direttivo Fivi, che rimarrà in carica per il triennio 2025/2028. Quindici i posti disponibili. Ecco i nomi:

  • Stefan Vaja (Alto Adige / Südtirol)
  • Laura Pacelli (Calabria)
  • Fabio De Beaumont (Campania)
  • Rita Babini (Emilia Romagna)
  • Stefano Pizzamiglio (Emilia Romagna)
  • Ludovico Maria Botti (Lazio)
  • Valeria Radici (Lombardia)
  • Alessandro Starabba (Marche)
  • Gianluca Morino (Piemonte)
  • Luca Aimasso (Piemonte)
  • Camillo Favaro (Piemonte)
  • Pietro Monti (Piemonte)
  • Francesco Mazzone (Puglia)
  • Carmela Pupillo (Sicilia)
  • Ettore Ciancico (Toscana)
  • Clementina Balter (Trentino)
  • Ninive Pavese (Valle d’Aosta)
  • Désirée Pascon Bellese (Veneto)
  • Giovanni Mattia Ederle (Veneto)
  • Andrea Pieropan (Veneto)
  • Maurizio Favrel (Veneto)

LE ELEZIONI FIVI 2025: RIVOLUZIONE AI VERTICI PER MANCANTE RICANDIDATURE 

Al di là della mancata ricandidatura del presidente uscente, Lorenzo Cesconi (Trentino), salta all’occhio il quasi completo azzeramento dell’ultima gestione apicale di Fivi. Un triennio parecchio tormentato, che ha visto una lunga serie di dimissioni dal consiglio, cooptazioni e ribaltoni. Oltre alla massima carica, non si ricandidano neppure i vicepresidenti uscenti Diletta Cavalleri (Lombardia) e Luigi Maffini (Campania). Tra i vertici del precedente cda, confermata la ricandidatura di Rita Babini (Emilia Romagna), data da molti come aspirante al ruolo di futura presidente della Federazione. Quella che si preannuncia, insomma, è una rivoluzione ai vertici della Federazione italiana vignaioli indipendenti.

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Fivi e Vignaioli indipendenti europei contrari all’estirpo di vigneti nella Pac


Fivi
– parte integrante della Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti (CEVI) – si dice «contraria alla possibilità di inserire l’estirpo di vigneti tra le misure della prossima programmazione Pac». Una posizione tutt’altro che nuova quella espressa lunedì 16 dicembre, durante l’ultimo incontro del Gruppo di alto livello vitivinicolo dell’Ue. La Federazione italiana vignaioli indipendenti, insieme alla Confederazione europea, ritiene invece «strategico per il settore destinare i fondi a misure positive, che sostengano la redditività e la competitività delle imprese, non la loro dismissione».

FIVI CRITICA IN EUROPA SU ESTIRPO VIGNETI ED ENOTURISMO

Un altro «aspetto critico» sono le misure a favore dell’enoturismo. Fivi chiede a gran voce che «anche le aziende dei vignaioli possano accedere alla misura, perché sono proprio le aziende verticali quelle che garantiscono al consumatore un’esperienza completa, mostrando tutte le fasi del ciclo di produzione, dalla vigna alla bottiglia, e che possono educare a un consumo consapevole». La Federazione italiana vignaioli indipendenti ritiene, in definitiva, che «ci sia ancora molto lavoro da fare, ma la strada del confronto e del coinvolgimento della filiera è sicuramente quella giusta».

«Avevamo attese molto alte – sottolinea in una nota – e per il momento possiamo esprimere soddisfazione per i contenuti del documento condiviso dalla Commissione europea. In particolare apprezziamo che la Commissione intenda lavorare a un regime specifico di promozione per i piccoli produttori, su cui stiamo già elaborando una proposta concreta. Gli aspetti ancora da limare sono legati appunto all’estirpo dei vigneti nella Pac e alle misure in favore dell’enoturismo».

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Matilde Poggi (Cevi) all’Europa: «Solo così i vignaioli indipendenti sopravviveranno»


La Confederazione Europea dei Vignaioli Indipendenti (Cevi) – unica organizzazione che rappresenta e difende gli interessi dei viticoltori indipendenti a livello europeo, racchiudendo così anche l’italiana Fivi – ha partecipato alla prima riunione del “Gruppo di Alto Livello sul Vino” istituito dalla Commissione europea. Un’occasione utile per presentare la propria visione sul futuro della politica vitivinicola europea e sulla salvaguardia del modello dei Vignaioli Indipendenti. La presidente della Cevi, Matilde Poggi, ha sottolineato le caratteristiche uniche dei Vignaioli Indipendenti e le virtù di questo modello, profondamente radicato nel patrimonio delle regioni vinicole europee.

CEVI, L’INTERVENTO DI MATILDE POGGI

«La Cevi – ha dichiarato Matilde Poggi – accoglie con favore la prima riunione del Gruppo di alto livello e apprezza l’impegno del Commissario all’Agricoltura e della Commissione a sostenere il settore in quanto importante in termini sociali, economici, culturali e ambientali. È stata un’occasione per richiamare l’attenzione sulle esigenze delle aziende dei Vignaioli Indipendenti. In particolare, sull’importanza di sostenere le piccole aziende a conduzione familiare, attraverso una PAC dedicata con un budget che non deve essere diminuito, al fine di superare le numerose sfide che dobbiamo affrontare».

LE SFIDE DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI

I Vignaioli Indipendenti, ha sottolineato Poggi, coltivano le loro vigne e producono i loro vini sulla base di conoscenze tramandate da generazioni. Inoltre, vendono i loro vini direttamente ai consumatori, mantenendo così un forte legame con i loro clienti e con il loro territorio. L’ex presidente italiana della Federazione italiana vignaioli indipendenti ha sottolineato l’importanza di preservare e sostenere questo modello, che contribuisce alla vitalità dei territori europei sostenendo le comunità rurali, generando posti di lavoro non delocalizzabili, rivitalizzando le economie locali e svolgendo un ruolo importante nella gestione e nella conservazione dei paesaggi tradizionali delle regioni vinicole europee.

CEVI: I PUNTI CARDINE PER IL FUTURO DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI EUROPEI

Tuttavia, date le sfide che deve affrontare – tra cui l’instabilità della situazione economica e geopolitica internazionale, il calo del consumo di vino e le conseguenze dannose del cambiamento climatico – il settore vinicolo ha bisogno di nuove soluzioni. La Cevi ha quindi presentato le sue raccomandazioni, incentrate su tre priorità, per garantire che la futura politica vitivinicola europea consenta la conservazione e la crescita della viticoltura indipendente. In primis, «mantenere un quadro giuridico e politico ambizioso e più flessibile, garantendo in particolare la redditività economica delle micro, piccole e medie imprese di viticoltori indipendenti, riducendo i loro oneri amministrativi».

REDDITIVITÀ DELLA VITICOLTURA, CLIMA E MERCATI

Importante poi «sostenere il settore nel consolidamento della sua posizione nei mercati esistenti e nell’espansione in nuovi mercati, rafforzando la promozione dei vini europei e sostenendo l’enoturismo, nonché facilitando la loro commercializzazione all’interno e all’esterno dell’Unione Europea». Non ultimo, risulta fondamentale «assistere il settore vitivinicolo nell’affrontare le sfide del cambiamento climatico, migliorando i sistemi assicurativi e contribuendo al finanziamento di attrezzature per la protezione da eventi meteorologici estremi».

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Mercato Fivi 2024, ecco le date: elenco e posizione dei vignaioli a Bologna Fiere


Ufficiali le date del Mercato Fivi 2024, che si terrà a Bologna Fiere dal 23 al 25 novembre 2024. Per l’esattezza 1.007 vignaioli da tutta Italia animeranno la prossima edizione del Mercato dei Vini e dei Vignaioli Fivi.
Ospiti dell’edizione – la seconda a Bologna dopo le storiche edizioni a Piacenza Expo – i rappresentanti dei Vignaioli Indipendenti della Slovenia (noti come Neodvisni vinogradniki-vinarji o družinsko posestvo) e dei Vignaioli Indipendenti della Bulgaria. Insieme a loro, trentadue olivicoltori iscritti alla Federazione italiana Olivicoltori indipendenti (Fioi), per un «gemellaggio nel nome delle produzioni agricole di qualità, artigianali e di territorio». Qui lelenco dei vignaioli e la mappa degli espositori al Mercato Fivi 2024 di Bologna Fiere.

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Migliori assaggi Mercato Fivi 2022. Boom di visitatori: 18 mila in due giorni (nuovo record)


Il Mercato Fivi 2022 segna un nuovo record. Tra sabato 26 e domenica 27 novembre, 9 mila persone al giorno hanno varcato i cancelli di Expo Piacenza. Con 18 mila visitatori in due giorni, i vignaioli indipendenti pareggiano già i conti con l’edizione 2018, l’ultima distribuita su due soli giorni (il lunedì è stato aggiunto nel 2019).

Oggi, lunedì 27 novembre, è la giornata riservata ai professionisti del settore, dopo la ressa che ha reso per molte ore quasi invivibile la Fiera (in particolare il Padiglione 1). Il record assoluto di visitatori – al momento del Mercato Fivi 2021, con 20 mila visitatori – è destinato ad essere superato.

Ecco una guida ai migliori assaggi di winemag.it, utili a districarsi tra i circa 870 vignaioli presenti oggi a Piacenza, dalle ore 11 alle ore 17 in Località Le Mose, via Tirotti 11, Piacenza (scarica qui la mappa dei vignaioli del Mercato Fivi 2022).

BOLLICINE

  • Franciacorta Docg Brut 2015, Ronco Calino (Pad. 1, A 2)
  • Trento Doc 2019 Cuvée Dosaggio Zero, Tenuta Volpare (Pad 3, R 20)
  • Valdobbiadene Docg Extra Dry “(mio)deserto”, Bastia (Pad 2, O 24)
  • Vino bianco frizzante “Dieci Lune”, Vitivinicola Valla (Pad 1, B 27)
  • Provincia di Mantova Lambrusco Igt frizzante 2020 Biologico “Ciamballà”, Bugno Martino (Pad 1, C 98)
VINI BIANCHI E ROSATI
  • Piemonte Doc Sauvignon 2020 “Pian Craie”, Tenuta Il Falchetto (Pad 1, F 44)
  • Vigneti delle Dolomiti Igt Müller-Thurgau 2021, Michele Simoni (Pad 1, F 79)
  • Salento Igt Verdeca 2021 Biologico, Masciullo (Pad 1, A 4)
  • Colli Piacentini Doc Malvasia “21.01”, Vitivinicola Valla (Pad 1, B 27)
  • Cirò Doc Rosato Bio 2021, Vigneti Vumbaca (Pad 2, O 19)
VINI ROSSI
  • Nizza Docg Riserva 2017 “Bricco Rocche”, Tenuta Il Falchetto (Pad 1, F 44)
  • Barbagia Igt Rosso “Ishopu”, Antonio Mele (Pad 1, A 27)
  • Maremma Toscana Doc Rosso 2019 “Tesan”, La Biagiola (Pad 1, B 42)
  • Chianti Classico Docg Riserva 2019 Vigna Pomona L’Omino, Fattoria Pomona (Pad 3, T 23)
  • Barbera d’Asti Docg Superiore Nizza 2004 “Ru”, Erede di Chiappone Armando (Pad 3, R 18)
  • Carmignano Docg 2019, Terre a Mano (Pad 2, O 23)
  • Ciliegiolo Narni Igt 2019 “Ràmici”, Leonardo Bussoletti (Pad 2, N 20)
  • Cirò Doc Rosso Classico Superiore Riserva 2019, Vigneti Vumbaca (Pad 2, O 19)
VINI DOLCI
  • Vino Cotto Stravecchio di Loro Piceno 1964 Marca Occhio di Gallo, Cantina Tiberi David (Pad 3, T 4)

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Mercato Fivi 2022, è ancora record: 24 mila visitatori

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Gli Editoriali news news ed eventi

Fivi e la riforma dei Consorzi del vino: perché è il momento giusto con Meloni e Centinaio


EDITORIALE – Cosa c’entrano Giorgia Meloni e Gian Marco Centinaio con la riforma dei Consorzi del vino italiano e dei loro meccanismi di rappresentatività? Apparentemente nulla. In realtà, guardando all’esito delle ultime elezioni politiche, potrebbe essere arrivato il momento giusto per le aspettative della Federazione italiana vignaioli indipendenti. Per capire perché, occorre fare un passo indietro, al Mercato Fivi di Piacenza 2021.

In quell’occasione, Gian Marco Centinaio, in veste di Sottosegretario al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del Governo Draghi, fece visita ai vignaioli. Assicurando loro che «il problema della rappresentatività all’interno dei Consorzi di Tutela va affrontato al più presto. Perché troppo spesso pochi decidono per tanti. Serve un tavolo di confronto che coinvolga tutti gli attori della filiera».

Parole messe nero su bianco dall’allora ufficio stampa di Fivi (i veneti di Studio Cru, oggi non più in carica), che a winemag.it confermavano: «Centinaio ha visionato il comunicato prima dell’invio e ha detto che andava bene».

Per i vignaioli, la revisione dei criteri di rappresentatività nei Consorzi di tutela è «una priorità» e ha l’obiettivo di «dare voce a tutti gli attori». Secondo Fivi, «la normativa attualmente vigente (DM 232/2018, art. 8) stabilisce che i voti siano attribuiti in funzione della produzione vitivinicola dell’anno precedente, senza alcuna attenzione al numero di produttori».

CENTINAIO E L’INCONTRO PROMESSO AI VIGNAIOLI FIVI

Non è tutto. In occasione dell’incontro avvenuto al Mercato dei Vini 2021 di Piacenza Expo, domenica 28 novembre 2021, i vignaioli indipendenti hanno presentato al Sottosegretario Gian Marco Centinaio «un dossier d’intervento su alcuni aspetti ritenuti problematici per il lavoro quotidiano della categoria».

I temi principali su cui i Vignaioli hanno cercato il confronto, oltre alla rappresentatività all’interno dei Consorzi, sono stati la semplificazione burocratica e la legge per il contenimento del consumo del suolo agricolo.

«L’incontro con il Sottosegretario Gian Marco Centinaio qui al Mercato dei Vini è stato un importante momento di confronto, che ci auguriamo avrà presto riscontro concreto nell’apertura del tavolo auspicato dal Sottosegretario», commentava Matilde Poggi, allora presidente della Federazione italiana vignaioli indipendenti.

Un incontro che non è mai avvenuto ma che oggi, forse, è più semplice da immaginare rispetto al passato. Il Governo guidato da Giorgia Meloni vede la Lega, partito di Gian Marco Centinaio, tra i principali attori.

Lo stesso Centinaio è stato eletto vicepresidente del Senato della Repubblica, con Francesco Lollobrigida (Fratelli d’Italia) a ricoprire il ruolo di Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare (che fu di Centinaio nel Governo Conte).

FIVI, LE RICHIESTE AL GOVERNO MELONI E L’INVITO A LOLLOBRIGIDA

È proprio a Lollobrigida che il neo presidente Fivi, Lorenzo Cesconi, ha indirizzato nelle ultime ore una lettera contenente «un nuovo appello alla tutela dei piccoli produttori». Tra i punti salienti, proprio la revisione dei meccanismi di rappresentatività dei Consorzi del vino italiano.

«I criteri di voto al momento favoriscono i grandi gruppi e le cooperative sociali, a causa di un’interpretazione troppo ampia del “voto ponderale” e ad un uso spesso problematico delle deleghe. Fivi chiede dunque un intervento sul  decreto legislativo n. 232/2018, in particolare sull’art. 8 relativo alle modalità di voto, per rafforzare l’effettiva rappresentanza di tutti gli attori della filiera».

«I Vignaioli – si legge ancora sulla lettera indirizzata dalla Federazione al ministro Lollobrigida – rappresentano un modello che orienta la propria produzione verso la più alta qualità, nel pieno rispetto e nella completa espressione del territorio. È necessario che in tutti i Consorzi sia riconosciuta loro pari dignità».

Fivi chiude la sua lettera invitando il ministro Francesco Lollobrigida all’Assemblea della Federazione, che si svolgerà lunedì 28 novembre a Piacenza, durante il Mercato dei Vini dei Vignaioli indipendenti 2022.

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Enoturismo

Vignaioli da Stella Michelin: il Ristorante Gourmet Peter Brunel diventa “Punto d’affezione” Fivi

Il Ristorante Gourmet di Peter Brunel ad Arco (Trento), una Stella Michelin, è entrato nella rete dei Punti d’Affezione Fivi. È la prima volta che un ristorante stellato compie questa scelta, aggiungendosi alla lista di oltre 50 locali che hanno a cuore il lavoro dei Vignaioli indipendenti. Non solo ristoranti, dunque, ma anche enoteche, wine bar ed osterie.

Classe 1975, Brunel spicca nel panorama degli chef per la rara capacità di saper valorizzare le eccellenze territoriali attraverso aperture ad ispirazioni contemporanee ed internazionali. Quella nei confronti di Fivi è solo l’ultima.

PETER BRUNEL: «VIGNAIOLI E CUOCHI DEVONO PARLARSI»

«Ogni volta che incontro un vignaiolo e mi confronto con lui, entro nel vivo di un territorio e della sua storia – commenta Peter Brunel – ne comprendo gli aspetti più profondi, quelli che lo rendono unico e irripetibile. Cuochi e vignaioli hanno molto in comune, in questo senso: il nostro lavoro è come quello del traduttore, che prova a far capire a tanti una lingua non sempre comprensibile».

Sono in pochi a conoscere i misteri del suolo, il suo complesso rapporto con il mondo vegetale, la magia della fotosintesi, per non parlare dell’affascinante alchimia dei processi di fermentazione: sono conoscenze che rischiano di rimanere estranee ai più. Il vino, al contrario, lo possono capire tutti: è sufficiente un po’ di curiosità e di predisposizione d’animo».

Vale lo stesso per la cucina. «Ogni giorno – conclude lo chef del Ristorante Gourmet di Arco – proviamo a rendere semplice e intuibile ciò che in realtà è straordinariamente complicato. Per questo tra cuochi e Vignaioli dobbiamo parlare, confrontarci, conoscerci a vicenda. Abbiamo tanto da imparare gli uni dagli altri, e tanto ancora da raccontare».

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A novembre l’11° Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti a Piacenza

L’appuntamento per l’undicesima edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti è fissato per i prossimi 26, 27 e 28 novembre 2022 a Piacenza, grazie alla rinnovata collaborazione tra Fivi e Piacenza Expo.

Dopo il grande successo ottenuto nel 2021, con 20mila ingressi e più di 670 espositori, quest’anno il Mercato torna ed esplode registrando la partecipazione di oltre 850 Vignaioli provenienti da tutte le regioni italiane.

Per ospitare tutte le aziende iscritte al Mercato e il pubblico che da anni affolla la manifestazione, quest’anno saranno ben tre i padiglioni dedicati al vino, dove si potranno conoscere, assaggiare e acquistare migliaia di vini frutto del lavoro e della passione delle Vignaiole e dei Vignaioli Fivi.

Una tensostruttura dedicata accoglierà infine l’area della gastronomia, dove gli artigiani del cibo completeranno la rassegna con le loro proposte. Dopo il successo delle ultime due edizioni, viene confermata la giornata del lunedì, in aggiunta al tradizionale weekend, con un occhio di riguardo quindi per operatori e professionisti del settore.

A disegnare il manifesto dell’edizione il maestro Guido Scarabottolo, illustratore e grafico dalla personalità e dal tratto «che ben rispondono alla natura della Fivi».


11° Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti

Data: sabato 26, domenica 27 e lunedì 28 novembre 2022
Luogo: PiacenzaExpo – Via Tirotti, 11 – Piacenza
Orario di apertura al pubblico: sabato e domenica dalle 11.00 alle 19.00, lunedì dalle 11.00 alle 17.00
Parcheggio: gratuito
Acquisto biglietti sul portale Vivaticket
Ingresso giornaliero: in fiera € 30 (2 gg € 50); online € 25 (2 gg € 40) comprensivo di bicchiere.
Ingresso ridotto: € 20 per soci AIS – FIS – FISAR – ONAV – AIES – ASPI – ASSOSOMMELIER e SLOW FOOD (il socio deve mostrare tessera valida dell’anno in corso).
Info utili: 800 i carrelli disponibili per gli acquisti
Per info su riduzioni per gruppi: telefonare a 0523/602711 o scrivere a mercatodeivini@fivi.it
I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni.

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I vignaioli Luigi Maffini e Diletta Nember Cavalleri nuovi vicepresidenti Fivi

È terminata da pochi minuti a Roma la prima riunione del nuovo Cda di Fivi, che ha eletto vicepresidenti Luigi Maffini (Campania) e Diletta Nember Cavalleri (Lombardia). Saranno loro ad affiancare ai vertici della Federazione italiana vignaioli indipendenti il nuovo presidente Lorenzo Cesconi (Trentino).

Il Cda ha inoltre confermato nel ruolo di Segretaria Rita Babini. Per la vignaiola emiliana anche il ruolo di coordinatrice dei rapporti con Cevi, organismo di rappresentanza dei vignaioli europei.

Confermato nel nuovo Consiglio di amministrazione della Federazione italiana vignaioli indipendenti Walter Massa (Piemonte), da alcuni ritenuto papabile per la vicepresidenza e, ancor prima dell’esito delle elezioni, addirittura come potenziale presidente Fivi. Già stabilita la data della prossima riunione del Cda, che si terrà a Bologna il 21 marzo.

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Lorenzo Cesconi nuovo presidente della Federazione vignaioli Fivi


Lorenzo Cesconi
è il nuovo presidente di Fivi, Federazione italiana vignaioli indipendenti. Il vignaiolo del Trentino sarà quindi il successore di Matilde Poggi. L’assemblea dei soci, che si è riunita nel primo pomeriggio, ha dapprima eletto il nuovo Cda.

In ordine di preferenze: Babini Rita (Emilia Romagna) 442, Cesconi Lorenzo (Trentino) 416, Morella Gaetano (Puglia) 365, Botti Ludovico Maria (Lazio) 354, Maffini Luigi (Campania) 354, Ferraro Luca (Veneto) 335, Nember Diletta (Lombardia) 322.

IL NUOVO CONSIGLIO DEI VIGNAIOLI INDIPENDENTI

E ancora: Vaja Stefan (Alto Adige) 309, Pizzamiglio Stefano (Emili Romagna) 307, Beretta Paolo (Marche) 285, De Franco Francesco Maria (Calabria) 273, Pavese Esrmes (Valle d’Aosta) 256, Raspi Monica (Toscana) 175, Monti Pietro (Piemonte) 139, Massa Walter (Piemonte) 131.

Esclusi, invece, Picchioni Andrea (Lombardia) 113, Pieropan Andrea (Lombardia) 105, Natale Fino Simona (Puglia) 86, Corazza Cesare (Emilia Romagna) 78, Gaspari Celestino (Veneto) 71, Parma Davide (Liguria) 38.

Oltre alla nomina del nuovo consiglio e del nuovo presidente Fivi Lorenzo Cesconi, i soci della Federazione hanno approvato il rendiconto finanziario con oltre 550 voti favorevoli, 20 contrari e 2 astenuti. Presentato e approvato anche il bilancio preventivo 2022.

IL COMMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE FIVI LORENZO CESCONI

«Ringrazio i vignaioli e i consiglieri – sono le prime parole di Lorenzo Cesconi – che mi hanno dato fiducia e hanno scelto di affidarmi il ruolo di presidente di questa grande famiglia che è Fivi. Una famiglia che è cresciuta in numero di associati, siamo ormai quasi a 1400 soci, ma anche come autorevolezza.

Fivi è ormai riconosciuta sia a livello politico che sindacale come un interlocutore serio e affidabile. Credo nei valori che il concetto di Vignaiolo esprime: lavorare nel e per il territorio, applicando la stessa filosofia, legata ai valori della terra, dal vigneto alla cantina fino alla vendita».

«Il mio impegno come presidente – conclude Lorenzo Cesconi – è di continuare il lavoro di chi mi ha preceduto, Costantino Charrere e Matilde Poggi. Conto sull’aiuto di tutti per farlo al meglio perché Fivi è fatta di braccia, tante braccia e teste che lavorano per raccogliere i frutti che ci dona la terra».

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Iscrizione alla Fivi: via libera all’acquisto di uve da parte dei vignaioli?

Dalle aziende verticali a quelle “oblique”, il passo è breve nella Fivi. Secondo quanto appreso in anteprima da WineMag.it, in occasione dell’assemblea di inizio luglio 2021 i soci della Vignaioli indipendenti dovranno decidere se dare il via libera alla possibilità di acquisto delle uve per un massimo del 30%.

Un’opzione al momento non prevista tra le condizioni valide per l’iscrizione alla Fivi. La Federazione raccoglie infatti solo aziende che curano direttamente tutte le fasi, dalla produzione delle uve all’imbottigliamento.

Al voto ci sarà proprio la modifica del regolamento, che consentirebbe al vignaiolo di poter «attingere a prodotti non aziendali, solo in normati casi estremi ed eccezionali». Una proposta che fa già discutere.

LA MODIFICA AL REGOLAMENTO FIVI

È l’articolo 3 del nuovo regolamento a chiarire «condizioni e limiti per gli acquisti di uva e vino». «Fivi non ritiene (più, ndr) sufficiente applicare il solo principio di prevalenza quale limite di acquisto previsto dalla legislazione agraria vigente».

Pertanto – si legge ancora sul documento – si indica nel 30% riferito al totale di uva vinificata o di vino prodotto, rispettivamente, il massimo di acquisto consentito al Vignaiolo Fivi nel caso sussista una più delle cause di giustificazione specificate di seguito».

Il vignaiolo Fivi «acquista solo in presenza di cause di giustificazione che consistono in condizioni di
eccezionalità e straordinarietà, determinate da eventi atmosferici calamitosi, eventi crittogamici calamitosi».

O, ancora, in caso di «peculiari realtà territoriali consistenti in tessuti produttivi fortemente parcellizzati per ragioni ambientali e storiche (viticoltura estrema ed eroica)». Infine, in caso di «gravi incidenti occorsi successivamente alla raccolta delle uve». O di «vigneti estirpati in attesa che i nuovi entrino in produzione».

«NO ALL’ACQUISTO DI UVE DI CARATTERE COMMERCIALE»

Tra le specifiche del nuovo regolamento Fivi sull’acquisto delle uve da parte dei vignaioli, si precisa che «non costituiscono causa di giustificazione le motivazioni di puro carattere commerciale».

La Fivi può disporre in qualsiasi momento controlli volti a verificare se il vignaiolo socio acquisti, se lo faccia esclusivamente in presenza di una o più della cause di giustificazione».

«Le uve o il vino eventualmente acquistati – si legge ancora – dovranno comunque provenire da territori limitrofi, preferibilmente da altri vignaioli. E comunque in coerenza con la gamma dei vini e le denominazioni abitualmente prodotte dall’azienda acquirente e nel territorio in cui essa si colloca».

Inoltre, «gli acquisti di uve o vino da famigliari, qualora dipendano da divisioni ereditarie, non rientrano nel calcolo del 30%». Ultimo dettaglio non banale, in caso di approvazione del nuovo regolamento: «Il Consiglio direttivo della Fivi può valutare ulteriori circostanze e necessità determinate da eventi eccezionali».

GLI ALTRI REQUISITI PER DIVENTARE SOCIO FIVI

Possono presentare domanda di ammissione alla Fivi gli imprenditori agricoli individuali e società di persone (S.S., S.n.c. o S.a.s.) nonché le S.r.l. Sono invece escluse le società di capitale S.P.A. e qualsiasi società che trai propri soci abbia altre società. Emblematico il caso Pievalta, esclusa in quanto partecipata da Barone Pizzini, azienda leader del biologico in Franciacorta.

Via libera all’iscrizione alla Fivi alle società cooperative agricole che siano aziende verticali, con un numero di soci compreso fra un minimo di tre ed un massimo di nove. Il titolare dell’azienda individuale deve essere un imprenditore agricolo a titolo principale (I.A.P.).

Nel caso di società, almeno il 51 % delle quote di proprietà deve essere detenuta da (I.A.P.). Sono ammessi nel conteggio del 51 % i soci familiari del titolare IAP, entro il quarto grado, anche quando essi non siano IAP.

Nel caso l’azienda cambi forma societaria dovrà darne immediata comunicazione all’Associazione. E dimostrare, inoltre, di aver mantenuto tutti i requisiti richiesti per essere socio della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti.

Nel caso in cui muti la proprietà o la titolarità dell’azienda, il nuovo proprietario o titolare dovrà darne
immediata comunicazione alla Fivi. Obbligatoria, in questa eventualità, una nuova richiesta di ammissione.

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Direttivo Fivi, no all’e-commerce Mercato dei Vignaioli. Invito ai soci: «Non aderite»

Un invito a boicottare l’e-commerce Mercato dei Vignaioli, iniziativa che «sfrutta il nome della Fivi» e dell’ormai celeberrimo “Mercato” per fini non condivisi dalla Federazione italiana vignaioli indipendenti. È l’ultima mossa del Direttivo Fivi, che disconosce l’iniziativa di alcuni soci prima di passare – non è affatto escluso – alle vie legali.

Dopo aver tentato un dialogo bonario con i promotori, ovvero con l’Associazione Temporanea di Scopo no-profit di cui è capofila l’Associazione Vignaioli Toscani Indipendenti (VTI), l’entourage guidato da Matilde Poggi ha diramato una comunicazione interna dai toni piuttosto duri, che potrebbe addirittura sfociare in un’azione legale.

Se pensate che non sia giusto sfruttare un bene comune per un interesse privato, se pensate che non sia corretto usare l’identità della Fivi in modo ambiguo e strumentale, se pensate che essere soci Fivi significhi lavorare per unire e non per dividere – scrive il Direttivo Fivi a tutti i soci – non aderite al progetto e chiedete la cancellazione dalla newsletter».

«Rimaniamo convinti che non sia interesse di nessuno portare la questione in altre sedi – si legge ancora – danneggiando l’unità, l’immagine e l’identità della nostra associazione, che va invece difesa e tutelata da tutti i suoi soci. Perché la Fivi è di tutti e nessuno può farne ciò che vuole».

In più occasioni, tra le quali l’Assemblea di luglio 2020, la direzione ha chiesto ai promotori di «modificare il nome del portale, eliminando immediatamente ogni riferimento, sia nel nome del sito sia nel dominio dello stesso, a termini che sono riconducibili a Fivi e, nello specifico, “vignaioli indipendenti” e “Mercato dei vini”».

Queste parole sono di fatto «marchi collettivi registrati a livello europeo e, di conseguenza, patrimonio di tutti i soci della Fivi». Inutilizzabili, dunque, senza l’avallo ufficiale della Federazione.

Questa volontà di confronto – scrive il Direttivo ai soci – non ha portato a risultati, purtroppo, se non all’eliminazione del termine “indipendenti” dal sito. Ma ancora oggi i promotori di questo e-commerce si rivolgono ai soci della Fivi con comunicazioni fuorvianti, e ai consumatori sfruttando un patrimonio collettivo (il nome “Mercato dei Vignaioli”) che abbiamo, tutti insieme, costruito con fatica».

«L’identità della nostra associazione – continua il management Fivi – è un bene prezioso costruito in oltre dieci anni di sforzi e passione. I progetti che sfruttano quest’identità a proprio uso creano confusione e danneggiano ogni singolo Vignaiolo Fivi».

Sempre secondo il Direttivo, «tante lamentele continuano ad arrivare da parte di intere delegazioni o di singoli soci» a riguardo del Mercato dei Vignaioli. Motivo, questo, che ha spinto «ancora una volta a un tentativo di chiarezza nei confronti di un portale che viene costantemente scambiato per un’iniziativa Fivi, creando confusione e facendo infuriare molti soci, che si sentono in qualche modo presi in giro».

«Lo diciamo chiaramente – avverte ancora il Direttivo – se i promotori fossero stati soggetti esterni all’associazione, quando questo progetto è stato reso pubblico non avremmo perso un minuto a comunicare a tutti i soci “Attenzione, non aderite, ci stanno rubando l’identità“».

IL PROGETTO
Dal 2 luglio 2020, data della messa online del portale, ha aderito al Mercato Virtuale circa il 10% dei 1.300 vignaioli Fivi. Un’iniziativa di cui Fivi era a conoscenza sin dal febbraio 2020.

Secondo quanto rivelato il 9 luglio a WineMag.it da Gregorio Galli, tesoriere dell’Associazione Vignaioli toscani, il Direttivo avrebbe deciso di non promuovere ufficialmente l’e-commerce, ritenendolo un progetto poco strategico.

Matilde Poggi in persona era informata sin dal mese di febbraio 2020 – sottolineava Galli – ovvero da quando, in pieno lockdown da Coronavirus, noi vignaioli toscani abbiamo proposto a Fivi di aprire un e-commerce, sull’esempio dei nostri cugini francesi e di quello, già funzionante, dei vignaioli trevigiani».

Grazie alla tecnologia Stripe, il Mercato virtuale funge esclusivamente da luogo d’incontro tra consumatori e vignaioli. Senza transito di soldi o bottiglie. L’ordine del cliente arriva direttamente alla cantina e, in contemporanea, attiva lo spedizioniere per la consegna a domicilio.

Particolare attenzione è stata riservata alla politica dei prezzi dei vini presenti sull’e-commerce. «Abbiamo discusso molto su questo – confermava Galli nella stessa intervista a WineMag.it – con l’obiettivo di non creare problemi all’Horeca e alla distribuzione in generale». Perché “no”, dunque, ad un e-commerce di Fivi? La risposta del Direttivo potrebbe arrivare nelle prossime ore.

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Dopo Coldiretti anche Fivi con Vinarius: «Vignaioli penalizzati da Dpcm enoteche»

Seppure in ritardo di ben 12 giorni e dopo Coldiretti, anche Fivi si schiera con Vinarius nella battaglia al Dpcm 16 gennaio 2021, che vieta l’asporto di vino dalle enoteche dopo le 18, a differenza di quanto invece può avvenire nei supermercati e nei negozi dove la vendita di vino e alcolici non è l’attività principale (gastronomie, macellerie).

«I Vignaioli –  spiega Matilede Poggi, presidente della Federazione italiana vignaioli indipendenti – come molte altri operatori del settore Horeca e di altre categorie, sono stati pesantemente indeboliti dai mesi di chiusura forzata e dalle norme sull’asporto e sugli orari di apertura di enoteche e ristoranti».

Enoteche “a secco” dalle 18, Coldiretti con Vinarius: «Dpcm discriminatorio»

«Le nuove decisioni del Governo – contina la massima esponente di Fivi – stanno portando pesanti conseguenze su tutta la filiera. Le misure intraprese finora sono per lo più adatte alla grande industria, e dimenticano l’esercito di piccoli produttori artigiani del vino che, con il settore della ristorazione chiuso, ha sofferto più degli industriali che hanno una clientela più diversificata».

La presidente della Federazione Vignaioli indipedenti conclude: «Ribadiamo la necessità di permettere a tutti di riaprire le attività per lavorare in sicurezza, rispettando le regole, e auspichiamo maggiori controlli per garantire che queste vengano rispettate».

Con ristoranti ed enoteche chiusi, Fivi ribadisce dunque la difficoltà in cui versa tutta la filiera e si unisce all’appello di Andrea Terraneo, presidente di Vinarius, che ha denunciato l’anomalia e chiesto spiegazioni al Governo anche grazie all’interrogazione parlamentare, presentata dall’onorevole Andrea Dara in data 20 gennaio alla Camera.

Resta in silenzio, invece, la quasi totalità dei Consorzi del vino italiano. Accanto all’ente di tutela del Brunello di Montalcuno e dei vini dei Colli Euganei si sono schierati, di recente, anche Asolo Montello e Consorzio del Chieretto e del Bardolino.

Dalle 18 il vino si compra in macelleria ma non in enoteca. E i Consorzi? Muti

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Mercato Fivi 2020, oggi le iscrizioni dei vignaioli dopo il flop del 22 luglio

Tra le mille incertezze del 2020 del vino italiano, c’è anche quella sull’effettivo svolgimento del Mercato Fivi 2020 di Piacenza Expo, in programma – Coronavirus permettendo – da sabato 28 novembre a lunedì 30 novembre. Alle ore 9.00 odierne, 28 luglio 2020, si aprono per la seconda volta le iscrizioni dei vignaioli all’evento clou degli “Indipendenti“.

I posti a disposizione sono “circa 640”, come annuncia testualmente il management Fivi, rispondendo alle decine di domande e reclami giunti dopo il clamoroso flop della prima sessione di iscrizioni alla X edizione del Mercato piacentino, il 22 luglio 2020.

“Se la situazione dovesse cambiare nei prossimi tempi e non ci fossero più le condizioni, il Mercato non si farà, fermo restando che le quote versate dai Vignaioli verranno restituite – precisa Fivi in una mail inviata ai soci – ma per ora andiamo avanti con l’organizzazione impegnandoci a prevedere tutto quanto riportato nel protocollo Covid-19“.

Dal canto suo, Piacenza Expo sta adottando i protocolli e le misure previste dalle linee guida della Conferenza delle Regioni e dal Dpcm del 14/07/20, che disciplinano l’organizzazione di fiere e congressi nei quartieri fieristici.

“Precisiamo che la situazione è in completo divenire – continua la direzione Fivi – in funzione dell’andamento epidemiologico”. In ogni caso, quello del 2020 sarà un Mercato di Piacenza sui generis.

Tra le novità, come previsto dalle normative anti Coronavirus, la differenziazione degli accessi in entrata e in uscita; la promozione ‘prenotazione online della visita‘ da parte dei visitatori; l’accesso contingento nelle aree comuni; la segnaletica orizzontale per favorire il distanziamento sociale.

E ancora: la presenza di personale a presidio dell’osservanza delle disposizioni in vigore; l’intensificazione delle pulizie e dell’ igienizzazione degli spazi comuni e dei servizi igienici; l’obbligatorietà dell’accesso al padiglione con mascherina; la possibilità di effettuare le degustazioni attraverso il mantenimento del distanziamento sociale.

“Di pari passo agli adeguamenti normativi – conclude Fivi nell’ultima comunicazione inviata agli iscritti – sta partendo, come sempre, la campagna di comunicazione quest’anno potenziata, rivolta a Italia ed Europa nell’ottica di mantenere e migliorare la qualità dei visitatori e degli operatori del settore”.

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Iscrizioni al Mercato Fivi Piacenza 2020 sold out in un’ora: sito web ufficiale in tilt

Nuovo record per i Vignaioli indipendenti. I tentativi di iscrizione al Mercato Fivi di Piacenza 2020 da parte di centinaia di vigneron stanno mandando in tilt il sito web ufficiale della Federazione. Si prospetta il sold out nel giro di un’ora dall’apertura dei “cancelli”, avvenuta questa mattina alle ore 9.

Ancor meglio di quanto accaduto nel 2019, quando le 622 postazioni messe a disposizione a Piacenza Expo furono assegnate in 10 ore. Spazzato via nel giro di 60 minuti, dunque, lo scetticismo di una parte della “base” Fivi, che avrebbe preferito rimandare al 2021 l’edizione numero 10 del Mercato di Piacenza.


AGGIORNAMENTO

Fivi, annullate le iscrizioni al 10° Mercato dei Vini di Piacenza 2020: tutto da rifare


Le date sono state invece confermate (28-30 novembre, Piacenza Expo) e Matilde Poggi ha ribadito l’importanza della scelta: “Con la conferma del Mercato – ha sottolineato la presidente Fivi- i Vignaioli Indipendenti vogliono ritrovare il piacere dello stare insieme, ma anche mandare un messaggio forte per la ripartenza del settore vitivinicolo e non solo, dopo il lockdown e le restrizioni dovute al Covid-19“.

Grazie a un giorno in più di kermesse – tre al posto dei consueti due – il Mercato dei Vini dei Vignaioli Fivi 2019 (qui i migliori assaggi), ha segnato a sua volta il nuovo record di ingressi: 22.500 persone. Nel 2018 erano state 18.500, mentre nel 2017 15 mila. Cresce dunque l’attesa per la risposta del pubblico all’edizione 2020.

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Fivi e il “Mercato virtuale”: bufera sull’e-commerce di vino dei vignaioli toscani

Nuova bufera nella Fivi. Questa volta è l’e-commerce di vino attivato il 2 luglio da alcuni vignaioli toscani ad agitare la Federazione italiana vignaioli indipendenti, già scossa dalle incognite sul Mercato di Piacenza 2020 e dalle evidenti pressioni della costola denominata “Rete Vignaioli“, durante il lockdown da Coronavirus.

A poche ore dalla messa online del “Mercato virtuale“, a cui hanno aderito un centinaio di vignaioli da tutta Italia – quasi il 10% dei 1.300 soci Fivi – il Consiglio direttivo della Federazione ha diramato una mail volta a stroncare sul nascere il nuovo portale:

Cari vignaioli, molti di noi hanno ricevuto in questi giorni una mail avente per oggetto ‘Presentazione de ‘I vini dei vignaioli indipendenti’. Si riferisce ad un sito e-commerce di vino promosso in maniera autonoma da un gruppo di vignaioli Fivi.

In seguito alle numerose richieste di chiarimento ricevute in queste ore da soci Fivi, giornalisti e consumatori, vogliamo con la presente ribadire che non si tratta in alcun modo di un’iniziativa Fivi e che il Consiglio direttivo non era assolutamente stato informato”.

È proprio su questa ultima frase che si concentra il nodo della querelle. Secondo quanto rivela a WineMag.it Gregorio Galli (nella foto sopra) tesoriere dell’associazione vignaioli toscani, il Direttivo Fivi era informato dell’iniziativa sin dagli esordi, ma ha deciso di non promuoverla ufficialmente, ritenendola poco strategica.

“Matilde Poggi in persona è informata su questo progetto sin dal mese di febbraio 2020 – sottolinea Galli – ovvero da quanto, in pieno lockdown da Coronavirus, noi vignaioli toscani abbiamo proposto a Fivi di aprire un e-commerce, sull’esempio dei nostri cugini francesi e di quello, già funzionante, dei vignaioli trevigiani“.

Del resto, con Matilde, siamo amici da tanto tempo. Andremo dunque avanti con il nostro progetto, consci di aver creato qualcosa che non ha altro intento se non quello di offrire un servizio in più ai vignaioli indipendenti. Ci chiediamo, però, perché l’e-commerce dei vignaioli trevigiani non viene criticato e il nostro sì?”.

D’altro canto, il “Mercato virtuale” promosso dall’associazione vignaioli toscani, “non presenta alcun riferimento a Fivi, né a marchi o loghi registrati”: “Se qualcuno ha dubbi li esprima – chiosa il tesoriere Gregorio Galli – con la consapevolezza che si tratta di qualcosa di ben noto al Direttivo Fivi, sin dalla sua fase embrionale”.

Affermazioni che Fivi non conferma. “Nulla da dichiarare, in quanto la questione è già stata chiarita internamente durante l’assemblea di oggi” (ieri, ndr) è la risposta dell’ufficio stampa della Federazione, interrogato sull’argomento da WineMag.it. Una riunione animata in gran parte dal tema “Mercato virtuale”, in cui Fivi ha annunciato un avanzo positivo di 200 mila euro. Un tesoretto sottochiave, in banca.

Intanto, l’e-commerce di “vino indipendente” continua a crescere e a convincere sempre più vignaioli in tutta Italia. Il costo dell’adesione, riservata agli associati Fivi, è di 80 euro: “Denaro che sarà interamente reinvestito in promozione, con le casse dell’associazione di scopo che dovranno essere a zero, a fine esercizio annuale”.

“Visto il no del Direttivo Fivi al progetto – spiega Gregorio Galli – abbiamo appunto deciso di attingere in toto alle casse dei vignaioli toscani per aprire una Associazione temporanea di scopo, utile a mettere in piedi una struttura digitale leggera, funzionale alle nostre esigenze più immediate”.

Grazie alla tecnologia Stripe, il “Mercato virtuale”, funge esclusivamente da luogo d’incontro tra consumatori e vignaioli. Senza transito di soldi o bottiglie. L’ordine del cliente arriva direttamente alla cantina e, in contemporanea, attiva lo spedizioniere per la consegna a domicilio, dalla provincia di Arezzo.

Particolare attenzione è stata riservata alla politica dei prezzi dei vini presenti sull’e-commerce. “Abbiamo discusso molto di questo – ammette Galli – con l’obiettivo di non creare problemi da un lato all’Horeca, dall’altro alle aziende che si occupano già della distribuzione dei nostri vini”.

L’invito ai vignaioli è di proporre prezzi generalmente più alti di quelli praticati in cantina o al Mercato di Piacenza, prendendo come riferimento quelli dello scaffale delle enoteche dove sono già presenti le etichette. Il portale si rivolge al cliente finale e non vuole minare i rapporti pregressi delle aziende”.

Sul “Mercato virtuale” si troverà dunque “il prezzo giusto” di ogni vino, lasciando però “margini di manovra per l’applicazione di sconti a discrezione del singolo vignaiolo”. I promotori hanno preparato un prospetto, con “calcoli utili a non scendere sotto a una determinata soglia”. Tutto, insomma, per evitare il secondo boomerang.

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Prosecco Doc Rosé, nuovo no dei vignaioli trevigiani: “Non fa parte della nostra storia”

“In amore e in guerra tutto è lecito, anche nel business evidentemente, ma la nostra è un’anima contadina forse eccessivamente conservatrice e poco avvezza ai cambiamenti repentini. Sta di fatto che pensare ad un Prosecco Rosè proprio non ce la facciamo”. I vignaioli indipendenti trevigiani ribadiscono così la propria contrarietà al matrimonio tra Glera e Pinot Nero, che darà presto vita ai primi 20 milioni di bottiglie di Prosecco Doc Rosé.

La nuova tipologia, dopo il via libera del Comitato Nazionale Vini del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali alla modifica del disciplinare della Doc Prosecco, andrà a rimpinguare i 460 milioni di bottiglie già raggiunti dalla Denominazione.

Noi vignaioli avevamo già preso le distanze da questa proposta – commentano i Fivi di Treviso – manifestando il nostro dissenso. La scelta, di natura strategica commerciale, si basa su leve comunicative come ‘Prosecco’ e ‘Rosé’, che unite rappresentano il nuovo prodotto pronto a colmare il vuoto commerciale soprattutto nei mercati internazionali, nel mercato delle richiestissime bollicine venete”.

“Il Prosecco – continuano i vignaioli trevigiani – ha una sua natura e una sua storia, è un vino ottenuto da un’uva che fino a qualche anno fa si chiamava uva Prosecco e che poi la normativa ha cambiato in Glera ma poco importa, quella è l’uva e gli aromi e la struttura che si genera e quella con l’unica variabile conferita dal suolo“.

Ai Fivi di Treviso “poco importa se esista in qualche impolverato librone il fatto che tra queste terre qualcuno avesse piantato qualche filare di Pinot Nero, non saranno certo quelle due righe a creare la storicità. C’è bisogno di un appiglio storico? Bene ma non è la nostra di storia. Rimaniamo nel nostro no”.

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Coronavirus, Fivi rumors: salta il Mercato 2020 dei Vini dei Vignaioli di Piacenza?

Il Mercato dei Vini dei Vignaioli indipendenti Fivi di Piacenza 2020 potrebbe essere l’ultima vittima illustre di Coronavirus, tra le manifestazioni a carattere enologico. Il direttivo della Federazione italiana vignaioli indipendenti sta infatti valutando l’ipotesi di organizzare una “fiera virtuale”, al posto della X edizione all’Expo di via Tirotti (28-30 novembre).

Una soluzione alternativa a una kermesse che, di anno in anno, straccia i record di presenze. Ben 22.500 gli ingressi, tra professionisti e winelovers, alla tre giorni del Mercato di Piacenza 2019 (23-25 novembre), con un giorno in più a disposizione dei vignaioli per far esibire i loro gioielli artigianali (qui i migliori assaggi). Nel 2018 erano stati 18.500 gli accessi, mentre nel 2017 15 mila.

A contribuire alla ricerca di una soluzione alternativa sarebbero soprattutto i numeri relativi ai contagi registrati in Emilia Romagna, al terzo posto in Italia tra le regioni più colpite dalla pandemia Coronavirus, al terzo posto dopo Lombardia e Piemonte.

Quanto alla maggiore delle fiere del vino italiano annullate, Vinitaly 2020, i soci Fivi sono ancora in attesa di una risposta da parte di Veronafiere per la restituzione delle quote. Dopo la richiesta ufficiale di annullare l’edizione della fiera di Verona, presentata l’11 marzo 2020, la Federazione italiana vignaioli indipendenti ha aperto il dialogo con il Cda del gruppo veronese.

La richiesta è quella di restituzione delle quote a saldo già versate dai soci che avrebbero partecipato alla collettiva Fivi di Vinitaly 2020, mentre l’acconto potrà essere trattenuto per l’edizione 2021. Al silenzio di Veronafiere, la Federazione italiana vignaioli indipendenti ha risposto inoltrando nuovamente la lettera, il 22 aprile scorso.

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Romagna Doc: Fivi dice no al nuovo spumante bianco e rosé

“Più tutela del territorio e delle tradizioni e meno desiderio di inseguire le mode”. È questo che chiedono le aziende aderenti alla delegazione FIVI della Romagna, che hanno scritto all’Assessorato all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna per esprimere le proprie perplessità sulla proposta di introdurre le tipologie Romagna DOC Spumante bianco e Romagna DOC Spumante Rosé nel disciplinare della DOC.

Secondo FIVI Romagna il panorama delle DOC regionali è infatti già troppo ampio, e le recenti esperienze in altre zone hanno dimostrato come il proliferare di nuove denominazioni non aiuti in alcun modo il consumatore, ma crei piuttosto confusione e faccia nascere dubbi sulla valenza di queste stesse istituzioni.

Inoltre i disciplinari delle DOC sono nati per tutelare il patrimonio ampelografico regionale e per salvaguardare il modo di fare vino di quel territorio. La proposta di modifica sembra essere invece in questo caso un tentativo di inseguire le mode di tendenza, quasi a voler ridurre il disciplinare a mero strumento di marketing.

“Probabilmente la moda delle bollicine ha fatto gola ai grandi imbottigliatori della nostra regione – sottolinea Rita Babini, delegata di FIVI Romagna – che sperano di sfruttare il momento d’oro del Prosecco e di creare facili profitti. A nostro avviso invece questa proposta denota solo l’incapacità di dare valore alle produzioni storiche regionali, quali trebbiano, albana e sangiovese”.

“A nostro avviso – prosegue Babini – avrebbe maggior senso considerare eventuali modifiche in seno alla DOC Trebbiano, dove sono già presenti le versioni Spumante e Frizzante, valorizzando un vitigno che risulta senza dubbio vocato a questi metodi di vinificazione”.

La questione fa emergere ancora una volta il problema del voto nei Consorzi per cui la FIVI chiede da lungo tempo che si proceda ad una modifica. La richiesta è di rivedere il meccanismo di attribuzione dei voti all’interno dei Consorzi di Tutela, in modo da dare più spazio ai Vignaioli, evitando il dominio delle cooperative di primo e secondo grado nei Consorzi più importanti.

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Agea, passo indietro sulla dichiarazione di giacenza. Fivi (e Coldiretti) cantano vittoria

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che Agea coordinamento ha adottato, in accordo con Mipaaf e Icqrf, “una circolare integrativa per esonerare dalla presentazione della dichiarazioni di giacenza i produttori vitivinicoli obbligati alla tenuta dei registri di cantina telematici”.

In particolare la circolare prevede che “la dichiarazione da inviare sul portale Agea è considerata direttamente assolta se le imprese vitivinicole hanno effettuato la chiusura telematica del registro di cantina entro l’11 settembre 2017”.

E’ stata dunque accolta l’istanza di Fivi, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. Agea otterrà il dato direttamente dal database del Sian, evitando così un inutile doppione. Fivi in una comunicazione ufficiale del mese di agosto indirizzata ad Agea, aveva minacciato “disobbedienza civile nel caso in cui non fossero state accolte le proprie richieste”.

“Siamo molto soddisfatti di questo risultato – dichiara Matilde Poggi, presidente Fivi – e siamo grati al direttore di Agea per aver voluto accogliere le nostre richieste. Ci tengo a sottolineare che questa è una vera semplificazione che va a vantaggio di tutti i produttori di vino italiani, piccoli, medi e grandi”.

“Stupisce vedere come Fivi, che rappresenta i piccoli vignaioli indipendenti, sia stata l’unica ad avere il coraggio di muoversi in questo senso. Nessun’altra associazione di categoria – chiosa Poggi – ha ritenuto opportuno alzare la voce per chiedere di cancellare questo adempimento ormai inutile visto il passaggio al sistema telematico di tenuta dei registri”.

In realtà anche Coldiretti canta vittoria. “In coerenza con la battaglia per la semplificazione messa in campo nella definizione della Legge 238 /2016 sul vino – si legge in una nota della confederazione nazionale coltivatori diretti – Coldiretti continuerà a sollecitare il Mipaaf affinché si acceleri l’iter di definizione di importanti decreti applicativi del Testo unico senza perdere di vista le aspettative di effettiva semplificazione dei produttori”.

“Il prossimo obbiettivo – aggiunge Coldiretti – è rappresentato dalle dichiarazioni di raccolta e produzione vino da presentarsi entro il 15 dicembre per le quali ci si attende analoghe disposizioni per semplificare o eliminare l’adempimento in presenza del registro di cantina telematico”.

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Analisi e Tendenze Vino news

Il mercato dei vini Fivi torna a Piacenza: ecco i dettagli

Sabato 25 e domenica 26 novembre 2017 torna a Piacenza il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti. L’appuntamento organizzato dalla FIVI in collaborazione con Piacenza Expo giunge quest’anno alla settima edizione e si preannuncia fin da ora come uno degli appuntamenti caldi dell’autunno enologico.

”Non abbiamo ancora aperto ufficialmente le iscrizioni per il Mercato, che ci troviamo già sommersi dalle richieste dei vignaioli per partecipare, sottolinea Leonildo Pieropan, vignaiolo in Soave e consigliere FIVI che ha da poco rinunciato alla carica di vicepresidente (per raggiunti limiti d’età, scherza lui) lasciando il posto a Gaetano Morella, vignaiolo in Puglia.

Quest’anno potremo arrivare addirittura a 500 postazioni, limite massimo che ci siamo imposti, anche se questo potrebbe non accontentare tutti. Il successo dell’edizione 2016 ha messo in luce il grande valore di questa manifestazione e ha dimostrato al pubblico che qui non si scoprono solo vini, ma soprattutto storie e persone. E poi il Mercato della FIVI è l’unico dove trovi 500 carrelli da riempire di bottiglie”.

L’immagine della locandina di quest’anno è stata realizzata dall’illustratrice vicentina Carla Manea e vuol rappresentare il legame imprescindibile che c’è tra uomo, lavoro e natura.

”Attraverso la mia illustrazione volevo trasmettere quella sana lentezza, la bellezza e la pace che ti colpiscono e ti sorprendono quando guidando in macchina attraversi colli e vigneti. Il borgo sullo sfondo vuole essere metafora di storie di vita, delle persone e del loro lavoro. Volevo inoltre che emergesse – prosegue l’artista – l’intima fusione che c’è tra il vignaiolo (in questo caso una figura femminile) e l’ambiente circostante. Ho rappresentato questa forma umana come una silhouette bianca dove chiunque possa riconoscersi”.


Mercato dei vini in breve
Quando: sabato 25 e domenica 26 novembre 2017
Dove: PiacenzaExpo
Orario di apertura al pubblico: dalle 11.00 alle 19.00
Ingresso: € 15.00 comprensivo di bicchiere per degustazioni
Ingresso ridotto: € 10.00 per soci AIS – FIS – FISAR – ONAV e SLOW FOOD (il socio deve mostrare tessera valida dell’anno in corso) e possessori del biglietto della manifestazione MareDivino 2017
Parcheggio: gratuito
Info utili: 500 i carrelli disponibili per gli acquisti
I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni.

CHI E’ LA FIVI
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI) è un’associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla FIVI solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: “Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto.

Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta”.
Attualmente sono poco più di 1100 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 11.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola.

Quasi 80 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale si avvicina a 0,7 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 280 milioni di euro. Gli 11.000 ettari di vigneto sono condotti per il 51% in regime biologico/biodinamico, per il 10 % secondo i principi della lotta integrata e per il 39% secondo la viticoltura convenzionale.

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