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Fatturato vignaioli Fivi: ecco l’identikit delle cantine che “funzionano”

Fatturato cantine vignaioli Fivi ecco identikit delle cantine che funzionano vinitaly 2025 ricerca Invernizzi Agri Lab di Sda Bocconi School of Management rita babiniFatturato cantine vignaioli Fivi.
Vendita diretta al consumatore finale. Buona presenza nell’Horeca. Capacità di proporsi in ottica enoturismo. E buona propensione agli investimenti in marketing e promozione. Sono i quattro pilastri del fatturato delle cantine Fivi che meglio affrontano i mercati, in un momento di difficile congiuntura come quello attuale. Ad evidenziarlo è uno studio realizzato grazie ad Invernizzi Agri Lab di Sda Bocconi School of Management, con il sostegno di Fondazione Romeo ed Enrica Invernizzi e di Crédit Agricole Italia. https://www.sdabocconi.it/it/faculty-ricerche/ricerca/esg-excellence-in-sustainability-governance-knowledge-platform/agrilab.

La ricerca, presentata oggi a Vinitaly 2025, nell’area del Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, ha messo in luce come le aziende con una percentuale superiore di vendita diretta, al consumatore finale e/o all’Horeca, presentano un andamento del fatturato migliore rispetto alla media generale del campione. D’altro canto, non sono molte le aziende Fivi che commerciano con la grande distribuzione organizzata (Gdo). E non risulta che questo canale sia d’ostacolo ai vignaioli. https://fivi.it/

ENOTURISMO, MARKETING E PROMOZIONE DELLE CANTINE FIVI

Un altro plus per le cantine Fivi è una proposta di successo nell’enoturismo, nonché la capacità di investire in marketing e promozione. «Questi dati – commenta la presidente della Federazione italiana vignaioli indipendenti, Rita Babini – rafforzano le nostre richieste a livello europeo: maggiore accessibilità ai fondi Ocm promozione per le aziende di medio-piccole dimensioni, attualmente di fatto escluse, e realizzazione di misure di sostegno alle attività enoturistiche, fondamentali in questo frangente storico anche per un’educazione al consumo consapevole, oltre che per la diversificazione dei canali di vendita e per crescita delle economie territoriali delle aree interne».

“Questa ricerca – continua – ci conferma alcuni elementi che prima potevamo solo ipotizzare. E rafforza la nostra volontà di tutelare e promuovere un modello produttivo, quello delle aziende vitivinicole verticali, che è fondamentale non solo per il futuro del mondo del vino, ma per la tenuta socio-economica di tantissimi territori italiani. Purtroppo è un modello resistente e fragile al contempo, quello delle nostre aziende. Ha resistito e continua a resistere grazie a fondamentali solidi di risorse e competenze, spesso trasmesse da generazioni. Ma in un contesto di grandi mutamenti a livello nazionale, europeo e globale, e di fronte a una crisi climatica che rende sempre più rischioso il lavoro agricolo – conclude Rita Babini – è importante che questo modello venga riconosciuto nella propria originalità e unicità, e messo nelle condizioni di competere alla pari con gli altri soggetti della filiera».

L’EXPORT TRAINA IL FATTURATO DEI VIGNAIOLI FIVI

Dalla ricerca emerge che l’export ha rappresentato un driver trainante della crescita del trend di fatturato nell’ultimo triennio. Tra le aziende che hanno dichiarato una crescita sostenuta o moderata del fatturato, infatti, il 45% presenta una percentuale di fatturato da export elevata. Fatturato cantine vignaioli Fivi.

«Più del 70% dei nostri 1.800 soci esporta – evidenzia la presidente Fivi – e il 23% vorrebbe farlo in futuro. Quasi tutti hanno negli Stati Uniti il principale mercato di riferimento. Ma, alle condizioni che si stanno realizzando, diventerà difficilissimo e verrà a mancare uno dei determinanti positivi di fatturato per i Vignaioli italiani. Per questo chiediamo al Governo di continuare a mettere in campo tutti gli sforzi diplomatici possibili per porre fine alle guerre commerciali e salvaguardare un settore fondamentale come quello primario».

La ricerca è stata presentata alla presenza del prof. Vitaliano Fiorillo, direttore Invernizzi Agri Lab, Sda Bocconi School of Management; del prof. Luca Ghezzi, docente Management and Control Systems, Sda Bocconi School of Management; del Dott. Biagio Maria Amico – Academic Fellow, Sda Bocconi School of Management. Per Crédit Agricole Italia è intervenuto Maurizio Crepaldi, responsabile Direzione Affari e Agri Agro. https://www.credit-agricole.it/

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Mercato Fivi 2023: a Bologna i Migliori Vini italiani della Guida Top 100 winemag 2024

Tutto pronto alla Fiera di Bologna per il Mercato Fivi 2023, dodicesima edizione del format più imitato del settore, in Italia (malamente imitato, s’intende). Tra i vini da non perdere al Mercato dei vini e dei vignaioli indipendenti c’è soprattutto il Marche Rosso Igt Fatjà di Terra Argillosa, Miglior vino rosso italiano 2024 per la Guida Top 100 Migliori vini italiani di winemag.it (acquistabile a questo link). Il punteggio assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca è di 96/100.

Uvaggio di Cabernet Franc e Merlot dallo strettissimo legame col territorio in cui prende vita, nelle Marche, Fatjà di Terra Argillosa è un faro sulla produzione, sempre meticolosa, ricercata e mai banale, della cantina di Offida. Terra Argillosa sarà al Padiglione 30, fila F, stand 94 e merita un passaggio non solo per Fatjà, ma anche per scoprire più da vicino l’approccio alla viticoltura della cantina artigianale guidata da Raffaele Paolini e Sara Tirabassi.

Tra i banchi del Mercato Fivi 2023 non mancheranno le indicazioni di altri vini e cantine premiate dalla Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it, che da sempre intende valorizzare produzioni di nicchia del Made in Italy enologico. È il caso di Vigne al Colle, la cantina di Rovolon (Padova) del vignaiolo Martito Benato. che ha espresso lo Spumante dolce dell’anno, il Fior d’Arancio Docg 2022. Un’occasione irripetibile, il prossimo Mercato dei vini 2023, per conoscere l’intera gamma di eccellenze vulcaniche dei Colli Euganei, dagli spumanti ai rossi: appuntamento al Padiglione 29, fila E, stand 58.


MERCATO VIGNAIOLI FIVI 2023: INFORMAZIONI PRATICHE
  • Orari
    Sabato 25 e domenica 26 novembre: apertura cancelli ore 11.00, chiusura ore 19.00.
    Lunedì 27 novembre: apertura cancelli ore 11.00, chiusura ore 17.00.
  • Ingressi
    Due gli ingressi (Nord ed Est Michelino), entrambi a ridosso del parcheggio multipiano Michelino. Il parcheggio Nord è riservato a chi acquisterà il biglietto in prevendita, per facilitare e velocizzare l’ingresso. Chi raggiungerà BolognaFiere con i mezzi pubblici o in taxi, in Piazza della Costituzione troverà un servizio di navette gratuite, dirette all’ingresso Est Michelino.
  • Biglietti acquistabili online sul sito ufficiale Fivi
    Intero giornaliero
    Online: € 25,00
    Acquistato in fiera: € 30.00.
  • Ingresso 2 giorni
    Online: € 40,00

    Acquistato in fiera: € 50,00.
  • Ingresso 3 giorni
    Online: € 60,00

    Acquistato in fiera: € 70,00.
  • Ridotto
    Soci AIS, FISAR, ONAV, AIES, ASPI, ASSOSOMMELIER, SCUOLA EUROPEA SOMMELIER, SLOW FOOD
  • Online e in fiera: € 20,00.
  • Operatori
    Online e in fiera: € 20,00- Biglietto acquistabile inserendo la partita Iva.
  • Carrelli
    Oltre 1.000 carrelli a disposizione del pubblico, con la possibilità di riconsegnarli direttamente al parcheggio multipiano.
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Fivi a Vinitaly 2021, parla Matilde Poggi: «Decisione in mano ai soci»

È tutt’altro che scontata la presenza dei vignaioli Fivi a Vinitaly 2021, quantomeno al completo o in crescendo di adesioni, come nelle passate edizioni. La messa in scena di “Fivitaly2021, dal 20 al 23 giugno prossimi a Verona, dipende dalla decisione delle singole cantine e non dal direttivo della Federazione italiana vignaioli indipendenti.

A chiarirlo è la presidente Matilde Poggi, raggiunta telefonicamente da WineMag.it. «Alcuni soci ci hanno confermato di aver ricevuto la mail con la richiesta di conferma della partecipazione entro il 1 marzo, altri no», commenta la patron de Le Fraghe.

«Abbiamo avviato una consultazione interna per capire come intendano muoversi i soci in vista di Vinitaly 2021 – aggiunge – ma resta il fatto che i rapporti sono tra Veronafiere e singole aziende, non tra Veronafiere e Fivi».

«In sostanza – precisa ancora Poggi – Fivi non acquista come Federazione lo spazio espositivo per poi rivenderlo ai soci. Siamo tutti sotto lo stesso tetto, ma i rapporti per gli spazi sono tra singole cantine e Fiera di Verona».

Secondo rumors di WineMag.it, Veronafiere avrebbe addirittura proposto uno sconto del 5% ai vignaioli. E sul fronte della sicurezza e delle misure anti contagio e distanziamento, una presenza ai banchi a giorni alternati.

Del resto, l’ultima volta di Fivi a Vinitaly è stata un successo. Nel 2019 sono state infatti ben 212 le adesioni alla più importante manifestazione fieristica dedicata al vino in Italia. L’appuntamento al padiglione 8, in uno spazio di ben 1.200 metri quadrati, è stato accolto grande favore dal pubblico di professionisti.

Nel 2018, anno in cui la Federazione ha spento le dieci candeline dalla fondazione, i vignaioli presenti erano 158, dislocati su 830 metri quadri. Senza il Covid-19, il 2020 sarebbe stato l’anno della definitiva consacrazione di Fivitaly, spinto dal successo dell’epica tre giorni del Mercato di Piacenza (22.500 accessi dal 23 al 25 novembre 2019).

Fivi si è invece resa protagonista – per l’esattezza con alcune frange interne – delle più acri proteste nei confronti dell’edizione 2020 di Vinitaly. Contestatissima anche la decisione di rinviare la kermesse a giungo 2020, con tanto di presa di posizione ufficiale della presidente Matilde Poggi, favorevole a un rinvio definitivo al 2021.

Il 10 marzo dello scorso anno, in occasione di un confronto con i vertici di Veronafiere e i rappresentanti di altre associazioni di filiera, Fivi faceva presente che «al di là dell’emergenza sanitaria, giugno è un mese in cui il lavoro in vigna è tanto», sottolineando «l’effettiva difficoltà delle cantine a conduzione familiare di essere fisicamente presenti».

Il sondaggio interno voluto dai vertici della Federazione aveva quindi confermato le perplessità. La quasi totalità dei vignaioli aveva propeso per la bocciatura della “Summed Editiondi Vinitaly. Per la seconda barricata, pare solo questione di giorni.

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Vinitaly 2020 sì o no: si decide entro il 30 marzo. Fivi spaccata in due, buyer diffidenti

Di sicuro, per ora, c’è solo la deadline del 30 marzo. Secondo fonti di WineMag.it, è questa la data entro la quale Veronafiere deciderà se confermare una volta per tutte le nuove date di Vinitaly 2020 (dal 14 al 17 giugno), oppure rimandare la più importante fiera del vino italiano al 2021, come hanno già fatto i tedeschi di Messe Düsseldorf con ProWein 2020. Tutto ciò per gli effetti dell’emergenza Coronavirus Covid-19.

A chiedere certezze non sono solo i buyer internazionali, sui quali Veronafiere sta investendo tempo e risorse, per convincerli a raggiungere Verona anche quest’anno. L’emergenza Coronavirus divide infatti anche i vignaioli Fivi. Sempre secondo fonti di WineMag.it, la Federazione sarebbe spaccata in due: fifty-fifty.

Perplessità che riguardano anche VinitalyBio 2020, cui aderiscono molti piccoli produttori. Le quote per accaparrarsi i posti disponibili nei padiglioni di Veronafiere sono state versate entro la metà di gennaio 2020.

L’ente fieristico non sembra intenzionato a restituirle, sperando di convincere il maggior numero di produttori possibili ad aderire all’edizione 2020. Gli organizzatori di Vinitaly stanno cercando di mettere in campo tutte le iniziative utili a rilanciare l’attenzione dei mercati internazionali sulle grandi eccellenze del Made in italy.

Con il grande obiettivo di garantire un evento all’altezza delle aspettative, anche a fronte dell’emergenza Coronavirus Covid-19. Quel che è certo è che la situazione attuale penalizza soprattutto i piccoli produttori che aderiscono al padiglione Fivi o al VinitalyBio.

In quest’ultimo caso, un banco condiviso da due aziende arriva a costare 1.800 euro + Iva, per 60 centimetri di spazio. Cosa succede se il compagno di fiera decide di non aderire all’edizione 2020? Il vignaiolo deve cercare un nuovo partner, con cui condividere la postazione.

Altrimenti gliene verrà assegnato uno da Veronafiere. L’ultima parola, anche sul fronte di eventuali rimborsi ai produttori, è attesa per la deadline del 30 marzo 2020. Sul fronte internazionale, del resto, si è attivata anche Stevie Kim (Vinitaly International) con un appello alle aziende a partecipare al 5StarWines.

L’AGGIORNAMENTO SULLA POSIZIONE DI FIVI

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Gli Editoriali news news ed eventi

Ci vorrebbe più Fivi. Iscrizione al Mercato dei vini di Piacenza 2019 sold out in 10 ore


EDITORIALE –
L’Italia ha sete di vini di qualità, prodotti da vignaioli che controllano interamente la filiera produttiva, venduti al giusto prezzo. Meglio ancora senza intermediari, dopo l’assaggio e quattro parole allo stand. E’ quanto sta insegnando senza troppi fronzoli la Fivi – Federazione italiana vignaioli indipendenti, al mondo produttivo del vino italiano e agli organizzatori di eventi a tema enologico.

Le iscrizioni online alla nona edizione del Mercato dei Vini di Piacenza hanno registrato il sold out a meno di 24 ore dall’apertura, avvenuta il 15 luglio alle ore 13. Giochi fatti, dunque, nonostante ci fosse tempo fino al 22 luglio. “#MercatoDeiVini , 622 iscritti in circa 10 ore”, annuncia il referente Fivi Luca Ferraro, sul proprio profilo Facebook.

“La cosa che adoro di questi 1300 vignaioli – continua Ferraro – è che nonostante la possibile esclusione, sono felici per la #FIVI. Lo spirito giusto per far crescere un magnifico gruppo. Poche lamentele e avanti a testa alta”. Qualche borbottio, di fatto, c’è stato.

Se da un lato c’è chi gioisce, più della metà dei vignaioli Fivi non avrà infatti la possibilità di esporre al Mercato dei vini 2019, per via della capienza massima raggiunta dai padiglioni di Expo Piacenza.

È così che il Mercato si trasforma in vera e propria croce e delizia per la Fivi. Da un lato è la ragione principale del successo della Federazione in Italia, sia sul fronte delle iscrizioni dei produttori (appena 200 quelli che hanno aderito alla prima edizione) sia sul fronte dei consumatori. Dall’altro, è ormai evidente che la location sia stretta.

RECORD SU RECORD

Il record di visitatori del 2017 (15 mila accessi) è stato polverizzato lo scorso anno: 18.500 persone in due giorni. Non a caso, quest’anno saranno tre le date a disposizione degli avventori e dei professionisti (sabato 23, domenica 24 e lunedì 25 novembre 2019). Che fare, in futuro? Restare a Piacenza o pensare a qualche altra ambientazione?

Secondo voci di corridoio ben accreditate, la discussione è apertissima tra i vignaioli Fivi, tanto da essere diventata argomento nelle riunioni tra i candidati alle elezioni per il nuovo Cda, che hanno portato nei giorni scorsi alla riconferma della presidente Matilde Poggi.

Una proposta sensata (e sensibile) arriva dal “Viticoltore di Montagna” Enrico Togni, vignaiolo Fivi della Val Camonica. “Ho sempre partecipato – evidenzia il vigneron bresciano sui social – fin dalla prima edizione. La penultima edizione ho spontaneamente rinunciato ad esporre e sono venuto da visitatore”.

“Se si prevedesse che ogni anno un terzo dei produttori si fermasse un anno – spiega Togni – ovvero dopo tre edizioni consecutive ti fermi una, tutti avrebbero spazio. In 4 anni esporrebbero tutti, si otterrebbe di avere sempre una parte di espositori nuovi ed una di storici. Poi partecipare da visitatore è bellissimo”.

Del resto, non è garantito un posto neppure ai primi 600 vignaioli che hanno ricevuto la conferma di iscrizione al Mercato 2019. “Gli organizzatori – si può leggere sul regolamento del Mercato Fivi – decideranno in assoluta autonomia di accettare o meno la domanda di ammissione con il solo obbligo di precisare i motivi della mancata accettazione per le domande tempestivamente pervenute”.

GIUSTO INSISTERE CON PIACENZA?

Eppure, l’evento è un discreto business per Fivi. Il costo di iscrizione varia dai 370 euro più Iva per le aziende oltre i 3 ettari ai 280 euro più Iva per le aziende fino ai 3 ettari. A conti fatti, l’introito supera abbondantemente i 200 mila euro. Senza considerare i proventi dei biglietti (15 euro). Vale davvero la pena di “limitarsi”?

Il quartiere fieristico di Piacenza sorge a 500 metri dall’uscita autostradale di Piacenza Sud sulla A1 Milano-Bologna e sulla A21 Torino-Brescia. Un’area complessiva di 30 mila metri quadrati. Di questi, solo 14 mila sono potenzialmente utili al Mercato Fivi, suddivisi in tre padiglioni da 10 mila, 3 mila e mille metri quadrati.

L’area esterna da 8 mila metri quadrati non è da prendere in considerazione, per via del periodo invernale in cui si svolge la manifestazione. Non va meglio coi parcheggi, che possono ospitare 400 autovetture degli espositori e 2.400 dei visitatori.

La soluzione potrebbe essere allora alle porte di Piacenza. Si chiama Fiera Milano: 345 mila metri quadrati coperti, senza contare – ancora una volta – i 60 mila metri quadrati all’aperto che, da soli, doppiano la superficie complessiva di Piacenza.

Collocato nell’hinterland del capoluogo lombardo, a Rho, l’hub è servito dalla metropolitana e dalla ferrovia e dotato di oltre 10 mila parcheggi per i visitatori e 5 mila parcheggi per gli espositori. Ben cinque gli accessi per le merci.

Fiera Milano si estende su 20 grandi padiglioni posti ai due lati di un asse pedonale lungo oltre 1 chilometro. Tutti i padiglioni sono accessibili dagli automezzi, per agevolare allestimenti e disallestimenti, a livello terra (salvo 8, 10, 16 e 18, al primo piano). In corrispondenza dell’ingresso di Porta Sud sorge un moderno hotel con 400 stanze. Più spazio. Più Fivi. Per tutti. Ai vignaioli l’ardua sentenza. Cin, cin.

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Approfondimenti

Roma, omaggio a Ermanno Olmi al Mercato dei Vignaioli Fivi

ROMA – Grande successo per la seconda edizione del Mercato FIVI a Roma di sabato 19 e domenica 20 maggio. Durante i due giorni di Mercato, la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti ha voluto rendere omaggio a Ermanno Olmi trasmettendo su un maxi schermo Rupi del vino, il film documentario dedicato alla Valtellina e alla viticoltura di montagna che lì si pratica, girato nel 2009 dal grande regista scomparso il 5 maggio scorso.

Rupi del vino è un film che racconta le difficoltà quotidiane di chi coltiva le sue vigne su terreni impervi e scoscesi, difficili da raggiungere e che spesso devono essere lavorati completamente a mano, senza l’aiuto di macchine e con notevoli sacrifici.

Dai lunghi tempi di preparazione dei vigneti e del terreno, alla costruzione dei muri a secco per i terrazzamenti, nella sua pellicola Olmi rende omaggio ad una viticoltura eroica, esempio di un rapporto positivo tra uomo e ambiente.

“A tutt’oggi – dichiara Gaetano Morella, vice presidente della Federazione di vignaioli – la viticoltura eroica e il recupero dei vigneti storici sono tra gli aspetti centrali nell’istanza sulla tutela del vigneto che FIVI sta portando avanti”.

“Nelle aree dove la viticoltura eroica è praticata – ha aggiunto Morella – i piccoli vigneti sotto i mille metri quadrati, esclusi dal censimento lanciato dal MIPAAF perché considerati per uso personale, sono un patrimonio enorme che va preservato e tutelato. Il pericolo è che vadano abbandonati o espiantati e che si perda l’ultima testimonianza di varietà genetiche e di pratiche di coltura ormai dismesse, ma importantissime per queste realtà”.

La proposta della FIVI è che venga invece fatta una mappatura di tali vigneti, indipendentemente dalla loro estensione che ne garantisca la sopravvivenza. Il teatro 10 di Cinecittà, per due giorni è stato il palcoscenico dove 200 Vignaioli Indipendenti che hanno fatto conoscere i loro vini e le loro storie al pubblico romano.

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Vini al supermercato

Colli Berici Doc Tai Rosso 2016 Il Monastero, Pegoraro

(4,5 / 5) Alzi la mano chi ha mai sentito parlare di Tai Rosso. E se lo chiamassimo Cannonau, o Grenache? Si tratta dello stesso vitigno. Sotto la lente di ingrandimento di vinialsuper, il Tai Rosso Colli Berici Doc “Il Monastero” 2016 della Società agricola semplice Pegoraro di Mossano (Vicenza).

Un’azienda a conduzione famigliare, che aderisce alla Federazione italiana vignaioli indipendenti (Fivi). Per intenderci, gli artefici di quello straordinario Mercato dei Vini che, ogni anno, va in scena a Piacenza.

LA DEGUSTAZIONE
Nel calice, il Tai Rosso 2016 di Pegoraro si presenta di un rosso rubino brillante, limpido, mediamente trasparente. Al naso i frutti rossi tipici del vitigno: marasca, una punta di mirtillo e mora, ma soprattutto lampone, fragolina di bosco e richiami floreali di rosa canina.

Sentori puliti, candidi, che sembrano riprendere la franchezza invitante del colore di cui tinge il calice. Genuino è anche il palato del Tai Rosso della cantina Pegoraro. Corrispondente al naso, riempie la bocca di lampone e fragola, impreziosite da una sapidità che accompagna il sorso fino al retro olfattivo. Levigato il tannino. Setoso.

In cucina, l’abbinamento più scontato è quello con la gastronomia di questa fetta di Veneto tutta da scoprire. E dunque la Soprèssa Vicentina Dop e il baccalà alla vicentina. In realtà di Tai Rosso è uno di quei vitigni che la Grande distribuzione potrebbe valorizzare come “vino quotidiano” ma non banale, sponsorizzandolo anche fuori dai confini regionali (ad oggi è poco rappresentato sugli scaffali delle maggiori insegne).

LA VINIFICAZIONE
Tai Rosso “Il Monastero” è l’etichetta che la cantina Pegoraro destina ai supermercati. I vigneti si trovano a Mossano. Le uve vengono raccolte e selezionate tra la fine del mese di settembre e i primi giorni di ottobre.

La fermentazione avviene a una temperatura controllata che va dai 23 ai 27 gradi, con macerazione
di pochi giorni. Terminata la fermentazione il vino riposa in botti di acciaio per almeno sei mesi.

Il Tai Rosso (chiamato “Tocai Rosso” fino al 2007,) è il vitigno principe dei Colli Berici. La Cantina Pegoraro ne ha fatto una religione. Tanto è vero che sono quattro, oltre a “Il Monastero”, le etichette prodotte a partire da questo vitigno, non presenti sugli scaffali dei supermercati (destinati, dunque, all’Horeca). Ci incuriosisce il Metodo Classico Dosaggio Zero, che non mancheremo d’assaggiare e raccontarvi.

Prezzo: 4,69 euro
Acquistato presso: Alìper – Alì Supermercati

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Tappi Nomacorc per i prossimi Sassella Rocce Rosse Arpepe

Emanuele Pelizzatti Perego non ha dubbi. Le prossime vendemmie di Sassella Rocce Rosse Arpepe saranno “tappate” Nomacorc.

“Annate come la 2001 – evidenzia il giovane titolare della gloriosa cantina della Valtellina – portano nel calice un evidente tannino dovuto dal sughero. E allora cosa serve aspettare per anni il momento perfetto per imbottigliare, arrotondando i nostri nebbioli in botte prima di immettere le nuove vendemmie sul mercato?”.

“Grazie a Nomacorc – continua il vignaiolo – le prossime bottiglie potranno essere conservate in piedi e avranno una solforosa ridotta tra i 40 e i 50 mg/l, oggi tra i 55 e i 60”.

“D’altro canto – continua il produttore valtellinese – sarà preservata quella che è la ritualità legata all’apertura della bottiglia nei ristoranti, da parte dei sommelier, con un tappo ottenuto da un biopolimero estratto della canna da zucchero, molto simile, esteticamente, a quelli tradizionali. Il vantaggio è che consente un passaggio di ossigeno programmato e testato scientificamente, nella misura di tot mg/anno”.

L’occasione per questa rivelazione è il settimo Mercato dei Vini e dei Vignaioli Fivi di Piacenza, andato in scena nel weekend. Ieri, la masterclass con il Sassella Rocce Rosse Arpepe. Una verticale che ha permesso di toccare con palato e naso la straordinaria longevità di uno dei vini rossi simbolo dell’Italia nel mondo. La piccola creatura di Arturo Pelizzatti Perego, padre di Emanuele (e di Isabella e Guido), scomparso il 10 dicembre 2004.

“I produttori di sughero cercano di rendere neutro un prodotto che per natura non lo è – evidenzia Emanuele – attraverso processi di produzione più o meno impattanti. Dobbiamo abituarci all’idea che il vino ha bisogno di stare a contatto con materiali inerti, quasi come l’insalata. Altrimenti lo venderemmo in bottiglie di legno! Nelle vecchie di annate di Sassella Rocce Rosse registriamo differenze abissali, anche nella stessa vendemmia, in base al fornitore del tappo. Sarò fiero di imbottigliare la 2015, quella della nascita di mia figlia, con tappi Nomacorc. Sarà un po’ come il sole che esce quando la giornata sembrava poter essere piovosa”.

A scegliere questa soluzione, tra i vignaioli Fivi, c’è anche la cantina trentina Pojer e Sandri (che ha scelto un monopezzo) a sua volta sul palco di Piacenza Expo, in occasione del Mercato dello scorso anno.

E i consumatori come reagiranno? “Il nostro mercato è costituito per il 60-65% dall’estero – evidenzia Emanuele Pelizzatti Perego – e sarà felice di poter apprezzare una bottiglia senza difetti. Rocce Rosse arriva a costare più di 100 euro fuori dall’Italia, dunque Nomacorc non potrà che garantire la perfetta integrità del prodotto.

In sostanza, l’annata 2013 di Sassella Rocce Rosse, successiva alla 2009, è stata chiusa con Nomacorc Reserva a Settembre 2017. La 2015, imbottigliata nell’aprile 2017, anno di nascita di Arianna Pelizzatti Perego, sarà Sassella Stella Retica. Un’annata “più pronta”, secondo Arpepe, che entrerà in commercio a marzo 2018 e sarà sempre tappata con Nomacorc Reserva. Per il Rosso Valtellina è stato invece scelto il Select 100.

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Mercato Fivi 2017: quattro degustazioni guidate con i vignaioli

Anche quest’anno nei due giorni del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti di Piacenza (25-26 novembre) sono previsti quattro momenti di approfondimento sul rapporto tra vignaioli e territorio. Quattro degustazioni a tema, guidate direttamente da vignaioli, che racconteranno i luoghi e i territori del vino in Italia (iscrizioni qui).

Sabato 25 novembre alle ore 14 la verticale di Cuvée Bois Les Crêtes di Costantino Charrere, tra i fondatori della FIVI e suo primo presidente, guidata da Mario Pojer – vignaiolo in Trentino. Un percorso alla scoperta di un vino fondamentale nella storia enologica in Italia, in grado di imporre all’attenzione nazionale una viticoltura, quella valdostana, che viveva prima relegata entro i limiti dei confini regionali.

A seguire, alle ore 17, la degustazione dedicata alla Vernaccia di San Gimignano di Montenidoli, guidata da Angela Fronti – vignaiola in Toscana. Elisabetta Fagiuoli, vignaiola dell’anno per la FIVI nel 2015, racconterà il suo vino in un percorso che è quasi un viaggio dentro a se stessa.

Domenica 26 novembre alle ore 14 ci sarà la degustazione dei Prosecco Colfondo, specchio della nuova tendenza dei vini rifermentati in bottiglia, guidata da Gigi Nembrini – vignaiolo in Lombardia. I produttori di Conegliano, Valdobbiadene e Asolo racconteranno il loro legame con un vino che è una parte fondamentale di storia del loro territorio.

Sempre domenica alle ore 17.00 la verticale di Rocce Rosse di Ar.Pe.Pe., guidata da Christoph Künzli – vignaiolo in Piemonte – alla scoperta di un territorio difficile e impervio come la Valtellina, della viticoltura eroica e della Chiavennasca (nome locale dato al Nebbiolo).

Il Mercato di Piacenza è certamente l’occasione migliore dove incontrare i vignaioli aderenti alla Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti. Gli espositori di questa settima edizione saranno più di 500. Provenienti dalle diverse regioni d’Italia, sono tutte aziende agricole che seguono l’intera filiera produttiva, curando personalmente ogni passaggio, dalla vigna alla vinificazione, fino ad arrivare alla vendita.

PROGRAMMA DELLE DEGUSTAZIONI

Sabato 25 novembre
Ore 14.00
Verticale di Cuvée Bois Les Crêtes di Costantino Charrere
Vini in degustazione:
Cuvée Bois 2015 (vite/ sughero), 2014 (vite/sughero), 2013 (sughero), 2012 (sughero), 2008 (sughero)

Ore 17.00
Degustazione Vernaccia Montenidoli di Elisabetta Fagiuoli
Vini in degustazione:
Vernaccia di San Gimignano 2012, 2002, 1997, 1994,1990

Domenica 26 novembre
Ore 14.00
Degustazione Colfondo
Vini in degustazione:
Ruge 2016
Rosanatale 2016
Collavo 2016
Volpere 2016
Miotto 2016
Rive de Nadal 2016
Follador 2015
Miotto 2014
Bele Casel 2012

Ore 17.00
Degustazione Ar.Pe.Pe.
Vini in degustazione:
Sassella Rocce Rosse 2009 (in anteprima), 2007, 2005, 2002, 2001, 1996


Mercato dei vini in breve:
Quando: sabato 25 e domenica 26 novembre 2017
Dove: PiacenzaExpo
Orario di apertura al pubblico: dalle 11.00 alle 19.00
Ingresso: € 15.00 comprensivo di bicchiere per degustazioni
Ingresso ridotto: € 10.00 per soci AIS – FIS – FISAR – ONAV e SLOW FOOD (il socio deve mostrare tessera valida dell’anno in corso) e possessori del biglietto della manifestazione MareDivino 2017
Parcheggio: gratuito
Info utili: 500 i carrelli disponibili per gli acquisti
I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni

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Mercato dei vini di Piacenza già sold out: Fivi seconda solo a Vinitaly

Ci sono voluti solo sette giorni per esaurire le 501 postazioni per il Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti FIVI di Piacenza che diventa così il secondo evento del vino in Italia per numero di aziende partecipanti.

Le iscrizioni per la manifestazione che si terrà sabato 25 e domenica 26 novembre nei padiglioni di Piacenza Expo sono iniziate il 17 luglio e sono state chiuse il 25, dopo una sola settimana, visto che i posti erano già esauriti.

“Sapevamo che l’attesa era grande – sottolinea Walter Massa vice presidente della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti – ma ha stupito anche noi la rapidità con cui abbiamo assegnato tutte le postazioni. Io stesso, scherzando con gli altri consiglieri, avevo dichiarato che mi sarei iscritto solo se potevo essere il 501esimo!”.

“Il successo crescente delle scorse edizioni – continua Massa, vignaiolo piemontese del Timorasso – ha fatto capire ai nostri soci e ai consumatori l’importanza di questo appuntamento che, giunto alla settima edizione, si è imposto ormai come uno tra i massimi eventi del mondo del vino in Italia, secondo solo al Vinitaly, ovviamente irraggiungibile, per numero di aziende vinicole partecipanti”.

L’anno scorso gli espositori a Piacenza erano stati 424 con oltre 9000 visitatori in due giorni di Mercato (qui i migliori vini selezionati da vinialsuper). “Penso – conclude Massa – che questo successo sia riconducibile non solo all’evento in sé, ma più in generale allo spirito FIVI. I consumatori hanno imparato ormai a conoscerci, a riconoscere i nostri valori e quello in cui crediamo e a sapere quanto impegno c’è nel nostro lavoro e nel vino che produciamo”.


Il Mercato dei vini e dei vignaioli Fivi in breve:
Quando: sabato 25 e domenica 26 novembre 2017
Dove: PiacenzaExpo
Orario di apertura al pubblico: dalle 11.00 alle 19.00
Ingresso: € 15.00 comprensivo di bicchiere per degustazioni
Ingresso ridotto: € 10.00 per soci AIS – FIS – FISAR – ONAV e SLOW FOOD (il socio deve mostrare tessera valida dell’anno in corso) e possessori del biglietto della manifestazione MareDivino 2017
Parcheggio: gratuito
Info utili: 500 i carrelli disponibili per gli acquisti
I minorenni non pagano l’ingresso e non possono effettuare degustazioni

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Enoturismo: Fivi in Senato per discutere il reddito agrario

La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti – FIVI – chiede una semplificazione del nuovo disegno di legge sull’enoturismo. Una materia fondamentale, che necessita di essere normata, ma senza inutili complicazioni.
Su invito del Senatore Dario Stefano – relatore della legge – e in compagnia del Presidente del Movimento Turismo del Vino Carlo Pietrasanta, la Presidente Matilde Poggi ha portato le ragioni FIVI nell’audizione del 20 febbraio in Commissione Agricoltura del Senato sul disegno di Legge n. 2616 “Disciplina dell’attività di enoturismo”.

Diversi i punti su cui FIVI chiede delle modifiche, ma soprattutto delle semplificazioni. “Noi vignaioli facciamo già enoturismo da anni nelle nostre cantine – dichiara la presidente FIVI Matilde Poggi – abbiamo solo bisogno che venga normato l’aspetto fiscale. Chiediamo quindi che i corrispettivi relativi alle attività di visita e degustazione rientrino nel reddito agrario”.

FIVI propone inoltre che l’enoturismo sia risconosciuto come attività agricola e che non sia ricompreso tra le attività agrituristiche, come previsto dal disegno di legge. Ci sono perplessità anche sull’obbligo di partecipare a corsi di aggiornamento per avviare l’attività. La richiesta FIVI è che i corsi siano facoltativi e che per l’avvio di un’attività di enoturismo in cantina sia sufficiente presentare una SCIA ed essere in possesso dell’autorizzazione sanitaria.

Anche la discrezionalità lasciata dal disegno di legge alle regioni non trova d’accordo FIVI, in quanto possibile fonte di disparità fra le diverse zone d’Italia, come già avviene per gli agriturismi. Molto meglio pensare a norme minime condivise con tutte le Regioni.

Fra i lati positivi della legge invece il fatto che l’attività di enoturismo sia riservata alle sole aziende che al loro interno coprono tutte le fasi di produzione, dalla vigna alla bottiglia, tagliando fuori di fatto le aziende commerciali e valorizzando chi lavora sul territorio.

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Al Mercato dei Vini Fivi verticale di Barbacarlo e Collio

Torna, negli spazi di Piacenza Expo di via Tirotti 11, sabato 26 e domenica 27 novembre 2016 la sesta edizione del Mercato dei Vini dei Vignaioli Indipendenti. La Fivi (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti) è l’associazione che raccoglie e rappresenta i vignaioli che seguono l’intera filiera produttiva del vino: coltivano le vigne, imbottigliano il vino, seguendo e curando personalmente il proprio prodotto. Saranno circa 400 quest’anno i vignaioli, provenienti da ogni regione d’Italia, che durante i due giorni incontreranno il pubblico per far conoscere non solo i propri vini, espressione della terra che coltivano con passione, ma anche le proprie storie. Due giorni di festa dove si potranno assaggiare e acquistare i vini direttamente agli stand dei produttori, veri custodi del vino come espressione diretta del territorio e della sua cultura. Come l’anno scorso le quattro degustazioni proposte saranno condotte direttamente dai vignaioli. Un’occasione in più per conoscere il loro mondo attraverso gli occhi dei colleghi.

LE VERTICALI
Due le verticali previste, una di Barbacarlo di Lino Maga e una di Collio di Edi Keber e due degustazioni che sembrano un viaggio attraverso l’Italia, dal Trentino di Pojer e Sandri alla Calabria di ‘A Vita. Oltre al vino si potranno degustare le specialità gastronomiche degli Artigiani del cibo, ancor più numerosi rispetto all’anno scorso, che porteranno salumi e formaggi, pani, dolciumi e specialità gastronomiche da diversi angoli d’Italia. Durante la manifestazione verrà consegnato il Premio Romano Levi, giunto alla terza edizione, al Vignaiolo dell’Anno e saranno premiate le foto vincitrici del contest #chinonbeveincompagnia, indetto sui canali social della Fivi. Gli orari di apertura del Mercato dei vini sono: sabato dalle 12.30 alle 19.30 e domenica dalle 11.00 alle 19.00. Ingresso € 15.00 (ridotto € 10 per i soci Ais – Fis – Fisar – Onav e Slow Food).

GLI ORGANIZZATORI
La Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (Fivi) è un’associazione nata nel 2008 con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e autenticità dei vini italiani. Per statuto, possono aderire alla Fivi solo i produttori che soddisfano alcuni precisi criteri: “Il Vignaiolo FIVI coltiva le sue vigne, imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto. Vende tutto o parte del suo raccolto in bottiglia, sotto la sua responsabilità, con il suo nome e la sua etichetta”. Attualmente sono quasi 1000 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 10.000 ettari di vigneto, per una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola. 70 sono i milioni di bottiglie commercializzate e il fatturato totale supera 0,7 miliardi di euro, per un valore in termini di export di 240 milioni di euro. I 10.000 ettari di vigneto sono condotti per il 49 % in regime biologico/biodinamico, per il 20 % secondo i principi della lotta integrata e per il 31 % secondo la viticoltura convenzionale.

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