Non c’è due senza tre. L’Italia aderisce sempre più in massa al “Vinitaly dei Balcani“. Wine Vision by Open Balkan 2024 segna il terzo anno della collaborazione commerciale e istituzionale che vede Veronafiere con Vinitaly capofila della missione a Belgrado, insieme ad Agenzia Ice. «L’obiettivo – spiega a Winemag l’ente di Verona – resta la promozione del vino italiano in Serbia, Macedonia del Nord e Albania. La presenza di Vinitaly a Wine Vision By Open Balkan (22-24 novembre), dove organizza e gestisce l’Area Italia, rafforza la posizione del nostro Paese come partner strategico per il comparto enologico dei Balcani». Una macro-area da oltre 320 milioni di euro di export. Una vera e propria porta di accesso al più ampio mercato dell’Europa dell’Est, sempre più attenta, nei suoi centri e città nevralgiche, al Made in Italy enologico.
VINO ITALIANO SEMPRE PIÙ APPREZZATO IN SERBIA (E NEI BALCANI)
«Vinitaly – aggiunge Veronafiere – continua dunque a investire in attività promozionali per favorire l’incontro tra produttori italiani e buyer locali, sostenendo al contempo una cultura del vino di qualità attraverso un programma di 6 importanti masterclass, guidate da Giuseppe Vaccarini, presidente di Aspi, e realizzate in collaborazione con Ice». Negli ultimi anni, il consumo di vini italiani in Serbia ha mostrato una crescita costante. Molte etichette italiane sono diventate le principali scelte dei winelovers, dalle parti di Belgrado. «Questo interesse crescente – evidenzia Veronafiere Vinitaly – rispecchia un apprezzamento per la qualità e la varietà dell’offerta italiana, nonché il successo delle iniziative che presentano il vino italiano come scelta di valore per i consumatori serbi».
AUMENTA LA PRESENZA DELL’ITALIA A WINE VISION BY OPEN BALKAN 2024
In aumento, quest’anno, le aziende vinicole che fanno parte della collettiva organizzata da Vinitaly nell’Area Italia: 57 (erano 50 nella scorsa edizione), in rappresentanza di 8 regioni italiane: Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Toscana e Veneto. Le cantine hanno già fissato un calendario di incontri b2b con operatori da Albania, Austria, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Macedonia, Montenegro, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, parte del programma di incoming realizzato sempre in partnership con Ice.
«La missione a Belgrado – aggiunge Veronafiere Vinitaly a winemag.it – oltre ad accompagnare le aziende italiane in Serbia, fa parte delle attività di Vinitaly per selezionare e invitare operatori e buyer locali per la prossima edizione del salone interazionale dei vini e dei distillati di Verona, in programma dal 6 al 9 aprile 2025. Confermata la partecipazione in Fiera a Verona dei produttori di Serbia, Albania e Macedonia del Nord in un unico spazio espositivo, con le migliori etichette dei tre Paesi, riunite nell’area Open Balkan».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Dopo l’esordio dello scorso anno, Vinitaly.Usa 2024 si candida a diventare la prima fiera del vino italiano negli Stati Uniti, con la firma di una «cooperazione compatta» tra Veronafiere, Ice-Agenzia e Camera di Commercio Italiana Americana con sede a Chicago. Tra gli obiettivi della manifestazione, in programma il 20 e 21 ottobre, c’è infatti quello di raggiungere gli 11 mila mq di superficie espositiva. Non solo. Si punta anche a «raddoppiare sia il contingente di aziende italiane che quello dei buyer americani rispetto all’edizione 2023» e ad «accrescere il programma di promozione bidirezionale». È quanto anticipa oggi Veronafiere, in una nota che conferma il «piano di sviluppo di Vinitaly».
GLI OBIETTIVI DI VERONAFIERE NEGLI USA CON VINITALY.USA
Da un lato, l’obiettivo di Vinitaly.Usa 2024 a Chicago è la «scalata delle aziende italiane in un’area con ampi margini di crescita». Dall’altro «la profilazione e la selezione di buyer e distributori in vista di Vinitaly 2025 a Verona», in programma dal 6 al 9 aprile (57ª edizione). Un’attività di incoming che all’ultimo Vinitaly, in aprile di quest’anno, ha confermato la pole position degli Stati Uniti nella classifica delle presenze di operatori esteri con 3.700 buyer americani in fiera (+8% sul 2023).
VINITALY.USA 2024 È IN PROGRAMMA A CHICAGO IL 20 E 21 OTTOBRE
In programma, nella due giorni di Chicago, anche masterclass, walk around tasting, seminari e focus di mercato e tre sessioni della Vinitaly international Academy. «Vinitaly.Usa 2024 a Chicago – commenta il presidente di Veronafiere, Federico Bricolo – costituisce un posizionamento chiave e individua in questa metropoli un ponte strategico tra l’Italia e la prima destinazione per il Made in Italy enologico che, nel 2023, ha totalizzato complessivamente circa 2 miliardi di dollari di import. Tutto questo, senza dimenticare che la piazza di Chicago si presta a intercettare buyer anche dal vicino Canada, con ulteriori possibilità di crescita per le nostre aziende».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Come anticipato il 27 giugno scorso da winemag.it, fa rotta sui Balcani la missione di promozione del vino italiano di Vinitaly e ICE Agenzia, che da giovedì 16 a domenica 19 novembre 2023 approda a Belgrado (Serbia) per la seconda edizione di Wine Vision by Open Balkan, prima e più grande fiera enologica nel sud est Europa che lo scorso anno ha ospitato 350 cantine provenienti da 20 Paesi e più di 30mila visitatori da 40 nazioni. Qui l’«Area Italia» conterà più di 1000 metri quadrati riservati al tricolore (la richiesta iniziale era pure superiore). Diventerà il punto di ritrovo per buyer, professionisti e opinion maker di settore, interessati a conoscere e approfondire non solo le proposte delle 50 aziende della collettiva italiana, ma anche contatti, strategie e opportunità commerciali per il vino made in Italy.
Una fiera, Wine Vision Open Balkan, che assume un ruolo sempre più centrale nel panorama degli eventi europei ed internazionali del settore. Basti pensare che, secondo l’Osservatorio Uiv-Vinitaly, nei primi 6 mesi 2023 le vendite di vino italiano nell’area dell’Est Europa (Albania, Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Macedonia Del Nord, Moldavia, Montenegro, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Ungheria, Turchia) con l’Austria hanno registrato un aumento del 16,5%, per un controvalore nel semestre di 243 milioni di euro. Una crescita in controtendenza rispetto alle performance globali del settore nella prima metà dell’anno (-0,4%) che conferma la leadership italiana nell’area considerata.
WINE VISION BY OPEN BALKAN SEMPRE PIÙ CENTRALE
«Dopo il successo della partecipazione della delegazione Open Balkan allo scorso Vinitaly – commenta l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese – vogliamo continuare a presidiare e sviluppare il business del vino nei Balcani e nell’Est Europa, un mercato dove il vino italiano è riuscito lo scorso anno a sorpassare la Francia in quantità e valori, divenendo il principale fornitore Ue. Un primo risultato importante e da capitalizzare attraverso un’azione mirata sia di posizionamento e penetrazione, ma anche attivando il reclutamento e lavorando sugli incoming in vista di Vinitaly 2024».
«La partecipazione dell’Italia a Wine Vision – ricorda l’Ambasciatore d’Italia in Serbia, Luca Gori – si inserisce nel quadro della Settimana della Cucina italiana nel Mondo, l’iniziativa della Farnesina che promuove le eccellenze della nostra tradizione culinaria. A questo riguardo, il vino resta uno dei prodotti più apprezzati anche all’estero come dimostra il valore delle sue esportazioni che nel primo semestre del 2023 ha raggiunto i 3,7 miliardi di euro».
«I Balcani – aggiunge il presidente di ICE, Matteo Zoppas – con questa iniziativa sono al centro dell’attenzione della cabina di regia del nostro governo e la nostra agenzia punta molto su quest’area. Sono paesi ancora a forte sviluppo, dove l’attenzione per l’Italia sta crescendo, il made in Italy è molto apprezzato ed il vino è uno dei prodotti strategici. Non c’è un ristorante internazionale di livello che non abbia una importante carta dei vini italiani e ciò testimonia come l’Italia anche su questo sia un riferimento nel mondo».
Cara Italia, occhio ai Balcani: missione Veronafiere in Serbia per Wine Vision by Open Balkan
Vino italiano, tentazione Balcani: Wine Vision by Open Balkan tra Prowein, Wine Paris e Vinitaly. Perché Veronafiere in missione a Belgrado
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Nasce a Chicago Vinitaly USA 2024. Dall’International Wine Expo in corso nella capitale della regione del Midwest, da quest’anno cofirmato da Vinitaly – con oltre 200 aziende presenti e più di 1000 etichette in degustazione – arriva l’annuncio compatto del sistema Italia. «Il lavoro di squadra attivato da tempo con le istituzioni ci ha dato ragione e possiamo dire di aver vinto una sfida importante e complessa, di aggregare con il brand Vinitaly tutte le progettualità per creare un forte momento promozionale a favore del settore enologico italiano negli USA», ha evidenziato Federico Bricolo, presidente di Veronafiere, durante la cerimonia di apertura nella città che riunisce 70 milioni di abitanti e rappresenta 200 milioni di dollari di importazioni di vini italiani.
«Le fiere – ha confermato Matteo Zoppas, presidente di ICE Agenzia – sono strategiche per il business matching delle imprese, in particolare delle piccole-medie. E con Veronafiere Vinitaly, che si era già mosso in modo accurato su questo mercato, ICE sta valutando insieme ai ministeri degli Esteri, dell’Agricoltura, ad Assocamerestero, tutti presenti a Chicago in questi giorni, il progetto per fare di Vinitaly USA 2024 il principale appuntamento strategico per questo fondamentale mercato». Un ponte strategico tra l’Italia e il primo mercato al mondo (1,8 miliardi di euro il valore dell’export Made in Italy verso gli Usa nel 2022).
«Vinitaly Usa 2024 – ha sottolineato l’amministratore delegato di Veronafiere, Maurizio Danese – seguirà anche le indicazioni del nascente comitato degli importatori con i quali condivideremo le strategie e i comuni interessi per lo sviluppo del vino italiano. L’obiettivo è rendere ancora più proficuo il rapporto con il mercato che esprime grande attenzione per i vini premium e al contempo cerca sempre nuove proposte. E l’Italia con i suoi 540 vitigni è in grado di offrire una scelta unica nel suo genere al mondo in grado di soddisfare le esigenze del settore ho.re.ca, degli importatori e dei distributori».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
EDITORIALE – A pochi giorni dalla chiusura delle iscrizioni, una cosa è certa: Wine Vision by Open Balkan (16-19 novembre 2023) si candida ad essere una Fiera internazionale del Vino e degli Spirits di primo piano in Europa, accanto a Prowein, Wine Paris e Vinitaly. Un’auto candidatura che dà una nuova centralità ai Balcani, così netta da non sfuggire neppure a Veronafiere, primo partner assoluto del sistema vino italiano. Il 12 giugno, una delegazione dell’ente veronese ha visitato i padiglioni della Fiera di Belgrado (Beogradski sajam), dove a fine anno andrà in scena l’evento. Presenti il direttore generale di Fiera Verona, Maurizio Danese, oltre a Raul Barbieri, fresco di nomina a direttore commerciale di Veronafiere e Matjaž Žigon, direttore dell’Ufficio di Rappresentanza della Spa scaligera per l’area Alpe-Adria, Polonia e Turchia.
Le premesse per un successo della seconda edizione di Wine Vision by Open Balkan ci sono tutte. Belgrado riflette in pieno la rinnovata voglia di volare in grande dei Balcani. La capitale della Serbia è fresca di investitura a città ospitante di Expo 2027. Il Paese guidato dal conservatore Aleksandar Vučić ha bruciato la concorrenza della Spagna in finale, conquistando l’assegnazione della Mostra-Esposizione internazionale specializzata Expo 2027 con 81 voti, contro i 70 di Malaga. La città non si farà certo trovare impreparata all’appuntamento, tanto da stimare ricavi pari a 1,1 miliardi di euro.
Una cifra ritenuta esagerata da molti commentatori politici serbi. Sul piatto, tuttavia, ci sono già una lunga lista di investimenti volti a trasformare Belgrado in una città all’avanguardia. Oltre alla metropolitana è in programma la realizzazione di un nuovo gigantesco polo fieristico nel sobborgo di Surčin, a pochi passi da quello che diventerà il nuovo stadio nazionale (nei Paesi dei Balcani e nell’Est Europa il calcio è considerato un driver fondamentale per l’attrazione di capitali esteri, vedi il caso emblematico dell’Ungheria). Dopo l’Expo 2027 – con molte probabilità – si trasferirà a Surčin anche Wine Vision by Open Balkan, che nella struttura attuale, sulle rive del fiume Sava, può contare su tre padiglioni, oltre a una quindicina di piccole hall.
VINO, MISSIONE DELL’ITALIA NEI BALCANI CON VERONAFIERE
La visita dei rappresentanti di Veronafiere a Belgrado con Maurizio Danese, Raul Barbieri e Matjaž Žigon
Secondo indiscrezioni raccolte da winemag.it nei Balcani, l’Italia, proprio tramite Veronafiere, avrebbe chiesto di occupare un intero padiglione sin dall’edizione 2023 della Fiera. Un’ipotesi che gli organizzatori hanno rispedito (cordialmente) al mittente, per evitare che le cantine italiane finiscano per rubare la scena nell’ambito di una Fiera internazionale che vuole comunque mantenere saldo il focus sui vini e sul turismo nei Balcani. L’organizzazione dell’International wine, food, and tourism fair Wine Vision by Open Balkan agisce infatti sotto l’egida e il patrocinio dei governi di Serbia, Macedonia del Nord e Albania, in una sorta di déjà vu dell’assetto dell’Ex Jugoslavia che sta diventando sempre più una costante dalle parti di Belgrado, Tirana e Skopje, che spesso possono contare anche sull’appoggio di Podgorica (Montenegro).
Tutto sembra ruotare attorno al ruolo centrale della capitale serba, che con la prima edizione della fiera ha saputo convincere – forse sarebbe meglio dire “sorprendere” – un po’ tutti. L’interesse espresso dall’Italia, attraverso Veronafiere, è tutt’altro che scontato e dice molto sulla necessità di nuove alleanze, nel contesto di un settore fieristico che sta attraversando la sua fase più delicata, dopo l’uscita dal periodo cupo della pandemia, non senza scricchiolii e profonde trasformazioni del concetto stesso di “Fiera”. Lo scorso anno sono intervenuti a Wine Vision by Open Balkan oltre 30 mila visitatori professionali, attratti in Serbia dalla presenza di più di 350 espositori provenienti da 22 Paesi (192 serbi, ma nella Top10 figurano anche Usa, Austria e Olanda).
Il tutto nell’ambito di una Fiera allestita nei minimi particolari, secondo canoni di spettacolarizzazione e cross-marketing (vino, gastronomia, turismo, design, moda, music e Opera) mai visti a Düsseldorf, Parigi e Verona. Abbastanza per spingere gli organizzatori a dichiarare che «il successo dell’anno scorso è un incentivo affinché dal 16 al 19 novembre 2023, Belgrado, in quanto capitale dei migliori vini durante la Fiera, riunisca i più eminenti produttori di vino, vignaioli, enologi, sommelier e wine buyer, nonché gli espositori delle più famose cantine del mondo». In tre parole “Wine”, “Vision”, “Unity”. Il mondo del vino è avvertito, Italia compresa: occhio ai “nuovi” Balcani.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Entrano a Vinitaly mischiandosi tra la folla, acquistando il ticket “operatori”, oppure con i pass di altre aziende. Non hanno uno stand in cui esporre. In compenso introducono a Veronafiere valigie piene dei loro vini. Poi, nelle zone comuni o tra gli stessi padiglioni, trascorrono le giornate a proporre assaggi dei loro vini a buyer e visitatori. Suona più o meno così il Vinitaly dei produttori furbetti: costi ridotti all’osso e obiettivo comunque centrato, approfittando della più importante fiera del settore in Italia, in programma nel 2023 a Verona, dal 2 al 5 aprile.
Una pratica tanto comune da passare ormai quasi inosservata, in alcuni padiglioni. La segnalazione arriva a winemag.it da alcuni produttori, stanchi di pagare la retta di Veronafiere per vedere poi colleghi portare a casa lo stesso risultato. Nell’ombra. Sempre secondo le fonti di winemag.it, i produttori furbetti del Vinitaly agirebbero con la complicità di altri espositori paganti. La notizia non viene confermata da Veronafiere, che si dice all’oscuro del fenomeno.
VERONAFIERE AVVISA: «SALE RISERVATE AGLI ESPOSITORI ISCRITTI»
Alla richiesta di un commento, l’ufficio stampa dell’ente veronese risponde piuttosto piccato: «Apprendiamo con sorpresa della pratica che sarebbe ormai piuttosto comune a Vinitaly, in base alla quale diversi produttori senza stand hanno preso l’abitudine di intrufolarsi tra i padiglioni e nelle aree comuni per far assaggiare i loro vini, portati all’interno della Fiera con valigie e trolley».
«Atteso che non abbiamo avuto mai alcuna evidenza né segnalazione in tal senso, chiediamo alle vostre fonti di rivolgersi direttamente a noi, così da consentirci di conoscere i presunti fatti e porre in essere le dovute verifiche. Per il resto – conclude Veronafiere – non possiamo che ribadire come durante Vinitaly le sale per incontri, degustazioni e/o convegni sono riservate agli espositori regolarmente iscritti, a tutela dei quali sempre agiamo con il massimo impegno».
Da ulteriori approfondimenti di winemag.it, risulta che qualcuno abbia già preso da anni provvedimenti per evitare che i vini di produttori non paganti finiscano per essere degustati tra i padiglioni di Veronafiere. Si tratta di Fivi che, sin dalle edizioni precedenti la pandemia, ha chiesto ai propri associati di non favorire il proliferare di etichette di vignaioli non presenti agli stand. Pena per l’ospitante, la perdita del diritto al banchetto. Furbetto avvisato, furbetto salvato.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Vinitaly 2023 scalda i motori. La 55° edizione è ai nastri di partenza e si preannuncia da record. Secondo le stime di Veronafiere ed Ice-Agenzia, saranno presenti «più di 1.000 top buyer (+43% sul 2022) da 68 Paesi selezionati, invitati e ospitati» a Verona. Business, internazionalizzazione e posizionamento saranno le tre direttrici di Vinitaly 2023, «pronto a diventare, dal 2 al 5 aprile, la più grande “ambasciata” del vino, con oltre 4 mila aziende da tutta Italia e da più di 30 nazioni», sempre secondo le stime degli organizzatori.
L’edizione 2023 del salone internazionale dei vini e dei distillati organizzato da Veronafiere è stata presentata oggi a Roma da Federico Bricolo, presidente di Veronafiere SpA, e Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere Spa. Alla conferenza stampa sono intervenuti anche Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Matteo Zoppas, presidente di Ice-Agenzia, Giuseppe Schirone, economista e manager di Prometeia, e Carlo Flamini, wine observatory manager di Unione Italiana Vini. «Sarà un Vinitaly 2023 di servizio – anticipa il presidente di Veronafiere Spa, Federico Bricolo – sempre più funzionale alle esigenze delle aziende che operano sui mercati. Una evoluzione prevista dal piano industriale, con l’obiettivo di potenziare ulteriormente l’identità e la centralità della manifestazione, oggi riconosciuta quale brand in grado di trainare la promozione del vino italiano a livello internazionale. Il risultato della campagna straordinaria di incoming realizzata quest’anno ci proietta verso il Vinitaly del futuro, leva per la competitività e la crescita di questo settore strategico del made in Italy».
In contemporanea, sugli oltre 100mila mq netti di superficie espositiva tra padiglioni fissi e tensostrutture al completo, anche gli altri due saloni professionali – Enolitech con Vinitaly Design e Sol&Agrifood con B/Open e Xcellent Beers – che portano così il totale espositivo in quartiere a più di 4.400 aziende.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
L’Assemblea dei Soci di Veronafiere riunitasi oggi ha dato il via libera al nuovo assetto della governance della Spa di Viale del Lavoro. Il Consiglio di amministrazione ha deciso di ampliare le deleghe di Maurizio Danese, rinunciando alla nomina di un nuovo direttore generale, ruolo ricoperto dal 2001 da Giovanni Mantovani.
Nominato all’unanimità amministratore delegato nel giugno scorso dal Cda, già ai vertici della Fiera dal 2015 a maggio 2022 e attualmente anche presidente di Aefi, l’Associazione di riferimento dell’industria fieristica italiana, Danese ricoprirà in sostanza anche il ruolo di general manager.
Nel corso dell’assemblea ai Soci sono stati illustrati anche il piano di razionalizzazione delle società del gruppo. L’obiettivo, come spiega Veronafiere in una nota, è «snellire la gestione, renderla più efficiente accorciando la linea decisionale garantendo al contempo un efficientamento dei costi».
Le novità riguardano anche l’assetto organizzativo interno, che prevede l’ingresso di due nuove figure dirigenziali. «Opereranno in stretto contatto con l’amministratore delegato – spiega la Spa di Viale del Lavoro presieduta da Federico Bricolo – una delle quali proveniente da una società interamente di proprietà del Gruppo e che sarà assorbita da Veronafiere nel corso del 2023».
Così la compagine societaria Veronafiere SpA: Comune di Verona (39,483%), Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona (24,078%), Camera di Commercio di Verona (12,985%), Cattolica Assicurazioni (7,075%), Banco BPM Spa (7,009%), Agenzia Veneta per l’Innovazione nel Settore Primario (5,379%), Provincia di Verona (1,401%), Intesa Sanpaolo Spa (1,354%), Banca Veronese Cooperativo di Concamarise (0,883%), Immobiliare Magazzini Srl (0,188%) e Regione Veneto (0,161%).
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Il Nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha effettuato un sequestro per oltre 2 milioni di euro per una presunta frode ai danni dell’Unione Europea nell’ambito di un’inchiesta, coordinata dalla Procura Europea, che vede tra gli indagati anche due società, Veronafiere spa e l’Unione italiana vini società cooperativa, aziende leader nel settore vitivinicolo.
Il provvedimento di sequestro preventivo, come riferisce l’agenzia Ansa, è stato firmato dal gip di Verona. La presunta truffa riguarda la partecipazione ad un bando europeo per la promozione di prodotti agricoli, nel mercato interno e nei Paesi terzi.
La Gdf nell’indagine coordinata dalla Procura Europea ha eseguito un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca di oltre 2 milioni e 85mila euro a carico della cooperativa Unione Italiana Vini. Sono indagate anche tre persone fisiche, ossia l’ad di Unione Italiana Vini, Paolo Castelletti, il direttore finanziario e un consulente della cooperativa.
L’ipotesi è truffa aggravata «per il conseguimento di erogazioni pubbliche di matrice unionale». La presunta frode riguarda «l’ottenimento di un finanziamento diretto di oltre 5 milioni di euro, di cui oltre 2 già erogati, in due tranche una nel 2018 e una nel 2020 dall’Agenzia Esecutiva dell’Unione Europea per i consumatori, la salute, l’agricoltura e la sicurezza alimentare, incassati dalla cooperativa, in qualità di beneficiario-coordinatore del progetto».
Pronto il commento di Uiv: «Unione Italiana Vini (Uiv), informata sugli sviluppi dell’indagine a carico di Unione Italiana Vini Società Cooperativa e dei suoi vertici, anche alla luce del buon operato e della trasparenza da sempre dimostrata, confida in un rapido chiarimento della vicenda ed esprime piena fiducia nella Magistratura, così come nell’operato del management coinvolto».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Il CdA di Veronafiere ha nominato ieri all’unanimità l’amministratore delegato nel segno della continuità aziendale. È Maurizio Danese, già ai vertici della spa di Viale del Lavoro dal 2015 a maggio 2022.
La nuova figura è prevista dalle modifiche allo Statuto volute dai Soci e approvate nell’assemblea nel febbraio scorso. Assieme al Consiglio di amministrazione, Veronafiere garantirà il bilanciamento adeguato con le altre figure manageriali e la salvaguardia del patrimonio di esperienze nelle relazioni politico-istituzionali e nelle industry rappresentate.
Compagine societaria Veronafiere SpA: Comune di Verona (39,483%), Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona (24,078%), Camera di Commercio di Verona (12,985%), Cattolica Assicurazioni (7,075%), Banco BPM Spa (7,009%), Agenzia Veneta per l’Innovazione nel Settore Primario (5,379%), Provincia di Verona (1,401%), Intesa Sanpaolo Spa (1,354%), Banca Veronese Cooperativo di Concamarise (0,883%), Immobiliare Magazzini Srl (0,188%) e Regione Veneto (0,161%).
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Dopo l’edizione a distanza del novembre 2020 ed il recente rinvio il Congresso nazionale di Assoenologi torna in presenza, a Verona il 25, 26 e 27 marzo 2022. Un appuntamento importante che ricade in occasione dei festeggiamenti per il 130° anniversario dalla nascita dell’Associazione degli enologi ed enotecnici italiani.
Una tre giorni di interessanti relazioni, tavole rotonde, degustazioni, e un’ambiziosa serata di gala con il concerto per i 130 anni di Assoenologi. E saranno proprio i “130 anni al servizio della categoria e del vino italiano” a fare da filo conduttore alla tre giorni congressuale.
IL PROGRAMMA DEL 25 MARZO
Il 75° Congresso si aprirà ufficialmente alle ore 17,45 di venerdì 25 marzo. L’intero congresso sarà interamente trasmesso in diretta anche sui canali social dell’Associazione. Si alterneranno al podio numerosi rappresentanti di istituzioni locali e nazionali.
Apriranno i lavori i saluti del presidente nazionale di Assoenologi Riccardo Cotarella e del presidente della Sezione veneta Alberto Marchisio. Interverranno il sindaco di Verona Federico Sboarina, il presidente di Veronafiere Maurizio Danese e il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani. Chiuderà la presidente de Le Donne del Vino, Donatella Cinelli Colombini.
A questi interventi seguirà una tavola rotonda, condotta dal giornalista Bruno Vespa, sul tema “Tutela e valorizzazione del patrimonio vitivinicolo italiano”. Parteciperanno il sottosegretario di Stato alle politiche agricole Gian Marco Centinaio, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia, e il senatore Dario Stefàno, presidente della Commissione permanente delle Politiche dell’Unione europea al Senato della Repubblica. Al temine i tre ospiti riceveranno il diploma di soci onorari di Assoenologi.
La prima giornata si chiuderà con la consegna dei Premi Speciali di Assoenologi:
“Personaggio dell’anno” a Dario Stefàno;
“Comunicazione” al giornalista di Repubblica Giuseppe Cerasa;
“Miglior ricerca scientifica italiana” a Alberto De Iseppi per il lavoro “Valorizzazione delle fecce di vinificazione come fonte di mannoproteine per l’enologia” condotto con il Dipartimento Dafnae dell’Università di Padova, il Centro di Ricerca in Viticoltura ed Enologia (Cirve), di Conegliano e il South African Grape and Wine Research Institute di Stellenbosch, Sudafrica.
IL PROGRAMMA DEL 26 MARZO
Nella giornata di sabato 26 marzo saranno quattro i momenti congressuali che si terranno sempre presso il centro congressi di Veronafiere.
Il primo sarà dedicato alle “Tendenze del marketing e del mercato del vino”. Relatori saranno Denis Pantini, responsabile Nomisma Wine Monitor, Alessandro Rossi, National Category Manager Wine di Partesa, azienda leader nella distribuzione per il canale horeca. Vincenzo Russo, docente di Psicologia e neuromarketing presso la Iulm di Milano e Sergio Cimino, docente di organizzazione aziendale e strategia d’impresa in diverse università.
Il secondo chiamerà in causa tre ministri della Repubblica, Renato Brunetta, Massimo Garavaglia e Stefano Patuanelli che, con la professionale conduzione di Bruno Vespa, si confronteranno sul tema “Il vino al centro della ripresa economica”.
Il pomeriggio di sabato 26 marzo vedrà una tavola rotonda a cui parteciperanno Narciso Zanchetta, Ezio Rivella, Pietro Pittaro, Mario Consorte, Giancarlo Prevarin, per chiudere con il presidente in carica Riccardo Cotarella.
Seguirà un confronto su “La sostenibilità in vigneto e in cantina”. Parteciperanno il professor Ettore Capri dell’Università cattolica di Piacenza, Stefano Stefanucci, direttore di Equalitas e Giuseppe Ciotti, coordinatore del Sistema di qualità nazionale produzione integrata del Mipaaf. La conduzione è affidata al professor Vincenzo Gerbi, ordinario di Scienze e tecnologie alimentari presso l’Università degli Studi di Torino.
IL PROGRAMMA DEL 27 MARZO
Il congresso continuerà domenica 27 marzo con un programma di degustazioni. Alla presentazione di quindici vini provenienti da vitigni storici e particolari delle diverse regioni italiane, raccontati dai presidenti delle Sezioni Assoenologi insieme agli enologi che li hanno prodotti.
Seguirà una “verticale di Amarone” di cinque annate, la più vecchia sarà del 1967, condotta dal giornalista Luciano Ferraro e raccontata da Daniele Accordini e Andrea Lonardi, direttore tecnico della Cantina Bertani, artefice dei vini protagonisti di questa sessione.
Il 75° Congresso nazionale si svolge con il patrocinio del Ministero delle politiche agricole alimentari forestali, della Regione Veneto e del Comune di Verona. Partner istituzionali sono Consorzio Vini Valpolicela, Divinea, Veronafiere e Vinitaly.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Accelera il piano strategico di Veronafiere per Vinitaly 2022. La kermesse è in programma dal 10 al 13 aprile, con più di 4 mila aziende espositrici. La direzione, secondo quanto riferito da Verona, è quella del «tutto esaurito». Nella campagna già avviata, sono 60 i Paesi coinvolti dal programma di promozione, comunicazione e incoming targato dalla Spa fieristica e da Ice Agenzia.
Oltre a un investimento complessivo da 3 milioni euro, Veronafiere e l’ente di promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane condividono per Vinitaly 2022 «la selezione di una business list di 500 top buyer da tutto il mondo, a cui si aggiungeranno migliaia di operatori nazionali e internazionali».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Cosa succederà ai vini in vendita al supermercato nel 2022? Aumenteranno i prezzi a scaffale, in risposta all’incremento dei costi di produzione? Calerà la pressione promozionale? Sono solo alcune delle domande a cui hanno risposto i buyer di Conad, Coop e Carrefour, intervenuti in mattinata al webinar “Vino e bollicine nella distribuzione moderna: consuntivo 2021 e prospettive per il 2022”, organizzato da Vinitaly Veronafiere.
«Il mondo del vino italiano – ha spiegato Simone Pambianco, National Category Manager di Conad – sta vivendo una fase di sostanziale attesa inflattiva, a differenza di altre categorie Food, che si concretizzerà nel mese di marzo 2022».
Vini e spumanti, oltre a fattori legati al costo maggiore dell’energia e della logistica, saranno presto interessati dalla congiuntura della nuova vendemmia, che andrà ad aggiungersi e graverà sullo scenario generale dei prezzi. Conad cercherà di fare il suo meglio per difendere il potere di acquisto dei consumatori e consolidare gli acquisti nei nostri canali».
Secondo Pambianco, «la vera sfida interesserà il vino comune e i grandi formati, da litro e da litro e mezzo, tanto quanto la fascia alta. Il rischio di recessione è concreto e dovremo fare il nostro meglio per preservare la crescita registrata tra 2020 e 2021».
La categoria vini e spumanti, trainata da uno scenario di premiumizzazione della domanda, è stata netta nei supermercati Conad. Il segmento “superpremium”, dai 9 euro in su, è cresciuto di 3.5 punti nell’ultimo anno. Segnando un +30%, rispetto al +16% della category.
IL PUNTO VISTA DI COOP
Conferma tutto Coop Italia con Francesco Scarcelli, Responsabile Beverage nazionale. «Il vino a scaffale – ha sottolineato – non ha ancora registrato aumenti, ma solo perché non sono ancora entrati in vigore i nuovi listini. Prevedo quindi, a quel punto, una contrazione dei volumi di vendita.
A soffrire maggiormente sarà la fascia bassa. Dovremo essere bravi a capire il “punto prezzo” di determinate referenze e Denominazioni, che usciranno dalle loro fasce consuete. E attendere che il consumatore recepisca il nuovo posizionamento. Andrà cambiata anche la politica delle promozioni. In Coop riteniamo più giusto contenere al massimo l’inflazione sul continuativo, per tutelare l’acquisto quotidiano, al posto di aumentare la pressione promozionale».
La posizione di Scarcelli si riflette chiaramente sulle analisi settimanali della rubrica sui vini in promozione in Gdo targata Vini al Supermercato, sezione di winemag.it relativa al vino in vendita nella Grande distribuzione, presente sui volantini delle offerte delle maggiori insegne nazionali.
Da inizio anno, la maggior parte delle insegne ha ridotto il numero di referenze a volantino, posizionando vini di fascia bassa come “specchietto”. Un abbassamento del livello qualitativo medio dei vini in promozione che fa il paio con la premiumizzazione degli acquisti, sull’onda lunga delle chiusure Horeca che hanno riversato migliaia di consumatori tra le corsie del vino dei supermercati, altrimenti snobbate.
LA CONFERMA DELLE ANALISI DI VINIALSUPER
Un trend evidentissimo in Esselunga, come sottolineato dall’ultimo report di Vinialsuper, da cui sembrano discostarsi sostanzialmente solo insegne come Il Gigante e, in maniera ancor più netta, Carrefour Italia.
Gianmaria Polti, responsabile Beverage del colosso francese, ha di fatto confermato le analisi di Vini al Supermercato. «Il primo trimestre del 2022 – ha dichiarato – sarà molto difficile a livello di vendite, soprattutto a fronte dell’importante controcifra del 2021».
I prezzi a scaffale dei vini fermi mostrano un timido accenno di rimodulazione, ma non vedo una diminuzione della pressione promozionale in Carrefour. Tutte le attività in cui il vino è protagonista, ovvero volantini e cataloghi che vedono protagonista la corsia, sono confermate anche per il 2022».
L’insegna lavorerà piuttosto per far scoprire le nuove proposte, nel contesto di uno scaffale che è stato rimodulato negli ultimi mesi attraverso tagli e, ancor più, inserimenti di nuove referenze. Anche in esclusiva.
«C’è tanto affollamento a scaffale – ha evidenziato Gianmaria Polti – e in più si sommano gli elementi di discontinuità, come l’incremento dei costi delle materie prime. Ma a preoccupare noi operatori Gdo è soprattutto la domanda estera, a cui molte aziende stanno ricorrendo».
Un chiaro riferimento alla necessità, da parte delle cantine, di garantire alle insegne della grande distribuzione organizzata quantità costanti, nell’ottica di «salvaguardia degli accordi di servizio». Pena, il “de-listing” dall’assortimento.
VINO IN GDO, LE SFIDE DEL 2022: IL PUNTO DI VISTA DEI PRODUTTORI
Sono intervenuti al webinar anche Mirko Baggio, membro di Federvini e Responsabile Vendite Gdo Italia di Villa Sandi Spa (nella foto, sopra) e Robert Ebner, Unione Italiana Vini e Chief Sales Officer Management Board Executive di Mionetto Spa. Due player chiave nel mondo del Prosecco, che nel 2021 ha registrato crescite da capogiro, persino in Francia.
«Non dobbiamo dimenticare – ha sottolineato Baggio – che siamo ancora in pandemia e questo influenza i consumi. Combattiamo anche con il caro energia, che ha effetti sul potere d’acquisto dei consumatori. Tutti aspetti che ci portano a una conclusione: è necessario un riposizionamento di tutto il mondo vino».
Gli aumenti dei costi di produzione e dei trasporti sono talmente alti che molte aziende, tra cui Villa Sandi, si trovano a non poterli assorbire, perché superiori addirittura al margine medio per bottiglia di fine anno. Gli aumenti nostri rispecchiano queste voci. Le trattative (con la Gdo, ndr) sono in corso e forse dureranno in più, ma alla fine si troverà un compromesso».
Con gli aumenti che, sempre secondo Mirko Baggio, «saranno visibili a scaffale dopo Pasqua». «Probabilmente – aggiunge il manager – ne risentiranno di più i prodotti di fascia più bassa, come sottolineato dagli stessi category di Conad e Coop. Assisteremo dunque a una flessione dei volumi totali, ma una tenuta del valore finale di tutto il comparto».
MIONETTO: «BRAND AWARENESS A VANTAGGIO DELLE ROTAZIONI»
Si definisce «cautamente ottimista» anche Robert Ebner. «Tutte le cose buone – ha dichiarato durante il webinar – si costruiscono nel solco della continuità. Un elemento che in questo periodo manca.
Noi di Mionetto lavoriamo costantemente alla profilazione del nostro cliente e conosciamo il profilo del nostro consumatore. Credo che continueremo a camminare insieme, in un anno in cui vogliamo consolidare, consapevoli che non si possa far sempre festa e incrementare».
Poi, un occhiolino agli operatori della Gdo. «I partner della distribuzione – ha sottolineato Robert Ebner – devono poter contare sul lavoro dei produttori in termini di brand awareness e nei nostri investimenti in comunicazione, che aiutano a superare l’aumento. Devono poter contare sulla benzina che garantisca la rotazione a scaffale. Tutto sommato credo che potremo lavorare bene anche in questo 2022».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Il 75° Congresso nazionale di Assoenologi è stato rimandato al 2022. A confermarlo è lo stesso organismo presieduto da Riccardo Cotarella (nella foto). «L’appuntamento annuale degli enologi enotecnici italiani, annunciato per i giorni del 3, 4 e 5 dicembre prossimi, seppur con tanto dispiacere, è stato rinviato a marzo 2022», riferisce una nota.
La difficile decisione – si legge ancora – è stata all’unanimità assunta dal Cda di Assoenologi, dettata dall’inasprirsi della situazione pandemica, che non permetterebbe di vivere in tranquillità un evento così particolare come la annuale assise degli enologi ed enotecnici italiani».
«Stiamo lavorando sulle date del 4, 5 e 6 marzo – si affretta a precisare il presidente Cotarella – nella speranza di poter vivere tranquillamente e in sicurezza questo evento festoso, che segna anche i 130 anni della nostra associazione».
Il programma del 75° Congresso di Assoenologi sarà quindi riproposto «quasi fedelmente» a marzo, sempre a Veronafiere, con la presenza dei ministri Patuanelli, Garavaglia e Brunetta e i numerosi relatori. Rinviata, dunque, anche la festa (con cena di gala) prevista per i 130 anni dell’associazione e annunciata solo pochi giorni fa.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Riaperture e revenge spending determinano un nuovo record storico per le vendite di vino italiano. L’Italia figura tra i top 12 Paesi buyer esteri nel primo semestre 2021. Con le importazioni segnalate in crescita a valore del 7,1% sul pari periodo 2020. Cifra che sale al + 6,8% rispetto al 2019, in regime pre-Covid. Lo rileva l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor.
Si tratta degli ultimi dati doganali sulle importazioni dei 12 principali mercati mondiali della domanda di vino, che assieme valgono circa i 3/4 del totale export made in Italy. Per il vino del Belpaese, lo scatto di questo primo semestre rappresenta il trend di incremento più netto degli ultimi anni. Ma soprattutto controbilancia lo stop forzato del 2020. Con gli interessi.
Tra i 12 Paesi buyer di riferimento bene anche la domanda globale di vino, in crescita nell’ultimo anno dell’8,1%. La Francia vola a +26,2%. Ma, rispetto all’ultimo periodo pre-Covid (primo semestre 2019), è l’Italia che vince sulle principali piazze: +6,8%, a quasi 2,6 miliardi di euro, contro la Francia a +2% (oltre 3,3 miliardi di euro). Importazioni totali di vino, invece, ancora in terreno negativo: -1,7%, pari a quasi 10 miliardi di euro.
MANTOVANI (VERONAFIERE): «MERITO AGLI OPERATORI»
«Il settore è uscito, si spera definitivamente, da una crisi senza precedenti – evidenzia il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – grazie ai fondamentali dei suoi operatori, alla loro organizzazione commerciale e alla forza del brand tricolore».
Oggi, in particolare con i nostri vini simbolo, siamo al centro del fenomeno legato ai ‘consumi di rivalsa’ post-Covid: un effetto traino da intercettare e da cui ripartire consolidando ancora di più le quote di mercato».
PANTINI (NOMISMA WINE MONITOR):«REVENGE SPENDING SU FASCIA MEDIO-ALTA»
«Dall’analisi dei dati – ha detto il responsabile di Nomisma-Wine Monitor, Denis Pantini – emerge una sorta di ‘revenge spending’ che sta trainando il commercio mondiale di vino e che interessa i vini di fascia medio-alta, come desumibile anche dai prezzi medi all’import».
Una conferma a questa tesi arriva analizzando l’export dei Dop italiani e francesi, con i rossi Dop del Piemonte a +24% o i rossi Dop toscani a +20%. Tendenza ancora più evidente per i rossi a denominazione francesi, con il Bordeaux a +61% e il Borgogna a +59%, ma anche per gli sparkling d’Oltralpe, Champagne in primis, che volano a +56% nel mondo e a +70% negli Usa».
Quanto alle importazioni di vini tricolori nelle 12 principali piazze, sul 2020 l’Italia sovraperforma rispetto al mercato in Cina (+36,8%), in Germania (+9,3%) e in Russia (+29,4%), mentre è sotto la media negli Usa (+1%, ma sul 2019 l’incremento è di quasi il 6%), Uk (-0,4%) e Canada (+2,5%). Crescono le importazioni dei vini fermi (+6,9%, con il prezzo medio salito a +5,9%), mentre gli sparkling incrementano le vendite dell’11,1%, con una riduzione del prezzo medio del 4,8%.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Si chiama Vinitaly Special Edition ed è in programma a Verona dal 17 al 19 ottobre 2021 l’evento pensato da Veronafiere dopo l’annullamento della 54a edizione di Vinitaly.
«Un appuntamento b2b in presenza e sicuro – spiegano gli organizzatori – pensato e posizionato strategicamente come punto di arrivo delle prime iniziative commerciali all’estero al via dal 3 aprile in Cina, per poi ripartire con slancio verso il 54° Vinitaly, dal 10 al 13 aprile 2022».
«La Special Edition di ottobre 2021 – continua Veronafiere – ha l’obiettivo di riunire istituzioni, associazioni di filiera e aziende, coinvolgendole in un progetto di sistema che rappresenta il primo evento business del 2021 dedicato al settore vitivinicolo».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
«L’annullamento di Vinitaly 2021 era nell’aria, dato che le condizioni pandemiche non avrebbero permesso uno svolgimento regolare della manifestazione. Credo però che sarebbe opportuno comunque tentare di organizzare un’edizione speciale in giugno, tra presenza e digitale, per non perdere anche il colpo del 2021». È il commento di Christian Marchesini, presidente dei viticoltori di Confagricoltura Veneto.
Marchesini è anche il numero uno del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, che ha organizzato a fine febbraio la Valpolicella Annual Conference, grande evento digitale che ha coinvolto i professionisti del settore di tutto il mondo.
«È doveroso un ringraziamento alla dirigenza dell’Ente Fiera per l’impegno profuso nell’organizzare eventi collaterali – continua – tuttavia credo che la mancanza dell’edizione 2021 del Vinitaly rimanga una grandissima perdita»
Perciò sono convinto che, prendendo spunto anche dall’evento organizzato di recente dal Consorzio di tutela Valpolicella, in giugno si possa pensare a organizzare un Vinitaly in un mix tra digitale e in presenza, chiamandolo ad esempio Vinitaly New Edition, con tutte le aziende e i consorzi che vorranno partecipare.
Potrebbe essere un’occasione per ricordare a tutti che l’Italia del vino c’è, il Vinitaly c’è e che il mondo del vino è sempre disponibile a organizzare eventi che sostengano il sistema vitivinicolo».
Aggiunge Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto: Con la terza ondata del virus c’era il grande punto interrogativo sull’arrivo degli operatori stranieri e quindi la scelta di annullare la manifestazione, anche se dolorosa, era inevitabile. Due anni senza Vinitaly sono un colpo duro per il comparto, che sta già soffrendo per il blocco del canale Horeca.
Gli eventi collaterali che verranno organizzati sono importanti, ma non sono ovviamente la stessa cosa. Auspichiamo perciò di ripartire a pieno ritmo nel 2022, mettendoci a disposizione per contribuire a quella che dovrà essere un’edizione davvero speciale, che dia grande risalto al mondo del vino italiano».
Sul rinvio di Vinitaly 2021 interviene anche Piergiovanni Ferrarese, presidente dei Giovani di Confagricoltura Verona e Veneto: «Ringraziamo Veronafiere per la capacità di ascolto delle aziende in questi mesi di incertezza. I Giovani di Confagricoltura si mettono fin d’ora a disposizione per pensare a proposte concrete per quella che sarà l’edizione Vinitaly del 2022, che non potrà essere una copia del 2019, perché in questi due anni è cambiato il mondo, così come sono cambiati il mondo vinicolo e i consumatori».
«Dovrà cambiare di conseguenza il modo di fare esposizione – coclude Ferrarese – di presentare i prodotti e di coinvolgere gli operatori esteri. Occorre progettare un’edizione innovativa, capace di riportare il sistema vino italiano al centro dell’attenzione dei consumatori».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Veronafiere posticipa al 2022 la 54° edizione di Vinitaly, Salone internazionale dei vini e dei distillati, in calendario dal 10 al 13 aprile del prossimo anno.
Le permanenti incertezze sullo scenario nazionale ed estero e il protrarsi dei divieti ci hanno indotto a riprogrammare definitivamente la 54° edizione della rassegna nel 2022 – ha detto Maurizio Danese, presidente di Veronafiere SpA – Si tratta di una scelta di responsabilità, ancorché dolorosa; un ulteriore arresto forzato che priva il vino italiano della sua manifestazione di riferimento per la promozione nazionale e internazionale».
«In attesa che lo scenario ritorni favorevole – conclude Danese – Vinitaly continua a lavorare congiuntamente con tutti i protagonisti anche istituzionali del settore, a partire dal ministero delle Politiche agricole e Ice-Agenzia oltre a tutte le associazioni e le categorie, per continuare a supportare la competitività del vino made in Italy sia sul mercato interno che sui Paesi già proiettati alla ripresa, Usa, Cina e Russia in primis».
In quest’ottica, prosegue il Ceo di Veronafiere, Giovanni Mantovani: “Confermiamo OperaWine con la presenza di Wine Spectator e delle top aziende del settore individuate dalla rivista americana per il 10° anniversario dell’iniziativa che rimane in programma il 19 e 20 giugno prossimo a Verona».
«L’evento, tutto declinato alla ripartenza del settore, grazie alla partecipazione di stampa e operatori nazionali e internazionali – commenta Mantovani – farà anche da collettore e traino a tutte le aziende del vino che vorranno partecipare a un calendario b2b che Veronafiere sta già approntando».
Operawine sarà preceduta, sempre a giugno, dal Vinitaly Design international packaging competition (11 giugno) e da Vinitaly 5 Stars Wine The book (16-18 giugno). Mentre la Vinitaly International Academy (21-24 giugno) chiuderà gli eventi estivi in presenza.
Tra le novità anche un evento eccezionale di promozione a forte spinta istituzionale a ottobre prossimo e che traghetterà il settore alla 54° edizione di Vinitaly nel 2022. «Si tratta di Vinitaly-edizione speciale – aggiunge Mantovani – una manifestazione rigorosamente b2b che segnerà la ripresa delle relazioni commerciali nazionali e internazionali in presenza a Verona dal 16 al 18 ottobre».
«Vogliamo mantenere viva l’attenzione del mondo sul vino italiano, uno degli ambasciatori più significativi del Made in Italy – afferma, presidente di Ice Agenzia, Carlo Ferro – Le iniziative messe in campo da Veronafiere per mantenere il file-rouge tra Vinitaly 2019 e 2022, con l’edizione di Vinitaly-edizione speciale e le altre manifestazioni che faremo insieme hanno questo obiettivo».
In attesa della ripresa degli eventi fisici nel nostro Paese, Vinitaly prosegue in presenza sui mercati internazionali, a partire dalla Russia con le tappe a Mosca e a San Pietroburgo in programma dal 23 al 25 marzo. Dal 3 al 6 aprile sarà la volta di Vinitaly Chengdu e poi a giugno di Wine to Asia (Shenzhen, 8-10 giugno).
Sarà ancora la Cina ad aprire con il road show il calendario estero autunnale di Vinitaly (13-17 settembre) prima di trasferirsi in Brasile per la Wine South America (22-24 settembre). Veronafiere, inoltre, mette a disposizione il proprio know how per realizzare ulteriori eventi di promozione in altri mercati obiettivo per il settore.
I COMMENTI DELLE ORGANIZZAZIONI DELLA FILIERA VINICOLA
La decisone dello spostamento di Vinitaly è stata condivisa con le organizzazioni e associazioni della filiera vitivinicola e agricola.
«Prendiamo atto della decisione di posticipare la 54ª edizione di Vinitaly al 2022 – afferma il coordinatore del settore vitivinicolo di Alleanza cooperative agroalimentari, Luca Rigotti – Una scelta certamente non facile ma che, alla luce dell’attuale situazione sanitaria, è in linea con quanto auspicato dall’Alleanza delle Cooperative Italiane-Agroalimentare».
Per il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, «la decisione assunta da Veronafiere di posticipare al 2022 la 54° edizione di Vinitaly va nella direzione suggerita dalla filiera del vino, ma soprattutto tiene conto del perdurare di una situazione di grave difficoltà generata dall’emergenza pandemica, che non ha ancora trovato una risposta risolutiva nella vaccinazione».
«È necessario da parte del mondo del vino – prosegue Cotarella – farsi trovare pronto al giorno della ripartenza dei mercati e quindi è molto importante tenere alta l’attenzione anche con manifestazioni capaci di creare relazioni nazionali e internazionali e interesse verso il nostro settore».
«Ma ancora più importante – conclude il presidente di Assoenologi – sarà il sostegno che il governo italiano e l’Europa sapranno mettere in campo a favore dell’intero agroalimentare che, dopo oltre un anno di pandemia, sta accusando il peso della crisi al pari degli altri settori dell’economia nazionale».
«La pandemia ancora morde e costringe a un ulteriore rinvio degli eventi in presenza, ma siamo pronti a lavorare insieme al Vinitaly per supportare, in questa fase difficile, un comparto prezioso per l’agroalimentare con una produzione del valore di circa 12 miliardi di euro e una reputazione imbattibile», dice presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino.
«La decisione di Veronafiere, benché dolorosa, va nella giusta direzione – commenta presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti – Apprezziamo in particolare la capacità di resilienza e di proposta variegata in un momento molto difficile per il comparto vino».
Per il presidente di Copagri, Franco Verrascina, «la scelta di Veronafiere, seppure dolorosa, conferma la serietà dell’ente fieristico e la volontà di sostenere i viticoltori al meglio in questo momento critico. Ci mettiamo a disposizione per collaborare ed essere al fianco di Veronafiere nel programmare sia la 54ª edizione di Vinitaly che per l’evento speciale di ottobre, dando un segnale al mondo vitivinicolo per la promozione e valorizzazione dei grandi vini italiani».
«È un grande dispiacere l’annuncio del rinvio, ma la realtà della pandemia non lascia spazio ad ipotesi alternative: abbiamo difficoltà a programmare viaggi e contatti, avremmo difficoltà nell’accogliere gli ospiti negli stand – afferma Sandro Boscaini, presidente di Federvini – ma il secondo rinvio amplia il vuoto che Vinitaly lascia».
«Riteniamo – dice il presidente di Unione Italiana Vini (Uiv), Ernesto Abbona – che sia fondamentale in questo difficile momento tenere acceso il motore della promozione e perciò appoggiamo l’intenzione di Vinitaly di sostenere il settore anche nel corso di quest’anno attraverso l’organizzazione di eventi mirati in favore del business e dell’immagine internazionale del vino tricolore».
«Chiediamo al Governo – chiosa Riccardo Ricci Curbastro, presidente di Federdoc – di considerare il grande danno economico che questa decisione comporta e di prevedere aiuti concreti per mantenere alta la competitività internazionale del nostro settore fieristico».
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
I 222 miliardi di euro del Recovery Fund? Dovranno servire ad aiutare anche le imprese del vino, che hanno giacenze di magazzino importanti per via delle chiusure della ristorazione internazionale. È quanto sottolineato dal presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in collegamento poco fa alla Valpolicella Annual Conference 2021. Non solo.
«Gli operatori dell’Horeca sono stati massacrati – ha aggiunto Zaia – ma rappresentano il settore in sui le nostre imprese vitivinicole generano il loro fatturato. Dobbiamo mettere le imprese nelle condizioni di ripartire. Non si capisce poi perché la ristorazione debba rimanere chiusa la sera, come se il virus, come Dracula, col buio uscisse allo scoperto».
Zaia ha poi affrontato il nodo dei vaccini: «Alla fine avrò ragione io. Sono della teoria che “male non fare, paura non avere”, per questo bisogna andare al Vedo. Non è possibile che 20 intermediari continuino a dire che i vaccini ce li hanno».
«Con questo ritmo – ha concluso Zaia alla Valpolicella Conference – finiremo di vaccinare tra 2 anni, mentre noi in 100 giorni saremmo in grado di vaccinare 5 milioni di veneti. Serve fare in fretta perché chi si vaccina per primo acquisirà i mercati».
Restando in Veneto, il presidente del Consorzio tutela Vini Christian Marchesini ha annunciato un «accordo con un noto istituto bancario, grazie al quale sarà garantito del credito alle piccole imprese in difficoltà, non meno di 258 cantine sulle 329 totali.
I dettagli saranno forniti nelle prossime settimane, ma potrebbe trattarsi di una misura simile a quella intrapresa nelle Langhe dal Consorzio di Tutela di Barolo e Barbaresco.
LA RIPRESA
Sul fronte delle tempistiche della ripresa, da segnalare le differenti visioni di Veronafiere e Unione italiana vini. Mentre Giovanni Mantovani, general manager di Veronafiere, continua a ritenere strategico lo svolgimento di Vinitaly dal 20 al 23 giugno prossimi, il segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti, individua nella fine del 2022 il momento nel quale si riuscirà a uscire dalla pandemia, tornando alla situazione pre Covid-19.
«Il sistema sta reggendo – ha affermato Castelletti – dal momento che il settore vitivinicolo italiano è fatto di aziende ben patrimonializzate. Ma il perdurare della crisi le porterà in sofferenze. Per questo, il migliore auspicio è una pronta ripresa dell’Horeca: un segmento che, su scala mondiale, vale 176 miliardi di dollari, ovvero il 52% del valore complessivo. Calcoliamo che il danno cumulato dal 2020 al 2022 supererà i 100 miliardi di dollari».
Castelletti ha annunciato inoltre un incontro con il ministro Patuanelli, in cui Uiv ribadirà – tra gli altri argomenti – la sua contrarietà al divieto di asporto di vino da parte delle enoteche, dalle ore 18.
VINITALY 2021
«Stiamo registrando da parte di nostri interlocutori sui mercati europei e internazionali una grande aspettativa di poter partecipare a Vinitaly, perché Vinitaly manca», ha sottolineato Giovanni Mantovani intervenendo alla Valpolicella Annual Conference.
Pensiamo a un Vinitaly a fine giugno diverso da quello visto in passato a cui hanno preso parte oltre 100 mila visitatori. L’intensità sarà diversa da quella a cui siamo abituati».
«Una manifestazione – ha precisato Mantovani – in cui a partire dagli stand, ovvero allo spazio riservato agli espositori, ci sia il più grande rispetto delle misure di distanziamento e, in generale, sia garantita la massima salubrità per le persone».
«Per cogliere il vantaggio competitivo con i mercati già vaccinati, immaginiamo un evento molto focalizzato a ospitare buyer selezionati dall’Europa e soprattutto capace di guardare con molta attenzione ai mercati extraeuropei che potranno essere presenti in quel momento», ha concluso il rappresentante di Veronafiere.
FRONTE EUROPA
Sempre alla Valpolicella Wine Conference, l’intervento dall’europarlamentare Paolo De Castro, sul tema dei dazi Usa, del piano anti cancro della Commissione Ue, e sulla Brexit, definita «una enorme sciocchezza dei cittadini britannici, che noi comunque rispettiamo per la loro decisione».
«Sul tema dei dazi Usa-Ue – ha detto il primo vice presidente della commissione Agricoltura – proprio in questi giorni abbiamo avuto un confronto in commissione con il responsabile del Commercio, Valdis Dombrovskis che ha assicurato l’impegno europeo per una moratoria di 6 mesi su tutti i dazi che intercorrono tra i 2 alleati. La speranza è ora che la richiesta europea sia accolta dall’amministrazione Biden, con cui lavoreremo non appena la sua squadra si insedierà definitivamente».
Sul discusso piano anticancro delle Commissione Ue, che punirebbe alcolici e carni rosse, equiparandole a sigarette p bevande gassate ricche di zuccheri: «Si tratta di un piano sacrosanto che però può avere declinazioni pericolose per alcuni prodotti del made in Italy e della dieta mediterranea, come carne rossa e vino».
Abbiamo in atto una serie di iniziative a partire da quella importante in programma nei prossimi giorni a Bruxelles assieme a Coldiretti e Filiera Italia con esperti da tutta Europa per far capire quanto è importante affrontare questo tema in maniera seria.
Come Parlamento europeo e commissione Agricoltura lavoreremo per evitare che ci siano conseguenze sia sul versante promozione che sull’etichettatura su un piano che a oggi non ha alcuna proposta legislativa”.
Sul nodo della la Brexit, che per Paolo De Castro «si sta rivelando un dramma, non solo per noi ma soprattutto per i britannici, che se ne stanno accorgendo ogni giorno di più, registriamo molte problematiche di ordine burocratico-amministrative, quali strascichi che a fronte del positivo no-deal».
L’europarlamentare ha infine annunciato che con l’Intergruppo vino ha richiesto «una sospensione fino alla messa a sistema di una piattaforma elettronica per i certificati di esportazione, accettati ora solo in forma cartacea, che risolva i grandi problemi che stiamo accusando nell’export vitivinicolo».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
«Un evento per la ripartenza nel segno del business, di respiro internazionale e altamente profilato che chiama a raccolta il mondo del vino, in un’area espositiva sicura di 300 mila metri quadrati». Con queste parole Veronafiere conferma le date di Vinitaly 2021 (20-23 giugno 2021 a Verona) e sintetizza i perché del sì alla kermesse.
Una «sintesi progettuale», quella della 54ª edizione di Vinitaly, che avrà come prologo il decennale di OperaWine, previsto per il 19 giugno. «Un’edizione focalizzata sul rilancio del settore e sulla ripresa delle relazioni commerciali in presenza», sostiene ancora Veronafiere.
Prolungate dunque le tempistiche per l’adesione alla rassegna: c’è tempo fino al 12 aprile, quasi un mese e mezzo in più rispetto all’ultimatum precedente, che fissava il termine ultimo al 1 marzo.
Al vaglio, secondo rumors di WineMag.it, un programma per la gestione in sicurezza degli spazi: ingressi contingentati a un massimo di 45 mila persone al giorno e misure pratiche per il distanziamento. Consentita, sempre secondo rumors, una persona ogni 4 metri quadrati agli stand.
Un aspetto che dovrebbe convincere diversi attori (vedi i Consorzi Toscani di Avito, nonché la Federazione italiana vignaioli indipendenti – Fivi) a non sbilanciarsi ulteriormente in queste settimane, lasciando (presumibilmente) la porta aperta a Vinitaly 2021.
«Sarà un Vinitaly unico – commenta il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese – in cui ognuno sarà chiamato a fare la propria parte per richiamare la centralità del vino italiano nel mondo: organizzatori, imprese, istituzioni, media che vorranno parteciparvi lo potranno fare nella consapevolezza dell’importanza di partecipare a un evento live».
Veronafiere, che continua a osservare l’evoluzione degli scenari sui mercati di riferimento attraverso la rete dei propri partner e rappresentanti esteri. I contatti con le autorità preposte «sono costanti».
Nodo delicatissimo è quello degli incoming di buyer e operatori. Vinitaly, in partnership con Ice Agenzia, sta mettendo in campo ingenti investimenti su «un progetto flessibile, modulabile in base agli scenari e in grado di intercettare tutti i cambiamenti sul fronte internazionale che potranno verificarsi nei prossimi 4 mesi».
Vinitaly 2021 ha infatti come obiettivo primario «una importante azione di incoming di operatori e buyer dai principali paesi target dell’area Ue». Focus anche sulla ripresa del mercato interno con il coinvolgimento di buyer e di stakeholder delle filiere strategiche per la vendita e il consumo di vino italiano.
«Vinitaly 2021 resta fortemente focalizzato sul b2b – ribadisce il Ceo di Veronafiere, Giovanni Mantovani – opportunamente selezionato e invitato. L’Italia e l’Europa sono i mercati di maggior produzione e consumo al mondo. Se le condizioni saranno favorevoli, siamo già pronti a intervenire anche sulla domanda extra europea, a partire da quella Usa.
È già iniziata la programmazione con ICE per l’incoming e l’obiettivo è quello di assicurare la presenza di buyer e operatori alla manifestazione. Tutto il mese di marzo sarà dedicato a incontri con le aziende ed allo sviluppo delle relazioni con i mercati».
In quartiere e tra gli stand, riferisce Veronafiere, «la parola d’ordine è e sarà sicurezza, in totale osservanza delle disposizioni previste dal protocollo elaborato da Aefi (Associazione esposizioni e fiere italiane) adottato da tutti i soggetti fieristici e ulteriormente integrato e rafforzato dalla Spa di viale del Lavoro».
Anche il layout di Vinitaly 2021, da quello di manifestazione fino agli stand delle singole aziende, risponderà ai criteri stabiliti dai protocolli safety care. È stato attivato per gli espositori, inoltre, un servizio gratuito di consulenza e assistenza con un team di architetti per la progettazione in sicurezza degli spazi e delle aree espositive, anche con modalità innovative.
La sanificazione continua dei padiglioni e delle attrezzature, 400 telecamere di sorveglianza e monitoraggio anti-assembramento collegate a una centrale operativa, un presidio medico diagnostico in tempo reale e dotato di tutti i servizi necessari, garantiscono la presenza fisica nell’area espositiva in sicurezza. Infine, è stato integrato tecnologicamente il sistema di climatizzazione che permette il controllo di temperatura, umidità su tutta l’area espositiva interna, con ricambi d’aria gestiti secondo i migliori standard.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Tiene banco la questione Vinitaly sì – Vinitaly no, nel flashback in bianco e nero che riporta dritti allo scorso anno. Dopo i rumors su Avito, il “Consorzio dei Consorzi” del vino della Toscana, intenzionato a chiedere l’annullamento dell’edizione 2021, è Regione Lombardia a esporsi su Vinitaly 2021. Con un sì condizionato dalle misure di sicurezza, da garantire anche attraverso una revisione degli spazi e della logistica.
«Vinitaly – commenta Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Regione Lombardia – è un evento internazionale che rappresenta un punto fermo nel panorama fieristico italiano. Non dobbiamo però perdere di vista l’obiettivo della manifestazione: consentire alle aziende vitivinicole di fare business».
La Regione Lombardia – continua – sta attendendo la decisione degli organizzatori. Probabilmente il periodo della seconda metà di giugno non è quello più funzionale alle esigenze aziendali dei produttori.
Ma se l’organizzazione dovesse decidere di procedere garantendo la sicurezza di espositori e visitatori, la Lombardia ci sarà e studierà tutte le possibili soluzioni logistiche per permettere la giusta valorizzazione commerciale dei vini del territorio».
Rolfi precisa infine di «non escludere anche una ricollocazione negli spazi fieristici». «Ricordo che nella nostra regione si produce per il 95% vino che va a Doc, Docg e Igt – conclude l’assessore – quindi riteniamo che ogni manifestazione debba essere una vetrina corretta per dare valore ai nostri prodotti».
Secondo le voci raccolte da WineMag.it tra i produttori e gli stakeholder, il maggiore timore è quello di un’edizione di Vinitaly in sordina. Disertato dai buyer e dagli operatori, impegnati in altre attività prioritarie per la ripartenza, nel mese di giugno.
Negli Usa, pochi hanno già pianificato un viaggio a Verona per partecipare alla kermesse e il tema Vinitaly sì – Vinitaly no non risulta «neppure in agenda per le prossime settimane». Valige nell’armadio anche in Europa, dove regna il medesimo scetticismo.
Tra i buyer e i produttori si cita peraltro come esempio virtuoso ProWein, con Messe Düsseldorf GmbH che ha comunicato già il 3 dicembre 2020 la propria intenzione di annullare l’edizione 2021, dando appuntamento al 2022.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Rinvio di Vinitaly 2021 al 2022. È quanto si appresterebbero a chiedere i Consorzi del Vino della Toscana a Veronafiere, secondo rumors giunti alla redazione di WineMag.it. La decisione sarebbe stata presa nel contesto di una riunione di Avito, il “Consorzio dei 16 Consorzi” del vino toscano Dop e Igp, nato nel 2016.
Un organismo con un peso specifico rilevante nel comparto, in grado di racchiudere circa 5 mila imprese e oltre 20 mila addetti, con un fatturato che supera 1 miliardo di euro.
Una presa di posizione potrebbe condizionare l’intera filiera, in attesa che altri si espongano ufficialmente sull’edizione di Vinitaly 2021, in programma dal 20 al 23 di giugno.
In particolare, l’ultima settimana di Febbraio è fissata la riunione di Federdoc. Discussione aperta sul rinvio al 2022 di Vinitaly anche nella Fivi, che sta sondando internamente le opinioni dei vignaioli indipendenti. Già lo scorso anno, la Federazione guidata da Matilde Poggi aveva bocciato l’ipotesi di un Vinitaly “Summer Edition“.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
È tutt’altro che scontata la presenza dei vignaioli Fivi a Vinitaly 2021, quantomeno al completo o in crescendo di adesioni, come nelle passate edizioni. La messa in scena di “Fivitaly” 2021, dal 20 al 23 giugno prossimi a Verona, dipende dalla decisione delle singole cantine e non dal direttivo della Federazione italiana vignaioli indipendenti.
A chiarirlo è la presidente Matilde Poggi, raggiunta telefonicamente da WineMag.it. «Alcuni soci ci hanno confermato di aver ricevuto la mail con la richiesta di conferma della partecipazione entro il 1 marzo, altri no», commenta la patron de Le Fraghe.
«Abbiamo avviato una consultazione interna per capire come intendano muoversi i soci in vista di Vinitaly 2021 – aggiunge – ma resta il fatto che i rapporti sono tra Veronafiere e singole aziende, non tra Veronafiere e Fivi».
«In sostanza – precisa ancora Poggi – Fivi non acquista come Federazione lo spazio espositivo per poi rivenderlo ai soci. Siamo tutti sotto lo stesso tetto, ma i rapporti per gli spazi sono tra singole cantine e Fiera di Verona».
Secondo rumors di WineMag.it, Veronafiere avrebbe addirittura proposto uno sconto del 5% ai vignaioli. E sul fronte della sicurezza e delle misure anti contagio e distanziamento, una presenza ai banchi a giorni alternati.
Del resto, l’ultima volta di Fivi a Vinitaly è stata un successo. Nel 2019 sono state infatti ben 212 le adesioni alla più importante manifestazione fieristica dedicata al vino in Italia. L’appuntamento al padiglione 8, in uno spazio di ben 1.200 metri quadrati, è stato accolto grande favore dal pubblico di professionisti.
Nel 2018, anno in cui la Federazione ha spento le dieci candeline dalla fondazione, i vignaioli presenti erano 158, dislocati su 830 metri quadri. Senza il Covid-19, il 2020 sarebbe stato l’anno della definitiva consacrazione di Fivitaly, spinto dal successo dell’epica tre giorni del Mercato di Piacenza (22.500 accessi dal 23 al 25 novembre 2019).
Fivi si è invece resa protagonista – per l’esattezza con alcune frange interne – delle più acri proteste nei confronti dell’edizione 2020 di Vinitaly. Contestatissima anche la decisione di rinviare la kermesse a giungo 2020, con tanto di presa di posizione ufficiale della presidente Matilde Poggi, favorevole a un rinvio definitivo al 2021.
Il 10 marzo dello scorso anno, in occasione di un confronto con i vertici di Veronafiere e i rappresentanti di altre associazioni di filiera, Fivi faceva presente che «al di là dell’emergenza sanitaria, giugno è un mese in cui il lavoro in vigna è tanto», sottolineando «l’effettiva difficoltà delle cantine a conduzione familiare di essere fisicamente presenti».
Il sondaggio interno voluto dai vertici della Federazione aveva quindi confermato le perplessità. La quasi totalità dei vignaioli aveva propeso per la bocciatura della “Summed Edition” di Vinitaly. Per la seconda barricata, pare solo questione di giorni.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Annullata Prowein 2021. Cambia qualcosa per Vinitaly 2021, le cui nuove date sono state di recente fissate al 20-23 giugno 2021? Una domanda a cui Veronafiere non risponde con dichiarazioni ufficiali, lasciando così aperte tutte le possibilità per la 54a edizione: “No comment”.
Un silenzio che dimostra quanto sia noto agli organizzatori il dibattito in corso all’interno della filiera del vino italiano, in merito alla scelta di chiamare tutti a raccolta a Verona, all’inizio della prossima estate.
L’annuncio delle nuove date di Vinitaly 2021 da parte di Veronafiere, infatti, ha scatenato non poche critiche da parte di cantine, operatori Horeca e professionisti del settore Wine e Spirits italiano. Gli stessi che, invece, giudicano positiva la scelta prudente di Messe Düsseldorf, resa pubblica meno di 24 ore fa, dopo giorni di rumors.
“Non abbiamo preso questa decisione alla leggera – ha spiegato Erhard Wienkamp, amministratore delegato della Messe Düsseldorf GmbH – abbiamo soppesato con molta attenzione gli argomenti a favore e contro una fiera in questi tempi di pandemia, in stretta e approfondita consultazione con i nostri partner ed espositori. Il fattore decisivo per noi è stato l’interesse degli espositori e dei visitatori“.
In questo contesto la tempistica della decisione ha giocato un ruolo decisivo: “Gli espositori – continua Wienkamp – possono ora concentrarsi sulle prossime date della ProWein e predisporre la preparazione. Con questa mossa garantiamo la sicurezza della programmazione, necessaria per il successo dell’azienda”.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Vinitaly 2021 si terrà dal 20 al 23 giugno 2021, a Verona. A comunicare le nuove date della 54ª edizione del Salone internazionale dei vini e dei distillati è Veronafiere. La kermesse si terrà in contemporanea con Enolitech e Sol&Agrifood. OperaWine 10th year anniversary Wine Spectator sarà il 19 giugno 2021.
Dopo l’annullamento di Vinitaly 2020, Vinitaly 2021 era stato programmato dal 18 al 21 aprile dagli organizzatori, in accordo con le associazioni di filiera. Pochi minuti fa l’ulteriore rinvio di due mesi.
“La decisione – riferisce Veronafiere – è il risultato di un’attenta verifica, anche con le più autorevoli istituzioni in grado di formulare previsioni attendibili sulla curva pandemica ed è stata presa dopo uno specifico sondaggio di mercato”.
“Lo spostamento a giugno – dice Maurizio Danese, presidente di Veronafiere Spa – è in linea con la revisione del posizionamento dei calendari delle principali fiere internazionali italiane ed estere”.
“Il consiglio di amministrazione della Fiera ed i soci hanno fatto una scelta ponderata in base alle informazioni più attendibili in campo medico, considerando anche l’incoming di buyer extra europei. Stiamo inoltre lavorando con la Fondazione Arena che organizza la stagione lirica e la città di Verona per offrire ai nostri ospiti internazionali un’edizione imperdibile”.
“Vinitaly con OperaWine e le rassegne concomitanti – sottolinea Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere Spa –, si svolgeranno in un contesto temporale in cui il governo avrà avuto il tempo di predisporre le procedure di ingresso dei buyer internazionali nel nostro Paese”.
“Nello stesso tempo in Europa vi saranno altri eventi rivolti alla promozione del settore vinicolo. Si tratta di una decisione strategica e sinergica per consentire agli operatori del mercato e dell’informazione, soprattutto quelli provenienti da Asia e USA, che sono tra i principali visitatori delle nostre rassegne, di poter ottimizzare la loro partecipazione con un solo spostamento”.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
L’analisi a cura dell‘Osservatorio Vinitaly- “Focus mercati – consumi e previsioni import 2020” presentata oggi al wine2wine di Veronafiere, nel corso dell’evento di confronto della filiera con i vertici delle associazioni di rappresentanza e l’Ice, mostra come la pandemia condiziona il commercio mondiale di vino.
Per l’Italia, che nel 2020 chiuderà il proprio export con un -4,6% a valore (6,1 miliardi di euro) sull’anno precedente, gli effetti saranno complessivamente più leggeri rispetto al trend globale (-10,5%) e ancora di più sul principale player del settore, la Francia, costretta a rinunciare al 17,9% delle proprie esportazioni.
Un quadro confortante se si considera l’aumento delle quote di mercato guadagnate dal vigneto Italia; allarmante se si considera l’asimmetria di un dato generale che cela forti ribassi in diverse fasce, a partire dalle piccole imprese ad alto tasso qualitativo.
Il dato generale – ha dichiarato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – sulle stime previsionali dimostra come l’Italia sia stata in grado di opporre anticorpi efficaci alla crisi. Il rapporto qualità-prezzo, una più variegata diversificazione dei canali di vendita e lo scampato pericolo dei dazi aggiuntivi negli Stati Uniti hanno consentito di ridurre le perdite all’estero”.
“Il rovescio della medaglia è fatto di tante piccole e medie aziende del vino che, al contrario delle altre, hanno perso i propri riferimenti commerciali, in particolare dell’horeca, e stanno pagando uno scotto molto più rilevante della media. È questo segmento, decisivo per il nostro made in Italy, che occorrerà salvaguardare sin da subito”.
In termini assoluti, la contrazione del valore delle importazioni mondiali di vino stimata (su base doganale) sarà di oltre 3 miliardi di euro rispetto al 2019, soprattutto per effetto delle mancate vendite per oltre 1,7 miliardi di euro del suo market leader, la Francia. Il forecast sull’Italia si ferma invece a -300 milioni di euro, complice anche il boom (+15%) delle esportazioni nel primo bimestre dell’anno, che ha attenuato il passivo.
ITALIA, TIPOLOGIE A CONFRONTO: SPARKLING PEGGIO DEI FERMI DOPO 11 ANNI
Tengono, e talvolta incrementano, le aziende italiane maggiormente presenti sui canali di vendita della Gdo, spesso imprese di dimensioni medio grandi con numeri importanti. Calano invece, anche oltre il 50%, le medio-piccole orientate sui canali retail e nell’horeca. E gli sparkling, (-5,7%) simbolo del fuori casa e della festa, fanno peggio dei fermi (-4,5%) per la prima volta dopo 11 anni (2009). Giù il prezzo medio all’export dell’intera categoria di oltre il 9%, mentre i fermi perdono il 2%.
Uno dei principali rischi – sottolinea il responsabile dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini – che derivano dalla riduzione delle importazioni nei top mercati di sbocco, unito alla diminuzione della domanda sul mercato nazionale, è quello di un decremento dei prezzi di vendita dei nostri vini che vanificherebbe tutti gli sforzi messi in campo in questi anni per un miglior posizionamento di prezzo delle nostre produzioni, con effetti a catena su tutte le imprese e denominazioni”.
“Un rischio concreto, se si pensa che quasi 2 aziende intervistate su 10 nell’indagine qualitativa hanno dichiarato che per contrastare la riduzione degli acquisti e delle forniture stanno pensando a sconti/promozioni per attirare la clientela”.
I TREND PER PAESE
Il -4,6% a valore per il vino italiano è frutto delle stime previsionali sui principali mercati del commercio mondiale del vino, oltre ai focus realizzati in alcuni tra i principali Paesi buyer analizzati (Usa, Germania, Uk, Cina, Giappone, Russia e Australia).
Il Belpaese riuscirà a contenere le perdite e a incrementare sensibilmente le quote di mercato nei suoi 2 principali mercati chiave, gli Stati Uniti (-2% a valore, a 1,7 miliardi di euro) e la Germania (-3%, a 918 miliardi di euro). Un risultato che rappresenta una mezza vittoria se si considera che il calo generale delle importazioni statunitensi (-10,1%, con la Francia a -23%) è di 5 volte superiore al dato italiano, mentre per la Germania la variazione media dell’import è del -7,7%.
Stop significativo invece nel Regno Unito, sempre più lontano dalle forniture europee, con i produttori di Italia e Francia che perderanno rispettivamente il 12,1% e il 16,7%, a fronte di una variazione positiva della domanda sul “Nuovo mondo” di quasi il 5%.
Prosegue la contrazione del mercato cinese (-32% sul prodotto Italia, -29% la variazione totale) e di quello giapponese, che vira in negativo (-15,1%) dopo l’exploit del 2019, così come il Canada (-7,7%). Giù anche la domanda australiana (-3,8%) e russa, che con un valore previsto di 279 milioni di euro segnerà un calo per il vino tricolore del 7,5%.
La performance italiana risulta infine generalmente meno deficitaria rispetto ai competitor grazie alla tenuta di alcune piazze di peso, come la Svizzera (+4,3%) e la Svezia (+2,2%) tra le pochissime a presentare luce verde.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Solo un’azienda vitivinicola italiana su 10 aumenterà il proprio business nel 2020, mentre per oltre 7 su 10 le vendite totali vireranno in negativo. È quanto emerge dall’indagine dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor presentata nel corso del Summit internazionale “Il futuro del vino: visioni differenti, unica prospettiva“.
È difficile commentare dati le cui cause non riflettono il reale stato di salute del vino italiano – afferma il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – ma un’epidemia mondiale in cui tra l’altro il vino italiano sta pagando la metà delle perdite rispetto ai propri competitor. Il nostro settore avrà tutti i fondamentali per ripartire, a patto che le scelte siano corali e si attui una promozione di bandiera all’altezza della notorietà globale del brand tricolore. Una comunicazione istituzionale cui abbinare eventi italiani legati al trade del vino nel mondo”.
Secondo l’indagine, svolta su un panel di 165 aziende (4 miliardi di euro il fatturato cumulato, di cui 2,5 miliardi relativi all’export, circa il 40% del totale Italia), la generale difficoltà delle imprese è il combinato dei cali nei canali horeca – in rosso nel 91% dei casi -, nel dettaglio specializzato – per 3 produttori su 4 -, dell’export – per il 63% delle aziende – e della vendita diretta in cantina, il cui gap è generato anche dalla fortissima contrazione degli arrivi enoturistici stranieri, in diminuzione per l’87% degli intervistati.
A fare da parziale contraltare, le vendite nella Gdo italiana – in crescita per il 51% dei rispondenti – e il boom dell’online, riscontrato da 8 operatori su 10. Il quadro dell’export, nonostante l’Italia abbia sofferto meno dei propri competitor, è comunque a tinte fosche: il 63% vede rosso, mentre le aziende in crescita sono solo il 18%.
Tra i top 10 mercati maggiormente in difficoltà, Regno Unito e Stati Uniti sono le aree più critiche, in contrazione per il 60% del campione. A seguire, Giappone, Australia, Cina, Germania, Canada, Russia e Svizzera, in uno scenario globale che vede 9 piazze su 10 in negativo, con la sola Svezia a luce verde.
La pandemia ha ulteriormente messo in luce le problematiche strutturali e dimensionali di cui soffre il nostro sistema produttivo – dice il responsabile dell’sservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini – Con la chiusura dell’Horeca e la ridotta diversificazione dei mercati e dei canali di vendita, sono soprattutto le imprese vinicole più piccole a pagare il conto più salato di questo scenario di crisi dominato dall’incertezza”.
“Un conto che non è certo più leggero anche per le imprese più dimensionate, ma che tuttavia potendo contare su strutture commerciali, finanziarie e patrimoniali più robuste, dimostrano una resilienza indubbiamente più elevata”.
Stando all’analisi del campione, rappresentativo per fatturato ed export, sono infatti le piccole imprese (sotto il milione di euro) a scontare gli indicatori peggiori, con vendite in rosso nell’81% dei casi e con export (74% delle risposte), horeca (95%) e dettaglio specializzato (86%) in contrazione.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Il mondo italiano del vino guarda oltre l’anno nero 2020 e cambia fisionomia al proprio business. È quanto rileva l’indagine “Il wine business nell’era post Covid-19” presentata oggi a Veronafiere dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor nel corso del Summit internazionale di avvio dell’evento online wine2wineDigital (22-24 novembre).
Fra i nuovi strumenti Wine Club fondati sull’economia delle relazioni, pensati per condividere enopassioni e inviare ai soci prodotti ad personam, piattaforme proprietarie di e-commerce, potenziamento dei servizi di delivery, vendite multicanale. E tanta condivisione delle wine experience, rigorosamente online e segmentate per target.
Era importante – ha dichiarato il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – fotografare lo stato dell’arte attraverso la voce diretta delle imprese. Il risultato, se da una parte conferma le difficoltà sui mercati già riscontrate dal nostro Osservatorio, dall’altra dimostra una grande vitalità delle aziende, impegnate sin da subito in una transizione epocale del proprio modo di fare business sotto il profilo commerciale, del marketing e della comunicazione.”.
L’indagine, svolta su un panel di 165 aziende (che rappresentano 4 miliardi di euro il fatturato cumulato, di cui 2,5 miliardi relativi all’export, circa il 40% del totale Italia), ritrae quindi un settore che ha vissuto il 2020 come uno spartiacque, in cui in pochi mesi sono state spazzate via decenni di certezze.
Innovazione è la parola d’ordine, non tanto nella presenza sui social già attiva nella quasi totalità delle imprese, quanto nella necessità di attivare sempre più strumenti crossmediali, di intensificare il rapporto diretto, di prestare maggiori servizi all’utente e di profilare pubblici di consumer da affezionare negli anni.
Per fare degli esempi, nel 2019 i wine club erano uno strumento di nicchia (11% del panel), mentre tra qualche mese la quota salirà al 57%. Lo stesso vale per le degustazioni a distanza, professionali e non, che passeranno dal 16% all’84%. Quasi un plebiscito anche per la vendita diretta attraverso l’attivazione di un canale e-commerce: dal 55% all’87%.
Ma la svolta, per la verità più marcata tra le grandi aziende, non finisce qui. Le nuove consapevolezze per controbattere alla crisi congiunturale si concretizzano nelle vendite multicanale (74,1%), nella maggior diversificazione dell’export (74,1%), nella brand awareness, nella maggior condivisione con importatori e distributori, nell’accelerazione delle strategie di coinvolgimento sui social.
E anche sulle principali strategie post-Covid i produttori parlano una lingua nuova per un settore che sino a oggi si è evoluto più in campo e nel bicchiere che negli uffici. In primo piano, il giusto mix di presenza (alle fiere internazionali), l’ulteriore potenziamento dei canali online e dell’enoturismo, l’ingresso nel canale gdo e le immancabili masterclass online.
La certezza generale è che nei prossimi 2-3 anni cambierà tanto (solo 1% dichiara che tutto tornerà come prima), mentre le opinioni più diffuse prevedono riduzioni, in Italia e all’estero, del numero di locali e dei consumi fuori casa, a cui contrapporre l’impatto positivo dato dall’incremento delle vendite online e dall’aumento della domanda di vini autoctoni, biologici, sostenibili.
Tra le misure di sostegno richieste alle istituzioni per far ripartire il settore, al primo posto figurano i fondi dell’Ocm promozione da poter utilizzare non più solo sui Paesi extra-Ue ma anche sui mercati europei (65%). Una istanza, questa, a sostegno dei mercati di prossimità, che stanno soffrendo più di altri. A seguire, le campagne istituzionali, gli incentivi alla digitalizzazione e rilancio degli eventi fieristici.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Duecento espositori, otto paesi rappresentati, dodici masterclass due forum e buyer provenienti da tutte le principali città della Greater Bay Area cinese. Questi in numeri di Wine to Asia, la start up di Veronafiere al debutto venerdì 20 e sabato 21 novembre all’Intercontinental hotel di Shenzhen.
Una manifestazione che si aggiunge alla ventennale esperienza di Veronafiere in Cina iniziata con il fuori salone a Chengdu e con l’attività di roadshow in città di prima e seconda fascia che per questo 2020 ha toccato Shanghai e Xiamen.
Organizzato dalla società Shenzhen Baina International Ltd controllata di Veronafiere in partecipazione con Pacco Communication, Wine to Asia è un evento b2b. Proprio a Shenzhen infatti hanno sede oltre alle molto conosciute aziende big tech, anche il 30 per cento degli importatori cinesi di vino e la vivacità della città è in grado di influenzare i trend della zona che va da Hong Kong a Guangzhou.
Ad esporre a Wine to Asia anche diverse collettive tra le quali quella italiana organizzata da Ice Agenzia (la più rappresentata con circa 70 espositori), Wines of Chile, Rioja e una delle regioni emergenti della produzione del vino in Cina, l’Huailai.
“Un particolare merito va ai produttori – commenta il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani – che hanno osservato la quarantena imposta dal governo cinese ai passeggeri in arrivo dall’estero per essere presenti in prima persona”.
Questa prima edizione – prosegue Mantovani – che ha rischiato più di ogni altro evento di non tenersi, si presenta ai nastri di partenza con numeri oltre ogni aspettativa con più di metà aziende dall’Italia. Non solo, sono sold out tutti gli eventi in programma e questo la dice lunga sull’attesa di un evento in presenza anche su un mercato fortemente orientato al digitale e all’online”.
La Cina è il quinto Paese al mondo per consumi di vino in volume, alle spalle di Stati Uniti, Francia, Italia e Germania con la quota di mercato dell’Italia che si attesta intorno al 7 per cento. Il vino ha dunque un grande spazio di crescita, e quello italiano ha degli assi in più da giocare, grazie alla varietà dei vitigni autoctoni e ai valori che il Made in Italy porta con sé.
“Il mercato cinese – spiega Simone Incontro, responsabile di Veronafiere per l’Asia – è in continua evoluzione con i gusti dei consumatori che pian piano si stanno affinando. Certamente la pandemia da Coronavirus ha avuto un impatto sul mercato e molti distributori hanno chiuso o hanno visto una drastica riduzione dei fatturati, tuttavia stiamo riscontrando un’evoluzione dei consumi con la richiesta di nuovi prodotti. È il caso appunto dei vini naturali che vedremo esposti nell’area Living Wine, i quali stanno comparendo sempre di più nei portafogli di importatori e distributori”.
La sezione Living Wine, area dedicata ai vini biologici e biodinamici, è la più grande mai vista prima sui vini naturali in una fiera internazionale con 100 etichette e 30 aziende. Iniziative online, poi, affiancano l’evento business fisico grazie a live streaming e flash sale con il gigante online PinDuoDuo, in collaborazione con Ice. Espositori e visitatori, inoltre, possono contare sulle funzionalità della mini-app Wechat di Wine to Asia.
Infine, ristoranti, wine bistro e locali della zona, in occasione della Greater Bay area wine week, offrono menu speciali in abbinamento al vino.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
Wine2Wine Exhibition, la start up di Veronafiere dedicata al settore vitivinicolo in programma dal 21 al 24 novembre, si terrà in forma integralmente digitale sulla già attiva piattaforma dedicata “VeronaFiere Plus“. Un cambio necessario dopo il Dpcm emanato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri domenica 24 ottobre, che ha sancito la cessazione di ogni attività fieristica in presenza fino al 24 novembre.
“Abbiamo messo a punto la massima interazione possibile – afferma il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani – per un evento che, giocoforza, si è dovuto trasferire online. A ciò si aggiunge un palinsesto di contenuti e di presenze business di altissima qualità. Un evento di servizio pensato a supporto del settore, per questo ringraziamo i numerosi partner che con noi stanno scommettendo compatti per la ripartenza del vino italiano”.
“wine2wine – aggiunge – sarà anche in grado di colmare la distanza tra operatori da tutto il mondo, grazie a incontri b2b, webinar, workshop e all’ampliamento del palinsesto di wine tasting degustazioni in remoto da Europa, Cina, Stati Uniti, Giappone e Brasile”.
Gli eventi, nati per aggregare business, contenuti, incontri, formazione e idee si trasferiscono quindi online, senza però venire meno all’obiettivo di sostenere il rilancio del mercato vitivinicolo e del sistema-Italia.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
We use cookies on our website to give you the most relevant experience by remembering your preferences and repeat visits. By clicking “Accept”, you consent to the use of ALL the cookies.
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may affect your browsing experience.
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
ACQUISTA LA GUIDA e/o SOSTIENI il nostro progetto editoriale
La redazione provvederà a inviarti il Pdf all’indirizzo email indicato entro 48 ore dalla ricezione del pagamento