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Ufficiale: Vinitaly 2020 rinviato al 14-17 giugno per Coronavirus

Vinitaly 2020 è stato rinviato al 14-17 giugno 2020. Confermati telefonicamente da Veronafiere Spa a WineMag.it i rumors delle ultime ore, che davano traballanti le date originarie della 54° edizione della più importante fiera del vino italiano, dal 19 al 22 aprile a Verona. Le rassicurazioni dei giorni scorsi da parte del Cda di Veronafiere e del governatore del Veneto Luca Zaia non sono servite a placare le perplessità dei buyer italiani e internazionali.

Numeri impressionanti quelli in gioco: oltre 4.600 aziende espositrici, più di 40 Paesi produttori400 eventi in quattro giorni: degustazioni tecniche, verticali, walk around tasting e focus sui principali mercati. Tutto rimandato, come ProWein 2020 (date non ancora ufficiali, maggio il mese più probabile).

Pressioni per un rinvio di Vinitaly 2020 sarebbero giunte soprattutto dagli Usa, in seguito alla decisione delle compagnie aeree di tagliare i voli con l’Italia. Pesanti anche le dichiarazioni del vice presidente americano Mike Pence, che ha annunciato controlli a tappetto su tutti gli italiani che riusciranno a sbarcare negli Stati Uniti. Timori, quelli d’Oltreoceano, che sarebbero giustificati da 103 contagi e 6 morti.

Per capire che quella di Veronafiere non è stata una decisione semplice, basta osservare la cronologia delle conferme e dei rinvii degli altri eventi in programma a Verona. Tra il 25 e il 27 febbraio 2020, Veronafiere ha indicato “sicurezza e salute” come “priorità assolute” per rimandare Model Expo Italy, Elettroexpo e Innovabiomed.

Il giorno successivo, il 26 febbraio, nel confermare per il 19/22 aprile Vinitaly 2020 – attraverso un ampio comunicato stampa che ospitava anche le dichiarazioni di Zaia – il Cda annunciava il cambio di date per Samoter, LetExpo, Asphaltica e B/Open.

Oggi, 3 marzo, l’ufficialità del rinvio di Vinitaly, mentre in Veneto cerca di tornare alla normalità anche Vo’, il Comune alle porte di Padova divenuto celebre per il più ampio focolaio di Coronavirus in Italia. Da ieri, come riportato da WineMag.it, ha infatti riaperto il Consorzio Tutela Vini Colli Euganei, su avallo del prefetto.

IL COMUNICATO UFFICIALE

“In considerazione della rapida evoluzione della situazione internazionale che genera evidenti difficoltà a tutte le attività fieristiche a livello continentale, Veronafiere ha deciso di riposizionare le date di Vinitaly, Enolitech e Sol&Agrifood dal 14 al 17 giugno 2020, ovvero nel periodo migliore per assicurare a espositori e visitatori il più elevato standard qualitativo del business”.

Così Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere in chiusura del Consiglio di amministrazione della Spa, riunitosi oggi. “Vinitaly, insieme ad OperaWine – ha proseguito il direttore generale –, si svolgerà quindi in un contesto temporale in cui grandi eccellenze del made in Italy, quali Cosmoprof e Salone del mobile, per esempio, avranno il compito di rilanciare con forza l’attenzione dei mercati internazionali e l’immagine dell’Italia. In questo frangente ringraziamo le aziende per la fiducia che ci stanno dimostrando”.

La decisione è stata frutto di un’attenta analisi dei dati disponibili oltre che dell’ascolto delle posizioni degli stakeholder del mercato, incluse le principali associazioni di settore: Unione Italiana Vini, Assoenologi, Federvini, Federdoc, Federazione vignaioli indipendenti e Alleanza delle Cooperative settore vitivinicolo.

“Lo spostamento a giugno di Vinitaly e di altre importanti manifestazioni internazionali nelle città di Milano e Bologna – spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere – è un segnale che il made in Italy scommette su una pronta ripresa economica nei settori chiave del sistema-Paese. Auspichiamo quindi che il nuovo calendario fieristico nazionale possa generare una rinnovata fiducia ed essere strumento con cui capitalizzare la ripartenza del nostro Paese”.

Veronafiere attiverà una task force per assistere i propri clienti in ogni ambito necessario alla riorganizzazione delle manifestazioni posticipate e in stretta collaborazione con le associazioni di riferimento predisporrà tutte le azioni di incoming necessarie a garantire la presenza di buyer e operatori professionali qualificati. Sulle nuove date, inoltre, Confcommercio Verona e Cooperativa Albergatori veronesi hanno espresso massima disponibilità per favorire lo spostamento delle prenotazioni.

Nel 2021 Vinitaly sarà in calendario nelle sue date consuete (18-21 aprile); date che sono frutto dell’accordo con l’Union dei Grandi Cru di Bordeaux (UCGB) col quale dal 2013 c’è un accordo nato per incontrare le esigenze dei protagonisti del mondo del vino, buyer e stampa internazionale in particolare.

LE DICHIARAZIONI DELLE ASSOCIAZIONI DI SETTORE
Ernesto Abbona, presidente Unione italiana Vini (Uiv): “Condividiamo in pieno le scelte di Veronafiere, sia per quanto riguarda la decisione presa, sia per la relativa collocazione temporale insieme ad altri grandi eventi come Cosmoprof di Bologna e il Salone del Mobile di Milano, che daranno un segnale importante per la ripresa del Paese”.

Sandro Boscaini, presidente presidente Federvini: “Occorre dare un messaggio forte al Paese. Se agiamo uniti nel contesto dello spostamento di data, non solo di Vinitaly, ma di altri grandi eventi internazionali che si svolgeranno in Italia a giugno, potremo contribuire in modo corale al rilancio dell’immagine positiva che merita il made in Italy”.

Riccardo Cotarella, presidente di Assoneologi: “La decisione assunta da Veronafiere su Vinitaly e supportata dalle associazioni della filiera, deriva da considerazioni intelligenti e imprenditoriali. Non si può immaginare un Vinitaly fiore all’occhiello del settore vitivinicolo italiano, nonché evento che tutto il mondo ci invidia, ridimensionato più o meno fortemente nelle presenze di operatori che al momento danno previsioni non soddisfacenti. Questo significa tutelare l’operatività dei nostri produttori e allo stesso tempo proteggere l’immagine del vino italiano e di Vinitaly nel mondo”.

Matilde Poggi, presidente Federazione italiana vignaioli indipendenti: “Siamo d’accordo con Veronafiere sulla necessità di modificare le date in calendario di Vinitaly. Giugno è l’ultima data utile per un evento sul vino. Come Fivi siamo comunque pronti ad un grande impegno per partecipare, dal momento che questo mese è dedicato tradizionalmente alle lavorazioni in vigna”.

Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc: “La nostra posizione è di non dare messaggi negativi al mercato, specie in un momento cruciale per il sistema Paese e per il settore. La situazione negli ultimi giorni è stata diversa da quella sperata e per questo ci sentiamo di condividere la scelta di Veronafiere e di stare sulla stessa linea di Vinitaly, pur consapevoli che ci sarà molto da fare”.

Luca Rigotti, coordinatore settore vino di Alleanza Cooperative: “Condividiamo la scelta di Veronafiere per lo spostamento delle date di Vinitaly. Ora lavoriamo assieme alla fiera affinché il mondo del vino possa dare un messaggio positivo all’economia nazionale”.

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Coronavirus: Vinitaly 2020 si farà. Veronafiere conferma le date, come ProWein

Vinitaly 2020 si farà, nonostante l’allarme Coronavirus. Come confermato 6 giorni fa in esclusiva a WineMag.it da Messe Dusseldorf per Prowein 2020, Veronafiere ha confermato oggi le date della 54ª edizione di Vinitaly. La più importante fiera del vino italiano andrà in scena a Verona dal 19 al 22 aprile 2020.

La decisione, frutto anche di un’attenta analisi dei dati disponibili oltre che dell’ascolto delle posizioni degli stakeholder e del mercato – incluse le principali associazioni di settore –, è stata adottata oggi pomeriggio dal consiglio di amministrazione di Veronafiere.

Si tratta di una decisione concertata, inoltre, con il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia e con il sindaco di Verona, Federico Sboarina.

“Il mondo del vino italiano – sottolinea il direttore generale Giovanni Mantovani – già in passato ha dato un segnale positivo di svolta. Veronafiere è convinta che, anche in questa occasione, il settore potrà contribuire alla ripresa della nostra economia e a rilanciare un clima di fiducia nel Paese.

Veronafiere, nel mantenere alta l’attenzione, ha programmato in tempi brevi un incontro con i rappresentanti della filiera per attivare tutte le risorse e le azioni di incoming e promozione sui mercati internazionali.

“Siamo consapevoli – aggiunge Mantovani – delle difficoltà del momento e dell’immagine distorta dell’Italia percepita all’estero, ma siamo persuasi che l’emergenza rientrerà consentendoci di organizzare regolarmente la manifestazione, che rappresenta il traino per il vino italiano nel mondo”.

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Vino (Vinitaly – Nomisma): mercato USA nel caos per i dazi

VERONA – I dazi aggiuntivi statunitensi mettono nel caos l’export del vino. E a farne le spese, a dicembre, non sono solo i Paesi penalizzati in dogana ma anche l’Italia. È quanto rilevato dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, che ha elaborato i nuovi dati delle dogane Usa sui 12 mesi del 2019.

Secondo l’Osservatorio, la guerra commerciale Usa-Ue ha creato negli ultimi mesi una serie di dinamiche negative, e a farne le spese è stata anche l’Italia che a dicembre ha perso il 7% a valore rispetto al pari periodo dello scorso anno, con un -12% per i suoi vini fermi.

In questo circuito vizioso i produttori Ue segnano il passo, con la Francia che negli ultimi 2 mesi vede i propri fermi cadere a -36% e la Spagna a -9%. Per contro, volano le forniture da parte del Nuovo Mondo produttivo, con la Nuova Zelanda che sale a +40% a valore e il Cile, a +53%.

“Assistiamo a un mercato confuso – ha detto il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani – contrassegnato prima da una corsa alle scorte e poi da grandi incertezze. Un clima che certo non giova agli scambi, fin qui molto positivi, e che speriamo possa cambiare il prima possibile”.

“Per questo confidiamo nell’odierna missione negli Usa del commissario al Commercio, Phil Hogan – prosegue Mantovani – e nell’ottimismo rappresentato in questi giorni dal commissario all’Economia, Paolo Gentiloni. La speranza è poter arrivare al prossimo Vinitaly in un rinnovato regime di pace commerciale con il nostro storico partner”.

Secondo il responsabile dell’Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini “Ciò che emerge è uno scenario di forte incertezza sui principali mercati mondiali della domanda di vino, e questo è un fattore chiave da affrontare nell’anno in corso”.

“Gli Stati Uniti – conclude Pantini – ci consegnano un mercato che nel 2019 è aumentato nell’import globale, probabilmente anche più di quanto sia la reale crescita dei consumi, per effetto di aumento scorte a scopo precauzionale. Anche l’Italia chiude in crescita, sebbene continui a mantenere un prezzo medio nei fermi più basso della media, e con un traino forte degli spumanti”.

È di 5,55 miliardi di euro il valore complessivo del vino importato dagli Usa nel 2019, in crescita del 5,7% sull’anno precedente grazie alla corsa della domanda di spumanti (+11,1%). Tra i principali fornitori, è sempre testa a testa tra la Francia, a 1,92 miliardi di euro (+7,7%), e l’Italia (+4,2%) a 1,75 miliardi di euro, mentre è ottima la performance della Nuova Zelanda anche nei 12 mesi (+11,9).

Tra le tipologie, faticano ancora i fermi&frizzanti italiani, in positivo dell’1,7% mentre sono convincenti una volta di più gli sparkling tricolori, anche lo scorso anno in doppia cifra a +13,7%.

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Vino, Amarone: parlano gli esperti dell’export

VERONA. In Germania i consumi sono trainati principalmente dalle donne, da sempre target fedele all’Amarone. Negli Stati Uniti, al netto dello spauracchio dei dazi aggiuntivi si andranno sempre più affermando i vini strutturati e premium. In Canada i consumi non tengono i ritmi delle importazioni ma l’Amarone resta a segno più. Nel Regno Unito si dovrà fare attenzione ai rossi della Napa Valley, agli Shiraz australiani e si dovrà lavorare più online sui privati di alta fascia.

È il quadro illustrato da importatori e distributori oggi a Verona al convegno internazionale dedicato ai principali mercati di sbocco organizzato dal Consorzio tutela vini Valpolicella in vista dell’Anteprima Amarone 2016, al via domani.

Sotto la lente, presente e futuro di 4 top mercati (Germania, Stati Uniti, Regno Unito e Canada) che insieme sommano quasi il 50% sul totale export del Re della Valpolicella. I trend dei consumi forniscono un quadro in chiaroscuro su presente e futuro del vino italiano, più confortante invece quello della Valpolicella.

È il caso del Canada, Paese con monopolio, dove – per Serge Lévêque, distributore di vini premium per Longo Since 1961 – a fronte di una crescita delle importazioni dal Belpaese (+6%, fonte dogane), nel 2019 si è riscontrato un gap del 5,2% sui volumi richiesti dalla distribuzione. Va meglio però con l’Amarone, che tiene a +0,5% grazie a un confortante +5,4% in Quebec.

Nel Regno Unito – rileva Troy Christensen, ceo del distributore inglese Enotria&Coe – calano i volumi consumati ma aumenta il valore, sia dell’off che dell’on-trade, per una spesa complessiva che sfiora gli 11 miliardi di sterline. Anche qui le difficoltà non mancano, a partire dalla disaffezione dei giovani per il vino fino alla concorrenza low cost del Nuovo Mondo produttivo, cui contrapporre la forza del brand, l’alta ristorazione e il commercio on-line con big spender privati.

Nel mercato tedesco, il principale per l’Amarone, secondo il direttore dell’importatore Jacques’ Wein-Depot GmbH Kathy Feron, a guidare i consumi sono le donne (il 62% beve vino) contro i maschi (56%). Il consumo pro-capite, in particolare di vini stranieri (55%), è di 38 litri l’anno contro i 34 degli uomini.

Infine gli Stati Uniti, al secondo posto tra i top buyer del grande rosso. Qui per Derek Blackburn, direttore marketing dell’azienda di importazione e distribuzione Frederick Wildman & Sons, la crescita dei consumi, al netto dei dazi, si prospetta bassa per l’anno in corso (fino all’1%). Ma il principale mercato al mondo per import di vino registrerà in futuro un aumento della domanda di vini strutturati, rossi e di fascia alta: una richiesta che somiglia molto al profilo dell’Amarone.

Ad Anteprima Amarone (1-2 febbraio Palazzo della Gran Guardia) in primo piano l’annata 2016 presentata dal ricercatore del Crea-Ve Diego Tomasi e lo stato di salute delle grandi denominazioni con il convegno “Dal vigneto al mercato: l’Amarone e l’identità del vino italiano” (ore 11).

Tra i relatori, dopo i saluti del Sindaco di Verona, Federico Sboarina, gli interventi del presidente del Consorzio tutela vini Valpolicella, Andrea Sartori; il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, il videocollegamento con coordinatore S&D alla commissione Agricoltura dell’Europarlamento, Paolo de Castro e il videomessaggio del ministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali, Teresa Bellanova. Le conclusioni saranno affidate all’assessore all’Agricoltura, Giuseppe Pan.

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Vino: in Valpolicella la rivoluzione green dell’Amarone

VERONA – Il colore simbolo è quello del rosso Amarone, ma nei 19 comuni della Doc Valpolicella si fa sempre più largo il verde, quello della sostenibilità.

È quanto emerge – alla vigilia di Anteprima Amarone – dalle rilevazioni di Avepa (l’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura), che registra una repentina rivoluzione verde nelle aree enologiche simbolo del veronese.

In pochi anni (dal 2012 a fine 2019) il biologico in vigna è infatti cresciuto del 152% in termini di superficie, con un’impennata solo nell’ultimo anno di circa il 14% a fronte di una media nazionale ferma nel 2019 a +1%. “Una tendenza bio – ha detto il direttore del Consorzio tutela vini Valpolicella, Olga Bussinello – cominciata forse un po’ tardi ma che ora non accenna a rallentare, se si considera che anche gli ettari in conversione sono cresciuti nell’ultimo anno del 10,5%”.

Ma a trainare i vigneti green in Valpolicella è soprattutto il progetto RRR (Riduci, Risparmia, Rispetta), la certificazione voluta per le aziende dal Consorzio a tutela dell’ambiente, che prevede l’adozione di tecniche innovative in vigneto ma anche la sostenibilità sociale e la tutela del paesaggio. Anche qui la crescita è in doppia cifra: +31% gli ettari RRR dall’inizio della certificazione, il 2017, a oggi.

Complessivamente, rileva Avepa, in un’area di poco meno di 8.300 ettari Dop, poco meno di 1/4 sono green o lo stanno per diventare ufficialmente dopo il periodo in conversione (dati Sian, Avepa, Consorzio Valpolicella).

Anteprima Amarone 2016 (Verona, Palazzo della Gran Guardia, 1-2 febbraio) vedrà protagonista una delle annate più promettenti degli ultimi anni per il Re di un territorio che vanta un giro d’affari da circa 600 milioni di euro l’anno, per oltre la metà ascrivibile alle vendite del Grande Rosso.

L’economia dell’Amarone nei 19 comuni della Valpolicella è portata avanti da un microcosmo di 2.273 produttori di uve e 272 aziende imbottigliatrici con 373 fruttai destinati all’appassimento – la tecnica enologica candidata a rientrare sotto la protezione Unesco – per un giro d’affari che, secondo l’indagine interna svolta da Nomisma Wine Monitor, nel 2019 sfiora i 345 milioni di euro. Circa 15 milioni le nuove bottiglie di Amarone che entreranno in commercio quest’anno.

Tra le iniziative del Consorzio in tema di monitoraggio, è in arrivo anche la stipula di un protocollo d’intesa con Avepa per la creazione dell’ “Osservatorio Valpolicella“. Un outlook che consentirà di tenere sotto controllo le dinamiche socioeconomiche della filiera.

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Anteprima Amarone 2016: in vetrina il grande rosso di 53 cantine della Valpolicella

VERONA – Conto alla rovescia iniziato per Anteprima Amarone 2016, in programma sabato 1 e domenica 2 febbraio 2020 a Verona, come di consueto al Palazzo della Gran Guardia di piazza Bra, 1. Saranno 53 le cantine della Valpolicella protagoniste di un’Anteprima che si preannuncia interessante nel percorso del grande rosso veneto, che sta cercando una nuova identità sul mercato, senza perdere il contatto con le radici.

I calici dovrebbero confermare le impressioni lasciate dai 69 campioni dell’Anteprima 2015: una rassegna, quella dello scorso anno, segnata dalla ricerca di una maggiore facilità di beva, nel segno del gusto dei consumatori internazionali. Un Amarone, in sostanza, più “fresco” e “immediato”.

Cosa aspettarsi dalla vendemmia 2016? I tecnici del Consorzio di Tutela definiscono l’annata “nella norma”, con una abbondante allegagione in tutti gli areali per tutte le cultivar e con la maturazione tecnico-fenologica che si è raggiunta senza difficoltà.

Sabato 1 febbraio sarà la giornata riservata alla stampa e alle autorità. Aprirà le danze, alle 9.30, l’accredito dei produttori, seguito da quello della stampa e delle autorità, previsto per le 10. Alle 11, nella sala Convegni della Gran Guardia, la conferenza utile alla presentazione della vendemmia 2016, a cura di Diego Tomasi, del Crea-Ve.

Dal vigneto al mercato: l’Amarone e l’identità del vino italiano” è la conversazione sulle prospettive e sulle sfide dell’Amarone: intervengono il Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Teresa Bellanova, il presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Andrea Sartori e il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella. Modera Andrea Andreoli, direttore di Telenuovo.

Il banco di degustazione riservato alla stampa sarà aperto dalle 10 alle 17, con servizio a cura dei sommelier Ais del Veneto, nella Sala Polifunzionale. Il banco di degustazione dell’Amarone 2016 con i produttori aprirà invece alle 12.30 e sarà attivo fino alle 17. Domenica 2 febbraio la giornata aperta al pubblico, dalle 10 alle 20, previo acquisto del biglietto sul sito web istituzionale dell’evento.

Anteprima Amarone è un evento a cadenza annuale organizzato e promosso dal Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella. La manifestazione, giunta ormai alla 17esima edizione, è considerata la punta di diamante degli appuntamenti con la Denominazione veronese. Vede infatti come protagonista esclusivo il “Grande Rosso della Valpolicella”.

Nata alla fine degli anni Novanta, Anteprima Amarone propone ufficialmente a stampa, operatori e appassionati l’annata che entra in commercio, ma non solo. Cinquantatré produttori racconteranno in questo 2020 il loro Amarone della Valpolicella 2016 e un’annata storica a scelta.Ad accompagnare gli assaggi ci saranno le delizie a cura del Ristorante Nicolis.

LE AZIENDE PARTECIPANTI

1. Accordini Stefano 2. Albino Armani 3. Aldegheri 4. Bennati 5. Bertani 6. Bolla 7. Bottega 8. Brolo Dei Giusti Soc. Agr. 9. Cà Dei Frati 10. Ca’ Rugate 11.Camerani Marinella 12. Campagnola Giuseppe 13. Cantina Valpantena Verona 14. Clementi

15. Corte Figaretto 16. Costa Arènte 17. Dal Cero In Valpolicella 18. F.Lli Degani 19. Domini Veneti By Cantina Valpolicella Negrar 20. Falezze Di Luca Anselmi 21. Fasoli Gino 22. Fattori 23. Gamba 24. Giovanni Ederle

25. I Tamasotti 26. Ilatium Morini 27. La Collina Dei Ciliegi 28. Lavagnoli 29. Le Bignele 30. Le Guaite Di Noemi 31. Monte Del Frà 32. Monteci 33. Cantine Giacomo Montresor 34. Novaia 35. Pasqua Vigneti E Cantine 36. Riondo – Collis 37. Roccolo Grassi 38. Santa Sofia 39. Santi 40. Sartori 41. Secondo Marco

42. Selùn Di Marconi Luigi 43. Tenuta Chiccheri 44. Tenuta Santa Maria Di Gaetano Bertani 45. Tinazzi 46. Valentina Cubi 47. Vigna ‘800 48. Vigneti Di Ettore 49. Villa Rinaldi 50. Villa San Carlo 51. Zanoni Pietro 52. Zeni 1870 53. Zýmē di Celestino Gaspari.

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Campari Barman Competition 2020: vince Corey Squarzoni con “Eternal Shot”

ROMA – Grande successo lo scorso 14 gennaio a Roma per il ventiseienne di Novara Corey Squarzoni che, con il suo Eternal Shot, ha conquistato il prezioso titolo di Campari Barman of the Year, alla finalissima della Campari Barman Competition 2020.

La gara, giunta ormai alla settima edizione, rivolta ai bartender d’Italia e organizzata da Campari Academy – il centro di formazione e sperimentazione dedicato al mondo della mixology di Campari Group – si è conclusa con la finale presso lo Spazio Vittoria.

Il cocktail a base di Campari, cordiale di tè arancia e camomilla, Grand Marnier, agresto, angostura, 1 goccia di Averna addensata all’arancia e gocce di olio di rosmarino e sesamo, ha portato il bartender del locale The Soda Jerk di Verona ad aggiudicarsi il prestigioso premio.

“Ho creato Eternal Shot utilizzando ingredienti che fondono gusti contemporanei a elementi storici e immortali, come l’agresto, realizzando un cocktail che è destinato a essere eterno ” – ha dichiarato entusiasta Corey.

Ma cosa serve per vincere, oltre a una grande esperienza nella miscelazione? “Passione per il proprio lavoro e determinazione nel raggiungere gli obiettivi, senza dimenticare però l’importanza di sapersi divertire, fondamentali in questa professione” – sottolinea Squarzoni.

Secondo posto per Riccardo Cerboneschi – barman presso Il Locale di Firenze – con la sua creazione Mia e terzo per la romana Martina Proietti – di The Court – che ha presentato il suo REaD ME.

La competizione, che ha contato 1400 iscritti, si è sviluppata da settembre 2019 ad oggi attraverso tre differenti fasi: la “pre-selezione” on line delle ricette da parte di una giuria composta da professionisti ed esperti di settore che ha decretato i partecipanti e una “selezione a tappe” direttamente sul territorio con presentazione della ricetta selezionata dalla giuria.

A condurre la sfida finale sono stati l’attrice, imitatrice, conduttrice televisiva e radiofonica Brenda Lodigiani e il bartender Claudio Perinelli.

A seguire, un party firmato Campari all’interno della meravigliosa cornice dello Spazio Vittoria. Una location storica d’eccezione nel centro di Roma, trasformata per l’occasione in un set tinto di rosso per celebrare la finale della settima edizione della Campari Barman Competition 2020.

Protagonista assoluto e tema ricorrente della competizione è stato il cinema, arte con cui il brand intrattiene un legame molto forte, confermato lo scorso anno anche dall’esclusiva presenza alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia.

Roma ha fatto quindi da cornice speciale alla finale della competizione organizzata dalla Campari Academy. La città eterna è infatti da sempre simbolo del cinema italiano, nonché fonte d’ispirazione per il cinema internazionale.

Il tema del cinema è ricorso in tutti gli allestimenti della grande finale dove è stato chiesto ai tre finalisti bartender di preparare un esclusivo cocktail ispirato a Red Diaries, la celebre serie di short movie di Campari diretti nei diversi anni da registi del calibro di Matteo Garrone, Paolo Sorrentino e Stefano Sollima.

Corey ha conquistato il titolo “Campari Barman of the year 2020” che gli permetterà di seguire un percorso di collaborazione con Campari Academy lungo un anno, che comprende un master di specializzazione sul brand Campari, un tour di guest bartending nei migliori locali italiani ed esterni.

IL PODIO

Primo Classificato: Corey Squarzoni “Eternal Shot”

Ingredienti:
4,5 cl Campari
2,25 cl Cordiale tè arancia e camomilla
1,5 cl agresto
2 cl Grand Marnier
2 dash Angostura

Decorazione:
3 gocce olio rosmarino e sesamo
1 goccia di Averna addensata all’arancia
Lemon Peel

Procedimento:
Cordiale te arancia e camomilla: ¼ zucchero, ¾ acqua infusa al tè e arancia e camomilla
Filtrare con filtro carta

Preparazione:
Stir & strain: versare tutti gli ingredienti in un mixing glass precedentemente raffreddato, filtrare in flute e decorare con 3 gocce olio rosmarino e sesamo, una goccia Averna addensata all’arancia e Lemon peel (solo olii)

Bicchiere:
Flute anni ‘70

Secondo Classificato: Riccardo Cerboneschi “Mia”

Ingredienti:
Olio di cocco per fatwash in bottiglia
1,5 cl Wild Turkey Rye
2 cl sidro di mele
2,5 cl Oolong Tea
3 cl Campari

Procedimento:
Olio di cocco per fatwash in bottiglia: preparazione di bottiglia prebatch con olio di cocco liquido e successivamente congelato per fatwash.
Oolong Tea: estrazione di oolong tea, 10 gr per 500 ml di acqua a 80° per 5 minuti
Inserimento degli ingredienti, Campari escluso, nella bottiglia.

Preparazione:
Throwing: vesare tutti gli ingredienti in un mixing tin, aggiungere ghiaccio e miscelare tutto usando la tacnica throwing

Bicchiere:
Nick&Nora

Terzo Classificato: Martina Proietti “REaD ME”

Ingredienti:
3 cl Campari
3 cl Bulldog Gin
3 cl Cordiale di Lapsang Souchong Tea e Olio essenziale di pompelmo rosa e limone
1 dash bitters alla menta

Procedimento:
Cordiale di Lapsang Souchong tea e olio essenziale di pompelmo rosa e limone
Infusione sottovuoto di foglie di Lapsang Souchong tea con scorze di limone e pompelmo rosa a 30° per 2 ore. 20% di zucchero bianco. Riduzione su fiamma del 50% e filtrazione su carta.
Bitter alla menta
Infusione sottovuoto di Gunpowder tea alla menta a 30°C per 2 ore. 5% zucchero bianco. Riduzione su fiamma dell’80% e filtrazione su carta.

Preparazione:
Stir & strain: Versare tutti gli ingredienti in un mixing glass precedentemente raffreddato, aggiungere ghiaccio a cubi, miscelare con un bar spoon e filtrare nel calice precedentemente raffreddato.

Bicchiere:
Calice “Ginestra” RCR

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Bardolino Cru e Il Chiaretto che verrà 2019: è il weekend dei vini del Garda veronese

BARDOLINO – Tutto pronto per Bardolino Cru e Il Chiaretto che verrà, i due eventi dedicati ai vini simbolo della sponda orientale del lago di Garda: si comincia oggi, sabato 7 dicembre, per proseguire domani, domenica 8 dicembre. L’appuntamento è nelle sale del Ristorante La Loggia Rambaldi e dell’adiacente Barchessa, sul lungolago di Bardolino, nei pressi di Verona.

Ad aprire le danze, in mattinata, sarà #BardolinoCru, la degustazione dedicata alla scoperta dei vini sperimentali delle future sottozone Montebaldo, La Rocca e Sommacampagna proposti in varie annate. I banchi d’assaggio di #BardolinoCru saranno aperti dalle 14.00 alle 20.00.

Obiettivo dell’evento è una nuova valorizzazione dei cru del Bardolino, già noti a fine Ottocento quando il vino prodotto sulla sponda veronese del Garda era servito nei Grand Hotel svizzeri al pari dei vini della Borgogna e del Beaujolais.

Già allora si conosceva l’esistenza di tre sottozone, individuate dai commercianti di vino nel 1825 e poi descritte da Giovanni Battista Perez nel 1900, nel volume La Provincia di Verona ed i suoi vini. Oltre a diciotto produttori di Bardolino, alla manifestazione – giunta alla sua seconda edizione – prenderanno parte anche nove vignaioli dei “cru” della Doc sudtirolese St. Magdalener. Saranno un centinaio i vini in assaggio.

IL PROGRAMMA DI DOMENICA

Seconda edizione anche per Il Chiaretto che verrà, la pre-anteprima dell’annata 2019 del Bardolino Chiaretto. Domenica 8 dicembre si degusterà il Chiaretto “da vasca” dell’ultima vendemmia, messo a confronto con il Chiaretto dell’annata precedente. Presente anche il Chiaretto spumante.

Un’occasione unica per assaggiare la produzione della denominazione leader dei cosiddetti “vini rosa” italiani nelle prime fasi post fermentazione. Trenta i produttori presenti, anche in questo caso un centinaio i vini in degustazione.

I banchi de “Il Chiaretto che verrà” saranno aperti dalle 10.00 alle 20.00. Il costo del calice per le degustazioni di #BardolinoCru è di 15 euro per l’intero, mentre per Il Chiaretto che verrà è di 10 euro.

Il costo del biglietto per entrambe le giornate è di 20 euro. Il biglietto ridotto è pari ad 8 euro ed è riservato ai soci Ais, Onav, Fisar, Fis, Aspi, Slow Food. Per i residenti nel Comune di Bardolino l’ingresso a #BardolinoCru è di 8 euro, mentre Il Chiaretto che verrà è gratuito.


INFO IN BREVE
#BardolinoCru
Data: sabato 7 dicembre 2019, dalle 14.00 alle 20.00
Luogo: Ristorante La Loggia Rambaldi
Biglietto: 15 euro per l’intero, 8 euro per il ridotto (soci Ais, Onav, Fis, Slow Food, Fisar, residenti nel Comune di Bardolino). Per entrambe le giornate il costo del biglietto è di 20 euro.
Il biglietto è acquistabile online al seguente link: http://anteprimachiaretto.it/dicembre.html
Info: www.ilbardolino.com

Il Chiaretto che verrà
Data: domenica 8 dicembre 2019, dalle 10.00 alle 20.00
Luogo: Ristorante La Loggia Rambaldi
Biglietto: 10 euro per l’intero, 8 euro per il ridotto (soci Ais, Onav, Fis, Slow Food, Fisar). Per i residenti nel Comune di Bardolino l’ingresso è gratuito. Per entrambe le giornate il costo del biglietto è di 20 euro.

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Il sommelier diventa guida enoturistica: Ais pensa al corso di formazione

VERONA – Un corso specifico per diventare guida enoturistica riservato ai sommelier Ais, con una formazione dedicata alla psicologia del cliente, ai beni culturali e all’accoglienza, fino alle nozioni in lingua inglese. È quello a cui sta pensando l’Associazione italiana sommelier. L’annuncio in occasione del 53° Congresso Nazionale dell’Associazione Italiana Sommelier, svoltosi a Verona, dal 22 al 24 novembre 2019.

“Quando Ais è nata era al passo con i tempi – ha sottolineato il presidente Antonello Maietta – oggi invece i tempi li precorre, anticipando le tendenze. La nostra Associazione conta oltre 40 mila sommelier ed è fondamentale per noi offrire loro una preparazione mirata alle richieste del mercato”.

Un assaggio della figura del sommelier come operatore enoturistico è stato offerto dai sette tour organizzati da Ais Veneto, proprio in concomitanza della tre giorni congressuale.

I professionisti dell’Associazione hanno guidato il pubblico alla scoperta di alcune delle aree vitivinicole più vocate della regione, promuovendo il rapporto tra il vino e l’eredità culturale del territorio.

“L’ottimo successo ottenuto dai tour – precisa Marco Aldegheri, presidente Ais Veneto – ci ha dato grande soddisfazione: è la conferma di come il pubblico desideri avvicinarsi sempre più al vino attraverso un’esperienza ‘immersiva’, dove il racconto del territorio diventa determinante. In questo le competenze del Sommelier sono fondamentali”.

Una vera e propria rivoluzione, insomma. “Abbiamo ancora un grande lavoro da fare per ammodernare le nostre modalità di comunicazione – continua Aldegheri – ce lo dicono i tanti esperti intervenuti, ma siamo convinti che condurre il turista nel mondo del vino sia un ruolo che ci appartiene per naturale vocazione”.

Più in generale, è positivo il bilancio del 53° Congresso nazionale dell’Ais. Durante la tre giorni, la città di Verona ha visto impegnati più di 170 sommelier di Ais Veneto per coordinare e gestire le degustazioni aperte al pubblico, i tour guidati e i banchi d’assaggio saloni del gusto. Sono più di 3500 gli accessi registrati nei tanti appuntamenti della kermesse veneta.

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Food Lifestyle & Travel

Bardolino, castagne San Zeno e Monte Veronese protagonisti dell’autunno veronese


Il vino Bardolino, assieme ai marroni di San Zeno Dop, alle castagne del Monte Baldo e al formaggio Monte Veronese, sarà il protagonista di quattro appuntamenti dedicati ai sapori autunnali del Monte Baldo, in programma a San Zeno di Montagna (Verona) a partire dal mese di ottobre.

Di un luminoso colore rubino e con i suoi profumi di ciliegia, fragola, lampone, cannella, pepe e chiodo di garofano caratteristici dei vini rossi ottenuti prevalentemente dalle uve di Corvina Veronese, il Bardolino si sposa perfettamente con i piatti autunnali, a maggior ragione con quelli della tradizione del suo territorio d’origine, il lago di Garda e il monte Baldo.

Ad aprire la stagione sarà la 22esima edizione della rassegna San Zeno Castagne, Bardolino e Monte Veronese, in programma dal 10 ottobre al 10 novembre: per tutto il mese cinque ristoranti proporranno dei menù a base di castagne in abbinamento con il Bardolino.

Tra i piatti della rassegna, il minestrone con verdure e marroni Dop, gli gnocchi di farina di castagne e ricotta su pesto di ortiche con dadolata di zucca e salvia fritta, le tagliatelle di zucca e castagne con ragout di carni bianche e scaglie di Monte Veronese, il capriolo con castagne e polenta e la pancetta di maialino croccante con salsa ai marroni, purè di pastinaca e pere caramellate.

Il secondo appuntamento in calendario è la 47esima Festa delle Castagne e 16esima Festa del Marrone di San Zeno Dop, che si terrà sempre a San Zeno il 19, il 20, il 26 e il 27 ottobre, l’1, il 2 e il 3 novembre.

Negli stand di piazza Schena le associazioni locali cucineranno le caldarroste e altri piatti tradizionali insieme con il Bardolino, mentre nel ristorante allestito nella tensostruttura il vino rosso bardolinese accompagnerà i piatti preparati con i marroni di San Zeno Dop.

Venerdì 25 ottobre, alle ore 17.00, nello storico palazzo Cà Montagna ci sarà invece un convegno dedicato ai prodotti tipici del territorio. Alla conferenza interverrà Franco Cristoforetti (nella foto sopra) presidente del Consorzio del Bardolino, che parlerà della sottozona Montebaldo, di prossima istituzione all’interno della Doc Bardolino.

Sempre il 25 ottobre, alle ore 20.00, nel ristorante all’interno della tensostruttura di piazza Schena verrà servito il Bardolino della futura sottozona Montebaldo di tre diverse annate (2015, 2016 e 2017) abbinato ai piatti preparati con il marrone di San Zeno Dop.

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Approfondimenti

Soave Versus, un format di successo per il grande bianco italiano

Un Soave Versus che ha messo in luce tutta la bellezza e la forza di un grande territorio vitivinicolo. Questo, al di là dei numeri che hanno visto comunque un bis delle presenze dello scorso anno, il messaggio che è uscito dalla manifestazione appena conclusa e che ha visto 48 cantine del territorio raccontarsi al numeroso pubblico accorso.

Un Soave Versus che ha vissuto dentro la città di Verona, grazie alle iniziative organizzate dai ristoranti ed enoteche della città e anche sui social con numerosissimi post, stories e foto di calici e sorrisi del pubblico.

Le 4 giornate di Soave Versus (compresa la prima dedicata ai più giovani) sono stati un evento praticamente non stop di 72 ore che ha coinvolto operatori, stampa specializzata, sommeliers e winelovers in una delle manifestazioni che riesce, con vari registri di linguaggio, a parlare a chiunque del Soave. Linguaggi non solo verbali ma anche sensoriali e in grado di essere anche trasversali, grazie alle incursioni nel mondo dell’arte, della cultura, del turismo enogastronomico.

Un Soave che ancora una volta ha dimostrato di essere un caleidoscopico mondo fatto di storie vere e originali che si trasmettono nel bicchiere. Interessantissimi i risultati che sono usciti dalla degustazione alla cieca di 55 Soave in commercio fatta con la stampa specializzata, che ha dimostrato come il tempo fa bene al Soave e che premia la scelta del Consorzio tutela di avere spostato l’anteprima di 4 mesi.

“Soave Versus si conferma essere una manifestazione molto amata dal pubblico che quest’anno si è dimostrato attento e professionale, forse più degli altri anni – dice Aldo Lorenzoni, direttore del Consorzio del Soave – dobbiamo ringraziare tutti coloro che in varie forme hanno collaborato con noi e in particolare il Banco BPM e la Camera di Commercio che ci appoggiano ogni anno e la Strada del Vino con i suoi chef che hanno instancabilmente deliziato i numerosi visitatori con le loro creazioni. La prossima edizione, che si terrà dal 5 al 7 settembre 2020, porterà grandi novità per le quali stiamo già lavorando”

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Gli Editoriali news news ed eventi

Terregiunte: se la “comunicazione è da dimenticare”, le scuse servono anche in cinese


EDITORIALE –
Terregiunte? Tecnicamente vino regalissimo. Ma la comunicazione è da dimenticare. Sbagliatissima. Errori che forse non sono neanche concepibili in un contesto di una certa professionalità”. Riccardo Cotarella, co-regista con il collega enologo Andrea Dal Cin dell’ormai famigerato “matrimonio d’Italia tra Amarone e Primitivo di Manduria” è intervenuto così, ieri mattina, alla Camera di Commercio di Verona.

Un breve ma incisivo fuori tema, prima dell’inizio dei lavori di “Destinazione Vendemmia 2019″, il nuovo format di focus vendemmiale curato da Assoenologi Veneto Occidentale, al quale hanno aderito i Consorzi di Tutela dei vini Veronesi, Vicentini e Padovani.

Bocciatura netta, dunque, per la comunicazione legata al “Vino d’Italia” di Bruno Vespa e Sandro Boscaini (Masi Agricola), colpevoli di aver pubblicizzato un “vino da tavola” – per intenderci, qualcosa di assimilabile per tipologia al notissimo Tavernello di Caviro – sfruttando la notorietà della Docg veneta (l’Amarone) e della Doc pugliese (il Primitivo di Manduria).

Un “errore” non presente in etichetta, bensì sul sito web ufficiale di Terregiunte, dal quale i riferimenti alle due Denominazioni sono state rimossi solo in seguito alla dura presa di posizione del Consorzio Tutela Vini Valpolicella e del Primitivo di Manduria.

Vespa e Masi hanno ampiamente utilizzato i nomi dei due noti vini rossi anche in presenza della stampa, in occasione della presentazione ufficiale di Terregiunte, a Cortina. Un evento al quale ha presenziato anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, con l’omologo pugliese Michele Emiliano collegato via Skype.

“Noi tecnici – ha spiegato Cotarella – ci siamo fermati all’aspetto tecnico. Col senno di poi, non nascondo che avremmo dovuto controllare un po’ tutto il progetto. Ce ne siamo accorti al momento della presentazione. Devo dire che c’è stato un po’ di… Non è colpa dei giornalisti, sicuramente. Però sapete: dire questo vino viene da questa Denominazione e da quell’altra, no? Fa ancora più effetto che dire due vini mischiati così”.

Un colpo al cerchio e uno alla botte, insomma. Sullo specchio di una malcelata captatio benevolentiae, cui manca solo l’ultimo tentativo d’appello a “na’ ragazzata“. Trattasi però di Vespa e Boscaini. Che ragazzi non sono più. Anzi.

“La colpa – ha ribadito Cotarella nel suo intervento a Verona – è da ammettere soltanto su chi ha progettato la comunicazione di questo vino. Un po’ di colpa me la prendo anche io, perché avremmo dovuto essere un po’ più guardinghi, assieme al mio collega. Di questo mi scuso”.

Il noto enologo si è poi rivolto direttamente ai rappresentanti della Valpolicella, presenti in sala. “Lungi da me il voler creare problemi alla Denominazione, né a questa né a quella pugliese. Non nomino neanche i vini: ho paura a nominarli, pensate un po’. Ci tenevo molto a portare questo chiarimento”.

Sulla vicenda sono tornati gli stessi Bruno Vespa e Sandro Boscaini, nei giorni scorsi. “Il vino uscirà il prossimo novembre e l’etichetta non porterà ovviamente alcun riferimento né ai marchi registrati Costasera e Raccontami né ai vitigni che ne sono alla base”, ha precisato il duo in una lettera indirizzata ai due Consorzi”.

“La fatale semplificazione comunicativa dei primi giorni – continua la missiva – ha portato ad alcuni equivoci che vanno chiariti in modo trasparente. Terregiunte non ha alcuna relazione con le Denominazioni che per semplicità descrittiva, e con qualche approssimazione tecnica da parte nostra, sono state riportate nella comunicazione in generale. Abbiamo pertanto aggiornato i nostri siti in misura adeguata”.

SERVONO LE SCUSE IN CINESE

Bastano le scuse?
Di certo non bastano solo in italiano. Servirebbero anche in cinese, mercato al quale Vespa e Boscaini hanno annunciato di puntare in assoluto per la vendita di Terregiunte.

È lì, in Cina, che si sta giocando – già in queste ore, mentre noi stiamo qui a raccontarcela in italiano – la vera partita della comunicazione e del marketing di Bruno Vespa e Masi Agricola, che si sono limitati ad aggiornare le traduzioni dei comunicati stampa, togliendo i riferimenti ad Amarone e Primitivo, come pare evidente a questo link.

Servono – e sarebbero doverose – le scuse in cinese e in inglese anche a fronte delle gravi dichiarazioni di Sandro Boscaini alla stampa, a Cortina: “Terregiunte porta un Made in Italy più comprensibile anche per Paesi come la Cina, dove è pura utopia pretendere che si conoscano le tante, troppe, pur se eccellenti, Denominazioni territoriali del nostro Paese”.

Infine sorge un dubbio. Se per vendere Amarone o Primitivo in Cina è necessario metterli nella stessa bottiglia come “vino rosso” generico, a cosa è servita la fatica dei toscani che hanno studiato la traduzione del marchio “Chianti” in cinese, utile ai produttori per l’export (come da immagine sopra)?

Il presidente del Consorzio di Tutela, Giovanni Busi, è un erede di Don Chisciotte a cui affidare subito – honoris causa – il ruolo di ministro dell’Agricoltura o, forse, il punto è un altro? Buona la seconda. La verità è che, a qualcuno, la strada per la Cina, piace breve. In attesa del teletrasporto.

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degustati da noi news news ed eventi vini#02

Soave 2018, 2017 e 2016: i migliori assaggi all’Anteprima di Verona

VERONA – Si è conclusa da qualche ora, al Palazzo della Gran Guardia di Verona, l’Anteprima 2019 dei vini Soave 2018 e 2017, nell’ambito delle iniziative di “Soave Versus“. In degustazione alla cieca 55 etichette delle annate 2018, 2017 e 2016, tra le quali abbiamo selezionato i migliori assaggi.

Come annunciato dalla referente del Consorzio di Tutela, Chiara Mattiello, potrebbe trattarsi dell’ultima preview dei vini bianchi veronesi. “La natura ha tempi che l’uomo non ha – ha spiegato Mattiello – e la natura di questi vini richiama tempi più lunghi del previsto, che non coincidono con quelli stretti di un’Anteprima”.

Stando all’annuncio, è servito a poco spostare l’Anteprima da maggio a settembre, per la prima volta in questo 2019. Nel territorio di Soave, tante aziende hanno iniziato ad aspettare l’estate per gli imbottigliamenti, prima effettuati a marzo. Alcune cantine attendono più di 10 mesi, col vino ancora in sosta su lieviti.

“Soave sta registrando una trasformazione importante – spiega ancora Chiara Mattiello – una quite evolution che inizia in questo 2019 a mostrare i primi frutti. L’età media dei produttori, ormai alla terza generazione, è diminuita drasticamente. In molti ormai lavorano con lieviti indigeni, anche senza batonnage e i nomi storici continuano a rappresentarla in maniera egregia la Doc Soave”. Ecco i giudizi dei calici.

I MIGLIORI ASSAGGI A SOAVE VERSUS 2019


VENDEMMIA 2018

Soave Doc Classico “Roccolo del Durlo” 2018, Le Battistelle: 94/100
“Obbligatorio dargli fiducia”. Trascriviamo per intero la nota messa nero su bianco durante la degustazione alla cieca, confermata una volta scoperto quale fosse l’etichetta “nascosta” sotto al campione numero 14 della Preview. Il vino mostra grandissime potenzialità, sul filo delle precedenti. Le Battistelle si conferma così una delle cantine “faro” della Denominazione Soave.

Soave Doc Classico 2018 “Cimalta”, Corte Adami: 92/100
Già un bel naso e un bel palato, si potrebbe dire quasi “pronto”. È in chiusura che questo Soave mostra i tratti d’eccellenza della Garganega, nuda e cruda. A un naso largo fa eco una bocca molto equilibrata, dal bell’ingresso sulla frutta a polpa gialla matura e la chiusura sapida e fresca, con leggero accenno di pepe bianco. Gran bella prova.

Soave Doc Classico 2018 “Vigne di Fittà”, Casarotto: 90/100
Uno dei migliori Soave da cru nel rapporto qualità prezzo, inferiore ai 6 euro in cantina. Naso floreale, con accenni di nocciola tostata. In bocca tra la buccia d’agrume, il frutto esotico e la mandorla. Buona la struttura, retta dalla sapidità che gioca con la morbidezza: un binomio che promette ottime cose. Lungo il finale. Vino molto interessante, anche in prospettiva.

Gli altri punteggi elevati – vendemmia 2018
– Soave Superiore Docg 2018 “Motto Piante”,
– Soave Doc Classico 2018, Bennati: 89/100
– Soave Doc Classico 2018 “Montesei”, Le Battistelle: 89/100
– Soave Doc Classico 2018 “Monte Majore”, Le Albare: 88/100
– Soave Doc Classico 2018 “Sassani”, Turra Marcello: 88/100
– Soave Doc Classico 2018 “Brognoligo”, Pasqua: 87/100


VENDEMMIA 2017

Soave Superiore Docg 2017 “Panvinio”, Villa Erbice: 94/100
Positiva evoluzione in corso per questa etichetta, che sfodera un frutto pieno, un alcol dosato e un frutto giallo di gran precisione. In bocca si rivela già gradevolissimo, eppure di grandissima prospettiva. Bello il retro olfattivo sullo zafferano.

Soave Superiore Docg Classico 2017 “Tufaie”, Bolla: 93/100
Un Soave che, anche per forza commerciale della cantina produttrice, può rappresentare a testa alta nel mondo la Denominazione. In questo preciso momento dell’evoluzione ha tutto: frutto, salinità, struttura, lunghezza. Bella prova di una cantina che dimostra di saper bilanciare numeri e qualità assoluta. Un vanto.

Soave Doc Classico 2017 “Foscarin Slavinus”, Montetondo: 92/100
Gran bel lavoro sull’estrazione per il campione numero 46, che si rivela essere un cru della cantina Montetondo. Frutto, sale, gran struttura. Retro olfattivo lungo e di gran precisione. Una bellissima espressione di Garganega, che ha ancora moltissimo da dare.

Gli altri punteggi elevati – vendemmia 2017
– Soave Doc 2017 “Vintage”, Bertani: 89/100
– Soave Superiore Docg “Motto Piane”, Fattori: 89/100
– Soave Doc 2017 “La Broia”, Roccolo Grassi: 89/100
– Soave Superiore Docg Classico 2017 “Verso”, Canoso: 88/100
– Soave Superiore Docg 2017 “I Tarai”, Corte Moschina: 88/100
– Soave Doc Classico 2017 “Le Caselle”, Tenuta Solar: 87/100


VENDEMMIA 2016

Soave Doc Classico 2016 “La Froscà”, Gini: 94/100
Vino più che mai vivo, in piedi, dritto, verticale, dimostrazione delle punte di longevità cui può – anzi deve – aspirare il Soave. Chiusura leggermente amaricante e su un curioso, ma preziosissimo, richiamo al succo dell’arancia sanguinella. Non manca la componente minerale, utile in chiusura a chiamare il sorso successivo.

Soave Doc Classico 2016 “Vigneto Salvarenza”, Gini: 92/100
Bella struttura, bel corpo, bella estrazione. Buona complessità, sin dai primi richiami di frutta matura, che sfiorano in sentori minerali netti. Al palato, rotondità e morbidezza giocano con una vena fresca, balsamica. Chiusura asciutta, tra il frutto maturo e il minerale.

Soave Doc 2016 “Altare”, Portinari: 89/100
Giallo dorato carico. La nota ossidativa rende ancora più complesso il naso, al posto di “appiattirlo”. Sinuoso e morbido al palato, su note varietali e di pasta di mandorle. Bella la vena salina, la struttura e la freschezza, segnali di un nettare che ha ancora tanto da dire.

Gli altri punteggi elevati – vendemmia 2016
– Soave Doc Classico “Sengialta”, Balestri Valda: 88/100

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Soave Versus 2019: tre giorni con il grande bianco veneto a Verona

SOAVE – Sarà dedicata al Riconoscimento come Patrimonio Agricolo Globale l’edizione 2019 di Soave Versus, in programma a Verona dal 31 agosto al 2 settembre. I tre giorni della storica manifestazione, tra le più longeve del mondo del vino italiano, saranno incentrate sui valori che hanno reso questo territorio un patrimonio mondiale.

I suoi viticoltori e i vini, rappresentati dalle più di 40 aziende e i loro vini in tutte le loro sfumature e cru, la bellezza del suo paesaggio. Sarà infatti un convegno sull’enoturismo ad aprire il fitto programma di Soave Versus.

Soave Versus – commenta Aldo Lorenzoni direttore del Consorzio – è sempre stato un momento in cui le aziende prima del momento più importante dell’anno, quello della vendemmia, incontrano i propri clienti in uno dei luoghi più rappresentativi della città di Verona”.

“Quest’anno – conclude Lorenzoni – abbiamo un motivo in più per riunirci con tutti i produttori e chi ci segue da tanti anni. Il riconoscimento FAO ci ha portato davanti a nuove sfide anche in chiave di accoglienza enoturistica e il territorio è pronto ad affrontarle”.

IL PROGRAMMA DI SOAVE VERSUS 2019
Sabato 31 agosto alle ore 17 saranno protagonisti del dibattito condotto da Federico Quaranta, Roberta Garibaldi, autrice del Rapporto sul Turismo Enogastronomico Italiano, Clelia Puzzo, del segretariato FAO, Filippo Magnani, creatore di Fufluns, la prima agenzia in Italia specializzata in turismo enogastronomico.

E ancora Simona Rossotti, direttrice GAL Baldo – Lessinia Riccardo Borghero – Camera di Commercio di Verona, Great Wine Capitals Ruggiera Sarcina, della camera di commercio del Canada e Simone Visentini, Associazione ristoranti Tipici di Verona.

La serata continuerà con i protagonisti della puntata di Linea Verde dedicata al riconoscimento, con degustazioni e show cooking e gran finale con il Vespa Club Verona, con la presentazione dell’Aida Storica del 1913 e con la Strada del Vino Soave.

Domenica 1 settembre spazio agli abbinamenti tra il Soave e varie prelibatezze gastronomiche. Un viaggio tra i cru del Soave e il piacere del gusto, con le ostriche e la carne. Chiusura della serata con il Consorzio partner di quest’anno, quello del Gorgonzola DOP che stupirà tutti con l’abbinamento con il Recioto di Soave DOCG.

Lunedì 2 settembre la giornata sarà come di consueto dedicata all’AIS e al concorso del Migliore Sommelier di Soave, che vede ogni anno tanti giovani sfidarsi a colpi di calice. Mattatore della serata sarà Alessandro Scorsone che assieme ai Ristoranti Tipici di Verona guiderà i winelovers in un percorso di tradizione culinaria veronese e vino Soave.

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Valpolitech in vigneto: la svolta verde della Valpolcella

VERONA – Tutto sull’innovazione dell’eco-vigna a Valpolitech, l’appuntamento organizzato dal Consorzio tutela vini Valpolicella in programma il prossimo 2 luglio a San Pietro in Cariano (Tenuta Pule – Verona).

Primo piano sulle future macchine agricole ‘green’ della terra dell’Amarone, a partire dai sistemi innovativi per la pianificazione irrigua fino ai droni intelligenti in grado di intervenire autonomamente sugli stress idrici e nutrizionali della vite, alle centraline meteo capaci di prevedere anche le malattie delle piante.

Trattamenti 4.0 in un territorio a conduzione sempre più giovane che sta spingendo fortemente verso percorsi viticoli eco-friendly. È il caso della certificazione RRR (Riduci, Risparmia, Rispetta), il protocollo di certificazione del Consorzio che conta sull’adesione di circa 150 aziende per un totale di 1100 ettari di superficie. E ora il progetto si avvia verso la fase 2, dando il via al monitoraggio su un campione di imprese per valutare l’efficacia del protocollo anche in relazione ai cambiamenti climatici.

Due i convegni previsti, organizzati in collaborazione con la testata di settore L’informatore Agrario. L’approfondimento sul sovescio (ore 14), la tecnica naturale per rendere più fertile il vigneto grazie alle colture di superficie; e a seguire il focus sulle vie sostenibili per la difesa del vigneto.

L’evento in vigneto, dedicato ai soci e anche ai viticoltori della principale provincia italiana per export di vino, sarà replicato il prossimo 10 settembre con l’edizione Valpolitech in cantina.

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Il Chiaretto di Bardolino protagonista dell’ultima tappa del giro d’Italia

VERONA – Domenica 2 giugno Veronafiere diventa il Villaggio del Giro per l’ultima tappa dell’edizione 2019 del Giro d’Italia, e al via della cronometro finale della “corsa rosa” ci sarà anche il Chiaretto di Bardolino, vino “rosa” per eccellenza che con i suoi dieci milioni di bottiglie è leader della produzione dei vini rosa doc.

La frazione a cronometro che decreterà il vincitore del Giro si articolerà sul Circuito delle Torricelle (lo stesso tracciato dei Mondiali), con arrivo in Arena e partenza  proprio dalla Fiera, dove, nello stand del Consorzio di Tutela sarà possibile degustare il Chiaretto dalle 10.20 del mattino, fino alle 17.30.

“Abbiamo accolto con estremo piacere l’invito di Veronafiere ad essere presenti a questo straordinario appuntamento sportivo perché avremo l’occasione di presentare il nostro vino rosa, il Chiaretto, nel contesto rosa per antonomasia del panorama ciclistico” ha spiegato il presidente del Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino, Franco Cristoforetti, che è anche alla guida di Rosautoctono, l’Istituto del Vino Rosa Autoctono Italiano recentemente costituito all’ultima edizione di Vinitaly.

LA “VOLATA” DEL CHIARETTO
Ottimo sviluppo per il Chiaretto (qui i migliori assaggi dell’anteprima 2018) . Ad aprile le bottiglie commercializzate superavano già i 3,3 milioni, con una crescita del 6% sullo stesso periodo dell’anno precedente, e questo nonostante un andamento climatico che permaneva d’impronta più invernale che primaverile.

“Crescere in un contesto meteo del genere – ha osservato Cristoforetti – conferma che il Chiaretto, certamente protagonista assoluto dell’estate, è ormai presente nei calici degli appassionati di vino in qualunque periodo dell’anno. Del resto, le vendite continuano a incrementarsi: dagli 8 milioni di bottiglie di Chiaretto del 2013 siamo saliti ai 10 milioni del 2018 e con il 2019 potremmo segnare un nuovo record. La Rosé Revolution che abbiamo intrapreso nel 2014 sta dando ottimi frutti: il colore rosa chiaro del vino, perfettamente coerente con le caratteristiche della nostra uva fondamentale, la Corvina Veronese, piace sempre di più sia in Italia che all’estero, con una crescita consistente sui nuovi mercati costituiti soprattutto dagli Stati Uniti, dalla Scandinavia e dal Canada.”

IL CONSORZIO DI TUTELA DEL CHIARETTO E DEL BARDOLINO
Nato nel 1969, un anno dopo la nascita della Doc, il Consorzio di Tutela del Chiaretto e del Bardolino è stato uno dei primi Consorzi attivi in Italia. Con una rappresentatività del 92% della produzione totale ha ottenuto, dal Ministero delle Politiche Agricole anche la funzione erga omnes sulle denominazioni.

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degustati da noi vini#02

Calinverno in verticale: come cambia il gioiello di Monte Zovo, dal ’98 al 2015


MILANO –
Un vino alla seconda. Per il doppio appassimento delle uve, prima in pianta e poi in fruttaio. Ma anche per le due “marce” che ne connotano il sorso, nel gioco tra la moderna ed internazionale piacevolezza glicerica e la gran freschezza. Monte Zovo ha scelto Milano, città dinamica e all’avanguardia, per presentare la nuova bottiglia e la nuova etichetta del suo vino simbolo, Calinverno (precedentemente Galinverno e Ca’linverno).

Un’occasione per mostrare alla stampa di settore le ottime capacità di affinamento del blend di Corvina, Corvinone, Rondinella, Cabernet Sauvignon e Croatina, attraverso una verticale dal 1998 al 2015 condotta da Doctor Wine, Daniele Cernilli, al Park Hyatt Milan. Ottima la risposta del calice, che in verità ha dato il meglio di sé nelle prime tre annate in degustazione: 1998, 2003 e 2009.

La sfida del doppio appassimento è iniziata solo dalla vendemmia 2013, che ha completato la batteria assieme alle annate 2014 e 2015. La cantina di Caprino Veronese, per iniziativa del patron Diego Cottini e dei figli Mattia e Michele, ha voluto dare così “un ulteriore tocco personale” alle uve appassite nei 12 ettari della tenuta.

Una scelta che ha reso le ultime vendemmie di Calinverno più immediate e adatte a un pubblico internazionale. Non a caso è la 2014 a sorprendere più della 2013 e della 2015. L’annata difficile, certamente più fresca delle altre, ha reso il gioiello di Monte Zovo equilibrato e verticale.

Un vino che risponde bene agli effetti standardizzanti del doppio appassimento, capace di raccontare in maniera perfetta il particolare microclima in cui crescono le uve. Ci troviamo sulle colline dell’anfiteatro morenico di Rivoli, a circa 300 metri sul livello del mare.

Un luogo accarezzato dai venti, come testimonia la presenza di numerose pale eoliche, dove il bacino del Garda incrocia la Valle dell’Adige. La composizione del terreno è prevalentemente ciottolosa, calcarea, tendenzialmente povera. E la conduzione del vigneto avviene in regimo biologico.

Calinverno – ha commentato Diego Cottini – viene prodotto solo nelle annate migliori sin dal 1998. Un vino di cui andiamo fieri, che ben rappresenta la nostra volontà di raccontare il territorio che amiamo con un linguaggio nuovo.

Un prodotto che ci ha regalato grandi soddisfazioni in tutto il mondo, ma che oggi crediamo sia giunto il momento di far conoscere di più anche in casa nostra, convinti che possa trovare una propria collocazione nel novero dei grandi vini rossi italiani”.

Curiosa la genesi del nome Calinverno, che deriva da “calinverna” o “galaverna“, la brina ghiacciata che ricopre i campi nei mesi invernali. La nuova etichetta illustra il vigneto nella stagione autunnale, in cui avviene la raccolta. Calinverno viene prodotto solo nelle annate migliori, con un numero di bottiglie che varia tra le 30 e le 40 mila.

E la sfida della famiglia Cottini non finisce qui. Sono stati infatti impiantati 20 nuovi ettari di vitigni resistenti (i cosiddetti Piwi) in particolare con le varietà Solaris, Johanniter e Aromera. Nel 2018 sono state effettuate le prime prove di vinificazione, propedeutiche alla commercializzazione delle prime etichette.

LA DEGUSTAZIONE


Verona Igt 2009 “Galaverno”, Monte Zovo: 90/100
Rosso mediamente trasparente, con unghia granata. Al naso un bel frutto rosso maturo (ciliegia, lampone) ma anche una spezia leggera, in un contorno di macchia mediterranea. Un vino che, nonostante l’età, evidenzia una gran freschezza al palato, connotato da un’ottima corrispondenza gusto olfattiva. Lo rendono ancora più complesso note di tamarindo e ginger, oltre ai richiami fumé e a una buona vena salina.

Verona Igt 2003 “Ca’linverno”, Monte Zovo: 89/100
Colore rosso più profondo del precedente. Al naso, oltre all’atteso frutto rosso, ecco terziari evidenti di zafferano. Un vino che vira in maniera netta sulla spezia, pur conservando succosi ricordi di tamarindo e arancia. Al palato la freschezza è meno affilata delle vendemmia 2009, lasciando la scena a un lampone che tende alla confettura, senza scomporsi. Ritorni salini nel retro olfattivo di lunghezza più che sufficiente.

Verona Igt 2009 “Ca’linverno”, Monte Zovo: 87/100
Rosso rubino carico, pressoché impenetrabile. Al naso frutti di bosco maturi, oltre a una nota netta di amarena. Il Cabernet risulta più in evidenza rispetto agli altri assaggi, con i suoi descrittori “verdi”, pur garbati. Al palato il tannino si rivela meno dolce e ancora in fase di integrazione, in un gioco che lo vede prevalere sulla frutta matura.

Verona Igt 2013 “Ca’linverno”, Monte Zovo: 86/100
Primo naso sui terziari, tra la vaniglia, la caramella mou e il caffè in polvere. Poi frutto, spezia e cioccolato. L’ossigenazione dà modo al frutto di esprimersi ancora meglio, attraverso ricordi di ciliegia appena matura. In bocca il nettare si rivela molto beverino, sin dall’ingresso. La chiusura è di nuovo appannaggio dei terziari, con ritorni di vaniglia e una chiusura di sipario salina.

Verona Igt 2014 “Calinverno”, Monte Zovo: 88/100
Rosso rubino piuttosto concentrato. Naso verde e speziato, cui non manca il frutto, con la ciliegia in gran vista. Completano il quadro olfattivo preziosi richiami fumè e di liquirizia dolce. Morbido, di fatto, l’ingresso di bocca, pronto però a verticalizzarsi su una freschezza piacevolissima. La bella salinità e il tannino di prospettiva, oltre alla precisione delle note fruttate, ne fanno un grande vino ottenuto in una vendemmia certamente difficile.

Verona Igt 2015 “Calinverno”, Monte Zovo: 87/100
Colore rosso rubino intenso. Un vino che, a quattro anni dalla vendemmia, mostra il perfetto equilibrio tra tutte le sue componenti, in particolare tra frutto e freschezza, morbidezze e durezze. Il naso di ciliegia, su spezia e terziari, è impreziosito da richiami alla radice di liquirizia. L’alcol un po’ invadente, assieme al tannino giovane ma elegante, mostrano le ottime prospettive di affinamento di Calinverno 2015.

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Non solo vino a Vinitaly 2019: cronaca dei migliori distillati, dal Gin al brandy italiano

VERONAVinitaly 2019 si conferma non solo la più importante fiera italiana dedicata al vino, ma anche una grande finestra per produttori, distributori e professionisti degli Spirit.

Notevole infatti la presenza di stand dedicati ai distillati, tanto da rendere pressoché impossibile visitarli tutti.

GLI ASSAGGI DI WINEMAG
Sull’onda della moda del Gin, Rinaldi presenta Yu Gin. Gin francese che conta nelle proprie botaniche anche Yuzu, agrume giapponese, e pepe di Sichuan.

E proprio da questi trae la sua grande freschezza tanto al naso quanto al palato, morbido e vivace.

Sempre da Rinaldi due Mezcal e due Tequila. I Mezcal di Tier si distinguono per il piacevole ed armonico profumo di brace. Più erbaceo Ensamble I, più tipicamente fruttato Espadin.

I Tequila Viviana, tanto il Blanco quanto il Reposado, si caratterizzano per la grande pulizia, il sorso asciutto e la piacevole persistenza fruttata.

Notevole il Whisky giapponese Kamiki. Blended Malt di whisky giapponesi è l’unico al mondo a riposare in botti di cedro giapponese, il legno tipicamente usato per costruzione dei templi. Equilibrato, regala sentori di frutti rossi maturi, miele ed una piacevolmente marcata nota di tè verde.

Sorprende St. George Spirits da Alameda, California. Una linea di Gin e Vodka artigianali di ottima fattezza. Terroir Gin vuole, nelle intenzioni, raccontare il territorio e ci riesce portando al naso del consumatore i profumi della foresta californiana: abete, alloro, salvia, e freschezza agrumata.

Botanivore raccoglie in se 19 differenti botaniche bilanciando molto bene note di agrume, di spezie come pepe, cannella, aneto e coriandolo, ed una piacevole nota erbacea. Dry Rye è il più secco e speziato, un gin che non nasconde l’uso di alcool di segale (Rye, appunto). Un gin per gli amanti dei whiskey americani.

Chiude Green Chile, vodka ai peperoncini dolci californiani. Piccante quel tanto da non disturbare è un prodotto originale che può dare spinta in mixolgy. Da Pojer e Sandri è piacevole l’assaggio di Sorbo dell’Uccellatore, acquavite di Sorbus Aucuparia. Profumo dolce che ricorda il marzapane e corpo morbido con sentori fruttati.

Roner, distilleria altoatesina di Termeno, presenta qui un nuovo amaro di erbe. Non ancora etichettato andrà in commercio a giugno 2019. 32% ben integrati nel prodotto, tendenza dolce ed piacevolissimo aroma di erbe aromatiche e bergamotto. I vicini di casa di Psenner oltre alla linea di grappe e distillati di frutta, affiancano un vero e proprio cocktail bar in cui i prodotti di casa diventano ingredienti.

LA CULTURA ITALIANA
Di tutt’altro avviso Bruno Pilzer, della Distilleria Pilzer in Val di Cembra. “Bisogna riuscire a riportare al centro il prodotto italiano principale, cioè la Grappa”. E’ con queste parole che Bruno esordisce sintetizzando in un secondo un pensiero profondo. Pensiero che sfida le mode in nome della tradizione e della cultura italiana.

“Se non sei italiano non capisci l’Italia” e quindi la grappa diviene sia identità nazionale che strumento per spiegare il nostro paese all’estero. Prodotti di altissimo livello qualitativo. Tanto le grappe da vitigno quanto la grappa blend Delmè ed i distillati di frutta (albicocca e pera che abbiamo avuto la fortuna di assaggiare).

Non si può parlare di qualità italiana della distillazione senza fare tappa allo stand di Villa Zarri, dove Guido Fini ci guida nell’assaggio della sua linea di Brandy. Nel 16 anni Assemblaggio Tradizionale ritroviamo tutte le note già incontrate nel 10 anni impreziosite da una maggiore balsamicità e da una più marcata tostatura del legno.

Il 23 anni Millesimo 1994 regala note complesse di cera d’api, crema pasticcera ed agrumi canditi. Particolari il 14 anni Millesimo 2002 affinato in botti ex Marsala Florio, che risulta facile e morbido, ed il 18 anni Selezione Tabacco che risulta molto più erbaceo “verde”.

Chiude il 28 anni millesimo 1998, ricco di terziari ma anche di una nota fruttata di fondo che sa di pesca e rimanda, mentalmente, ad alcuni Single Malt nord irlandesi. Impressiona, davanti a brandy tanto ben fatti, la frase di Guido: “Io sono un bambino. Distillo ormai da decenni ma per i tempi di questi prodotti io non ho certo l’esperienza di certe Maison”.

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L’Ovada Docg fa la “Revolution” a Vinitaly: buona la prima, in verticale dal ’91


VERONA –
C’era una volta l’Ovada Docg, vino simbolo del Piemonte “pop” e “quotidiano”. Quello che da tutti è considerato il fratello minore del Nebbiolo, assieme al cugino di Alba, ha fatto il giro largo per l’esordio a Vinitaly, in occasione dell’edizione 2019 che si chiude oggi a Verona. La rampa di lancio per quella che viene definita Ovada Revolution.

Uno sbarco in carrozza nel padiglione del Piemonte, con una verticale-orizzontale dal 1991 al 2017 organizzata dal Consorzio di Tutela costituitosi solo nel 2013, presieduto da Italo Danielli e dal suo giovane vice, Daniele Oddone.

Già, perché l’Ovada Docg è una principessa che ha perso la scarpetta per strada. Ma che, pur scalza, ha saputo ritrovare la via maestra. Merito soprattutto di un ricambio generazionale che sta portando la luce del rinnovamento sulla Docg ovadese, spinta anche dalla scelta di Regione Piemonte di indicare il 2019 quale “Anno del Dolcetto“.

Un vino prodotto in 22 comuni collinari dell’Alto Monferrato Ovadese e negli immediati dintorni. Siamo tra Acqui e Gavi, in quel lembo di terra che dagli Appennini scivola verso la valle del Po, ad un’altitudine compresa tra i 200 e i 400 metri sul livello del mare (massimo ammesso dal disciplinare 600 metri).

Una Denominazione di origine controllata e garantita che conta una produzione annua complessiva di circa 100 mila bottiglie. Crescita a doppia cifra nell’ultimo biennio, con percentuali superiori al 20%. Un vino che trova in Italia il suo mercato fertile. Resta nel Bel Paese il 90% della produzione.

L’export, di fatto, è tra le sfide del futuro per la cinquantina di  aziende produttrici (dato 2018), il 70% delle quali associate al Consorzio di Tutela dell’Ovada Docg, per un totale di 110 ettari vitati. La maggior parte delle cantine è a conduzione famigliare ed esegue internamente le fasi di produzione, vinificazione e imbottigliamento.

Le specifiche caratteristiche dei terroir dell’Ovadese e il particolare microclima della zona danno vita a un vino di notevole struttura, caratterizzato da robustezza e forza, in un mix di alcol, tannini e acidità. Un vino dal sapore generalmente concentrato e persistente.

L’abbondante carica antocianica garantisce una spiccata attitudine all’invecchiamento di questa Denominazione piemontese. Non di rado completa il quadro organolettico dell’Ovada Docg una mineralità sapida, per via del vento marino che soffia dalla Liguria attraverso i filari.

GLI INTERVENTI A VINITALY

“E’ un momento particolarissimo per il nostro territorio – ha sottolineato il presidente del Consorzio Italo Danielli – c’è tantissima emozione. Siamo certi di avere potenzialità incredibili nel nostro territorio. Dimostreremo che l’Ovada Docg non è una meteora, bensì un vino che è lì dalla notte dei tempi”.

Lo abbiamo perso per qualche anno – ha aggiunto Danielli – per colpa nostra. Ma adesso c’è un gruppo di persone che ha riconquistato l’entusiasmo e per raccontare con orgoglio quello che siamo e possiamo fare”.

“Ovada era forse la zona più vocata per il Dolcetto, in Piemonte – ha evidenziato Filippo Mobrici, presidente di Piemonte Land of Perfection, la Scarl che riunisce i Consorzi di tutela del vino del Piemonte – ma piano, piano ci siamo dimenticati tutti quanti di questo grande vitigno che ha rappresentato la storia del Piemonte vitivinicolo. A tavola il vino più bevuto era il Dolcetto, assieme alla Barbera. I vini quotidiani”.

“Il fatto che i produttori di Ovada abbiano deciso di prendere in mano il loro destino andando in giro a proporsi senza sentirsi gli ultimi – ha aggiunto Mobrici – dimostra il rinnovato orgoglio per le proprie radici e per il proprio territorio. Senza Dolcetto e senza Barbera nemmeno il Nebbiolo avrebbe fatto la sua strada”.

A Vinitaly anche Gianfranco Comaschi, presidente dell’Associazione Paesaggi vitivinicoli dell’Unesco. Una presenza utile a sottolineare il risultato ottenuto in seguito al Forum culturale Italia-Cina del 2017.

Nei giorni scorsi è stato infatti concretizzato il gemellaggio tra i paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato e i terrazzamenti di Honghe Hani, nella regione dello Yunnan in Cina. “Il ruolo del Dolcetto è importantissimo – ha commentato Comaschi – per la sua centralità nella storia della produzione del vino in Piemonte”.

Mario Arosio, presidente Enoteca Regionale di Ovada e Monferrato, ha evidenziato la compattezza del gruppo di produttori che sta animando la Ovada Revolution: “Oggi ho visto molti vignaioli qui a Vinitaly, partiti appositamente da Ovada per venire a Verona, pur non avendo uno stand. Significa che il territorio ha voglia di stare assieme e di fare squadra: questa è la strada maestra che ci porterà lontano”.

“Il bicchiere è pieno, o quantomeno si sta riempiendo. Per Ovada questo è un punto di partenza”, ha confermato il vicepresidente del Consorzio, Daniele Oddone, prima dell’inizio della verticale orizzontale alla cieca (i produttori non sono stati appositamente resi noti) guidata dal sommelier Ais Piemonte Paolo Novara. Ecco come è andata.

LA DEGUSTAZIONE

2017
. L’annata in commercio. Rosso rubino, riflessi violacei. Naso di frutta rossa fresca, ciliegia, lamponi, poi corrispondenti in centro bocca, assieme al carattere tipicamente vinoso del Dolcetto. Tannino e sapidità controbilanciano, prima della chiusura, un alcol importante. Vino contraddistinto da un’acidità spinta e da una gran freschezza.

2016. Vino più violaceo, più profondo. In bocca meno spinta fruttata e ancor più verticalità e freschezza, opltre al consueto slancio vinoso. Tannino che taglia il sorso, che chiude appunto su una leggera nota amaricante. Giovanissimo, ma fa presagire un ottimo futuro.

2011. Rosso rubino, intenso. Al naso mostra sentori evolutivi, di terziarizzazione. Frutto maturo, ciliegie e prugne, ma anche fiori appassiti e una leggera spezia. Sbuffi balsamici. In bocca gran consistenza, tannino un po’ troppo invadente, ma ancora una volta l’alcol ci gioca bene sopra, bilanciandolo. Un vino che si rivela giovanissimo e con ottime prospettive di un positivo affinamento.

2004. Il vino più sorprendente del tasting organizzato dal Consorzio dell’Ovada Docg. Un Dolcetto dal colore rosso rubino scarico, tendente al granato, mediamente trasparente. Naso che evidenzia l’evoluzione: chiodo di garofano, pepe bianco, confettura, buccia d’arancia. In bocca la frutta si perde in maniera voluttuosa nel tannino, nella freschezza e nella spinta minerale salina. Un vino tattile, nel pieno della sua maturità, che può ancora migliorare.

1998. Granato trasparente. Vino che mostra la sua evoluzione al naso, con la frutta che lascia spazio a percezioni di tabacco e liquirizia dolce, cioccolato, spezia dolce, su sfumature ematiche nette, ferrose. E la frutta c’è ancora, ma sotto spirito. In bocca il tannino è dolce e fa il paio col calore glicerico. La chiusura è tendente all’amaro, che ricorda le erbe macerate e la china.

1991. Granato classico. Naso tra l’ematico e il frutto, con prevalenza di terziari di caffè, tabacco, di liquirizia dolce, ma anche di cereali. Al palato meno piacevole, con la percezione ematica che prende il sopravvento in centro bocca, complicata dal tannino. Meglio il retro olfattivo, tra il balsamico e il frutto sotto spirito.

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Hogan, Salvini, Centinaio, Casellati e Zaia inaugurano la 53ma edizione del Vinitaly

 VERONA“Vinitaly è una fantastica celebrazione della qualità e della biodiversità del patrimonio culturale e vitivinicolo, che si rispecchia nel fatto che l’Italia ha più di 600 indicazioni geografiche, il numero più alto in Europa. Compito dell’Unione europea è tutelarle”.

Così il commissario europeo all’Agricoltura, Phil Hogan, ha riconosciuto il valore di Vinitaly come strumento di divulgazione e promozione del vino italiano, intervenendo questa mattina alla cerimonia inaugurale della 53ª edizione di Vinitaly, dopo il focus di Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor, sui numeri e le tendenze del mercato italiano e il talk show «Futuro del vino, il Vinitaly del futuro», moderato da Bruno Vespa, con la partecipazione di Giovanni Mantovani direttore generale di Veronafiere, Carlo Ferro presidente di ICE, Angelo Gaja patron della omonima cantina, Matilde Poggi dell’azienda agricola Le Fraghe e Riccardo Cotarella, produttore di vino e presidente mondiale degli enologi.

“L’Unione europea esporta oltre 20 miliardi di euro di vino, dei quali oltre 6 miliardi vengono dall’Italia – ha proseguito Hogan -. Sono convinto che i viticoltori avranno ancora più successo nei prossimi anni. Come Unione europea stiamo lavorando per costruire rapporti commerciali in tutto il mondo e la diplomazia economica sta dando grandi risultati, dall’Asia ai nuovi mercati emergenti come l’Australia”.

IL POTERE DEL VINITALY
“Anche quest’anno Vinitaly si apre al mondo del business, con una rassegna forte di oltre 100mila metri quadrati netti, 4.600 espositori, con buyer esteri rappresentati provenienti da 143 paesi –ha commentato il presidente di Veronafiere, Maurizio Danese -. Dalla trasformazione in Società per azioni di Veronafiere, abbiamo accelerato sempre di più per fare di Vinitaly il centro di una struttura aggregativa di promozione che parli ai buyer esteri come voce unitaria dell’eccellenza vitivinicola italiana. Siamo un attore privato, ma mettiamo a disposizione le nostre risorse e il nostro know-how per operazioni di sistema e lo facciamo perché siamo convinti che questa sia la strada giusta per mantenere ed incrementare gli straordinari risultati ottenuti dal vigneto Italia in questi ultimi venti anni”.

Risultati che sono frutto, per la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, “di una forte capacità di sinergia della manifestazione con le istituzioni nazionali e locali, con una virtuosa e intelligente diversificazione per gli operatori professionali e gli appassionati in una città e una elevata capacità di conquistare nuovi mercati e contemporaneamente il cuore dei visitatori”.

Un’attività che, ha ribadito, “non si esaurisce con la fine della manifestazione fieristica, ma che continua durante tutto l’anno in cinque continenti”.

La forza di Vinitaly si declina anche come motore propulsivo per l’economia e lo sviluppo della città. Lo ha ricordato il sindaco di Verona, Federico Sboarina, che annuncia un grande piano di “rigenerazione di tutta l’area circostante alla fiera, dove stiamo recuperando un milione di metri quadrati, con investimenti per rendere la città sempre più attraente e internazionale sia per il turismo che per il business”.

VINO E INFRASTRUTTURE: L’ATTENZIONE DEL GOVERNO
Sulle infrastrutture è intervenuto il ministro degli Interni Matteo Salvini, che ha annunciato lo sblocco della Tav sull’asse Brescia-Verona-Vicenza-Padova. “Il vino, come le persone, ha bisogno di spostarsi e se non si muove l’alta velocità, noi il vino lo teniamo in cantina”, afferma Salvini, ribadendo l’attenzione del Governo verso le piccole e medie imprese, che rappresentano il 94% del tessuto economico e imprenditoriale italiano, e promettendo misure specifiche a sostegno.

Dello stesso parere anche il presidente della Provincia di Verona, Manuel Scalzotto, riconoscendo che “il vino è parte integrante dell’economia e del territorio veronese”.

Un’altra missione annunciata dal Governo riguarda lo snellimento della burocrazia, come assicurato dal ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio. “L’obiettivo che abbiamo come ministero è quello di promuovere il brand Vinitaly, che è fra i più conosciuti al mondo e che ci permette di comunicare il valore dei nostri territori del vino, che esprimono 523 diverse identità enologiche tra Dop e Igp”.

Sul fronte europeo, il ministro in merito alla Politica agricola comune si è dichiarato soddisfatto per aver mantenuto i finanziamenti legati all’Organizzazione comune di mercato (Ocm) vino, aspetto che alla vigilia non era così scontato e che assegna all’Italia le maggiori risorse finanziarie.

Dal palco della 53ª edizione di Vinitaly, il ministro Centinaio ha rassicurato i produttori sulle prossime disposizioni normative a vantaggio del mondo vitivinicolo: “Stiamo lavorando alla stesura di un decreto che tuteli i vigneti eroici e storici e sul riconoscimento delle zone del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene come patrimonio dell’Unesco”.

Un messaggio di risposta al presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che aveva appunto sollevato il tema. “La forza della manifestazione – ha detto Zaia – arriva anche dal territorio. Il Veneto che partecipa al Vinitaly dei record è un record a sé. Siamo i primi produttori d’Italia con 16,5 milioni di quintali di uva e 13,5 milioni di ettolitri, con un 1,6 miliardi di export e 53 denominazioni presenti. Il futuro del vino è l’eco-sostenibilità, certificazione ambientale del prodotto, del vigneto e dell’intero processo di produzione”.

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Valpolicella: 22 cantine a Vinitaly 2019

VERONA – Il Consorzio Vini Valpolicella sarà presente a Vinitaly (padiglione 8, stand H3-H2 – Veronafiere, 7-10 aprile) con una collettiva di 22 aziende e un calendario di eventi pensato per il trade estero.

Si inizia domenica 7 aprile alle ore 15.00 con “The freshness of Valpolicella, the elegance of Amarone and the sumptuousness of Recioto”, la masterclass esclusiva, in lingua inglese, dedicata ad operatori internazionali di settore presentata da Filippo Bartolotta, giornalista e anche docente del Valpolicella Education Program (VEP).

Una degustazione per scoprire l’identità, gli stili e le tecniche di vinificazione dei vini della Valpolicella doc e il metodo tradizionale dell’Appassimento. In questa occasione sarà presentata la terza edizione del corso di alta formazione VEP, in programma a gennaio 2020.

Nell’arco della stessa giornata anche il convegno “Protezione e valorizzazione del Made in Italy nel settore vitivinicolo” organizzato da Ugivi (Unione Giuristi della Vite e del Vino), che vedrà tra i relatori il direttore del Consorzio, Olga Bussinello che parlerà de Il ruolo dei consorzi di tutela nella valorizzazione e protezione delle dop (Sala Respighi).

Lunedì 8 aprile oltre ai tradizionali tasting condotti da ONAV, in abbinamento con formaggi del Consorzio Asiago DOP e prodotti della pasticceria Perbellini, presso lo stand del Consorzio Vini Valpolicella andrà in scena il primo Contest VEP 2019: la prova scritta con blind tasting finale sulla Valpolicella e i suoi vini. Il vincitore avrà accesso immediato al prossimo Valpolicella Education Program in occasione di Anteprima Amarone 2016.

“Vinitaly è una tappa fondamentale del programma di promozione perseguito dal Consorzio a favore di tutte le aziende della denominazione – spiega Olga Bussinello, direttore del Consorzio Vini Valpolicella. “In particolare, il nostro obiettivo resta quello della internazionalizzazione e della valorizzazione dell’intera denominazione che vale 600 milioni di euro, trainata dal brand Amarone che l’anno scorso ha raggiunto una quota export del 65%”.

Il calendario delle attività del Consorzio a Vinitaly prosegue martedì 9 e mercoledì 10 aprile, con gli abbinamenti Amarone e Recioto – sigaro toscano; un’iniziativa organizzata per il secondo anno consecutivo in collaborazione con il “Club Amici del Toscano®” (Truck esterno adiacente al padiglione 9) e Amarone e cioccolato di Modica, insieme al Consorzio di Tutela del Cioccolato di Modica, presso l’area dedicata del Mipaaft (ingresso pianoterra – Palaexpo).

Infine, per tutta la durata della manifestazione, On Air Radio Studio+ trasmetterà in diretta dallo stand del Consorzio, con focus e interviste ai principali player del settore del vino italiano su mercato, tracciabilità e tutela, new generation e i nuovi valori del vino.

LE CANTINE
Adalia – Corte Sant’Alda, Benazzoli, Bertoldi, Bonazzi Badin, Ceschi – Brugnoli, Colle Cerè di Cesare Righetti, Corte Aleardi, Corte Archi, Damoli Bruno, Dolcevera, Flatio, Fumanelli, Le Calendre, Le Marognole, Montecariano, Montenigo, Salgari, Tamburino Sardo di Fasoli Adriano e figli, Terre di Leone, Vigneti di Ettore, Villa San Carlo, Pietro Zanoni

LE CANTINE PRESENTI NEL WINE BAR
Albino Armani, Aldegheri, Bolla, Bottega, Cà dei Frati, Cantina di Castelnuovo, Cantina Valpantena Verona, Cantine Riondo, Clementi, Colle Cerè di Cesare Righetti, Corte Adami, Corte Cavedini, Corte Merci, Corte Saibante, Dal Cero In Valpolicella, Enoitalia, Fattori, Franchini Agricola, La Collina dei Ciliegi, Le Guaite di Noemi.

E ancora: Le Vigne di Giorgio, Massaro Norma, Massimago, Montenigo, Novaia, Paolo Cottini, Pasqua Vigneti e Cantine, Premium Wine Selection, Roccolo Grassi, San Rustico, Santa Sofia, Sartori di Verona, Tenute Salvaterra, Terre di Leone, Tinazzi, Vigneti di Ettore, Villa San Carlo, Villabella, Pietro Zanoni, Zýmē.

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Nasce la Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori


VERONA –
Da Coordinamento nazionale a Federazione. È fissata per martedì 9 aprile al Vinitaly la firma dell’atto costitutivo della Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, fino ad oggi riconosciuta appunto solo come “Coordinamento nazionale”.

Assume quindi forma giuridica, con la costituzione ufficiale e il proprio statuto, l’organismo nato nel 2017 con un duplice obiettivo: unire le forze e fare rete per diventare un autorevole interlocutore delle istituzioni nella definizione della disciplina dell’enoturismo e quindi contribuire alla crescita e al consolidamento del turismo rurale, enogastronomico e culturale in Italia.

Partito a fine 2017 con il sostegno di 23 Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, il coordinamento nazionale ha raggiunto le attuali 80, che rappresentano il 90% delle realtà effettivamente operative presenti sul territorio nazionale.

L’atto formale sarà siglato in occasione di una conferenza stampa dal titolo “Nuovi turismi e nuove Strade: la sfida dei territori del vino”, in programma alle 14.30, presso la Sala Conferenze del Mipaaft, al piano terra del Palaexpo di VeronaFiere.

Interverranno il ministro delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo Gian Marco Centinaio, oltre a Paolo Morbidoni, attuale presidente della Strada del Vino e dell’Olio dell’Umbria che guiderà la Federazione

Dopo un anno di consolidamento, il coordinamento nazionale potrà “sviluppare appieno la propria attività sul territorio nazionale, con la possibilità dunque di partecipare, tra le altre cose, a bandi e mettere a punto progetti comuni sul tema dell’enoturismo”.

SOSTEGNO ALL’ENOTURISMO
Le Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori, riconosciute dalla legge 269 del 1999, attendono da tempo una revisione normativa che rifletta il loro ruolo strategico, ribadito anche dal Testo Unico sul Vino del 2016.

La firma dell’atto costitutivo, che giunge a due mesi dalla decisione di eleggere a propria sede operativa la Fondazione Fico di Bologna, ufficializzata alla presenza di Luciano Nieto, Capo Segreteria Tecnica del Mipaaft, sottolinea la volontà della Federazione Italiana delle Strade del Vino, dell’Olio e dei Sapori di “riaffermarsi e farsi riconoscere come interlocutore delle istituzioni”.

“Nella nostra compagine attuale – dichiara Paolo Morbidoni, presidente della futura Federazione – riuniamo alcuni tra i soggetti più importanti e strutturati di un panorama italiano quanto mai ricco e diversificato“.

“Si pensi che un’analisi basata su un campione pari al 61% di quelle aderenti – prosegue Morbidoni -ha evidenziato numeri di tutto rispetto: vi si trovano, infatti, oltre 1.000 aziende vitivinicole, più di 500 ristoranti, 450 strutture ricettive, 320 agriturismi e altre importanti realtà sia pubbliche che private”.

Si contano inoltre 147 prodotti tipici Doc, Docg, Dop, Igp e i migliaia di Pat promossi, suddivisi tra Vino (34%), Olio (10%) e le numerose altre eccellenze del territorio (56%).

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Fisar al Vinitaly di Verona con 400 sommelier


VERONA –
Fisar, Federazione Italiana Sommelier Albergatori e Ristoratori, torna dal 5 al 10 aprile a Vinitaly e Vinitaly and The City con oltre 400 sommelier a guidare il pubblico alla scoperta e all’approfondimento della ricca offerta enoica nazionale e internazionale.

Una presenza capillare e un racconto competente e appassionato per far conoscere le numerose cantine che presentano le loro etichette all’interno dello spazio espositivo e nei suggestivi luoghi urbani di Verona.

Dall’area istituzionale del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo alle Enoteche Regionali, dai banchi di degustazione all’area Congressi, Fisar rinnova per il 27esimo anno consecutivo la sua collaborazione e il suo contributo all’appuntamento annuale più atteso dai wine lovers e dai professionisti del calice.

“Comunicare e promuovere il capitale culturale ed economico del settore vitivinicolo – dichiara Luigi Terzago, Presidente Fisar Nazionale – è da sempre al centro della mission di Fisar. Vinitaly per il comparto enoico rappresenta uno degli appuntamenti nazionali più significativi e importanti”.

“Qui la domanda e l’offerta si incontrano – conclude Terzago – qui nascono straordinarie collaborazioni e proprio qui Fisar svolge appieno e ancora una volta il suo ruolo di anello di congiunzione tra chi il vino lo produce e chi il vino lo apprezza, che sia un blasonato esperto o un entusiasta apprendista”.

In linea con la volontà di valorizzare la comunicazione e i grandi narratori del vino quattro anni Fisar ha dato vita al Premio Fisar alla Comunicazione che quest’anno verrà conferito dalla Giunta Esecutiva al giornalista Rai Bruno Gambacorta, scrittore ed esperto di enogastronomia, ideatore e conduttore della rubrica del TG2 Eat Parade dedicata al “bere bene, mangiare sano”. Il Premio sarà consegnato domenica 7 aprile alle ore 12.30 sul palco centrale dello stand del Mipaaft.

Dal desiderio di coinvolgere nel racconto del vino un numero sempre crescente di donne, protagoniste emergenti e appassionate dello scenario vitivinicolo nazionale, nasce nel 2011 Fisar in Rosa, il progetto guidato da Luisella Rubin che firma la tavola rotonda “Sei espressioni dei grandi Vini Rosati italiani”, moderato dalla giornalista Gladys Torres.

Sei produttrici provenienti da Veneto, Sicilia, Puglia, Toscana, Piemonte e Abruzzo portano la propria preziosa testimonianza di vignaiole in rosa e presentano le loro bottiglie accompagnate nel racconto e nel wine tasting dalla Sommelier Fisar Ambassador Karen Casagrande.

L’appuntamento con Fisar in Rosa è per domenica 7, alle ore 15.00 all’interno dell’Area Centro Servizi “Bra” (SALA C – Pad.10), partecipazione gratuita previa prenotazione (Luisella Rubin – luisellar@gmail.com).

Fisar rinnova per Vinitaly anche la partnership con Slow Food Editore, che dal 2014 vede impegnati oltre 50 degustatori FISAR per la redazione della guida annuale Slow Wine. Domenica 7 alle ore 16.30 nell’Area Centro Servizi “Bra” la Consigliera Nazionale Patrizia Loiola modera la presentazione della nuova guida “I 100 Migliori Vini Rosa d’Italia” (Guide Slow – Slow Food Editore).

Confermata anche per questa edizione la collaborazione con il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari, Forestali e del Turismo, con cui Fisar presenta il ciclo di degustazioni a tema “Vino, Storia e Tradizione”: un viaggio polisensoriale alla scoperta dell’origine dei vini, che hanno reso celebre la produzione tricolore, condotto dal Miglior Sommelier Fisar 2018 – Trofeo Rastal, Marco Barbetti (nella foto) all’interno della Sala Degustazioni del Mipaaft.

Si inizia lunedì 8 aprile alle ore 13.00 con una degustazione dedicata al Falerno Del Massiccio Rosso Dop dell’azienda Villa Matilde, moderata da Carlo Iacone, Consigliere Nazionale Giunta Esecutiva Fisar, seguita, alle ore 15.00, da una verticale di Gavi dei Gavi Docg della cantina La Solca, moderata da Roberto Rabachino, Coordinatore Fisar Nord -Ovest.

Ultimo appuntamento del lunedì, alle ore 16.00, è un’altra grande degustazione verticale dei vini dell’azienda Ornellaia, etichette Le Serre Nuove e Ornellaia, curata da Flavio Nuti, Coordinatore Fisar Centro.

Le degustazioni continuano  martedì 9 aprile dalle ore 15.00 nell’Area Centro Servizi “Bra” (SALA C – Pad.10),  con l’incontro con l’azienda Bertani, moderato da Lorenzo De Rossi, Coordinatore Fisar Nord Est.

Da venerdì 5 a lunedì 8 aprile i Sommelier della Federazione sono anche protagonisti di Vinitaly and the City, l’evento fuori salone che porta nel centro storico di Verona lo spirito della manifestazione con un fitto calendario di eventi pensati per le migliaia di wine lovers che ogni anno affollano le strade della città alla scoperta del mondo del vino e delle sue eccellenze.

Nel cuore della urbs marmorea, tra Piazza dei Signori, l’Arsenale e Piazza San Zeno, i professionisti del calice di Fisar accompagnano appassionati e visitatori in un percorso esperienziale e culturale unico, alla scoperta dei migliori vini tricolori.

Durante tutta la durata della manifestazione è possibile trovare in Galleria dei Signori (Stand 4) “Il Sommelier”, il wine social magazine edito da oltre 35 anni da FISAR e diretto dal giornalista Roberto Rabachino, attuale Presidente Nazionale dei Giornalisti e Comunicatori del Settore Agroalimentare Italiano (ASA).

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Timorasso Derthona, ma non solo: i Colli Tortonesi a Vinitaly 2019


Anche quest’anno il Consorzio Tutela Vini Colli Tortonesi parteciperà con uno stand istituzionale a Vinitaly. Si tratta dell’edizione più grande di sempre, con 4600 espositori da 35 Paesi, per un totale di oltre 16 mila etichette di vino e distillati a catalogo, su un’area di 100 mila metri quadri alla Fiera di Verona.

Da domenica 7 a mercoledì 10 aprile 2019, i visitatori del più grande evento italiano dedicato al mondo del vino potranno degustare 50 etichette di Timorasso Derthona di ben 28 soci produttori, per scoprire le caratteristiche e le evoluzioni che questo strepitoso bianco piemontese può regalare.

Il banco d’assaggio sarà gestito da due sommelier Fisar che illustreranno i vini ed il territorio della Doc Colli Tortonesi, che comprende anche vitigni a bacca rossa come il Barbera.

Di seguito l’elenco delle cantine presenti allo stand istituzionale. Alcuni Soci saranno presenti anche con proprio desk (catalogo 2019 al link https://catalogo.vinitaly.com/it/companies).

Battegazzore Vignaioli

Borgogno srl

Canevaro Luca Az. Agr

Cantine Volpi srl

Cascina Bandiera

Cascina Gentile

Cascina I Carpini

Cascina Montagnola

Daglio Giovanni

Fiordaliso

Il Borghetto

La Colombera

La Vecchia Posta

Mandirola Enrico

Mariotto Claudio

Monterosso

Oltretorrente

Poggio Az. Vinicola

Poggio Paolo

Pomodolce

Sassobraglia

Terralba

Terre di Sarizzola

Valli Unite

Vignaioli del Tortonese

Vigneti Boveri Giacomo

Vigneti Massa

Vigneti Repetto

 

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Approfondimenti

Vini dei Colli Berici: tre masterclass a Vinitaly

VERONA – Tre masterclass per scoprire i vini dei Colli Berici. A Vinitaly 2019 il Consorzio Vini Colli Berici e Vicenza presenterà i vini espressione del proprio territorio. Le masterclass si terranno nelle giornate di domenica 7, lunedì 8 e martedì 9 aprile all’interno dello stand consortile al Padiglione 8 stand L5.

Il primo appuntamento sarà domenica alle ore 14.00 con la degustazione aperta al pubblico “Palladiowines – Anteprima dell’annata 2018”, quando il direttore Giovanni Ponchia presenterà tre vini bianchi e tre rossi Colli Berici DOC per analizzare e riflettere sull’andamento della vendemmia dello scorso anno. Nel calice ci saranno i frutti dei vitigni cardine della produzione dei Colli Berici come Tai Rosso, Carménère, Pinot Bianco, Sauvignon e Pinot Grigio.

Lunedì 8 aprile alle 11.30 si confronteranno invece le realtà enologiche dei Colli Berici e dei Colli Euganei durante la masterclass Sangue e menta: Colli Berici ed Euganei tra note ematiche e note ferrose. A condurla sarà Gianpaolo Giacobbo, coautore della guida Slow Wine, che porterà in degustazione tre rossi rappresentativi dell’area berica, con un gioco di annate che va dal 2016 al 2008, e tre della DOC Colli Euganei.

Martedì alle 11.30 il terzo appuntamento con l’incontro Vulcanici dentro – Dal terreno al calice nella DOC Gambellara: Giovanni Ponchia farà conoscere al pubblico quattro etichette del Consorzio Gambellara, che dai primi giorni di febbraio si trova sotto il coordinamento del Consorzio Vini Colli Berici e Vicenza.

A chiudere gli incontri di Vinitaly 2019 sarà il banco d’assaggio di mercoledì 10 aprileViaggio tra i prodotti tipici di Vicenza, organizzata dalla Strada dei Vini Colli Berici assieme alle altre strade del vino della Provincia di Vicenza.

Alle 10.30 presso lo stand della Regione Veneto (Pad. 4) il pubblico potrà conoscere le principali specialità gastronomiche dell’area vicentina, abbinate a un calice di Sauvignon DOC Vicenza e uno di Tai Rosso, vitigno simbolo dei Colli Berici.

È possibile riservare gratuitamente il proprio posto alle degustazioni dei Colli Berici a Vinitaly 2019 a questo link: bit.ly/collibericivinitaly2019.

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Approfondimenti

AIS Veneto: Alba Vitæ sostiene ABEO per il restauro di Villa Fantelli

Durante una cena enosolidale al Ristorante Vittorio Emanuele di Piazza Brà (Verona) AIS Veneto ha consegnato i 9 mila euro ricavati dalla vendita di Alba Vitæ, il vino in edizione limitata con cui ogni anno l’Associazione Sommelier sostiene un progetto di realtà venete impegnate nel sociale. L’edizione 2018, che aveva scelto come vino il Kairos 2015 della cantina Zýmē, ha toccato la quota di 500 magnum vendute.

“Il successo senza precedenti di Alba Vitæ 2018 – ha dichiarato Paolo Bortolazzi, Delegato AIS Veneto della provincia di Verona – ci riempie di gioia e orgoglio, spingendoci a lavorare sempre di più per questo progetto. Le bottiglie di Kairos sono terminate in pochissimi giorni, segno che la nostra iniziativa di beneficenza sta andando nella direzione giusta: da otto anni riusciamo a sostenere iniziative sociali in cui crediamo fortemente, dando loro un aiuto concreto e trasformando una buona bottiglia di vino in un’occasione di solidarietà.”

ABEO Onlus Verona, che collabora con il Reparto di Oncoematologia Pediatrica di Borgo Trento, impiegherà la cifra raccolta nella ristrutturazione di Villa Fantelli, uno spazio dedicato ai bambini emopatici oncologici dove saranno realizzati una serie di ambienti e mini-appartamenti pensati per i piccoli pazienti e le loro famiglie.

Durante la cena è avvenuto anche il passaggio di testimone in vista dell’edizione 2019 di Alba Vitæ: i fondi raccolti con la vendita di Raboso Piave Malanotte DOCG 2010 della cantina Bonotto Delle Tezze saranno destinati alla fondazione Oltre il labirinto, ONLUS trevigiana che offre aiuto e assistenza a bambini e adulti affetti da autismo.

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A Vinitaly un percorso di 120 etichette per scoprire il Pignoletto


VERONA – Un intero territorio si presenta al Vinitaly 2019 presso il Padiglione dell’Emilia Romagna (Pad.1, Stand C11) con un grande percorso di degustazione: circa 120 etichette di Pignoletto, che dalla Doc prodotta nei territori tra Modena e Faenza passa alla Colli Bolognesi Pignoletto Docg, al vertice della piramide qualitativa, e alle tipologie della Colli Bolognesi Doc – Bologna Bianco, Bologna Rosso, Barbera – prodotte nel territorio dei Colli Bolognesi.

Si presentano così all’appuntamento enologico dell’anno il Consorzio Vini Colli Bolognesi e il Consorzio Pignoletto Emilia Romagna, offrendo ai visitatori di Verona Fiere la possibilità di scoprire il 95% della produzione del territorio dove Emilia e Romagna si incontrano.

I NUMERI
Se sul Pignoletto e la sua costante crescita molto è stato detto – i dati 2018 parlano di 14 milioni di bottiglie, con un incremento del 15% – tutti da scoprire sono i vini DOC prodotti nel territorio dei Colli Bolognesi, realtà artigianali di produttori che negli ultimi anni hanno compiuto un decisivo passo nella direzione della qualità.

Dal Bologna Bianco, frutto dell’incontro tra varietà internazionali (almeno il 50% Sauvignon) e locali, con la sua miscela sapida, fine ed elegante di aromi intensi di frutta gialla e note minerali, al Bologna Rosso (base minima 50% Cabernet Sauvignon), vino strutturato con tannini eleganti e aromi intensi.

E infine la Barbera, della quale i Colli Bolognesi sono la principale area di coltivazione dopo il Piemonte, con le sue versioni frizzante, dal sapore asciutto e tannico, e ferma, quest’ultima sia d’annata che Riserva (con 36 mesi di affinamento dei quali almeno 5 in bottiglia), con i suoi aromi complessi e speziati e il sapore morbido ed asciutto.

Un territorio da scoprire anche per la straordinaria notorietà di cui sta godendo a livello internazionale la città di Bologna come meta di turismo slow, in cui il patrimonio enogastronomico gioca un ruolo di primo piano: sempre maggiore è l’attenzione alla territorialità, non solo nel piatto ma pure nel bicchiere, per un’offerta che voglia sempre più mirare ad offrire la piena esperienza del luogo ai numerosi turisti che oggi passeggiano per le vie del capoluogo emiliano romagnolo.

“I Colli Bolognesi – sottolinea il Direttore del Consorzio Vini Colli Bolognesi Giacomo Savorini– possiedono uno straordinario panorama, oltre che essere eredi di una storia e di un patrimonio culturale unico. Un territorio conosciuto in tutto il mondo per la grande qualità del suo cibo e dei suoi vini, che oggi portiamo al Vinitaly nella convinzione che sapranno conquistare sempre più attenzione da parte del pubblico e degli operatori”

“Siamo sempre più convinti – continua Savorini – che la sinergia tra le cantine dei Colli Bolognesi e i grandi produttori del Consorzio Pignoletto sia la scelta vincente per valorizzare prodotti che stanno conquistando sempre più consumatori, sia in Italia che all’estero. Non solo Pignoletto dunque, che è oggi uno dei vini più interessanti della nostra industria vinicola, ma l’intera espressione di un territorio che da sempre è culla della viticultura”.

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Vinitaly 2019: cresce l’adesione dei vignaioli Fivi. Saranno 212, ecco la lista “Fivitaly”


VERONA –
Cresce il numero di Vignaioli Indipendenti FIVI che parteciperanno a Vinitaly 2019. Quest’anno saranno 212, tutti riuniti nell’area comune al Padiglione 8, in uno spazio espositivo di 1200 metri quadri. Nel 2018, durante l’edizione che ha festeggiato i dieci anni di attività di FIVI, i vignaioli presenti erano 158, in 830 metri quadri.

Le porte del più importante salone internazionale d’Italia dedicato a vini e distillati si apriranno domenica 7 aprile per chiudersi mercoledì 10. All’interno del Padiglione 8 le 212 aziende del collettivo FIVI presenteranno al pubblico e agli operatori i loro vini.

Frutto di una “viticoltura artigianale che vuole farsi custode del territorio in cui nasce e delle sue tradizioni”. Il vignaiolo FIVI, infatti, “è colui che coltiva le proprie vigne, produce e imbottiglia il proprio vino, curando personalmente il proprio prodotto”.

“Undici anni – dichiara la Presidente Matilde Poggi – in cui abbiamo lottato e sostenuto tenacemente numerose istanze hanno portato la FIVI a essere un punto di riferimento per chi crede in una viticoltura rispettosa del territorio e della tradizione”.

“L’aumento delle adesioni e dello spazio espositivo rispetto alla precedente edizione di Vinitaly – continua Poggi – riflette un consenso profondo e sempre più diffuso per la natura delle nostre richieste e per lo stile con cui le conduciamo”.

“Le occasioni di confronto costruttivo che abbiamo sempre ricercato con le istituzioni a livello locale, nazionale ed europeo hanno accresciuto la nostra credibilità ai loro occhi e, di conseguenza, agli occhi di pubblico e produttori. Questo ci sprona a continuare con entusiasmo e sempre nuova energia nel nostro lavoro”, conclude la presidente Matilde Poggi.

LA LISTA
L’Area FIVI è al Padiglione 8, stand B8/B9, C8/C9, D8/D9, E8/E9, F8/F9/F10, G8/G9, H8/H9/H10. Di seguito la lista completa dei vignaioli della Federazione italiana Vignaioli Indipendenti presenti a Vinitaly 2019.

PODERE DELLA TORRE ABRUZZO PE
VINI CORDONI ABRUZZO TE
VIGNE MASTRODOMENICO BASILICATA PZ
TENUTE PACELLI CALABRIA CS
ANTICO CASTELLO CAMPANIA AV
CANTINE MATRONE CAMPANIA NA
GENNARO PAPA CAMPANIA CE
LE CANTINE DELL’AVERNO CAMPANIA NA
MAFFINI LUIGI CAMPANIA SA
MUSTILLI CAMPANIA BN
TERRE DEL PRINCIPE CAMPANIA CE
ANCARANI EMILIA ROMAGNA RA
CANTINA SAN BIAGIO VECCHIO EMILIA ROMAGNA RA
GIOVANNINI EMILIA ROMAGNA BO
LA TOSA EMILIA ROMAGNA PC
LODI CORAZZA EMILIA ROMAGNA BO
MANARESI EMILIA ROMAGNA BO
MARENGONI EMILIA ROMAGNA PC
MARTA VALPIANI EMILIA ROMAGNA FC
BARATTIERI EMILIA ROMAGNA PC
TENUTA COLOMBARDA EMILIA ROMAGNA FC
TENUTA SANT’AQUILINA EMILIA ROMAGNA RN
TERRAQUILIA IL METODO ANCESTRALE da Vigne in Alta Quota EMILIA ROMAGNA MO
AQUILA DEL TORRE FRIULI VENEZIA GIULIA UD
BORGO DELLE OCHE FRIULI VENEZIA GIULIA PN
FERLAT SILVANO FRIULI VENEZIA GIULIA GO
FLAIBANI FRIULI VENEZIA GIULIA UD
IL CARPINO FRIULI VENEZIA GIULIA GO
VILLA JOB FRIULI VENEZIA GIULIA UD
ALBERTO GIACOBBE LAZIO FR
PALAZZO PROSSEDI LAZIO LT
BIOLOGICA CIUCCI LAZIO VT
CASALE CERTOSA LAZIO RM
DE SANCTIS LAZIO RM
IL TORCHIO LIGURIA SP
LA COLOMBIERA LIGURIA SP
VisAmoris LIGURIA IM
ALESSIO BRANDOLINI LOMBARDIA PV
CANTRINA LOMBARDIA BS
CASCINA MADDALENA LOMBARDIA BS
CAVALLERI LOMBARDIA BS
CORTE FUSIA LOMBARDIA BS
LA PIOTTA LOMBARDIA PV
LAZZARI LOMBARDIA BS
MOSNEL LOMBARDIA BS
PERLA DEL GARDA LOMBARDIA BS
RIZZINI LOMBARDIA BS
SAN CRISTOFORO LOMBARDIA BS
TENUTA LA VIGNA LOMBARDIA BS
ZATTI LOMBARDIA BS
ANGELI DI VARANO MARCHE AN
BROCCANERA MARCHE AN
CA’ LIPTRA MARCHE AN
CANTINA BASTIANELLI (CVP) MARCHE FM
MAZZOLA MARCHE AN
COL DI CORTE MARCHE AN
CONVENTINO MONTECICCARDO MARCHE PU
DIANETTI EMANUELE MARCHE AP
FAILONI MARCHE AN
FIORANO MARCHE AP
FONTORFIO MARCHE AP
LA VALLE DEL SOLE MARCHE AP
MALACARI MARCHE AN
PANTALEONE (CVP) MARCHE AP
PS WINERY MARCHE AP
SOCCI MARCHE AN
TENIMENTI SPINSANTI MARCHE AN
TENUTA SAN MARCELLO MARCHE AN
VIGNETI VALLORANI MARCHE AP
ADRIANO MARCO E VITTORIO PIEMONTE CN
ALEMAT PIEMONTE AL
ANGELINI PAOLO PIEMONTE AL
ANTICA CASCINA DEI CONTI DI ROERO PIEMONTE CN
AZIENDA BARBAGLIA PIEMONTE NO
BENITO FAVARO PIEMONTE TO
CASCINA I CARPINI PIEMONTE AL
CASTELLO DI GRILLANO – ORGANIC WINERY PIEMONTE AL
CERUTTI PIEMONTE AT
CIECK PIEMONTE TO
EMILIO VADA PIEMONTE AT
FILIPPA PIEMONTE CN
GHIO ROBERTO – VIGNETI PIEMONTEMARE PIEMONTE AL
L’ARMANGIA PIEMONTE AT
LA CONTRADA DI SORANO PIEMONTE CN
LA GIRONDA PIEMONTE AT
FONTANASSA PIEMONTE AL
LA ZERBA PIEMONTE AL
MONTARIOLO PIEMONTE AL
OLTRETORRENTE PIEMONTE AL
SILVIA CASTAGNERO PIEMONTE AT
SOBRERO FRANCESCO PIEMONTE CN
TENUTA SANTA CATERINA PIEMONTE AT
ANNA MARIA ABBONA PIEMONTE CN
AGRICOLE PIETRAVENTOSA PUGLIA BA
ATTANASIO LUCA PUGLIA TA
CANTINE CARPENTIERE PUGLIA BA
DUCA CARLO GUARINI PUGLIA LE
LAMA DI ROSE PUGLIA TA
MORELLA PUGLIA TA
TENUTA PATRUNO PERNIOLA PUGLIA BA
PLANTAMURA PUGLIA BA
SAN RUGGIERO PUGLIA BT
ANTONELLA CORDA SARDEGNA CA
CANTINA BERRITTA SARDEGNA NU
CANTINA VIKEVIKE SARDEGNA NU
CALI’ PAOLO SICILIA RG
FENECH FRANCESCO SICILIA ME
FEUDO RAMADDINI SICILIA SR
GASPARE DI PRIMA SICILIA AG
GURRIERI VINI  – di Battaglia Graziella SICILIA RG
MARILENA BARBERA SICILIA AG
SPADAFORA DEI PRINCIPI DI SPADAFORA SICILIA PA
TENUTA LA FAUCI SICILIA ME
TENUTA VALLE DELLE FERLE SICILIA CT
CARUS VINI TOSCANA FI
CASA SOLA – CHIANTI WINERY TOSCANA FI
CASINA DI CORNIA TOSCANA SI
CASTELLO DI RIPA D’ORCIA TOSCANA SI
CIVETTAIO TOSCANA GR
FABIO MOTTA TOSCANA LI
FABRIZIO DIONISIO TOSCANA AR
FATTORIA DI POGGIOPIANO TOSCANA FI
POGGERINO TOSCANA SI
FORCONI FABRIZIO – PODERE DELL’ANSELMO TOSCANA FI
I FABBRI TOSCANA FI
ISTINE TOSCANA SI
LA PIANA – ISOLA DI CAPRAIA TOSCANA LI
LA SALCETA TOSCANA AR
LE CINCIOLE TOSCANA FI
LE VERZURE TOSCANA SI
MAJNONI GUICCIARDINI TOSCANA FI
MARCO BENVENUTI TOSCANA GR
MONTECHIARI TOSCANA LU
MONTECIVOLI TOSCANA GR
MONTENERO TOSCANA GR
PALAZZO DI PIERO – VINI NATURALI DI TOSCANA TOSCANA SI
PIEVE DE’ PITTI TOSCANA PI
PODERE ALBERESE TOSCANA SI
PODERE RIPARBELLA TOSCANA GR
POGGIO L’APPARITA TOSCANA GR
POMONA TOSCANA SI
SOLATIONE TOSCANA FI
TENUTA MARIANI TOSCANA LU
TREGOLE TOSCANA SI
TREVISAN TOSCANA AR
VALLONE DI CECIONE TOSCANA FI
BALTER TRENTINO TN
BONGIOVANNI TRENTINO TN
BORGO DEI POSSERI TREN TINO TN
CESCONI TRENTINO TN
DE TARCZAL TRENTINO TN
DE VESCOVI ULZBACH TRENTINO TN
DE VIGILI TRENTINO TN
EREDI DI COBELLI ALDO TRENTINO TN
FRANCESCO POLI TRENTINO TN
GRIGOLLI BRUNO TRENTINO TN
LE FONTANELLE TRENTINO TN
LONGARIVA TRENTINO TN
MARTINELLI TRENTINO TN
CASTEL NOARNA TRENTINO TN
MASO FURLI TRENTINO TN
MAXENTIA TRENTINO TN
PISONI TRENTINO TN
TENUTA MASO CORNO TRENTINO TN
VIGNAIOLO FANTI TRENTINO TN
VILLA PERSANI TRENTINO TN
ZANOTELLI TRENTINO TN
ZENI TRENTINO TN
ENRICO NERI UMBRIA TR
NAPOLINI UMBRIA PG
PALAZZONE UMBRIA TR
ROCCAFIORE ORGANIC WINES UMBRIA PG
ANCILLA LUGANA VENETO VR
ANTOLINI VENETO VR
BELE CASEL VENETO TV
BORGO STAJNBECH VENETO VE
BRESOLIN-BIO VENETO TV
CA ROVERE VENETO VI
CA’ DEL FAGGIO VENETO TV
CASA CECCHIN VENETO VI
CASARETTI VENETO VR
CASE PAOLIN VENETO TV
CLEMENTI GNIREGA VENETO VR
COL DEL LUPO VENETO TV
COL MIOTIN VENETO TV
CONTE EMO CAPODILISTA – LA MONTECCHIA VENETO PD
CORTE MERCI VENETO VR
CORTE QUAIARA VENETO VR
CORTE SCALETTA VENETO VR
COSTA DEGLI ULIVI VENETO VR
DAMA DEL ROVERE VENETO VR
FIRMINO MIOTTI VENETO VI
FRANCHINI AGRICOLA VENETO VR
FRATELLI COLLAVO VENETO TV
GIOVANNI EDERLE VENETO VR
LA FRASSINA VENETO VE
LE FRAGHE VENETO VR
LE GUAITE DI NOEMI VENETO VR
LE VIGNE DI SAN PIETRO VENETO VR
MIZZON VENETO VR
MONGARDA VENETO TV
MONTEVERSA VENETO PD
MORETVINI VENETO TV
PIEROPAN VENETO VR
PIETRO ZARDINI VENETO VR
PUNTOZERO VENETO VI
RUGE VENETO TV
TAMELLINI VENETO VR
VETTORI VENETO TV
VIGNE AL COLLE VENETO PD
VILLA CRINE VENETO VR
ZYMĒ VENETO VR
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Amarone 2015: è davvero una grande annata? I migliori assaggi all’Anteprima


VERONA –
 Doveva essere un’annata speciale per l’Amarone, la 2015. Sarà soprattutto il mercato a dare ragione ai tecnici del Consorzio di Tutela Vini Valpolicella e del Crea di Conegliano, che parlano di una vendemmia speciale, quasi irripetibile. La “migliore degli ultimi 30 anni”.

Di certo si fatica a vedere tutta quest’eccellenza nei calici dell’Anteprima Amarone 2015, andata in scena ieri al Palazzo della Gran Guardia di Verona. Sessantanove etichette che il pubblico di winelovers e appassionati potrà gustare oggi, dalle 10 alle 19: sessantacinque le aziende della Valpolicella protagoniste, anche con annate più vecchie (porte aperte anche il 4 febbraio, ma solo per gli operatori del settore).

La verità è che molti campioni di botte promettono meglio dei vini già in bottiglia. Segno di un nuovo stile di produzione, che pare incentrato su una sorta di alleggerimento dei toni più “mascolini” dell’Amarone.

Il risultato (spesso) non è male. Ma a rimetterci è la tipicità della Denominazione, alla luce delle richieste del mercato. E’ un fenomeno tutto italiano. Di fatto, all’Anteprima di Verona 2019, si è assistito al medesimo “trend” in voga dall’altra parte del pianeta dei fine wines italiani: il Piemonte.

All’Anteprima “Barolo, Barbaresco e Roero” di Alba di inizio settimana (qui i migliori assaggi) è parso evidente l’assottigliarsi delle differenze tra Nebbiolo “base” e Nebbioli più affinati, atti a diventare Barolo o Barbaresco.

Così, in Valpolicella, sin troppi Amaroni paiono l’emblema (cosciente) di un’occasione persa: quella di una “annata perfetta”. Le scelte enologiche di molti produttori sembrano aver privilegiato la bevibilità rispetto alla struttura. E a sentire gli stessi vignaioli (tanti), questo era – appunto – l’obiettivo.

Ecco dunque le valutazioni effettuate ieri sui campioni in degustazione all’Anteprima Amarone 2015, suddivise tra vini “già imbottigliati” e “campioni di botte”. Un tasting avvenuto rigorosamente alla cieca, senza cioè conoscere il nome del produttore e dell’etichetta prima di valutarla. Enjoy.

AMARONE DELLA VAPOLICELLA DOCG GIA’ IMBOTTIGLIATO

Zanoni Pietro 2015 “Zovo”: 92/100
Roccolo Grassi 2015: 91/100
Boscaini Carlo 2015 “San Giorgio”: 90/100 — Giovanni Ederle 2015: 90/100

Monte del Frà Classico 2015 “Lena di Mezzo”: 86/100
Albino Armani Classico 2015 “Albino Armani”: 86/100
Tinazzi 2015 “Cà de’ Rocchi La Bastia”: 86/100

Antiche Terre Venete 2015: 85/100
Corte Figaretto Valpantena 2015 “Graal”: 85/100
Riondo-Collis 2015 “Castelforte”: 85/100
Vigneti di Ettore Classico 2015: 85/100
Gamba Classico 2015 “Campedel”: 85/100
Fratelli Degani Classico 2015 “La Rosta”: 85/100

Gerardo Cesari Classico 2015 “Cesari”: 84/100
Corte Archi Classico 2015 “Gli Archi”: 84/100
Bertani Valpantena 2015: 84/100
La collina dei ciliegi 2015: 84/100
Bottega 2015 “Il Vino degli Dei”: 84/100
Accordini Stefano Classico 2015 “Acinatico”: 84/100

Cà dei Maghi Classico 2015 “Camparsi”: 83/100
Zeni 1870 Classico 2015 “Vigne Alte”: 83/100
San Cassiano 2015: 83/100
Domini Veneti Classico 2015 “Domini Veneti”: 83/100
Capurso 2015: 83/100

Pasqua Vigneti e Cantine 2015 “Famiglia Pasqua”: 82/100
Recchia Classico 2015 “Masùa di Jago”: 82/100
Fratelli Degani Classico 2015: 82/100

Aldegheri Classico 2015: 81/100
Ilatium 2015 Campo Leòn: 81/100

CAMPIONI DA BOTTE: VALUTAZIONI 02/02/2019

Valentina Cubi Classico 2015 “Morar” (campione di botte): 90/100
I Tamasotti 2015 (campione di botte): 90/100
Giacomo Montresor Classico 2015 “Capitel della Crosara” (campione di botte): 89/100

Zýmē Classico 2015 (campione di botte): 86/100
Massimago 2015 “Massimago” (campione di botte): 86/100
Cantina Valpantena 2015 “Torre del Falasco” (campione di botte): 86/100

Cà dei Frati 2015 “Pietro Dal Cero” (campione di botte): 85/100
Cà la Bionda Classico 2015 “Vigneti di Ravazzòl” (campione di botte): 85/100
Famiglia Cottini – Montezovo 2015 (campione di botte): 85/100

Monteci Classico 2015 (campione di botte): 84/100
Secondo Marco Classico 2015 (campione di botte): 84/100
Selùn di Marconi Luigi Classico Riserva 2015 (campione di botte): 84/100
Tenuta Chiccheri 2015 “Campo delle Strie” (campione di botte): 84/100
Santi Classico 2015 “Santico” (campione di botte): 84/100
Tenuta Santa Maria di Gaetano Bertani Classico 2015 (campione di botte): 84/100
Novaia Classico 2015 “Corte Vaona” (campione di botte): 84/100
Corteforte Classico 2015 “Corteforte” (campione di botte): 84/100
Fasoli Gino 2015 “Alteo” (campione di botte): 84/100
Fattori 2015 (campione di botte): 84/100
Flatio Classico 2015 (campione di botte): 84/100

Dal Cero in Valpolicella 2015 “Dal Cero” (campione di botte):: 83/100
Falezze Luca Anselmi 2015 (campione di botte): 83/100
Marinella Camerani 2015 (campione di botte n. 50 Vigneto Adalia): 83/100
Clementi Classico 2015 (campione di botte): 83/100
Corte Archi Classico 2015 Riserva “Is” (campione di botte): 83/100
Ceschi Brugnoli Classico 2015 “Cà del Mato” (campione di botte): 83/100
Scriani Classico 2015 (campione di botte): 83/100
Bolla Classico 2015 (campione di botte): 83/100
Santa Sofia Classico 2015 (campione di botte): 83/100

Vigna ‘800 Classico 2015 “Virgo Moron” (campione di botte): 82/100
Marinella Camerani 2015 (campione di botte n. 57 Vigneto Dietro Casa): 82/100
Le Bignele Classico 2015 (campione di botte): 82/100
Cà Rugate 2015 “Punta Tolotti” (campione di botte): 82/100
Benedetti Corte Antica Classico 2015 (campione di botte): 82/100
Cà Botta 2015 “Tenute Cajò” (campione di botte): 82/100

Villa San Carlo 2015 (campione di botte): 81/100
Sartori Classico 2015 “Reius” (campione di botte): 81/100
Le Guaite di Noemi 2015 (campione di botte): 81/100

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Approfondimenti

Amarone e Verona riferimenti del sistema vino italiano ed enoturismo

VERONA – Al via oggi “Anteprima Amarone 2015″ evento  organizzato dal Consorzio di Tutela Vini Valpolicella che si protrarrà fino al 4 Febbraio.

Alla giornata augurale ha partecipato Gian Marco Centinaio, Ministro delle Politiche Agricole alimentari, forestali e del turismo che ha dichiarato:

“Per troppi anni il made in italy è stato promosso dal sistema Italia in modo disarticolato. Diversamente da altri nostri competitor che, sui mercati internazionali, si presentano sotto un’unica bandiera. Questo è ciò che manca al vino e ad altri settori: la riconoscibilità del brand Italia. Con questa consapevolezza abbiamo già fatto una serie di incontri con i rappresentanti degli altri ministeri interessati e in questo momento il sottosegretario Geraci sta seguendo più di tutti lo sviluppo della promozione del nostro Paese all’estero”.

“L’Amarone è l’eccellenza dell’enogastronomia italiana in giro per il mondo – ha proseguito il ministro – e in Cina, dove non siamo ancora veramente partiti, questo vino potrebbe rappresentare perfettamente il gusto del suo consumatore medio. Ma il problema grosso è come andiamo a promuoverci: abbiamo troppe voci una diversa dall’altra. Nel vino, abbiamo un brand, come Vinitaly, riconosciuto in tutto il mondo che potrebbe diventare la sintesi a favore della promozione. L’auspicio è quello e io sono ottimista”.

VERONA CAPITALE DEL VINO
La centralità di Verona in campo agroalimentare ed enogastronomico sottolineata dal ministro Centinaio è stata ribadita anche dal presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella, Andrea Sartori:

“Penso che Verona possa essere considerata la città italiana del vino perché concentra tutti gli asset di una filiera che va dalla produzione fino al turismo. Per questo -ha concluso Sartori – abbiamo l’ambizione di candidarci ad essere il riferimento dell’enoturismo in Italia. Serve un salto di qualità e il lavoro di tutti, a partire dalla messa in rete tra produttori, agenzie turistiche e aree a forte concentrazione ricettiva, come il Lago di Garda che conta 13 milioni di presenze l’anno”.

Relativamente all’Amarone, soddisfazione di Sartori:  “Il 2015 è stata una grande annata, una di quelle da ricordare. Quindi tutto bene per la denominazione che conta su una redditività importante e un rinnovamento generazionale, ma c’è ancora moltissimo da fare a partire dall’export e sui mercati asiatici”.

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