Il Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Barò Moncaro si presenta nel calice di un giallo paglierino con riflessi verdolini. Scorre nel calice lasciando presagire una certa morbidezza.
Al naso, Barò è floreale, di biancospino e acacia, ma anche di agrumi (pompelmi ben evidenti) mandorla e pera.
Al palato è di fatto sorprendentemente morbido, beverino, invitante: ecco nuovamente le note agrumate e quelle di frutta a polpa bianca ad anticipare un finale che tende all’amarognolo. Sufficiente la persistenza.
Buon vino, in definitiva, per qualità prezzo, il Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico Barò di Terre Cortesi Moncaro si abbina alla perfezione con le portate di pesce, in particolare di pesce azzurro, ma anche con la carne bianca.
LA VINIFICAZIONE
La regione di provenienza di questo nobile vitigno, il Verdicchio, utilizzato per Barò in purezza, sono le Marche. In particolare, la provincia di Ancona, nell’area classica di produzione. L’età dei vigneti varia da 8 a 30 anni, in un suolo di origine sedimentario marino alluvionale, con prevalenza di argilla e sabbia del plio-pleistocene e miocene.
Le altitudini variano dai 220 ai 380 metri sul livello del mare, in un’area collinare. L’allevamento del Verdicchio da parte di Moncaro viene effettuato a guyot e capovolto, con una densità d’impianto di 1700-3000 ceppi per ettaro, con una resa di 110-120 quintali d’uva. La raccolta viene effettuata sia a mano sia meccanicamente.
Per la vinificazione del Verdicchio Castelli di Jesi Barò di Terre Cortesi Moncaro è prevista una pressatura soffice, con decantazione statica e fermentazione a temperatura controllata, mediante l’apporto di lieviti selezionati, con successiva breve sosta sulle fecce. La maturazione del vino avviene in bottiglia, con affinamento in magazzini termocondizionati.
Prezzo: 4,48 euro
Acquistato presso: Conad
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.