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L’Associazione Verace Pizza Napoletana inserisce la pizza fritta nel disciplinare

L'Associazione Verace Pizza Napoletana inserisce la pizza fritta nel disciplinare

Avpn (Associazione Verace Pizza Napoletana) inserisce la pizza fritta nel proprio disciplinare internazionale la pizza fritta. Un prodotto che per molti pizzaioli è decisamente qualcosa di più che una seppur valida alternativa alla classica pizza.

«Da anni l’Associazione è impegnata nella promozione e nella valorizzazione della Vera Pizza Napoletana – spiega Antonio Pace, Presidente Avpn -. Dopo tanti anni di successi e riconoscimenti era necessario, da parte nostra, procedere alla tutela di un’altra eccellenza del food partenopeo: la pizza fritta».

«Abbiamo pertanto voluto – aggiunge Pace – aggiungere un’appendice al Disciplinare Internazionale della Vera Pizza Napoletana dedicata alla pizza fritta. Descritta nelle sue due varianti di forma tonda e a mezzaluna (calzone). Nei suoi ingredienti di base. Nella tipicità della stesura e della chiusura ed infine nella tecnica e nelle caratteristiche di frittura».

Preziosa, nell’appendice che Avpn ha dedicato alla pizza fritta, la collaborazione tra l’Associazione e il Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli.

«Questa certificazione si inserisce in un contesto di rivalutazione, dal punto di vista scientifico e nutrizionale, della frittura – dichiara la Professoressa Paola Vitaglione, ordinario di Fisiologia del Dipartimento -. Il cibo fritto non fa male alla salute se preparato in maniera corretta e se non se ne abusa».

«Inoltre e se il suo consumo si accompagna ad un pattern alimentare sano e un adeguato livello di attività fisica si può cedere al piacere di un buon fritto anche due volte a settimana!», conclude Vitaglione.

LE PRIME 8 TABELLE DI CERTIFICAZIONE

Per questo motivo Avpn ha scelto di fare della pizza fritta la protagonista della seconda edizione del Vera Pizza Day, in programma lunedì 17 gennaio 2022. Sarà questa l’occasione per consegnare ufficialmente le prime 8 tabelle di certificazione. Certificazioni che andranno alle friggitorie che hanno fatto la storia della pizza fritta. A quelle che negli ultimi anni hanno spinto con l’apertura di nuovi locali ed alla diffusione di questo prodotto.

Infine alle pizzerie che hanno riservato alla pizza fritta un ruolo di pari livello, se non superiore, rispetto a quella al forno. La scelta del numero di tabelle assegnate non è casuale ma dovuta alla storica tradizione di venderla con la formula di “oggi a 8“. Ossia la mangio oggi e la pago tra otto giorni.

In ordine alfabetico le tabelle sono state assegnate a: Antica Friggitoria Masardona, Antica Pizza Fritta da Zia Esterina Sorbillo, Guglielmo Vuolo, Isabella De Cham Pizza Fritta, La Figlia del Presidente, Pizza Fritta Famiglia Surace da più di 100 anni, Pizzeria De’ Figliole e Starita a Materdei.

I SEGRETI DELLA PIZZA FRITTA NAPOLETANA

Pochi consigli ma da seguire con attenzione. Immergere l’alimento in olio extravergine di oliva o in olio di semi (preferibilmente quello di girasole ad alto contenuto di acido oleico o arachidi) ad una temperatura che non raggiunga mai il punto di fumo, applicando un ricambio frequente dell’olio.

Queste semplici regole oltre a garantire proprietà sensoriali come la croccantezza e profumo caratteristici, migliorano gli aspetti nutrizionali del prodotto. Riducono infatti la quantità di olio assorbiti dall’alimento e la formazione di sostanze indesiderate che possono derivare dall’ossidazione dei grassi.

AVPN E LA SOLIDARIETÀ

Ma aldilà dell’aspetto legislativo e di quello salutistico, la pizza fritta è collegata anche ad aspetti sociali che non sono sfuggiti all’Associazione Verace Pizza Napoletana. A maggior ragione in un periodo come quello natalizio dove talvolta un gesto e un’attenzione particolare possono fare davvero la differenza.

«Abbiamo voluto riscoprire l’antica tradizione delle “pizzelle di Natale” –  ha concluso il Presidente Pace – che riuniva le famiglie alla Vigilia intorno al focolare per la preparazione delle pizze fritte. Noi abbiamo scelto di allargare il concetto di famiglia, allietando il Natale dei più bisognosi del Binario della Solidarietà, gestito dalla Caritas Diocesana di Napoli. Grazie all’Associazione Camminare Insieme proveremo a portare un po’ di gioia, preparando solo per loro delle pizze fritte nella giornata del 23 dicembre».

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Partite oggi le Olimpidi della Vera Pizza Napoletana: 150 maestri d’impasto in gara

E’ andata in scena oggi, presso  la sede dell’Associazione Verace Pizza Napoletana, la cerimonia di apertura delle Ompiadi della Vera Pizza Napoletana.

La sfida intercontinentale vedrà per tre giorni centinaia di pizzaioli da tutto il mondo in corsa per aggiudicarsi le prestigiose medaglie olimpiche in cinque discipline (Vera Pizza Napoletana, Per Gourmet, Gluten free, Pizza Fritta e Mastunicola).

I partecipanti provengono da 20 paesi e sono capitanati da Italia, Giappone, Usa, Brasile e Australia. Ma anche Malta, Messico, Polonia, UK, Belgio, Canada, Cile, Corea del Sud, Germania, Kuwait, Malesia, Romania, Spagna, Thailandia e Turchia per un toale di centocinquanta maestri dell’impasto.

Più di 1000 gli operatori che hanno preso parte al taglio del nastro dei Giochi, alla presenza di Antonio Pace, presidente AVPN, Alfonso Pecoraro Scanio, presidente Fondazione UniVerde e promotore campagna mondiale #pizzaUnesco, Carla Ruocco, presidente Commissione Finanze della Camera dei Deputati, Mary Ellen Countryman, console generale degli Stati Uniti a Napoli.

Ospiti d’eccezione, rispettivamente nei panni di madrina e testimonial delle Olimpiadi, la produttrice cinematografica Martha De Laurentiis e lo scrittore Maurizio De Giovanni che insieme al presidente Pace hanno acceso il braciere olimpico e dato il via ufficiale alla tre giorni agonistica, che fino al 10 luglio vedrà sul campo anche giovani talenti pronti a darsi battaglia per vincere il titolo di pizzaioli under35 del mondo.

Quest’anno ricorre anche il 35esimo anniversario dell’Associazione Verace Pizza Napoletana e in concomitanza si è svolto anche un importante momento istituzionale di confronto con gli associati arrivati da tutto il mondo. Sul tavolo, la valorizzazione e la salvaguardia del prodotto simbolo della gastronomia partenopea e della sua arte che ora guardano al futuro e si evolvono di pari passo con i trend e la costante crescita del settore.

IL MARCHIO “VERACE PIZZA NAPOLETANA”
Durante l’incontro intitolato “La Vera Pizza Napoletana: ritorno al futuro. L’evoluzione dell’arte del pizzaiuolo napoletano”, con il vicepresidente AVPN, Massimo Di Porzio, e il consigliere AVPN, Paolo Surace, sono state presentate le novità inserite all’interno del disciplinare internazionale AVPN per l’ottenimento del marchio collettivo “Verace Pizza Napoletana”.

Un aggiornamento storico, che tocca principalmente le farine(con l’inclusione del tipo 0 e in percentuale del tipo 1), il lievito (dalle maggiori indicazioni sulla quantità di lievito di birra fresco da utilizzare all’introduzione di precise informazioni per quanto riguarda quelle del lievito madre naturale, fino all’ammissione del lievito di birra secco, purché senza additivi, zuccheri o miglioratori alimentari aggiunti) e i processi di lievitazione e maturazione dell’impasto (meglio approfonditi per ottenere un prodotto digeribile, fragrante, dal gusto intenso e unico).

Spazio inoltre alle ulteriori precisazioni sui prodotti da utilizzare per preparare una verace pizza napoletana eccellente, con preferenza per quelli campani, e all’inclusione di altre schede tecniche di prodotto.

“Si è trattato di un processo non facile, dovendo trattare un’antica tradizione – ha spiegato il vicepresidente AVPN, Massimo Di Porzio, a capo dell’operazione -, che ha richiesto un lavoro lungo e laborioso con il coinvolgimento diretto di tutti i nostri delegati e fiduciari per i test e le ricerche, durati oltre quattro anni, e del Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi di Napoli nella figura della professoressa Paola Vitaglione per le prove tecniche.Siamo partiti naturalmente dai dogmi irrinunciabili e immodificabili nella tecnica napoletana, quali l’impasto, che deve essere diretto, cioè con tutti i quattro ingredienti messi insieme, partendo dall’acqua, e deve essere lasciato a fermentare e maturare per il tempo necessario per assecondare in modo ottimale temperatura, umidità e tempo di utilizzo dell’impasto stesso; la manualità nella preparazione della pizza, ovvero la centralità del lavoro artigianale, quindi con le mani e i palmi, che sono un’antica unità di misura borbonica; la cottura, perfetta con il forno a legna, poiché rispetta contemporaneamente sia la tradizione sia le specifiche tecniche, garantendo le tre modalità di propagazione del calore. Da tutto ciò è scaturito un update importante, che ha tenuto conto di diversi fattori, tra cui chiaramente le abitudini e le esigenze dei consumatori contemporanei”.

Sul fronte farine, ad esempio, l’apertura a nuove tipologie nella classificazione italiana e, contestualmente, l’introduzione di specifiche per le farine prodotte in altri paesi, rispondono ad una duplice evoluzione: il notevole miglioramento delle tecniche di produzione e di abburrattamento (setacciatura) da parte dei mulini in questi ultimi anni e i crescenti bisogni nutrizionali che richiedono una maggiore presenza di fibre e sali minerali.

In riferimento ai lieviti e alle farine, invece, sono stati meglio approfonditi i due momenti diversi di lievitazione (con la respirazione e la fermentazione dei saccaromiceti) e di maturazione, durante la quale processi biochimici ed enzimatici portano all’ottenimento della vera pizza napoletana. Mentre, nel caso dei prodotti, i riflettori sono stati puntati maggiormente sugli ecotipi di pomodori, sui latticini e sugli olii da utilizzare, raccomandando naturalmente il made in Campania.

In generale, da questa epocale riedizione del disciplinare, AVPN ha deciso inoltre di redigere un ‘Manifesto della Vera Pizza Napoletana’, firmato oggi da tutti i pizzaioli presenti all’incontro per testimoniare il proprio impegno a sostegno di questa eccellenza. Manifesto della Vera Pizza Napoletana Si tratta di un documento ufficiale che vuole da una parte fornire una perfetta sintesi dei punti toccati nel disciplinare stesso e, dall’altra, sensibilizzare tutti i maestri dell’impasto napoletani sulla necessità di collaborare e agire insieme per evitare che le imitazioni modifichino quest’antica arte, che va certamente aggiornata, ma non stravolta. Il motto scelto è infatti “Difendiamo con orgoglio le nostre radici, la nostra arte: la vera pizza napoletana!!”.

Tornando alle olimpiadi sono partite oggi le fasi preliminari con i pizzaioli chiamati a preparare gli impasti che saranno giudicati da domani mattina nelle prime tre discipline (Vera Pizza Napoletana, Per Gourmet e Mastunicola). Ad aprire le danze saranno anche gli under 35 che gareggeranno per la competizione a loro dedicata, che si svolgerà in parallelo ai Giochi.

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