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Approfondimenti

Dal 6 al 14 agosto in alto i Calici di Stelle. A Venezia l’anteprima

calici di stelleDanza e opera in Puglia, tasting in alta quota in Veneto, visite dei vigneti al chiaro di luna in Sicilia, ma anche attività all’insegna del claim #passion&vino in Umbria e cibo di strada in Toscana, che quest’anno festeggia i 50 anni delle Vernaccia di San Gimignano. Torna in tutta Italia dal 6 al 14 agosto Calici di Stelle, l’appuntamento del Movimento Turismo Vino, organizzato in partnership con Città del Vino, che unisce sotto le stelle centinaia di piazze, borghi e cantine tra degustazioni, arte, musica, street food e le osservazioni astronomiche con l’Unione Astrofili Italiani – UAI. A fare da anteprima nazionale all’evento, il 29 luglio, la vernice ‘total white’ al giardino del Casinò di Venezia: sulle rive del Canal Grande sarà possibile assaggiare oltre cento etichette selezionate da MTV Italia, MTV Veneto e Veneziaeventi, accompagnate da finger food, musica live e i telescopi dell’UAI (ore 20:00-24:00; costo: € 20 a persona). “La sinergia tra cantine e comuni – dichiara il presidente del Movimento Turismo Vino, Carlo Pietrasanta – è il motore di Calici di Stelle e uno dei fattori indispensabili per lo sviluppo dell’enoturismo. Il successo crescente di questa manifestazione è la dimostrazione di come, rafforzando il dialogo tra i diversi attori, sia possibile realizzare azioni di marketing territoriale condivise che fungano da volano per il nostro settore e per l’economia dei territori”.

“Calici di Stelle – aggiunge il presidente di Città del Vino, Floriano Zambon – ha il merito di raggiungere un vasto pubblico. E il perno di tutto questo è il valore della qualità dei territori, dei centri storici e del legame tra questi e i vini in degustazione. Le Città del Vino partecipano numerose, facendosi ambasciatrici di qualità della vita e dell’ambiente”. Sono circa duecento i Comuni coinvolti in tutta Italia, dalla Valle d’Aosta alla Sicilia, con degustazioni, incontri e spettacoli che valorizzano il rapporto tra vino e cultura. Circa trenta, in particolare, le Città del Vino coinvolte in Toscana – dal Chianti Classico alla Maremma, dalla Costa degli Etruschi alla Lunigiana – tra musica, spettacoli pirotecnici e mostre. Il tutto all’insegna della promozione dei grandi vini regionali conosciuti in tutto il mondo. Tra questi, la Vernaccia di San Gimignano che, a 50 anni dalla sua nascita, viene celebrata oggi nella sua città natale con degustazioni, visite nel centro storico, concerti e wine tour nelle cantine. E’ con lo stesso spirito che nelle aziende MTV toscane (6-14 agosto) ai tasting si alterneranno iniziative che culmineranno il 10 agosto con gli abbinamenti cibo-vino in collaborazione con Streetfood, mentre in Umbria sarà il claim #passion&vino …in un click ad accompagnare le attività (10 agosto). In Puglia, Calici di Stelle torna a Lucera il 6 agosto per poi fare tappa a Copertino il 10 agosto, tra danze, opera e musica folkloristica. E se con MTV Abruzzo si brinda al porto turistico di Marina di Pescara (10 agosto) e con MTV Liguria a due passi dal mare (Levanto, 12 agosto), in Veneto il cin-cin si fa a Cortina d’Ampezzo con più di cento vini da tutta Italia abbinati ai piatti tipici ampezzani (6 agosto). Aspettando le lacrime di San Lorenzo, in Lombardia saranno Casteggio (7 agosto) e Milano (9 agosto) ad attendere i wine lover. Tra tasting, concerti jazz e visite dei vigneti al chiaro di luna anche la Sicilia (10 agosto), la Campania (10 agosto) e la Sardegna (6 e 12 agosto) si preparano a festeggiare.

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Metodo Classico Buvoli Extra Brut 10 e mezzo, Opificio del Pinot Nero

“Il dubbio è la nostra passione e la passione è il nostro compito”. Cita Henry James, Marco Buvoli, per sintetizzare il senso di una vita (la sua): produrre vino di qualità. Possibili “dubbi” fugati in un baleno. Grazie alla degustazione del Metodo Classico Buvoli Extra Brut “10 e mezzo”, cifra che sta a indicare l'”età anagrafica” delle bollicine in questione, frutto dell’elaborazione effettuata nell’Opificio del Pinot Nero, il “laboratorio creativo” del viticoltore che opera tra Gambugliano e Vicenza, in Veneto. Un ottimo prodotto, soprattutto considerando che il produttore, persona squisita e appassionata, produce fantastici prodotti da poco tempo nella sua magnifica cantina, nata quasi per gioco (per scommessa) adibendo appositamente un’ala della propria abitazione. Sicuramente una lunga vita per questo vino, che poteva andare ben oltre i suoi 10 anni e mezzo:; torneremo dunque a degustarlo nei prossimi anni. Limitandoci, per ora, alla consacrazione di un mito liquido che nel calice si veste d’un giallo carico, molto brillante , con riflessi dorati. Perlage estremamente fine e “catenelle” molto persistenti. Al naso, a primo impatto, un piacevole sentore di miele di castagno. L’ossidazione dei mosti regala uno spirito pungente all’olfatto, unico nel suo genere, cui fanno da contraltare note di vegetale fresco. In bocca eleganza assoluta nella beva, note di frutta esotica e crosta di pane, pienezza sostenuta da una buona spalla acida. Nel retrogusto una leggera nota amara, oltre a richiami di fichi e mandorle. Ottimo a tutto pasto, la bollicina Buvoli è anche un ottimo vino “da conversazione”.

LA VINIFICAZIONE
Lo spumante Metodo Classico “10 e mezzo” Extra Brut nasce dall’assemblaggio di basi di annate diverse, di cui una piccola parte affinata in legno. La rifermentazione in bottiglia ha una durata – come suggerisce il nome stesso del vino – di oltre 10 anni e mezzo. “È senza dubbio il mio spumante con maggiore personalità e carattere – spiega Marco Buvoli – anche se sono consapevole che molti lo ritengono un po’ troppo estremo per via delle spiccate note evolutive. Nelle degustazioni alla cieca è però quello che quasi sempre ottiene il punteggio maggiore grazie alla sua straordinaria potenza e persistenza aromatica. Come al solito, sta a voi giudicare e qualunque cosa ne pensiate di questo spumante, voi avete ragione e lui non cambierà”. Chapeau.

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Prosecco, 3 mila nuovi ettari tra Veneto e Friuli

Le Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia , accogliendo la richiesta del Consorzio di Tutela del Prosecco Doc, hanno autorizzato l’estensione della superficie coltivabile per altri 3 mila ettari, 2.444 dei quali sul territorio regionale veneto e 560 ettari in Friuli Venezia Giulia. In questo modo il potenziale produttivo del Consorzio sale a 23.250 ettari. Il provvedimento è stato approvato il 29 giugno e le domande di interesse dovranno essere presentate entro 15 giorni dalla pubblicazione della misura nei bollettini ufficiali delle due Regioni. Per quanto riguarda il Friuli Venezia Giulia, metà degli ettari assegnati sarà distribuita tra le aziende che alla data del 29 aprile 2016 erano già inserite nel sistema di controllo della DOC Prosecco e non soggette al blocco della rivendicazione del marchio. La restante parte è invece riservata alle aziende in possesso di determinate caratteristiche, tra le quali sono prioritarie l’adesione ai canoni dell’agricoltura biologica e l’appartenenza alla gestione previdenziale quale giovane agricoltore. Anche in Veneto la distribuzione dei nuovi ettari avverrà in maniera diversa che in passato riservando, in 1.222 ettari a chi abbia già coltivazioni di Glera.

I PUNTEGGI
I criteri di scelta sono articolati riconoscendo punteggi più alti a chi adotterà tecniche sostenibili con l’uso di criteri biologici. Un ulteriore incentivo nel punteggio è dedicato ai giovani fra i 18 e i 40 anni non iscritti ad oggi nel registro della Doc. Le nuove piante dovranno essere messe a dimora entro il 31 luglio 2017 in superfici comprese fra i 3 mila metri quadrati ed i 3 ettari. Il potenziale produttivo previsto per la vendemmia del 2016 in Veneto è valutato in 3,13 milioni di ettolitri, corrispondenti a 417 milioni di bottiglie (498 milioni tenendo conto la riserva vendemmiale). Gli stessi dati, grazie all’estensione della superficie autorizzata, dovrebbero passare, rispettivamente, a 3,78 e 603 milioni. Fra il 2009 ed il 2015 la produzione di uva nei territori della Doc è aumentata del 236% e gli ettolitri del 260%. Contestualmente il valore dell’uva al quintale è salito dai 55 euro del 2009 ai 110 attuali.

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Veneto, Centomiglia sulla Strada del Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene

Sono aperte le iscrizioni alla undicesima edizione della Centomiglia sulla Strada del Prosecco Superiore, l’evento che sabato 10 settembre 2016 porterà splendide auto d’epoca a percorrere la Strada del Vino più antica d’Italia, che proprio quest’anno compie 50 anni. Un viaggio nello straordinario scenario paesaggistico delle colline trevigiane di Conegliano Valdobbiadene (già candidate a sito patrimonio dell’umanità UNESCO) tra vigneti e borghi storici con soste presso le rinomate cantine del Prosecco Docg. Un’occasione unica per conoscere ed apprezzare i vini, i cibi ed i luoghi di valore di un territorio nominato quest’anno Città Europea del Vino e di recente iscritto nel ‘Registro Nazionale del paesaggio rurale storico’ istituito dal Ministero per le politiche agricole. Modulo di adesione alla manifestazione sul sito www.coneglianovaldobbiadene.it.

IL PROGRAMMA

Venerdì 9 settembre
Ore 15,30 – 19,00 Pieve di Soligo, centro storico. Raduno delle auto d’epoca. Aperitivo di accoglienza. Verifiche tecniche e sportive
Ore 20,30 Cena di Benvenuto

Sabato 10 settembre 
Ore 08,00 Valdobbiadene, raduno presso Piazza Marconi
Ore 09,00 Valdobbiadene, partenza primo concorrente
Ore 12,30 Buffet con prodotti tipici locali
Ore 17,30 Conegliano, arrivo primo concorrente
Ore 20,30 Cena Finale con premiazioni

Domenica 11 settembre
In mattinata visita guidata con degustazione presso una rinomata cantina della zona.

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Vini al supermercato

Rosso Riserva Colli Euganei Doc 2010, Vignalta

Ottimo vino, soprattutto nel rapporto qualità prezzo, il Rosso Riserva Colli Euganei Doc della Società Agricola Vignalta di Arquà Petrarca, Padova. Sotto la lente di ingrandimento di vinialsupermercato.it, la vendemmia 2010. Nel calice si presenta di un rosso intenso con riflessi granati. Buona consistenza e intensità. Al naso questo rosso del Veneto si rivela vino molto intenso. Nonostante due anni in botte, conserva una certa freschezza e vinosità. Eppure riesce a essere molto armonico ed elegante, grazie a note marcate di sottobosco e bacche mature. Il Merlot, vitigno predominante, utilizzato nel blend con il Cabernet Sauvignon, conferisce all’olfatto il giusto spunto vegetale e speziato. Al palato, il Rosso Riserva Colli Euganei Doc Vignalta 2010 conferma le attese: buona struttura, vino avvolgente caldo. Il terreno si fa sentire prepotentemente: il suolo vulcanico dà la giusta mineralità, la botte lo rende rotondo, ma comunque conserva una certa ripetibilità nella bevuta. Un rosso importante, anche nell’alcolicità (14%) che tuttavia non stanca, né risulta pesante. La tannicità ben si lega comunque a una freschezza inaspettata e sorprendente per un vino Riserva. I ritorni di confettura di frutta e peperone verde, oltre alla buona persistenza, sono i tratti distintivi del quadro retro olfattivo. Un rosso che può addentrarsi sicuramente in un medio lungo invecchiamento. Questo importante rosso veneto si abbina a portate di carne, sia bianche sia rosse, servito a una temperatura ideale di 18 gradi.

LA VINIFICAZIONE
L’area di produzione del Rosso Riserva 2010 Vignalta è quella dei Colli Euganei, tra Arquà Petrarca, Baone, Cinto Euganeo e Teolo. Prende vita da vigneti di età media compresa tra i 13 e i 21 anni, con esposizione Sud Sud-Ovest. Il suolo è ricco di calcare e argilla calcarea, con sabbia di lava disgregata. La tecnica d’impianto è quella del cordone speronato e Sylvaz, con una densità di 2000-4000 piante e una resa di 70 quintali per ettaro. Come anticipato, le varietà che compongono il blend sono il Merlot per il 60% e il Cabernet Sauvignon per il 40%. La vinificazione prevede 14 giorni di fermentazione e macerazione in serbatoi d’acciaio con lieviti selezionati. Vengono dunque effettuati quattro rimontaggi al giorno, mentre la temperatura non si discosta dai 27 gradi. L’affinamento del Rosso Colli Euganei Vignalta ha luogo in botte di rovere (Allier e Slavonia) da 500 litri, per 24 mesi. Terminato questo periodo, il vino non subisce alcuna stabilizzazione. La filtrazione grossolana e gli ulteriori 6 mesi di affinamento in bottiglia, anticipano la commercializzazione. Ogni anno, ne vengono prodotte in media 100 mila bottiglie da 750 ml, ma la cantina produttrice lo rende disponibile anche nei formati da 0.375 e da 1.5 litri.

Acquistato presso: Alìper Ipermercati
Prezzo: 12.90 euro

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Strada del vino Soave, ecco il concorso fotografico

L’uva Garganega, il vino Soave, le colline dai morbidi pendii, dichiarate “paesaggio rurale storico” e coltivate a viti, ciliegi e olivi, le testimonianze storico-culturali, l’enogastronomia e i prodotti tipici. Ancora, i momenti di partecipazione alle degustazioni in cantina, nei frantoi o nei caseifici nonché alle manifestazioni territoriali: sono tutti possibili soggetti ammessi al concorso fotografico #SoaveLife promosso dall’associazione Strada del vino Soave dal 29 maggio sino al 30 settembre 2016 sulla propria pagina Facebook (www.facebook.com/stradadelvinosoave). Soavi weekend e cesti di prodotti tipici in premio. Per partecipare al concorso fotografico, basta diventare fan, se non lo si è già, della pagina FB della Strada, lasciarsi trasportare dalla passione per le foto e…per le terre del Soave, postando con l’hashtag @SoaveLife tutte le immagini che si ritengono più adatte a comunicare la propria impressione sul territorio. Aperto ai maggiori di 18 anni, il concorso fotografico prevede 5 vincitori finali, selezionati da una giuria interna all’Associazione, e ai quali andranno in premio soggiorni weekend per 2 persone(primo, secondo e terzo classificato), usufruibili fino all’8 gennaio 2017, e cesti di prodotti tipici della Strada (quarto e quinto classificato). Maggiori info sul regolamento del concorso e sulle iniziative incluse nei diversi fine settimana in palio sono reperibili sia sulla pagina Facebook che nel sito della Strada www.stradadelvinosoave.com. La data d’inizio del concorso coincide, non a caso, con il fine settimana in cui in tutta Italia si festeggerà Cantine Aperte, l’evento organizzato dal Movimento Turismo del vino, ed a cui hanno aderito 5 cantine socie della Strada del vino Soave: Ca’ Rugate di Montecchia di Crosara (tel. 045-6176328), Corte Mainente di Soave (tel. 045-7680303), Corte Moschina di Roncà (tel. 045-7460788), Villa Canestrari (tel. 045-7450074) e Vicentini Agostino (tel. 045-7650539) di Colognola ai Colli. Tutte le aziende vitivinicole hanno in programma visite guidate in vigna e in cantina, con degustazioni di vini in abbinamento ai prodotti del territorio. Può essere, quindi, una bella occasione per iniziare a scattare foto e postare su FB la vostra esperienza di #SoaveLife.

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Vino, Coldiretti: richiesti 12 mila nuovi vigneti, due terzi nel Nord Est

Oltre 12.000 richieste di nuovi vigneti per una superficie di 67.000 ettari pari a oltre dieci volte i 6.400 ettari disponibili a livello nazionale, con le domande che sono concentrate per almeno i due terzi nelle regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia anche se il boom di richieste ha interessato quasi tutte le Regioni. E’ quanto emerge dal bilancio Coldiretti dopo l’entrata in vigore il primo gennaio 2016 della nuova normativa comunitaria sulla gestione degli impianti vitati basata sul sistema delle autorizzazioni che ha opportunamente concesso la possibilità di incrementare le superfici vitate pur all’interno di regole ben precise che scongiurassero il rischio liberalizzazione. Il fatto che la soglia del 1% della rispettiva superficie vitata sia stata superata in tutte le regioni salvo pochissime eccezioni (Piemonte, Lazio e Umbria) evidenzia le criticità del DM 15 dicembre 2015 che – sottolinea la Coldiretti – va revisionato con estrema urgenza, per combattere fenomeni speculativi, accompagnando il criterio del pro-rata – ovvero “più chiedo più ricevo” – con altri meccanismi di salvaguardia. Come già evidenziato a suo tempo è necessario – precisa la Coldiretti – che le scelte nazionali prevedano una gestione attiva del potenziale produttivo per scongiurare il rischio che l’assenza di regole utili, in nome della semplificazione, danneggi il settore. Sebbene si possa condividere un approccio di gestione più semplificato, non necessariamente basato su bandi strutturati con criteri di ammissibilità e priorità, si ritiene necessario e imprescindibile che un “bando semplice” legato al criterio del riparto proporzionale come quello attuale, sia accompagnato da opportuni meccanismi di salvaguardia ed equità da fenomeni speculativi, basati sulla determinazione di un tetto massimo di superficie richiedibile e/o per singola assegnazione e una soglia di esenzione al di sotto di una determinata superficie dall’applicazione della decurtazione proporzionale. “Al fine di rispondere prontamente alla forte esigenza di crescita delle superfici manifestata in alcuni territori si ritiene necessario – conclude la Coldiretti – anticipare il prossimo bando (annualità 2017) già alla fine del 2016 in modo da poter concedere le future autorizzazioni sin dai primi giorni del prossimo anno e consentire così ai produttori di impiantare subito i vigneti autorizzati nella primavera prossima recuperando di fatto un anno”.

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Docg Wine Experience all’Abbazia di Praglia

Nella splendida cornice dei Colli Euganei, più precisamente nel monastero benedettino dell’Abbazia di Praglia di Teolo, in provincia di Padova, è  andata in scena una bella ed interessante manifestazione vinicola sulle 74 Docg italiane, alla quale abbiamo partecipato anche noi di vinialsupermercato.it. Un evento rivolto sia ad esperti di settore sia a winelovers che con un ticket di ingresso da 12 euro, fino a 18 euro, hanno avuto la possibilità di accedere illimitatamente a tutte le degustazioni. Al banco di assaggio presenti oltre 200 cantine, tra cui grandi nomi come La Scolca, Marina Cvetic, Pellegrino, Sengiari, Arnaldo Caprai, Bartolomiol, Banfi, Mastroberardino, solo per citarne alcuni, che hanno presentato l’ultima annata dei loro prodotti di punta, ma anche realtà minori, in prevalenza provenienti dal Sud Italia. Un Meridione che, come dimostra quest’iniziativa, ha ormai intrapreso un percorso di comunicazione dei propri prodotti in via sempre più strutturata. Il servizio è stato organizzato e curato da Ais Veneto, che ha messo a disposizione 150 sommelier capaci di assicurare un servizio davvero impeccabile, nonostante le numerose presenze ad affollare i banchi. Professionisti che hanno anche saputo dare informazioni e spiegazioni puntuali sui prodotti in somministrazione. Durante la manifestazione è stato inoltre possibile visitare la cantina del monastero, nel quale si coltivano circa 10 ettari di vigneto tutti a Denominazione di origine controllata, tra filari di Garganega, Friularo, Moscato fior d’arancio e varietà internazionali. Un luogo nel quale si respira storia, l’arte antica di fare bene le cose fusa a moderne tecnologie.

Sono stati proposti anche tre seminari con degustazioni guidate, sempre a cura di Ais Veneto. Una bellissima manifestazione gestita anche con un ottimo servizio di catering per una food&wine experience a 360°, con diverse specialità enogastronomiche sempre a disposizione degli utenti, tutto compreso nel ticket di ingresso.  Un bilancio, quello della nostra visita, davvero molto positivo. Un’iniziativa apprezzabile per i vini e le cantine proposte, per l’ineccepibile organizzazione, ma anche per il pubblico di ”real winelovers”, interessato alle degustazioni non per il gusto di bere ”fine a se stesso”, come purtroppo accade in altre manifestazioni dove capita, a volte, di assistere a scene ”becere”. Un appuntamento, questo della Docg Wine Experience che, se riproposto nel 2017 come auspichiamo, è tassativamente da segnare in agenda.

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Vino, business per Toscana e Veneto. Sicilia in (lieve) perdita, Emilia “soffocata” dalle coop

Il vino rende bene in Veneto e Toscana, regione italiana che risulta fortemente proiettata anche al mercato estero. Ma se il Friuli ha chiuso il 2014 in pareggio, la Sicilia arranca e perde quota. Mentre l’Emilia Romagna appare appesantita dal modello cooperativo. E’ una delle fotografie che emergono dall’indagine sul settore vinicolo
italiano, pubblicata nei giorni scorsi dall’Ufficio Studi Mediobanca. Centotrentasei le società coinvolte sul territorio italiano, concentrate però in alcune aree. Emerge così che in alcune regioni (6) la performance economica è relativamente più brillante rispetto alla media nazionale: è il caso della Toscana, le cui aziende segnano margini industriali molto elevati (41,9% il Mon sul valore aggiunto), tali da consentire una cospicua redditività del capitale (roi al 7,5%, contro il 6,6% dell’aggregato generale), pur in presenza di un turnover relativamente basso (17%) attribuibile alla natura fortemente integrata lungo tutta la filiera (raccolta/vinificazione/invecchiamento). Nonostante quest’ultimo aspetto, la patrimonializzazione è adeguata e i debiti finanziari rappresentano il 29,1% del capitale investito (contro il 42,4% dell’aggregato). Le aziende toscane segnano anche una forte proiezione internazionale, con export al 65,8% sopra il dato medio del 50,6%. Anche il rapporto tra costo del lavoro e valore aggiunto netto (Clup) è particolarmente favorevole (48,3%). Il migliore roi regionale è tuttavia quello delle imprese venete (9,9%), favorite dall’elevato tasso di rotazione del capitale investito (25,1%). Veneto e Toscana coprono posizioni di vertice in termini di roe, pari rispettivamente all’11,6% e al 6,2%. Ha chiuso quasi in pareggio il Friuli, la regione con il costo del lavoro per addetto più elevato, e in lieve perdita la Sicilia. Sono relativamente meno soddisfacenti le performance dell’Emilia-Romagna, ove prevale il modello cooperativo che porta, come già visto, ad una maggiore incidenza del debito finanziario (56% le coop, 36,3% le non coop) e a margini industriali più modesti (Mon su valore aggiunto al 15,5% per le coop, 41,8% le non coop). Non particolarmente brillante, infine, il profilo della Lombardia con redditività modesta (roi al 4,1%, roe al 3,2%) e bassa propensione all’export (13,8%).
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Prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg, meno “chimica” nel nuovo protocollo

Prosecco Docg sempre più sicuro e meno “chimico” nei 15 comuni dell’area Conegliano-Valdobbiadene. Il nuovo protocollo vinicolo 2016, presentato dal presidente del Consorzio, Innocente Nardi, toglie infatti dall’elenco delle circa 50 molecole – comunque autorizzate dalle normative nazionali ed europee – altre sette sigle, oltre alle sette rimosse lo scorso anno, e tutto questo al fine di rendere la coltivazione della vite la più sostenibile possibile in un’area peraltro caratterizzata da una fra le più alte antropizzazioni. L’obiettivo, è stato spiegato, è anche quello di far partecipe la comunità che abita sul territorio della consapevolezza ambientale degli addetti ai lavori e di come questi valori contribuiscano a rendere riconoscibile ed apprezzato nel mondo un prodotto diventato il simbolo della pedemontana trevigiana. A collaborare con il Consorzio al monitoraggio, da alcuni anni, c’è anche l’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpav), la quale, dal 2003, controlla la vendita delle sostanze normalmente usate nella fitosanitaria in ciascuna delle Usl del Veneto. Una molecola chiamata Macozeb, ad esempio, fra le più utilizzate in agricoltura, nelle aree di coltivazione del Prosecco, cioè nelle Usl n. 7 e n. 8, in cinque anni è risultata essere stata acquistata in quantità dimezzate, segnale della buona adesione dei coltivatori alle indicazioni fornite dai disciplinari. (foto: Ansa)
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Slow Food e Ais Veneto insieme per Asolo Wine Tasting

Una giornata per scoprire i segreti che rendono unici i vini dell’Asolo Montello: dalla tutela della biodiversità al recupero di varietà e tradizioni antiche. Domenica 8 maggio torna Asolo Wine Tasting, la quinta edizione dell’evento organizzato dal Consorzio Vini Asolo Montello dedicata alla valorizzazione dei vini del territorio. L’appuntamento è nel borgo medievale di Asolo (Treviso), all’interno della Sala Comunale di Palazzo Beltramini, dalle 10.30 alle 20:00 con la collaborazione di Slow Food e di Ais Veneto. Nella giornata di domenica 8 maggio, tra i banchi di assaggio dei produttori partecipanti, i visitatori potranno scoprire attraverso i vini, tutti i segreti di questa zona vitivinicola. In particolare si potrà scoprire l’attenzione nella tutela della biodiversità: i Colli di Asolo e del Montello sono luoghi integri, dove convivono boschi e fonti d’acqua, dove oltre alla coltura e la cultura della vite ci sono altri prodotti agricoli come patate, mele, ciliegie, piselli, fagioli e altri presidi di eccellenze gastronomiche. Si potrà conoscere inoltre l’Asolo Prosecco Superiore Docg nelle sue diverse versioni, in particolare l’Extra Brut – Asolo è l’unica denominazione nel panorama del Prosecco che può definire la tipologia Extra Brut nelle bottiglie prodotte con la Docg – ed il ColFondo – il Prosecco rifermentato in bottiglia e senza sboccatura, come da tradizione di queste zone. Non solo, tra gli stand anche i vini prodotti in seguito alla ricerca sui lieviti autoctoni del territorio. L’evento è aperto al pubblico. Il costo della degustazione dei vini sarà di 10 euro, comprensivo di tasca e bicchiere souvenir.
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Svolta estera per la Strada del Vino Soave: il turismo agricolo è la nuova frontiera

L’Italia offre da nord a sud tanti itinerari artistici, storici ed enogastronomici che attirano da sempre numerosi visitatori. Il territorio di Soave, nella provincia di Verona, con le sue colline e la sua posizione strategica, facilmente raggiungibile grazie ai collegamenti autostradali e su rotaia è una destinazione sempre più ambita da turisti
italiani, ma soprattutto da tedeschi e nord europei. Ed è proprio nell’ottica di portare sul territorio più stranieri che Paolo Menapace, presidente dell’Associazione Strada del vino Soave, ha incaricato l’agenzia veneziana Acquaforte Travel di realizzare pacchetti turistici ad hoc nelle terre del Soave. La zona è conosciuta all’estero soprattutto per il vino, ma vanta anche produzioni agricole eccellenti e di nicchia che possono essere un importante strumento di promozione. ”Desideriamo rendere sempre più variegata e qualificata la nostra offerta turistica, aumentare la visibilità delle nostre aziende agricole nei mercati esteri, promuovere i nostri prodotti a denominazione, scambiare conoscenze e informazioni tra professionisti del settore” ha affermato Paolo MenapaceAcquaforte Travel è un’azienda giovane, ma con una pluriennale esperienza nel settore dell’incoming in Italia. ”Chi viene in Italia vuole conoscere la storia, l’arte e la cultura, ma anche entrare in contatto con il territorio e le tradizioni gastronomiche del nostro Paese” hanno dichiarato gli operatori dell’agenzia che sono già all’opera per realizzare proposte di soggiorno  sulla Strada del vino Soave per la visita alle aziende agricole del territorio.
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Vini al supermercato

Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg Col del Sol, azienda agricola Drusian

(3,5 / 5) Li vale i soldi spesi il Valdobbiadene Superiore di Cartizze Docg Col del Sol, prodotto dalla azienda agricola Drusian di Bigolino di Valdobbiadene? Forse sì, ma non un centesimo di più. Vediamo perché. È il prezzo più alto sullo scaffale e si distingue da altri concorrenti posizionati in una fascia leggermente inferiore. Cominciamo col dire che nel calice si presenta cristallino, il colore è giallo paglierino con riflessi verdolini e il perlage mediamente fine e di buona persistenza. Al naso le tipiche note fruttate di questo tipo di uvaggio, frutta a polpa bianca mela e pera sopra tutte, ma anche delicate note floreali e minerali. I profumi non particolarmente intensi, anzi molto fini: lo accettiamo, perché il suo equilibrio lo ha al gusto, un vino comunque con un corpo sostenuto da una vena leggermente acida ed una bollicina non aggressiva e cremosa. Il retrogusto è comunque fruttato e persistente. fine ed elegante. Il Valdobbiadene Superiore di Cartizze Col del Sol Docg prodotto dall’azienda agricola Francesco Drusian non è solo un vino da dessert e quindi destinato ad un consumo “occasionale” o “festoso”, ma sposa anche primi piatti semplici o pietanze a base pesce o antipasti. L’azienda agricola Drusian vanta tradizioni enologiche da ben tre generazioni, il wine maker è proprio Francesco Drusian.

IL RE DEI PROSECCO?
Ecco adesso una serie di considerazioni sul “Cartizze” che di certo non potranno mettere tutti d’accordo, perché c’è chi ritiene il Cartizze solo un Prosecco costoso. Da sempre, il Cartizze ha rappresentato un prodotto dalle misteriose origini ed elitario. Diciamolo che ancora oggi capita di sentire che qualcuno ritenga sia un prodotto “francese”, omettendo anche di pronunciare la “e” finale, come previsto dalla pronuncia in lingua francese per tutte le parole che finiscono con questa vocale. Quante volte abbiamo sentito richiedere un “Cartizz” o “Cartiss”? È vero di fatto è un Prosecco, le uve utilizzate per la sua produzione sono Glera 100% come per il cugino, ma non tutti sanno che viene prodotto in una collina “cru” di circa 110 ettari che gode di un microclima molto particolare, che ha sicuramente effetti sui vigneti e sull’uva. E allora paghiamo solo la provenienza? Certamente paghiamo la sottozona, dove peraltro i costi dei vigneti al metro quadro hanno delle cifre a sei zero. Paghiamo anche l’esclusività: il Cartizze non potrà mai raggiungere i quantitativi del Prosecco, la sua produzione si aggira intorno al milione e 400 mila bottiglie, ma non è un prodotto in crisi, anzi continua a mantenere la sua identità. Dal nostro punto di vista è comunque la fascia massima che si possa pagare per questo tipo di prodotto al supermercato, ma quasi anche in enoteca. Le qualità dei Prosecco di Valdobbiadene negli ultimi anni sono decisamente migliorate, anche se per “bere bene” bisogna spendere almeno otto o nove euro, oppure andare su un Prosecco di Asolo, che non tutti distribuiscono e che è in vendita (anche nei supermercati) a cifre che si aggirano intorno ai 10-12 euro. Tirando le somme, è corretto spendere anche qualche euro in più per questa esclusività, soprattutto se ha un riscontro qualitativo nel bicchiere. Ma quanto siamo disposti a spendere per questa tipologia di prodotto? Per tornare all’origine del discorso…non un centesimo di più!

Prezzo pieno: 13,99 euro
Acquistato presso: Bennet / Il Gigante

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Il Moet & Chandon del finanziere era Prosecco. Scoperta maxi truffa a Padova

Succede che una bottiglia di Moet & Chandon finisca nelle mani di un finanziere “navigato”, che noti l’assenza della menzione obbligatoria del lotto di produzione e da lì faccia partire un’indagine che ha portato a Padova al sequestro di 9200 bottiglie di Champagne contraffatto, 40.000 etichette pronte per essere apposte, 4200 scatole taroccate per un servizio di tutto rispetto. E addirittura un macchinario per falsificare i tappi. Con tutta questa dovizia di particolari è il caso di dire che i truffatori si sono proprio persi in un bicchier d’acqua. Un dettaglio, quello del lotto di produzione, che è costato davvero caro a questo “genio” della truffa veneto che smerciava, un buon Prosecco, per “Champagne”. Per il momento otto persone indagate, ma non “ingabbiate” come il tappo dello spumante vorrebbe. E mentre la casa di produzione Moet & Chandon, molto attenta ad evitare falsificazioni, ha già intrapreso le vie legali, noi ci siamo chiesti ma che fine ha fatto poi questo vino? Se lo saranno portato a casa i finanzieri? No, è stato regalato ad associazioni venete che lo smerceranno per quello che è, un buon Prosecco per farci tanti spritz. Della serie lo Champagne è stato declassato a “Prosecchino” da circolino. Cronaca a parte, una riflessione. Quanti consumatori conoscono la differenza tra uno champagne e uno spumante? Sareste stati in grado di riconoscerlo una volta nella flûte. Abbiamo trovato in rete un curioso test per verificare le proprie competenze in materia di Champagne. Noi lo abbiamo fatto e purtroppo con le prestigiose “bolle”, anche contando sul fattore fortuna, ci è andata maluccio. Sapete quale politico inglese ha bevuto oltre 42.000 bottiglie di champagne? Quanti ettari di vigneti per la produzione dello champagne sono stati distrutti durante la seconda guerra mondiale? Conoscete i tempi di maturazione sulle fecce di uno champagne? Le uve impiegate? Quanti anni ha impiegato Moet & Chandon per realizzare il blend prestige di Champagne lanciato quest’anno? Dunque se anche per voi come per noi queste domande sono troppo difficili, le cose sono due: o saremmo caduti vittime della truffa oppure ci meritiamo “solo” Prosecco.

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Vini al supermercato

Amarone della Valpolicella Docg 2012 Pagus Bisano, Cantina di Verona Valpantena

(4 / 5) Direttamente da Cantina di Verona Spa, costola della storica Cantina Valpantena Verona Sca, ecco in grande distribuzione l’Amarone della Valpolicella Docg 2012 Pagus Bisano. Ottenuto da uve Corvina Veronese e Rondinella, si presenta nel calice di un rosso rubino intenso, impenetrabile, con unghia granata. Al naso è fruttato e assieme speziato. Richiama la confettura di amarena, lampone e prugna, ma anche la vaniglia, il cuoio e, più flebilmente, la cannella. Al palato è rotondo, di gran corpo: i 15 gradi di alcol/volume accendono le note fruttate di confettura e spezie, regalando un finale lungo, di liquirizia. Un ottimo prodotto, insomma, che è possibile reperire anche prezzo “stracciato”, in promozione sugli scaffali dei supermercati. Ma l’Amarone della Valpolicella Docg 2012 Pagus Bisano regge soprattutto il confronto con altri prodotti della stessa fascia prezzo, come l’Amarone della casa Sartori, realtà veronese di fama ormai internazionale. L’ennesima riprova di come bere bene al supermercato è possibile, scegliendo la bottiglia giusta, senza la necessità di ricorrere forzatamente ai “grandi nomi”. Servito a una temperatura di 18-20 gradi, stappato almeno un’ora prima di versarlo nei calici, è l’accompagnamento perfetto per arrosti, selvaggina, cacciagione, primi piatti importanti e formaggi stagionati.

La vinificazione delle uve Corvina e Rondinella raccolte in Valpantena (che significa “Valle degli dei” e “Valle di tutti i vini”), nella ze i 22 gradi. Seguono venti giorni di macerazione, che precedono la maturazione in botte e l’affinamento in bottiglia.ona nord est della città di Verona, prevede il loro appassimento per almeno 4 mesi su grate di legno che prendono il caratteristico nome di “Arele”. Le uve perdono con questo metodo circa il 40 per cento del loro peso iniziale. La pigiatura avviene in maniera soffice e la fermentazione a una temperatura compresa tra i 18 e i 22 gradi. Seguono venti giorni di macerazione, che precedono la maturazione in botte e l’affinamento in bottiglia.

Prezzo pieno: 24,99 euro
Acquistato presso: Il Gigante

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Vini al supermercato

Boscarel Veneto Igt 2013, Gerardo Cesari

(3,5 / 5)Di colore rosso rubino impenetrabile, con riflessi violacei brillanti, Boscarel Veneto Igt 2013 della cantina Gerardo Cerasi regala il meglio di sé al naso. I piccoli frutti a bacca rossa, tra cui spiccano lampone e mirtilli, si mescolano a sentori di viola e fanno presagire un’alcolicità sostenuta. In bocca, di fatto, Boscarel Veneto Igt è un vino rosso che scala il palato. Comincia morbido, quasi timido e vellutato, per poi divenire l’accompagnamento perfetto per le carni rosse e i formaggi stagionati, grazie alla buona struttura conferita dal mixaggio tra uve Merlot e Cabernet, vinificate a temperatura controllata. Boscarel, come suggerisce il nome stesso, è un vino rosso che racconta la complessità del bosco: i profumi e i sapori di un luogo che può diventare quasi magico. Ma è anche un vino non eccessivamente complesso. In grado dunque di essere ottimo “compagno” di pranzi e cene importanti, ma anche di un bere quotidiano, pur non convenzionale. Un vino, Boscarel Veneto Igt, che racchiude in sé la storia del territorio in cui viene prodotto, la provincia di Verona (per l’esattezza la cantina ove avviene l’imbottigliamento si trova a Cavaion Veronese) e il gusto nazionale di un bere non troppo complesso, ma di buona qualità. Unica pecca: il ‘prezzo pieno’ di vendita al pubblico al supermercato: forse eccessivo, tirate le dovute somme, anche a confronto con altre produzioni venete.

Prezzo pieno: 7,39 euro
Acquistato presso: Esselunga

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Vendemmia 2015, i dati di Assoenologi dal Piemonte alla Sicilia

L’Associazione Enologi Enotecnici Italiani (Assoenologi) è l’Organizzazione di categoria che raggruppa e rappresenta oltre l’85% dei tecnici vitivinicoli attivamente impegnati nel settore, di cui il 45% ha mansioni direttive in cantine sociali e private, il 16% svolge l’attività di libero professionista, mentre la rimanente percentuale è impegnata con incarichi diversi. Assoenologi si propone la tutela professionale dell’enologo e dell’enotecnico sotto il profilo sindacale, etico, giuridico ed economico, nonché di rappresentare la categoria a tutti i livelli e di curarne l’aggiornamento tecnico
scientifico. Inoltre garantisce ai suoi associati una serie di servizi professionali di tutta considerazione. Ogni anno Assoenologi, la più antica organizzazione di categoria al mondo nel settore vitivinicolo, diffonde le proprie previsioni sulla vendemmia in corso. Vediamole assieme, suddivise regione per regione.
PIEMONTE: quantità: +10% rispetto vendemmia 2014
Qualità ottima e quantità nella media degli ultimi 5 anni è in sintesi il risultato che ci si attende in Piemonte dalla vendemmia 2015. Grazie ad un inverno ricco di precipitazioni, sia piovose che nevose, le viti hanno avuto modo di “risvegliarsi” in una primavera mite, con buona riserva idrica, come non succedeva da anni. Germogliamento anticipato rispetto alla scorsa annata e regolare. Lo stesso dicasi per la fioritura, iniziata a metà maggio, a cui è seguita un’ottima allegagione. La parte finale del mese di maggio e la prima decade di giugno hanno visto un susseguirsi di perturbazioni. Luglio, invece, è stato caratterizzato da temperature sopra alla media stagionale e dalla totale assenza di precipitazioni, fatti che hanno rallentato il ciclo vegetativo, ponendo le basi per un ulteriore anticipo della maturazione dell’uva di 10/12 giorni rispetto allo scorso anno, in linea con un’annata normale. La varietà che risulta meno produttiva è il Nebbiolo, per tutti gli altri vitigni (Moscato, Brachetto, Barbera, Cortese) si prevede una produzione in aumento rispetto al 2014. La raccolta delle uve Chardonnay e Pinot nero base spumante, perfettamente sane, è iniziata indicativamente a metà agosto, per concludersi verso il 22 dello stesso mese. A seguire le uve Brachetto e il Moscato con inizio il 25 agosto. Nella prima decade di settembre sarà la volta delle uve Dolcetto, Freisa e Cortese. A metà dello stesso mese la raccolta coinvolgerà le Barbere e a seguire i Nebbioli dei grandi rossi da invecchiamento. Il risultato dell’annata vitivinicola in generale e di quello dei vini rossi importanti è ora legato alle condizioni climatiche dell’ultimo mese prima della raccolta. Quantitativamente si prevede un incremento complessivo della produzione di un buon 10% rispetto alla passata campagna e di qualità ottima. I prezzi delle uve si prevedono stabili.

LOMBARDIA: quantità uguale rispetto vendemmia 2014

L’inverno e la primavera sono stati caratterizzati da clima mite e da abbondanti piogge. Dalla seconda decade di marzo si sono registrati graduali aumenti della temperatura. Il germogliamento è stato rallentato dagli dalla scostanza termica e dall’innalzamento delle temperature, nonché dalla quasi assenza di precipitazioni, mentre l’allegagione non è stata disturbata da particolari eventi. Giugno è trascorso con temperature sensibilmente più elevate della media e senza precipitazioni. In luglio le temperature si sono ulteriormente innalzate tanto da raggiungere medie di 27-29°C, con massime anche di 40°C. Condizioni che hanno rallentato le fasi di invaiatura nelle varietà precoci. Fenomeni legati alla carenza idrica si sono verificati sui vigneti giovani. In Valtellina l’invaiatura al 20 di agosto risultava essere ben oltre il 50%, in ritardo di circa 7 giorni rispetto ad un andamento normale. La sanità delle uve è buona e quantitativamente si stima una produzione normale. A grandi linee la vendemmia in Valtellina dovrebbe iniziare a fine settembre/primi di ottobre, quindi è prematuro fare considerazioni sulla qualità. Le poche ma provvidenziali piogge della prima quindicina di agosto hanno accelerato la maturazione dei Pinot. In Franciacorta si riscontrano cali di produzione anche del 10% rispetto al 2014, che vengono convalidati dalle rese in pressa. Bucce spesse, giusto grado zuccherino ed acidità malica di 1.5-2.0 g/l. In Oltrepò e nella stessa Franciacorta i primi grappoli sono stati staccati prima di Ferragosto. Lo stato sanitario è molto buono. Qualitativamente, se il tempo reggerà con buone escursioni termiche tra giorno e notte e una gusta distribuzione di caldo e piogge, la produzione vinicola 2015 in tutta la regione si attesterà su ottimi livelli. Complessivamente per la campagna in corso per la Lombardia si stima un quantitativo che rispecchierà quello dello scorso anno.

TRENTINO ALTO ADIGE: quantità: +15% rispetto vendemmia 2014

In Trentino Alto Adige la qualità dell’uva, per tutte le varietà è eccellente. Il frutto è sano e non presenta anomalie. Le condizioni per la produzione di un millesimo di grande considerazioni ci sono tutte. Non ci sono termini di confronto con lo scorso anno, le due annate si pongono agli antipodi, umido, piovoso e freddo il 2014, caldo e asciutto il 2015. Annata fino a giugno con condizioni climatiche normali; inverno mite, primavera regolare con germogliamento uniforme e precoce a cui ha fatto seguito un periodo freddo durante la settimana di Pasqua che ha parzialmente rallentato lo stadio vegetativo delle viti. Fioritura anticipata nell’ultima decade di maggio, interessata da alcuni giorni con temperature minime al di sotto della media stagionale. I temporali di metà giugno hanno causato alcune grandinate, delle quali la più importante è stata quella del 27 giugno, registrata nella zona meridionale del Trentino tra Mori e Loppio. Gli elementi che hanno caratterizzato questa annata sono stati il gran caldo dell’estate e la scarsità di precipitazioni per un periodo molto prolungato: in Trentino 350 mm di pioggia dall’inizio dell’anno, di cui circa 50 mm nell’ultimo mese e mezzo. Le temperature medie sono state sensibilmente incrementate. L’irrigazione di soccorso si è rivelata fondamentale per affrontare un andamento stagionale. In Trentino la vendemmia delle uve base spumante (Pinot grigio, Chardonnay) è iniziata lunedì 24 agosto, mentre in Alto Adige è incominciata tra la fine agosto e i primi giorni di settembre con le varietà del fondovalle a bacca bianca (Pinot grigio, Chardonnay, Pinot bianco) per continuare con le fasce collinari con i primi Sauvignon, Müller Thurgau e Pinot nero. In Alto Adige la maggior parte delle uve sarà raccolta tra il 15 e il 30 settembre con i bianchi collinari: Pinot nero, Schiava, Lagrein e Merlot. Chiuderanno la vendemmia i Cabernet verso la metà/fine di ottobre. In Trentino il pieno della raccolta avverrà nella prima decade di settembre quando si accavalleranno i conferimenti di Chardonnay, Pinot Grigio, Müller Thurgau, Traminer aromatico. I conferimenti delle uve rosse inizieranno invece verso la metà di settembre con il Merlot e il Teroldego. La chiusura delle operazioni vendemmiali è prevista tra la fine di settembre e i primi di ottobre con gli ultimi grappoli di Cabernet ed Enantio. Quantitativamente in Trentino Alto Adige si prevede un incremento di produzione di circa il 15% rispetto al 2014.

VENETO: quantità +10% rispetto vendemmia 2014

In tutto il Veneto l’inizio del ciclo vegetativo è avvenuto nella norma per temperature e precipitazioni. Da metà giugno fino a metà agosto si sono avute temperature al di sopra della media stagionale, che hanno determinato sofferenza in alcuni impianti privi di irrigazione. Gli eventi atmosferici (grandinate e trombe d’aria) hanno colpito a fasi alterne piccole parti del territorio. Lo stato sanitario e la qualità delle uve è tra il buono e l’ottimo in tutta la regione. Il tenore zuccherino nella norma. Buono il quadro acido. Il ciclo vegetativo in generale si è avvalso all’inizio di temperature miti di giorno e fresche di notte, aumentate e diventate a volte brucianti dalla seconda metà di giugno e nel mese di luglio. Le piogge sono ricomparse a fine luglio in Veneto Occidentale in concomitanza con l’invaiatura con precipitazionI tra i 20 e i 40 mm e dopo Ferragosto in quello Orientale. Questo ha consentito alle viti di recuperare in parte, per le zone non irrigue, lo stress idrico patito in precedenza. Per le zone viticole dove è praticabile l’irrigazione di soccorso si prospetta un anticipo della maturazione di almeno una settimana sulla fase fenologica, in particolare per le varietà precoci. La vendemmia in Veneto Centro Orientale è iniziata il 24 agosto per le uve precoci. A seguire, nella prima settimana di settembre, sarà la volta della Glera (Prosecco Doc) coltivata in pianura e nelle settimane successive quella di collina. Nell’ultima decade di settembre si passerà alle varietà a bacca rossa (Merlot, Cabernet in particolare). In Veneto le operazioni di raccolta si chiuderanno, nel veronese, con i conferimenti di Garganega, Corvina e Durella nei primi giorni di ottobre e con le uve Raboso, nel trevigiano, nella prima quindicina dello stesso mese. Ottime le previsioni qualitative per i vini di tutta la regione, anche se molto dipenderà dall’andamento climatico e meteorico delle prossime settimane. Quantitativamente nella parte Occidentale si stima una produzione maggioritaria del 5-7%, mentre in quella Orientale tra il 10-15%, vista anche l’entrata in produzione di nuovi impianti. Il mercato in tutto il Veneto è attualmente stabile, con quotazioni in lieve rialzo per le uve base Prosecco.
FRIULI VENEZIA GIULIA: quantità +10% rispetto vendemmia 2014
L’inverno in Friuli Venezia è decorso con favorevoli condizioni climatiche che hanno agevolato le principali fasi fenologiche della vite. Nel mese di luglio, durante il periodo dell’invaiatura, si è verificato un clima torrido ed asciutto con temperature vicine ai 40°C, creando problemi di siccità e scottature alla vite, che ha rallentato vistosamente il ciclo vegetativo soprattutto nei vigneti di collina e in quelli sprovvisti d’irrigazione di soccorso. A fine luglio, una serie di temporali estivi hanno abbassato sensibilmente le temperature riequilibrando il ciclo vegetativo. Nel mese di agosto, un nuovo fronte caldo africano si è insediato in Friuli Venezia Giulia favorendo le escursioni termiche, ideali per la componente aromatica dell’uva. L’epoca di vendemmia, per le uve destinate alla produzione di base spumante, si sta esaurendo in questi giorni per lasciare il posto alla raccolta di Pinot nero, Traminer aromatico, Pinot grigio e Sauvignon. La quantità d’uva sarà superiore del 10% rispetto allo scorso anno, il che lascia presupporre che si produrranno intorno a 1,5 milioni di ettolitri di vino contro 1.367.000 ettolitri dello scorso anno (dato Istat). Grazie anche alle precipitazioni del mese di agosto si riscontra un’ottima resa uva/vino. I primi dati analitici rilevano delle buone gradazioni zuccherine con sensibili cali dell’acidità rispetto alla passata vendemmia. Solo dopo il 20 di settembre dovrebbero iniziare i primi conferimenti di uve a bacca rossa (Merlot e Cabernet Franc). La vendemmia in Friuli Venezia Giulia terminerà con la raccolta delle varietà tardive (Verduzzo, Refosco e Picolit) verso la metà del mese di ottobre. Per quanto riguarda le contrattazioni delle uve, c’è un certo interesse per alcune varietà a bacca bianca tipo Glera, Ribolla gialla, Pinot grigio e Sauvignon, mentre per le uve rosse grande attenzione è riposta su Merlot e Cabernet Sauvignon.

EMILIA ROMAGNA: quantità +5% rispetto vendemmia 2014

Il periodo della fioritura è avvenuto durante una fase primaverile perturbata che ha determinato casi di cascola fiorale. Nonostante il caldo di luglio, grazie alle ottime riserve idriche accumulate durante l’inverso, i vigneti hanno mantenuto un ottimo profilo sanitario. In tutta l’Emilia Romagna si registra un anticipo di maturazione di circa una settimana rispetto al 2014 e le operazioni di raccolta sono iniziate verso il 20 di agosto con i conferimenti delle uve Pinot bianco e Chardonnay destinate alla produzione di base spumante, quando il Sangiovese stava concludendo l’invaiatura (cambio di colore del grappolo). Nella norma i contenuti zuccherini, decisamente più basse le acidità rispetto allo scorso anno. Relativamente alle varietà storiche della Romagna per i conferimenti delle uve Albana, Pignoletto bisognerà attendere intorno al 7 settembre, seguiranno verso il 15 le uve Trebbiano e, nella seconda decade di settembre, quelle di Sangiovese, i cui grappoli saranno raccolti sino alla metà di ottobre. In Emilia in pianura si è irrigato quasi dappertutto e le quantità sono ormai garantite rispetto alla carenza di acqua. Per l’Ancellotta si prevede un calo produttivo del 15% a fronte di un incremento del 5% dei Lambruschi mentre le Malvasie calano del 10%. Da sabato 5 settembre sarà la volta delle uve Trebbiano, Pignoletto, Albana, Malvasia, Ortrugo e Ancellotta. Nella terza decade di settembre si raccoglieranno i grappoli di Lambrusco Marani, Lambrusco Salamino e Sangiovese. Si continuerà il 10 ottobre con il Lambrusco di Sorbara, mentre dal 20 dello stesso mese sarà la volta del Lambrusco Grasparossa e Croatina, con i quali si chiuderanno le operazioni vendemmiali. Si prevedono vini di qualità assai interessante, con diverse punte di ottimo, mentre per quanto concerne la quantità si stima, per le zone di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, un calo di circa il 10%, mentre un aumento di quasi il 5% per la provincia di Modena. Ottima le previsioni qualitative dei futuri vini di tutta la regione, anche se ogni previsione potrà essere ribaltata qualora il mese di settembre non decorresse nel modo dovuto. Relativamente alle previsioni quantitative la regione è spezzata in due. Mentre per l’Emilia sostanzialmente si conferma la produzione dello scorso anno, in Romagna si stima un quantitativo maggiore del 5-7%. Al momento il mercato genera scambi che sono nella norma, i prezzi sono stabili con una leggera tendenza al rialzo, anche se ad oggi gli operatori manifestano una certa prudenza in attesa del pieno della vendemmia.
TOSCANA: quantità -5% rispetto vendemmia 2014
L’andamento climatico in Toscana è stato caratterizzato da un inverno ed un inizio primavera con precipitazioni abbondanti che ha permesso l’accu-mulo di importanti riserve idriche. Dopo un aprile/maggio altalenante, dal mese di giugno a quello di agosto si sono registrate alte temperature ben al di sopra della media stagionale con forte carenza di piogge. Da un punto vista sanitario i vigneti non presentano fitopatie. La fisiologia della pianta, rispetto allo scorso anno, evidenzia grappoli più spargoli con acini di dimensioni leggermente più ridotte, dovuto ad un ciclo vegetativo piuttosto altalenante. Dopo un germogliamento nella media stagionale si è infatti registrato un anticipo dell’invaiatura di circa dieci giorni. La raccolta delle uve bianche precoci è iniziata a cavallo tra la seconda e la terza decade di agosto. Le uve Merlot e quelle a bacca bianca per la produzione della Vernaccia di San Gimignano verranno conferite a partire dal 10 settembre, mentre all’inizio dello stesso mese inizierà la raccolta delle uve rosse nelle zone del Bolgheri e del Morellino di Scansano. Per la vendemmia delle uve per la produzione dei Docg: Chianti, Chianti Classico, Carmignano, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino si dovrà attendere la seconda decade di settembre. Qualitativamente, se le condizioni atmosferiche e meteoriche del mese di settembre saranno confacenti, ossia con temperature e precipi-tazioni adeguate, ci sono tutti i presupposti per una ottima annata con diverse punte di eccellente. Da registrare un leggero calo di produzione di oltre il 5% rispetto alla vendemmia 2014, dovuto principalmente ad una conformazione degli acini che risultano essere più piccoli rispetto alla norma. Si stima, pertanto, una produzione di 2.640.000 ettolitri di vino, contro i 2.778.000 ettolitri dello scorso anno che è risultato tra i più produttivi degli ultimi dieci anni. Le quotazioni al momento non fanno registrare variazioni rilevanti rispetto a quelle dello stesso periodo dello scorso anno.
LAZIO UMBRIA: quantità +15% rispetto vendemmia 2014
La stagione nei territori laziali ed umbri si è avviata ai primi di aprile nelle regioni costiere e a metà aprile nelle zone più interne, con un lieve ritardo rispetto alla media delle ultime annate. Nella prima decade di giugno si è sviluppata una prima ondata di caldo, dovuta all’afflusso di aria subtropicale e all’intenso soleggiamento. Questo periodo ha compensato il ritardo fenologico iniziale. Per il restante mese di giugno la pioggia ha fatto nuovamente la sua comparsa ed i temporali si sono intensificati, appoggiati da non indifferenti grandinate, in particolare nell’orvietano e nelle zone tra Todi e Amelia. A dispetto della grande quantità di acqua caduta in breve tempo, si è osservato il susseguirsi, senza interruzioni, di anticicloni che hanno determinato, temperature superiori ai 30°C, venti caldi africani ed una bassa escursione termica. tra giorno e notte. Lo stato sanitario si è mantenuto ottimale. Per il troppo caldo, si è anche temuto per l’interruzione della maturazione conseguente alla chiusura degli stomi e al blocco della respirazione e della fotosintesi. Fortuna-tamente a cavallo di Ferragosto, ad invaiatura ormai conclusa, si sono verificate alcune precipitazioni che, da un lato hanno portato ad un abbassamento delle temperature massime, dall’altro hanno assicurato una buona escursione termica, fondamentale per la sintesi degli aromi per le uve bianche e per la sintesi fenolica delle uve rosse. Alla fine di agosto le uve hanno ripreso un discreto turgore, nelle zone dove la pioggia non è arrivata, i grappoli hanno cominciato a manifestare “stress idrico”. Certamente ci troviamo di fronte ad una buona annata, migliore della precedente, sia in termini qualitativi che quantitativi, tanto che in Lazio e Umbria si stima una quantità superiore del 15% rispetto al 2014, pari a circa 2.270.000 ettolitri di vino. La vendemmia è già iniziata e conclusa per le uve base spumante e per le varietà internazionali bianche, mentre per i rossi ed i bianchi autoctoni si dovrà attendere la prima decade di settembre.
MARCHE: quantità +10% rispetto vendemmia 2014
L’annata è stata caratterizzata da un leggero ritardo del risveglio vegetativo. La fioritura, grazie all’andamento climatico favorevole, è iniziata anticipatamente, mentre l’allegagione è stata rallentata da un breve periodo instabile. Il decorso climatico successivo, all’insegna del bel tempo con temperature sopra della media stagionale, ha anticipato l’invaiatura di una settimana. Ottima la condizione fitosanitaria dei vigneti, compresa quella di chi pratica l’agricoltura biologica. L’andamento stagionale sembrerebbe risultare tra i più favorevoli degli ultimi anni e le condizioni di maturazione delle uve tipiche della regione sono avviate verso un deciso successo qualitativo. Tutto dipenderà dalle condizioni climatiche e meteoriche delle prossime settimane. La vite nella seconda quindicina di agosto ha usufruito di una buona dotazione idrica del terreno e di temperature ideali per la fotosin-tesi, sviluppando un’abbondante parete fogliare con elevata attività fotosintetica. I grappoli risultano nella media. Entro il 20 di agosto nelle Marche sono state vendemmiate solo le varietà precoci. L’epoca di vendemmia è in anticipo di circa una settimana rispetto alla scorsa campagna. I tempi di raccolta possono essere così sintetizzati: Verdicchio, Passerina e Montepulciano (tra la prima decade di settembre e i primi di ottobre) Sangiovese (metà settembre), Pecorino (da fine agosto e prima decade di settembre). L’andamento climatico delle ultime settimane sta favorendo la matura-zione, con riflessi più che positivi sulla dotazione aromatica e polifenolica delle uve. Perdurando tali condizioni, la qualità dei vini risulterà assai interessante. Nelle Marche il 2015 sarà sicuramente un’annata che prediligerà i vini rossi, per i quali si prevedono prodotti ricchi di struttura e di caratteristiche, grazie alle piogge di metà agosto, che hanno evitato lo stress idrico inducendo l’abbassamento delle temperature notturne e la riduzione delle temperature massime diurne. Considerati gli elementi sopra descritti, la quantità di vino per il 2015, che in alcune realtà territoriali si stima anche in aumento del 15%, si ritiene possa segnare un +10% rispetto al 2014 in tutta la regione. Nel dettaglio: per il Verdicchio +15%, per la Lacrima +5%; per il Conero +5%; per il Piceno +10%. Il mercato attualmente non registra contrattazioni di rilievo e le quotazioni sono in linea a quelle registrate nello stesso periodo dello scorso anno.
ABRUZZO: quantità +5% rispetto vendemmia 2014
L’annata 2015 è stata caratterizzata da numerose anomalie climatiche. È iniziata con una primavera molto piovosa contraddistinta da numerosi allagamenti e smottamenti che hanno interessato anche i vigneti abruzzesi Successivamente il clima si è regolarizzato con piogge e temperature non eccessivamente rigide, così da evitare gelate tardive. La ripresa vegetativa ha avuto un inizio favorevole con temperature al di sopra della media, tali da provocare un germogliamento repentino che ha portato, alla fine di aprile, ad un anticipo di almeno 10 giorni della fase fenologica. Il germogliamento delle varietà a bacca rossa non è stato uniforme, come invece riscontrato nelle uve a bacca bianca, a causa del negativo andamento climatico in fase di differenziazione delle gemme. Nel periodo compreso tra giugno e luglio non ci sono state precipitazioni, anzi questi due mesi sono stati caratterizzati da temperature alte, tanto da rendere necessari, dove possibile, interventi di irrigazione di soccorso. L’assenza di fitopatie ha ridotto notevolmente il numero di interventi e la sanità dell’uva ad oggi si presenta eccellente. La raccolta è partita il 18 agosto con le varietà precoci (Chardonnay e Pinot grigio). La produzione si presenta normale con un quantitativo, al momento, superiore del 5% rispetto al 2014, soprattutto per quelle zone che hanno potuto usufruire delle irrigazioni di soccorso che hanno garantito uno sviluppo vegetativo equilibrato. Per le altre varietà medio-tardive (Pecorino, Trebbiano, Falanghina, Cococciola, Sangiovese e Montepulciano) bisogna attendere i primi giorni di settembre per fare una giusta valutazione in considerazione dell’anda-mento climatico che dopo Ferragosto si è rivelato altalenante anche se sempre caratterizzato da alte temperature. Per quanto riguarda il mercato del vino si è registrato, fin dalla fine della vendemmia scorsa, un ottimo interessamento sia sulla tipologia dei vini a Igt che a denominazione di origine. Discorso diverso sui vini generici che risentono della forte concorrenza, tendente al ribasso, dei vini spagnoli per cui le richieste minime.
CAMPANIA; quantità +20% rispetto vendemmia 2014
L’inverno è trascorso con precipitazioni abbondanti in tutta la regione e, nella seconda parte, con temperature al di sotto della media. Si è pertanto registrato un buon accumulo di riserve idriche nei terreni. La primavera, non troppo calda e piuttosto discontinua, è stata caratte-rizzata da abbassamenti di temperatura anche repentini, che hanno portato ad un germogliamento tardivo e, per quasi tutte le zone viticole campane, a fioriture eterogenee e lunghe, mentre l’allegagione è decorsa regolarmente. La fine della primavera e l’estate sono stati caratterizzati da clima asciutto. La seconda parte di giugno ed il mese di luglio sono stati incorniciati da temperature medie molto alte, senza escursioni termiche rilevanti tra il giorno e la notte, che hanno caratterizzato qualche squilibrio di elabora-zione delle viti. Da un punto di vista fitosanitario non si sono si sono registrati attacchi di parassiti. L’uva ad oggi è sanissima. Le piogge cadute tra la fine di luglio e la prima metà di agosto, hanno dato un importante contributo al ripristino della regolarità dei processi fisiologici e fotosintetici, inevitabilmente rallentati proprio a causa dell’enorme caldo. Ciò ha portato anche ad un recupero dell’anticipo delle fasi fenologiche precedentemente riscontrato. Considerate le produzioni vitivinicole campane, che protraggono normal-mente la vendemmia fino a ai primi giorni di novembre con la raccolta nell’Avellinese dei grappoli di Aglianico per la produzione della Docg Taurasi, è prematuro tirare le somme sui risultati qualitativi e quantitativi di quest’annata. Al momento si stima comunque una vendemmia di qualità molto buona e quantità superiore di circa il 20% rispetto quella del 2014 che, come risaputo, è stata di soli 1.183.000 ettolitri di vino. Attualmente il mercato non registra contrattazioni di rilievo in attesa dell’avvio della campagna vendemmiale.
PUGLIA: quantità +25% rispetto vendemmia 2014
Quest’anno in Puglia tutti gli indicatori fanno ben sperare, sia per la qualità che per la quantità, anche se con la consapevolezza che l’incognita del maltempo delle prossime settimane è sempre in agguato. In tutta la regione, la primavera è decorsa nel migliore dei modi e le abbondanti piogge verificatesi sia in inverno che durante la ripresa vegetativa hanno favorito il germogliamento ed introdotto nel migliore dei modi le fasi fenologiche della vite, richiedendo quindi un minore impegno nel controllo delle malattie crittogame e nella gestione della vegetazione e delle erbe infestanti. Le condizioni registrate dall’inizio di una estate estremamente calda e secca fa prevedere una qualità al si sopra della media e una quantità importante, che permetterà dì compensare le perdite di produzione dello scorso anno. La raccolta, come di consueto, è iniziata i primi giorni di agosto con le varietà base spumante, quindi senza i ritardi del 2014. I conferimenti dei vitigni autoctoni si sono aperti nell’ultima settimana di agosto con le uve di Primitivo. Si proseguirà quindi con le uve a bacca rossa internazionali, per continuare con quelle bianche autoctone presenti sia in Valle D’Itria che nel resto della Puglia (Pampanuto, Bombino Bianco, Fiano, Verdeca, Bianco d’Alessano). Seguirà quindi la raccolta del Negroamaro, Bombino Nero e di tutti gli altri vitigni pugliesi. Come sempre il Susumaniello, il Montepulciano e soprattutto l’Uva di Troia completeranno il lungo percorso vendemmiale pugliese negli ultimi giorni di ottobre. Si prevede un aumento di produzione intorno al 25% rispetto alla vendem-mia 2014, pari ad un quantitativo totale di circa 6,8 milioni di ettolitri di vino. Il livello qualitativo risulta ottimo con molte punte di eccellente. Attualmente il mercato registra quotazioni pressoché uguali a quelle dello stesso periodo del 2014 per le uve di qualità, mentre sono in leggero calo per quelle destinate alla produzione di vini generici.
SICILIA: quantità +10% rispetto vendemmia 2014
Qualità ottima con diverse punte di eccellente e quantità superiore sono in sintesi quanto si stima per la vendemmia 2015 in Sicilia. L’annata vitivini-cola è stata caratterizzata da un inverno piovoso e da una primavera asciutta e moderatamente ventilata. Il ciclo vegetativo della vite si è svolto in maniera ottimale. Nel mese di luglio, in alcune varietà e in alcuni areali, si sono verificati deboli attacchi di oidio e qualche circoscritta grandinata. La vendemmia, per le varietà precoci, è iniziata con il Pinot grigio, il Sauvignon blanc e lo Chardonnay nella prima settimana di agosto, con un anticipo di circa una settimana rispetto alla scorsa vendemmia. Nella seconda settimana di agosto si sono raccolti il Viognier, il Müller Thurgau e il Moscato bianco, mentre nella terza settimana si sono raccolte le uve base spumante di Catarratto e Grillo. La vendemmia delle uve a bacca rossa, in particolare del Merlot, si è conclusa nell’ultima decade di agosto, a seguire è stata la volta di Syrah, Nero d’Avola, Frappato. Si concluderà con il Cabernet sauvignon entro la fine della prima settimana di settembre, per lasciare il posto alle produzioni dell’Etna i cui grappoli saranno vendemmiati alla fine di settembre. La qualità delle uve risulta ottima, grazie alla sanità. Buona è la resa uva/vino. Per quanto riguarda la raccolta e le vinificazioni non si registrano problematiche particolari: il tutto sta avvenendo regolarmente e di conse-guenza si prospetta un’annata interessante riferita alla qualità del futuro vino. Quantitativamente si registra in tutta la regione un incremento medio del 10% rispetto al 2014, pari ad un aumento della produzione di circa 500.000 ettolitri. Complessivamente in Sicilia si produrranno intorno ai 5 milioni di ettolitri. Per quanto attiene il mercato delle uve e dei vini al momento non si evidenziano oscillazioni rispetto alla scorsa vendemmia.
SARDEGNA: quantità uguale rispetto vendemmia 2014
Giove Pluvio quest’anno per la Sardegna non è stato particolarmente generoso, le attese piogge del periodo autunno-inverno non sono state abbondanti come in altre regioni. Da maggio le temperature si sono innalzate oltre la media stagionale, con l’afflusso di aria subtropicale, sino a tutto luglio e la prima decade di agosto, con livelli superiori anche di 5°C rispetto la normalità. Ciò ha causato un anticipo delle fasi fenologiche della vite di circa 7-10 giorni. Anomalie, spesso accompagnate da violenti, quanto brevi eventi grandinigeni, che hanno colpito, a macchia di leopardo, i vigneti interessati. Gli sbalzi termici in fioritura, in diverse zone della Sardegna, non hanno permesso un’ottimale allegagione, determinando grappoli spargoli e di dimensioni ridotte, rispetto alle ultime annate, aspetto controbilanciato da un maggior numero di grappoli per ceppo. Il caldo e l’assenza di precipitazioni hanno contribuito notevolmente a garantire lo stato sanitario del vigneto Sardegna. I primi di agosto è iniziata la vendemmia delle uve base spumanti (Chardonnay e Pinot), con un anticipo di oltre una settimana rispetto all’anno scorso. La raccolta è continuata con i grappoli dei vitigni autoctoni, in primis Vermentino e Torbato. Il picco della vendemmia è previsto a metà settembre, quando si accavalleranno i conferimenti delle uve Vermentino, che quantitativamente rappresentano la percentuale più alta di quelle a bacca bianca dell’Isola, seguiti da quelle di Nuragus e Vernaccia, e le varietà a bacca rossa che costituiscono oltre il 60% della produzione totale sarda. Nel mese di ottobre sarà la volta di Cannonau e Carignano, mentre alla fine dello stesso mese si chiuderà la vendemmia con i conferimenti di Malvasia e Nasco per la produzione dei vini da dessert. Quantitativamente si stima una produzione in linea con la passata stagione, pari a circa 750.000 ettolitri. Se il mese di settembre decorrerà nel migliore dei modi si prevedono vini di ottima qualità. (fonte: Assoenologi)
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Valpolicella Ripasso Doc Superiore Valdimezzo 2012 Sartori

(3,5 / 5) Ed ecco un classico veronese, il Valdimezzo Valpolicella Superiore Doc Ripasso della nota casa vitivinicola Sartori di via Casette 4, Negrar (VR). Un vino dotato soprattutto di straordinaria morbidezza, unita a un grande corpo, conferito dalla particolare lavorazione delle uve. Nel calice si presenta di un rosso granato accesso, con riflessi violacei. Al naso emergono sentori di frutti di bosco e ciliegia matura, oltre a rilievi di legno e liquirizia dolce. Al palato, il Valdimezzo Valpolicella Superiore Doc Ripasso si fa apprezzare per la spiccata morbidezza, riconducibile alla vaniglia, che
mitiga le note speziate e legnose e rende armoniose e vellutate le note di piccoli frutti a bacca rossa e ciliegia. Un vino complesso, dunque, che si abbina alla perfezione con le carni alla griglia, la selvaggina, i primi piatti ben saporiti e, in generale, le pietanze molto ‘unte’. Ma la vera particolarità di questa bottiglia è la sua storia. Come da tradizione, il disciplinare prevede per il Valpolicella Superiore Doc Ripasso l’utilizzo di svariati uvaggi: Corvina al 55%, Corvinone al 25%, Rondinella al 15% e Croatina al 5 per cento. Si tratta delle stesse uve con le quali si produce il vino più nobile del Veneto, l’Amarone, che può di fatto essere considerato il ‘fratello maggiore’ del Ripasso. La denominazione di questo vino veronese è dovuta alla pratica del ‘ripasso’ delle uve sopraccitate nei tini dove precedentemente era stato lasciato a macerare l’Amarone pressato. Il tutto, dopo una delicata pigiatura delle uve selezionate da Sartori tra i propri vigneti, sulle colline che circondano Verona. Il Valpolicella Ripasso Superiore Doc Valdimezzo Sartori affina in botti di legno per almeno 12 mesi, a partire dal primo gennaio dell’anno successivo a quello della vendemmia (in questo caso 2013). Va detto, per i più raffinati consumatori di vino acquistabile nei supermercati, che questo prodotto Sartori presenta sostanziali differenze con altri Valpolicella Ripasso Superiore presenti nei circuiti della Grande distribuzione organizzata.

Prezzo pieno: 8,99 euro
Acquistato presso: Il Gigante

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Lugana Doc 2014 – Cantine della Valtenesi e del Lugana (Civielle)

(3,5 / 5) Molto più di un bianco. In sistesi estrema, è questa la frase che meglio rappresenta il Lugana Doc di Civielle, Cantine della Valtènesi e della Lugana di Moniga del Garda, in provincia di Brescia. Un vino sontuoso, in grado di reggere il confronto – nonostante il buon prezzo: poco più di  6 euro, ben spesi – con vini ben più “blasonati” o di cantine storiche come la veronese Sartori, anch’essa produttrice di un buon Lugana. Come recita il ‘claim’ di vinialsupermercato.it, il nostro compito è quello di guidare i clienti dei supermercati nell’acquisto di vini buoni e (possibilmente) anche a buon prezzo. Dunque, a volte, occorre sbilanciarsi. Se insomma foste alla ricerca di un buon Lugana, con quello di Civielle fareste certamente una scelta più che appagante. E vi spieghiamo il perché, con i dettagli di questa produzione derivante dal vitigno Turbiana, noto anche come Trebbiano di Lugana o Trebbiano di Soave. Nel calice, il Lugana Doc di Cantine della Valtenesi si presenta di un colore verdolino sgargiante. Al naso inizia subito a catturare l’attenzione con sentori caratteristici di legno, uniti a note aromatiche di salvia e semi di finocchio. In bocca questa Lugana è inizialmente fresca e minerale, ma tende a diventare corposa avvicinandosi al finale, che pare quasi speziato. Le note legnose e quelli tendenti alla liquirizia sono percepibili anche dai palati meno esperti. Ed è una vera e propria eccezione, in quanto la bottiglia in questione è di un Lugana base, vino che a differenza delle versioni “Superiore” e “Riserva” non subisce alcun affinamento. Anzi, trattasi di un vino d’annata, da bere giovane, possibilmente nell’arco dello stesso anno indicato sull’etichetta. La qualità di questo assaggio, lascia tuttavia presagire la possibilità di invecchiare la Lugana base Civielle almeno per altri 6 mesi, con gli stessi ottimi risultati. Caratteristiche, queste, che vengono conferite direttamente dai particolari terreni argillosi presenti nella zona di produzione, quella meridionale dello splendido Lago di Garda, a cavallo tra le province di Brescia e Verona e delle regioni Lombardia e Veneto.

Tirando le somme, Lugana Doc di Cantine della Valtenesi e del Lugana è un’ottima scoperta. L’abbinamento, letteralmente perfetto, è con piatti di pesce di lago o di mare. Ma provatelo anche con delle pennette al salmone, impreziosendo il tutto con pomodorini freschi, un filo di panna, erba cipollina e un buon olio steso a crudo. Sarà un successo assicurato. Un grande prodotto reperibile tra gli scaffali del supermercato. E del resto non poteva che essere così, per una cantina fondata nel 1920 dal grande Nino Negri, che oggi ha saputo mantenersi al passo coi tempi, investendo peraltro nel rispetto dell’ambiente, con la produzione di vini biologici.

Prezzo pieno: 7,99 euro
Acquistato presso: Il Gigante

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Valpolicella Ripasso Classico Superiore Doc, Cantina Valpolicella Negrar

(4 / 5) Una bella sorpresa trovare sugli scaffali del supermercato un Valpolicella Ripasso Classico Superiore Doc in promozione. In particolare quello di Cantina Valpolicella Negrar. Molto più di una bottiglia e molto più di una Doc.

Una vera e propria istituzione in Veneto e tra tutti gli amanti del buon vino. Anche perché, per dar vita al Ripasso, occorrono tecniche specifiche di vinificazione che nobilitano il senso della ‘bevuta’. E si inseriscono direttamente nel solco della grande tradizione e cultura del “far vino” in Italia.

LA DEGUSTAZIONE
Il Valpolicella Ripasso Classico Superiore di Cantina Valpolicella Negrar (Comune di 17 mila anime alle porte di Verona) è un vino rosso che nel calice si presenta di un colore rosso rubino intenso, tendente al viola scuro. L’annata in questione, in particolare, è la 2013, che registra 13,5 % vol.

Già versandolo si esaltano le note di mora, amarena, ciliegia matura e barrique, in un finale tutto speziato tendente al pepe nero. Note speziate che prevalgono all’assaggio nei primi istanti, scaldando piacevolmente il palato e lasciando poi spazio note fruttate di amarena, tabacco e vaniglia.

La sensazione è quella di una morbidezza intensa, anche se parrebbe un ossimoro. Nel finale, lungo, di nuovo le note speziate, assieme a tutto il carattere della barrique francese, in cui le uve sono maturate per almeno dodici mesi. L’abbinamento più consigliato è quello con le carni rosse e con la selvaggina.

Ma questa bottiglia saprà sorprendervi anche accostata a primi piatti saporiti o a secondi di carne bianca ben speziata. Provatela, per esempio, con delle cosce di pollo al curry e curcuma: le note speziate della carne faranno da contraltare alle note speziate del vino, ammorbidendosi grazie ai tannini gentili e avvolgenti. Vale però la pena di spendere altre parole per la grande tradizione veneta del Ripasso.

Come suggerisce il nome stesso di questa Doc, il Valpolicella base (ottenuto secondo disciplinare dalle qualità Corvina, Corvinone, Rondinella e in percentuali inferiori di Forselina, Negrara e Oseleta) viene riversato nei tini dove precedentemente sono state pigiate le uve per l’Amarone, a loro volta precedentemente lasciate appassire al sole, subendo così una delicata fase di rifermentazione.

Circa venti i giorni in cui le vinacce riposano in questa prestigiosa culla. Un procedimento, quello del “ripasso”, che ha del magico. Un’alchimia pari a quella di una storia d’amore, nata da un incontro. Da una scintilla. E il vino così ottenuto viene in seguito affinato in botte. Il Ripasso si trasforma così in una vino maturo, affascinante e coinvolgente. Un vino con una storia da raccontare.

Prezzo pieno: 7,69 euro
Acquistato presso: Esselunga

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Custoza DOC 2014 – Sartori

(3 / 5) Per produrre questo vino, l’ottima azienda vinicola Sartori attinge a piene mani dal proprio territorio. E’ della zona collinare che si estende dal lago di Garda a Verona che provengono le uve Trebbiano (35%), Garganega (35%), Fernanda (20%) e Tocai Friulano (10%) dal cui “mix” risulta la denominazione di origine controllata Custoza.

Ecco un vino che si abbina perfettamente a piatti di pesce anche importanti, mantenendo con classe la propria buona struttura e aromaticità (12 gradi).

Perfetto anche con i primi, specie se arricchiti con verdure saporite (provatelo – incredibilmente perfetto – accostato a una pasta con le cime di rapa in salsa d’acciughe), o come fresco aperitivo di livello.

Del tipico colore giallo paglierino, Custoza Sartori va servito rigorosamente a non più di 10 gradi.

Prezzo pieno: 4,99 euro
Acquistato presso: Il Gigante – Assago Milanofiori (MI) https://plus.google.com/u/0/+IlGiganteAssago/posts

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