Categorie
Vini al supermercato

Sedàra Sicilia Doc Rosso 2013, Donnafugata

Non certo la migliore espressione dei vini rossi della casa vinicola siciliana Donnafugata, Sedàra Sicilia Doc Rosso 2013 si presenta da sé sull’etichetta”d’autore” posta sul retro bottiglia: peraltro di difficile lettura, non solo per i caratteri troppo “piccoli” ma anche per la scelta di stampare le note descrittive su una raffigurazione delle cantine di Contessa Entellina (tutto bellissimo – per carità – ma difficile da apprezzare appieno tra le corsie di un supermercato). Vino “piacevole e informale”, si può leggere, “dalla pizza al barbecue”. Insomma, il vino “base” Donnafugata. Da apprezzare non per particolari doti, ma proprio per la sua intrinseca trasversalità nell’accompagnare le pietanze di tutti i giorni. Un vino, Sedàra Sicilia Doc Rosso, che si presenta nel calice di un rosso profondo, poco trasparente. Il suo punto forte? Quell’essere timido in entrata e forte in chiusura, sia al naso sia al palato. Con la frutta rossa (ciliegia) che si esprime intensa prima di lasciare spazio a una speziatura decisa, di pepe nero e chiodi di garofano. Sentori che, all’olfatto, si fanno tuttavia sempre meno eleganti nel calice, col passare dei minuti. Vino fresco e di facile beva nonostante i 13 gradi, risulta morbido e rotondo in bocca. Caratteristiche, queste, che lo rendono l’accompagnamento perfetto per piatti non troppo elaborati: la cucina di tutti i giorni, senza troppi fronzoli, sembra insomma il territorio prediletto di questo vino rosso siciliano. A una temperatura di servizio tra i 16 e i 18 gradi.

LA VINIFICAZIONE
A comporre il ‘quadro’ di Sedàra Sicilia Doc Rosso Donnafugata sono Nero d’Avola (prevalente), Cabernet Sauvignon, Merlot e Syrah. La zona di produzione è quella della Sicilia sud occidentale, più precisamente quella della Tenuta di Contessa Entellina e dei territori limitrofi. Le vigne sono tutte collocate a un’altitudine che varia dai 200 ai 600 metri sul livello del mare, con orografia collinare e suoli franco-argillosi a reazione sub-alcalina (pH da 7,5 a 7,9). Ricca la presenza di elementi nutritivi (potassio, magnesio, calcio, ferro, manganese, zinco) mentre il calcare totale varia dal 20 al 35%. Il vigneto è allevato con il sistema della controspalliera, con potatura a cordone speronato, lasciando da 6 a 10 gemme per pianta. La densità d’impianto varia da 4.500 a 6 mila piante per ettaro e rese di circa 85 quintali per ettaro (1,6 kg per pianta). La vendemmia delle uve destinate al Sedàra inizia a fine agosto con il Merlot e prosegue nelle prime due settimane di settembre con la raccolta di Syrah, Nero d’Avola e Cabernet Sauvignon. La fermentazione è svolta in acciaio con macerazione sulle bucce per circa 10 giorni alla temperatura di 25-28° gradi e per circa 6- 8 giorni alla temperatura di 24-25°C. A fermentazione malolattica svolta, segue l’affinamento per 8 mesi in vasca e poi in bottiglia per almeno altri 5 mesi. La longevità di Sedàrà, una volta messo in commercio, è di 4-5 anni. Immortale, invece, la raffigurazione in etichetta che riporta alla memoria Angelica Sedàra e l’affascinante sua interprete Claudia Cardinale, protagonista del film “Il Gattopardo” di Luchino Visconti.

Prezzo: 7,49
Acquistato presso: Carrefour

Categorie
Vini al supermercato

Arnolfo di Cambio Sangiovese Toscana Igt 2009, Fattoria Il Palagio

(4,5 / 5) Figlio di Cambio e Perfetta, lo scultore e architetto Arnolfo di Cambio è senza dubbio una delle figure centrali dell’arte Medioevale.

A lui è dedicato l’omonimo Arnolfo di Cambio Sangiovese Toscana Igt della società agricola Fattoria Il Palagio, proprietà dei marchesi Tortoli Matteucci acquistata nel 1979 dalla nota famiglia del vino italiano Zonin, che la converte dall’indirizzo cerealicolo e olivicolo originale all’attuale viticolo e olivicolo.

Ci troviamo appunto in località Il Palagio a Castel San Gimignano, in provincia di Siena. Un vino con una storia da raccontare, insomma, questo Sangiovese in purezza che “scomoda” un nome altisonante della scuola cistercense. E un vino che, date le premesse, non delude affatto le attese. Anzi.

LA DEGUSTAZIONE
La vendemmia 2009, quella finita sotto la lente di ingrandimento di vinialsupermercato.it, sorprende oltre le attese. Nel calice il Sangiovese Toscana Igt Arnolfo di Cambio si presenta di un rosso rubino tendente al granato. Scorre mediamente denso, colorando il vetro d’una tinta poco trasparente.

Al naso risulta di un balsamico intrigante. Tra le note di frutti rossi e quelle floreali di viola mammola si fa largo una speziatura decisa di liquirizia dolce, che domina la scena e mitiga sentori più duri, di cuoio. L’ossigenazione del prezioso nettare nel calice regala di lì a poco l’incedere, timido e delicato, del baccello di vaniglia.

Un lampo di femminile gentilezza, prima di un assaggio che risulta di primo acchito antitetico. In bocca, il Sangiovese Toscana Igt Arnolfo di Cambio entra – di fatto – piuttosto austero. Per aprirsi, poi, alle note fruttate (piccole bacche rosse) e speziate (liquirizia dolce), già avvertite al naso.

Il tannino, elegante e suadente, accompagna un sorso di facilità non comune tra vini di tale alcolicità (13,5%) ed evoluzione (vendemmia 2009, ricordiamolo). Così come non risulta comune quel rincorrersi, quasi giocoso, tra un’acidità ancora viva e una spiccata sapidità, figlie di uno dei territori italiani maggiormente vocati alla viticoltura. Intenso e fine anche una volta deglutito, l’Arnolfo di Cambio Sangiovese Toscana Igt della Fattoria Il Palagio è un vino di assoluto livello, da degustare anche in compagnia di un buon libro.

A tavola, l’abbinamento perfetto è quello con le portate “importanti” a base di carne, dalla selvaggina alle grigliate consistenti, pur non disdegnando i formaggi di media stagionatura. La temperatura di servizio? Tra i 16 e i 18 gradi, per apprezzarlo appieno, a sorsi pazienti e rispettosi.

LA VINIFICAZIONE
Il territorio da cui prende vita il Sangiovese Toscana Igt Arnolfo di Cambio è quello di Castel San Gimignano, Siena: più esattamente dal Poggio di Tollena. Il mosto di uve Sangiovese (in purezza) è ricavato da vendemmia manuale, che avviene nella prima decade del mese di ottobre.

Viene posto in fermentini verticali, dove ha luogo la fermentazione alcolica che si protrae per circa 10 giorni, alla temperatura di 28 gradi. Successivamente avviene la fermentazione malolattica, il processo che consente la trasformazione dell’acido malico in acido lattico. Il vino, dunque, viene posto in botti di rovere. Resta a maturare per i successivi 18 mesi.

Un ulteriore affinamento in bottiglia, per un periodo di circa 4 mesi, anticipa la commercializzazione. Fattoria Il Palagio, oggi proprietà di Gaetano Zonin, domina un tipico poggio toscano nella Val d’Elsa senese, nel comune di Colle di Val d’Elsa e per una piccola parte nel comune di San Gimignano. Le vigne, situate a un’altitudine di 350 metri sul livello del mare, hanno un’estensione di oltre cento ettari, di cui 95 coltivati a vite e 16 ad olivo.

Prezzo: 13,99 euro
Acquistato presso: Il Gigante

Categorie
news ed eventi

Svizzera, maltempo: “candele antigelo” nelle vigne. Italia, a rischio la vendemmia 2016 in Val D’Aosta, Campania e Abruzzo

Bidoncini colmi di cera paraffinica, che rilasciano calore, una volta “innescati”, soprattutto sui bordi. E’ così che i viticoltori svizzeri del canton Grigioni combattono l’ondata di freddo che si è abbattuta negli ultimi giorni sull’Europa. In altre aree, come la vicina Austria, il raccolto della vendemmia 2016 parrebbe ormai gravemente compromesso.

In Italia, la situazione non è migliore. I bidoncini utilizzati nelle vigne della Svizzera, capaci di regalare immagini mozzafiato ricordando enormi candele (foto: Gian Ehrenzeller/Keystone), presentano tuttavia un’azione limitata a temperature di -4, -5 gradi centigradi. E risultano utili in assenza di vento.

Vengono posizionate con una densità che varia fra i 300 e i 350 bidoncini per ettaro. Non si tratta tuttavia di un’esclusiva svizzera. I generatori di calore, noti anche col nome di “candele antigelo”, vengono utilizzati anche in Italia. Ne fanno uso, per esempio, gli agricoltori piemontesi per difendere il raccolto dalle gelate primaverili.

Con 320 ettari di vigne coltivate, il cantone dei Grigioni risulta la decima area di produzione vinicola della Svizzera. In particolare, dal Rheintal di Coira proviene l’80 % della produzione viticola dei Grigioni.

La sottozona “Herrschaft”, compresa tra le comunità di Malans, Jenins, Fläsch, e Maienfeld, a 600 metri sul livello del mare, subisce l’influsso del vento Foehn, freddo e secco, che si riscalda nel suo viaggio verso i territori di pianura. Non a caso, la regione vitivinicola dei Grigioni sorge su coni di deiezione glaciali, chiamati “Rüfen”. Secondo le previsioni meteo, il gelo non abbandonerà l’Europa centrale prima del 6 di maggio.

IL MALTEMPO E L’AGRICOLTURA
In Italia, la situazione non sarà migliore. Il maltempo, con il brusco abbassamento della temperatura e gelate tardive notturne, “ha distrutto vigneti, colture frutticole e orticole ma anche cereali e legumi colpendo a macchia di leopardo le campagne da nord a sud”.

È quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti di freddo, neve, violenti temporali e soprattutto gelo fuori stagione sui raccolti, il cui sviluppo è stato anticipato da un inverno che si era classificato come il terzo più caldo di sempre con temperature superiori di 1,76 gradi rispetto alla media.

In Valle d’Aosta, le temperature sono scese fino a 16 gradi sotto lo zero in alta montagna, mettendo a rischio le gemme dei vigneti più alti d’Europa di Morgex. Nel fondovalle valdostano si registrano invece problemi per le piante in fiore e per le coltivazioni appena impiantate di zucchine e pomodori.

In Campania, ad Avellino, a rischio è la prossima campagna vinicola dei pregiati Fiano, Greco e Taurasi ma i viticoltori sperano ora che le piante possano reagire attraverso le cosiddette “gemme dormienti”, che potrebbero prendere vita dopo la completa distruzione delle altre.

L’allarme è esteso anche alle campagne in Abruzzo, per le gelate primaverili su vigneti, colture frutticole e orticole di centinaia di aziende agricole aquilane. E nell’alto molisano, per danni ai vigneti ma anche ai germogli degli olivi mentre nel Lazio a Frosinone si rilevano per il gelo danni ai vigneti di Cabernet nella Valle di Comino e alle orticole nella piana di Cassino e Pontecorvo.

Le temperature notturne che scendono fuori stagione di due o tre gradi sotto lo zero fanno cadere le gemme delle vigne con la conseguente perdita della produzione di uva e quindi di vino. Le piante da frutta, spiega Coldiretti, “si trovano in una fase di ripresa vegetativa particolarmente delicata e sono molto sensibili alle gelate tardive che pregiudicano i raccolti estivi”.

Il caldo inverno ha anche anticipato l’arrivo di molte primizie nei campi che adesso sono state danneggiate dal maltempo. Si tratta degli effetti dei cambiamenti climatici che in Italia si manifestano con ripetuti sfasamenti stagionali ed eventi estremi anche con il rapido passaggio dalla siccità all’alluvione, precipitazioni brevi ed intense e un maggiore rischio per gelate tardive con pesanti effetti sull’agricoltura italiana. Che negli ultimi dieci anni ha subito danni per 14 miliardi di euro a causa delle bizzarrie del tempo.

Categorie
news news ed eventi

“Vendemmia 2015 da record? Solo per l’industria del vino”. La denuncia di Francesco Paolo Valentini

Francesco Paolo Valentini non è mai stato uno di quelli che, per dirla in gergo, la mandano a dire. Produttore di successo di vini e di olio nel suo Abruzzo, è stato ospite nei giorni scorsi della trasmissione Tg2 Insieme. Un’occasione imperdibile per cantarle manco fosse a San Remo. Nel mirino del vignaiolo, prima di tutto anche agricoltore, le pompose “dichiarazioni giornalistiche” in base alle quali, quella del 2015, è stata una vendemmia straordinaria.

“Bisogna sfatare il mito dell’annata siccitosa come garanzia di elevata gradazione alcolica del vino – ha dichiarato Valentini – perché non è vero: sussiste piuttosto una fittizia gradazione zuccherina, dovuta a disidratazione dell’acino, ma in realtà non c’è evoluzione, perché qualunque organismo vivente, vegetale e animale, per eccesso di caldo blocca la propria crescita”.

A tal proposito, Valentini ha eseguito uno studio delle vendemmie delle varietà Trebbiamo d’Abruzzo e Montepulciano della propria azienda, dal 1817 al 2007. “Fino agli anni Settanta del Novecento – ha spiegato Valentini – la vendemmia avveniva durante la prima metà del mese di ottobre. Poi un crollo, che corrisponde all’aumento dell’industrializzazione con ricadute dirette, evidentemente, sull’effetto serra”.

Nel 2007 abbiamo addirittura vendemmiato le nostre varietà il 31 agosto, perché a quella data avevano raggiunto la giusta maturazione zuccherina . Il problema è che la maturazione dell’uva non è solo quella zuccherina”.

C’è anche quella fenolica, importantissima, perché riguarda il corretto sviluppo nell’acino di aromi, colori e profumi che saranno poi trasferiti al vino. “Se noi andiamo ad analizzare i vinaccioli, cioè i semini dell’uva che ha la corretta maturazione zuccherina – ha evidenziato Valentini – vediamo che questi sono verdi, cioè non evidenziano più una corretta maturazione fenolica. Non hanno una colorazione marrone, cioè non c’è un processo di lignificazione. La stessa polpa, che aderisce ai vinaccioli, è aspra. E la materia colorante, le materie polifenoliche, sono instabili, cioè non mature”.

A RISCHIO LE PRODUZIONI ARTIGIANALI

Ma le anomalie non si fermerebbero qui. “Abbiamo assistito a un crollo di parametri come quello dell’acido malico – ha aggiunto il viticoltore – e i Ph tendono ad alzarsi. Durante la fermentazione tumultuosa, ovvero la fermentazione alcolica, chi non utilizza lieviti estranei come l’artigiano, nota che i lieviti hanno subito una trasformazione, ovvero hanno maggiore virulenza: le temperature di fermentazione spontanea, cioè non controllata, risultano particolarmente elevate. Noi artigiani siamo un avamposto e notiamo tutto”.

Per questo, secondo Francesco Paolo Valentini, “gli agricoltori dovrebbero avere il coraggio di raccontare le cose come stanno al posto di seguitare a raccontarci tutti gli anni la solita storiella dell’annata migliore di sempre“.

“Ci sono giornalisti con proprietà chiaroveggenti – ha denunciato Valentini – che sembrano predire l’esito di una vendemmia due o tre mesi prima che venga portata a termine. Nella vita ci sono priorità e l’utile non è solo quello economico. Abbiamo il dovere di informare l’opinione pubblica su quello che sta accadendo, in modo che si possano prendere provvedimenti“.

Sempre secondo Valentini, il danno riguarderebbe direttamente solo le piccole imprese vitivinicole. “Riuscire a gestire i cambiamenti climatici è difficile per noi, cerchiamo piuttosto di assecondare quello che accade, anche perché le nostre sono produzioni artigianali ed è fondamentale mantenere il pieno rispetto della materia prima, al contrario delle lavorazioni industriali che interferiscono con la materia prima. Riuscirci è sempre più difficile e sempre più improbabile e, alla lunga, non sappiamo come andrà a finire”.

“Nella lavorazione industriale – ha evidenziato Valentini – si riesce a sopperire a maturazioni che non sono complete, in un modo o nell’altro. Nella lavorazione artigianale questo non può avvenire”. Insomma, per Valentini la vendemmia 2015 sarà sì straordinaria. Ma solo per gli enologi delle grandi cantine.

Categorie
Vini al supermercato

Divagazioni (semiserie) sul Morellino di Scansano Docg 2014 La Torre Frescobaldi

(2 / 5) L’Italia del vino al supermercato è di fronte a un paradosso. Una delle sue regioni simbolo, la Toscana, finisce sempre più spesso per deludere quei clienti alla ricerca di un prodotto non standardizzato, fuori dalle righe. Ma a un prezzo giusto, accessibile a tutti. Dal pensionato all’impiegato, per intenderci. Un prezzo che, comunemente, potremmo stabilire attorno alla cifra di 6-7 euro. E’ la riflessione che sorge spontanea dopo l’ennesima degustazione “flop” di un vino rosso che di Toscano ha tutto, a partire dalla Denominazione di Origine controllata
e Garantita, ma che tuttavia non riesce a lasciare il segno sperato. Parliamo del Morellino di Scansano La Torre della nota casa vitivinicola Marchesi de’ Frescobaldi. Un vino che in etichetta viene presentato come “potente” e “intenso”, che di potente e intenso ha tuttavia davvero ben poco. Nel calice si presenta d’un rubino acceso, dal quale provengono scarichi sentori “vinosi” tendenti all’etereo, cui fanno eco piccoli frutti rossi. Al palato, il Morellino di Scansano La Torre Frescobaldi è asciutto, moderatamente fruttato (di nuovo piccoli frutti a bacca rossa), dotato di un finale sufficientemente persistente e tendente all’amarognolo. Buono l’abbinamento con carni rosse e formaggi stagionati.

LA NOSTRA PROPOSTA
In definitiva, un vino che non lascia l’impronta auspicata per la fascia prezzo in cui è inserita. A parziale ‘discolpa’ dei produttori, un’annata, la 2014, che non è stata certo felice per la vendemmia. Ma non basta. E allora noi di vinialsupermercato.it lanciamo una provocazione: perché non introdurre in etichettatura obbligatoria un indice di valutazione relativo alle condizioni meteorologiche che hanno preceduto la vendemmia? In questo modo, il consumatore “medio” avrebbero un parametro in più per giudicare il vino che sta acquistando. E le case produttrici un po’ meno coraggio di immettere sul mercato prodotti sulla cui qualità non si discute, ma che non possono essere venduti allo stesso prezzo di vendemmie fortunate solo per il “nome”. Se è il “Dio Denaro” che deve vincere, insomma, almeno si avverta prima, e chiaramente, il consumatore.

Prezzo pieno: 7,99 euro
Acquistato presso: Il Gigante

Categorie
news ed eventi

Vendemmia 2015, i dati di Assoenologi dal Piemonte alla Sicilia

L’Associazione Enologi Enotecnici Italiani (Assoenologi) è l’Organizzazione di categoria che raggruppa e rappresenta oltre l’85% dei tecnici vitivinicoli attivamente impegnati nel settore, di cui il 45% ha mansioni direttive in cantine sociali e private, il 16% svolge l’attività di libero professionista, mentre la rimanente percentuale è impegnata con incarichi diversi. Assoenologi si propone la tutela professionale dell’enologo e dell’enotecnico sotto il profilo sindacale, etico, giuridico ed economico, nonché di rappresentare la categoria a tutti i livelli e di curarne l’aggiornamento tecnico
scientifico. Inoltre garantisce ai suoi associati una serie di servizi professionali di tutta considerazione. Ogni anno Assoenologi, la più antica organizzazione di categoria al mondo nel settore vitivinicolo, diffonde le proprie previsioni sulla vendemmia in corso. Vediamole assieme, suddivise regione per regione.
PIEMONTE: quantità: +10% rispetto vendemmia 2014
Qualità ottima e quantità nella media degli ultimi 5 anni è in sintesi il risultato che ci si attende in Piemonte dalla vendemmia 2015. Grazie ad un inverno ricco di precipitazioni, sia piovose che nevose, le viti hanno avuto modo di “risvegliarsi” in una primavera mite, con buona riserva idrica, come non succedeva da anni. Germogliamento anticipato rispetto alla scorsa annata e regolare. Lo stesso dicasi per la fioritura, iniziata a metà maggio, a cui è seguita un’ottima allegagione. La parte finale del mese di maggio e la prima decade di giugno hanno visto un susseguirsi di perturbazioni. Luglio, invece, è stato caratterizzato da temperature sopra alla media stagionale e dalla totale assenza di precipitazioni, fatti che hanno rallentato il ciclo vegetativo, ponendo le basi per un ulteriore anticipo della maturazione dell’uva di 10/12 giorni rispetto allo scorso anno, in linea con un’annata normale. La varietà che risulta meno produttiva è il Nebbiolo, per tutti gli altri vitigni (Moscato, Brachetto, Barbera, Cortese) si prevede una produzione in aumento rispetto al 2014. La raccolta delle uve Chardonnay e Pinot nero base spumante, perfettamente sane, è iniziata indicativamente a metà agosto, per concludersi verso il 22 dello stesso mese. A seguire le uve Brachetto e il Moscato con inizio il 25 agosto. Nella prima decade di settembre sarà la volta delle uve Dolcetto, Freisa e Cortese. A metà dello stesso mese la raccolta coinvolgerà le Barbere e a seguire i Nebbioli dei grandi rossi da invecchiamento. Il risultato dell’annata vitivinicola in generale e di quello dei vini rossi importanti è ora legato alle condizioni climatiche dell’ultimo mese prima della raccolta. Quantitativamente si prevede un incremento complessivo della produzione di un buon 10% rispetto alla passata campagna e di qualità ottima. I prezzi delle uve si prevedono stabili.

LOMBARDIA: quantità uguale rispetto vendemmia 2014

L’inverno e la primavera sono stati caratterizzati da clima mite e da abbondanti piogge. Dalla seconda decade di marzo si sono registrati graduali aumenti della temperatura. Il germogliamento è stato rallentato dagli dalla scostanza termica e dall’innalzamento delle temperature, nonché dalla quasi assenza di precipitazioni, mentre l’allegagione non è stata disturbata da particolari eventi. Giugno è trascorso con temperature sensibilmente più elevate della media e senza precipitazioni. In luglio le temperature si sono ulteriormente innalzate tanto da raggiungere medie di 27-29°C, con massime anche di 40°C. Condizioni che hanno rallentato le fasi di invaiatura nelle varietà precoci. Fenomeni legati alla carenza idrica si sono verificati sui vigneti giovani. In Valtellina l’invaiatura al 20 di agosto risultava essere ben oltre il 50%, in ritardo di circa 7 giorni rispetto ad un andamento normale. La sanità delle uve è buona e quantitativamente si stima una produzione normale. A grandi linee la vendemmia in Valtellina dovrebbe iniziare a fine settembre/primi di ottobre, quindi è prematuro fare considerazioni sulla qualità. Le poche ma provvidenziali piogge della prima quindicina di agosto hanno accelerato la maturazione dei Pinot. In Franciacorta si riscontrano cali di produzione anche del 10% rispetto al 2014, che vengono convalidati dalle rese in pressa. Bucce spesse, giusto grado zuccherino ed acidità malica di 1.5-2.0 g/l. In Oltrepò e nella stessa Franciacorta i primi grappoli sono stati staccati prima di Ferragosto. Lo stato sanitario è molto buono. Qualitativamente, se il tempo reggerà con buone escursioni termiche tra giorno e notte e una gusta distribuzione di caldo e piogge, la produzione vinicola 2015 in tutta la regione si attesterà su ottimi livelli. Complessivamente per la campagna in corso per la Lombardia si stima un quantitativo che rispecchierà quello dello scorso anno.

TRENTINO ALTO ADIGE: quantità: +15% rispetto vendemmia 2014

In Trentino Alto Adige la qualità dell’uva, per tutte le varietà è eccellente. Il frutto è sano e non presenta anomalie. Le condizioni per la produzione di un millesimo di grande considerazioni ci sono tutte. Non ci sono termini di confronto con lo scorso anno, le due annate si pongono agli antipodi, umido, piovoso e freddo il 2014, caldo e asciutto il 2015. Annata fino a giugno con condizioni climatiche normali; inverno mite, primavera regolare con germogliamento uniforme e precoce a cui ha fatto seguito un periodo freddo durante la settimana di Pasqua che ha parzialmente rallentato lo stadio vegetativo delle viti. Fioritura anticipata nell’ultima decade di maggio, interessata da alcuni giorni con temperature minime al di sotto della media stagionale. I temporali di metà giugno hanno causato alcune grandinate, delle quali la più importante è stata quella del 27 giugno, registrata nella zona meridionale del Trentino tra Mori e Loppio. Gli elementi che hanno caratterizzato questa annata sono stati il gran caldo dell’estate e la scarsità di precipitazioni per un periodo molto prolungato: in Trentino 350 mm di pioggia dall’inizio dell’anno, di cui circa 50 mm nell’ultimo mese e mezzo. Le temperature medie sono state sensibilmente incrementate. L’irrigazione di soccorso si è rivelata fondamentale per affrontare un andamento stagionale. In Trentino la vendemmia delle uve base spumante (Pinot grigio, Chardonnay) è iniziata lunedì 24 agosto, mentre in Alto Adige è incominciata tra la fine agosto e i primi giorni di settembre con le varietà del fondovalle a bacca bianca (Pinot grigio, Chardonnay, Pinot bianco) per continuare con le fasce collinari con i primi Sauvignon, Müller Thurgau e Pinot nero. In Alto Adige la maggior parte delle uve sarà raccolta tra il 15 e il 30 settembre con i bianchi collinari: Pinot nero, Schiava, Lagrein e Merlot. Chiuderanno la vendemmia i Cabernet verso la metà/fine di ottobre. In Trentino il pieno della raccolta avverrà nella prima decade di settembre quando si accavalleranno i conferimenti di Chardonnay, Pinot Grigio, Müller Thurgau, Traminer aromatico. I conferimenti delle uve rosse inizieranno invece verso la metà di settembre con il Merlot e il Teroldego. La chiusura delle operazioni vendemmiali è prevista tra la fine di settembre e i primi di ottobre con gli ultimi grappoli di Cabernet ed Enantio. Quantitativamente in Trentino Alto Adige si prevede un incremento di produzione di circa il 15% rispetto al 2014.

VENETO: quantità +10% rispetto vendemmia 2014

In tutto il Veneto l’inizio del ciclo vegetativo è avvenuto nella norma per temperature e precipitazioni. Da metà giugno fino a metà agosto si sono avute temperature al di sopra della media stagionale, che hanno determinato sofferenza in alcuni impianti privi di irrigazione. Gli eventi atmosferici (grandinate e trombe d’aria) hanno colpito a fasi alterne piccole parti del territorio. Lo stato sanitario e la qualità delle uve è tra il buono e l’ottimo in tutta la regione. Il tenore zuccherino nella norma. Buono il quadro acido. Il ciclo vegetativo in generale si è avvalso all’inizio di temperature miti di giorno e fresche di notte, aumentate e diventate a volte brucianti dalla seconda metà di giugno e nel mese di luglio. Le piogge sono ricomparse a fine luglio in Veneto Occidentale in concomitanza con l’invaiatura con precipitazionI tra i 20 e i 40 mm e dopo Ferragosto in quello Orientale. Questo ha consentito alle viti di recuperare in parte, per le zone non irrigue, lo stress idrico patito in precedenza. Per le zone viticole dove è praticabile l’irrigazione di soccorso si prospetta un anticipo della maturazione di almeno una settimana sulla fase fenologica, in particolare per le varietà precoci. La vendemmia in Veneto Centro Orientale è iniziata il 24 agosto per le uve precoci. A seguire, nella prima settimana di settembre, sarà la volta della Glera (Prosecco Doc) coltivata in pianura e nelle settimane successive quella di collina. Nell’ultima decade di settembre si passerà alle varietà a bacca rossa (Merlot, Cabernet in particolare). In Veneto le operazioni di raccolta si chiuderanno, nel veronese, con i conferimenti di Garganega, Corvina e Durella nei primi giorni di ottobre e con le uve Raboso, nel trevigiano, nella prima quindicina dello stesso mese. Ottime le previsioni qualitative per i vini di tutta la regione, anche se molto dipenderà dall’andamento climatico e meteorico delle prossime settimane. Quantitativamente nella parte Occidentale si stima una produzione maggioritaria del 5-7%, mentre in quella Orientale tra il 10-15%, vista anche l’entrata in produzione di nuovi impianti. Il mercato in tutto il Veneto è attualmente stabile, con quotazioni in lieve rialzo per le uve base Prosecco.
FRIULI VENEZIA GIULIA: quantità +10% rispetto vendemmia 2014
L’inverno in Friuli Venezia è decorso con favorevoli condizioni climatiche che hanno agevolato le principali fasi fenologiche della vite. Nel mese di luglio, durante il periodo dell’invaiatura, si è verificato un clima torrido ed asciutto con temperature vicine ai 40°C, creando problemi di siccità e scottature alla vite, che ha rallentato vistosamente il ciclo vegetativo soprattutto nei vigneti di collina e in quelli sprovvisti d’irrigazione di soccorso. A fine luglio, una serie di temporali estivi hanno abbassato sensibilmente le temperature riequilibrando il ciclo vegetativo. Nel mese di agosto, un nuovo fronte caldo africano si è insediato in Friuli Venezia Giulia favorendo le escursioni termiche, ideali per la componente aromatica dell’uva. L’epoca di vendemmia, per le uve destinate alla produzione di base spumante, si sta esaurendo in questi giorni per lasciare il posto alla raccolta di Pinot nero, Traminer aromatico, Pinot grigio e Sauvignon. La quantità d’uva sarà superiore del 10% rispetto allo scorso anno, il che lascia presupporre che si produrranno intorno a 1,5 milioni di ettolitri di vino contro 1.367.000 ettolitri dello scorso anno (dato Istat). Grazie anche alle precipitazioni del mese di agosto si riscontra un’ottima resa uva/vino. I primi dati analitici rilevano delle buone gradazioni zuccherine con sensibili cali dell’acidità rispetto alla passata vendemmia. Solo dopo il 20 di settembre dovrebbero iniziare i primi conferimenti di uve a bacca rossa (Merlot e Cabernet Franc). La vendemmia in Friuli Venezia Giulia terminerà con la raccolta delle varietà tardive (Verduzzo, Refosco e Picolit) verso la metà del mese di ottobre. Per quanto riguarda le contrattazioni delle uve, c’è un certo interesse per alcune varietà a bacca bianca tipo Glera, Ribolla gialla, Pinot grigio e Sauvignon, mentre per le uve rosse grande attenzione è riposta su Merlot e Cabernet Sauvignon.

EMILIA ROMAGNA: quantità +5% rispetto vendemmia 2014

Il periodo della fioritura è avvenuto durante una fase primaverile perturbata che ha determinato casi di cascola fiorale. Nonostante il caldo di luglio, grazie alle ottime riserve idriche accumulate durante l’inverso, i vigneti hanno mantenuto un ottimo profilo sanitario. In tutta l’Emilia Romagna si registra un anticipo di maturazione di circa una settimana rispetto al 2014 e le operazioni di raccolta sono iniziate verso il 20 di agosto con i conferimenti delle uve Pinot bianco e Chardonnay destinate alla produzione di base spumante, quando il Sangiovese stava concludendo l’invaiatura (cambio di colore del grappolo). Nella norma i contenuti zuccherini, decisamente più basse le acidità rispetto allo scorso anno. Relativamente alle varietà storiche della Romagna per i conferimenti delle uve Albana, Pignoletto bisognerà attendere intorno al 7 settembre, seguiranno verso il 15 le uve Trebbiano e, nella seconda decade di settembre, quelle di Sangiovese, i cui grappoli saranno raccolti sino alla metà di ottobre. In Emilia in pianura si è irrigato quasi dappertutto e le quantità sono ormai garantite rispetto alla carenza di acqua. Per l’Ancellotta si prevede un calo produttivo del 15% a fronte di un incremento del 5% dei Lambruschi mentre le Malvasie calano del 10%. Da sabato 5 settembre sarà la volta delle uve Trebbiano, Pignoletto, Albana, Malvasia, Ortrugo e Ancellotta. Nella terza decade di settembre si raccoglieranno i grappoli di Lambrusco Marani, Lambrusco Salamino e Sangiovese. Si continuerà il 10 ottobre con il Lambrusco di Sorbara, mentre dal 20 dello stesso mese sarà la volta del Lambrusco Grasparossa e Croatina, con i quali si chiuderanno le operazioni vendemmiali. Si prevedono vini di qualità assai interessante, con diverse punte di ottimo, mentre per quanto concerne la quantità si stima, per le zone di Parma, Piacenza e Reggio Emilia, un calo di circa il 10%, mentre un aumento di quasi il 5% per la provincia di Modena. Ottima le previsioni qualitative dei futuri vini di tutta la regione, anche se ogni previsione potrà essere ribaltata qualora il mese di settembre non decorresse nel modo dovuto. Relativamente alle previsioni quantitative la regione è spezzata in due. Mentre per l’Emilia sostanzialmente si conferma la produzione dello scorso anno, in Romagna si stima un quantitativo maggiore del 5-7%. Al momento il mercato genera scambi che sono nella norma, i prezzi sono stabili con una leggera tendenza al rialzo, anche se ad oggi gli operatori manifestano una certa prudenza in attesa del pieno della vendemmia.
TOSCANA: quantità -5% rispetto vendemmia 2014
L’andamento climatico in Toscana è stato caratterizzato da un inverno ed un inizio primavera con precipitazioni abbondanti che ha permesso l’accu-mulo di importanti riserve idriche. Dopo un aprile/maggio altalenante, dal mese di giugno a quello di agosto si sono registrate alte temperature ben al di sopra della media stagionale con forte carenza di piogge. Da un punto vista sanitario i vigneti non presentano fitopatie. La fisiologia della pianta, rispetto allo scorso anno, evidenzia grappoli più spargoli con acini di dimensioni leggermente più ridotte, dovuto ad un ciclo vegetativo piuttosto altalenante. Dopo un germogliamento nella media stagionale si è infatti registrato un anticipo dell’invaiatura di circa dieci giorni. La raccolta delle uve bianche precoci è iniziata a cavallo tra la seconda e la terza decade di agosto. Le uve Merlot e quelle a bacca bianca per la produzione della Vernaccia di San Gimignano verranno conferite a partire dal 10 settembre, mentre all’inizio dello stesso mese inizierà la raccolta delle uve rosse nelle zone del Bolgheri e del Morellino di Scansano. Per la vendemmia delle uve per la produzione dei Docg: Chianti, Chianti Classico, Carmignano, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino si dovrà attendere la seconda decade di settembre. Qualitativamente, se le condizioni atmosferiche e meteoriche del mese di settembre saranno confacenti, ossia con temperature e precipi-tazioni adeguate, ci sono tutti i presupposti per una ottima annata con diverse punte di eccellente. Da registrare un leggero calo di produzione di oltre il 5% rispetto alla vendemmia 2014, dovuto principalmente ad una conformazione degli acini che risultano essere più piccoli rispetto alla norma. Si stima, pertanto, una produzione di 2.640.000 ettolitri di vino, contro i 2.778.000 ettolitri dello scorso anno che è risultato tra i più produttivi degli ultimi dieci anni. Le quotazioni al momento non fanno registrare variazioni rilevanti rispetto a quelle dello stesso periodo dello scorso anno.
LAZIO UMBRIA: quantità +15% rispetto vendemmia 2014
La stagione nei territori laziali ed umbri si è avviata ai primi di aprile nelle regioni costiere e a metà aprile nelle zone più interne, con un lieve ritardo rispetto alla media delle ultime annate. Nella prima decade di giugno si è sviluppata una prima ondata di caldo, dovuta all’afflusso di aria subtropicale e all’intenso soleggiamento. Questo periodo ha compensato il ritardo fenologico iniziale. Per il restante mese di giugno la pioggia ha fatto nuovamente la sua comparsa ed i temporali si sono intensificati, appoggiati da non indifferenti grandinate, in particolare nell’orvietano e nelle zone tra Todi e Amelia. A dispetto della grande quantità di acqua caduta in breve tempo, si è osservato il susseguirsi, senza interruzioni, di anticicloni che hanno determinato, temperature superiori ai 30°C, venti caldi africani ed una bassa escursione termica. tra giorno e notte. Lo stato sanitario si è mantenuto ottimale. Per il troppo caldo, si è anche temuto per l’interruzione della maturazione conseguente alla chiusura degli stomi e al blocco della respirazione e della fotosintesi. Fortuna-tamente a cavallo di Ferragosto, ad invaiatura ormai conclusa, si sono verificate alcune precipitazioni che, da un lato hanno portato ad un abbassamento delle temperature massime, dall’altro hanno assicurato una buona escursione termica, fondamentale per la sintesi degli aromi per le uve bianche e per la sintesi fenolica delle uve rosse. Alla fine di agosto le uve hanno ripreso un discreto turgore, nelle zone dove la pioggia non è arrivata, i grappoli hanno cominciato a manifestare “stress idrico”. Certamente ci troviamo di fronte ad una buona annata, migliore della precedente, sia in termini qualitativi che quantitativi, tanto che in Lazio e Umbria si stima una quantità superiore del 15% rispetto al 2014, pari a circa 2.270.000 ettolitri di vino. La vendemmia è già iniziata e conclusa per le uve base spumante e per le varietà internazionali bianche, mentre per i rossi ed i bianchi autoctoni si dovrà attendere la prima decade di settembre.
MARCHE: quantità +10% rispetto vendemmia 2014
L’annata è stata caratterizzata da un leggero ritardo del risveglio vegetativo. La fioritura, grazie all’andamento climatico favorevole, è iniziata anticipatamente, mentre l’allegagione è stata rallentata da un breve periodo instabile. Il decorso climatico successivo, all’insegna del bel tempo con temperature sopra della media stagionale, ha anticipato l’invaiatura di una settimana. Ottima la condizione fitosanitaria dei vigneti, compresa quella di chi pratica l’agricoltura biologica. L’andamento stagionale sembrerebbe risultare tra i più favorevoli degli ultimi anni e le condizioni di maturazione delle uve tipiche della regione sono avviate verso un deciso successo qualitativo. Tutto dipenderà dalle condizioni climatiche e meteoriche delle prossime settimane. La vite nella seconda quindicina di agosto ha usufruito di una buona dotazione idrica del terreno e di temperature ideali per la fotosin-tesi, sviluppando un’abbondante parete fogliare con elevata attività fotosintetica. I grappoli risultano nella media. Entro il 20 di agosto nelle Marche sono state vendemmiate solo le varietà precoci. L’epoca di vendemmia è in anticipo di circa una settimana rispetto alla scorsa campagna. I tempi di raccolta possono essere così sintetizzati: Verdicchio, Passerina e Montepulciano (tra la prima decade di settembre e i primi di ottobre) Sangiovese (metà settembre), Pecorino (da fine agosto e prima decade di settembre). L’andamento climatico delle ultime settimane sta favorendo la matura-zione, con riflessi più che positivi sulla dotazione aromatica e polifenolica delle uve. Perdurando tali condizioni, la qualità dei vini risulterà assai interessante. Nelle Marche il 2015 sarà sicuramente un’annata che prediligerà i vini rossi, per i quali si prevedono prodotti ricchi di struttura e di caratteristiche, grazie alle piogge di metà agosto, che hanno evitato lo stress idrico inducendo l’abbassamento delle temperature notturne e la riduzione delle temperature massime diurne. Considerati gli elementi sopra descritti, la quantità di vino per il 2015, che in alcune realtà territoriali si stima anche in aumento del 15%, si ritiene possa segnare un +10% rispetto al 2014 in tutta la regione. Nel dettaglio: per il Verdicchio +15%, per la Lacrima +5%; per il Conero +5%; per il Piceno +10%. Il mercato attualmente non registra contrattazioni di rilievo e le quotazioni sono in linea a quelle registrate nello stesso periodo dello scorso anno.
ABRUZZO: quantità +5% rispetto vendemmia 2014
L’annata 2015 è stata caratterizzata da numerose anomalie climatiche. È iniziata con una primavera molto piovosa contraddistinta da numerosi allagamenti e smottamenti che hanno interessato anche i vigneti abruzzesi Successivamente il clima si è regolarizzato con piogge e temperature non eccessivamente rigide, così da evitare gelate tardive. La ripresa vegetativa ha avuto un inizio favorevole con temperature al di sopra della media, tali da provocare un germogliamento repentino che ha portato, alla fine di aprile, ad un anticipo di almeno 10 giorni della fase fenologica. Il germogliamento delle varietà a bacca rossa non è stato uniforme, come invece riscontrato nelle uve a bacca bianca, a causa del negativo andamento climatico in fase di differenziazione delle gemme. Nel periodo compreso tra giugno e luglio non ci sono state precipitazioni, anzi questi due mesi sono stati caratterizzati da temperature alte, tanto da rendere necessari, dove possibile, interventi di irrigazione di soccorso. L’assenza di fitopatie ha ridotto notevolmente il numero di interventi e la sanità dell’uva ad oggi si presenta eccellente. La raccolta è partita il 18 agosto con le varietà precoci (Chardonnay e Pinot grigio). La produzione si presenta normale con un quantitativo, al momento, superiore del 5% rispetto al 2014, soprattutto per quelle zone che hanno potuto usufruire delle irrigazioni di soccorso che hanno garantito uno sviluppo vegetativo equilibrato. Per le altre varietà medio-tardive (Pecorino, Trebbiano, Falanghina, Cococciola, Sangiovese e Montepulciano) bisogna attendere i primi giorni di settembre per fare una giusta valutazione in considerazione dell’anda-mento climatico che dopo Ferragosto si è rivelato altalenante anche se sempre caratterizzato da alte temperature. Per quanto riguarda il mercato del vino si è registrato, fin dalla fine della vendemmia scorsa, un ottimo interessamento sia sulla tipologia dei vini a Igt che a denominazione di origine. Discorso diverso sui vini generici che risentono della forte concorrenza, tendente al ribasso, dei vini spagnoli per cui le richieste minime.
CAMPANIA; quantità +20% rispetto vendemmia 2014
L’inverno è trascorso con precipitazioni abbondanti in tutta la regione e, nella seconda parte, con temperature al di sotto della media. Si è pertanto registrato un buon accumulo di riserve idriche nei terreni. La primavera, non troppo calda e piuttosto discontinua, è stata caratte-rizzata da abbassamenti di temperatura anche repentini, che hanno portato ad un germogliamento tardivo e, per quasi tutte le zone viticole campane, a fioriture eterogenee e lunghe, mentre l’allegagione è decorsa regolarmente. La fine della primavera e l’estate sono stati caratterizzati da clima asciutto. La seconda parte di giugno ed il mese di luglio sono stati incorniciati da temperature medie molto alte, senza escursioni termiche rilevanti tra il giorno e la notte, che hanno caratterizzato qualche squilibrio di elabora-zione delle viti. Da un punto di vista fitosanitario non si sono si sono registrati attacchi di parassiti. L’uva ad oggi è sanissima. Le piogge cadute tra la fine di luglio e la prima metà di agosto, hanno dato un importante contributo al ripristino della regolarità dei processi fisiologici e fotosintetici, inevitabilmente rallentati proprio a causa dell’enorme caldo. Ciò ha portato anche ad un recupero dell’anticipo delle fasi fenologiche precedentemente riscontrato. Considerate le produzioni vitivinicole campane, che protraggono normal-mente la vendemmia fino a ai primi giorni di novembre con la raccolta nell’Avellinese dei grappoli di Aglianico per la produzione della Docg Taurasi, è prematuro tirare le somme sui risultati qualitativi e quantitativi di quest’annata. Al momento si stima comunque una vendemmia di qualità molto buona e quantità superiore di circa il 20% rispetto quella del 2014 che, come risaputo, è stata di soli 1.183.000 ettolitri di vino. Attualmente il mercato non registra contrattazioni di rilievo in attesa dell’avvio della campagna vendemmiale.
PUGLIA: quantità +25% rispetto vendemmia 2014
Quest’anno in Puglia tutti gli indicatori fanno ben sperare, sia per la qualità che per la quantità, anche se con la consapevolezza che l’incognita del maltempo delle prossime settimane è sempre in agguato. In tutta la regione, la primavera è decorsa nel migliore dei modi e le abbondanti piogge verificatesi sia in inverno che durante la ripresa vegetativa hanno favorito il germogliamento ed introdotto nel migliore dei modi le fasi fenologiche della vite, richiedendo quindi un minore impegno nel controllo delle malattie crittogame e nella gestione della vegetazione e delle erbe infestanti. Le condizioni registrate dall’inizio di una estate estremamente calda e secca fa prevedere una qualità al si sopra della media e una quantità importante, che permetterà dì compensare le perdite di produzione dello scorso anno. La raccolta, come di consueto, è iniziata i primi giorni di agosto con le varietà base spumante, quindi senza i ritardi del 2014. I conferimenti dei vitigni autoctoni si sono aperti nell’ultima settimana di agosto con le uve di Primitivo. Si proseguirà quindi con le uve a bacca rossa internazionali, per continuare con quelle bianche autoctone presenti sia in Valle D’Itria che nel resto della Puglia (Pampanuto, Bombino Bianco, Fiano, Verdeca, Bianco d’Alessano). Seguirà quindi la raccolta del Negroamaro, Bombino Nero e di tutti gli altri vitigni pugliesi. Come sempre il Susumaniello, il Montepulciano e soprattutto l’Uva di Troia completeranno il lungo percorso vendemmiale pugliese negli ultimi giorni di ottobre. Si prevede un aumento di produzione intorno al 25% rispetto alla vendem-mia 2014, pari ad un quantitativo totale di circa 6,8 milioni di ettolitri di vino. Il livello qualitativo risulta ottimo con molte punte di eccellente. Attualmente il mercato registra quotazioni pressoché uguali a quelle dello stesso periodo del 2014 per le uve di qualità, mentre sono in leggero calo per quelle destinate alla produzione di vini generici.
SICILIA: quantità +10% rispetto vendemmia 2014
Qualità ottima con diverse punte di eccellente e quantità superiore sono in sintesi quanto si stima per la vendemmia 2015 in Sicilia. L’annata vitivini-cola è stata caratterizzata da un inverno piovoso e da una primavera asciutta e moderatamente ventilata. Il ciclo vegetativo della vite si è svolto in maniera ottimale. Nel mese di luglio, in alcune varietà e in alcuni areali, si sono verificati deboli attacchi di oidio e qualche circoscritta grandinata. La vendemmia, per le varietà precoci, è iniziata con il Pinot grigio, il Sauvignon blanc e lo Chardonnay nella prima settimana di agosto, con un anticipo di circa una settimana rispetto alla scorsa vendemmia. Nella seconda settimana di agosto si sono raccolti il Viognier, il Müller Thurgau e il Moscato bianco, mentre nella terza settimana si sono raccolte le uve base spumante di Catarratto e Grillo. La vendemmia delle uve a bacca rossa, in particolare del Merlot, si è conclusa nell’ultima decade di agosto, a seguire è stata la volta di Syrah, Nero d’Avola, Frappato. Si concluderà con il Cabernet sauvignon entro la fine della prima settimana di settembre, per lasciare il posto alle produzioni dell’Etna i cui grappoli saranno vendemmiati alla fine di settembre. La qualità delle uve risulta ottima, grazie alla sanità. Buona è la resa uva/vino. Per quanto riguarda la raccolta e le vinificazioni non si registrano problematiche particolari: il tutto sta avvenendo regolarmente e di conse-guenza si prospetta un’annata interessante riferita alla qualità del futuro vino. Quantitativamente si registra in tutta la regione un incremento medio del 10% rispetto al 2014, pari ad un aumento della produzione di circa 500.000 ettolitri. Complessivamente in Sicilia si produrranno intorno ai 5 milioni di ettolitri. Per quanto attiene il mercato delle uve e dei vini al momento non si evidenziano oscillazioni rispetto alla scorsa vendemmia.
SARDEGNA: quantità uguale rispetto vendemmia 2014
Giove Pluvio quest’anno per la Sardegna non è stato particolarmente generoso, le attese piogge del periodo autunno-inverno non sono state abbondanti come in altre regioni. Da maggio le temperature si sono innalzate oltre la media stagionale, con l’afflusso di aria subtropicale, sino a tutto luglio e la prima decade di agosto, con livelli superiori anche di 5°C rispetto la normalità. Ciò ha causato un anticipo delle fasi fenologiche della vite di circa 7-10 giorni. Anomalie, spesso accompagnate da violenti, quanto brevi eventi grandinigeni, che hanno colpito, a macchia di leopardo, i vigneti interessati. Gli sbalzi termici in fioritura, in diverse zone della Sardegna, non hanno permesso un’ottimale allegagione, determinando grappoli spargoli e di dimensioni ridotte, rispetto alle ultime annate, aspetto controbilanciato da un maggior numero di grappoli per ceppo. Il caldo e l’assenza di precipitazioni hanno contribuito notevolmente a garantire lo stato sanitario del vigneto Sardegna. I primi di agosto è iniziata la vendemmia delle uve base spumanti (Chardonnay e Pinot), con un anticipo di oltre una settimana rispetto all’anno scorso. La raccolta è continuata con i grappoli dei vitigni autoctoni, in primis Vermentino e Torbato. Il picco della vendemmia è previsto a metà settembre, quando si accavalleranno i conferimenti delle uve Vermentino, che quantitativamente rappresentano la percentuale più alta di quelle a bacca bianca dell’Isola, seguiti da quelle di Nuragus e Vernaccia, e le varietà a bacca rossa che costituiscono oltre il 60% della produzione totale sarda. Nel mese di ottobre sarà la volta di Cannonau e Carignano, mentre alla fine dello stesso mese si chiuderà la vendemmia con i conferimenti di Malvasia e Nasco per la produzione dei vini da dessert. Quantitativamente si stima una produzione in linea con la passata stagione, pari a circa 750.000 ettolitri. Se il mese di settembre decorrerà nel migliore dei modi si prevedono vini di ottima qualità. (fonte: Assoenologi)
Categorie
news ed eventi

Vino, Assoenologi: tutti i numeri della vendemmia 2015 in Italia

Quantità superiore al 2014 del 10%. Le prime stime di Assoenologi, aggiornate a oggi, 29 agosto 2015, dicono che quest’anno si produrranno tra i 46 e i 47 milioni di ettolitri di vino e mosto, a fronte della media quinquennale (2010/2014) di 44,1 milioni di ettolitri e di quella decennale (2005/2014) di 45,5 milioni di ettolitri. L’elaborazione di Assoenologi fa infatti ipotizzare che la produzione di uva possa oscillare fra i 63 e i 65 milioni di quintali che, applicando il coefficiente medio di trasformazione del 73%, danno tra i 46 e i 47 milioni di ettolitri di vino, un quantitativo superiore del 10% a quello dello scorso anno (42,1 milioni di ettolitri di vino – dato Istat) e del 5% se riferito alla
media quinquennale (2010/2014). Fatta eccezione della Toscana (-5%), della Lombardia e della Sardegna (produzione uguale al 2014), tutte le altre regioni registrano un incremento produttivo oscillante da +5% (Emilia Romagna) a +25% (Puglia). La produzione, quindi, ritorna nelle medie pluriennali, dopo i forti decrementi del 2014 (42,1), del 2012 (41,1) e del 2011 (42,7). Le regioni che nel 2014 avevano fatto registrare i maggiori cali rispetto alla precedente annata sono state: Sicilia (-37%), Campania (-28%), Trentino Alto Adige (-24%) e Lazio/Umbria (-20%). Il Veneto rimane la regione più produttiva. Con ben 9,1 milioni di ettolitri, si conferma la regione italiana più produttiva. Veneto, Emilia Romagna, Puglia e Sicilia insieme nel 2015 produrranno oltre 28 milioni di ettolitri, ossia più del 60% di tutto il vino italiano.

La qualità sarà ottima/eccellente in tutt’Italia (qui i dati suddivisi regione per regione). Dai rilievi fatti da Assoenologi, le buone riserve idriche accumulate hanno determinato un’interessante ripresa vegetativa, sfociata in una primavera che ha favorito le fasi fenologiche per lasciare poi il posto ad un’estate calda, mitigata nella seconda metà di agosto da provvidenziali piogge, condizioni che hanno sancito un percorso decisamente positivo della maturazione dei grappoli con l’accumulo di sostanze aromatiche e polifenoliche. Il millesimo 2015 è stimato da Assoenologi qualitativamente ottimo con molte punte di eccellente, in particolar modo per i vini ottenuti da uve a bacca rossa che saranno vendemmiate a fine settembre. Il 2015 potrebbe essere incorniciato come un millesimo da ricordare; tale auspicio potrà essere però confermato solo a raccolta ultimata, visto che ad oggi (29 agosto) è stato vendemmiato meno del 10% del prodotto. Sarà l’andamento climatico e meteorico del mese di settembre, e di parte di quello di ottobre, per alcune varietà tardive, a decidere il livello qualitativo della produzione. Infatti, se le prossime settimane decorreranno nel modo più opportuno, ossia con giornate ricche di sole e giuste precipitazioni, le possibilità di ottenere vini bianchi profumati, con un giusto equilibrio di acidità, alcolicità, finezza e freschezza, e vini rossi armonici, ricchi di struttura, dai profumi complessi e da lungo invecchiamento, ci sono tutte.

Assoenologi fornisce con la sua preziosa analisi anche le previsioni di mercato. Le contrattazioni sono ancora minime. Tutti stanno alla finestra e vogliono capire come effettivamente si evolverà la produzione vitivinicola 2015. Allo stato attuale delle cose, l’interesse è focalizzato sulle prenotazioni di vini richiesti dal mercato, mentre risultano ancora piuttosto deboli quelle di vini comuni e senza denominazione di origine. Molto ha inciso anche il grande caldo, con Flegetonte, l’anticiclone africano, che si è fatto sentire tenendo l’Italia sotto pressione in giugno e luglio. Al Centro Nord si sono registrate temperature decisamente al di sopra della media e con un tasso di umidità altissimo. Il Sud d’Italia e la Sicilia hanno mantenuto temperature nella norma fino al 9 luglio. Il vento poi ha cambiato direzione spostando le alte temperature al Sud e mitigandole al Nord. Fatta eccezione per alcune zone, l’escursione termica tra giorno e notte ha privilegiato i vigneti mantenendosi su valori accettabili.

A fine luglio, poi, Caronte ha continuato a pompare caldo dall’Africa, tanto da portare le temperature a valori molto vicini, e in alcuni casi superiori, ai 40°C in diverse zone della Penisola. Da qui le valutazioni del CNR, che ha classificato il mese di luglio 2015 come il più caldo dal 1800, con circa 3,5°C superiori alla media. Qualcuno dice che non bisogna lamentarsi del caldo torrido di quest’estate perché potremmo rimpiangerlo. Un team internazionale di scienziati, guidato da Valentina Zharakova, afferma che fra quindici anni la terra entrerà in una mini area glaciale, pertanto si prevedono per 10 anni temperature basse ed inverni rigidissimi, tanto che l’attività solare nel 2030 potrebbe ridursi anche del 50% con indubbie ripercussioni sulle colture e quindi anche sulla vite, nonostante la sua grande capacità di adattamento. Ad oggi (29 agosto 2015) è stato raccolto solo il 10% dell’uva da vino. Secondo il centro studi di Assoenologi sono state raccolte solo le uve precoci e principalmente quelle per la produzione delle basi spumante, che rappresentano meno del 10% dell’intero carico viticolo italiano. In effetti in Sardegna, Puglia e Sicilia l’inizio della vendemmia di queste uve (Chardonnay, Pinot, Sauvignon) è iniziata il 3 agosto. In Lombardia (Oltrepò Pavese e Franciacorta) tra il 10 ed il 15 dello stesso mese. I conferimenti in Italia entreranno nel pieno a metà settembre e si concluderanno intorno ai primi di novembre con gli ultimi grappoli di Nebbiolo in Valtellina, di Cabernet in Alto Adige, di Aglianico del Taurasi in Campania e dei vitigni autoctoni sulle pendici dell’Etna.

Grazie a un inverno ricco di precipitazioni, sia piovose che nevose, le viti hanno avuto modo di “risvegliarsi” in una primavera mite, con una buona riserva idrica. Il germogliamento è risultato anticipato rispetto alla scorsa annata, così come la fioritura iniziata dopo la metà di maggio, a cui è seguita, in molte regioni italiane, un’ottima allegagione. Gli elementi che hanno caratterizzato quest’annata sono stati il gran caldo dell’estate, con temperature decisamente superiori a 3/5°C rispetto alla norma e la scarsità di precipitazioni per un periodo piuttosto prolungato. Quindi il ciclo vegetativo, in generale, si è avvalso all’inizio di temperature miti di giorno e fresche di notte, aumentate e diventate, nella stragrande generalità dei casi, a volte brucianti dalla seconda metà di giugno e nel mese di luglio. L’irrigazione di soccorso si è rivelata fondamentale per affrontare lo stress idrico causato dall’andamento stagionale. Grazie a questa situazione i vigneti non sono stati attaccati dalle principali fitopatologie della vite, pertanto allo stato attuale si presentano sani. Dopo Ferragosto la situazione si è nuovamente modificata con provvidenziali precipitazioni e il conseguente abbassamento delle temperature, che hanno ristabilito le condizioni ideali per il prosieguo del ciclo vegetativo della vite, riportando la turgidità negli acini a condizioni ottimali.

“Le rilevazioni – evidenziano in una nota il presidente di Assoenologi, Riccardo Cotarella, e il direttore generale di Assoenologi, Giuseppe Martelli – sono il risultato dell’elaborazione di migliaia di rilievi ottenuti attraverso diverse fonti. La base è data dalle valutazioni condotte, a livello locale, dalle diciassette Sedi periferiche che Assoenologi ha a copertura dell’intero territorio nazionale. Questi dati vengono quindi confrontati con un’altra moltitudine di informazioni acquisite autonomamente dalla Sede centrale di Assoenologi”. Questo modo di operare consente da anni all’Associazione Enologi Enotecnici Italiani di formulare, fra settembre e ottobre, le previsioni sulla produzione in modo obiettivo e veritiero. “Tanto che per il 2014 – evidenzia Assoenologi – l’Istat ha stabilito, a fine luglio 2015, che l’Italia ha prodotto 42,1 milioni di ettolitri di vino e mosto. Secondo la media pluriennale la differenza tra le previsioni fatte da Assoenologi a fine vendemmia e le rilevazioni definitive dell’Istat è di solo il 3%”. (Fonte: Assoenologi)

Categorie
news ed eventi

Vendemmia 2015 da record. Coldiretti avverte: allarme siccità nelle vigne d’Italia

La vendemmia 2015 sarà un successo. Lo assicura la Coldiretti, che annuncia il taglio del primo grappolo di Franciacorta in anticipo di una settimana rispetto al record già stabilito in Italia nel Dopoguerra. Una buona notizia a metà, dal momento che l’anticipo della vendemmia 2015 comporterà d’altro canto la necessità al ricorso di irrigazioni di emergenza, specie nei vigneti con esemplari giovani. Il caldo che da oltre un mese attanaglia l’Italia porterà, sempre secondo le stime di Coldiretti, a un aumento della produzione del 5 per cento circa, attestabile in 44 milioni di ettolitri totali. “Da oltre un decennio – evidenzia Coldiretti – non era mai iniziata cosi presto la vendemmia in Italia. Il distacco del primo grappolo di uva da vino Made in Italy del 2015 è avvenuto addirittura con quasi una settimana di anticipo rispetto allo scorso anno, in Franciacorta, dove si raccolgono le uve bianche destinate alla produzioni di spumanti che tradizionalmente sanciscono l’avvio delle vendemmia in Italia. Le condizioni climatiche con il grande caldo hanno accelerato i processi e anticipato la raccolta che si classifica come la seconda più precoce dal dopoguerra, seconda solo a quella del 2003, l’anno di una storica siccità, quanto di inizio il 2 agosto”.

La vendemmia parte con le uve Pinot e Chardonnay in un percorso che proseguirà a settembre ed ottobre con la raccolta delle grandi uve rosse autoctone Sangiovese, Montepulciano, Nebbiolo e che si concluderà nel mese di novembre con le uve di Aglianico e Nebbiolo e Nerello. Le stime della Coldiretti dunque saranno progressivamente definite perché molto dipenderà dalle prossime settimane in cui si inizierà a raccogliere tutte le altre uve e dall’andamento climatico dei giorni precedenti la raccolta. “In ogni caso – assicura la Coldiretti – lo stato fitosanitario dei vigneti è in tutta Italia molto buono con assenza di situazioni di criticità e la qualità attesa è superiore a quella dello scorso anno. Le temperature record di luglio hanno però fatto aumentare l’impegno ed i costi dei viticoltori che per scongiurare il rischio siccità che inizia a farsi sentire in diverse zone hanno dovuto intervenire con mirate irrigazioni di soccorso specie nei vigneti più giovani”.

Sul piano produttivo con queste premesse l’Italia dovrà rinunciare al primato produttivo rispetto alla Francia dove le prime per il 2015 danno una produzione che si attesterà sui 46,6 milioni di ettolitri, in leggero calo (-1%) sul 2014, secondo l’Istituto del Ministero dell’agricoltura d’oltralpe. Se non ci saranno sconvolgimenti si prevede che la produzione Made in Italy sarà destinata per oltre il 40 per cento ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30 per cento ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30 per cento a vini da tavola. Nel primo quadrimestre del 2015 le esportazioni sono intanto aumentate del 6 per cento in valore, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat, con il risultato che oltre la metà del fatturato realizzato dal vino quest’anno sarà ottenuto dalle vendite sul mercato estero.

Con l’inizio della vendemmia, sempre secondo le stime di Coldiretti in Italia si attiva un motore economico che genera quasi 9,5 miliardi di fatturato solo dalla vendita del vino e che da occupazione a 1,25 milioni di persone. La vendemmia 2015 interessa 650mila ettari di vigne, dei quali ben 480mila Docg, Doc e Igt e oltre 200mila aziende vitivinicole dove quest’anno rispetto al passato con la crisi si prevede la presenza di un maggior numero di italiani, soprattutto giovani, rispetto agli extracomunitari, come confermano le richieste di lavoro.

Exit mobile version