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Vendemmia 2022 in Alto Adige: «Niente di meno che un’annata storica»

Vendemmia 2022 in Alto Adige «Niente di meno che un'annata storica»
«Niente di meno che un’annata storica». Il Consorzio Vini commenta così la vendemmia 2022 in Alto Adige, mentre i primi vini iniziano a fare capire agli appassionati di che stoffa sono fatti. 
Un’annata che dal punto di vista meteorologico è stata caratterizzata da temperature record. Con giugno, luglio e agosto eccezionalmente caldi e secchi, lo sviluppo vegetativo è risultato contenuto, con la possibilità di vendemmiare i grappoli due o addirittura tre settimane prima rispetto alla media annuale.

«La vendemmia 2022 in Alto Adige – spiega Eduard Bernhart, direttore del Consorzio Vini Alto Adige – è iniziata con una comparsa dei germogli relativamente tardiva. A causa del clima molto caldo fino alla fine, si è trasformata in un anno molto precoce. Analizzando l’andamento dei vini bianchi gli enologi esprimono quindi grande entusiasmo. Questi vini, infatti, si stanno sviluppando sorprendentemente bene in tutte le zone e risultano decisi ma comunque freschi e fruttati».

VENDEMMIA 2022 IN ALTO ADIGE: «MAI VISTA UN’ANNATA SIMILE»

Nel dettaglio, le uve a bacca bianca sono state raccolte con buoni valori zuccherini, acidità inferiore alla media e una buona salubrità. A svilupparsi in maniera particolarmente interessante, sempre secondo il Consorzio Vini, sono soprattutto Chardonnay e Pinot Grigio. Il Gewürztraminer risulta molto fruttato e promette una buona annata, il Sauvignon ha sorpreso tutti.

«Complessivamente – continua Bernhart – la vendemmia 2022 in Alto Adige è ottima per i vini rossi, in tutte le aree di coltivazione. Il Pinot Nero 2022, per esempio, si sta sviluppando in un vino forte, fruttato, di grande interesse. E anche Lagrein, Merlot e Cabernet promettono bene». Lo stesso vale per la Schiava. Qualcuno, così, si spinge a dire di non aver «mai visto un’annata simile. Niente di meno di un’annata storica».

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Vignaioli Piemontesi: quattro stelle e mezzo alla vendemmia 2022


Temperature record e siccità prolungata anche in estate avevano fatto temere il peggio per la vendemmia 2022 in Piemonte. I dati ufficiali però fotografano una situazione ben diversa: la produzione di vino è di poco inferiore al 2021, 2,26 milioni di ettolitri contro i 2,3 prodotti l’anno prima. Il Piemonte si colloca come seconda regione a livello nazionale per impatto di fatturato con un giro d’affari per il comparto vinicolo di 1.235 milioni di euro. E la 2022 è un’annata che si avvicina all’eccellenza qualitativa e si merita le “Quattro Stelle e mezzo”.

È quanto emerge da Piemonte Anteprima Vendemmia 2022, l’annuale pubblicazione curata da Vignaioli Piemontesi e Regione Piemonte in cui si analizzano dati tecnici e valutazioni sulla vendemmia appena passata e sull’andamento economico generale del comparto vitivinicolo. Un lavoro che Vignaioli Piemontesi porta avanti da più di trent’anni, dal 1992, raccogliendo minuziosamente i dati regionali di maturazione delle uve e dell’andamento climatico in varie zone vitivinicole del Piemonte e svolgendo un’attività di coordinamento di tutti i tecnici viticoli e agronomi presenti sul territorio. L’ultima pubblicazione è stata presentata ad Alba, nell’Aula Magna Ampelion.

L’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Marco Protopapa parla di «miracolo viticolo» e invita il settore «ad approfondire le conoscenze sui meccanismi fisiologici di adattamento della vite agli stress idrici e termici». «L’interrogativo maggiore – continua – è sui livelli produttivi dell’anno prossimo, soprattutto per quei vigneti che erano già in sofferenza dalla scorsa stagione. Non possiamo non considerare, infatti, come fattore critico un accumulo di riserve sicuramente ridotto al minimo. Vedremo se la resilienza di questa pianta straordinaria sarà capace di porre rimedio anche a questo aspetto».

Il direttore di Vignaioli Piemontesi Davide Viglino ricorda l’importanza dei vini a denominazione: «La maggior parte della produzione 2022 è rivendicata a Dop, come vino a denominazione di origine: sono 2,08 milioni di ettolitri pari al 92%. La scommessa del Piemonte è trasformare la qualità delle uve in vini di qualità».

I DATI DELLA VENDEMMIA 2022 IN PIEMONTE

La raccolta delle uve, in occasione della vendemmia 2022, è stata precoce. In generale si è svolta tra agosto e settembre. Tra i vigneti del Piemonte, la produzione di vino si è confermata sostanzialmente stabile, nonostante le criticità climatiche, a 2,26 milioni di ettolitri. In Italia la produzione è stata di 50,3 milioni di ettolitri.

La vendemmia comunque soddisfa per la qualità. Dalle analisi e valutazioni svolte costantemente dal servizio tecnico di Vignaioli Piemontesi, molti vitigni sono collocati in vetta della classifica. Si attendono vini dalla bella struttura e complessità, particolarmente armonici e capaci di resistere al tempo. Quasi tutti i vitigni sono vicino all’eccellenza con quattro stelle e mezzo: Arneis, Favorita, Moscato bianco, Barbera, Brachetto, Dolcetto, Freisa, Grignolino, Nebbiolo, Ruché, Vespolina, Chardonnay, Sauvignon Blanc e Pinot Nero. Seguono Cortese, Erbaluce, Nascetta, Timorasso e Pelaverga (4 stelle).

Gli ettari vitati sono in crescita e hanno raggiunto quota 45.823. Per quanto riguarda la superficie vitata, dopo parecchi anni di flessioni, nel 2017 la tendenza si è invertita grazie al fatto che il vigneto piemontese ha ricominciato a mettere a dimora nuovi ettari. La tendenza è proseguita anche nel 2020 nonostante la crisi mondiale da Covid, si è confermata nel 2022.

Guardando ai numeri, negli ultimi dieci anni (2013 – 2022), il vigneto piemontese ha evidenziato un andamento sostanzialmente stabile e con una situazione di incremento nella fase finale. Nel 2013 la superficie vitata piemontese disponeva di 44.169 ettari, nel 2014 di 43.893, nel 2015 di 43.553, nel 2016 di 43.500, nel 2017 di 44.202, nel 2018 di 44.449, nel 2019 di 44.677 ettari, nel 2020 44.737 ettari e nel 2021 45.420. Anche nel 2022 è continuato il recupero della superficie vitata persa nel passato: oggi è di 45.823 ettari, con un netto incremento rispetto al valore del 2013.

La produzione di vini a denominazione di origine rappresenta il 92% con 2,08 milioni di ettolitri dichiarati nella vendemmia 2022. Ci sono 59 denominazioni con 18 Docg e 41 Doc che coprono circa l’83% della produzione regionale; quasi tutta di vitigni autoctoni storici.

VIGNAIOLI PIEMONTESI: I DATI ECONOMICI DEL 2022

Positivi i dati economici del settore dell’agroalimentare piemontese a cui fa riferimento anche il vino: secondo gli ultimi dati della Regione Piemonte, il valore della produzione piemontese è di 1.235 milioni di euro su un totale italiano di 11.160 milioni di euro. Il Piemonte si colloca come seconda regione a livello nazionale per impatto di fatturato.

Un export che interessa circa il 60% del vino prodotto in Piemonte, di cui il 70% nei paesi comunitari e il 30% nei paesi extra Ue. I principali paesi importatori sono Paesi Scandinavi, Usa, Germania, Francia, Russia, Spagna, Svizzera, Giappone.

Il 33% della produzione vitivinicola in Piemonte arriva dal mondo della cooperazione: 35 cantine cooperative piemontesi sono associate e rappresentate da Vignaioli Piemontesi con circa 8 mila soci.

Sono 19,4 milioni di euro le risorse assegnate dalla Regione Piemonte nell’annualità 2022/2023 alla misura promozione sui mercati dei Paesi terzi dell’OCM Vino per l’internazionalizzazione e l’export delle aziende vitivinicole piemontesi, così ripartite: 8,5 milioni di euro per la misura promozione dei vini sui mercati dei Paesi terzi; 7 milioni di euro per la misura ristrutturazione e riconversione dei vigneti; 3,9 milioni di euro per la misura Investimenti.

Sono 8 milioni di euro le risorse assegnate dalla Regione Piemonte per il biennio di transizione 2021 – 2022 a favore della sottomisura 3.2 PSR 2014/2020, a sostegno delle attività di informazione e promozione, svolte da associazioni di produttori nel mercato interno alla UE per la valorizzazione delle produzioni piemontesi rientranti nei regimi di qualità.

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Vendemmia 2022 Borgogna: «Qualità e quantità»


La vendemmia 2022 in Borgogna abbina qualità e quantità. Dopo tre buone annate, con volumi penalizzati dalle avversità climatiche, la raccolta 2022 nella famosa regione vinicola francese «è più che mai benvenuta». Nell’ottica dei produttori locali, «permetterà al mercato di rilassarsi e di ricostituire le scorte».

Piccole le differenze a seconda delle varietà. Le viti hanno generalmente resistito molto bene a un clima piuttosto estremo, sapendo far tesoro delle poche precipitazioni. Mentre i vini iniziano la loro maturazione in cantina, i vigneron e commercianti non hanno dubbi: «La vendemmia 2022 in Borgogna sedurrà i palati degli amanti del vino di tutto il mondo».

LA QUALITÀ DEI VINI DELLA VENDEMMIA 2022 IN BORGOGNA

Dal punto di vista del meteo, l’annata è stata ancora una volta distinta da gelate, ondate di calore e siccità. Il germogliamento, in ritardo rispetto agli ultimi anni, ha parzialmente protetto il vigneto dalle gelate di aprile. Poi la vite ha attraversato «senza alcun danno» quattro ondate di calore in Borgogna e una generale mancanza d’acqua.

Un equilibrio riscontrabile nei mosti che, secondo l’opinione generale dei viticoltori, hanno gradi nella media con le grandi vendemmie. I vini della vendemmia 2022 in Borgogna saranno dunque di buona qualità, con buona concentrazione ed equilibrio. «Questa annata è sorprendente – commentano i vignaioli locali -. Nonostante il gran caldo, il profilo aromatico di frutta fresca e la bella vivacità aprono a un futuro luminoso».

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La vendemmia 2023 in Sudafrica, tra siccità e mancanza di corrente elettrica


C’è cauto ottimismo per vendemmia 2023 in Sudafrica. I produttori di uva da vino sudafricani si aspettano un raccolto «buono, ma leggermente inferiore in termini di quantità». La prima stima arriva dall’associazione di categoria Vinpro, dopo una stagione condizionata dal clima secco. Stime ancora più accurate saranno fornite nella terza settimana di gennaio 2023, quando la situazione sarà più definita.

«In questa fase iniziale, la diminuzione delle quantità sarà netta in tutte le regioni vinicole del Sudafrica. Abbiamo vissuto ovunque una stagione più secca, ad eccezione di Northern Cape che ha avuto condizioni ambientali difficili durante e dopo la vendemmia», afferma Conrad Schutte, responsabile del team di viticoltori di Vinpro che emette le stime del raccolto insieme all’ente di settore Sawis.

Anche la scarsa fioritura e l’allegagione in diverse aree, insieme all’espianto dei vigneti, hanno contribuito alla diminuzione delle nostre stime per la vendemmia 2023».

VENDEMMIA 2023 IN SUDAFRICA: SOFFRE NORTHERN CAPE

Nel Capo Nord, dove la stagione è stata caratterizzata da condizioni di pioggia e umidità fuori stagione, «le viti hanno germogliato con una riserva minima di acqua e fin dall’inizio si sono formati meno grappoli. Problemi anche per l’apparato fogliare. Le piante hanno germogliato male e in alcuni casi la crescita si è addirittura arrestata temporaneamente.

«Nel resto delle regioni – continua Schuttle – le condizioni di fioritura sono state da buone a eccezionali. Si sono verificate poche malattie e presenza di parassiti, ma le precipitazioni medie generali sono state inferiori nella maggior parte delle regioni rispetto all’anno precedente, il che avrà un impatto sulle dimensioni degli acini, soprattutto nelle regioni aride, influenzando così la produzione totale di uva».

Sempre secondo Vinpro e Sawis, nelle aree a irrigazione intensiva come Klein Karoo e Robertson, mantenere carichi ottimali di uva rispetto alle precedenti annate ha rappresentato una sfida enorme, «a causa dei programmi di irrigazione che hanno dovuto fare i conti con la disponibilità di energia elettrica». «La stagione sembra promettente – conclude Conrad Schuttle – ma molto potrebbe cambiare prima della vendemmia».

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Sicilia, conclusa la vendemmia più lunga d’Italia: «Annata 2022 eccellente»


È giunta al termine in Sicilia la “vendemmia più lunga d’Italia”, con cento giorni di raccolta. Iniziata nella parte occidentale dell’Isola, tra la fine di luglio e prima decade di agosto, la vendemmia 2022 si è conclusa a fine ottobre nei vigneti dell’Etna.

Le premesse per ricordare l’annata 2022 come «eccellente» ci sono tutte. Uve sane dal punto di vista fitosanitario e in perfetto equilibrio acido-zuccherino, ottime sensazioni organolettiche, grande qualità. Vini bianchi freschi ed equilibrati e vini rossi che lasciano presagire strutture e complessità importanti.

La congiuntura climatica in Sicilia si è rivelata favorevole per l’intero ciclo vegetativo e determinante per la qualità delle uve. Un autunno piovoso seguito da un inverno con minori precipitazioni e una fredda primavera. Le alte temperature e la siccità dell’estate siciliana hanno inibito la diffusione delle malattie della vite e inciso, solo in alcuni areali, sul calo della produzione per circa il 5-10%.

I cambiamenti climatici – afferma Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia – non sembrano pregiudicare l’eccellente qualità delle uve siciliane. La Sicilia dimostra, ancora una volta, la straordinaria capacità di fronteggiare le conseguenze del climate change con successo, grazie alla varietà del suo patrimonio vinicolo, in massima parte autoctono, e con grande biodiversità, e agli straordinari microclimi presenti nei diversi areali».

Prospettive confermate anche da Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia. «La vendemmia 2022 – spiega – si attesta con un 10% di produzione in meno rispetto al 2021. Un dato leggermente migliore rispetto alle previsioni. Confermate dai vini della nuova annata le aspettative sull’alto livello qualitativo delle uve».

VENDEMMIA 2022 IN SICILIA: LA VOCE DEI PRODUTTORI

Nella zona meridionale di Noto e Vittoria ci sono ottimi riscontri sul Frappato e Grillo mentre il favorevole andamento climatico nella zona di Caltanissetta, con vini a base Grillo e Nero D’Avola, regalerà vini molto buoni per complessità, struttura e freschezza.

A Lipari sono attesi grandi risultati soprattutto dal Nero D’Avola e dalle varietà bianche. Sull’Etna, secondo i riscontri degli enologi locali, sarà un’ottima annata perché le uve sono molto sane e in perfetto equilibrio.

Per l’Azienda agricola Rallo, in Sicilia occidentale, con vigneti a Marsala, Alcamo e Pantelleria, quella che si è appena conclusa è stata «una vendemmia soddisfacente dal punto di vista della qualità, che lascia presagire un prodotto eccellente».

A Butera, in provincia di Caltanissetta, nel cuore della Sicilia, «l’annata si presenta di qualità elevata con bianchi equilibrati e rossi che daranno vita a strutture e complessità importanti”- commenta Antonio Paolo Froio, direttore della Tenuta Principi di Butera.

Buona la qualità delle uve di questa vendemmia 2022 anche per l’azienda Castellucci Miano, che a Valledolmo, tra 700 e 1050 metri, pratica viticoltura di montagna. «Uve sane e di indiscusso valore qualitativo, con un +5% per tutte le varietà coltivate in azienda», aggiunge Marco Parisi, enologo di Feudi del Pisciotto, in Val di Noto.

SICILIA, BENE LA VENDEMMIA 2022 SULL’ETNA

«Qualitativamente credo si possa dire che questo 2022 ci darà grandi soddisfazioni. È un’annata che promette bene, le uve erano veramente perfette con un piccolo aumenta sulla quantità per alcuni vitigni», commenta Achille Alessi di Terre di Giurfo.

Ottime le premesse anche sull’Etna. «Quantità delle uve prodotte superiore alla precedente annata e una qualità eccelsa, con uve perfettamente sane da un profilo sanitario ed a piena maturazione aromatica ed organolettica», evidenzia Nicola Gumina, enologo di Palmento Costanzo, sul versante nord del vulcano, a Castiglione di Sicilia.

A Lipari, nelle isole Eolie, dopo un inizio meteorologico incerto, la vendemmia si è chiusa con grandi risultati. «Sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo sarà una vendemmia di vini importanti che sapranno di sole di mare e di vento come le nostre splendide Isole Eolie», commenta Massimo Lentsch di Tenute di Castellaro.

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Lavoro in nero in vigna a Montebello Vicentino: scoperti 8 braccianti indiani irregolari

Otto lavoratori in nero intenti ad effettuare la vendemmia, di cui uno sprovvisto di permesso di soggiorno. È quanto ha scoperto la Guardia di Finanza a Montebello Vicentino, nelle scorse ore. Tra i braccianti agricoli scovati dagli uomini della Compagnia di Arzignano, tutti di nazionalità indiana, uno è risultato essere “richiedente asilo“.

L’uomo era stato impiegato dal titolare dell’azienda vinicola dopo soli 36 giorni dalla presentazione dell’istanza di protezione internazionale alla Questura di Verona, invece dei 60 giorni previsti dalla legge.

L’imprenditore è stato denunciato per aver violato la disciplina in materia di “lavoro subordinato a tempo determinato e indeterminato” contenuta nel Testo Unico sull’Immigrazione.

VENDEMMIA IN NERO A MONTEBELLO VICENTINO

Nei suoi confronti è stata elevata una maxi sanzione per lavoro nero che, nel caso specifico, va da un minimo di 12.600 euro fino ad un massimo di 75.600 euro. Le cifre tengono conto delle singole sanzioni per i sette braccianti agricoli impiegati nella vendemmia, senza un regolare contratto di lavoro.

Nel conteggio anche la sanzione amministrativa che va da un minimo di 4.320 euro ad un massimo di 12.960 euro, «per essersi avvalso dell’opera di un richiedente asilo, senza rispettare i termini previsti dalla normativa sull’immigrazione».

Non solo. I funzionari dell’Ispettorato del Lavoro di Vicenza hanno emesso il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale. Una misura che è stata subito revocata, dal momento che l’imprenditore ha regolarizzato 7 degli otto braccianti agricoli, impegnati nella vendemmia.

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Vendemmia 2022 nel Collio «ottima con punte di eccellenza»


FOTONOTIZIA –
Dopo le prime preoccupazioni date dalla siccità estiva, il Consorzio Collio tira le somme annunciando un finale di vendemmia 2022 più che positivo. «Quantità in linea con il 2021 e resa qualitativa di alto livello», assicura David Buzzinelli, Presidente del Consorzio di Tutela Vini Collio. Nel complesso, il Collio presenta «un’annata qualitativamente ottima con delle punte di eccellenza».

Lo stato fitosanitario delle uve alla raccolta è risultato ottimo, con una scarsissima incidenza di problematiche come peronospora, oidio e botrite tradizionalmente legate alle piante crittogame.

I primi dati analitici fanno registrare livelli di gradazione alcolica «tendenzialmente sostenuti ma non esagerati». In generale il quadro acidico risulta buono per i vini bianchi. Tenori polifenolici delle uve a bacca rossa presentano «aspettative interessanti per i vini da invecchiamento».

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Vendemmia 2022, Nizza Docg come il Douro: «Gradazioni non esasperate ed equilibrio»


«Vini che già oggi svelano grande colore purpureo, morbidezza e struttura, ma sorprendentemente gradazioni alcoliche non esasperate con carattere di equilibrio impensabile». Ecco cosa aspettarsi dalla vendemmia 2022 dei Nizza Docg, secondo il presidente dell’Associazione Produttori del Nizza, Stefano Chiarlo.

La vendemmia 2022 sarà ricordata per la “resilienza” climatica che la vite ha dimostrato e per l’attuazione delle pratiche virtuose che i produttori del Nizza, facendo tesoro delle annate precedenti con condizioni climatiche simili, hanno adottato ottenendo vini di  ottima qualità, carattere ed equilibrio».

Due le parole con cui si può sintetizzare la vendemmia 2022 del Nizza Docg: calda e secca. Queste condizioni climatiche impegnative si sono concretizzate in una raccolta mediamente anticipata di circa 10/15 giorni per la varietà Barbera nella zona.

Climaticamente l’annata 2022 ricorda molto la 2017. Con la differenza che quest’anno la vite ha sviluppato un maggior adattamento. Reagendo con una grande resilienza definita «sorprendente» dagli stessi produttori.

Un commento che accomuna i produttori del Nizza a quelli del Moscato bianco per l’Asti Docg, che proprio ieri hanno tirato le somme sulla vendemmia 2022. Uscendo dai confini nazionali, si sono detti «sorpresi» dell’esito dell’annata anche i vignaioli della Valle del Douro, zona notoriamente connotata da vini con alte gradazioni alcoliche.

La vendemmia 2022 nella Valle del Douro: «Vini mai così “leggeri”. E sarà un grande Porto»

STEFANO CHIARLO: «RESE BASSE DETERMINANTI PER IL NIZZA DOCG»

Il fattore critico, per i produttori del Nizza Docg, è stato la scarsità idrica con una riduzione del 60% della caduta d’acqua rispetto ad un’annata normale. Nel dettaglio si parla, nel 2022, di soli 400 mm d’acqua rispetto ad uno standard di 950 mm.

«Tutto ciò – spiega l’Associazione produttori del Nizza – deriva da scarse nevicate invernali, moderate piogge primaverili e da un’estate lunga e siccitosa contrassegnata da rari temporali che fortunatamente non sono stati grandiniferi».

Ma «l’esperienza, l’ingegno e la sensibilità dei viticoltori» hanno permesso di adottare le giuste pratiche agronomiche nel vigneto. Per fronteggiare condizioni climatiche impegnative «senza intaccare l’equilibrio e la qualità del prodotto».

Il fatto che da disciplinare la resa per ettaro, stabilita a 70 quintali, sia più bassa rispetto alle altre – commenta ancora Stefano Chiarlo – è stato un ulteriore fattore che ha fatto in modo che le viti superassero meglio di altre lo stress idrico. Le vigne del Nizza Docg hanno dunque saputo reagire molto bene».

A garantire «la perfetta maturazione delle uve preservandone la freschezza, l’integrità e l’equilibrio» hanno contribuito anche altre decisioni. Tra queste, la scelta di lasciare la vegetazione a proteggere i grappoli dall’insolazione diretta, evitando che le bucce venissero danneggiate e consentendo ai grappoli di non disidratarsi. A buon fine anche il ritardo sul consueto periodo riservato ai diradamenti, al pari dell’anticipo della vendemmia.

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La vendemmia 2022 nella Valle del Douro: «Vini mai così “leggeri”. E sarà un grande Porto»

Alcol e acidità moderate, ottima espressione del frutto. Contrariamente alle aspettative, una scarsa presenza di uve surmature, secche o disidradate. La vendemmia 2022 nel Douro è stata tra le più impegnative e sfidanti di sempre, con un calo della produzione che va dal 30 al 50%. Ad assicurarlo sono i Douro Boys, gruppo di vignaioli riunitosi nel 2003 «per formare una perfetta “Cuvée”» e mostrare al mondo le potenzialità del Porto e dei vini bianchi e rossi secchi prodotti nella più famosa regione vinicola del Portogallo.

Come in tutta Europa, anche nella Valle del Douro la vendemmia 2022 è stata caratterizzata da un clima molto secco. Le precipitazioni sono scese al 30% rispetto alla media del periodo 1971/2000 e al 37% rispetto alle ultime due annate del 2020 e del 2021.

A seconda della posizione della valle e del vigneto, le precipitazioni totali prima dell’inizio del raccolto (da gennaio a luglio) sono state solo tra 170 e 260 ml. Circa un terzo rispetto alla media di 500-700 ml. La temperatura media da maggio a settembre è stata più alta che mai. Per 23 giorni consecutivi il termometro ha superato i 35 gradi. Raggiungendo i 48 gradi a luglio nella zona di Pinhão.

Viste le condizioni di super-secchezza, i Douro Boys si aspettavano un’elevata quantità di uve secche. Sorprendentemente questo non è avvenuto, come confermato durante la conferenza online odierna tutti i vignaioli del gruppo: João Ferreira Álvares Ribeiro e Francisco Ferreira (Quinta do Vallado), Cristiano Van Zeller (Van Zellers & Co.), Francisco “Xito” Olazábal (Quinta do Vale Meão), Tómas e Miguel Roquette (Quinta do Crasto) e Dirk van der Niepoort (Niepoort).

DOURO, VEMDEMMIA 2022: VINI BIANCHI E ROSSI “LEGGERI” E FRUTTATI

Le uve raccolte – dichiarano pressoché all’unisono i Douro Boys – sono vitali, fresche e fruttate, il grado zuccherino è inferiore a quello delle annate normali, sino a un minimo di 12,5% vol.

Probabilmente è così perché le viti hanno interrotto la fotosintesi durante l’estate molto secca, a causa della mancanza di umidità. Anche la resa è ovviamente ridotta. Il peso dell’uva è solo l’80% di quello di un’annata media e ha conservato pochissimo succo».

La vendemmia delle varietà di uva a bacca bianca è iniziata intorno al 10 agosto nel Douro Superior e in altre sottoregioni. Nonostante la scarsa escursione termica tra giorno e notte, le uve risulterebbero molto fruttate. L’acidità è invece inferiore alla media, ma a un buon livello per produrre vini freschi, specie in caso di scelta dell’uvaggio.

I vini rossi 2022 del Douro sono meno alcolici. Per alcuni Touriga Franca si arriva addirittura all’11%. Tuttavia, i vini rossi presentano colori rossi e violacei molto intensi e al naso sono molto puri e intensi. I tannini morbidi ed equilibrati.

LA VENDEMMIA 2022 DEL PORTO NEL DOURO

La vendemmia delle uve del Porto è appena iniziata nel Douro e sembra «molto promettente, con un’alta concentrazione di frutta e intensità». Si tratta sicuramente di un’annata molto buona, «forse addirittura eccezionale», si spinge a dire qualcuno, tra i Douro Boys. Maggiori indicazioni si avranno attorno al mese di maggio 2023, dal momento che i vini al momento si trovano ancora in acciaio. Ma le aspettative, ad oggi, sono alte.

Scarse le quantità di Porto 2022, in linea con gli altri vini della regione. «Ma le uve sono molto aromatiche, molto intense, non molto acide, ma ben equilibrate, soprattutto quelle provenienti da vecchie vigne», garantisce per tutti Daniel Niepoort.

Nella Valle del Douro, le viti sono abituate a sopravvivere in condizioni molto calde e secche, lungo ripidi pendii pietrosi e scistosi. Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui le piante hanno affrontato meglio le condizioni estreme della vendemmia 2022, rispetto ad altre regioni.

Le vigne vecchie e molto vecchie (50-80 anni) sono molte nel Douro e le radici profonde hanno aiutato la pianta a superare il periodo critico e le condizioni della superficie del terreno. I produttori locali, del resto, si interrogano da anni sui cambiamenti climatici.

IL FUTURO DEL DOURO: IMPIANTI AD ALTA QUOTA E PASSAGGIO AL GUYOT

Tra le mosse dei Douro Boys, l’interruzione del cordone e il passaggio al guyot doppio, meno vigoroso. Il Douro ha 43 mila ettari di vigneti tra gli 80 e gli 800 metri. I nuovi vigneti, soprattutto per i vini bianchi, sono per lo più piantati in altitudine.

È stato poi interrotto l’uso delle colture di copertura, preferendo e tornare a mobilitare il suolo (redra) all’inizio di luglio. In questo modo si riduce la capillarità dello strato più alto del suolo, impedendo alla già scarsa umidità e alla piccola quantità d’acqua presente nel suolo di evaporare.

Mosse anche sul fronte dell’esposizione e della selezione dei vitigni più adatti. Soprattutto per i vini bianchi, l’esperienza ha dimostrato che varietà come Arinto, Rabigato, Gouveio e Viozinho sono meno produttive rispetto a Malvasia Fina, Codega e Fernao Pires, utilizzate in passato per la produzione di vini di stile “pop”. Inoltre, producono meno zucchero e quindi meno alcol e più acidità.

Per questo motivo, sono ideali per produrre vini bianchi equilibrati, anche in anni di clima estremo. Il Touriga Nacional, probabilmente il vitigno più conosciuto nel Douro, si è adattato bene al caldo e continua a produrre vini equilibrati, anche in annate secche o torride. Una risorsa ottimale, anche per il Porto.

Per i vini rossi, alcuni produttori preferiscono il Touriga Franca, fresco e a maturazione tardiva. Le piantagioni miste riservano vantaggi: con diversi vitigni si ha sempre un equilibrio tra la maturazione eccessiva e la freschezza.

L’EXPORT DEL VINO PORTOGHESE TRAINATO DALL’ENOTURISMO

Il Portogallo ha attraversato momenti difficili, ma è riuscito a raggiungere gli obiettivi fissati dall’Unione Europea. Allo stesso tempo, gli ottimi investimenti in un turismo di qualità hanno aiutato il Paese a imboccare con decisione la via dell’enoturismo.

Non a caso, il 2022 è stato un anno record per il Portogallo, grazie soprattutto a un un forte aumento degli ospiti provenienti dagli Stati Uniti. «Il boom del turismo aiuta molto l’industria vinicola portoghese», sottolinea João Ferreira di Quinta do Vallado, cantina con ospitalità, grazie ad alcuni hotel in posizione mozzafiato sulla Valle del Douro (Quinta do Vallado Régua e Casa do Rio Foz Côa).

Le vendite di vino sono aumentate del 100% nell’Horeca rispetto all’anno scorso, che è stata già un’ottima annata. Il 42% in più di ospiti ha soggiornato alla Quinta e il 70% in più di visitatori nel 2022 fanno di questo l’anno migliore di sempre».

Unica nota dolente per i Douro Boys, la mancanza di bottiglie che ha impedito di imbottigliare per tempo tre vini destinati ai festeggiamenti per i 20 anni dalla nascita dell’associazione. Si sarebbe trattato di un Porto e di due cuvée – una bianca e una rossa – che saranno presentati ad aprile 2023.

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Vino, vendemmia 2022: vigneto Italia più forte di caldo e siccità

Un’annata soddisfacente per quantità e sorprendente per qualità. Secondo le previsioni vendemmiali dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione italiana vini, presentate oggi al Mipaaf, la siccità e il caldo record di quest’anno non hanno compromesso il vigneto Italia. All’avvio della campagna vendemmiale, la promessa è quella di uve di qualità dal buono all’ottimo, con una quantità in linea con la media delle ultime annate.

A garantire la tenuta del prodotto finale, oltre alle provvidenziali piogge di agosto, il lavoro straordinario di ricerca e applicazione dei  produttori su una vite sempre più resiliente alle avversità climatiche e metereologiche. Secondo i dati presentati oggi alla presenza, tra gli altri, del ministro e del sottosegretario alle Politiche agricole, Stefano Patuanelli e Gian Marco Centinaio, la produzione 2022 dovrebbe infatti attestarsi intorno ai 50,27 milioni di ettolitri di vino.

la stessa quantità dello scorso anno (50,23 milioni di ettolitri di vino il dato Agea 2021) e a +3% rispetto alla media del quinquennio 2017-2021, anche se rimane cruciale l’andamento meteorologico delle prossime settimane. Condizioni climatiche favorevoli alla maturazione delle uve potrebbero infatti far virare le previsioni in segno positivo, mentre un clima inadatto per le varietà tardive influirebbe negativamente sul prodotto vendemmiale.

Secondo Fabio Del Bravo, responsabile Direzione Servizi per lo Sviluppo Rurale Ismea: «In termini di mercati l’Italia ha chiuso la campagna 21/22 con rialzi dei listini soprattutto nei vini al vertice della piramide qualitativa. Le prime battute della nuova campagna delineano uno scenario ancora incerto dove a pesare sono le molte incognite legate anche alle tensioni sui costi e alla logistica, che già lo sorso anno avevano creato preoccupazioni agli operatori ma che ora sono ancora più pressanti».

I buoni risultati produttivi stimati, a dispetto dei timori estivi sulla siccità, fanno sì che ci sarà disponibilità di prodotto di qualità anche in questa campagna e, mentre sul fronte estero la domanda sembra tenere seppur non con i brillanti risultati del 2021, su quella interna si evidenzia qualche segnale di cedimento negli acquisti presso la distribuzione moderna anche se si deve considerare il recupero del fuori casa».

«La vendemmia in corso ci sta consegnando una qualità delle uve che va da buona a ottima – ha dichiarato Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi -. Molto dipende dalle aree di riferimento, mai come in questa stagione il giudizio quanti-qualitativo è totalmente a macchia di leopardo e questo è dovuto essenzialmente a un clima estremo che ha pesantemente condizionato, in particolare, i mesi di maggio, giugno e soprattutto luglio con punte di calore che hanno superato i 40 gradi e una siccità tanto prolungata».

Fortunatamente, in agosto, su gran parte del Paese – tranne che per qualche eccezione – sono arrivate delle piogge ‘intelligenti’ e cioè che non hanno procurato danni, così da permettere alla vite la sua ripresa vegetativa e di portare a maturazione le uve senza particolari stress. Ma a contenere gli effetti negativi dei cambiamenti climatici è stato anche l’approccio scientifico che noi enologi abbiamo messo in campo a sostegno dei vigneti».

«Oggi più che mai – continua Cotarella – sono fondamentali scienza e ricerca nella viticoltura e in cantina, spazio ad apprendisti stregoni del vino non c’è più, se mai ci fosse stato in passato. Da qui alla fine di settembre confidiamo in un tempo soleggiato, caldo il giusto e magari accompagnato da una leggera brezza, così che le uve ancora da raccogliere possano arrivare alla perfetta maturazione così da andare a produrre vini capaci di imporsi ancora una volta sugli scenari enologici nazionali e internazionali».

Per il presidente di Unione italiana viniLamberto Frescobaldi: «La vigna si è rivelata ancora una volta il pivot della filiera, dimostrando come anche con caldo e siccità si possa fare vini di alta qualità e volumi soddisfacenti. Un plauso va poi a imprese e produttori, che una volta di più hanno aiutato le piante a fronteggiare nel migliore dei modi le avversità del clima».

VENDEMMIA 2022: ANDAMENTO CLIMATICO E VEGETATIVO

Con un -46% di precipitazione cumulata da inizio anno a fine luglio rispetto alla media degli ultimi 30 anni, il 2022 si è distinto come l’anno più siccitoso dal 1800 ad oggi, aggravato anche dalle temperature più calde delle ultime cinque decadi.

Una congiuntura climatica eccezionale, mitigata dalle piogge di agosto, che non ha danneggiato il vigneto Italia dove, pur mantenendo alta la soglia di attenzione al meteo delle prossime settimane, si attende un’annata più che buona con uve caratterizzate da gradazioni potenziali medio alte.

Particolare attenzione è rivolta ai tenori polifenolici delle uve a bacca rossa che determinano potenziali aspettative di eccellenza per i vini da invecchiamento. Dal punto di vista fitosanitario, la situazione del vigneto italiano appare generalmente ottima, con rarissimi attacchi di patogeni.

LA VENDEMMIA 2022, REGIONE PER REGIONE

Resta stabile anche la classifica delle Regioni italiane, capeggiata dal Veneto che, con 11,5 milioni di ettolitri, produce da solo oltre 1/5 del vino italiano. Seguono Puglia ed Emilia-Romagna, con rispettivamente 10,6 e 7,4 milioni di ettolitri, per un prodotto complessivo delle tre Regioni pari al 59% dell’intero vigneto italiano.

Sul fronte degli andamenti, la peculiarità della stagione non consente di formulare previsioni omogenee neanche nello stesso areale. Nel Nord Ovest si assiste alla importante flessione della Lombardia (-20%), seguita da quella più moderata del Piemonte (-9%) e della Liguria (-5%) mentre si stima in crescita la Valle d’Aosta (+10%).

A Nord-Est segnalate in recupero rispetto allo scorso anno sia Trentino Alto Adige (+10%) che Emilia Romagna (+4%) mentre perdite di lieve entità potrebbero esserci in Veneto (-3%), con il Friuli Venezia Giulia sostanzialmente stabile. Meno variabile la situazione al Centro, dove si assiste al deciso rialzo dei volumi per Umbria (+10%) e Toscana (+12%), seguito da un più moderato aumento nelle Marche e nel Lazio (entrambe a +5%).

Al Sud il lieve incremento della Puglia (+3%) si contrappone alla leggera flessione della Sicilia (-5%); si prevede una produzione stabile per l’Abruzzo, il Molise e la Calabria. In crescita anche Campania (+4%), Sardegna (+15%) e Basilicata (10%).

Per quanto riguarda la qualità, in linea generale si aspettano vini eccellenti in Trentino Alto Adige e Sicilia, mentre puntano l’asticella sull’“ottimo” Piemonte, Val d’Aosta, Friuli Venezia-Giulia, Toscana, Lazio, Umbria, Abruzzo, Molise, Puglia e Sardegna, con Liguria, Emilia-Romagna, Marche, Campania, Basilicata e Calabria più caute su previsioni “buone/ottime”. “Buone” invece le attese per le etichette lombarde e venete.

Secondo le stime produttive rilevate oggi dal segretario generale dell’associazione degli imprenditori europei Ceev, Ignacio Sánchez Recarte, anche nel Vecchio Continente si registra un’alta variabilità delle produzioni dovuta al clima.

Nel complesso il vigneto Europa ha tenuto, con una crescita della Francia sulla media del quinquennio (+3,5%, a 44 mln di hl), mentre scala la Spagna, dove è prevista una contrazione sul periodo del 16%. Stabili i livelli produttivi in Germania e Portogallo.

IL MERCATO, IL PRIMO SEMESTRE 2022 DELL’EXPORT TRICOLORE

Con la vendemmia 2022 l’Italia del vino mantiene il primato produttivo mentre quello del fatturato rimane in casa francese. Sul fronte del mercato, secondo le ultime elaborazioni su base Istat, l’Italia ha chiuso il primo semestre con il record in valore di 3,8 miliardi di euro (+13,5% sul pari periodo 2021) mentre è piatto il trend dei volumi esportati: +0,4%.

I fermi e frizzanti imbottigliati segnano un +10,3% in valore ma cedono in volume l’1,2%. Inarrestabile la performance del comparto spumanti, che nella prima parte dell’anno sfiorano il miliardo di euro in valore (+25,5%), con i volumi a +10,6%.

In netta crescita – soprattutto per effetto dell’inflazione – il prezzo medio che sale del 13,1% e addirittura di quasi il 18% negli Stati Uniti, il cui mercato è tenuto in piedi anche dal dollaro forte. Nel primo buyer al mondo la crescita tricolore in valore è infatti del 13,3%, con i volumi in contrazione del 3,8%.

Produzione di vino e mosto in Italia (migliaia di ettolitri)

Media 2017-2021

2021

2022*

Var.% 2022*/2021

Piemonte

2.708

2.770

2.510

-9%

Valle d’Aosta

15

15

16

10%

Lombardia

1.386

1.318

1.050

-20%

Trentino-Alto A.

1.356

1.237

1.360

10%

Veneto

11.502

11.750

11.456

-3%

Friuli-V.Giulia

1.868

2.019

2.019

0%

Liguria

41

41

39

-5%

Emilia-Romagna

7.627

7.117

7.380

4%

Toscana

2.169

2.050

2.290

12%

Umbria

374

346

380

10%

Marche

836

853

895

5%

Lazio

788

854

895

5%

Abruzzo

3.260

3.348

3.348

0%

Molise

223

243

243

0%

Campania

680

673

700

4%

Puglia

9.193

10.368

10.630

3%

Basilicata

81

87

95

10%

Calabria

110

117

117

0%

Sicilia

4.192

4.577

4.331

-5%

Sardegna

415

449

515

15%

Italia

48.825

50.232

50.270

0%

Fonte: Agea per il 2021 e *stima Assoenologi, Ismea e UIV per il 2022

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Vendemmia 2022 in Germania «eccezionalmente precoce»

La vendemmia 2022 in Germania sarà «eccezionalmente precoce». Merito del meteo costantemente soleggiato, che ricorda la calda annata 2018. Secondo il German Wine Institute (DWI), le prospettive per un’annata 2022 di alta qualità sono comunque «molto promettenti».

«Questo spiega l’Istituto tedesco – perché gran parte dei vigneti hanno risposto bene all’estrema siccità. Le uve godono di buona salute e finora non si sono verificate grandi eventi atmosferici capaci di compromettere il raccolto».

Le varietà di uva a bacca rossa, in particolare, starebbero beneficiando del tempo soleggiato. Il che, sempre secondo le previsioni del DWI, farebbe «ben sperare in vini rossi corposi e ricchi di colore». Le varietà di uva a bacca bianca presenterebbero già «un ottimo corredo aromatico, unito a un’acidità moderata».

Si può ipotizzare che la vendemmia 2022 in Germania procederà abbastanza rapidamente – commenta il German Wine Institute -. Il contenuto di zucchero negli acini aumenterà rapidamente con il tempo soleggiato e molte varietà raggiungeranno la maturità vendemmiale nello stesso momento. La raccolta si concluderà con il Riesling, che dovrebbe essere pronto per la raccolta a metà settembre».

VENDEMMIA 2022 IN GERMANIA: SICCITÀ, SFIDA IMPORTANTE

Tuttavia, la siccità rappresenta una grande sfida per i viticoltori della Germania. Le condizioni delle viti, come in altre zone del mondo, sono estremamente eterogenee all’interno delle regioni vinicole tedesche.

Mentre i vigneti più vecchi godono al momento di un buono stato di vigoria produttiva, grazie al loro sistema di radici profonde, le viti più giovani soffrono in modo significativo per la mancanza d’acqua.

«Un fenomeno – precisa l’Istituto – che si verifica soprattutto su terreni leggeri, che non sono in grado di trattenere molta acqua. Anche la maturazione dell’uva è molto più lenta. Le piante giovani vengono irrigate dove possibile. Nei vigneti molto stressati è addirittura necessario rimuovere i grappoli d’uva per proteggere le viti o, per lo meno, per mantenerle in vita».

Un altro effetto della siccità è riscontrabile dalla grandezza degli acini, che rimangono relativamente piccoli. «Questo – conclude il German Wine Institute – ci fa prevedere rese piuttosto moderate, nonostante i grappoli siano complessivamente buoni». Le piogge moderate delle prossime settimane potrebbero avere un effetto positivo sulla vendemmia 2022 in Germania.

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Alta Langa Docg, alta qualità: iniziata la vendemmia 2022

Ha preso il via il 10 agosto la raccolta delle uve Pinot nero per i vini Alta Langa Docg. I primi grappoli della vendemmia 2022 , che si preannuncia di ottima qualità, sono stati vendemmiati nelle vigne di Canelli, Castel Boglione, Castel Rocchero, San Marzano Oliveto e Santo Stefano Belbo, tra Astigiano e Cuneese.

La raccolta delle uve Chardonnay, nella norma dell’Alta Langa, si vendemmiano solitamente 7/10 giorni dopo il Pinot nero. Con le operazioni che si concluderanno entro la fine del mese di agosto.

«L’anticipo dei tempi rispetto alla norma è collegato al periodo della fioritura della vite, avvenuto quest’anno intorno al 15/20 maggio: solitamente avviene tra gli ultimi giorni di maggio e l’inizio giugno», spiega il vicepresidente del Consorzio Alta Langa, Giovanni Carlo Bussi.

Le alte temperature del mese di maggio hanno accorciato notevolmente le differenze tra le quote più basse e quelle più alte, che in annate normali possono differenziarsi anche di 25/30 giorni.

La qualità delle uve può definirsi ottima: non vi sono stati danni causati dalle classiche patologie della vite, grazie alla scarsità di precipitazioni. La siccità potrebbe ridurre i quantitativi di produzione, ma la vendemmia anticipata, seguita con cura dai tecnici delle aziende, garantirà la perfetta qualità”.

VENDEMMIA 2022 IN ALTA LANGA: VALLE BELBO E BORMIDA LE ULTIME

Nelle vigne più alte e fresche, tra Valle Belbo e Valle Bormida, le maturazioni sono più lente e le temperature massime sono leggermente inferiori: seppure in anticipo di una decina di giorni rispetto al 2021, le maturazioni stanno avvenendo in maniera regolare.

«La nostra  compagine – sottolinea Mariacristina Castelletta, presidente del Consorzio Alta Langa – sta vivendo un momento molto positivo. Assistiamo a un solido aumento della produzione a cui si accompagna l’incremento degli associati al Consorzio, che a oggi sono 134.

«C’è entusiasmo – continua Castelletta – e la volontà è quella di continuare a perseguire la strada dell’alta qualità, a partire proprio dalla vendemmia che adesso si trova nel pieno del suo svolgimento. Ci sono i presupposti per un’ottima annata, che ritroveremo nei calici tra non meno di tre anni. A tutti i produttori di Alta Langa auguro un buon raccolto».

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Iniziata la vendemmia 2022 in Sicilia: la più lunga d’Italia, si concluderà sull’Etna

Uve eccellenti e sane, ottimo stato vegeto-produttivo, assenza di stress idrico. Queste le premesse della vendemmia in Sicilia, stando ai dati raccolti tra le 90 cantine che aderiscono ad Assovini. La vendemmia 2022 è al via proprio in questi giorni nella parte occidentale dell’isola, nei territori che rientrano nelle province di Palermo e Trapani. Sarà la raccolta più lunga d’Italia: oltre 100 giorni, dall’estate sino a Novembre, tra i vigneti di quota dell’Etna.

Al momento l’uva raccolta sarà utile alle basi degli spumanti siciliani. Si prosegue poi con le varietà internazionali, come lo Chardonnay e il Sauvignon Blanc, seguite dai vitigni autoctoni. Le buone notizie per il vino siciliano vengono dal fronte climatico e fitosanitario. Grazie ad un inverno mite, nessuna gelata in primavera, l’andamento meteo è stato regolare, le temperature registrate sono in linea con il 2020 e il 2021.

Le piogge invernali hanno imbibito i terreni e riempito gli invasi, un clima estivo soleggiato e con scarsa umidità ha bloccato la diffusione delle principali malattie della vite, come peronospora e oidio. Tutto ciò ha portato le uve ad uno stato fitosanitario sano e di eccellenza.

Le previsioni parlano di stime di produzione in linea con il 2021. Non sarà un’annata ricchissima, ma sicuramente più produttiva del biennio 2019/2020, che è stato sotto la media regionale.

OTTIMA QUALITÀ PER LA VENDEMMIA 2022 IN SICILIA

«Nonostante il caldo, possiamo dire che sia quantitativamente che qualitativamente le uve sono eccellenti», commenta Filippo Buttafuoco, agronomo di Cantine Settesoli che ha inaugurato il taglio della vendemmia 2022 con la raccolta delle uve di Pinot Grigio.

«Le piante hanno utilizzato molte delle riserve accumulate durante il periodo invernale. In questo momento non notiamo stress idrici – aggiunge Francesco Spadafora, titolare dell’azienda Dei Principi di Spadafora. Per Alessandro di Camporeale, «nel complesso le quantità si attestano nella media e la qualità è molto elevata, data l’assenza di malattie».

I dati delle ultime due vendemmie, con una qualità sempre più alta, e le previsioni della vendemmia 2022 – commenta il presidente di Assovini Sicilia, Laurent de la Gatinais – confermano che la Sicilia mostra una buona resistenza rispetto ai sempre più evidenti cambiamenti climatici, grazie alla sua posizione nel cuore del Mediterraneo, ai suoi microclimi, ai suoi terroir e alle sue varietà indigene».

«Assovini Sicilia – conclude il presidente – vuole essere portavoce e pioniera nel guidare, con nuovi modelli, il futuro della vitivinicoltura siciliana e sviluppare nuove conoscenze e know-how in grado di affrontare le sfide in legate al climate change».

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Vendemmia 2022 precoce in Borgogna

La vendemmia 2022 sarà precoce in Borgogna. L’inizio della raccolta è previsto intorno al 25 agosto per i vini fermi e attorno alla metà di agosto per il Il Crémant de Bourgogne. Le piante stanno crescendo a ritmo sostenuto, soprattutto grazie alle temperature, costanti dal 12 aprile.

L’abbondante soleggiamento della stagione ha portato a uno sviluppo vegetativo molto intenso, che incide sul carico di lavoro dei viticoltori. I primissimi fiori sono stati notati verso la metà di maggio. Una precocità vicina all’annata 2020, nonostante il germogliamento più tardivo.

La fioritura è avvenuta in condizioni molto buone, grazie a molto sole e a temperature ideali (20-25°C). Il 2022, secondo il consorzio locale, sembra quindi «destinato a entrare nel club delle annate più precoci, dopo il 2020, il 2011 e il 2007».

Considerando i 90-100 giorni che intercorrono tra la fioritura e la vendemmia, a pari condizioni meteo, le forbici della vendemmia 2022 dovrebbero entrare in azione nell’ultima decade di agosto per i vini fermi.

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Asolo Prosecco verso lo sblocco della riserva vendemmiale 2021

L’Asolo Prosecco ha chiuso il primo quadrimestre 2022 con 8,6 milioni di bottiglie certificate. Il 33,4% in più rispetto ai 6,4 milioni registrati alla fine di aprile del 2021. Il confronto con il periodo pre-pandemia conferma l’esplosione dell’Asolo Prosecco, con l’85,8% di bottiglie in più certificate rispetto ad aprile 2019.

Per questo motivo, il Consiglio di Amministrazione del Consorzio veneto ha deciso di vagliare lo svincolo della riserva vendemmiale 2021. «Una scelta espansiva – spiega l’ente – ipotizzata per consentire a tutti i produttori di Asolo Prosecco di assecondare la forte domanda proveniente dal mercato». L’assemblea dei Soci sarà chiamata ad esprimersi domani, mercoledì 11 maggio.

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Vendemmia 2022 in Sudafrica: poca uva ma di qualità eccellente

A due mesi dal report finale, le massime autorità della filiera del vino sudafricano comunicano le prime stime sulla vendemmia 2022 in Sudafrica. Ad oggi, più della metà delle uve sono già state portate nelle cantine. Abbastanza per dire che il raccolto 2022 sarà ancora più risicato di quello 2021, in termini di quantità. Superiore, tuttavia, alla media degli ultimi cinque anni.

«Anche se abbiamo iniziato più tardi del normale con la vendemmia 2022, tutte e dieci le regioni produttrici di vino hanno raccolto una quantità significativa di uva in questa fase, il che dà una buona indicazione dei volumi consegnati alle cantine fino ad ora», evidenzia Conrad Schutte.

Il manager del servizio di consulenza viticola di Vinpro è già alla quarta stima sulla vendemmia 2022, realizzata con Sawis (SA Wine Industry Information & Systems). «Anche la qualità dell’uva sembra buona in questa fase – aggiunge – il che significa che possiamo aspettarci vini eccezionali dall’annata 2022».

«Secondo il software di gestione delle informazioni WineMS – aggiunge Christo Spies, Ceo della piattaforma digitale – circa il 65% del raccolto medio di uva da vino è stato già portato in cantina. Una settimana dopo rispetto al normale, dunque. Le regioni costiere sono ormai prossime a terminare la vendemmia 2022, mentre la maggior parte delle regioni interne hanno superato la metà».

LE CONDIZIONI CLIMATICHE DELLA VENDEMMIA 2022 IN SUDAFRICA

La maturazione delle uve della vendemmia 2022 è stata caratterizzata da condizioni climatiche più fresche dall’inverno a metà dicembre 2021. Un fattore che ha portato a un germogliamento, una fioritura, un’invaiatura e una maturazione più tardive.

I periodi caldi di dicembre e gennaio hanno accelerato la maturazione. Ma il programma di raccolta per la maggior parte delle cultivar è stato comunque ritardato di circa sette-dieci giorni.

«Il raccolto meno abbondante – sottolinea ancora Conrad Schutte – può essere attribuito principalmente ai rovesci nelle zone Northern Cape e Klein Karoo, che hanno favorito malattie fungine e marciume».

Al contrario, danni da scottature dovute a ondate di calore si sono verificate nelle regioni di Swartland, Paarl e Robertson. Sulla vendemmia incidono anche alcune scelte di estirpare vigneti a causa delle difficili condizioni finanziarie di alcune cantine».

Difficoltà legate alle conseguenze della pandemia e alle misure restrittive del governo. Sorridono invece i produttori di Stellenbosch e della Cape South Coast, che hanno registrato un raccolto maggiore. Merito, sottolinea Vinpro, «delle condizioni di maturazione favorevoli, del controllo efficace delle malattie fungine e della disponibilità di acqua per l’irrigazione».

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Vino Nobile di Montepulciano 2021: voto e “stelle” alla vendemmia quando entrerà in commercio

Il voto espresso in “stelle” al Vino Nobile di Montepulciano 2021 sarà comunicato dal Consorzio di tutela quando l’annata entrerà in commercio, ovvero nel 2024. Si tratta della svolta decisa dall’ente del noto vino della Toscana, guidato da Andrea Rossi. Non resta che attendere, dunque, con la premessa che la vendemmia 2021 è stata più che buona. In commercio nel 2022 si potranno trovare il Vino Nobile di Montepulciano 2019 e la Riserva 2018.

LA VENDEMMIA DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO 2021

Il 2021 ha avuto un andamento meteorologico decisamente straordinario, sia in termini di piovosità, sia per alcuni picchi termici registrati in primavera. La piovosità totale annua è stata pari a 510 mm, valore decisamente basso. Circa il 25% meno della piovosità media annua della zona.

Relativamente alle temperature, i mesi che si sono discostati fortemente dalle medie del periodo sono stati marzo e soprattutto aprile, che hanno fatto registrare valori delle minime particolarmente bassi. In aprile, nella notte tra il 7 e l’8, le temperature notturne sono scese sotto lo zero per molte ore, raggiungendo nei fondivalle anche i -7°C, e arrecando criticità in fase di schiusura.

Il germogliamento è avvenuto tra il 28 marzo e il 27 aprile; la fioritura tra il 2 e il 15 giugno e l’invaiatura tra il 27 luglio e il 26 agosto. La vendemmia si è sviluppata tra la metà di settembre i primi di ottobre.

I vini del 2021, degustati dopo le fermentazioni malo-lattiche, presentano colori molto decisi, profumi intensi dominati da sentori di frutta matura e una notevole struttura caratterizzata da abbondante tannicità e buona acidità. A livello analitico si rilevano valori elevati di intensità e tonalità di colore, di alcool, di estratti e di polifenoli totali e livelli medi di acidità e pH.

LE PIEVI NEL DISCIPLINARE DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO 2021

Sono oltre 40 le aziende di Vino Nobile di Montepulciano che, a partire dalla vendemmia 2021, hanno selezionato una partita di Vino Nobile di Montepulciano atto a divenire “Pieve”. Circa 500 mila le bottiglie previste in uscita per la prima annata disponibile (la 2024), pari al 10% circa della produzione di Vino Nobile di Montepulciano.

Rispetto allo scorso anno, data di presentazione del disciplinare, dopo la delibera positiva da parte della Regione Toscana (primo step dell’iter), ora il Consorzio aspetta l’ok definitivo dalla Comitato Vini del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Nella giornata dedicata alla stampa sono state degustate le 12 Pievi al loro secondo anno di maturazione.

Lo studio storico della geologia e della geografia del territorio ha portato alla individuazione di 12 zone, definite nel disciplinare di produzione UGA (Unità geografiche aggiuntive), che saranno anteposte con la menzione “Pieve” in etichetta.

Questo aspetto rappresenta l’identità del Vino Nobile di Montepulciano che guarda appunto al passato. La scelta di utilizzare i toponimi territoriali riferibili a quelli delle antiche Pievi in cui era suddiviso il territorio già dall’epoca tardo romana e longobarda, nasce da un approfondimento di tipo storico, paesaggistico e produttivo vitivinicolo.

In particolare la volontà del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è quella di ribadire e codificare una realtà fisica con antica radice storica, che ha caratterizzato il territorio poliziano fino all’epoca moderna e che trova la sua eco anche nel catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo, che suddivideva il territorio in sottozone definite con il toponimo.

IL VINO NOBILE VALE UN MILIARDO DI EURO

Un miliardo di euro circa. È questa la cifra che quantifica il Vino Nobile di Montepulciano tra valori patrimoniali, fatturato e produzione. Circa 65 milioni di euro è il valore medio annuo della produzione vitivinicola, senza contare che circa il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino.

Una cifra importante per un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale, circa 2.000 ettari sono vitati, ovvero il 16% circa del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. Di questi 1.210 sono gli ettari iscritti a Vino Nobile di Montepulciano Docg, mentre 305 gli ettari iscritti a Rosso di Montepulciano Doc.

A coltivare questi vigneti oltre 250 viticoltori (sono circa 90 gli imbottigliatori in tutto dei quali 75 associati al Consorzio dei produttori). Circa mille i dipendenti fissi impiegati dal settore vino a Montepulciano, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali.

Nel 2021 sono state immesse nel mercato 6,8 milioni di bottiglie di Vino Nobile (+21,4% rispetto al 2020) e 2,6 milioni di Rosso di Montepulciano (+6,4% rispetto al 2020).

IL MERCATO DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO

Il 2021 è stato un anno importante per il mercato del Vino Nobile di Montepulciano, rispetto a quello precedente caratterizzato dalle chiusure di ristoranti e ridimensionamento dell’export. Le vendite del Vino Nobile di Montepulciano nel 2021 hanno visto un incremento significativo del mercato interno.

Le esportazioni, che tuttavia restano il principale canale di sbocco, hanno fatto segnare un 70% (negli anni passati si era arrivati al 78%), mentre il restante 30% viene commercializzato in Italia. Continua la tendenza di crescita degli ultimi anni la vendita diretta in azienda che nel 2021 ha raggiunto il 30%.

Per quanto riguarda il mercato nazionale inoltre le principali vendite sono registrate in Toscana per il 40%. Al nord viene venduto il 34,4% (+20% rispetto al 2019). Per quanto riguarda l’estero si assiste a una torta divisa a metà tra Europa e paesi extra Ue. La Germania continua ad essere il primo mercato del Nobile con il 39% della quota esportazioni.

Il secondo Paese di riferimento è quello degli Stati Uniti, arrivando a rappresentare il 26% dell’export del Vino Nobile di Montepulciano (+4% rispetto al 2019). Successo anche per i mercati asiatici, balcanici ed extra Ue con oltre il 4% delle esportazioni.

Continua il trend di crescita del Canada che da solo vale il 4% delle esportazioni. Un dato davvero significativo è la fetta di mercato del Vino Nobile di Montepulciano a marchio bio. Nel panorama italiano vale il 42% delle vendite.

A livello internazionale rappresenta invece il 69%. Un dato che rispecchia anche la produzione biologica a Montepulciano. Più della metà dei soci del Consorzio è ormai biologico o in conversione. E va nella direzione della certificazione Equalitas.

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Vendemmia e raccolta mele: un’azienda su quattro con lavoratori in nero in provincia di Bolzano

Un’azienda su quattro ricorre a lavoratori in nero in vendemmia e nella raccolta delle mele in provincia di Bolzano. Una media che imbarazza l’Alto Adige, in seguito ad oltre 100 controlli svolti dai Reparti della Guardia di Finanza. Ben 70 i lavoratori irregolarmente impiegati, dei quali 52 completamente “in nero”.

Tra questi diversi italiani, ma anche rumeni, bulgari, polacchi, slovacchi e, in misura minore, africani, asiatici, albanesi e pakistani. È stato anche accertato l’impiego irregolare di 6 braccianti privi del permesso di soggiorno. Dunque di clandestini presenti sul territorio nazionale, impiegati nei campi e nei vigneti della provincia di Bolzano.

I datori di lavoro sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Bolzano. Le pene prevedono la reclusione da 6 mesi a tre anni, con multa di 5 mila euro per ogni lavoratore impiegato. La mancata comunicazione preventiva all’Ispettorato del Lavoro, prevede inoltre l‘applicazione della cosiddetta “Maxisanzione”, che oscilla da un minimo di 1.800 a un massimo di 43.200 euro per ciascun lavoratore irregolare, in base ai giorni di effettivo impiego.

Solo in un caso emerso durante i controlli in vendemmia e nella raccolta delle mele in provincia di Bolzano l’irregolarità ha riguardato la mancata comunicazione all’Inps dell’impiego di una bracciante agricola. La donna era impiegata senza l’utilizzo del cosiddetto “Libretto Famiglia”, che deve essere attivato nei casi di prestazioni lavorative svolte in modo sporadico e saltuario. La sanzione amministrativa varia nello specifico da 500 a 2.500 euro per ogni prestazione lavorativa giornaliera.

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Vendemmia 2021 in Germania: produzione in calo ma di buona qualità

Prime stime per la vendemmia 2021 in Germania. L’Istituto tedesco del vino (Deutsche WeinInstitutDwi) parla di produzione in leggero calo rispetto al 2020, ma di buona qualità. Nelle 13 regioni vinicole tedesche sono stati prodotti 8,7 milioni di ettolitri di vino. Un dato che si discosta di poco dalla media nazionale.

«I viticoltori – spiega l’amministratore delegato di Dwi Monika Reule – hanno dato il massimo quest’anno e hanno affrontato bene le grandi sfide che si sono presentate, in particolare le abbondanti precipitazioni. Dopo le estese misure di protezione delle piante durante l’estate, l’elevato carico di lavoro nei vigneti è continuato fino alla vendemmia, che è iniziata relativamente tardi».

«Per ottenere uve sane – continua la rappresentante del Dwi – è stato fatto molto lavoro di preselezione a mano ed è stata necessaria molta pazienza per permettere alle uve di maturare il più a lungo possibile. Per le varietà a maturazione più tardiva come il Riesling, la vendemmia è durata fino alla fine di ottobre e continuerà fino a novembre, in alcune cantine».

GERMANIA, DALLA VENDEMMIA 2021 VINI FRUTTATI E BEVERINI

La vendemmia posticipata ha avvantaggiato gli aromi delle uve, che hanno potuto svilupparsi durante le calde giornate autunnali e le notti fresche. «I vini 2021 – commenta ancora l’Istituto tedesco – sono corrispondentemente ricchi di frutta. Sono anche molto più magri rispetto alle ultime annate, molto calde. E hanno un’acidità fresca e vivace».

Le differenze regionali sono ampie, in termini di resa. A seconda delle condizioni microclimatiche e del successo delle misure fitosanitarie, le quantità di raccolto all’interno delle singole regioni variano da “estremamente basse” a “straordinariamente buone”.

«Le differenze di resa – spiega il Dwi – sono relativamente alte tra regione e regione in occasione della vendemmia 2021 in Germania. Sul Medio Reno e in Franconia, per esempio, si prevedono rese molto buone, che sono rispettivamente circa un terzo e il dodici per cento sopra la media a lungo termine»,

A Baden, invece, le gelate tardive hanno causato grandi perdite di resa, soprattutto nel sud della regione. Ci si aspetta una diminuzione del 20% per la regione, rispetto alla media degli ultimi dieci anni. Rese ridotte del quindici e dieci per cento anche in Saale-Unstrut e Nahe.

L’AHR CONFORTATA DALLE BUONE RESE

Buone rese nell’Ahr, regione colpita da un vero e proprio alluvione che ha distrutto cantine e abitazioni. I produttori possono contare su una produzione di circa 39 mila ettolitri, anche grazie alla grande disponibilità e solidarietà di innumerevoli volontari che hanno contribuito alla vendemmia 2021.

Soddisfazione anche tra viticoltori del Württemberg, forti di una resa media che, nonostante le gelate e la grandine, è «nettamente superiore alla vendemmia eccezionalmente esigua del 2020». Nelle altre regioni viticole tedesche, le rese dovrebbero essere in linea con le rese medie.

«In vista di una produzione di vino in Europa che dovrebbe assestarsi su 171 milioni di ettolitri nel 2021 (- 13% rispetto al 2020) – conclude il Dwi – i produttori di vino tedeschi si vedono in una posizione di partenza relativamente buona sul mercato nazionale e internazionale del vino, a fronte dei dati della vendemmia 2021».

STIME VENDEMMIA 2021 AL 27 OTTOBRE
2021 2021 2021
Wine Region Average yield
2011-2020
Estimated grape
harvest quantity
Change compared
to 10-yr average
Change compared
to previous year
hl hl % %
Ahr        38.000       39.000            2            24
Mittelrhein        28.000       36.000          30            35
Mosel      743.000     781.000            5           – 6
Nahe      321.000     288.000       – 10         – 10
Rheinhessen   2.497.000  2.590.000            4              1
Pfalz   2.209.000  2.230.000            1           – 3
Rheingau      212.000     220.000            3           – 4
Hess. Bergstraße        30.000       32.000            5           – 8
Franken      428.000     480.000          12           79
Württemberg      995.000  1.000.000            1           34
Baden   1.222.000     977.000       – 20        – 11
Saale-Unstrut        44.000       38.000       – 15           27
Sachsen        23.000       22.000         – 2             5
Germany   8.865.000  8.733.000         – 2             3

(Fonte dati: DeStatis, DWV-Estimate)

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Rischia di perdere la mano in cantina: torna a vendemmiare 25 anni dopo l’infortunio

«Non ho mai chiesto neppure un punto di invalidità, perché c’è sicuramente chi ha più bisogno di me. Negli anni ho imparato a convivere con il problema. E la vita mi ha detto bene in tutto il resto: ho un’impresa tutta mia, ben avviata. Quest’anno mi sono pure sposato!». La storia di Marco Collanega, classe 1991, è di quelle che fanno bene al cuore.

La vita del giovane è cambiata il 26 settembre del 1996. Alla tenera età di 5 anni, durante la vendemmia del podere di Castel di Guido, in provincia di Roma, il piccolo Marco infilava la mano nella pigiadiraspatrice.

Un incidente che ha segnato il futuro del vigneto, estirpato dopo il tragico infortunio.  Nell’estate 2021, ben 25 anni dopo, Marco Collanega e la sua famiglia possono dire di essersi messi il passato alle spalle.

«Sono tornato a vendemmiare quest’anno – racconta il giovane a WineMag.it – dopo aver ripiantato una parte del vigneto estirpato in seguito all’incidente. Fondamentale in questa scelta è stato il supporto di Siria, la donna che è diventata mia moglie, lo scorso luglio. In tasca, il giorno del matrimonio, avevo il coltello da innesto di nonno Anselmo, che nel frattempo è venuto a mancare».

Insieme agli amici abbiamo prodotto circa 400 litri di rosso e 300 di bianco. Una piccola produzione artigianale, così come è sempre stata quella della mia famiglia, che vendeva il vino al mercato. Magari un giorno questo potrà diventare un lavoro vero e proprio per me e per mia moglie, che già mi affianca nella potatura e nella vinificazione».

Marco sogna un futuro da vignaiolo, ma nel frattempo si tiene stretto il suo lavoro nel settore dell’edilizia. Tutto quello che sa sulla viticoltura e sull’enologia, lo ha imparato dal padre Sergio, che lo ha accompagnato per anni nella riabilitazione.

«Per levarmi lo sfizio mi sono iscritto a un corso sommelier – racconta – completando il primo livello. Venendo da una famiglia che faceva vino in casa, ho trovato le nozioni molto utili e interessanti per l’attività che oggi porto avanti nel mio piccolo vigneto».

Dal cielo, nonno Anselmo avrà certamente di che sorridere. «È lui che mi ha trasmesso geneticamente questa passione – commenta Marco Collanega – ed è grazie a lui se la nostra famiglia, pur a livello artigianale, è legata alla viticoltura».

Una passione che oggi si riversa in 3 mila metri di varietà a bacca bianca e rossa, tra cui Montepulciano e Malvasia del Lazio. Tutte nelle mani, è il caso di dirlo, di Marco e della moglie Siria.

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Vendemmia 2021 in Borgogna: ritorno alle date classiche

La vendemmia 2021 in Borgogna segna il ritorno alle date classiche di raccolta nella zona. Intorno alla metà di settembre, i vigneron hanno tagliato i primi grappoli utili alla produzione del Crémant de Bourgogne. Pinot Noir, Gamay e César sono i più avanzati nella maturazione, in particolare il Pinot Nero. Lo Chardonnay risulta invece leggermente in ritardo, a causa dello stress causato da gelate e grandine.

Quella del 2021 è infatti una vendemmia segnata in maniera pesante dagli eventi climatici, in Borgogna. I volumi dei raccolti, secondo le prime stime, saranno «sicuramente bassi, o addirittura molto bassi a seconda delle zone più o meno colpite da gelo e grandinate».

Più in generale, i raccolti sono iniziati in maniera uniforme sul territorio della denominazione tra il 18 e il 20 di settembre. La fioritura è avvenuta in un clima caldo e secco, fornendo le condizioni ideali per l’impollinazione e la futura formazione del grappolo.

Le alte temperature di inizio giugno hanno provocato una crescita molto rapida della vegetazione. La vendemmia 2021 in Borgogna ha così recuperato parte del ritardo accumulato tra aprile e maggio.

PIOGGE ABBONDANTI, POI SOLE E VENTO

Il primo semestre dell’anno è stato caratterizzato da temperature e precipitazioni in linea con i valori stagionali. Fa eccezione la Yonne, tra Aube e Côte-d’Or, con un aumento delle precipitazioni del 18%, pur senza conseguenze di rilievo.

Dalla fine di giugno all’inizio di agosto, i viticoltori della Borgogna hanno fatto i conti con il cambiamento delle condizioni meteorologiche. Le abbondanti piogge hanno provocato una crescita improvvisa delle viti, che ha costretto a intervenire sulle parti verdi delle piante per contrastare le malattie.

Una condizione che si è protratta fino a metà agosto, quando il cielo è tornato a regalare un clima asciutto prolungato. La fase di metà invaiatura, ovvero quando gli acini cambiano colore, si è raggiunta mediamente in questo periodo. Il clima secco e il vento da nord hanno consentito alle uve della Borgogna di maturare a un buon ritmo, allontanando umidità e attacchi fungini.

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Vendemmia 2021 al via in Franciacorta: il punto della situazione con il Consorzio di Tutela

Vendemmia 2021 al via in Franciacorta a partire dai vigneti del versante sud del Monte Orfano. Qui la raccolta di Chardonnay, Pinot Nero e Pinot Bianco è sempre anticipata rispetto alle zone più centrali, grazie al particolare microclima che le contraddistingue.

La qualità delle uve non è stata  compromessa dal maltempo degli scorsi mesi. Le aspettative sono dunque rosee, nel segno di una vendemmia 2021 meno ricca dal punto di vista quantitativo rispetto alla 2020, ma «molto soddisfacente dal punto di vista qualitativo».

Si stima un carico produttivo potenziale inferiore ai 100 quintali per ettaro, «tale da non permettere la richiesta di attivazione della riserva vendemmiale per il 2021», anticipa il Consorzio.

«La campagna 2021 è partita in salita con una piccola gelata ad aprile – commenta il vicepresidente con delega all’area Tecnica, Francesco Franzini – e si è conclusa con qualche difficoltà con una grandinata a fine luglio, eventi che hanno rallentato anche l’inizio della raccolta e posticipato la vendemmi di circa una settimana rispetto al 2020».

L’ANDAMENTO DELL’ANNATA

Il germogliamento ha avuto luogo nella prima decade di aprile, in linea con quanto avvenuto nel 2020. In questo periodo, durante le notti tra il 6,7 e l’8 aprile 2021, in Franciacorta si è verificata una gelata primaverile che ha determinato danni moderati e un rallentamento dello sviluppo della vite in diverse aree. Nei giorni precedenti, le temperature piuttosto elevate avevano indotto un buono sviluppo delle gemme.

Durante il mese di maggio le condizioni metereologiche, caratterizzate da temperature piuttosto miti e piogge abbondanti (13 giorni di pioggia) concentrate principalmente nelle settimane centrali del mese, hanno senza dubbio mantenuto alta l’allerta per quanto concerne la difesa fitosanitaria.

L’obiettivo dei produttori della Franciacorta è stato il contenimento degli attacchi patogeni (in particolare di peronospora). Missione compiuta, dal momento che non sono stati riscontrati danni significativi alle colture.

La fioritura (fine maggio-inizio giugno) e l’allegagione, avvenuta nella prima settimana di giugno, è stata caratterizzata da un andamento meteo non particolarmente favorevole (basse temperature) con il verificarsi di alcuni fenomeni di colatura.

Le piogge molto limitate del mese di giugno e quasi assenti fino alla fine di luglio hanno determinato l’instaurarsi, nei terreni più sciolti, di fenomeni di stress idrico.

VENDEMMIA 2021 IN FRANCIACORTA: PIOGGE E GRANDINE A LUGLIO

Ad interrompere tale scenario sono state le forti piogge iniziate il 25 luglio, sfociate in serata in una grandinata molto estesa con danni però solo localmente molto intensi.  L’evento grandinigeno è avvenuto in fase di inizio invaiatura, quando la sensibilità ai marciumi del grappolo è ancora limitata.

Il danno sulla parete vegetale ha determinato un rallentamento dello sviluppo vegetativo che si è rispecchiato nell’inizio più tardivo della vendemmia. L’andamento meteorologico delle ultime settimane è stato stabile e soleggiato. Un toccasana per le uve, come sottolinea lo stesso Consorzio di Tutela del Franciacorta, che hanno potuto mantenere un ottimo livello fitosanitario.

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Vendemmia 2021 in Lombardia: Franciacorta e Oltrepò pavese aprono le danze

È l’ora della vendemmia 2021 in Lombardia. Secondo le prime stime di Coldiretti, il calo medio nei raccolti sarà pari al 15% rispetto allo scorso anno. I primi grappoli sono stati raccolti in Franciacorta. Nei prossimi giorni le operazioni entreranno nel vivo anche in Oltrepò pavese. L’ultima zona vinicola a vendemmiare sarà invece la Valtellina.

«Quest’anno – sottolinea Coldiretti Lombardia – il via alla raccolta dell’uva parte con una settimana di ritardo rispetto alla precedente stagione. La causa è da ricercare nelle gelate primaverili tardive che hanno di fatto rallentato lo sviluppo dei vigneti. Poi, nei mesi estivi, si sono abbattute a macchia di leopardo diverse grandinate, talvolta violente».

Un esempio? Quella che, a fine giugno, ha interessato l’Oltrepò Pavese. «L’andamento della vendemmia 2021 in Lombardia – precisa ancora Coldiretti – sarà influenzato dal resto del mese di agosto e da quello di settembre, per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo».

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Da Fontanafredda la prima vendemmia di un cru di Barolo a emissioni zero

La prima vendemmia di un cru di Barolo al mondo a emissioni zero, per celebrare il 2025 stappando la prima bottiglia 100% sostenibile del pregiato “Re dei vini”: è questo l’obiettivo che ha portato alla nascita della partnership tra FPT Industrial e Fontanafredda, presentata oggi nel corso di una conferenza stampa digitale.

Il marchio motoristico globale di CNH Industrial N.V. e maggior produttore al mondo di motori a basso impatto ambientale, unisce le forze con la storica Casa Vinicola fondata nel 1858 dal primo Re d’Italia, che oggi conta 120 ettari di vigneti certificati a biologico. La promessa è quella di «un nuovo Rinascimento Verde, per dare vita a una viticultura virtuosa e a impatto ambientale zero».

Il fulcro della collaborazione è la fornitura di due trattori cingolati da vigneto New Holland TK Methane Power, con motore FPT Industrial F28 Natural Gas alimentato a biometano, che lavoreranno nel cru Vigna La Rosa. È qui che nasce l’0monimo Barolo.

Il modello a biometano progettato per Fontanafredda, di fatto, è stato sviluppato a partire da un trattore cingolato da vigneto New Holland Agriculture. È in grado di erogare 75CV di potenza con una coppia massima di 330Nm e garantisce quindi, in totale sicurezza, «prestazioni assolutamente comparabili a quelle del modello diesel, anche sulle pendenze più scoscese e sui terreni scivolosi che caratterizzano gli impianti dei vigneti più pregiati dell’area delle Langhe».

Il tutto con un’impronta ecologica pari a zero, in quanto il biometano che alimenta il motore non è di derivazione fossile, ma è ottenuto tramite il processo di digestione anaerobica di residui agricoli.

«Abbiamo la fortuna di vivere in un territorio unico al mondo e dobbiamo averne cura – dichiara Andrea Farinetti per Fontanafredda – abbiamo bisogno di un nuovo Rinascimento, altrimenti sarà impossibile pensare a un domani uguale all’oggi».

È chiaro che dobbiamo cambiare e diventare nuovi. Il nuovo per noi è rimettere la terra al centro, deve essere il nostro grande obiettivo, che deve portarci alla creazione di una grande comunità mondiale basata sulla fiducia negli altri».

«I mezzi di questa comunità per la salvaguardia del pianeta saranno molti – conclude Farinetti – il nostro sarà il vino, il vino verde. La partnership con FPT Industrial dimostra che insieme si può fare di più e meglio».

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Vini al supermercato

Il Tavernello millesimato: “Vendemmia 2020” sul brik di Caviro

Tavernello in brik vendemmia 2020. Questa l’ultima novità in casa Caviro. Il colosso di Forlì ha deciso di indicare l’annata sui vini in brik della linea “Tavernello Classico“: Vino Bianco d’Italia, Vino Rosso d’Italia e Vino Rosato d’Italia, disponibili in confezioni tris da 0,25 cl o singolo Tetra Pak da 1 litro.

In casa Caviro la chiamano “evoluzione”, accompagnando la new entry con un gioco di parole: «Taverbello, il nuovo Tavernello». La motivazione? «Abbiamo scelto di indicare l’anno di vendemmia sul fronte del brik oltre alla data di confezionamento, quale garanzia indiscussa della qualità del vino», sottolinea la cooperativa.

«Nuova forma e più valori, ma la bontà è quella di sempre. Il vino più scelto dalle famiglie italiane si è fatto ancora più bello e sostenibile. Una confezione speciale che porta in tavola il frutto della vendemmia 2020 e racconta tutto l’impegno e le buone scelte di Cantine Caviro, la più grande Cantina d’Italia»

C’è da scommettersi, non sarà l’ultima novità. Dopo aver lanciato lo scorso anno la linea Sunlight, ovvero i primi Tavernello in brik senza solfiti aggiunti, Caviro sta lavorando alacremente sull’immagine del brand, puntando anche su Instagram. La pagina “Tavernello Italia”, ma soprattutto il claim, la dicono lunga: “L’orgoglio, senza pregiudizio“. Prosit.

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Sudafrica, vendemmia 2021 abbondante e di buona qualità

Tempo del primo bilancio per la vendemmia 2021 in Sudafrica. Come di consueto è stato pubblicato nel mese di dicembre il primo dei quattro report previsionali di Sawis e Vinpro, due delle maggiori associazioni di categoria nel paese africano. La qualità delle uve sarà buona sia in qualità sia in quantità, avvicinandosi agli 1,3 milioni di tonnellate della vendemmia 2020.

“La fase di crescita e maturazione procede senza intoppi – sottolinea Conrad Schutte, responsabile della divisione dei servizi di consulenza sulla viticoltura di Vinpro – il raccolto potrebbe essere leggermente superiore a quello del 2020, ma comunque inferiore alla media di dieci anni”.

A Western Cape, la provincia situata nella zona sudoccidentale del Paese, si sono registrate precipitazioni regolari durante i mesi invernali e il livello delle dighe non desta preoccupazioni in vista della vendemmia 2021.

“All’inizio della stagione, ovvero a metà settembre 2020, i principali bacini erano pieni al 98%, un miglioramento significativo rispetto agli ultimi due anni”, afferma ancora Conrad.

La diga di Clanwilliam, fonte di irrigazione per la regione vitivinicola che si sviluppa lungo le rive del fiume Olifants, è attualmente al 90% rispetto al 76% nel 2019.

Se i livelli del fiume Orange risultano notevolmente inferiori rispetto allo scorso anno, il Little Karoo sta meglio in termini di approvvigionamento idrico rispetto alla fine del 2019, ma continua a subire gli effetti della siccità in atto, che rende determinanti ulteriori piogge da Sud Est per una buona produzione in quest’area.

Nella regione di Robertson, la maggior parte dei produttori riceve l’acqua dalla diga di Brandvlei, più carica rispetto al 2019. Le previsioni per la vendemmia 2021, in generale, sono favorevoli per i produttori che dipendono dall’acqua di deflusso delle montagne.

La primavera è stata per lo più caratterizzata da condizioni umide e fredde, che hanno portato a ritardi nella crescita e grandi sfide in termini di controllo delle malattie. La neve era visibile sulle vette dei Monti Matroosberg fino alla fine di settembre.

“Sebbene sembrasse omogeneo – evidenzia Conrad Schutte – sia il germogliamento che la crescita iniziale sono stati ritardati a causa di queste temperature più basse. Le condizioni umide lungo la costa si sono rivelate impegnative in termini di tempistica per il controllo delle malattie”.

Durante questo periodo si sono verificati limitati danni da gelo nelle aree di irrigazione. Le parti basse del fiume Orange saranno le più penalizzate. Nel complesso, fioritura e allegagione sono state buone e regolari, con poche eccezioni: in alcune aree, le temperature più basse hanno prolungato questa fase.

“La regione costiera è stata sferzata da venti di tempesta alla fine di ottobre, ma a causa della fase iniziale di sviluppo dei vigneti, i danni sono stati fortunatamente limitati”, afferma Conrad. La crescita della vite, in termini di lunghezza dei germogli e crescita delle foglie, ha rapidamente recuperato le migliori condizioni entro la fine di ottobre e l’inizio di novembre.

La crescita generale è risultata “moderata a vigorosa” secondo le analisi di Vinpro e Sawis, “con sviluppo abbondante dei germogli e profili del suolo ottimali”. I produttori stanno attivamente gestendo questa rapida crescita della vite con appropriate pratiche di potatura e diradamento.

“In questa fase iniziale il vigore dei vigneti, le dimensioni dei grappoli e le dimensioni dei grappoli sembrano promettenti“, spiega ancora Conrad Schutte, ma l’ultima parola non è ancora detta.

Se le condizioni ambientali rimangono favorevoli e i produttori saranno in grado di applicare le pratiche di gestione dei vigneti in modo tempestivo, si prevede che il Sudafrica raccoglierà un raccolto migliore nel 2021 rispetto al 2020, ad eccezione delle regioni di Orange River e Cape South Coast“.

“Siamo grati per una stagione favorevole fino ad ora, che promette una qualità eccezionale dell’uva e del vino”, afferma il Managing director di Vinpro, Rico Basson. “L’industria vinicola sudafricana si è impegnata a espandere la nostra offerta di vini di alta qualità a prezzi sostenibili”.

Nel contesto dell’attuale surplus di vino, dovuto al divieto di consumo di alcol e delle restrizioni sulle vendite dettate dall’emergenza Covid-19, molti produttori di uve da vino sono stati proattivi nel garantire contratti con i produttori di succo d’uva concentrato per una parte del raccolto 2021, garantendo una certa stabilità”.

“Questo è uno dei modi in cui l’industria sta lentamente ma inesorabilmente iniziando a ricostruirsi dopo questo anno estremamente impegnativo e in vista della vendemmia 2021″, avverte ancora Basson. Che aggiunge: “Ci vorrà ancora del tempo prima che il settore si riprenda. Tuttavia, è incoraggiante vedere che i volumi delle esportazioni dall’inizio dell’anno sono mantenuti allo stesso livello del 2019″.

Positivi anche i volumi delle vendite locali, che hanno iniziato a riprendersi negli ultimi due mesi dell’anno in Sudafrica. “Ovviamente una buona notizia per il nostro settore – conclude Rico Basson – che deve ancora affrontare sfide serie”.

Secondo calcoli delle associazioni del settore, il lockdown imposto per arginare Coronavirus è stato pagato a caro prezzo dall’industria del vino e dei superalcolici sudafricana. Si calcola infatti un danno di 340 milioni di euro.

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Eiswein, vendemmia 2020 precoce per i “Vini di ghiaccio” in Germania (video)

Cos’è unEiswein“? Il termine tedesco – “Icewine” o “Ice wine” in inglese – indica i “Vini di ghiaccio“, ottenuti da uve lasciate a congelare sulla pianta, nei mesi più freddi dell’anno. Vini speciali, tipici delle zone fredde come il Canada. Anche la Germania è rinomata nella produzione degli Eiswein e non ha rinunciato a questa tradizione in occasione della vendemmia 2020. Una raccolta che si è rivelata particolarmente precoce.

La raccolta è iniziata il 30 novembre e ha visto impegnati i viticoltori di diverse regioni vinicole tedesche come Nahe, Rheinhessen, Pfalz, Franken e Rheingau. Una data relativamente precoce che, come suggerisce l’Istituto del vino tedesco, andrà a vantaggio della qualità degli Eiswein 2020.

L’ottimo stato di salute delle uve ha offerto ai viticoltori le migliori condizioni per ottenere Icewine di alta qualità. Sono state raccolte principalmente uve Riesling, particolarmente adatte alla vinificazione “in ghiaccio” per via della loro maturazione tardiva.

Negli ultimi anni, i produttori hanno spesso dovuto attendere fino a gennaio, o addirittura febbraio dell’anno successivo, per raccogliere alla temperatura minima richiesta di – 7 gradi Celsius.

Ben 66 ettari di vigneti sono stati preparati nel 2020 per la produzione di Eiswein nella sola regione Rhineland-Pfalz (Renania-Palatinato). Solo una parte della raccolta è già avvenuta, dal momento che non tutte le zone hanno raggiunto la temperatura minima richiesta per legge. Il gelo, infatti, concentra aromi e zuccheri delle uve.

Nella Franken (Franconia) il termometro è addirittura sceso a meno – 12 gradi Celsius, nei giorni scorsi. Un dato che non è sfuggito ai produttori locali, che attendono il momento giusto per la raccolta della nobile specialità dolce. Del resto, non tutte le vendemmie in Germania terminano con gli Icewine.

Quando possibile, nascono nettari dal sapore unico e pieno, ma livelli alcolici relativamente bassi. Gli Eiswein hanno un contenuto di zucchero residuo naturale molto elevato (oltre 100 grammi per litro) ma la percentuale d’alcol in volume si assesta generalmente al 7%.

Altro elemento che caratterizza gli Eiswein tedeschi e gli Icewine internazionali è il perfetto equilibrio tra la dolcezza e l’acidità, che rende i “Vini di ghiaccio” ottimi compagni dei dolci, ma anche dei formaggi più pregiati.

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Borgogna: grandi aspettative per l’annata 2020

L’annata 2020 è, secondo molti viticultori della Borgogna, un’annata unica non solo per la particolare situazione sanitaria internazionale, ma anche perché segnata da una precocità storica, dal germogliamento alla vendemmia con un risultato assolutamente di rilevo.

Il bel tempo che si è fatto sentire sulla Francia da metà marzo fino a metà settembre ha fatto si che le viti germogliassero con tre settimane di anticipo. Anticipo che si è conservato fino alla vendemmia, iniziate il 12 agosto nel Mâconnais.

Le alte temperature estive, unite alla mancanza di precipitazioni, hanno provocato un deficit idrico a macchia di leopardo a seconda della sottozona. Un’annata che è quindi più che mai lo specchio delle diversità della Borgogna. In ogni denominazione, o anche all’interno della stessa denominazione, la maturazione delle uve è giunta in momenti diversi e la scelta del periodo di raccolta ha richiesto sangue freddo e pazienza.

Le uve sono risultate sane grazie all’assenza di piogge. Condizioni che generano vini equilibrati e un’annata probabilmente vocata all’invecchiamento. Tanto per i rossi quanto per i bianchi. I vini bianchi risultano fruttati e con un’ottima acidità, mentre i rossi si distinguono per il colore carico. Vini concentrati e di carattere ma senza essere pesanti.

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Montalcino al bivio: più “fascette” per il Brunello, ma 80% in meno di turisti

Nei primi 9 mesi del 2020, il Consorzio del vino Brunello di Montalcino ha consegnato ai produttori il 20% in più di “fascette”, ovvero i contrassegni di Stato da applicare alle bottiglie pronte alla vendita, rispetto allo stesso periodo del 2019.

“Una crescita che rischia di essere interrotta dalle nuove chiusure, in Italia e all’estero – ammonisce il presidente dell’ente, Fabrizio Bindocci – proprio nel bimestre clou, che storicamente incide per il 25-30% delle vendite annuali del nostro vino di punta”.

Un anno condizionato dal virus anche sul fronte dell’enoturismo. Secondo le elaborazioni del Consorzio su base Comune di Siena, servizio Turismo e Statistica, da maggio ad agosto il calo generale delle presenze dall’estero (che caratterizzano in media i 2/3 dei flussi) è stato dell’80%.

Un dato in parte controbilanciato dalla crescita degli italiani sul periodo (+24%), in particolare grazie al boom di arrivi ‘autoctoni’ di agosto (+81%) che ha ridotto il gap nel mese più turistico dell’anno a -10%.

Tra luci e ombre, l’elemento più positivo è stata una vendemmia 2020, terminata da poco con un calo produttivo tra il 5 e il 10% ma con uve sane, raccolte al giusto momento di maturazione che hanno dato vini con profumi e colori ottimi, acidità e grado alcolico ben bilanciati.

“Una vendemmia tra l’ottimo e l’eccellente che ci fa guardare avanti – conclude il presidente del Consorzio – tra 5 anni ci ricorderemo che, nel buio generale del 2020, la raccolta del Brunello è stata un’eccezione”.

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