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Anteprima Sagrantino 2019: i migliori assaggi della vendemmia 2015


MONTEFALCO –
 Cornice splendida e vini dall’ottimo livello medio all’Anteprima 2019. La prova del calice parla chiaro: è una bella vendemmia, la 2015, per il Sagrantino di Montefalco Docg secco e passito.

La massima espressione del vino umbro in passerella nella mattinata di ieri, per la stampa e per gli operatori del settore, nella stupenda sala consiliare del Municipio di Montefalco (PG), con il puntuale servizio dei sommelier Ais.

Al chiostro Sant’Agostino la presentazione delle nuove annate a cura dei rappresentanti delle 36 cantine aderenti all’annuale Anteprima. Si è trattato solo dell’esordio della kermesse, che prosegue oggi e domani, dalle 9.30 alle 16 al Municipio e dalle 10 alle 16 al Chiostro Sant’Agostino.

LA VENDEMMIA 2015
L’andamento meteo della vendemmia 2015, nel complesso, è stato giudicato ottimale dai tecnici del Consorzio di Tutela Vini Montefalco. Dopo un inverno piovoso, la primavera è stata piuttosto ventilata e ha fatto registrare un’elevata irradiazione solare.

L’estate asciutta, calda e soleggiata ha reso facile il controllo della malattie, facilitando gli interventi dei vignaioli. Le sufficienti piogge tra settembre e ottobre hanno regalato uve equilibrate e di perfetta maturità, anche grazie alla poca umidità.

La 2015 sarà dunque ricordata come “una vendemmia fantastica dal punto di vista qualitativo, con produzione quantitativamente nella media”. Le uve sono arrivate in cantina sanissime, con ottime concentrazioni zuccherine e maturità fenoliche: la base giusta per vini strutturati e complessi, equilibrati, fini e dal giusto apporto aromatico.

I MIGLIORI ASSAGGI DI SAGRANTINO SECCO

Di seguito i migliori assaggi risultati dalla degustazione alla cieca svolta nella mattinata di ieri, suddivisi tra etichette ormai prossime all’immissione in commercio (dopo aver superato l’esame della commissione tecnica), campioni in affinamento in bottiglia (non ancora in commercio) e campioni prelevati da botte.

ETICHETTE ORMAI PROSSIME AD ESSERE MESSE IN COMMERCIO

1) Sagrantino di Montefalco Docg, Romanelli: 90/100
Naso-bocca molto eleganti. Naso profondo, sottobosco nero. Vena erbacea. Frutto (oseremmo dire) da Pinot Nero, con apprezzabile nota “foxy“. Una volpe, appunto, in mezzo all’erba. Palato che rivela inoltre venature balsamiche. Buona verticalità nonostante il frutto succoso, che con l’ossigenazione sfora nell’agrume. Un Sagrantino bello oggi e, al contempo, di gran prospettiva.

2) Sagrantino di Montefalco Docg, Tenute Lunelli – Castelbuono: 89/100
Naso giocato su un frutto di bosco molto preciso, ma anche note di caffè. In bocca grandissima bevibilità, anche se tannino e freschezza mantengono il sorso verticale. Il frutto tende al maturo, ma è tutt’altro che sgarbato o opulento. Così come sono piacevoli i ritorni vegetali e speziati, in un retro olfattivo lungo. Un Sagrantino giocato sull’equilibrio tra frutto, struttura e freschezza. Tra vecchio e nuovo stile. Antesignano.

3) Sagrantino di Montefalco Docg “Collenottolo”, Tenuta Bellafonte: 88/100
Radice di liquirizia, frutto rosso maturo. Brace. Elegantissimo e di prospettiva, quando l’alcol sarà ancora più integrato al resto del corredo. Ottima corrispondenza gusto-olfattiva. Bel frutto, tannino di prospettiva, chiusura che evolve dal frutto alla liquirizia, con ritorni fumè.

Menzione:
Sagrantino di Montefalco Docg “Medeo”, Romanelli, 88/100
Due su due per questa cantina simbolo di Montefalco. Alcol e frutto ben integrati. Vino ancora giovanissimo, ma con buonissime prospettive di evoluzione. Il vetro lo renderà grande.

CAMPIONI IN AFFINAMENTO IN BOTTIGLIA

1) Sagrantino di Montefalco Docg, Fattoria Colleallodole – Milziade Antano: 92/100
Struttura e freschezza sono i punti forti, specie in un retro olfattivo che si fa balsamico. Vino di rustica eleganza. Tipicissimo. Didattico, nella sua rappresentatività del territorio. Tannino di gran prospettiva. Considerando anche le altre componenti, vino destinato a fare tantissima “strada”.

2) Sagrantino di Montefalco Docg, Antonelli: 90/100
Colore carico, naso di frutto sotto spirito (lampone). Eppure buona componente verde: radice di liquirizia, rabarbaro. Speziatura “dolce” che ricorda per certi versi il cumino. Bel palato, gran prospettiva. Frutto, struttura, tannino, sapidità. Chiusura tendente al balsamico, mentuccia. Molto tipico e complesso.

3) Sagrantino di Montefalco Docg, Tenuta ColFalco – Agricola Ruggeri G.: 89/100
Molta spezia, ma delicata, pulita. Tocchi fruttati tendenti al maturo. Cacao che poi si ritrova anche in bocca, unito a una buona venatura sapida e a un tannino vivo. Vino da aspettare nel calice, per i positivi effetti dell’ossigenazione sul corredo olfattivo: compaiono note d’agrumi e un rabarbaro netto. Sentore che torna anche in chiusura di bocca, sotto forma di un amaro non sgradevole. Vino Stupendo già oggi.

Menzione:
Sagrantino di Montefalco Docg, La Veneranda: 88/100
Fumo, brace, spezia, bell’apporto verde, liquirizia, sale. Ha bisogno di ossigeno questo Sagrantino per esprimersi e tirare fuori tutto quello che ha da dare. In bocca ottima corrispondenza. Ben fatto e preciso in tutte le sue “fasi”, che paiono avviate verso l’ottimale amalgama. Un rosso potente, connotato da freschezza ed eleganza.

CAMPIONI IN AFFINAMENTO IN BOTTE

1) Sagrantino di Montefalco Docg, Tabarrini, “Colle alle Macchie”: 92/100
Naso su spezia e liquirizia. Esce poi un filo di ciliegia, tendente al maturo, ma anche un delicato sentore di oliva nera conciata. In bocca il tannino rileva quanto si tratti di un vino di gran prospettiva. Di fatto lo completano un bel frutto, oltre a note di liquirizia già avvertite al naso. Utilizzo ottimale del legno.

2) Sagrantino di Montefalco Docg “Sacrantino”, Pardi: 90/100
Frutto e buon apporto minerale. Ciliegia e venatura salina preziosa. Non manca la freschezza, data da una mentuccia netta, oltre che da una radice di liquirizia che si ritrova nel retro olfattivo. Ha davvero tutto questo Sagrantino, già (quasi) in equilibrio. Altro utilizzo sapiente del legno, in un rapporto ben calibrato tra pronta beva e allungo.

3) Sagrantino di Montefalco Docg Fattoria Colsanto: 89/100
Naso che, dopo iniziale riduzione, tende al verde e al terroso: terra bagnata, di sottobosco. Il frutto c’è, preciso, non esplosivo: si esprime sul lampone, sulla fragolina. Rintocchi speziati e salini, ma anche balsamici, mentuccia, china, cera d’api e brace. Radice di liquirizia, rabarbaro anticipano un frutto che si fa sempre più largo al palato, con l’ossigenazione. Chiusura salina e balsamica netta, con tannino presente ma non disturbante. Tra i campioni “pronti” e di prospettiva più complessi all’Anteprima 2019 di Montefalco.

Menzione:
Sagrantino di Montefalco Docg “Fidenzio”, Tudernum: 88/100
Fondo di caffè e risvolti terrosi al naso. Terziari di cioccolato, ma anche un bel frutto. Tannino dosato, ma di prospettiva per un medio allungo. Chiusura su frutta come il lampone appena maturo, corroborato da sbuffi speziati e balsamici (menta).

I MIGLIORI ASSAGGI DI SAGRANTINO PASSITO

1) Sagrantino di Montefalco Docg Passito, Tenuta Rocca di Fabbri: 89/100
Liquirizia netta al naso, oltre alla prugna. Profondo. In bocca buon equilibrio tra freschezza e zucchero. Buona corrispondenza gusto-olfattiva.

2) Sagrantino di Montefalco Docg Passito, Dionigi: 88/100
Bella freschezza, oltre al tannino (atteso). Campione in affinamento in vetro, dunque non ancora in commercio, ma dalle ottime prospettive.

3) Sagrantino di Montefalco Docg Passito, Tenute Lunelli – Castelbuono: 88/100
Il naso più vicino alla versione ferma, con rabarbaro e rosa, agrume candito, sbuffi di zenzero. In bocca già piuttosto equilibrato, corrispondente. Buoni auspici per il passito del Carapace.

Menzione:
Sagrantino di Montefalco Docg Passito, Pardi: 87/100
Campione da botte, ottime prospettive per quanto già riesce a raccontare nel calice.

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“Vendemmia 2015 da record? Solo per l’industria del vino”. La denuncia di Francesco Paolo Valentini

Francesco Paolo Valentini non è mai stato uno di quelli che, per dirla in gergo, la mandano a dire. Produttore di successo di vini e di olio nel suo Abruzzo, è stato ospite nei giorni scorsi della trasmissione Tg2 Insieme. Un’occasione imperdibile per cantarle manco fosse a San Remo. Nel mirino del vignaiolo, prima di tutto anche agricoltore, le pompose “dichiarazioni giornalistiche” in base alle quali, quella del 2015, è stata una vendemmia straordinaria.

“Bisogna sfatare il mito dell’annata siccitosa come garanzia di elevata gradazione alcolica del vino – ha dichiarato Valentini – perché non è vero: sussiste piuttosto una fittizia gradazione zuccherina, dovuta a disidratazione dell’acino, ma in realtà non c’è evoluzione, perché qualunque organismo vivente, vegetale e animale, per eccesso di caldo blocca la propria crescita”.

A tal proposito, Valentini ha eseguito uno studio delle vendemmie delle varietà Trebbiamo d’Abruzzo e Montepulciano della propria azienda, dal 1817 al 2007. “Fino agli anni Settanta del Novecento – ha spiegato Valentini – la vendemmia avveniva durante la prima metà del mese di ottobre. Poi un crollo, che corrisponde all’aumento dell’industrializzazione con ricadute dirette, evidentemente, sull’effetto serra”.

Nel 2007 abbiamo addirittura vendemmiato le nostre varietà il 31 agosto, perché a quella data avevano raggiunto la giusta maturazione zuccherina . Il problema è che la maturazione dell’uva non è solo quella zuccherina”.

C’è anche quella fenolica, importantissima, perché riguarda il corretto sviluppo nell’acino di aromi, colori e profumi che saranno poi trasferiti al vino. “Se noi andiamo ad analizzare i vinaccioli, cioè i semini dell’uva che ha la corretta maturazione zuccherina – ha evidenziato Valentini – vediamo che questi sono verdi, cioè non evidenziano più una corretta maturazione fenolica. Non hanno una colorazione marrone, cioè non c’è un processo di lignificazione. La stessa polpa, che aderisce ai vinaccioli, è aspra. E la materia colorante, le materie polifenoliche, sono instabili, cioè non mature”.

A RISCHIO LE PRODUZIONI ARTIGIANALI

Ma le anomalie non si fermerebbero qui. “Abbiamo assistito a un crollo di parametri come quello dell’acido malico – ha aggiunto il viticoltore – e i Ph tendono ad alzarsi. Durante la fermentazione tumultuosa, ovvero la fermentazione alcolica, chi non utilizza lieviti estranei come l’artigiano, nota che i lieviti hanno subito una trasformazione, ovvero hanno maggiore virulenza: le temperature di fermentazione spontanea, cioè non controllata, risultano particolarmente elevate. Noi artigiani siamo un avamposto e notiamo tutto”.

Per questo, secondo Francesco Paolo Valentini, “gli agricoltori dovrebbero avere il coraggio di raccontare le cose come stanno al posto di seguitare a raccontarci tutti gli anni la solita storiella dell’annata migliore di sempre“.

“Ci sono giornalisti con proprietà chiaroveggenti – ha denunciato Valentini – che sembrano predire l’esito di una vendemmia due o tre mesi prima che venga portata a termine. Nella vita ci sono priorità e l’utile non è solo quello economico. Abbiamo il dovere di informare l’opinione pubblica su quello che sta accadendo, in modo che si possano prendere provvedimenti“.

Sempre secondo Valentini, il danno riguarderebbe direttamente solo le piccole imprese vitivinicole. “Riuscire a gestire i cambiamenti climatici è difficile per noi, cerchiamo piuttosto di assecondare quello che accade, anche perché le nostre sono produzioni artigianali ed è fondamentale mantenere il pieno rispetto della materia prima, al contrario delle lavorazioni industriali che interferiscono con la materia prima. Riuscirci è sempre più difficile e sempre più improbabile e, alla lunga, non sappiamo come andrà a finire”.

“Nella lavorazione industriale – ha evidenziato Valentini – si riesce a sopperire a maturazioni che non sono complete, in un modo o nell’altro. Nella lavorazione artigianale questo non può avvenire”. Insomma, per Valentini la vendemmia 2015 sarà sì straordinaria. Ma solo per gli enologi delle grandi cantine.

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