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Lo Champagne nel 2024? Sostenibilità, Piwi e nuovi Bureau nei Paesi chiave

Gaëlle Jacquet, direttrice Protezione e Valorizzazione Champagne e Domenico Avolio, direttore Bureau du Champagne Italia
Negli ultimi 15 anni, la filiera dello Champagne
ha ridotto le emissioni di CO2 per singola bottiglia del 20% e del 50% l’impiego di fitosanitari. La denominazione spumantistica francese tratta e recupera ad oggi – dati aggiornati a novembre 2023 – il 90% dei rifiuti industriali e riutilizza il 100% di effluenti del vino e di sottoprodotti vinicoli. Il tutto avendo raddoppiato le superfici inerbite – il 70% delle superfici della denominazione è in fase di certificazione ambientale – e, in cantina, a partire dal 2010, ha alleggerito il peso della bottiglia del 7%, (da 900 a 835 grammi). L’effetto su imballaggi e trasporti ha permesso una riduzione delle emissioni pari a 17 mila tonnellate di CO2 all’anno.

«La Champagne è dunque una regione pioniera nello sviluppo sostenibile», sintetizza Gaëlle Jacquet, direttrice Protezione e Valorizzazione della denominazione Champagne, che ieri sera ha incontrato a Milano un gruppo ristretto di giornalisti, in occasione di una cena organizzata al ristorante Innocenti Evasioni dal Bureau du Champagne Italia, rappresentato per l’occasione dal direttore Domenico Avolio. Nel 2003, la Champagne è stata la prima filiera viticola al mondo a calcolare la sua impronta carbonica e ha scritto la storia, in Francia, come prima zona viticola nazionale ad avere attuato in vigna la pratica della “confusione sessuale”, con conseguente eliminazione quasi totale dei trattamenti insetticidi.

Altro primato riguarda l’utilizzo di un parco di trattori elettrici. Linea green anche con l’apertura della prima rotta merci transatlantica “oil-free”. Nel 2017, la goletta Avontuur è partita con un carico di Champagn dal porto francese di La Rochelle per arrivare nel porto di Montreal, in Canada. Questo primo viaggio ha aperto una possibile rotta marina verde tra l’Europa e l’America del Nord, che potrebbe diventare la prima linea commerciale transatlantica senza petrolio. Sul fronte viticolo, sono infine in corso sperimentazioni con la varietà Piwi Voltis, inserita nel disciplinare a titolo sperimentale per un massimo del 10%.

IL LANCIO DI CHAMPAGNE EDUCATION

Dati e curiosità snocciolate dalla direttrice Gaëlle Jacquet in occasione di una cena che ha avuto anche scopo ludico ed educativo, che ha visto l’abbinamento – talvolta ardito – di 6 Champagne con le creazioni dello chef di Innocenti Evasioni, Tommaso Arrigoni: Bruno Paillard Rosé Prèmiere Cuvée, Duval Leroy Rosé Prestige Premier Cru, Laurent-Perrier Blanc de Blancs Brut Nature, Michel Nicaise Brut Tradition, Pommery Apanage Blanc de Noirs e Roger Coulon Heri Hodie. Un format che sarà riproposto in occasione di Champagne Education, il primo programma completo di formazione creato dal Comité Champagne, l’ente che riunisce tutte le Maison e tutti i viticoltori della regione viticola, con l’obiettivo di formare i professionisti del vino e di rafforzare le loro competenze nel dialogo con i consumatori.

Disponibile in cinque lingue, inclusa la versione in italiano, Champagne Education è accessibile al link www.champagne.education/it ed è un progetto interattivo che consente di seguire un percorso di formazione completo a partire dal proprio livello di conoscenze. Dai quiz per testare le proprie competenze iniziali fino alla formazione certificata, il portale è strutturato in cinque aree. Per conoscere al meglio il re dei vini, il passaggio iniziale è Champagne MOOC, il primo strumento di formazione online sullo Champagne. Il corso ha una durata di circa cinque ore, è accessibile 24 ore su 24 e sette giorni su sette ed è articolato in 54 video divisi in quattro aree tematiche: “Diversità e degustazione”, “L’elaborazione dello Champagne”, “Il Terroir Champenois” e “Storia ed Economia dello Champagne”.

LA NUOVA FIGURA DELLO CHAMPAGNE SPECIALIST

Al termine di ogni sezione è previsto un test per verificare i progressi e misurare il grado di apprendimento. L’area quiz e giochi è pensata per testare le conoscenze sullo Champagne e imparare in modo divertente e interattivo. Per mettersi alla prova basta sceglie un argomento tra vinificazione, viticoltura, Champagne nel mondo, turismo in Champagne, storia e gastronomia e rispondere a un set di 10 domande con diversi livelli di difficoltà. “A Champagne Story” è invece un “serious game” che consente ai partecipanti di simulare un anno di attività in Champagne nei panni del personaggio Julie che, insieme ai suoi fratelli, rileva la tenuta dei genitori per rilanciare il marchio di famiglia. Dalla vendemmia all’assemblaggio, i giocatori si cimenteranno in diverse attività.

Il portale www.champagne.education/it presenta anche un’ampia sezione di risorse per la didattica da scaricare gratuitamente. Dalle schede tematiche che vanno dalla storia allo sviluppo sostenibile fino ai video didattici e alle mappe della regione. Il portale è inoltre il punto di partenza per le attività di formazione in presenza. “Champagne Specialist” è il corso che consente di ricevere una certificazione rilasciata dal Comité Champagne attraverso la rete di centri partner selezionati in tutto il mondo e la formazione personalizzata. Con questa modalità distributori, enoteche, catene di hotel e ristoratori, così come insegnanti di scuole alberghiere, potranno mettersi in contatto con il Bureau in Italia per accedere alle attività programmate dal Bureau in Italia.

CHAMPAGNE: NUOVE TENDENZE E MERCATI EMERGENTI

Sempre in occasione della cena con la stampa a Milano, Gaëlle Jacquet ha passato in rassegna le ultime tendenze di mercato dello Champagne. «I consumi e i mercati – ha spiegato – si stanno evolvendo. Da sottolineare il forte aumento degli Champagne rosé, che sono cresciuti di 5 volte negli ultimi 20 anni. Nel 2002 rappresentavano solo il 4% delle vendite all’esportazione, nel 2022 rappresenteranno più del 10% con 20 milioni di bottiglie. In fortissima crescita sono anche gli Champagne a basso dosaggio (Extra Brut e non dosati), il cui volume è aumentato di quasi 70 volte nello stesso periodo, per raggiungere 6,4 milioni di bottiglie nel 2022. Con 171,7 milioni di bottiglie, le esportazioni rappresentano oggi quasi il 60% delle vendite totali, rispetto al 45% di dieci anni fa. Oggi, comunque, l’80% dello Champagne è ancora venduto in otto Paesi».

Canada, Messico e Corea del Sud sono tra i Paesi che stanno dimostrando un forte interesse verso lo Champagne, con una notevole crescita negli ultimi 10 anni. Rispetto al 2022, in Canada, il consumo è raddoppiato per raggiungere i 3,5 milioni. In Messico, l’aumento è stato ancora più sorprendente, triplicando i volumi e raggiungendo i 2,3 milioni di bottiglie. Anche in Corea del Sud la crescita è stata esemplare, aumentando di 4,5 volte e toccando i 2,3 milioni di bottiglie.

NUOVI “BUREAU CHAMPAGNE” IN CANADA E SVEZIA

«A dimostrazione del dinamismo di alcuni mercati – continua la direttrice Gaëlle Jacquet – stiamo estendendo la nostra rete dei Bureau, che potremmo definire le “ambasciate dello Champagne”. Stiamo aprendo un nuovo ufficio a Stoccolma, in Svezia, che lavorerà sui paesi scandinavi (Svezia, Norvegia, Finlandia e Danimarca). L’apertura di questo ufficio è fondamentale per il nostro sviluppo futuro, poiché nei Paesi nordici il settore ha grandi ambizioni. Gli scandinavi sono amanti del vino e dello Champagne, come dimostra la crescente domanda di informazioni e, soprattutto, l’eccezionale crescita dei consumi: +67% in 10 anni».

Nonostante i dati 2023 delle spedizioni non del tutto confortanti, per certi versi segnale della congiuntura internazionale, lo Champagne rimane dunque «un punto di riferimento per i consumatori». «Ciò emerge anche dallo studio qualitativo realizzato nel 2023 da un istituto di ricerca indipendente come Ipsos – sottolinea Jacquet – che conferma l’immagine eccezionale dello Champagne e la sua posizione di leader indiscusso del lusso e del prestigio. I consumatori, insieme alla qualità, riconoscono allo Champagne il ruolo simbolico di prodotto iconico e la sua forte carica emozionale».

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Food Lifestyle & Travel

Nasce il primo Comitato “Uva da tavola con i semi”: «Patrimonio da non dimenticare»

In provincia di Catania, per l’esattezza nella terra della pregiata Igp Mazzarrone, nasce il primo “Comitato per la tutela, la valorizzazione e la promozione dell’Uva da tavola con i semi, a difesa delle tradizioni”. Dalla Sicilia, l’iniziativa è destinata a espandersi in altre regioni produttrici d’Italia.

«Il mercato – commenta Salvatore Secolo, produttore e sindacalista nel settore agroalimentare – guarda già alla produzione dell’uva da tavola senza semi, contro cui non abbiamo nulla in contrario: ben venga, se porta benefici economici».

Però noi non vogliamo che la produzione di uva da tavola con i semi, tramandata fino ai giorni nostri da tempi antichissimi e coltivata in ultimo dai nostri dai nostri nonni e bisnonni, non venga un giorno semplicemente dimenticata o rischi di divenire solo un lontano ricordo».

Il nuovo organismo si propone di operare in campo culturale ed istituzionale per la tutela, la difesa, la valorizzazione e promozione dell’uva da tavola, per incentivarne il consumo in Italia e all’estero.

Per realizzare tali obiettivi, il “Comitato per la tutela, la valorizzazione e la promozione dell’Uva da tavola con i semi, a difesa delle tradizioni” intende organizzare attività, conferenze, manifestazioni, convegni, assemblee pubbliche, incontri, corsi e seminari informativi, pubblicazioni ed eventi pubblici, in collaborazione con istituzioni e autorità competenti. Sarà interessato anche il mondo della scuola, universitario e scientifico.

Il Comitato si prefigge inoltre di sostenere attività di studio, ricerca e formazione sull’Uva da tavola “con i semi”. A tal fine presenterà istanze, mozioni, petizioni, proposte, disegni di legge e quant’altro possa essere necessario.

Oltre a Salvatore Secolo e Giuseppe Virduzzo e di Mazzarrone, fanno parte del Comitato anche i produttori di Licodia Eubea (CT) Michele Puglisi, Pietro Li Rosi, Vincenzo Cummaudo e Giuseppe Pizzo.

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Approfondimenti

Distretto EnoAgroalimentare pavese: l’Oltrepò tenta il rilancio in quattro mosse

Presentato il Progetto di Valorizzazione del Distretto EnoAgroalimentare pavese. Prevede quattro ambiti d’azione, con l’obiettivo di dare “nuovo slancio, forte coesione e dinamicità” al comporto enologico, agroalimentare e turistico, in ottica di sviluppo dell’enoturismo.

Un progetto di Regione Lombardia, Camera di Commercio di Pavia e Unioncamere Lombardia in collaborazione con il Consorzio Tutela Vini, il Distretto del Vino di Qualità e il Consorzio Club Buttafuoco Storico.

Tra i progetti, un’applicazione per scoprire il territorio dell’Oltrepò in 15 percorsi mappati e georeferenziati; il potenziamento dell’evento locale denominato Autunno Pavese; una serie di eventi digitali e un “ingente operazione di marketing territoriale”.

Cari milanesi, è ora di scoprire l’ospitalità dell’Oltrepò pavese: vicino, bello e buono

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Approfondimenti

Unesco, le Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene verso la valorizzazione

Un anno fa, a Baku, in Azerbaigian, le Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene venivano iscritte tra gli 8 Siti Unesco del Veneto e i 55 italiani. Solo l’inizio di un percorso che, dai prossimi mesi, prevede la redazione del Piano di gestione del Sito con il supporto del Comitato scientifico, la definizione del piano di comunicazione e la classificazione degli edifici rurali. Questi ultimi “andranno valorizzati da un punto di vista architettonico e urbanistico per strutturare un’accoglienza diffusa”.

È quanto rende noto Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. “Il riconoscimento Unesco – spiega – è il punto di partenza di un lavoro che vede oggi impegnati l’Associazione e tutti i portatori di interesse dell’area per garantire tutela e valorizzazione al patrimonio inestimabile che le generazioni passate hanno affidato alle generazioni presenti per tramandarle a quelle future”.

L’iter, iniziato nel 2008 con la presentazione del progetto di candidatura da parte del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, è stato lungo e non privo di difficoltà. La promozione è arrivata il 7 luglio 2019, con delibera unanime dei 21 Stati membri del Comitato, a conferma dell’alta qualità della candidatura italiana.

Nel gennaio 2020 si è costituita l’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, ente a cui è stato affidato il compito di gestire il Sito, promuovere la cooperazione, curare la comunicazione e lo scambio d’informazioni e documenti tra i vari soggetti coinvolti.

La squadra si è completata lo scorso giugno con la nomina del Comitato scientifico che affiancherà l’Associazione nella gestione e conservazione del Sito. Tutti capitoli ancora da scrivere, con riflessi economici e culturali non solo sul Veneto.

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news ed eventi

Approvato il Piano Territoriale Regionale d’Area della Franciacorta

Durante il Consiglio Regionale della Lombardia dello scorso 18 luglio è stato approvato in via definitiva il Piano Territoriale Regionale d’Area (PTRA) della Franciacorta, risultato fortemente voluto dal Consorzio Franciacorta e dai comuni interessati al progetto, che da anni collaborano con il supporto della Regione e delle Università di Brescia e Bergamo per dotare il territorio di uno strumento capace di valorizzare al meglio le sue potenzialità ambientali e culturali.

La convinzione di fondo è che una corretta organizzazione delle risorse locali possa contribuire alla proiezione su scenari internazionali della Franciacorta, territorio nel complesso antropizzato e caratterizzato dalla presenza di attività produttive e commerciali ma anche sensibile ai beni naturalistici esistenti, al valore paesaggistico ed alla sostenibilità.

Il PTRA è il primo piano di governo territoriale dedicato ad una Denominazione di Origine Controllata e Garantita. Unico nel suo genere approccia diversi settori, dalla salvaguardia ambientale alle strategie di sviluppo economico e sociale.

Lo scopo è di consentire un’efficace sinergia e armonizzazione tra i programmi ed i progetti delle varie componenti territoriali, che talvolta faticano a dialogare tra loro, in merito alla qualità delle aree urbane, all’uso razionale del suolo e alla tutela del paesaggio, con l’obiettivo di migliorare la qualità di tutto il territorio, agendo sulla qualità dei suoi prodotti e del modo di vivere dei suoi abitanti.

Orientare lo sviluppo del territorio verso la riduzione del consumo di suolo e la rigenerazione urbana/territoriale, promuovere l’attrattività paesaggistica e la competitività territoriale, sostenere un sistema integrato di accessibilità e mobilità sostenibile; queste le linee guida del PTRA messe a disposizione degli enti per l’attuazione su scala locale.

Ventidue i comuni coinvolti: Adro, Capriolo, Cazzago San Martino, Cellatica, Cologne, Coccaglio, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo, Monticelli Brusati, Ome, Paderno Franciacorta, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo, Rodengo Saiano, Rovato, Castegnato, Ospitaletto, Palazzolo sull’Oglio, Sulzano.

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