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Oltrepride: Frecciarossa compie 100 anni di orgoglio in Oltrepò e presenta Anamari 2017

Più che un vino, una dichiarazione d’amore e d’orgoglio. Frecciarossa compie 100 anni e li celebra con una nuova etichetta, che sa di tradizione e futuro: Anamari 2017, Rosso Riserva Oltrepò Pavese Doc. Un vino legato a doppio filo al territorio pavese, ottenuto con le uve autoctone Croatina, Barbera, Uva rara e Vespolina. Solo 2297 bottiglie, più 50 magnum.

Una chicca che esalta le potenzialità dell’Oltrepò e dà il via a un progetto che potrebbe coinvolgere altri produttori. A spiegarlo è proprio Valeria Radici Odero, quarta generazione della famiglia di origini genovesi arrivata a Casteggio (PV) nel 1919: “La nostra zona ha bisogno di un vino identitario forte, che provenga esclusivamente da qui”.

Il Pinot Nero, pur importante per l’Oltrepò e per la nostra azienda, cresce in Oregon, in Borgogna, in Alto Adige. Croatina, Barbera, Uva rara e Vespolina sono nostri, sono solo qui. Per questo dobbiamo valorizzarle e puntarci. Sono uve che danno vini rossi da lungo affinamento, con un potenziale infinito”.

Parole che assumono un’importanza ancora più marcata, se si considera quanto Frecciarossa – azienda di 20 ettari complessivi, più 3 pronti ad essere impiantati – sia legata al Pinot Nero. Non ultimo con eccellenze mondiali come l’etichetta “Giorgio Odero“, Noir di rara finezza e longevità.

“Pensando ai nostri cent’anni e all’identità forte di cui ha bisogno l’Oltrepò pavese – chiosa Valeria Radici Odero – siamo tornati a fare questo vino di cui avvertiamo la necessità, assieme a un altro ristretto gruppo di produttori”.

Tra le ipotesi, anche quella di trovare un nome comune per tutti i vini ottenuti dall’uvaggio tipico oltrepadano. Del resto, Anamari 2017 non è un vino totalmente nuovo. Piuttosto un ritorno di fiamma.

“Lo produceva mio nonno – precisa Radici Odero – poi è stato ripreso da mia madre Margherita col nome di ‘Villa Odero‘. Fino al 1997, quando abbiamo preso la decisione di vinificare i singoli vitigni in purezza, rinunciando all’uvaggio”.

Anche il nuovo corso dell’etichetta, col suo nome che rievoca i popoli Celti che abitavano l’Oltrepò, è un mix di tradizione e novità. A curarlo sono i due enologi piemontesi di Frecciarossa: il veterano Gianluca Scaglione, in forza da vent’anni alla cantina di Casteggio, e la giovane new entry Cristiano Garella.

Un vino, Anamari 2017, vinificato in tini troncoconici, utili a far esplodere il varietale, il frutto, il terroir, senza snaturare l’uva con i sentori di legno. Gran beva per la nuova etichetta di Frecciarossa, che si conferma ad altissimi livelli anche nel campo dei vini potenzialmente “al bicchiere” al ristorante, visto il sorso tutto sommato semplice, ma mai banale.

Convince Anamari, sopratutto per la lettura del tannino della Croatina: presente in chiusura, ma preso per le briglie da un frutto preciso, croccante. Oltre che da una salinità concentrata, che invita al calice successivo.

“Un vino dalla leggerezza moderna“, come lo descrive Valeria Radici Odero. Parere confermato da Armando Castagno, ospite delle celebrazioni per i cent’anni di Frecciarossa andate in scena ieri a Villa Odero, splendida dimora in stile Liberty di proprietà della famiglia, immersa tra i vigneti di Casteggio.

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Pinot Nero dell’Oltrepò pavese: quattro incontri a Milano

MILANO – Quattro incontri per scoprire la terra d’elezione del Pinot nero italiano, l’Oltrepò pavese. La Porta del Vino, il luogo voluto dal Movimento Turismo del Vino nel capoluogo lombardo, inaugura le attività del nuovo anno con una settimana dedicata ad una gamma di vini di assoluto prestigio.

Dal 28 gennaio al 2 febbraio, in Piazza Cinque Giornate 16, si potranno infatti apprezzare tutte le sfumature del Pinot Nero, nell’interpretazione che ne danno alcuni tra i vignaioli più attenti dell’Oltrepò Pavese (per il programma e le date: info@laportadelvino.com)

“Dopo le settimane dedicate a zone più piccole e poco note – afferma Carlo Pietrasanta, vicepresidente del Movimento Turismo del Vino Lombardo – è doveroso guardare anche ai territori che hanno certamente fatto grande e importante la produzione vitivinicola della nostra Regione”.

“Non possiamo ignorare che l’Oltrepò Pavese è una delle zone di produzione più importanti d’Italia per numero di aziende e per volumi di produzione. Aggiungo: possiamo dire anche, in molti casi, per la qualità assoluta della produzione”, conclude Pietrasanta.

Ne è convinto anche Claudio Maspes, responsabile delle degustazioni de La Porta del Vino, formatore e Direttore dei Corsi Aspi per Milano e Provincia: “Oltre ad essere stati per decenni i più consumati nelle famiglie milanesi, quelli dell’Oltrepò sono anche vini che hanno conosciuto una crescita qualitativa impressionante, grazie ad alcuni produttori illuminati che non si sono accontentati di facili ma temporanei successi”.

Tra le aziende portabandiera del pavese c’è Frecciarossa, storicamente legata a questo vitigno. “Affascinante, difficile, faticoso, raffinato: il Pinot Nero è una delle scommesse più impegnative per qualsiasi vignaiolo e qualsiasi enologo – sostiene Valeria Radici Odero – che però in Oltrepò Pavese ha trovato una delle sue case d’elezione”.

Un vitigno versatile, tanto che può dare risultati di valore in forme diverse. Dai bianchi ai grandi Metodo Classico fino alle vinificazioni in rosso, anche Riserva. “L’importante – conclude la produttrice – è lavorare in modo serio e preciso, per ottenere dei vini che possono reggere il confronto con le produzioni più blasonate al mondo”.

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