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Valentina Gin, sensuale connubio fra arte grafica e distillazione

Valentina, l’intrigante fotografa-reporter nata dalla matita del Maestro Guido Crepax, torna a sedurre ammiccando dalle etichette di Valentina Gin. L’idea è di Strip and Spirit, linea di super alcolici premium ispirati ai fumetti d’autore nata dalla collaborazione fra Seci1981, società di comunicazione integrata, e la galleria d’arte milanese Nuages.

Tre le tipologie di Gin disponibili al momento: Valentina Milano Gin nr.1, Valentina Milano Dry Gin e Valentina Gin Extra 4 Tonic. Ma se le sensuali immagini di Valentina ed il design delle bottiglie riportano la mente agli anni ’60 e ’70 la scelta delle botaniche fatta dal Gin Master Alessandro Carlassare è assolutamente moderna.

Ci sono voluti 12 mesi per conoscere i lati nascosti del carattere di Valentina – dichiara Carlassare – Se sulla tipologia di bacche al Ginepro non avevo alcun dubbio, la vera sfida era quella di trovare delle botaniche che fossero al tempo stesso originali e fuori dagli schemi. Individuate le botaniche e affinare ricette ecco il risultato: tre gin che davano vita all’anima di Valentina in tutto e per tutto”.

Biancospino, Alloro e Quercia i tre ingredienti portanti. Ingredienti che riconducono proprio alla storia di Valentina. Il Biancospino simbolo del Natale, il giorno cui nasce Valentina Rosselli,uno dei pochi personaggi della storia del fumetto italiano di cui si conosce perfino la carta d’identità, nel 1942 a Milano.

E sono proprio Alloro e Quercia, i due rami che adornano lo stemma della città di Milano, a completare le botaniche. Un omaggio alla città nella quale sono ambientate le trasgressive avventure di Valentina. Nei prossimi mesi il programma Strip and Spirit prevede l’allargamento del portafoglio a Rhum, Vodka, Tequila e Whisky.

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L’importatore Usa taglia Valentina Passalacqua: lei corre in Camera di Commercio

Novità Oltreoceano per il caso Valentina Passalacqua, che dal canto suo si muove sui social, ma anche in Camera di Commercio, a Foggia. Dopo l’arresto di Settimio Passalacqua, padre della produttrice pugliese finito ai domiciliari a inizio luglio con l’infamante accusa di caporalato, l’importatore americano di vini naturali Zev Rovine Selections ha deciso di tagliare dal proprio catalogo tutte le etichette della 44enne di San Giovanni Rotondo (FG).

Ben articolato lo statement che ha accompagnato tale decisione, sul sito web ufficiale di Zrs: “Non è mia intenzione condannare Valentina o chiunque desideri continuare a vendere i suoi vini e non credo che né lei né il suo progetto spettacolare debbano essere abbandonati dal mondo del vino”.

Ma noi di Zrs dobbiamo fare ciò che riteniamo giusto per garantire che la nostra etica sia rappresentata in tutto il nostro portafoglio”, sottolinea il noto importatore di Brooklyn.

Nel frattempo, dopo l’inchiesta, qualcosa è cambiato anche nell’assetto dell’azienda di Apricena (FG). Valentina Passalacqua, unica intestataria, ha deciso di stralciare dalle cosiddette “attività prevalenti” dell’impresa quelle non connesse all’attività vitivinicola.

Le “coltivazioni miste di cereali e altri seminativi” e la “coltivazione di ortaggi” – vero e proprio core business delle altre 4 imprese finite nel mirino degli inquirenti per il presunto modus operandi di Settimio Passalacqua – lasciano ora spazio alla sola “coltivazione di uva” e alla “trasformazioni di uve in vino con relativo imbottigliamento“.

Lo si evince dal Repertorio economico e amministrativo (Rea) dell’azienda Valentina Passalacqua, ritoccato proprio il 1 luglio 2020 in Camera di Commercio, a Foggia, nel pieno della bufera. Una decisione in linea con le dichiarazioni social della produttrice pugliese, che si è sempre detta estranea alle accuse rivolte al padre Settimio, nello strenuo tentativo di salvare la propria azienda.

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