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Confraternita di Valdobbiadene in Consorzio: “Dobbiamo affermare la nostra unicità”


VALDOBBIADENE –
Sono iniziati questa settimana i confronti della Confraternita di Valdobbiadene con il Consorzio di Tutela e le istituzioni territoriali “per condividere un graduale e comune percorso strategico” che riguarda il locale Prosecco Superiore Docg.

“Riteniamo che questa possa essere considerata l’espressione più democratica”, affermano i membri della confraternita, che nell’estate ha diramato una interpellanza rivolta a tutti i 2640 soggetti appartenenti alla filiera produttiva della denominazione Conegliano Valdobbiadene.

Scopo del questionario era “comprendere la percezione identitaria e intraprendere un eventuale percorso autonomo per l’affermazione della nostra unicità. Fin’ora la risposta è stata numerosa e positiva”.

L’istanza “per la tutela della denominazione Conegliano Valdobbiadene” è scaricabile e sottoscrivibile sul sito ufficiale della Confraternita di Valdobbiadene. La riportiamo integralmente, di seguito:

La Confraternita di Valdobbiadene si è resa protagonista di un’istanza che coinvolge 2640 viticoltori eroici della Denominazione Conegliano Valdobbiadene, per conoscere in maniera democratica la loro opinione.

Nel suo delicato ruolo di osservatore vigile e di guida morale, infatti, la nostra realtà ha preso l’iniziativa per comprendere se la preoccupazione per la perdita di percezione da parte del consumatore sull’identità del vino delle colline sia condivisa dal territorio.

Cercare di creare una consapevolezza culturale, non condizionata e libera da interessi esterni al territorio, rientra infatti tra gli scopi nobili e originali per cui la Confraternita è nata nel 1946.

Un’indagine che si rivela necessaria, ancor più alla luce di quanto avviene oggi, quando l’immagine e la percezione della Denominazione sembra alienata dalla presenza di 500 milioni di bottiglie di “prosecco generico” privo di storia e di vocazione territoriale.

Dati alla mano, risulta una evidente situazione inflattiva, e a tale riguardo nell’istanza, firmata dal Gran Maestro enologo Loris Dall’Acqua, viene manifestata la preoccupazione per il rischio di abbandono dei vigneti di alta collina (di gestione più onerosa) a favore dei vigneti più pianeggianti (meno vocati).

Allarmanti anche i dati sociali, afferma infatti nell’istanza il Gran Maestro: «Se il 55% non distingue la nostra denominazione e se il 75% beve indifferentemente qualsiasi Prosecco senza discriminazione, non è sicuramente molto confortante.

Ci troviamo in un momento di grande confusione dove la massa critica del “prosecco generico”, nei confronti del Conegliano Valdobbiadene, è diventata soverchiante e sta portando ad una sempre minore distinzione e conseguente perdita di percezione della nostra denominazione».

È per questa serie di motivi, in primis, che la Confraternita di Valdobbiadene ha pensato di produrre un documento da condividere con tutti i soggetti interessati appartenenti al territorio Conegliano Valdobbiadene, alla luce della considerazione che una istanza sottoposta a sottoscrizione rappresenti la più alta espressione democratica, perché ogni singolo individuo ha la possibilità di esprimere il proprio reale pensiero, non condizionato dai molteplici interessi delle varie categorie di appartenenza, che spesso sono molto lontane dal territorio.

Con questo documento, la Confraternita di Valdobbiadene vuole capire qual è la vera visione dei produttori del territorio Conegliano Valdobbiadene, per poter valutare se i principi d’identità e di unicità territoriale sono ancora forti e realmente voluti e se vengono da tutti considerati fondamentali per poter uscire dalla confusione e per riappropriarci dell’immagine di un territorio ricco di storia, unico e irripetibile, che non vogliamo svilire».

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Prosecco, Col Vetoraz rinuncia al nome in etichetta. Carpenè Malvolti ci va in tour


Le sedi aziendali distano appena 30 chilometri, percorribili in una quarantina di minuti tra le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, patrimonio Unesco. Eppure sono diametralmente opposte le politiche di marketing e comunicazione delle cantine venete Col Vetoraz e Carpené Malvolti.

La prima ha ribadito oggi la propria convinzione di “rinunciare definitivamente al termine Prosecco, prediligendo invece ‘Valdobbiadene DOCG’, per applicarlo a tutti gli strumenti commerciali, come packaging o etichette, e a tutte le azioni di comunicazione sia tradizionale che digitale”. Una scelta intrapresa dalla vendemmia 2017.

L’azione intrapresa da Col Vetoraz – evidenzia la cantina di Francesco Miotto, Loris Dall’Acqua e Paolo De Bortoli (nella foto) – è a difesa di un’identità territoriale unica e non confondibile, costruita in anni di lavoro scrupoloso e appassionato, di ascolto e adattamento ai cicli naturali puntando all’eccellenza che oggi è il fiore all’occhiello di questa realtà di Santo Stefano di Valdobbiadene”.

Di tutt’altro avviso Carpenè Malvolti. A metà settembre partirà infatti il tour internazionale per la presentazione del “1924 Prosecco“, l’ultima declinazione del Prosecco Superiore Docg firmato dalla storica casa spumantistica di Conegliano.

Una “bollicina” voluta per celebrare il 95° Anniversario dalla prima iscrizione in etichetta del termine “Prosecco”, avvenuta proprio nel 1924 per mano della seconda Generazione dei Carpenè, Etile.

Nell’attuale selezione, unica e prima ottenuta per il 90% da uve Glera e per il restante 10% da altri storici vitigni a bacca bianca del Territorio Trevigiano – spiegano i referenti della cantina – la Carpenè Malvolti ha scelto di riproporre i canoni qualitativi e sensoriali in linea con le caratteristiche del vino originario”.

LA POSIZIONE DI COL VETORAZ

Sarà il mercato a dire chi avrà compiuto la scelta migliore. Dal canto suo, Col Vetoraz  parla di “una scelta coraggiosa, pienamente consapevole pur se non facile, con un obiettivo chiaro e significativo: rimarcare il valore della propria identità territoriale e diffondere un messaggio chiave che, ora più che mai, diventa necessario far arrivare al pubblico di consumatori italiano ma anche estero”.

Noi produciamo ciò che siamo – affermano in casa Col Vetoraz – e in ogni calice di spumante si trovano tutte le nostre radici, di una terra che ci ha visto nascere ed evolvere fino ad arrivare a produrre 1.200.000 di bottiglie”.

“Quella delle colline del Conegliano Valdobbiadene – continua la casa spumantistica di Valdobbiadene – è una storia secolare che improvvisamente, nel 2009, ha ricevuto un violento scossone. Per una scelta esclusivamente di natura politico-economica, Prosecco da quel momento non è più la vite che ottocento anni fa ha trovato qui dimora ideale, ma è diventata una denominazione estesa su nove province tra Veneto e Friuli”.

Territori privi di storia – continua Col Vetoraz – dove la coltivazione della vite non è tramandata di generazione in generazione dalla sapienza dei vecchi, ma ha assunto una visione prettamente industriale”.

Tutto ciò, sempre secondo quanto afferma la cantina attraverso un comunicato stampa diffuso in mattinata, “ha generato una situazione caotica, dove la semplice distinzione tra ‘Prosecco’ (vino prodotto nei territori creati nel recente 2009) e ‘Prosecco superiore’ (vino prodotto sulle colline storiche di Valdobbiadene e Conegliano) non è sufficiente per trasmettere in modo chiaro una precisa identità“.

Col Vetoraz rincara poi la dose. “Oggi la parola ‘Prosecco’ è diventata generalizzante, col rischio reale di banalizzare e cancellare la secolare storia e vocazione delle colline di Valdobbiadene e Conegliano”.

“Le colline che si estendono tra Valdobbiadene e Conegliano – ricorda Col Vetoraz – da più di ottocento anni ospitano la coltivazione della vite. La storia di un vino, soprattutto se di origine antica, è intimamente legata non solo alla terra che lo produce, ma anche agli uomini e alle donne che con esso sono cresciuti”.

“Terra, clima, vino, costumi, tradizioni: in tutto questo sta il vero significato di terroir. Solo rispettando l’integrità originaria infatti si possono mantenere gli equilibri naturali, l’armonia e l’eleganza”.

IL TOUR DI CARPENÈ MALVOLTI

Proprio alle origini dello spumante delle colline trevigiane vuole tornare anche Carpenè Malvolti, con “1924 Prosecco“. Su tale premessa si è quindi costruito il tour internazionale per la presentazione della selezione, che prenderà avvio il prossimo 13 settembre da Londra, con un evento per il debutto ufficiale nel Regno Unito.

I successivi appuntamenti si terranno nei principali mercati della casa di Conegliano. Il primo è previsto in Canada, dal 17 al 19 settembre, dove saranno toccate le città di Ottawa, St. Cathrines e Toronto. A fine Ottobre sono quindi previste le tappe in Florida, New York City, California ed Illinois.

Si proseguirà in diversi Paesi Europei tra cui naturalmente l’Italia, il  Belgio e la Francia. Il tour di Carpenè Malvolti continuerà ancora nel mese di novembre, con tre appuntamenti in altrettanti Paesi dell’Asia e dell’Oceania. Approderà infatti a Seoul in Korea, a Tokyo in Giappone per poi concludersi a Sidney, in Australia.

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Ecco Merotto Space: una finestra sulle colline del Prosecco Unesco

Dopo più di quarant’anni di attività, Merotto ha inaugurato sabato 7 settembre il “Merotto Space“. Una vera e propria finestra sulle colline del Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene, divenute patrimonio Unesco.

Non solo un punto vendita, ma uno spazio in cui accogliere i visitatori, enoturisti, winelover e clienti abituali, in modo informale e coinvolgente. Merotto Space, a Col San Martino (TV), nasce in una vecchia casa contadina in pietra locale, risalente a circa 200 anni fa.

Un progetto di recupero in linea con la direttiva della Regione Veneto, che non prevede nuove edificazioni nell’area ma una riconversione e riqualificazione di strutture già esistenti: le tipiche case coloniche tradizionalmente composte da un unico ambiente in cui abitazione, stalla e fienile erano integrati in un unico edificio.

IL MEROTTO SPACE
Una struttura collegata alla storica cantina di vinificazione, attraverso un sentiero di poche centinaia di metri, che attraversa le vigne. Al piano inferiore un piccolo ma completo show room e un angolo adibito a wine bar. Luogo dal design minimal e pulito, in cui conoscere ed acquistare i prodotti aziendali.

Al piano superiore una grande sala degustazione e ricevimenti; un ambiente unico e spazioso con grandi vetrate ai lati in cui la vista apre sulle colline vitate italiane che danno vita allo spumante italiano più bevuto al mondo. Un unicum visivo in cui il “dentro” ed il “fuori” si fondono coinvolgendo il visitatore a 360 gradi.


È Graziano Merotto, patron e fondatore dell’azienda, a fare gli onori di casa e ad introdurre alla degustazione delle etichette della cantina. Sguardo sereno, sorriso appena accennato, ma nel quale leggi grande apertura d’animo.

Mani grandi, dalla stretta possente ma accogliente. Una storia che parte da lontano la sua, legata al territorio come le radici di quelle viti che fanno l’occhiolino da sotto la pioggia.

Diploma alla Scuola Enologica di Conegliano e una avventura che inizia nel 1972, quando Graziano Merotto fonda la sua cantina, anche se l’amore per la terra gli era già stato trasmesso tempo addietro, dal nonno Agostino.

Già l’anno seguente, nel 1973, l’acquisto di un appezzamento, la Particella 86, ancora oggi fiore all’occhiello dell’azienda. Anni a produrre vini col fondo a rifermentazione naturale in bottiglia, rigorosamente da uve Glera, fino all’introduzione, nel 1979, della prima autoclave in azienda.

Sempre con un obiettivo, allora come oggi – ci tiene a precisare Graziano Merotto – che è quello di fare un prodotto di una certa qualità…”

Un totale di 600 mila bottiglie annue, divise fra le varie etichette commercializzate al 70% sul mercato italiano. L’estero si concentra in Europa, Stati Uniti e Russia con una recente apertura verso Giappone e Messico.

Trenta ettari, suddivisi in 9 località differenti (tutte collinari), croce e delizia di questa realtà come dice Mark Merotto enologo della cantina. La fortuna di poter vinificare da areali diversi, la sfortuna di non poter gestire tutto in un’unica soluzione.

Alle uve di proprietà si affiancano quelle acquistate dai conferitori, seguiti dallo stesso perito agrario per garantire uniformità qualitativa. Parlare con Mark è un modo per conoscere non solo la realtà di Merotto ma anche le differenze e le sfumature di un territorio spesso non compreso fino in fondo dal consumatore.


Diventa così chiaro come forse sarebbe più corretto parlare “dei Prosecchi” più che “del Prosecco“. Perché sono profonde le differenze fra le uve e i vini prodotti in pianura e quelli prodotti nell’area collinare e prealpina (quella ormai famosa come patrimonio Unesco).

Differenze legate a terreni, clima, età delle viti, tecniche di coltivazione e raccolta. Differenze fondamentali che generano, inevitabilmente, vini diversi. Non solo macro differenza fra collina e pianura, ma anche micro differenze fra i vari mappali in collina.

Ecco quindi la scelta di Merotto di vinificare separatamente per zona di provenienza delle uve. Macerazione pellicolare direttamente in pressa per evitare l’intervento di organi meccanici, decantazione statica e 30 ora di ossidazione.

Il tutto alla ricerca della pienezza del frutto e dei suoi sentori. Differenze di terroir, tecniche di vinificazione e scelte produttive che ci attendono al varco perchè, al solito, è “il calice” ad avere l’ultima parola.

LA DEGUSTAZIONE
Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut 2018 “Integral”. Ultimo nato in casa Merotto, presentato a Vinitaly 2019, rappresenta la sfida delle cantina nel voler produrre un Prosecco dallo scarsissimo residuo zuccherino: solo 2,7 g/l, praticamente un Pas Dosè. Integaralmente Glera da un unico vigneto di oltre 40 anni, fermentazione in autoclave di 60 giorni ed ulteriori 120 giorni di permanenza sui lieviti per cercare struttura anche in assenza di zuccheri aggiunti.

Paglierino e brillante ha naso fresco e floreale ma è in bocca che da il meglio di se dove si dimostra più ricco e generoso. Perlage piacevole, quasi croccante, un buon retro nasale di frutti bianchi ed un chiusura sapida e minerale che le rendono pericolosamente beverino.

Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut “Bareta”. Espressione Brut (8 g/l) della gamma Merotto prende il nome da un nomignolo locale, essendo “Merotto” un cognome assai comune in zona. Si presenta delicato al naso con note di fiori bianchi ed un piacevole fruttato di mela verde. Sapido e ben equilibrato, aromatico quanto basta, è una bolla che può trovare piacevole collocazione a tavola.

Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Dry “Colbello”. Extra Dry “alto” da 16 g/l è forse quello che nell’immaginario collettivo è l’idea del “Prosecco”. Delicato al naso e dai sentori primaverili, dal sapore abboccato quel tanto da non essere stucchevole. Morbido e non molto persistente incarna il concetto di “aperitivo”, di “vino dell’accoglienza”.

Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Extra Dry 2018 “Castè”. Nome preso dalla zona di produzione nota come “Colle il Castello”, collina dalle forti pendenze in cui la Glera ha ricavato il proprio spazio vitale. Extra Dry “basso” (12 g/l) è ottenuto con un’unica vinificazione. È il mosto infatti ad essere direttamente vinificato in autoclave eseguendo in un unica ripresa vino base e presa di spuma.

Più pieno di Colbello, più coinvolgente col suo naso più intenso dai vivi richiami alla mela golden ed alla pera matura. Facile e scorrevole al sorso ha un buon corpo ed una viva acidità che maschera piacevolmente il residuo zuccherino. Piacevole ed ordinata la persistenza.

Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Dry 2018 “La Primavera di Barbara”. Dedicato alla figlia di Graziano, Barbara per l’appunto, si compone al 90% di Glera ed al 10% di Perera. Un Prosecco dall’importate residuo zuccherino di 21 g/l pensato per essere morbido ed avvolgente. E cosi è, con profumo dolci di frutta matura ed un sorso in cui è la morbidezza a vincere sull’acidità senza però sforare nella grassezza, senza perdere di nerbo.

Valdobbiadene Prosecco Superiore di Cartizze Docg Dry 2018. Vellutato e fragrante come un Cartizze deve essere se la gioca sulle note di pesca e pera Williams. Viva freschezza che sposa i 26 g/l rendendolo largo ma non pastoso ne tanto meno stucchevole.

LA VERTICALE DI “CUVEE DEL FONDATORE”
Vino emblema della volontà di Graziano Merotto di creare un Prosecco d’alto livello, un brut che non abbia nulla da invidiare ai più blasonati Metodo Classico. Anni di prove e ricerche culminati nella prima vendemmi utile nel 2009, proprio l’anno di creazione della Docg.

Le uve provengono da un unico vigneto, proprio quella Particella 86 proprietà aziendale dal 1973 e parte della storia della cantina. Uve che subiscono un processo particolare di maturazione noto come DMR (Doppia Maturazione Ragionata), una tecnica nata in Nuova Zelanda e qui adottata ed adattata alla Glera.

In sintesi il 20 giorni prima della vendemmia il 20% dei tralci viene reciso lasciando però i grappoli in pianta. Questi grappoli subiscono così un leggero processo di appassimento concentrando gli aromi senza però perdere di acidità.

Il restante 80% dei grappoli per contro matureranno ricevendo più sostanze nutrienti dovendo la pianta “distribuirle” a 20 grappoli su 100 in meno. Una doppia maturazione che porta le uve allo stato ideale per un processo di vinificazione e presa di spuma in unico passaggio, direttamente da mosto come per Castè.

Lunga giacenza sui lieviti per arricchire il vino grazie all’auto lisi, dosaggio di 6,9 g/l ed un contenuto di solforosa fra i più bassi (inferiore agli 80 g/l) per un Prosecco che si accinge a sfidare il tempo. Cinque le annate proposte: 2018, 2016, 2014, 2012, 2010.

Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut “Cuvée del Fondatore” 2018. Figlio di un’annata climaticamente “normale” è un Prosecco potente, aromatico, ricco. Colpisce subito al naso mostrando non solo una certa presenza di aromi ma anche una leggera nota verde, acerba, che fa subito pensare che si tratti ancora di “un bambino”. Sensazione confermata in bocca dove l’acidità seppur non fastidiosa risulta viva e quasi “dura”.

Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut “Cuvée del Fondatore” 2016. L’annata si rivelò un poco calda sul finale in generale dall’andamento regolare. In questo calice tutta la potenza e l’eleganza che la Glera può offrire.

Il colore leggermente più marcato rispetto al ’18 e gli aromi vivi e freschi di frutta bianca ed agrumi confermano l’impressione precedente: forse questo Fondatore ha bisogno un paio d’anni di bottiglia per potersi esprimere al meglio, a dispetto di ciò che solitamente si dice dei prosecchi.

Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut “Cuvée del Fondatore” 2014. Annata notoriamente difficile, bestia nera per la maggior parte di vignaioli ed enologi specialmente da queste parti. Ne risulta il vino più minerale della batteria carico di quelle note che i sommelier amano definire di “pietra focaia” o “idrocarburo”. Nonostante tutto morbido ha una chiusura di sorso lievemente amaricante.

Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut “Cuvée del Fondatore” 2012. Caratterizzata da un ritardo in fioritura, come il 2019, l’annata ha generato il vino più coinvolgente della batteria. Naso ricco di note evolute come miele d’acacia e frutta molto matura con una leggera nota di marmellata d’arancia. Rotondo in bocca ma supportato da una buona acidità e da grande mineralità che donano una verticalità non trascurabile. La prova provata che anche un Prosecco può invecchiare e può farlo bene.

Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut “Cuvée del Fondatore” 2010. Al naso risulta un po’ stanco, come se si stesse approntando alla sua parabola discendente. Ricco di note mielose e fruttate non ha difetti o cattivi sentori ma manca un pizzico di slancio. In bocca invece si mantiene vivo. Le note terziarie donano calore e rotondità, la freschezza resta presente anche se meno vivace. Piacevolissima la persistenza.

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Unesco, schizzano le vendite di Prosecco dopo il riconoscimento alle colline del Conegliano e Valdobbiadene


L’Unesco fa bene al Prosecco. L’aumento record del 21% delle vendite in valore nel 2019 sui mercati esteri, dove il Prosecco è il vino Made in Italy maggiormente esportato, è la diretta conseguenza del riconoscimento da parte dell’Unesco alle bollicine italiane più popolari. A guadagnarci, infatti, è anche la Doc.

È quanto sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nell’annunciare l’avvenuta iscrizione del sito veneto “Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” nella Lista dei Patrimoni Mondiali dell’Unesco, approvata nel corso 43esima sessione dal World Heritage Committee riunito a Baku, capitale dell’Azerbaijan.

“Un risultato atteso – commenta il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – che riconosce l’importanza di un territorio dallo straordinario valore storico, culturale e paesaggistico in grado di esprimere una produzione che ha saputo conquistare apprezzamenti su scala mondiale”.

Delle 464 milioni di bottiglie Doc vendute lo scorso anno, prodotte su oltre 24 mila ettari di vigneti tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, circa 2 su 3 sono state vendute all’estero dove la Gran Bretagna è di gran lunga il Paese che ne consuma di più.” La produzione della Docg – continua Prandini – è intimamente connessa con le caratteristiche del territorio e del meraviglioso paesaggio delle Colline del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene”.

PRIMATO RAFFORZATO
L’iscrizione delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, rafforza il primato dell’Italia che vanta il maggior numero di siti riconosciuti a livello mondiale, ma il Belpaese può contare anche su molti  tesori iscritti nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.

Come l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012) le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014).

E ancora: l’arte dei pizzaioli napoletani (2017), la Falconeria, iniziativa cui l’Italia partecipa assieme ad altri 17 Paesi e dal novembre 2018 l'”Arte dei muretti a secco” sulla base della candidatura avanzata dall’Italia con Croazia, Cipro, Francia, Grecia, Slovenia, Spagna e Svizzera.

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“Cinqueanni”, il Prosecco “lento” di Ruggeri che sfida il tempo (e l’industria)


VALDOBBIADENE –
Cinqueanni” di attesa. Di assaggi dalla vasca. Di dubbi e di certezze. Cinque anni per trasformare un’apparente follia in una sfida concreta. Un moto d’orgoglio per le colline vitate del Conegliano Valdobbiadene, ormai pronte al riconoscimento a Patrimonio dell’Unesco.

Dopo aver sorpreso tutti con “Vecchie Viti”, la storica casa vinicola Ruggeri lancerà sul mercato a luglio il suo nuovo Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut. Vendemmiato a settembre 2014, accolto in autoclave per la presa di spuma a primavera 2015 e rimasto a contatto coi lieviti sino a marzo 2019, quando è stato imbottigliato.

“Cinqueanni”, per l’appunto. Solo 4.500 bottiglie da 0,75 cl, al prezzo di 30-35 euro, cui va sommato qualche centinaio di magnum. La presentazione della nuova etichetta è avvenuta a Valdobbiadene, lo scorso fine settimana.

Memori delle interessanti evoluzioni della vendemmia 1995 – spiega l’ideatore di questo vino, Paolo Bisol, figlio di Giustino, fondatore della cantina Ruggeri – abbiamo preso spunto dal carattere dell’annata 2014 per cominciare questo percorso. Un’annata ricca di acidità e non facile da domare, ma proprio per questa ritenuta idonea al progetto”.

“Cinqueanni – continua Biosol – è connotato da quella che mi piace definire una ‘fresca giovinezza’, o una ‘matura freschezza’. Un Prosecco non convenzionale, ottenuto grazie all’entusiasmo di tutto il nostro team, guidato dall’enologo Fabio Roversi e dall’agronomo Gianluca Tognon“.

Ruolo fondamentale, al di là delle caratteristiche della vendemmia 2014, quello della scelta del vigneto. Per la produzione di questa “Cinqueanni”, Ruggeri ha selezionato una singola particella di un vigneto storico, posto in posizione eletta e nobilitato dalla presenza di viti centenarie, dalle radici profondissime. Un Prosecco unico.

LA DEGUSTAZIONE
Il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Brut “Cinqueanni” di Ruggeri si presenta nel calice di un giallo paglierino delicato, ravvivato da un perlage finissimo e molto persistente.

Il primo naso è delicato. Ricordi di pesca bianca, fiori di magnolia e acacia, accenni citrini preziosi, precisi. Ottima corrispondenza gusto-olfattiva, col palato invaso dalla carezzevole sinuosità della spuma.

È questo il vero tratto distintivo di “Cinqueanni”: una sensazione che porta alla mente la cremosità dei Satèn della Franciacorta. La sofficità della spuma, del resto, fa da contraltare alla gran freschezza del sorso, ancor più del risicato residuo zuccherino (2 g/l).

La finezza delle “bollicine” gioca con gli agrumi, prima di una chiusura di sipario salina, asciutta e leggermente ammandorlata.

Un Prosecco dall’anima “lenta” in bottiglia ma “svelta” nel calice: la facilità di beva è assoluta, il sorso non stanca mai e “Cinqueanni” finisce nel tempo d’accorgersi di essere di fronte a un capolavoro di vigna e cantina, come non se ne trovano tanti in Italia, anche in diverse tipologie. Per questo, senza dubbio, il voto è 96/100.

PRESENTE E FUTURO DI RUGGERI
E’ la prima volta che un Prosecco rimane a contatto coi propri lieviti per 46 mesi, prima di essere imbottigliato. Ma l’esperimento potrebbe essere ripetuto, proprio quest’anno. A confermarlo è la nuova proprietà di Ruggeri, il colosso tedesco Rotkäppchen-Mumm, che ha acquisito la cantina trevigiana nel 2017.

“L’andamento dell’annata 2019 ci fa ben sperare per la seconda edizione di questa etichetta”, annuncia Stephan Nienaber, responsabile del progetto di internazionalizzazione di Rotkäppchen-Mumm e membro del Cda di Ruggeri Spa.

“Nel frattempo – continua Nienaber – non ci resta che valutare l’evoluzione in bottiglia di ‘Cinqueanni’, continuando a proporre Ruggeri come marchio che si distingue in termini di qualità nell’area di produzione del Prosecco Superiore Docg di Valdobbiadene”.

Stephan Nienaber, membro di Rotkäppchen-Mumm e del Cda di Ruggeri Spa

E non è un caso se Rotkäppchen-Mumm abbia deciso di puntare molto su Ruggeri, cantina solida, rinomata e condotta con cuore ed esperienza manageriale da Paolo e Isabella Bisol. Si tratta infatti del primo passo mosso in Italia dal marchio leader in Germania nel settore degli spumanti e dei superalcolici.

“Proprio per la nostra vocazione spumantistica – spiega Stephan Nienaber – e visto il grande momento per il Prosecco, abbiamo individuato in Ruggeri la gemma di cui avevamo bisogno per entrare nel mercato italiano, inserendola nei nostri ‘Marchi del piacere‘ che vanno dal vino ai superalcolici”.

Il brand Rotkäppchen, del resto, si è fatto largo sui mercati internazionali come “Champagne della Germania dell’Est”. Non a caso era tra le “bollicine” preferite da Fidel Castro, prima dell’affermazione assoluta iniziata nel 1990, in seguito allo smantellamento della Cortina di Ferro.

Per la “Cappuccetto Rosso” tedesca (questa la traduzione di “Rot käppchen”), l’apertura all’estero, nel 2015, è stata un manna. La crescita è stata esponenziale: dal milione di bottiglie degli anni Novanta ai 270 milioni di bottiglie attuali (170 milioni in versione sparkling) senza l’apporto delle private label.

Inoltre Rotkäppchen-Mumm è diventata distributore esclusivo in Germania di grandi nomi del Made in Italy come Frescobaldi, attraverso Eggers&Franke. Un colosso tedesco da 1 miliardo di euro di fatturato a bilancio nel 2018, che è solo all’inizio.

Si rincorrono infatti le voci di un interessamento di Rotkäppchen-Mumm al mondo del Metodo Classico italiano, che potrà condurre in tempi non lunghissimi a un’acquisizione importante nel Bel paese. “Non posso parlarne adesso – spiga Stephan Nienaber a WineMag.it – ma quello che posso dire è che Ruggeri è solo il nostro primo passo in Italia”.

Ce ne sarà un altro? “Eventually”, risponde il manager (tradotto: “Eventualmente”). “Tutti devono sapere che questo gigante tedesco non è venuto in Italia per fare una cosa sola, ma probabilmente più d’una. E se parliamo di regioni, siamo focalizzati più sul nord Italia che al Sud. Sia ad Est che ad Ovest”. Il mercato è avvisato.

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Lo spumante italiano in continua crescita

MILANO – Nel 2018 tutti e cinque i primi player del segmento spumante hanno aumentato il loro fatturato. Guardando la classifica vediamo che la leadership della piemontese Fratelli Martini, presieduta da Gianni Martini e che opera nel mercato con i marchi Canti e Sant’Orsola, quest’anno esce ulteriormente rafforzata  registrando un fatturato di 220 milioni di euro ed allungando il divario dal secondo player portando a 80 milioni il distacco dal secondo specialista delle bollicine italiane ovvero la veneta La Marca, che comunque ha ottenuto un risultato di spicco con una crescita negli ultimi due anni del 40%. Il tutto è avvenuto all’insegna del Prosecco, prodotto di riferimento per entrambe le società che ne rappresentano rispettivamente il secondo (Fratelli Martini) e il primo (La Marca) imbottigliatore della denominazione di origine controllata per numero di bottiglie, considerando sia il proprio marchio sia il private label che è particolarmente elevato per La Marca.

Posizioni altrettanto forti, in materia di Prosecco, sono quelle di cui dispongono Villa Sandi, quinto in classifica e con una quota significativa di referenze nell’ambito del Superiore di Conegliano e Valdobbiadene docg, e Contri, che dalla quinta posizione dello scorso anno si è portato al quarto posto superando proprio l’azienda di Giancarlo Moretti Polegato. L’unica eccezione alla dittatura del metodo italiano (Martinotti o Charmat) nella parte alta della classifica è quella del gruppo Lunelli, che si conferma al terzo posto con 101 milioni di cui ben 72 sono stati realizzati con il metodo classico Trentodoc di Cantine Ferrari.

Dopo un anno vissuto in trincea, tra crisi internazionali e carenza di prodotto (post vendemmia 2017), i big del settore vinicolo nel 2018 sono riusciti a portare a casa un risultato positivo. In un anno complicato come quello appena concluso, tra le tensioni internazionali e le conseguenze della tragica vendemmia ‘17 (quella della gelata di aprile), per i big del vino italiano è andata meglio del previsto. A testimoniarlo sono i dati di preconsuntivo raccolti in anteprima da Pambianco Strategie di Impresa, dai quali si evidenzia una tenuta complessiva della fascia alta, dove spiccano i due leader Antinori e Frescobaldi che mettono a segno consistenti incrementi di fatturato e mostrano una marcia più spedita dei gruppi di fascia accessibile, avvantaggiati dalla domanda internazionale di bollicine made in Italy.

Nella fascia alta, il differenziale dipende dai risultati di Antinori, primo con 213 milioni (+5%), e di Frescobaldi, secondo con 119 milioni (+13%). Tra gli inseguitori, è stato soprattutto un anno dedicato ai cambiamenti interni e con andamenti per lo più in linea con l’esercizio precedente. Anche nell’ambito commerciale la corsa è leggermente rallentata, con un +5% nel 2018 contro il +6% dell’esercizio precedente, ma i valori in questo caso sono diversi: la top ten delle società cosiddette commerciali vale complessivamente 2,35 miliardi di euro e la più piccola di queste realtà fattura ben 150 milioni.

Osservando la top ten della fascia commerciale, appare evidente che tutti i gruppi sono in crescita, con la sola eccezione di Iwb che comunque conferma i valori del 2017. Tra i risultati più significativi compaiono quelli di Botter, che guadagna 15 milioni di euro, e di Enoitalia, che sale di 13 milioni, principalmente grazie al contributo del Regno Unito dove l’azienda veneta controlla una quota del 20% del vino venduto on trade e in buona parte si tratta di Prosecco.

Oggi la quota di produzione legata alla spumantistica per Enoitalia è pari al 40% e proprio per gestire il business dello spumante è stato realizzato il nuovo stabilimento di Montebello Vicentino. Da evidenziare, infine, il risultato di Gruppo Santa Margherita, che non può essere considerato una vera propria realtà commerciale poiché al suo interno convivono una parte ampia di prodotti accessibili (dal Pinot grigio al Prosecco), grazie ai quali la società del gruppo Marzotto ha conquistato i suoi mercati di riferimento a cominciare dagli Stati Uniti, e una altrettanto importante di fascia alta e fortemente remunerativa. Il 2018 si è chiuso con un balzo di oltre il 5% a 177,5 milioni di euro.

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Approfondimenti

Al via venerdì 12 Ottobre la 13ma edizione della “Centomiglia sulla Strada del Prosecco Superiore”

Valdobbiadene – Una stupenda Lancia Lambda del 1928 darà il via alla 13° edizione della Centomiglia sulla Strada del Prosecco Superiore, l’evento che dà la possibilità di conoscere il paesaggio rurale delle colline di Conegliano Valdobbiadene guidando un’auto d’epoca.

A seguirla saranno invece una sessantina di altre vetture tra i più noti marchi storici dell’automobilismo internazionale, quali Alfa Romeo, Austin Healey, Fiat, Healey Silverstone, Jaguar, Maserati, Mercedes, MG, Plymouth, Porsche, Rolls Royce, Sumbean, Triumph.

Evento organizzato da Associazione Strada del Prosecco in sinergia con il Consorzio Tutela Vino Conegliano Valdobbiadene Docg,  2 organismi impegnati nella valorizzazione territoriale, come evidenziata nelle parole del Presidente della Strada del Prosecco Isidoro Rebuli.

Una grande festa di piazza che coinvolge Comuni, cantine, ristoratori, produttori artigianali per far conoscere le eccellenze che la nostra terra offre, da quest’anno anche con la collaborazione della prestigiosa Dama Castellana protagonista del gran finale presso Piazza Cima in Conegliano

Concetti ripresi anche da Innocente Nardi Presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg: “Sosteniamo con orgoglio la 100Miglia che, oltre ad attraversare il nostro territorio passando per le località più incantevoli, toccherà anche Conegliano e Valdobbiadene le capitali, una culturale l’altra produttiva, della Denominazione. Il coinvolgimento delle cantine che accoglieranno gli equipaggi partecipanti è un ulteriore segnale di condivisione e apprezzamento della storica iniziativa che contribuisce a mostrare le nostre colline e a promuoverne la bellezza

IL PROGRAMMA
Un programma ricco ed articolato quello dell’edizione 2018, con un prologo già il venerdì pomeriggio all’ombra dell’Abbazia di Follina. Non mancherà l’aspetto culturale con la visita guidata alla scoperta dei preziosi dipinti del XV-XVI secolo conservati presso la Sala dei Battuti del Duomo di Conegliano.

Venerdì 12 ottobre
Ore 12,00-15,30 Follina. Piazza Cavalieri del Tempio, raduno delle auto d’epoca. Corte di Palazzo Barberis (XVII sec.), aperitivo di accoglienza e consegna materiali gara. Con la partecipazione di Cantina Malibràn, Birra Follina e Latteria Perenzin.

Ore 15.30 Follina. Piazza Cavalieri del Tempio, briefing con gli equipaggi

Ore 16,00 Follina. Partenza prologo, di circa 40 km., della Centomiglia 2018. Soste presso le cantine Valdo Spumanti e La Tordera.

Ore 18,00 Follina. Piazza Cavalieri del Tempio, arrivo delle auto d’epoca. Fine del prologo.

Ore 20,30 Solighetto. Cena di Benvenuto presso Locanda da Lino. Con la partecipazione della Cantine: Col Vetoraz, Le Colture, Scandolera e Valdo Spumanti.

Sabato 13 ottobre
Ore 9,00 Valdobbiadene, raduno delle auto presso Piazza Marconi.

Ore 10,00 Valdobbiadene, partenza primo concorrente. Soste presso le cantine Villa Sandi e Colli del Soligo.

Ore 12,00 San Michele di Feletto. Buffet con prodotti tipici presso Relais Cà Milone. Con la partecipazione di Cantina Stramaret. Riprese aeree in elicottero by Eliplay.

Ore 13,30 Ripartenza. Soste presso l’Enoturismo Le Rampe e la sede della Dama Castellana

Ore 16,00 Conegliano, sede della Dama Castellana, ripartenza in corteo delle auto

Ore 16,15 Conegliano, via XX Settembre, arrivo della auto.

Visita guidata alla Sala dei Battuti del Duomo di Conegliano in collaborazione con l’Istituto Tecnico Turistico Da Collo di Conegliano.

Cerimonia ufficiale di consegna al Presidente della Strada del Prosecco, della “Magnum 150°” celebrativa dell’anniversario della cantina Carpenè Malvolti, con brindisi finale.

Esibizione degli sbandieratori, tamburi e figuranti della Dama Castellana.

Ore 20,30 Valdobbiadene, Cena Finale con premiazioni presso Ristorante Casa Caldart. Con la partecipazione della Cantine: Albarossa, Bortolin Angelo, Mionetto, Roccat, Sorelle Bronca.

Domenica 14 ottobre
Ore 10,00 Conegliano, visita guidata alla storica cantina Carpenè Malvolti che quest’anno festeggia i 150 anni dalla sua fondazione.

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Vini al supermercato

Il vino di Aldi: doppietta Italian Wine Brands – Luca Maroni. La degustazione

Un grande imbottigliatore di vino, Provinco. E un analista sensoriale, Luca Maroni. Questo il binomio con cui Aldi mira a sfondare sul mercato italiano del vino al supermercato.

La multinazionale tedesca ALbrecht DIscount (abbreviato Aldi) ha costruito la propria “cantina” attorno al catalogo di quello che è uno dei maggiori player della Gdo internazionale.

Provinco Italia Spa, ex agglomerato di Cooperative sociali, oggi azienda privata con sede a Rovereto (TN). Un colosso in grado di mettere in bottiglia tutto il Made in Italy vinicolo italiano. Dal Trento Doc al Grillo di Sicilia.

Dal 2015 parte della prima società del Bel Paese quotata in borsa: Iwb (Italian Wine Brands), nata dalla business combination tra Provinco Italia Spa e Giordano Vini, mediante la Spac (Special Purpose Acquisition Company) Ipo Challenger.

“Si tratta di una selezione accurata di prodotti – assicura Aldi – e, proprio per dimostrare la particolare attenzione che riserviamo al vino, collaboriamo con l’analista sensoriale Luca Maroni per la degustazione dei nostri vini, l’assegnazione di un punteggio e la realizzazione della nostra brochure”.

Italian Wine Brands, da sola, vende oltre 48 milioni di bottiglie l’anno, con una quota di export che si assesta sul 75%. Numeri che ne fanno la terza pedina in Italia, escludendo le Cooperative (settimo con le coop).

Impianti di vinificazione, affinamento e imbottigliamento di Iwb si trovano nelle Langhe, in Piemonte. Una seconda cantina è “strategicamente localizzata in Puglia”, a Torricella, in provincia di Taranto.

Ulteriore particolarità: Iwb non possiede vigneti, ma solo le strutture e i macchinari utili per la vinificazione (nella vicina isola di Malta opera così Delicata Winery).

Un “pacchetto” pressoché completo quello che Iwb ha offerto ad Aldi per lo sbarco in Italia, che suona piuttosto rétro in un periodo in cui la Grande distribuzione sta investendo in private label, valorizzando piccoli e medi produttori e cantine sociali, al posto degli imbottigliatori (vedi Iper, la Grande i con “Grandi Vigne” o Coop con “Fior Fiore”).

Va tuttavia considerato che Aldi è un Discount. E quel che emerge dalla nostra degustazione di 20 vini prelevati dal nuovissimo punto vendita di Castellanza, in provincia di Varese, è la sostanziale ricerca di un “every day low price” ulteriormente stressato dal cluster di riferimento.

Curiosa anche la posizione di Luca Maroni nello sbarco di Aldi in Italia. Provinco Italia Spa, di fatto, risulta “secondo miglior produttore italiano” nella Guida 2013 dell’analista sensoriale. Quasi scontato il suggerimento ai tedeschi, forti anche della fama di Provinco sul suo primo mercato di riferimento: la Germania.

LA DEGUSTAZIONE
Tutta un’altra storia quella scritta dalla nostra degustazione. La media dei punteggi da noi assegnati ai vini di Aldi si aggira attorno ai 3/5. Tradotto: sufficienza risicatissima.

Solo tre i vini a cui assegniamo 4 “cestelli” su 5. Si tratta di due etichette della linea “Casteltorre” (proprietà di Schenk Italian Wineries, altra vecchia conoscenza di Maroni che la recensisce a pieni voti nell’assortimento Md Discount): il Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico 2017 (in etichetta Schenk appare come “Cantina del Bacco”) e il Chianti Classico Docg 2016.

Convince anche il Maremma Rosso Toscana Doc “Poggio al Sale”, imbottigliato a Castellina in Chianti da Tenute Piccini Spa: altri 4 “cestelli” della spesa su 5, nella nostra speciale scala di valutazione.

Per il resto è un valzer di 3 e 3,5: vini che, da Nord a Sud Italia, raggiungono una sufficienza supportata soprattutto da un prezzo pieno all’osso, alla portata di tutti i portafogli.

Tra i peggiori assaggi il Metodo Classico Trento Doc (1/5) e il Bonarda dell’Oltrepò pavese (1,5/5).

Deludenti – soprattutto in termini di tipicità – due dei vini più costosi dell’assortimento Aldi Italia: il Barolo Docg 2013 “Giacondi” e, ancor più, l’Amarone della Valpolicella Docg 2015 “San Zenone” (voto 3/5).

Per i più curiosi, ecco l’elenco completo e le valutazioni dei vini di Aldi

1) Prosecco Doc Extra Dry Millesimato 2017, Villa degli Olmi spa: 3,99 euro (2 / 5)

2) Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg “Giotti”, Casa Vinicola Bosco Malera srl (C.V.B.M. Salgareda): 4,49 euro (3 / 5)

3) Franciacorta Brut Docg “Duca Diseo”, Cantina Chiara Ziliani: 7,99 euro (3 / 5)

4) Metodo Classico Trento Doc Brut “Pentagono”, Provinco Italia: 6,99 euro (1 / 5)

5) Grillo Doc Sicilia 2017 “Terre di Lava”, Provinco: 1,89 euro (3,5 / 5)

6) Soave Doc Classico 2017 “Villa Alberti”, Cantina Sociale Cooperativa di Soave (Ci.Esse): 1,89 euro (3,5 / 5)

7) Lugana Doc 2017, Cantina Delibori Walter (CDW Bardolino): 5,99 euro (3,5 / 5)

8) Gavi Docg 2017 “Franco Serra”, Tenute Neirano Spa (Te.Ne Cusano Milanino – Giacomo Sperone): 4,49 euro (3,5 / 5)

9) Verdicchio dei Castelli di Jesi Doc Classico 2017, Cantina del Bacco (Schenk): 1,99 euro (4 / 5)

10) Trevenezie Igt Traminer Aromatico 2017, Provinco: 4,99 euro (3 / 5)

11) Cerasuolo d’Abruzzo Dop 2017, Cantina di Ortona (Ci.Vi.): 1,99 euro (3 / 5)

12) Lambrusco di Modena Doc Secco “Terra Grande”, Provinco: 1,69 euro (2,5 / 5)

13) Bonarda dell’Oltrepò pavese Doc 2017, Provinco: 2,19 euro (1,5 / 5)

14) Nero d’Avola Doc Sicilia 2017 “Terre di Lava”, Provinco: 1,89 euro (3 / 5)

15) Primitivo di Manduria Doc 2016 “Sasso al Vento”, Provinco: 3,99 euro (2,5 / 5)

16) Puglia Igt Aglianico  2016, “Sasso al Vento”, Provinco: 3,49 euro (3 / 5)

17) Maremma Toscana Doc Rosso 2014 “Poggio al Sale”, Tenute Piccini: 4,99 euro (4 / 5)

18) Chianti Classico Docg “Il Castellare”, Schenk Italian Wineries: 3,99 euro (4 / 5)

19) Barolo Docg 2013 “Giacondi Autentico Italiano”, Mgm Mondo del Vino Forlì (MCQ Srl): 9,99 euro (3 / 5)

20) Amarone della Valpolicella Docg 2015 “San Zenone”, Provinco: 13,99 euro (3 / 5)

degustazione effettuata da Davide Bortone, Viviana Borriello, Giacomo Merlotti

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vini#1

Bisol a Vinitaly: dal 1542 al futuro del Prosecco

Bisol, marchio storico del Prosecco Superiore di Valdobbiadene,  si racconta al mondo attraverso un nuovo linguaggio che ne interpreta i valori cardine: unicità, autenticità e tradizione. Il progetto, presentato al Vinitaly 2018, sottolinea il grande legame con il territorio e la continuità con la storia del marchio e al tempo stesso guarda al futuro per adeguarsi alle sfide e cogliere le grandi opportunità del mercato.

Dopo quattro anni dall’acquisizione, l’azienda è stata pienamente integrata sfruttando le sinergie con il Gruppo Lunelli e sono stati attuati investimenti, in campagna e in cantina, volti alla continua ricerca dell’eccellenza produttiva. L’inizio di questa nuova fase di sviluppo di Bisol si manifesta oggi con una completa revisione della gamma prodotti e dell’immagine della marca, studiata con il supporto dell’agenzia Robilant Associati.

LE NOVITA’ IN CASA BISOL
Cambia innanzitutto il logo, nel quale viene evidenziata la data del 1542, anno in cui un documento storico testimonia la presenza della famiglia Bisol come viticoltori nella zona, e si sottolinea il legame con il territorio attraverso l’indicazione di Valdobbiadene e la  rappresentazione stilizzata di una ripida collina coltivata che ricorda il Cartizze.

La nuova immagine coordinata ha inoltre un colore distintivo, il “verde Bisol”. Un tocco di verde
che richiama il rigoglioso paesaggio coltivato a vite che contraddistingue da secoli queste colline. “Oggi celebriamo una tappa importante del nostro percorso – spiega Gianluca Bisol, Presidente della Bisol Desiderio & Figli – da sempre utilizziamo il verde come tratto distintivo nelle nostre etichette per esprimere lo storico e intimo legame con Valdobbiadene. Oggi, con un tratto di verde ancor più vivo, confermiamo la volontà di diventare sempre di più ambasciatori di questo meraviglioso territorio. Una sfida lungimirante, che con il prezioso contributo della famiglia Lunelli, raggiungerà traguardi ancor più ambiziosi, perché per essere originali bisogna essere originari, e chi più di Bisol può essere originario nel mondo del Prosecco?”

La linea Bisol è fatta solo di Prosecco Superiore Docg e vuole raccontare la varietà del territorio di Valdobbiadene e sperimentare tutte le sfumature del Prosecco Superiore, perché ciascuna etichetta è espressione di un particolare terroir e di una specifica composizione del terreno. Una collezione fatta di eccellenza senza compromessi, che racconta il faticoso lavoro della terra, frutto di una viticoltura eroica. Proprio per valorizzare ed avere il massimo rispetto per l’identità del territorio, sono state create due nuove etichette della Denominazione Rive: il Relio Rive di Guia, che vuole essere il vertice della produzione della Casa e il Rive di Campea, espressione del più importante vigneto di proprietà.

Accanto alla gamma Bisol è stata rivista anche la collezione Jeio. Se Bisol è il cognome, Jeio è il soprannome. Jeio era infatti il soprannome con cui Desiderio Bisol nel dopoguerra era affettuosamente chiamato dalla moglie. Se Bisol è l’anima legata a un saper fare, Jeio è l’espressione più fresca della marca, il volto contemporaneo, l’anima gioiosa del Prosecco che esprime la capacità di godere della qualità della vita, tipicamente italiana. Queste due collezioni sono due anime complementari della stessa marca che convivono e giocano l’una  con l’altra.

“È un progetto strategico per il Gruppo Lunelli ma vuole dare anche un contributo allo sviluppo del territorio” afferma Matteo Lunelli, Amministratore Delegato del Gruppo Lunelli e Vice Presidente di Bisol. “Il Prosecco in tutto il mondo continua a crescere a ritmi straordinari, ma sul mercato viene richiesta prevalentemente la categoria senza indicare la preferenza per uno specifico marchio. Siamo convinti che sia fondamentale sottolineare la differenza tra Prosecco e Prosecco Superiore e auspichiamo che si sviluppino marchi riconosciuti e riconoscibili dal consumatore, al fine di promuovere la qualità e valorizzare questo grande vino. Bisol vuole essere sempre di più protagonista del Prosecco Superiore di Valdobbiadene”.

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Approfondimenti vini#1

Vinitaly 2018: Bacio della Luna presenterà il nuovo Prosecco Bio

 “L’appuntamento a Vinitaly, vetrina d’eccellenza per il vino italiano, è per Bacio della Luna un appuntamento immancabile. Ci aspettiamo un grande successo per tutta la nostra gamma di Valdobbiadene e, in particolare, per il nostro nuovo Prosecco Doc Brut Biologico, nel quale crediamo molto. Nel 2016 il segmento del biologico ha avuto un aumento a doppia cifra, e ciò riguarda anche il vino. Basti pensare che, ad oggi, la superficie vitata con metodo bio arriva a circa il 17% della superficie totale italiana. Noi abbiamo colto questa sfida e puntiamo molto su questo segmento sia nei vini spumanti che in quelli fermi e speriamo davvero di cogliere nel segno”.

Con queste parole Roberta Deflorian, Direttore di Bacio della Luna, annuncia la partecipazione della rinomata Cantina di Vidor (Tv) alla più importante Fiera italiana dedicata al Vino, Vinitaly, che si terrà dal 15 al 18 aprile a Verona. Vera novità 2018 sarà la presentazione del nuovo Prosecco Doc Brut Biologico, in anteprima assoluta italiana. Il nuovo spumante, il cui processo di vinificazione non prevede l’utilizzo di pesticidi e sostanze chimiche, dalla vendemmia alla produzione, così da certificarlo come biologico, ha già riscosso grande successo a Prowein dove è stato definito dagli esperti di settore”molto interessante e di ottima qualità”. Non mancheranno inoltre tutti gli spumanti della linea Bacio della Luna, dal Cartizze Docg Dry, fiore all’occhiello della Cantina, ai prosecchi Docg, Millesimato Extra Dry e Millesimato Brut.

“Abbiamo già in agenda molti appuntamenti con giornalisti, critici e buyer, sia italiani che stranieri, in particolare dall’Est Europa, Russia ed Asia. La Fiera sarà anche l’occasione di incontrare i partner e i distributori italiani che, al nostro fianco da anni, contribuiscono al successo dei vini di Bacio della Luna. Andiamo a Vinitaly con grande entusiasmo – conclude Deflorian – certi di riuscire a conquistare anche l’esperto pubblico di questa importantissima manifestazione italiana”.

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news ed eventi

Tutto il vino da bere a Milano Golosa 2017

Un seminario sull’interpretazione delle bollicine in biodinamica e cinque masterclass a tema vino. Il programma di Milano Golosa 2017, tra gli oltre 200 espositori artigiani presenti, offre anche una proposta importante per tutti gli appassionati di vino.

Si tratta della sesta edizione della manifestazione ideata dal “gastronauta” Davide Paolini. In programma al Palazzo del Ghiaccio di Milano, dal 14 al 16 ottobre 2017.

Il seminario B&B Bollicine e Biodinamica è in programma lunedì 16 ottobre alle 13 in Sala WineMi. Tema dell’incontro è l’interpretazione delle bollicine in biodinamica nei territori di Valdobbiadene, Franciacorta, Oltrepò Pavese. Per l’occasione saranno presenti tre cantine simbolo di questi territori: Cà del Vent per la Franciacorta (da assaggiare il Brut Rosè Pas Operé 2010, tra i migliori vini selezionati da vinialsuper a VinNatur – Villa Favorita 2017Cà dei Zago per Valdobbiadene, Andi Fausto per Oltrepò Pavese.

Proprio le parole di Andi, dal suo quartier generale di Moriano di Montù Beccaria (PV)  sintetizzano lo spirito del seminario: “Il rapporto tra uomo e natura è la base di un’essenziale ricerca da cui parte l’impegno a intervenire sulla campagna facendo proprie consuetudini, nuove tecniche, ricerca di una dimensione etica che sostiene un progetto di armonia ed equilibrio”.

Oltre al seminario, in programma cinque masterclass pensate in collaborazione con WineMi, la rete che raggruppa 5 enoteche storiche milanesi, simbolo della cultura del bere bene meneghino: Enoteca Eno Club, Cantine Isola, La Cantina di Franco, Enoteca Ronchi, Radrizzani Drogheria Enoteca, in partnership con alcune importanti cantine italiane.

LE DEGUSTAZIONI
1)
La prima degustazione in programma sabato 14 ottobre alle 15, sempre in Sala WineMi, è Forza 5: viaggio nella Sicilia di Planeta in 5 tappe (Etna, Menfi, Noto, Vittoria, Milazzo). Una degustazione attraverso cinque territori dell’isola per approfondire la più antica tradizione enologica siciliana, alla scoperta di un patrimonio di varietà indigene e della biodiversità.

2) Sempre sabato, alle 17, in programma invece Col D’Orcia: il grande rosso di Montalcino. Col d’Orcia presenta una verticale del Rosso di Montalcino per dimostrare l’ottima evoluzione che questo grande vino possiede.

3) Altro appuntamento domenica 15 ottobre alle 13 con Villa Bucci: Le Marche, il Verdicchio e le vigne vecchie. Un approfondimento su un vitigno fortemente identitario, il Verdicchio, che trova la sua massima espressione nei vini Villa Bucci.

4) Alle 15.30 si continua con Les Cretes: i vini eroici della montagna valdostana. Les Cretes presenta i suoi vini estremi, provenienti da vitigni che crescono in terre impervie, strappate alla montagna. Zone morfologicamente disagiate, in cui diventa fondamentale la tenacia e la passione del vignaiolo.

5) Infine, alle 17.30, c’è Non c’è Rum senza Zafra. Una degustazione del padre di tutti i rum, nato vent’anni fa dalle sapienti mani di Mastro Ronero che ha saputo trasformare la canna da zucchero, raccolta unicamente a mano, in un distillato unico che vanta un invecchiamento in botti di Bourbon Americano.

Le degustazioni avranno una durata di circa un’ora e mezza e saranno guidate dagli esperti delle case vinicole in questione. “Sono pensati come approfondimenti – sottolineano gli organizzatori – che avvicineranno i visitatori alle più pregiate etichette e annate. A queste proposte si aggiunge la presenza tra i banchi d’assaggio di numerose cantine selezionate da tutta Italia”.

ORARI E BIGLIETTI DI MILANO GOLOSA
L’evento sarà aperto al pubblico sabato 14 ottobre (dalle 12 alle 20.30), domenica 15 ottobre (dalle 10 alle 20.30) e lunedì 16 ottobre (dalle 9 alle 17). Tanti gli eventi che coinvolgeranno anche altri luoghi – ristoranti ed enoteche del centro – con il programma di Fuori Milano Golosa.

Il biglietto d’ingresso, come nelle passate edizioni, sarà di 10 euro a persona, 5 euro per i bambini dai 6 ai 12, bambini minori di 6 anni gratuito. Il programma sarà presto disponibile sul sito della manifestazione (www.milanogolosa.it).


MILANO GOLOSA IN BREVE
14-15-16 OTTOBRE 2017 Palazzo del Ghiaccio | Via G. B. Piranesi 14, Milano (02-86462555/1919); info@milanogolosa.it; www.milanogolosa.it. Facebook: @MilanoGolosa; Twitter: @ilgastronauta; Instagram: @gastronauta_official
ORARI AL PUBBLICO
Sabato: 12.00 – 20.30
Domenica: 10.00 – 20.30
Lunedì: 09.00 – 17.00

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Vini al supermercato

Prosecco al supermercato: migliori e peggiori

Venti bottiglie di Prosecco in degustazione “alla cieca”, per decretare il migliore presente sugli scaffali delle maggiori catene di supermercati italiani.

Da Esselunga a Iper Coop, passando per Auchan, Carrefour, Iper – la grande I, Penny Market e Lidl, senza dimenticare insegne importanti come Il Gigante, Unes e Despar.

Tre i Prosecco che la spuntano, adatti ad accompagnare dall’aperitivo alle carni bianche, passando – perché no? – anche da piatti di pesce non troppo elaborati.

Tre prodotti capaci di accontentare ogni tipo di palato: da quello di neofiti e bevitori occasionali, a quello di chi pretende di più, anche da un “semplice” Prosecco.


I MIGLIORI PROSECCO AL SUPERMERCATO
1) Bel perlage, profumati invitanti. Zucchero dosato al punto giusto, tanto da non stancare mai la beva e chiamare un sorso dopo l’altro. Sul podio dei Prosecco in vendita al supermercato finisce il Prosecco Doc Superiore di Martini & Rossi (gruppo Bacardi). Un Extra Dry da 11,5% vol.

E’ questo il miglior Prosecco “pop”, secondo la redazione di vinialsuper. Rappresenta, cioè, esattamente quello che ci si deve aspettare da un (buon) Prosecco. Semplicità, dunque. Ma anche un certo carattere. Peraltro una bottiglia dall’ottimo rapporto qualità prezzo (5,50 euro circa), in tutte le catene di supermercati che lo espongono in vendita.

Giallo paglierino con riflessi verdolini velati, bollicina fine nel calice, anche se la persistenza delle “catenelle” non è da superstar. Naso tipico, intenso e pulito, che lascia spazio anche a sorprendenti note esotiche di mango, banana e mandarino.

Palato corrispondente dal punto di vista degli aromi, con spuma satinata e cremosa che accompagna, verso la chiusura, un’acidità ben dosata. Buona anche la persistenza, agilmente sopra le soglie della sufficienza.


2) Il Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene Docg di Carpenè Malvolti è la “bollicina” veneta consigliata a chi, al Prosecco, chiede qualcosa di più. Anche in questo caso siamo di fronte a un Extra Dry, mentre la percentuale d’alcol in volume scende di mezzo grado rispetto al Prosecco Doc Martini, assestandosi sugli 11.

L’etichetta, del resto, parla da sola: svecchiata rispetto all’originale, senza perdere tuttavia l’eleganza che contraddistingue da sempre la casa spumantistica di Conegliano (TV). Che di questo Prosecco ha fatto un’icona.

Giallo paglierino con riflessi dorati, il Prosecco Superiore Docg di Carpenè Malvolti sfodera un naso da Metodo classico (la tecnica utilizzata per la produzione dello Champagne). Roba da far sospettare di non essere di fronte a una bottiglia del più venduto degli Charmat al mondo.

Miele d’acacia, fruttato elegante di ananas, una punta di lime. Note che arrivano a sfiorare anche l’idrocarburo. Che ci sia dell’ottimo Chardonnay nel blend con la Glera? Il disciplinare, del resto, lo consentirebbe.

Ingresso di bocca morbido, sul filo di una corrispondenza gusto olfattiva pregevole. L’acidità non manca, anzi. Anticipa (e controbilancia) una sapidità capace di conferire ulteriore “gusto” al sorso. La chiusura richiama ancora una volta il nobile vitigno di origine francese, con le sue percezioni ammandorlate. Chapeau.


3) Last but not least, come direbbero gli inglesi che del Prosecco ne hanno fatto ormai un’ossessione (in Inghilterra lo spumante veneto fa ormai a gara con la birra locale), il Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg di un altro colosso del Wine in Italy, Santa Margherita Spa di Fossalta di Portogruaro (VE). Questa volta siamo di fronte a un Prosecco più secco, un Brut, da 11,5% vol.

Giallo paglierino con riflessi oro, spuma creosa che si dissolve lenta. Fine e persistente il perlage. Dal calice di Prosecco Superiore Docg Santa Margherita si elevano note fruttate dalla leggerissima vena “dolce”, come da attese per uno spumante dal grado zuccherino più modesto rispetto a quello dei compagni Prosecco Extra Dry.

Un naso di eccellente finezza quello del Valdobbiadene Santa Margherita. Lasciato a “riposo” per qualche minuto, l’olfatto arriverà a donare sentori pregevoli di foglia secca di pomodoro. Al palato dominano la morbidezza e la tipicità del Prosecco. Con l’aggiunta di un pizzico di mineralità, che sboccia soprattutto nel retro olfattivo assieme alla pera Williams. Facile berne un bicchiere dietro l’altro, senza mai stancarsi.

A UN PASSO DAL PODIO
A un passo dal podio il Prosecco Doc Zonin: naso elegante, bolla satinata, acidità giocata su note d’arancia, prima di una chiusura lunga. Non male al palato Bellussi (U2 – Unes): bocca pulita, acidità e mineralità piacevolissime, ma solo dopo un naso piuttosto costruito. Olfatto che è anche la croce del Prosecco Doc Mionetto, che invece al palato regala un frutto piacevole e uno zucchero ben dosato, così come una buona persistenza retro olfattiva.

I PEGGIORI
Tra i Prosecco degustati, ci sentiamo di sconsigliarne (tassativamente, o quasi) due in particolare. Ad accomunarli – oltre al costo al limite del sotto-costo – un perlage grossolano, una spuma degna d’una birra, un naso citrico e un palato tra il piatto e l’artificiale.

Si tratta del Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg “Villa de’ Bruni”, in vendita negli store Penny Market, e il Prosecco Doc Allini della catena tedesca di supermercati Lidl.

Male anche alcuni Prosecco di nomi importanti: insufficiente l’Extra Dry di Cescon, così come il Prosecco Superiore Valdobbiadene Docg “Col del Sol” di Ca’ del Sole Vini, in vendita nei supermercati Il Gigante. Male entrambi i Prosecco (Doc e Docg Valdobbiadene) della linea “Il Viaggiator Goloso” (Finiper – Unes).

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Approfondimenti news

Prosecco non è sinonimo di spumante: la campagna di vinialsuper #nonsoloprosecco

Quante volte vi è capitato di ordinare al bar “un Prosecco”? Ma vi siete mai chiesti se in quel calice c’era davvero del “Prosecco”?

Con il termine “Prosecco”, infatti, non si definisce un qualsiasi “spumante” o vino “con le bollicine”. Bensì quel determinato spumante – Doc o Docg – prodotto in Veneto e in Friuli Venezia Giulia.

Vi sognereste mai di chiamare “Chianti” qualsiasi vino rosso? Crediamo (speriamo) di no. Ecco perché occorre fare un po’ d’ordine: mentale, innanzitutto. E poi culturale.

Vinialsuper lancia quindi la campagna “Prosecco non è sinonimo di spumante” e l’hashtag #nonsoloprosecco, che vi invitiamo a utilizzare. Lo facciamo per voi. Perché vogliamo esser certi che, quando ordinate un “Prosecco”, intendiate proprio quel vino. Condividete l’articolo, ditelo agli amici, fatevi un selfie con la scritta “Prosecco non è sinonimo di spumante”! Insomma: inventatevi qualcosa per diffondere la cultura del vino.

I TRE PROSECCO: DOC E DUE DOCG
Sono tre le “versioni” di Prosecco, prodotte in base a disciplinari ben precisi: una a Denominazione di origine controllata (Doc) e due a Denominazione di origine controllata e garantita (Docg). Per tutti vale il metodo di spumantizzazione delle uve denominato Martinotti o Charmat, che prevede la rifermentazione del mosto in autoclave.

E’ questa la differenza principale con il Metodo Classico, che prevede una seconda fermentazione in bottiglia. Con il Metodo Classico (altrimenti noto come Champenoise) viene infatti prodotto lo Champagne, così come gli spumanti italiani più pregiati: Trento Doc, Franciacorta Docg, Alta Langa Docg e Oltrepò Pavese Docg, per citarne alcuni.

IL PROSECCO “MILLESIMATO”
Anche la definizione “Millesimato” è oggetto di grande confusione: di fatto, tutti i “prosecchi” sono “millesimati”. Questo termine, che non ha nessuna valenza relativa alla qualità della bottiglia, serve a evidenziare che tutte le uve con il quale è stato prodotto lo spumante sono state raccolte nella medesima annata. Frutto, dunque, dello stesso anno di vendemmia.

Ovvio, dunque, che un Prosecco sia “Millesimato”. Non sarebbe invece così scontato di fronte a un Metodo Classico italiano o a uno Champagne, che possono essere prodotti con assemblaggi di più annate.

La scritta “Millesimato” su un Prosecco è dunque un escamotage di marketing (pur consentito dalla legge italiana) con il quale il produttore – giocando sull’ignoranza del consumatore – tenta di dare inutile lustro alla propria etichetta, scimmiottando il Metodo Classico e gli Champagne. Anche se è vero che qualche casa vinicola usa miscelare annate differenti di Glera, per uniformare anno di anno in anno il gusto “di cantina”. Vediamo dunque le varie tipologie dello spumante Prosecco.

Prosecco Doc
Citando il disciplinare: “Il vino a denominazione di origine controllata ‘Prosecco’ deve essere ottenuto da uve provenienti da vigneti costituiti dal vitigno Glera; possono concorrere, in ambito aziendale, da soli o congiuntamente fino ad un massimo del 15%, i seguenti vitigni: Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera, Glera lunga, Chardonnay, Pinot bianco, Pinot grigio e Pinot nero (vinificato in bianco), idonei alla coltivazione per la zona di produzione delle uve (province di Belluno, Gorizia, Padova, Pordenone, Treviso, Trieste, Udine, Venezia e Vicenza”.

Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg
Sempre citando il disciplinare: “La denominazione d’origine controllata e garantita ‘Conegliano Valdobbiadene – Prosecco’, o ‘Conegliano – Prosecco’ o ‘Valdobbiadene – Prosecco’, è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti per le seguenti tipologie: ‘Conegliano Valdobbiadene – Prosecco’, ‘Conegliano Valdobbiadene – Prosecco” frizzante’, ‘Conegliano Valdobbiadene – Prosecco’ spumante, accompagnato dalla menzione ‘Superiore di Cartizze’ se ottenuto nella tradizionale sottozona, nei limiti e alle condizioni stabilite”.

La zona di produzione delle uve atte ad ottenere i vini ‘Conegliano Valdobbiadene – Prosecco’ comprende il territorio collinare dei Comuni di Conegliano, San Vendemiano, Colle Umberto, Vittorio Veneto, Tarzo, Cison di Valmarino, San Pietro di Feletto, Refrontolo – Susegana, Pieve di Soligo, Farra di Soligo, Follina, Miane, Vidor e Valdobbiadene.

Il vino spumante denominato “Cartizze”, ottenuto da uve raccolte nel territorio della frazione di San Pietro di Barbozza del Comune di Valdobbiadene (dove deve avvenire l’intero processo di vinificazione), ha diritto alla sottospecificazione “Superiore di Cartizze” (107 ettari totali di vigneto, il “Cru” del Prosecco).

I vini “Conegliano Valdobbiadene – Prosecco” devono essere ottenuti dalle uve provenienti dai vigneti costituiti dal vitigno Glera. Possono concorrere, in ambito aziendale, fino ad un massimo del 15%, le uve delle seguenti varietà, utilizzate da sole o congiuntamente: Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera e Glera lunga.

Colli Asolani Prosecco (oggi Asolo Prosecco)
Secondo il disciplinare, “la denominazione di origine controllata e garantita ‘Colli Asolani – Prosecco’ o ‘Asolo – Prosecco’ è riservata ai vini che rispondono alle condizioni e ai requisiti stabiliti dal presente disciplinare di produzione, per le seguenti tipologie: ‘Colli Asolani – Prosecco’ o ‘Asolo – Prosecco’, ‘Colli Asolani – Prosecco’ o ‘Asolo – Prosecco’ spumante, accompagnato dalla menzione superiore e ‘Colli Asolani – Prosecco’ o ‘Asolo – Prosecco’ frizzante”.

“La zona di produzione delle uve atte alla produzione dei vini a Docg ‘Colli Asolani – Prosecco’ o ‘Asolo – Prosecco’ comprende l’intero territorio dei comuni di Castelcucco, Cornuda e Monfumo e parte del territorio dei comuni di Asolo, Caerano San Marco, Cavaso del Tomba, Crocetta del Montello, Fonte, Giavera del Montello, Maser, Montebelluna, Nervesa della Battaglia, Paderno del Grappa, Pederobba, Possagno, San Zenone degli Ezzelini e Volpago del Montello”, con ulteriori delimitazioni geografiche specifiche.

IL PROSECCO ROSÉ? NON ESISTE
Le norme che disciplinano la produzione del Prosecco sono chiare e non lasciano spazio a interpretazione. Ma la comune richiesta di “Prosecco” come sinonimo di “spumante” porta con sé un altro equivoco: quello del “Prosecco rosé”. Semplice smontarlo: non esiste.

La tecnica di vinificazione delle varie tipologie di Prosecco, infatti, vieta l’utilizzo di uve rosse vinificate in rosa, ovvero con breve contatto delle bucce a contatto con il mosto.

Le uve a bacca rossa come il Pinot Nero (per un massimo del 15%) adatte alla produzione del Prosecco, infatti, devono essere vinificate senza buccia, responsabile del rilascio del colore rosso (o rosato), in base alla durata del contatto con il mosto.

La vinificazione in bianco prevede dunque la fermentazione del solo succo d’uva, senza la parte solida costituita dalla buccia.

Se sulla carta dei vini di un ristorante doveste mai leggere “Prosecco Rosé”, come nel caso clamoroso denunciato da vinialsuper che vede come protagonista il Ricci di Milano (ristorante di Belen e Bastianich) sappiate che si tratta di un (patetico) escamotage per vendere qualcosa che non esiste, approfittandosi della riconoscibilità e notorietà, ormai internazionale del “Prosecco”.

In quel caso: rimbalzate la proposta e chiedete lumi al ristoratore. Oppure, meglio: alzatevi e cambiate ristorante. Magari consigliando di leggere questo articolo. #nonsoloprosecco

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In auto d’epoca sulla Strada del Prosecco: il programma della Centomiglia 2017

Un tour in auto d’epoca sulle tracce della prima arteria enologica italiana, avvolti nello straordinario scenario delle colline di Conegliano Valdobbiadene, paesaggio candidato a Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Nella terra del Prosecco Superiore un reticolo di vigneti, borghi storici, castelli e specialità gastronomiche tutte da scoprire. Simbolo di un territorio che vanta una tradizione vitivinicola secolare.

È la Centomiglia sulla Strada del Prosecco Superiore, giunta quest’anno alla dodicesima edizione: un ricco calendario di eventi in programma dall’8 al 10 settembre. Tra le cantine che sarà possibile visitare, tutte aderenti alla Docg Prosecco Superiore, figurano Bernardi Pietro & Figli, Bortolin Angelo, Colli del Soligo, La Tordera, Le Bertole, Malibràn, Mionetto, Tenuta Torre Zecchei e Salatin. Gli equipaggi potranno guadagnare durante il viaggio alcune bottiglie come souvenir.

VINO E CULTURA
In programma anche una sosta alla Casa della Fantasia di Sarmede dove, in collaborazione con il Comune di Sarmede e la Fondazione Mostra Internazionale d’Illustrazione per l’Infanzia Stepan Zavrel, i partecipanti potranno visitare il Museo dedicato alle opere del grande illustratore Zavrel e di altri artisti di fama internazionale.

Deliziose tipicità gastronomiche verranno proposte da Cà del Poggio Ristorante&Resort, a Castelbrando, assieme al tradizionale ‘spiedo’ dalla Pro Loco San Pietro di Barbozza. Conegliano ospiterà l’arrivo dei partecipanti, che potranno concedersi una passeggiata in centro storico per un aperitivo in Piazza Cima presso lo storico Caffè al Teatro e ammirare, in via XX Settembre, le opere degli artisti partecipanti all’evento ‘Pittori in Contrada’.

IL PROGRAMMA
Venerdì 8 settembre
Ore 15.30 / 19.00: Pieve di Soligo, centro storico. Raduno delle auto d’epoca. Aperitivo di accoglienza. Registrazione partecipanti. Ore 20.30: Cena di benvenuto presso il Cà del Poggio Ristorante&Resort

Sabato 9 settembre
Ore 8.00: Valdobbiadene, raduno auto presso Piazza Marconi
Ore 9.00: Valdobbiadene, partenza primo concorrente
Ore 12.30: San Pietro di Barbozza, pranzo con prodotti tipici locali a cura della Pro Loco, presso la sede della Mostra del Vino
Ore 17.30: Conegliano, arrivo primo concorrente
Ore 20.30: Cison di Valmarino, Castelbrando, Cena Finale con premiazioni

Domenica 10 settembre
In mattinata visita guidata con degustazione presso la storica cantina Mionetto di Valdobbiadene

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Food Lifestyle & Travel

RICETTA Frittelle con fiori di zucchina

Iniziamo con una ricetta semplicissima. Stamattina ho raccolto dal mio orticello tanti fiori di zucchina ed ho pensato di preparare delle frittelle (tanto care alla mia prole!).

Ho usato poco più di una dozzina di fiori puliti, lavati e messi a scolare a testa in giù. Ho preparato la pastella con 400 gr di farina, 25 cl di acqua, un pizzico di sale, un uovo, 50 gr di grana e 50 gr di pecorino romano, un pizzichino di pepe nero e un cucchiaino di lievito di birra disidratato.

Dopodiché ho aggiunto i fiori tagliuzzati, lasciando lievitare per un’ oretta circa. Consiglio di scegliere una padella bella alta e di utlizzare olio di arachidi per la frittura.

Una volta caldo l’ olio, aiutandomi con due cucchiai, ho versato la pastella, rigirando di tanto in tanto le frittelle. Quelle pronte le ho adagiate su un foglio di carta per fritti e poi… Buon appetito!

Abbinamento vino consigliato: Valdobbiadene Superiore Docg Prosecco Giustino B, Ruggeri (Iper La grande i)

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Vini al supermercato

Cuvèe Sergio Rosè MO Collection, Mionetto

(3,5 / 5) Un prodotto particolare, “diverso”. È la Cuvèe Sergio Rosè MO Collection di Cantine Mionetto. Diverso perché Mionetto, cantina che ha fatto del Prosecco una bandiera, presenta qui uno spumate Extra dry rosè.

LA DEGUSTAZIONE
Colore rosa tenue, brillante, con bei riflessi rosa intenso. Anche la ricca spuma, piuttosto persistente, ha un leggero colore rosato che adorna piacevolmente il bicchiere. Il perlage è abbastanza fine, vigoroso e persistente.

Al naso, Sergio Rosè MO di Cantine Mionetto è molto fruttato. Prevalgono note agrumate di pompelmo, seguite da sentori di piccoli frutti rossi. In bocca è agile, l’effervescenza lo rende giustamente tagliente e beverino. Di buon corpo se paragonato a molti altri charmat.

La buona acidità controbilancia la nota zuccherina (14-17 grammi per litro il dosaggio dichiarato). Nota zuccherina che equilibra il finale, altrimenti leggermente amarognolo. Persistente quanto basta. Valida alternativa ai “cugini” Prosecchi per un aperitivo, Segio Mo Collecion Mionetto è una cuvèe che, a tavola, si sposa bene con fritture leggere o carni non troppo saporite.

LA VINIFICAZIONE
Sergio Rosè è ottenuto da un blend di uve rosse autoctone delle regioni Veneto e Trentino, vinificate in rosato con pressatura soffice e poche ore di macerazione sulle bucce. Il vino base subisce poi il processo di spumantizzazione in autoclave.

Fondata nella zona di Valdobbiadene nel lontano 1887 da Francesco Mionetto, capostipite della famiglia, Mionetto ha saputo in quasi un secolo e mezzo di storia divenire una delle realtà più rappresentative del Prosecco anche a livello internazionale. La svolta nel 2008, quando la cantina è stata acquisita dal gruppo tedesco Henkell & CO. Sektkellerei KG, uno dei maggiori produttori europei di bollicine.

L’accesso ai mercati internazionali è stato così più agevole, senza tuttavia snaturare la propria tradizione e vocazione ai territori della Doc e della Docg. Oggi Mionetto è presente in tutti i maggiori mercati mondiali con 32 tipologie di spumante suddivisi in 7 linee di prodotto differente.

Prezzo: 8,19 euro
Acquistato presso: Iper, la Grande I

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Unesco, via libera al Prosecco dei record

L’aumento record del 25% delle vendite nel 2016 a livello mondiale dove il Prosecco è il vino Made in Italy più esportato “alimenta la popolarità e sostiene la candidatura nazionale in vista dell’appuntamento per il riconoscimento da parte dell’Unesco nell’appuntamento finale del luglio 2018 a Parigi”.

E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Istat nel commentare il via libera unanime alla candidatura del sito veneto “Le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene” per l’iscrizione nella Lista dei Patrimoni Mondiali dell’Unesco da parte della Commissione Nazionale Italiana.

Il via libera nazionale riconosce l’importanza di un territorio – sottolinea la Coldiretti – dallo straordinario valore storico, culturale e paesaggistico in grado di esprimere un produzione che ha saputo conquistare apprezzamenti su scala mondiale. La candidatura del Prosecco apre un anno storico per il Made in Italy nell’Unesco che, tra il 4 e l’8 dicembre 2017 a Seul, dove si tiene il comitato mondiale, esaminerà la candidatura per l’iscrizione dell’Arte dei Pizzaiuoli napoletani nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità Unesco a supporto del quale si sta completando la raccolta di 2 milioni di firme in tutto il mondo con il forte sostegno della Coldiretti.

LA PIZZA NAPOLETANA
L’arte dei pizzaiuoli napoletani sarebbe il settimo “tesoro” italiano ad essere iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. L’elenco tricolore comprende anche l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010) l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014).

Accanto al patrimonio culturale immateriale, l’Unesco ha riconosciuto nel corso degli anni anche un elenco di siti con l’Italia che è la nazione che detiene il maggior numero di siti (51) inclusi in questa lista dove il 22 giugno del 2014 a Doha in Qatar era stato inserito il paesaggio vitivinicolo del Piemonte. Monferrato, Langhe e Roero.

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Tutte le bollicine di Natale della Gdo: Esselunga Trento, Iper Prosecco. Auchan su Rocca dei Forti

Il Prosecco “chic”. Viene presentato così, in una massiccia campagna pubblicitaria, il Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Sanvito e Maset, bollicina veneta del marchio privato “Grandi Vigne” di Iper, La Grande i. E i punti vendita della catena Iper Montebello Spa si vestono a festa per l’occasione.

Enormi manifesti ricoprono in questi giorni le facciate principali, mostrando la bottiglia, due flute, e un piatto di gamberi. Quindici giorni di tempo per approfittare della promozione, valida fino al 31 dicembre, che vede il Prosecco Grandi Vigne ribassato del 35%: da 7,95 euro a 4,99 euro (6,66 euro al litro). Troppo per un Prosecco? O troppo poco? Noi che l’abbiamo assaggiato vi diciamo che – in linea generale – è un buon prodotto: fatevi scivolare addosso la botta di solforosa iniziale (quel tipico sentore di zolfo che caratterizza al naso l’utilizzo dei solfiti, i ‘conservanti’ del vino) e lasciate un attimo lì il calice, prima di iniziare a bere. Perlage mediamente fine e persistente che in bocca si tramuta in una bolla presente e piacevole, poco aggressiva, su tinte di mela verde.

E poi c’è chi punta decisamente più in basso. Come Carrefour, che propone a volantino il Prosecco Doc Campo del Passo a 2,99 euro, rispetto all’iniziale 5,99 euro (-50% netto). Da Esselunga, il Prosecco Superiore di Valdobbiadene Docg è quello dei Produttori di Valdobbiadene, sugli scaffali dello storico retailer milanese a 4,61 euro (40% di sconto sul prezzo pieno di 7,69 euro). Spazio anche alla Franciacorta, con la Cuvée Imperiale di Berlucchi ‘tagliata’ a 7,99 euro. A vestire la maglia delle bollicine trentine l’ottima Cesarini Sforza, con lo Spumante Metodo Classico Millesimato a 6,83 euro, rispetto gli iniziali 11,39: roba da mettersene in cantina (come minimo) un cartone.

Sull’altra faccia della falce e del carrello ecco Coop, che batte tutti con il “Sottocosto” e sceglie Ferrari per la tavola di Natale degli italiani. Il Metodo Classico Brut astucciato della nota casa vinicola di Trento è in promozione fino al 24 dicembre a 7,58 euro, con un ribasso del 30% rispetto agli iniziali 10,83 euro.

Conad, a volantino, riporta tutti in Veneto. Con il suo 40% di sconto sul Prosecco Superiore Docg Valdobbiadene Astoria (3,90 euro), ma soprattutto con il top di gamma veneta Cartizze Oro Valdo (8 euro). La risposta della Franciacorta al Trento Doc di Ferrari in promo nei supermercati Coop è affidata al Metodo Classico Contadi Castaldi, a casa vostra per “soli” (citiamo appunto il volantino) 12,90 euro.

Auchan, in pieno stile francese declinato al Natale 2016 (vedi Prosecco al Carrefour) punta tutto sulla base della base con Rocca dei Forti, forte anche della spinta che, come ogni anno sotto Natale, arriva dalla campagna pubblicitaria televisiva del gruppo di Serra San Quirico, Ancona: appena 1,99 euro per portarsi a casa la bollicina.

Non mancano però offerte interessanti sull’asse Trento-Verona: fino alla Vigilia di Natale, Cesarini Sforza a 7,99 euro (1,16 euro in più rispetto alla promozione di Esselunga) e Prosecco Superiore di Valdobbiadene Docg Brut Scudo Verde Val D’Oca a 4,99 euro, in risposta al Grandi Vigne di Iper, La grande i.

Curiosa la scelta di Lidl, che preferisce privilegiare vini rossi fermi e importanti come l’Amarone della Valpolicella (taglio prezzo di 3 euro dal costo iniziale di 15,99 euro) e il Bolgheri Doc Toscana (da 11,99 a 8,99 euro), bianchi come il Pinot Griglio Veneto Igt (ribasso di un euro, per un prezzo al pubblico di 3,99 euro) e birra artigianale (in questo caso la promo è un 3×2: 2,98 euro al posto di 4,47). [sg_popup id=”1″ event=”onload”][/sg_popup]

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Cosmofood 2016, dal Prosecco agli spumanti calabresi: bollicine protagoniste

Quattrocentocinquanta espositori tra cantine e aziende produttrici di attrezzature professionali e commerciali di prodotti alimentari. Questo e molto altro è stata Cosmofood, manifestazione svoltasi dal 12 al 15 novembre a Vicenza, di cui vinialsupermercato.it è stata partner. Un pubblico di 42 mila persone ha è stato coinvolto in un ricco programma di oltre cento eventi e corsi semi professionali. Senza dimenticare degustazioni e seminari con ospiti illustri del mondo del food, come Ernst Knam.

Ma partiamo nel nostro raccontò tra le varie aziende di vino e non, addentrandoci nel mondo della birra. Due le realtà degne di nota tra quelle “industriali” e “garage”: il birrificio Engel e Tum. Il birrificio Engel, naturalmente di nazionalità tedesca, ha una produzione industriale che definiremmo “limitata”: la grande richiesta di questa birra di qualità ne limita la disponibilità. Un birrificio molto ricercato e in crescita, che sfodera interessanti Pils, Bock, Hell, oltre alla pluripremiata Gold.

L’azienda agricola Tum, di provenienza piemontese, più precisamente di Cavour, in provincia di Torino, si presenta con una base birra molto chiara e acida, sulla tendenza di birre antiche. Ma con un concetto giovanile e versatile: miscelare questa birra con vari sciroppi e aromatizzazioni.

Finito questo piccolo passaggio nel mondo delle birre ci avviciniamo naturalmente a ciò che più cattura il nostro interesse: il vino e i suoi produttori. Un viaggio che non poteva che iniziare da una bollicina, tra le più rappresentative della regione ospitante, il Veneto. Ci troviamo nello stand dell’azienda San Gregorio in Valdobbiadene, che produce Prosecco e non solo da generazioni. Un’azienda che ben si distingue con una sorpresa di ottima fattura. Una Docg ferma, ai più sconosciuta: la denominazione Prosecco Tranquillo, vino 100% Glera che si presenta al naso con tutte le caratteristiche olfattive di un Prosecco, ma che esalta la parte gustativa spesso celata, nel Prosecco “tradizionale”, dalla carica invasiva di anidride carbonica.

Superata la parte delle bollicine Charmat, ci avviciniamo a una delle bollicine italiane più in voga del momento: quella Franciacorta. Anche qui, ecco la sorpresa: quella di un’azienda che propone un ‘Metodo Solera’ per la produzione dei propri vini. Parliamo di Riva di Franciacorta. Naturalmente produttori delle varie declinazioni di Franciacorta, ben si fa apprezzare il Satén.

Ci spostiamo poi nel cuore dell’enologia italiana. Siamo in Umbria per conoscere la storia del Montefalco Sagrantino e delle cantine Rialto. Una realtà attiva dagli anni Cinquanta, che con passione coltiva non un vitigno ma una pianta definita ‘Sacra’, il Sagrantino appunto, capace di dare vita a una versione passita tradizionale, per poi essere “trasformata” anche nella classica versione secca.

Il viaggio enologico prosegue poi in Calabria, regione sempre poco citata, ma che produce ottime varietà, incontrando iGreco: azienda di qualità, si è fatta conoscere e premiare per i propri vini sul palcoscenico nazionale. Originaria di Cariati, in provincia di Cosenza, si presenta con diverse etichette tra cui spiccano alcuni spumanti di Greco bianco e Gaglioppo, oltre alle declinazioni classiche di bianco fermo di Greco e Nero di Calabria. Questa interessante azienda calabrese produce anche una versione di Gaglioppo che entra nel marchio WRT- Wine Researcher Team, un protocollo di vini con un regime rivolto alla naturalezza e alla chimica ridotta all’osso, sia in vigna che cantina.

Concludiamo il nostro tour al cospetto di sua maestà, l’Amarone. Vino della tradizione veneta, ma vinialsupermercato.it ama stupire. Segnalando questa volta un’azienda con uno sguardo rivolto al futuro di questo vino. Parliamo de Le Calendre, produttori in Valpolicella che si rendono protagonisti di un concetto di vino fresco e moderno, ma allo stesso tempo con la voglia di riscoprire vitigni antichi, che possono differenziare la produzione. Una riscoperta che punta a integrare uvaggi come la Corbina, la Croatina e la Turchetta, vinificati in cemento vetrificato e sottoposti a leggeri filtraggi, solo nel pre imbottigliamento.

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Strada del Prosecco: gemellaggio con Bordeaux e Palatinato

Sarà la storica sede di Villa Brandolini in Solighetto a ospitare il significativo momento di confronto fra tre prestigiose aree enoturistiche europee: quella francese di Bordeaux, quella tedesca del Palatinato e quella italiana del Conegliano Valdobbiadene. Venerdì 11 novembre, a partire dalle ore 16.00, un articolato programma svilupperà una ad una le tematiche utili a comprendere il futuro dei territori vocati al turismo enogastronomico. “Un convegno fortemente voluto dell’Associazione Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene – dichiara il presidente Isidoro Rebuli – per celebrare i 50 anni della nostra strada del vino, inaugurata nel 1966, ed attualmente un itinerario molto ambito e frequentato dai turisti”.

IL PROGRAMMA
Si parlerà dell’evoluzione della viticoltura nell’area Conegliano Valdobbiadene negli ultimi 50 anni, di proposte per una viticoltura sostenibile e del valore e del futuro delle Strade del Vino del Veneto. Sarà possibile ascoltare le testimonianze legate a esperienze di turismo sostenibile e responsabile, delle possibili sinergie tra regioni vinicole del mondo e dei progetti per il riciclo dei tappi in sughero. Lo si farà dando voce a Florence Maffrand, manager presso La Cité du Vin di Bordeaux, il monumentale ed avveniristico luogo dedicato alla cultura mondiale del vino.

Tra i relatori Martin Franck, direttore della Deutsche Weinstrasse, la più antica strada del vino del mondo nata nel 1935 nella regione del Palatinato; Diego Tomasi, direttore del Centro di Ricerca per la Viticoltura di Conegliano; Filippo Taglietti direttore tecnico del Consorzio per la Tutela del Vino Conegliano Valdobbiadene Docg; Carlos Veloso Dos Santos, amministratore delegato di Amorim Cork Italia, fondatore del progetto ETICO; Paolo Rosso, Direttore Direzione Turismo Regione Veneto. Modera Paolo Corbini (Associazione Nazionale Città del Vino).

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50 anni di Strada del Prosecco: il programma delle celebrazioni

Un programma ricco di iniziative per questo fine settimana del 10 e 11 settembre: tutto nel solco delle celebrazioni per i 50 anni della Strada del Prosecco Superiore. Si parte il sabato con la “Centomiglia“, manifestazione per auto d’epoca che ha conquistato anche il cuore degli stranieri. Gli equipaggi infatti provengono, oltre che dall’Italia, da Austria, Germania, Inghilterra e Svizzera.

Un tour emozionate tra le colline candidate a patrimonio Unesco, con visite a rinomate cantine e alla mostra d’arte dello scultore Valerio De Marchi. La domenica si terrà invece la “Rievocazione storica lungo la Strada del Prosecco Superiore”, con carrozze trainate da cavalli che percorreranno l’itinerario storico della strada del vino con partenza da via XX Settembre, nel centro storico di Conegliano, e soste presso l’Antica Pieve di San Pietro di Feletto, il Molinetto della Croda di Refrontolo, Villa Brandolini in Solighetto, Col San Martino.

Per terminare nel parco della Villa dei Cedri in Valdobbiadene, dove avverrà la pigiatura dell’uva, il saluto dei Sindaci del territorio e l’annullo filatelico della Cartolina Rievocativa appositamente realizzata, in collaborazione con Poste Italiane. Anche la regione tedesca del Palatinato partecipa ai festeggiamenti con la straordinaria presenza della Regina della Deutsche Weinstrasse Julia Kren. La festa sarà animata dai figuranti, tamburini e gli sbandieratori in costume d’epoca dalla Dama Castellana. Molte le cantine aperte per l’occasione lungo la Strada del Vino.

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Risotto alle fragole

Una ricetta fresca e di facile preparazione quella del risotto alle fragole “In cucina con Fede”. In tavola porterete un piatto colorato e spettacolare, che saprà stupire i vostri ospiti. Importante, come sempre, scegliere al supermercato o nei vostri negozi di fiducia gli ingredienti più freschi, che contribuiranno a rendere speciale la ricetta. Per quanto riguarda il vino in abbinamento, potete optare per qualsiasi Prosecco. Quello indicato dalla nostra redazione è uno dei migliori presenti nella grande distribuzione organizzata, soprattutto nel rapporto qualità prezzo. A voi la scelta, winelovers in Cucina con Fede!

Quantità per: 4 persone
Realizzazione: facile
Vino in abbinamento: Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg

TI SERVE

  • 20 cucchiai di riso Carnaroli
  • 100 gr di fragole
  • Mezzo bicchiere di Prosecco
  • Sale nero delle Hawaii
  • Pepe bianco
  • Olio evo
  • Mezza cipolla bianca
  • Parmigiano
  • 400 ml di brodo vegetale
  • Glassa al balsamico e una foglia di menta per guarnire

PREPARAZIONE

1. Soffriggi la cipolla con un po’ d’olio in una casseruola e tosta il riso. Fai sfumare con il prosecco e aggiungi il brodo poco alla volta.
2. Metti le fragole tagliate a pezzetti piccoli (tranne 4), il sale e il pepe.
3. A fine cottura (ci vorranno almeno 15/20 minuti) spegni il fuoco, manteca con una manciata di parmigiano grattugiato e un cucchiaio di prosecco. Guarnisci con la glassa al balsamico, la foglia di menta e le fragole.

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La Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene compie 50 anni

Compie mezzo secolo la Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene, primo esempio italiano di percorso enoturistico che ha trainato lo sviluppo economico e ricettivo dell’area. La celebrazione della ricorrenza prevede un programma di iniziative che si apre nel secondo weekend di settembre, venerdì 9 e sabato 10 settembre, con la “Centomiglia sulla Strada del Prosecco Superiore”, manifestazione turistica culturale per auto d’epoca di prestigio e si chiude domenica 13 novembre con la “Caccia al Tesoro” lungo la Strada del Vino tra le colline di Conegliano Valdobbiadene, in concomitanza con la Giornata Europea dell’Enoturismo. Domenica 11 settembre si tiene invece la “Rievocazione storica lungo la Strada del Prosecco” con figuranti in costumi d’epoca, tamburini, sbandieratori, carrozze trainate da cavalli, cantine aperte ed iniziative di intrattenimento lungo il percorso. Quella del Prosecco e vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene è la strada dei vini più antica d’Italia, spesso d’esempio per le tante altre che oggi si dipanano lungo tutto lo stivale. E’ un percorso che si ramifica in itinerari che coprono l’intera fascia collinare da Conegliano a Valdobbiadene, nella parte settentrionale della provincia di Treviso, abbracciando quella comunità di persone e territorio che ha creato un vero e proprio fenomeno dell’enologia mondiale moderna: il Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG. Questa prima arteria enologica italiana, ideata nel 1966, è stata ripresa e ampliata nel 2003 affiancando ai tratti storici percorsi tematici in grado di valorizzare tutto il territorio, i suoi diversi paesaggi viticoli e le tante attrattive anche storico-artistiche, disseminate lungo le colline tra Conegliano e Valdobbiadene.

Il punto di partenza della Strada coincide, non per caso, con la Scuola enologica di Conegliano, la prima creata in Italia, nel 1876. Da lì si parte per Collalbrigo, che regala suggestivi panorami sui colli circostanti. Quindi si prosegue verso Rua di Feletto e il suo seicentesco eremo camaldolese, per arrivare a San Pietro di Feletto ove sorge la splendida Pieve del XII secolo. Il successivo tratto di strada, tra un susseguirsi di scorci suggestivi sui colli del Felettano, si dipana fino a Refrontolo, nota per l’antico ‘Molinetto della Croda’ e la produzione di un piccolo gioiello enologico, il Refrontolo Passito Docg. Arrivati a Solighetto, c’è la settecentesca Villa Brandolini, sede del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, istituito nel 1962. AFarra di Soligo, si possono ammirare le medievali Torri di Credazzo, testimonianza della presenza longobarda, e l’autentico gioiello della Chiesetta di San Virgilio. E poi ancora Colbertaldo da dove si prosegue verso nord immergendosi tra infiniti vigneti per raggiungere quello che è il “cru” per eccellenza dell’area Docg: la collina del Cartizze, da cui si ricava l’omonimo pregiato spumante.

Dal basso, dirigendosi verso il Follo e risalendo poi verso Santo Stefano, si incontrano alcuni tra i più bei panorami della zona finché, oltrepassati Santo Stefano e San Pietro di Barbozza, si arriva infine a Valdobbiadene. Così con i suoi 120 chilometri complessivi che si addentrano e si inerpicano lungo le Rive da Conegliano a Valdobbiadene, il tracciato guida il visitatore tra vigneti ininterrotti, borghi e paesi dove si respira il sapore della secolare arte enoica di queste terre, che proprio quest’anno hanno ottenuto il riconoscimento di Paesaggio Rurale Storico, grazie alla storia, alle tradizioni, al paesaggio ed ora aspirano alla nomina di Patrimonio UNESCO. Le colline di Conegliano Valdobbiadene sono state inoltre nominate quest’anno “Città Europea del Vino 2016”. E proprio nell’ambito del programma delle celebrazioni per i 50 anni della Strada del Prosecco Superiore si terrà presso Villa Brandolini in Solighetto venerdì 14 ottobre un convegno dedicato al turismo sostenibile in occasione della Convention dell’Associazione Nazionale Città del Vino.

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Veneto, Centomiglia sulla Strada del Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene

Sono aperte le iscrizioni alla undicesima edizione della Centomiglia sulla Strada del Prosecco Superiore, l’evento che sabato 10 settembre 2016 porterà splendide auto d’epoca a percorrere la Strada del Vino più antica d’Italia, che proprio quest’anno compie 50 anni. Un viaggio nello straordinario scenario paesaggistico delle colline trevigiane di Conegliano Valdobbiadene (già candidate a sito patrimonio dell’umanità UNESCO) tra vigneti e borghi storici con soste presso le rinomate cantine del Prosecco Docg. Un’occasione unica per conoscere ed apprezzare i vini, i cibi ed i luoghi di valore di un territorio nominato quest’anno Città Europea del Vino e di recente iscritto nel ‘Registro Nazionale del paesaggio rurale storico’ istituito dal Ministero per le politiche agricole. Modulo di adesione alla manifestazione sul sito www.coneglianovaldobbiadene.it.

IL PROGRAMMA

Venerdì 9 settembre
Ore 15,30 – 19,00 Pieve di Soligo, centro storico. Raduno delle auto d’epoca. Aperitivo di accoglienza. Verifiche tecniche e sportive
Ore 20,30 Cena di Benvenuto

Sabato 10 settembre 
Ore 08,00 Valdobbiadene, raduno presso Piazza Marconi
Ore 09,00 Valdobbiadene, partenza primo concorrente
Ore 12,30 Buffet con prodotti tipici locali
Ore 17,30 Conegliano, arrivo primo concorrente
Ore 20,30 Cena Finale con premiazioni

Domenica 11 settembre
In mattinata visita guidata con degustazione presso una rinomata cantina della zona.

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Montepulciano: nuovo corso per Lunadoro con Schenk Italian Wineries

Una tenuta nel Parco Naturale della Val d’Orcia che si estende su di un crinale per 40 ettari, di cui 12 vitati: 10 Ha a Sangiovese e 2 suddivisi fra Merlot e Petit Verdot, situati in una posizione ottimale perché ventilata che assicura le condizioni migliori per lo stato sanitario delle piante e dell’uva, oltre che una maturazione graduale e completa dei grappoli, per produrre un vino d’eccellenza. Questa è l’Azienda Agricola Lunadoro, situata a Valiano nel rinomato comune di Montepulciano, che è stata presentata ufficialmente ieri alla stampa e a numerosi operatori del settore, italiani ed esteri, dai vertici di Schenk Italian Wineries, una tra le più rilevanti realtà vinicole nello scenario nazionale, con sede a Ora (BZ), che ad aprile ha acquisito l’intera tenuta con l’obiettivo di migliorare ulteriormente la qualità dei prodotti e valorizzare l’asset Nobile Riserva oltre che, ovviamente, il marchio Lunadoro. All’evento hanno partecipato anche Francois Schenk (Famiglia Schenk), Frank Hooij (direttore generale Schenk Group), Egidio Finazzer (Agronomo), Maurizio Saettini (Enologo). “Quest’azienda – commenta Daniele Simoni, amministratore delegato di Schenk Italian Wineries – rappresenta per noi un passo ulteriore nel percorso che abbiamo intrapreso anni fa con l’obiettivo di radicarci sul nostro territorio, investendo in aziende agricole situate in zone particolarmente vocate e suggestive, con l’obiettivo di poter offrire prodotti di qualità sempre maggiore come espressione sincera del territorio, delle sue tradizioni e della sua cultura. Insieme al vino, infatti, vogliamo proporre un’esperienza completa, che parta dalla terra per arrivare al calice, facendo vivere ed apprezzare l’insieme dei valori e delle peculiarità che arricchiscono il sistema sotteso ad ogni vino di qualità”.

“Con un piano di investimento da 1 milione di euro – aggiunge Simoni –  l’azienda punta a migliorare la propria capacità di stoccaggio e vinificazione, con lo scopo di accrescere la qualità del prodotto e valorizzare l’asset Nobile Riserva e il marchio Lunadoro. L’obiettivo è di produrre 80mila bottiglie, triplicando così il fatturato precedente che si aggirava intorno ai 600 mila euro”. “Il legame con la terra e la produzione sono fondamentali per un vino che sia l’espressione della cantina e della sua gente, mantenendo i tratti peculiari e distintivi del terroir di appartenenza – spiega Adriano Annovi, amministratore delegato Lunadoro. Con i nostri enologi e agronomi, seguiamo tutto il processo di maturazione della vite per esaltare le caratteristiche del vitigno principe di Montepulciano, il Sangiovese che solo qui è chiamato Prugnolo Gentile. I riconoscimenti ricevuti nel corso degli anni a partire dal 2005 da Robert Parker, Wine Enthusiast, Guida Veronelli, Gambero Rosso fino alla menzione di aprile 2016 proprio da parte di quest’ultimo per il Nobile Pagliareto 2013, ci consentono di impreziosire l’offerta che presentiamo ai nostri clienti e partner, a soddisfare la crescente domanda mondiale di vini di qualità superiore e ad ampliare la gamma di prodotti ad alto valore aggiunto”. “Lunadoro è la terza azienda delle cantine italiane del gruppo Schenk – prosegue Roberta Deflorian, direttore commerciale Lunadoro. Alla sede principale di Ora fondata nel 1960, si è aggiunta infatti la prima cantina di produzione nel 2011 a Valdobbiadene e, finalmente, ad aprile 2016 questo piccolo gioiello toscano. Punteremo solo sui tre vini che per noi rappresentano l’eccellenza di Montepulciano: Rosso di Montepulciano, Vino Nobile e Nobile Riserva focalizzandoci sulla Riserva, partendo a gennaio 2017 con l’annata 2013 e continuando in crescita con l’annata 2014 per la quale puntiamo a riservare 35-40.000 bottiglie. Vogliamo posizionare questi vini nel segmento ‘ristorazione, enoteche e distribuzione di alta gamma’, al giusto livello di prezzo – conclude Roberta Deflorian. Vini speciali ma accessibili a tutti. Vini con menzioni e riconoscimenti in Italia e nel mondo che noi come team di Lunadoro ci impegneremo a far apprezzare ai nostri clienti a livello internazionale, anche e soprattutto a quelli che non conoscono ancora questa denominazione”.

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Isidoro Rebuli riconfermato Presidente della Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene

Isidoro Rebuli, noto ristoratore di Valdobbiadene, è stato riconfermato Presidente della Strada del Prosecco e Vini dei Colli Conegliano Valdobbiadene. Il nuovo Consiglio di Amministrazione, eletto da pochi giorni, lo ha nominato all’unanimità a rappresentare i numerosi soci della Strada del Vino più antica d’Italia, itinerario che si snoda in un territorio candidato a sito patrimonio dell’umanità Unesco e da poco entrato nel ”Registro nazionale del paesaggio rurale storico” istituito dal Ministero per le politiche agricole. Il neo Presidente intende proseguire il percorso già intrapreso 3 anni fa, che vede la stretta collaborazione con tutti gli attori che operano per la promozione turistica delle colline di Conegliano Valdobbiadene: dai 21 Comuni associati alla Strada del Vino, ai Consorzi di Tutela, agli altri importanti Enti che proteggono e promuovono prodotti tipici e identità territoriale. Già da subito il 2016 si prospetta ricco di impegni considerato che
ricorrono i 50 anni della Strada del Prosecco e che l’interra area proprio quest’anno, fatto straordinario, è stata proclamata Città Europea del Vino 2016. Il neopresidente Rebuli sarà affiancato dalla Vicepresidente Cinzia Sommariva (Consorzio Tutela Vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg) e da 13 Consiglieri: Enrico Bortolomiol (Ciodet Spumanti), Gianfranco Bortolin (Le Bertole Az. Agr.), Fabio Cesco (Canevel Spumanti), Fabio Curto (Cantina Ponte Vecchio), Benedetto De Pizzol (Comune di San Pietro di Feletto), Francesco Drusian (Drusian Francesco Az. Agr.), Maurizio Favrel (Malibràn Az. Agr.), Michele Follador (Confraternita di Valdobbiadene), Luciano Fregonese (Sindaco di Valdobbiadene), Ivan Panizza (ProgettiDivini), Alvio Stramare (Gemin Spumanti), Pierina Vibbani (Agenzia Onda Verde Viaggi), Floriano Zambon (Sindaco di Conegliano). Il nuovo Collegio dei Sindaci Revisori è invece composto da Giuseppe Anselmi, Lucina Pradal e Attilia Schena.
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Da Prosecco Doc a Prosecco Hot: il sexy gel è già realtà

E’ 100% made in Germany l’ennesimo sfruttamento illecito della parola ”prosecco”. Sexy product di Joydivision, azienda leader nella produzione e commercializzazione di articoli erotici che aumentano il desiderio, sono innocui per la salute e addirittura eco-friendly. Tra gli obiettivi aziendali, leggiamo da mission sul loro sito, proprio la realizzazione di prodotti che offrano vantaggi mai conosciuti prima. Per onestà intellettuale bisogna dire in questo caso non si sono inventati nulla visto che il connubio ”fragole e champagne” è da sempre evocativo, ma sicuramente il ”Prosecco” tira di più, basta vedere anche il recente scandalo delle caramelle al prosecco di cui vi abbiamo parlato.
Il miracoloso gel che farà ”spritzare” dal desiderio è stato notato in vendita sulla nota piattaforma Ebay. Come da recenti accordi presi tra l’Istituto per la Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole e le più grandi piattaforme di e-commerce, al venditore, che rischia solo una multa, è stata intimata la rimozione dell’annuncio effettivamente al momento scaduto.
“‘Stiamo facendo le opportune verifiche” ha spiegato Gianluca Fregolent, referente locale della Repressione Frodi. ”Se il Consorzio del Prosecco Doc non ha dato l’autorizzazione, il nome commerciale non può utilizzare quella dicitura. Tecnicamente il Prosecco potrebbe figurare tra gli ingredienti, ma non nell’etichetta”.
”Stavolta non siamo nell’ambito della frode alimentare, ma in quella della presentazione di un prodotto con utilizzo improprio del termine” ha specificato Gianluca Fregolent. Ma il lubrificante al Prosecco, non è già un ricordo come auspicato dal giornale, basta fare una banalissima ricerca su google per trovare altri siti sul quale il gel è disponibile.
Senza scomodare gli ispettori dell’Istituto Repressioni Frodi per noi trovare il produttore del ”Fun Glide” tradotto ”scorrimento divertente”  è stato velocissimo. E’ bastato ”scorrere”  il mouse  e trovare il prodotto alla pagina 25 del catalogo della Joydivision. Che poi, per dirla tutta, a livello etimologico sembra una barzelletta: ”pro-secco” che diventa improvvisamente ”pro-lubrificazione”, ma non sarebbe stato più logico chiamarlo ”pre-secco”?
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Approfondimenti

Presa Diretta, La Fabbrica del vino: lo “splatter movie” Rai dipinge le vigne come industrie chimiche

Tra tutte le raccomandazioni possibili, forse è mancata proprio la più indispensabile: bevete con moderazione, soprattutto se poi dovete guidare. Il ritratto tratteggiato ieri sera su Rai 3 da Presa diretta, con l’inchiesta titolata “La fabbrica del vino”, sfiora la vena trash quando un padre di famiglia, intervistato dall’inviata di Viale Mazzini, dichiara di preferire che i figli giochino nell’area industriale del paese di residenza, piuttosto che a pochi metri dalle vigne che circondano la loro abitazione. Splatter movie made in Valdobbiadene, in pieno stile Quentin Tarantino. Pare che qui, “vere e proprie nuvole di pesticidi” invadano l’aria “quattro mesi l’anno”, prima della vendemmia. Scatenando il panico tra i residenti della zona, cui non è dato sapere esattamente cosa volteggi (loro malgrado) nell’aria che respirano, oltre l’ossigeno. I produttori di vino li chiamano “fitofarmaci”, non “pesticidi”. E confermano il totale rispetto delle normative di legge vigenti in materia. L’inviata Rai intervista anche un tossicologo dell’Istituto superiore di Sanità, che dal suo laboratorio conferma la pericolosità dei composti chimici utilizzati per diserbare le vigne venete. Per ammetere poi, tuttavia, che gli “studi riguardano solo certi tipi di sostanze, di cui si conosce già bene la problematicità sul sistema nervoso e su quello riproduttivo”. Dati che “sono pochi e derivanti da ricerche indipendenti”. Nulla di ufficiale, dunque? Allarmismo allo stato puro, allora, quello sollevato dal servizio Rai?

A CHI GIOVA?
Certamente non è un’immagine positiva quella che ne deriva del mondo del vino. Piccoli produttori strozzati dalle logiche dei grandi gruppi vitivinicoli, gettati tout court in un calderone che non fa bene né al servizio pubblico né al consumatore meno esperto del nettare di Bacco. Che, dal servizio Rai, rischia certamente di trarre conclusioni fuorvianti. Ovvero che, banalmente, il “vino si fabbrica”, non si produce. Che le grandi industrie acquistano (persino su Internet, male dei mali!) sostanze coloranti, profumanti, aromatizzanti, e chi più ne ha più ne metta, consegnando ai supermercati prodotti di scarso valore, “che contengono più di sessanta ingredienti, peraltro senza l’obbligo di precisare in etichetta quali siano esattamente”. Tutte cose vere, per carità. Ma con i giusti distinguo e, forse, andando a bussare alle porte dei Ministeri o dei Ministri, piuttosto che a quelle dei Consorzi vitivinicoli come quelli del Prosecco, del Brunello o del Pinot grigio dell’Oltrepò Pavese, Presa Diretta avrebbe certamente offerto – a nostro modesto avviso – un servizio migliore ai telespettatori. Giusto per non fare di tutto il mosto, un mostro.

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Vini al supermercato

Do Case Asolo-Prosecco superiore DOCG – Az. Agr. Luca Ricci

(4 / 5)Grande aromaticità e sapidità, combinate a freschezza e alla bellezza del perlage. In estrema sintesi, è quello che può offrire al consumatore il Do Case Asolo-Prosecco superiore, denominazione di origine controllata e garantita extra dry, millesimato. Sotto la nostra lente d’ingrandimento, l’annata 2014 che porta 11 gradi di vol. Viene prodotto dall’Azienda agricola Luca Ricci di via Cucco 27, a Collalto di Susegana, in provincia di Treviso. Un territorio che si divide tra boschi e colline, sentieri ricchi di storia e di Prosecco. Siamo infatti tra Valdobbiadene e Conegliano, dove la qualità delle “bollicine” è garantita (oltre che controllata) ormai dal 2009.

Ho avuto modo di consumare assieme ad alcuni amici Do Case in occasione di una grigliata, come aperitivo. Il successo è stato grandioso. Di colore giallo paglierino brillante, ravvivato dal perlage, questa bottiglia si presenta al naso col suo ricco bouquet floreale e sentori di agrumi. All’assaggio emerge in modo prepotente la frutta: oltre agli agrumi si evidenzia la pera, la mela. Il finale è asciutto, pulito, armonico. Ottimo come aperitivo, può essere abbinato anche a piatti di pesce e frutti di mare, ma anche a minestre, formaggi freschi (non stagionati), minestre di legumi e – perché no? – anche alla carne di pollo e tacchino. Oltre alla varietà Glera, l’Azienda agricola Luca Ricci utilizza, come da disciplinare, varietà autoctone della zona come Verdiso, Perera e Binchetta, per evidenziare ancor meglio la tipicità di un territorio straordinario. “Le due case si specchiano sopra la collina, la proteggono. Qui tutto riesce a toccare il cielo, qui tutto è armonia”. Do case.

Prezzo pieno: 12 euro
Acquistato presso: Esselunga, Abbiategrasso (Mi)

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