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Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg: il nuovo presidente Adami traccia le regole

Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg il nuovo presidente Adami traccia le regole
Una «visione comune della nostra identità»
, ovvero «chi siamo e i punti di condivisione con il resto del mondo Prosecco». Franco Adami, eletto nuovo presidente del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, ha le idee chiare sui primi passi da muovere insieme al nuovo Cda. Le esprime, scegliendo accuratamente le parole, a poche ore dalla sua elezione, che anticipa quella dei vicepresidenti. «Il lavoro che ci aspetta – commenta il neo presidente Franco Adami – sarà impegnativo ma sono convinto che partendo dalla definizione di questi punti
saremo capaci di promuovere al meglio i nostri valori immateriali e farli così emergere in modo deciso. I nostri primi passi concreti saranno intervenire sul disciplinare di produzione, perché la resa unica, un territorio una sola denominazione, è possibile e utile per promuoverla in modo compatto».

FRANCO ADAMI AL MONDO PROSECCO: «FRANCHEZZA, TRASPARENZA E COERENZA»

«Naturalmente – aggiunge il neo presidente del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg – occorre anche continuare il percorso intrapreso sino ad ora per una denominazione sempre più sostenibile, nonostante i grandi passi compiuti negli ultimi anni, il nostro impatto sull’ambiente, deve, per quanto possibile, progressivamente diminuire. Infine, dovremo concentrarci sulla conservazione delle Rive, luogo identitario e distintivo».

Durante il primo Consiglio di amministrazione, Franco Adami ha pronunciato un appello chiaro, «affinché il dialogo in seno alla Denominazione sia condotto con franchezza, trasparenza e coerenza, che saranno le linee guida di condotta che il consiglio si darà nello svolgimento del proprio lavoro. Trasparenza – sottolinea ancora Franco Adami – significa anche riconoscere che in alcune occasioni è importante accettare il limite di un interesse singolo in favore dell’interesse dell’intera comunità. Nel medio periodo questo comportamento collettivo premierà l’intera comunità».

CONEGLIANO VALDOBBIADENE DOCG VERSO LA CONSERVAZIONE DELLE RIVE

Secondo le prime anticipazioni, il Consorzio a guida Adami si impegnerà da subito a favore della conservazione delle Rive. «Le “Rive-Rive”», le definisce Adami. «Su ciò – precisa il nuovo presidente del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg – sarà importante intraprendere un duplice percorso che consenta da un lato il lavoro sulla valorizzazione del prodotto, ad esempio creare cuvée che possano riportare in etichetta i diversi luoghi di provenienza, dall’altro lato lavorare sull’assetto paesaggistico soprattutto sul versante della conservazione».

Le Rive, sempre secondo Adami, si reggono su un «equilibrio delicato». «La loro bellezza e produzione – commenta – va preservata in particolare dagli smottamenti che le minacciano ormai costantemente, viste le piogge più tropicali che mediterranee. I viticoltori sono sentinelle e operatori attivi delle nostre colline, ma vanno messi nella condizione di poter agire con maggior facilità pur nel rispetto delle norme vigenti. Su questo punto – conclude Franco Adami – si lavorerà con le amministrazioni locali per trovare un punto di incontro che consentirà alle Rive di continuare a essere luoghi di produzione e di bellezza».

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Il Miglior spumante Metodo italiano 2024 è il Valdobbiadene Mas De Fer di Andreola


Il Miglior spumante Metodo italiano 2024 è il Valdobbiadene Docg Extra Dry Rive di Soligo 2022 Mas De Fer di Andreola. Il punteggio assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 (acquistabile a questo link) è di 96/100. Ci piace definire Mas de Fer è “IL” Prosecco, utilizzando il maiuscolo. Un Extra Dry, ovvero la versione più nota al mondo delle bollicine veneto-friulane, che nobilita territorio e dosaggio, suolo e savoir-faire dei produttori delle colline eroiche di Valdobbiadene. Uno spumante coraggioso, che Andreola propone sul mercato a un invidiabilissimo rapporto qualità prezzo: il migliore dell’intera gamma (piuttosto ampia e variegata, ma tutta validissima e credibile nelle specificità di ogni etichetta).

MAS DE FER DI ANDREAOLA, IL MIGLIOR PROSECCO ITALIANO

Il naso è una coccola, su ricordi di frutta matura come albicocca, mela gialla, pera Williams. Sottofondo leggero di erbe officiali e aromatiche, con reminiscenze di salvia, timo e maggiorana. Il sorso del Valdobbiadene Docg Extra Dry Rive Di Soligo 2022 Mas De Fer di Andreola è un inno all’equilibrio tra “dolcezza” del frutto e freschezza. Tutta la frutta avvertita al naso si ripresenta in cravatta all’appuntamento col gusto, mentre freschezza e mineralità giocano a regolare il volume del microfono, sul palco. Immagine forte, lontana dal mondo del vino e assimilabile a quello dello spettacolo. Perché questo Prosecco Superiore di Valdobbiadene è spettacolo. Puro. Scopritelo da voi. In vendita a poco meno di 15 euro sul sito aziendale di Andreola, il Miglior spumante Metodo italiano per la Guida Top 100 Migliori vini italiani di winemag.it è ottenuto da sole uve Glera.

IL VIGNETO DI MAS DE FER E LA TECNICA DI VINIFICAZIONE

Le vigne si trova fra i 300 e i 500 metri di altitudine ed è allevato con il sistema Cappuccina modificato, con un densità di impianto di 3.500 ceppi per ettaro e una resa di 130 quintali per ettaro. La vinificazione avviene in maniera tradizionale, secondo il Metodo italiano (Charmat) che contraddistingue il Prosecco Superiore di Valdobbiadene Docg. Pressatura soffice, dunque, fermentazione primaria con flottazione e fermentazione a temperatura controllata. L’affinamento di Mas De Fer di Andreola si protrae in vasche di acciaio per almeno 6 mesi, con presa si spuma per 30-40 giorni e successiva bottiglia per 1-3 mesi, prima della commercializzazione. Grado alcolico molto contenuto (11,5% vol.) e residuo zuccherino di 14 grammi per litro.


Andreola di Stefano Pola
Via Cavre, 19 – Col San Martino (TV)
Tel. 0438 989379 – 0438 989635
info@andreola.eu
www.andreola.eu
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Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg: vendemmia 2023 «soddisfacente»


È iniziata a metà settembre e porterà a un calo del 7% rispetto allo scorso anno la vendemmia 2023 dei viticoltori del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg.
I primi grappoli sono stati raccolti nella zona orientale della denominazione. Si dovrà aspettare ancora una settimana per i versanti del valdobbiadenese. Il Consorzio definisce la qualità delle uve «soddisfacente», sia a Conegliano che a Valdobbiadene. Il territorio, contraddistinto da pendii molto ripidi e da saliscendi difficilmente accessibili ai macchinari, fa salire a 7-800 ore per ettaro il lavoro manuale necessario a portare le uve in cantina, ogni anno. La vendemmia eroica rappresenta il momento di massimo impegno per i vignaioli, con l’impiego di soluzioni ingegnose, come carrucole e monorotaie.

«Con la vendemmia di quest’anno – spiega Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg – chiudiamo una stagione molto complessa in vigneto. Le analisi in vigneto ci indicano che il momento della raccolta si è posticipato di circa 10 giorni, dando così il tempo al grappolo di maturare e di raggiungere i corretti parametri qualitativi. Siamo molto orgogliosi del lavoro di tutti i viticoltori che ancora una volta hanno dimostrato di saper affrontare momenti sfidanti grazie alla loro passione e al forte senso di comunità che contraddistingue la nostra denominazione».

LE INSIDIE DELLA VENDEMMIA 2023 DEL PROSECCO CONEGLIANO VALDOBBIADENE DOCG

Tra le sfide più importanti della vendemmia 2023 del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg ci sono le grandinate del 24 e 25 luglio. Il clima è poi tornato clemente, consentendo alle piante di riprendere i processi di maturazione. «Annate come quella che stiamo per chiudere, che richiedono molti sforzi in vigna per compensare gli eventi metereologici avversi e il clima estremo – commenta il Consorzio – saranno sempre più frequenti. Dobbiamo prendere coscienza del fatto che sarà sempre più necessario interagire con un ambiente e un clima cambiato. Per questo il Consorzio si sta attivando, coadiuvato da alcuni istituti universitari, per proporre nuove soluzioni in vigneto».

«È importante però notare come in questi anni la pianta stia già dando segnali di adattamento – precisa ancora l’ente guidato da Elvira Bortolomiol – in particolare rispetto alla carenza d’acqua (non a caso c’è l’accordo per la realizzazione di un piano di invasi tra i comuni della denominazione, ndr). Grazie alla cultura agronomica ed enologica del territorio, che distingue tutti i viticoltori e produttori del Conegliano Valdobbiadene, si porteranno in cantina uve atte alla spumantizzazione da cui si ricaverà un’annata all’altezza della qualità a cui la denominazione ha ormai abituato i propri estimatori in Italia e in tutto il mondo».

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Bottiglia 2023 Confraternita di Valdobbiadene: la spunta Andreola

La Confraternita di Valdobbiadene ha presentato ieri la Bottiglia della Confraternita 2023. Un’etichetta di Prosecco Superiore di Valdobbiadene Docg Extra dry, millesimo 2022, che «funge da punto di riferimento della tipicità e della qualità d’annata, esprimendo nel contempo l’identità del territorio». La Bottiglia 2023, selezionata dai Confratelli enologi con una degustazione alla cieca, è quella prodotta da Mirco Balliana dell’Azienda agricola Andreola. Solo 5 mila i pezzi, già in commercio. «Per me è un onore rappresentare la Confraternita di Valdobbiadene con il mio vino – ha dichiarato – che di fatto ne diventa per un anno ambasciatore ufficiale. Questa bottiglia racchiude complessità aromatica e presenta una bolla fine, croccante, dal finale sapido, ascrivibile alle uve provenienti da diverse zone di Valdobbiadene».

All’evento, andato in scena a San Pietro di Barbozza (Treviso), hanno preso parte il Gran Maestro Enrico Bortolomiol e una nutrita rappresentanza di Confratelli, tutti paludati nel tradizionale mantello scarlatto, oltre alla presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, Elvira Bortolomiol, alla vicepresidente della Strada del Prosecco e Vini dei Colli, Cinzia Sommariva, e ad alcuni amministratori locali.

È una storia antica quella della Confraternita di Valdobbiadene, la prima d’Italia non a carattere religioso, nata nel 1946 su impulso di quattro lungimiranti enologi: Giuliano Bortolomiol, Umberto Bortolotti, Doretto Brunoro e Mario Geronazzo. La Bottiglia della Confraternita è uno degli strumenti della Confraternita per la promozione della denominazione veneta nei confronti del consumatore. «Un punto di riferimento per la conoscenza del Valdobbiadene Docg – spiegano i Confratelli – oltre che dei valori e della cultura di un territorio che, a ragione e con orgoglio, veste il blasone dell’Unesco».

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Stefano Gava nuovo direttore generale di Cantina Produttori di Valdobbiadene

FOTONOTIZIA – Stefano Gava è il nuovo direttore generale di Cantina Produttori di Valdobbiadene, storica cooperativa nata nel 1952 a San Giovanni di Valdobbiadene. Laureato in enologia all’Università di Padova nel 2005, prosegue il suo percorso di formazione all’estero, quindi cresce professionalmente a Villa Sandi, assumendone la direzione tecnica. Dal 1° luglio 2023 ha assunto il nuovo incarico alla guida della cantina cooperativa che conta circa 600 soci.

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No acqua, no Prosecco: accordo per un piano invasi nella Conegliano Valdobbiadene Docg


Tremila ettari di colline situate nei 15 Comuni della denominazione Conegliano Valdobbiadene Docg hanno bisogno di acqua per consentire alla viticoltura di sopravvivere. Un fabbisogno complessivo annuo della vite pari a 1,5 milioni m3 di acqua, sempre meno garantiti dalle precipitazioni. A questo scopo è stato firmato oggi un protocollo d’intesa per la realizzazione di uno studio di fattibilità di invasi di recupero delle acque piovane, canalizzando le risorse idriche presenti e «riconsiderando in chiave attuale le progettualità non ancora realizzate ed ogni ulteriore intervento utile a ridurre le perdite ed aumentare l’efficienza idrica, per una migliore gestione dell’acqua in agricoltura».

Il Protocollo, ideato da Coldiretti Treviso e firmato oggi presso il comune di Valdobbiadene, sarà condiviso con gli enti locali interessati dalla Denominazione di origine controllata e garantita del Prosecco Superiore, «al fine di stimolare una fattiva partecipazione e adesione propedeutica al raggiungimento degli obiettivi del protocollo stesso».

POLEGATO (COLDIRETTI): «SOLUZIONI A FRONTE DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI»

Firmatari del protocollo sono il Comune di Valdobbiadene, l’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, le associazioni Coldiretti, Confagricoltura, Cia Agricoltori Italiani e il Consorzio di Bonifica Piave.

«Siamo stati gli ideatori ed i promotori di questo protocollo d’intesa – dichiara Giorgio Polegato, presidente Coldiretti Treviso – perché riteniamo fondamentale dar vita ad uno studio di fattibilità sugli interventi di tutela finalizzati al recupero, alla conservazione e al corretto utilizzo della risorsa idrica a beneficio del mondo della viticoltura. Temi e soluzioni determinanti alla luce dei cambiamenti climatici in atto – continua – che devono tutelare l’equilibrio di un’area che esprime grandissima qualità e attrattiva in tutto il mondo, non solo per la propria viticoltura. Per questo siamo certi che un simile tavolo di lavoro possa dare delle risposte concrete per il territorio e per le imprese agricole».

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Prosecco Conegliano Valdobbiadene: nel 2022 battuta d’arresto Gdo, ma cresce l’export


Più luci che ombre dal Rapporto economico 2022 del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. Dopo anni positivi, le vendite hanno subito una battuta d’arresto nel segmento Gdo. Il Consorzio di Tutela guidato da Elvira Bortolomiol confida comunque di poter raggiungere quota «104 milioni di bottiglie nel 2022», come nel 2021. E sottolinea piuttosto come la Docg, raggiunto ormai il limite fisiologico dei quantitativi giudicati “sostenibili” per la Denominazione, stia «crescendo in valore». Spinta soprattutto dall’export.

Il 2022 del Prosecco Superiore Docg di Conegliano Valdobbiadene è stato caratterizzato da una «performance particolarmente positiva delle vendite nella ristorazione» e da una «contrazione di quelle in grande distribuzione». Il Rapporto economico 2022 evidenzia come «dopo anni di crescita costante, le vendite del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg registrino un calo a valore pari al -10,4% e delle unità pari al -16,3% in Gdo».

Nel progressivo gennaio-ottobre 2022, il fatturato negli Ipermercati, Supermercati e Libero Servizio Piccolo supera i 379 milioni di euro, ma cala del 3,7% rispetto allo stesso periodo del 2021. Le bottiglie vendute ammontano nello stesso periodo a 72 milioni. Il prezzo medio a volume al litro è aumentato complessivamente del 3,4%. Ma è a partire da maggio 2022 che si è cominciato ad osservare in distribuzione moderna un aumento di prezzo più consistente per la categoria.

CALO DEGLI SPUMANTI, NE RISENTE ANCHE IL PROSECCO

L’andamento generale degli spumanti in Italia è condizionato dalla flessione dei principali protagonisti quali Prosecco, il classico italiano e lo Charmat dolce. Solo lo Charmat secco (escluso il Prosecco), resta in terreno positivo, sia a valore sia a unità. Un aspetto che giustifica gli investimenti nelle bollicine di numerose cantine italiane, anche in zone vinicole poco legate alla tradizione spumantistica (vedi il recentissimo caso Notte Rossa, in Salento). Tra i vitigni con trend positivi ci sono piuttosto la Ribolla, il Müller Thurgau e, appunto, il segmento “altro secco”.

Il prezzo medio a unità del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg per il formato da 75 cl, nei primi dieci mesi del 2022, si attesta a 6,27 euro, in aumento del 7,5%. Il segmento Doc raggiunge quasi i 5 euro (4,84 è il valore medio dei primi dieci mesi del 2022) con un aumento del prezzo medio pari al 10,4%. Osservando l’andamento mese per mese, il differenziale di prezzo tra Prosecco Doc e Docg si mantiene intorno a 1,50 euro.

In questo contesto, il Discount conferma il «ruolo di sostegno della domanda a volume» della Docg, catalizzando «la maggior parte dello sviluppo degli acquisti». Il canale di convenienza continua però a trasferire un’inflazione di molto superiore rispetto a quella che si registra nelle forme distributive classiche. Ciononostante, il divario di prezzo del basket nei Discount permane ampio rispetto a Ipermercati e Supermercati (circa il -30%).

Sempre secondo il report annuale curato dal prof Eugenio Pomarici del Cirve – Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia, «le variazioni non ridimensionano il ruolo della grande distribuzione, che continua ad essere un canale di sbocco di grande importanza per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg». Sarebbero dettate «verosimilmente da un rimbalzo tecnico rispetto al 2021 e della situazione economica».

PROSECCO CONEGLIANO VALDOBBIADENE, «CRESCE L’EXPORT»

I dati già disponibili sulle esportazioni indicherebbero poi «una crescita dell’export della Denominazione nei primi 7 mesi del 2022 di poco inferiore al 10% in volume e di circa il 25% in valore». Cifre che, avverte il Rapporto economico 2022, «fanno presumere un’inversione di tendenza nei mesi successivi, osservandosi a luglio una variazione negativa in volume».

Quel che pare evidente dalla lettura del Rapporto economico 2022 è che il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg sia una denominazione in una fase delicatissima, specie sul fronte del riassetto dei mercati. L’evoluzione dei prezzi dell’uva (incremento medio del 35% rispetto al 2021, da un minimo di 1,80 euro a un massimo di 5,50 per il Catizze), insieme alla stabilità dei prezzi del vino base e ad un aumento dei prezzi sul mercato finale (sotto il 10%), contribuirà a determinare «importanti fenomeni di riallocazione del valore distribuito tra i diversi segmenti della filiera».

La Denominazione appare dunque robusta nel collegamento con il mercato, ma nell’immediato futuro l’impegno dovrà essere concentrato nell’accelerare i processi di creazione di valore lavorando da un lato per contenere i costi e, dall’altro, per migliorare il posizionamento del prodotto sul mercato».

VALORE E SOSTENIBILITÀ: LE CARTE DEL CONSORZIO

Del resto, come avvertiva il prof Pomarici lo scorso anno, in occasione della presentazione del Rapporto economico 2021 della Docg, «non si potrà andare molto oltre ai 106 milioni di bottiglie, perché questo è il limite fisico della produzione del Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene Docg. Un vincolo con il quale si deve fare i conti. La crescita della denominazione, dunque, dovrà essere essenzialmente in valore».

«L’analisi del 2022 – afferma la presidente del Consorzio Elvira Bortolomiol testimonia come una comunità di produttori, da sessant’anni impegnata a valorizzare un prodotto di grande finezza e capace di esprimere una varietà di espressioni sensoriali, abbia saputo riorganizzare le proprie attività adeguandole alla “nuova normalità” che si è affermata proprio nel 2021. Crescita del “valore” e “sostenibilità”, sono le due parole chiave per affrontare il futuro».

«Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg – aggiunge Diego Tomasi, direttore del Consorzio – è un prodotto maturo che può vantare ed esprimere sul mercato il suo valore grazie all’unicità del suo terroir. Oltre all’autenticità del vitigno, il nostro territorio inizia a esprimere fortemente il proprio potenziale di attrattività turistica. Infatti, nei primi sette mesi del 2022 gli arrivi e le presenze di visitatori nel Conegliano Valdobbiadene si sono attestati in crescita rispettivamente del +61,8% e del +31% in confronto allo stesso periodo del 2021».

IL RUOLO DELLA DIGITALIZZAZIONE

Il 2022 del Conegliano Valdobbiadene appare dunque come «una stagione certamente complicata, che forse vedrà modesti arretramenti rispetto al 2021», come recita lo stesso report annuale. Eppure, nel corso dell’anno, la Denominazione «ha mantenuto una posizione di mercato che, a fine anno, risulterà di maggiore entità rispetto al 2019». Nei primi 10 mesi dell’anno, il livello delle certificazioni risulta essere superiore del 14% rispetto al 2019, anno precedente la pandemia.

«Questo risultato – commenta il prof Eugenio Pomarici – è certamente il frutto di un grande sforzo che la Denominazione ha continuato a fare anche nel 2021 per mantenere e rinnovare le relazioni con il mercato. Ciò è avvenuto attraverso attività di ricerca di nuovi canali di vendita e innovazioni nelle attività di comunicazione e promozione. Le esperienze maturate nel 2021 hanno peraltro indotto molte delle aziende della Denominazione a incrementare nel 2022 la digitalizzazione, lungo i percorsi avviati o accelerati durante la pandemia, con effetti positivi nel campo della comunicazione e dell’organizzazione aziendale.

«Quanto è avvenuto nel 2021 – conclude Pomarici nel Rapporto economico 2022 del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg – ha fatto però anche emergere in molte situazioni i limiti delle risorse digitali aziendali. Questo ha portato più di un terzo delle imprese a programmare per il 2022 il potenziamento generale delle dotazioni hardware e software. E anche un maggiore ricorso alla digitalizzazione per la gestione della gestione della cantina, delle relazioni con i clienti (CRM) e la gestione dei flussi fattori/ prodotti».

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Lugana, Primitivo, Valdobbiadene e rosato Salento guidano le vendite di vino online


Nel 2021, secondo i dati dell’Osservatorio nato dalla partnership tra Nomisma Wine Monitor e uno degli e-commerce più noti in Italia, i vini a denominazione cresciuti di più nella propria categoria rispetto all’anno precedente nelle vendite online del portale sono stati il Lugana per i bianchi (+54%), il Primitivo di Manduria per i rossi (+65%), il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore per gli spumanti (+6%) e il Salento Igt per i rosati (+86%).

A trainare queste vendite sono soprattutto gli uomini. Per tutte e quattro le denominazioni analizzate, sono responsabili di oltre l’80% delle bottiglie acquistate nel corso dell’anno. Sulla suddivisione per fascia di età, emerge qualche differenza.

Il secondo focus dell’Osservatorio ha analizzato la ripartizione regionale delle vendite dei top 4 vini a denominazione del 2021. La Lombardia rappresenta la prima regione di acquisto. Le percentuali vanno dal 25% delle vendite totali nel caso del Salento Igt, a oltre il 36% per il Lugana.

IL PREZZO MEDIO DEI VINI PIÙ VENDUTI ONLINE

Al secondo posto, a diverse lunghezze, il Lazio sia per il Primitivo di Manduria (15%) sia per il Salento Igt (14%), il Veneto per il Lugana (14%) e l’Emilia-Romagna per il Valdobbiadene Prosecco Superiore (12%).

Il prezzo medio delle bottiglie vendute è stato di 8,69 euro per il Primitivo (sostanzialmente stabile rispetto al 2020). Si scende a 8,46 euro per il Lugana (+5,6%) e a 6,66 euro per il Valdobbiadene Prosecco (+4,7%).

Il Salento Ig rosato è la denominazione che ha registrato il maggior incremento di prezzo rispetto all’anno precedente (+8,6%), assestandosi a 6,58 euro. La ricerca si è poi concentrata su tre importanti fine wines: Amarone della Valpolicella, Barolo e Champagne.

FINE WINES: CHI LI COMPRA ONLINE?

«L’analisi sugli acquirenti di fine wines online – dichiara Denis Pantini, Responsabile Agroalimentare e Wine Monitor di Nomisma – ha messo in luce come quasi il 75% delle bottiglie di Champagne sia acquistato dagli over 40. Millennials e Gen Z sono più interessati ad Amarone e Barolo».

Anche per i fine wines analizzati, la Lombardia si conferma come prima regione di acquisto, seguita dal Lazio per Amarone e Barolo. Mentre per lo Champagne è l’Emilia-Romagna a strappare il secondo posto, con l’11% delle bottiglie acquistate nell’anno.

I prossimi focus dell’Osservatorio sull’e-commerce del vino saranno dedicati all’analisi del profilo degli acquirenti online nei mercati internazionali, nonché ai consumi di Spirits.

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«Nel 2027 si potrà produrre Prosecco sostenibile da Glera Resistente»

Nel 2027 si potranno stappare le prime bottiglie di Prosecco sostenibile ottenuto da Glera resistente a malattie fungine come la peronospora e l’oidio, varietà che richiedono un ridotto utilizzo di prodotti fitosanitari. Lo annuncia il Crea-Ve nel presentare il progetto Gleres, che entra vivo a cinque anni dall’inizio dei primi studi sulle varietà di Glera, uva regina dell’universo Prosecco.

Le prime somme sono state tirate a Vinitaly 2022, in occasione di un convegno promosso da Confagricoltura Veneto e Crea-Ve. Sedici le cantine coinvolte, tutte operanti nei territorio di Valdobbiadene: Le Rive, Ruggeri & C, Foss Marai, Fratelli Bortolin, Le Contesse, Biancavigna, Masottina, Borgoluce, Luca Ricci, Adriano Adami, Le Colture, Fratelli Mercante, Abbazia di Busco, Tenuta San Giorgio, Marcello del Majno, Graziano Merotto.

«Dal 2017 – ha spiegato Riccardo Velasco, direttore del Centro di ricerca viticoltura ed enologia del Consiglio per la ricerca in agricoltura Crea-Ve – abbiamo selezionato, con una tecnica di incroci tra la varietà Glera e numerosi parentali resistenti alle malattie funginee, 10 mila piante da seme con un numero da tre a cinque geni multipli di resistenza alle malattie, che nel 2020 sono arrivate a produrre uva, consentendoci di fare le prime microvinificazioni».

«Piwi subito nelle Igt come “palestra”, poi nelle Doc»: Italia svegliati, la Francia corre

Nei prossimi anni procederemo con una selezione molto drastica per arrivare a poche decine di piante “figlie di Glera” con caratteristiche di resistenza, alta qualità e forte somiglianza alla vite madre.

Contiamo nel 2027 di giungere alla fine del percorso, con l’iscrizione nel Registro nazionale delle varietà di vite di una decina di varietà, che potranno essere utilizzate dai viticoltori per produrre un Prosecco altamente sostenibile.

Ciò porterà a ridurre in maniera esponenziale il numero di trattamenti. Sarà un grande risultato, senza precedenti, perché si potranno stappare le prime bottiglie ottenute da vitigni “figli di Glera”».

IL VIA LIBERA AI PIWI NELLE DO DEL VINO EUROPEO

A facilitare il percorso è il via libera dato in dicembre dall’Unione Europea, con il regolamento 2021/2117, all’utilizzo delle varietà ibride resistenti nei vini a denominazione d’origine.

Le varietà potranno essere utilizzate sia nelle Doc esistenti, sia nelle future doc specificatamente dedicate a linee di vini resistenti. «La cosa importante – ha ricordato Velasco – è che le vigne “figlie di Glera” si potranno usare in zone sensibili, o in zone cuscinetto, in quanto non richiedono più di due trattamenti annui».

«Abbiamo sempre creduto a una vitivinicoltura attenta alla tutela degli ecosistemi e delle risorse naturali – ha spiegato Lodovico Giustiniani, presidente di Confagricoltura Veneto – e siamo certi che le nuove varietà, resistenti alle principali malattie della vite, potranno ridurre le perdite produttive in modo sostenibile, diminuendo i costi di gestione del vigneto».

Moio e Scienza: «Futuro Piwi nelle Dop Ue passa da ricerca, terroir ed enologia leggera»

In questi anni – continua Giustiniani – abbiamo spinto sull’attività di sperimentazione, perché i tempi per arrivare a piante con caratteristiche di resistenza sono molto lunghi. Il miglioramento genetico è indispensabile per un settore come la viticoltura e il nostro progetto permetterà di arrivare a un Prosecco sostenibile, con un abbattimento quasi totale di trattamenti».

Grazie all’approvazione del regolamento per l’utilizzo di piante resistenti all’interno delle denominazioni d’origine eruopee, che dovrà ora essere recepito dall’Italia con l’abrogazione del decreto legge 61/2010 e della legge 238/2016, si potrà arrivare a modificare i disciplinari di produzione, utilizzando varietà di vite che si adattino meglio ai cambiamenti delle condizioni climatiche e che abbiano una resistenza maggiore alle malattie».

Glera resistente: verso il Prosecco sostenibile in 17 cantine venete

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Universo Prosecco: protocollo d’intesa tra Asolo, Conegliano Valdobbiadene e Doc

I presidenti dei tre Consorzi di Tutela dell’Universo Prosecco hanno ufficializzato oggi l’apertura di un «tavolo di confronto che ha come immediato obiettivo la stesura di una carta di valori comuni». Una sorta di protocollo che definisca «percorsi e azioni condivise». E che dia seguito «al rapporto di cooperazione già felicemente avviato con l’esperienza di Sistema Prosecco».

Nove le parole chiave che definiscono gli intenti dell’accordo: Territori, Comunità, Identità, Rispetto, Etica, Integrazione, Futuro, Ricerca e Italianità. «Una base di partenza importante per un progetto importante – hanno spiegato i tre presidenti – che ribadisce la precisa volontà delle nostre tre realtà di portare avanti un discorso comune che abbia, come obiettivo finale, sempre quello di promuovere e divulgare la cultura del Prosecco in Italia e nel mondo».

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Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene, 100 milioni di bottiglie: «Raggiunto limite fisico»

Con 100 milioni di bottiglie certificate nel 2021, il Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene Docg «ha raggiunto il limite fisico della produzione. O è ormai prossimo a raggiungerlo». Il dato è emerso questa mattina, durante la presentazione del Rapporto Economico di Distretto 2021, a cura del Consorzio di Tutela della Docg veneta.

Il documento, ideato dal prof Vasco Boatto in collaborazione con il prof Luigino Barisan, è stato presentato dal responsabile scientifico Eugenio Pomarici, professore associato di Economia politica presso l’Università di Padova.

«Non si potrà andare molto oltre ai 106 milioni di bottiglie – ha sottolineato Pomarici – perché questo è il limite fisico della produzione del Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene Docg. Un vincolo con il quale si deve fare i conti. La crescita della denominazione, dunque, dovrà essere essenzialmente in valore».

Fa ben sperare, su questo fronte, l’apprezzamento crescente delle Rive, menzione inserita nel disciplinare attraverso la riforma 2009. Nel 2020 la tipologia è cresciuta in volume e in valore. Ed è al centro delle attenzioni della nuova presidente del Consorzio di Pieve di Soligo, Elvira Bortolomiol, nonché del neo direttore Diego Tomasi.

PROSECCO DOCG: LE PROSPETTIVE

L’avvertimento sui “limiti” della denominazione è arrivato a margine della presentazione delle stime dell’Istituto Statista. La business platform leader nella raccolta dei dati di mercato e di consumo mondiali prevede una crescita del 5% in volume e del 7% in valore del mercato del vino internazionale, entro il 2025.

Dati da prendere con grandissima cautela – ha avvertito il prof Eugenio Pomarici – ma ciò significa che il Conegliano Valdobbiadene Docg può sfruttare, nei prossimi anni, il vento favorevole del mercato e le opportunità offerte da Pac e Pnrr. Il tutto considerando una crescita in valore che sia in sintonia con il contesto del riconoscimento a patrimonio Unesco».

Più in generale, il record dei 100 milioni di bottiglie è stato raggiunto «dopo un 2020 di resilienza» per lo spumante a Denominazione di origine controllata e garantita del Veneto (88 milioni di bottiglie lo scorso anno, per mezzo miliardo di valore).

Il Rapporto economico 2021 esalta gli ottimi risultati delle iniziative messe in campo dalla aziende del Consorzio, soprattutto sul fronte dell’enoturismo, della sostenibilità e della digitalizzazione. Tre ingredienti che hanno contribuito al successo, assieme alla differenziazione dei mercati e al grande apporto della Grande distribuzione organizzata.

PROSECCO CONEGLIANO VALDOBBIADENE: LE CIFRE

Parlano chiaro le certificazioni. Da gennaio a ottobre 2021, dato più aggiornato a disposizione dell’ente, sono state certificate 83 milioni di bottiglie. Il 12% in più del 2020. Da qui la previsione di oltre 100 milioni di bottiglie.

Una crescita accompagnata dal rafforzamento sul fronte dei prezzi. Come rivela ancora il Rapporto economico 2021, il vino base atto a divenire Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene Docg è cresciuto a 2,6 euro al litro.

«Non siamo tornati al livello degli anni 2017 e 2018 – ha commentato il prof Eugenio Pomarici – ma i livelli dell’ultima vendemmia sono molto alti, nonché fisiologici. Bene anche il mercato dell’uva. Dopo gli 1,20 euro “di tenuta” del 2020, nel 2021 si è raggiunta la quota di 1,48 euro per un Kg di uve Glera».

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Diego Tomasi nuovo direttore del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg

Diego Tomasi è il nuovo direttore del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. Così ha deliberato il Consiglio di Amministrazione che sin dalle prime ore dell’elezione della nuova Presidente Elvira Bortolomiol, lavorava a questo obiettivo.

«Siamo estremamente soddisfatti di questa nuova nomina. Il Consiglio ha dedicato i primi mesi del mandato alla ricerca di una figura che potesse ricoprire questo importante incarico», annuncia la Presidente eletta a luglio scorso Elvira Bortolomiol.

Molte sono le sfide che dobbiamo affrontare da qui a breve”, continua la Presidente, “il profilo autorevole del dott. Diego Tomasi e la sua conoscenza della denominazione, uniti alla sua competenza scientifica, saranno i punti di forza su cui basare il lavoro che ci aspetta».

Diego Tomasi è un noto e stimato ricercatore del Crea-ve che ha accettato la direzione del Consorzio di Tutela forte di una profonda conoscenza del territorio. Il dott. Tomasi, infatti, studia da oltre un ventennio il terroir della Docg Conegliano Valdobbiadene Prosecco.

Il suo lavoro è recentemente stato insignito della menzione speciale ricevuta in ambito Oiv (Organisation Internationale de la Vigne et du Vin) per l’ultima opera pubblicata sull’origine della qualità del vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG.

«Sono pronto ad impegnarmi accanto alla Presidente e a tutto il Consiglio di Amministrazione – esordisce il nuovo direttore Diego Tomasi – motivato soprattutto dalla competenza dei miei nuovi colleghi, da una precisa visione futura della denominazione e dal prestigio del ruolo che vado a ricoprire».

Clima, suoli, qualità delle nostre uve, tradizione, impegno umano, paesaggio, sono alcuni degli elementi che andranno sempre più studiati e valorizzati per portare su un piano ancora più alto il consenso internazionale del nostro vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg».

«Mi appassiona molto l’idea di poter mettere a disposizione del Consorzio di Tutela e, quindi, della Denominazione – aggiunge il nuovo direttore Diego Tomasi – la mia esperienza scientifica. In particolare per affrontare le tematiche derivanti dal cambiamento climatico, dalla necessità di raccogliere nel miglior modo possibile le sfide green imposte dalla comunità europea, dal saper divulgare gli elementi di unicità delle nostre colline in primis le splendide “rive”».

Sul tema, in particolare sulle sottozone del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, Tomasi ha redatto anche un libro, in collaborazione con l’altra ricercatrice Federica Gaiotti.

«Il paesaggio, infine – conclude Diego Tomasi – un tema che è sempre stato oggetto dei miei studi, si coniugherà con il riconoscimento Unesco per elaborare insieme all’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, strategie di monitoraggio, accoglienza e di valorizzazione nel rispetto delle indicazioni per la sua gestione».

Ad attenderlo uno staff di tredici persone, motivate e pronte a formare una squadra compatta e fornita degli strumenti più aggiornati per collaborare in sintonia con i produttori e con le necessità del territorio.

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Elvira Bortolomiol prima donna presidente del Consorzio Tutela Conegliano Valdobbiadene Prosecco

Elvira Bortolomiol è la prima donna presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. L’elezione è avvenuta nel pomeriggio, in occasione della riunione del consiglio di amministrazione dell’ente veneto. Prenderà il posto di Innocente Nardi.

I vicepresidenti designati sono l’altra “quota rosa” Cinzia Sommariva (Sommariva Soc. Agr. Palazzo Rosso) e Giuseppe Collatuzzo (Cantina di Conegliano e Vittorio V.to). Il Cda ha così deciso all’unanimità.

«Sono molto onorata di essere stata eletta presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg – le prime parole di Elvira Bortolomiol». «Sono nata in una famiglia che ha visto crescere la storia del Prosecco nel mondo – ha aggiunto – e che ne è stata partecipe.  Ci aspettano ancora tantissime sfide».

LE PRIME PAROLE DI BORTOLOMIOL PRESIDENTE

Ce lo richiede il territorio in cui affondiamo le nostre radici, perché va tutelato e valorizzato in termini di paesaggio e di sostenibilità ambientale. E lo impone la competitività del mercato globale che, come abbiamo già sperimentato, premia l’eccellenza del nostro prodotto. I prossimi anni saranno uno stimolo appassionante per continuare l’attività di promozione e comunicazione della Denominazione in Italia e nel mondo».

Elvira Maria Bortolomiol è diventata membro del Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela Vino Prosecco di Conegliano Valdobbiadene nel 2007. Per più mandati ha ricoperto la carica di vicepresidente, prima donna nel ruolo.

Dopo aver conseguito la laurea in Agraria, ha lavorato negli Stati Uniti e in Sud America per l’azienda di famiglia. È in questo periodo che ha iniziato a formare la sua visione della cultura del vino, del genius loci e della ricchezza delle sue radici.

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Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, Cda pronto a eleggere nuovo presidente

L’assemblea del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg ha eletto il nuovo Consiglio di Amministrazione chiamato ad eleggere il nuovo presidente. Altissima la partecipazione all’assemblea tenutasi martedì 29 giugno 2021, presso il Cinema Teatro Careni di Pieve di Soligo (TV). Ben 225 i soci che si sono espressi, pari a 28.261 voti su un totale di 29.209 aventi diritto.

Nel nuovo Cda del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg siederanno per gli imbottigliatori: Gianfranco Zanon, Valdo Spumanti (7312 voti); Stefano Gava, Villa Sandi (6243 voti); Lauro Pagot, La Marca Vini e Spumanti (6056 voti); Loris Vazzoler, Santa Margherita (5092 voti); Elvira Bortolomiol, Bortolomiol (4895 voti); Andrea Dal Cin, Canevel Spumanti (4844 voti).

IL NUOVO CDA

Per i vinificatori: Giuseppe Collatuzzo, Cantina di Conegliano e Vittorio Veneto (4982 voti); Piero De Faveri, Cantina Colli del Soligo (4938 voti); Franco Varaschin, Cantina Produttori di Valdobbiadene (4805 voti); Ivo Nardi, Perlage (4599 voti); Gianluca Frassinelli, Az. Agr. Frassinelli Gianluca (4366 voti).

Per i viticoltori: Marco Spagnol, Spagnol Soc. Agr. di Orazio Spagnol & C. (3013 voti); Lodovico Giustiniani, Borgoluce Soc. Agr. (2679 voti); Cinzia Sommariva, Sommariva Soc. Agr. Palazzo Rosso (2557 voti); Leonardo Ronfini, Az. Agr. Ronfini Leonardo (1411 voti).

Presidente del Collegio sindacale sarà Adriano Lorenzon, affiancato dai sindaci effettivi Valerio Fuson, Ermes Busetto e dai sindaci supplenti Giuseppe Fiabane e Andrea Curtolo.

I membri del Collegio dei Probiviri eletti nell’assemblea del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg sono l’avvocato Bruno Barel, il professor Vasco Boatto e l’avvocato Stefano Zanchetta.

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Il Prosecco Conegliano Valdobbiadene bissa il record: 92 milioni di bottiglie nel 2020

Ben 92 milioni di bottiglie certificate, lo stesso numero raggiunto nel 2019, l’anno dei record. Si sono rivelate fondate le previsioni di novembre del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. Secondo gli ultimi conteggi, il numero record è stato eguagliato nel 2020.

La flessione, di fatto, è minima rispetto alla chiusura 2019: un – 0,001% che, nonostante qualche timore manifestato nel corso dell’autunno per il peggioramento della situazione epidemiologica, evidenzia quanto il recupero sia stato superiore alle aspettative.

“Chiudiamo questo 2020 con un ottimo risultato – afferma Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela veneto – particolarmente significativo pensando all’anno che ci stiamo lasciando alle spalle. Anche se non è stato semplice, abbiamo raggiunto veramente un risultato storico”.

Le aziende della denominazione hanno dimostrato capacità di adattamento alla situazione e serietà nell’affrontare, anche con misure severe che siamo stati costretti ad adottare, la realtà di mercato che ci minacciava soprattutto in primavera.

Il risultato finale è dovuto a un forte recupero di dicembre che ha registrato un aumento delle certificazioni superiore agli anni precedenti, compensando così i risultati dei mesi più duri del 2020″.

Come era già emerso dal Rapporto economico presentato l’11 dicembre scorso (vedi l’articolo sotto), questo risultato evidenzia, secondo il Consorzio, “lo stretto rapporto tra le aziende e il loro mercato”.

“Le imprese, nel loro insieme, sono riuscite ad adattarsi ai canali di vendita in modo efficace rispetto alle necessità, in un contesto di forte limitazione delle vendite nella ristorazione, canale che in Italia e all’estero assorbe circa un terzo dei consumi in volume e più della metà in valore”.

La tenuta complessiva, sempre secondo il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, è motivata dalla ricollocazione del prodotto su canali meno utilizzati negli anni precedenti, oltre che sull’e-commerce“. Il riferimento è alla Grande distribuzione organizzata, ovvero il mondo dei supermercati.

Prosecco Conegliano Valdobbiadene batte Covid. Nardi: “Fatto solo scelte giuste”

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Prosecco Conegliano Valdobbiadene batte Covid. Nardi: “Fatto solo scelte giuste”

Il Prosecco Superiore Docg di Conegliano Valdobbiadene tiene a freno l’emergenza Covid sui mercati, nonostante il peso della riconferma sui livelli record del 2019 (92 milioni di bottiglie per un giro di affari di 525 milioni di euro). Non solo: si rivela terra fertile per l’enoturismo internazionale, con tassi di decrescita inferiori a quelli di altri territori del vino italiano e della stessa media della regione Veneto.

È il frutto di una “programmazione territoriale” che non parte certo da ieri e che riguarda a 360° il mondo del Prosecco Docg, spinto dal riconoscimento Unesco alle Colline patrimonio dell’Umanità.

Misure come la riduzione delle rese e lo stoccaggio obbligatorio delle vendemmie 2019 e 2020, assieme allo stop alle riserve vendemmiali, alla rinuncia al glifosato e agli investimenti green hanno contribuito, per dirla con il presidente del Consorzio Innocente Nardi (nella foto sopra), “a trasformare Conegliano Valdobbiadene in un laboratorio di sostenibilità ambientale“.

Il tutto – spiega il numero uno dell’ente di Pieve di Soligo (TV) – in una logica di leadership nazionale: il riconoscimento Unesco ci pone nelle condizioni di guidare un percorso di valorizzazione dei nostri prodotti legati alla bellezza del territorio e i numeri di questo 2020, con gli imbottigliamenti in sostanziale pareggio rispetto allo scorso anno, sono la conferma che abbiamo intrapreso la strada giusta”.

Un percorso che si potrà compiere, sempre secondo Nardi, “solo uscendo dalla logica della singola azienda, cercando di consolidare un approccio legato alla comunità di imprese, intendendo per ‘comunità’ l’insieme di soggetti di un territorio che si riconoscono attorno a un’identità culturale e attorno a valori comuni”.

Dall’incontro digitale intitolato “Unicità, autenticità e comunità: la forza del distretto del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg verso il 2021”, è emerso l’andamento positivo della Denominazione, nel 2020.

Come sottolineato dal professor Eugenio Pomarici del Centro Interdipartimentale per la Ricerca in Viticoltura ed Enologia (Cirve) dell’Università di Padova, i primi mesi dell’anno si sono contraddistinti per un’alta disponibilità di prodotto, abbinata e prezzi appetibili dai mercati nazionali e internazionali.

Gli imbottigliamenti hanno subito una battuta d’arresto nel mese di maggio, riprendendo un andamento regolare, in alcuni casi addirittura superiore al 2019. Le restrizioni imposte all’Horeca, calata del 30% in volume, hanno riversato nella Grande distribuzione organizzata circa 6-8 milioni di bottiglie tra gennaio e agosto 2020. Due milioni in più rispetto allo stesso periodo del 2019.

La parte restante, sempre secondo la relazione di Pomarici, è stata rilocata sugli e-commerce, nonché nei negozi di prossimità e nell’importante fenomeno delle consegne dirette, da parte delle cantine ai consumatori finali.

Si confermano stabili i prezzi delle uve nel 2020, seppur al ribasso. La forbice si restringe tra gli 1,70 euro minimi e i 2 euro massimi di media del 2020, rispetto a un più ampio 1,80 – 2,50 euro del 2019. In sostanza, nel 2020 si è riverberata la picchiata del trimestre settembre-novembre 2019, senza ulteriori aggravi.

Interessante, sempre sul fronte delle uve, la tenuta degli spumanti base Glera sul mercato, rispetto agli altri Metodo italiano come Müller-Thurgau, Ribolla Gialla, Pinot.

Un dato ufficiale snocciolato in occasione dell’incontro online dalla Client Growth Delivered Senior Account Manager dell’Istituto di Ricerca Iri, Simonetta Melis, riferito alla grande distribuzione organizzata (cluster Iper+, Super+ e Libero Servizio Piccolo).

La crescita generale degli spumanti, di fatto, è guidata dal buon andamento del Prosecco (Doc e Docg), che ha ripreso la sua corsa dopo la flessione del mese di aprile 2020, segnato da una Pasqua mancata, causa Covid-19.

Il peso a valore delle Denominazioni veneto-friulane è del 53,7%. A seguire gli altri Charmat secchi, con un quota del 20,8%, il Metodo classico italiano al 16,6% e lo Charmat dolce all’8,7%.

Il progressivo al 22 novembre 2020 vede crescere del 16,4% il Prosecco, del 4,1% gli altri Charmat secchi e del 9% lo Champenoise. Crollo per gli Charmat dolci, le bollicine per l’appunto “da ricorrenza”, come appunto la Pasqua: – 8,7%.

Positivo il trend delle vendite a volume del Prosecco (+19,9%), così come degli altri Charmat secchi (+4,2%) e del Metodo classico italiano (7,8%) e conferma del crollo degli spumanti dolci, con un – 9,1%. Doc e le Docg, dunque, consolidano la loro leadership in termini di peso totale sul mercato e sui volumi complessivi.

Non solo. Nei primi undici mesi del 2020, il Prosecco Superiore registra un andamento migliore degli spumanti, sia a valore sia a volume. In aumento, tuttavia, anche la pressione promozionale: sale di 3 punti e si assesta sul 55,4%.

Bene, di conseguenza, le vendite del Conegliano Valdobbiadene: +15% da gennaio a novembre. Cambiano, come attendibile, i canali di acquisto. A crescere maggiormente è l’online, con un + 130%, ma il segno “più” riguarda anche Ipermercati (+ 11,7%), Supermercati (+ 16,8%) e Libero servizio piccolo (+ 8,5%).

Buone, dunque, anche le prospettive per la rinascita del territorio che ospita il vigneto del Prosecco Superiore. “Secondo le stime internazionali ci vorranno dai 2 ai 4 anni per tornare sui livelli precedenti”, riferisce Erica Minotto del Ciset – Consulenza e ricerca su turismo, impatti economici e marketing territoriale per imprese ed enti pubblici.

“Ma il territorio del Conegliano Valdobbiadene – continua – ha retto meglio di altri alla crisi del turismo e dell’enoturismo. Al – 58% degli arrivi in Veneto nei primi nove mesi 2020, con la provincia di Treviso più marcata a – 67%, le colline Unesco rispondono con un -51,5% degli arrivi e un calo nei Comuni del distretto pari al – 48%”.

Nel 2019 il turismo è cresciuto nella zona dell’1,9%, con un ulteriore consolidamento del tasso di internazionalizzazione: circa il 45% degli arrivi sono risultati da Pesi stranieri, soprattutto Germani, Austria, Francia, Regno Unito e Usa.

Il tutto grazie a un aumento dell’offerta ricettiva, verificatasi soprattutto nell’extralberghiero. Lo scorso anno i visitatori delle cantine del Distretto del Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene sono stati più di 380 mila, raddoppiati nell’arco degli ultimi 10 anni.

Il consolidamento dell’offerta e dei servizi alla clientela da parte delle aziende vitivinicole, come eventi dedicati, degustazioni tematiche e visite che legano la cantina al territorio, sono i driver da cui la zona può ripartire e guardare il futuro con meno preoccupazione.

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Colline del Prosecco Unesco: “Subito riconoscimento vigneti storici ed eroici”

“Tutti i vigneti ricadenti all’interno del sito Unesco Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene soddisfano almeno uno, se non tutti, i requisiti previsti ed appartengono ad una zona riconosciuta patrimonio dell’umanità per ragioni che includono la viticoltura. Ogni singola vite è, pertanto, da ritenersi a pieno titolo e di diritto storica ed eroica”.

Questa, in estrema sintesi, la richiesta che l’Associazione di Tutela del sito Unesco Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene ha inviato alla Regione Veneto all’attenzione di Gianluca Fregolent e Alberto Zannol (rispettivamente capo della Direzione Agroambiente, programmazione e gestione ittica e faunistico venatoria, e capo della Direzione Agroalimentare della Regione Veneto) proponendo di valutare un’assegnazione automatica del riconoscimento di “vigneto storico ed eroico” a tutte le superfici vitate ricadenti sul territorio Patrimonio Unesco.

A seguito della recente firma del decreto interministeriale che sancisce l’importanza di salvaguardare i vigneti storici ed eroici – si legge sulla missiva – chiediamo alla Regione Veneto che tutti i vigneti localizzati all’interno del sito Unesco Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, siano iscritti e possano fregiarsi del riconoscimento a vigneti eroici e storici attraverso una modalità semplificata di iscrizione, evitando che ogni produttore debba inviare una richiesta singola di ammissione.

Considerato che la Regione possiede già tutti i dati relativi ai vigneti dell’area e ai rispettivi produttori, una procedura semplificata sarebbe auspicabile anche in un’ottica di economicità del procedimento a vantaggio sia dei produttori sia degli uffici regionali”.

Marina Montedoro, presidente Associazione di Tutela del sito Unesco Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene

Una presa di posizione che affonda le radici nel decreto interministeriale inerente i vigneti storici ed eroici, firmato il 30 giugno 2020. La procedura di riconoscimento viene infatti gestita dalle singole Regioni, che hanno il compito di predisporre l’elenco dei vigneti storici ed eroici presenti sul territorio di competenza sulla base delle richieste di ammissione presentate dai produttori.

I vigneti considerati eroici rispondono a precise caratteristiche: sono localizzati in aree soggette a rischio idrogeologico o dove le condizioni orografiche creano impedimenti alla meccanizzazione.

Si trovano in zone di particolare pregio paesaggistico e ambientale; devono possedere almeno un requisito tra pendenza del terreno superiore al 30%, altitudine media superiore a 500 metri sul livello del mare, sistemazione degli impianti su terrazze e gradoni.

Quelli storici, invece, appartengono a territori iscritti nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali storici e quelli afferenti ad aree che hanno ottenuto il riconoscimento di eccezionale valore universale dall’Unesco ove il criterio di iscrizione alla lista Unesco si riferisca esclusivamente o in modo complementare alla viticoltura.

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Prosecco, anche il Baffo ci prova: il Doc frizzante venduto come Valdobbiadene

Anche il “BaffoRoberto Da Crema tra i furbetti del Prosecco. Proprio in questi giorni è in vendita nei punti vendita Pubblistore il Prosecco Doc Frizzante Ruggeri, spacciato per Conegliano Valdobbiadene Docg.

I clienti iscritti alla newsletter hanno ricevuto l’invito all’acquisto di “6 bottiglie di Prosecco Valdobbiadene d.o.c. frizzante” della nota casa spumantistica veneta, al prezzo promozionale di 35,40 euro, al posto di 71,40 euro.

Una indicazione che trae in inganno il consumatore: il “Prosecco Doc frizzante”, infatti, non ha nulla a che fare con il “Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg“. Un’altra gatta da pelare per il Consorzio presieduto da Innocente Nardi, costantemente impegnato a comunicare le peculiarità della Docg rispetto alla Doc.

Pubblistore è il frutto degli oltre 40 anni di storia di Roberto Da Crema nel mercato della vendita televisiva a distanza in Italia. I prodotti godono di prezzi vantaggiosi in quanto provengono da campagne pubblicitarie di grandi aziende nazionali e internazionali, spaziando dal “Fai da Te” all’elettronica, fino ai vini come il Prosecco Doc Ruggeri, “spacciato” per Valdobbiadene.

Oggi i punti vendita fisici della catena del “Baffo” sono quattro, tutti in Lombardia, distribuiti tra le province di Milano, Lodi, Pavia e Monza e Brianza. A causa dell’emergenza Coronavirus, la vendita online si è intensificata sul sito web Pubblistore, interessando anche i prodotti enologici.

https://www.baffoitalia.com/casalinghi/bevande/enoteca/vino-ruggeri-valdobbiadene-doc-6pz-da-75-cl.html

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Unesco, le Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene verso la valorizzazione

Un anno fa, a Baku, in Azerbaigian, le Colline del Prosecco di Conegliano Valdobbiadene venivano iscritte tra gli 8 Siti Unesco del Veneto e i 55 italiani. Solo l’inizio di un percorso che, dai prossimi mesi, prevede la redazione del Piano di gestione del Sito con il supporto del Comitato scientifico, la definizione del piano di comunicazione e la classificazione degli edifici rurali. Questi ultimi “andranno valorizzati da un punto di vista architettonico e urbanistico per strutturare un’accoglienza diffusa”.

È quanto rende noto Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. “Il riconoscimento Unesco – spiega – è il punto di partenza di un lavoro che vede oggi impegnati l’Associazione e tutti i portatori di interesse dell’area per garantire tutela e valorizzazione al patrimonio inestimabile che le generazioni passate hanno affidato alle generazioni presenti per tramandarle a quelle future”.

L’iter, iniziato nel 2008 con la presentazione del progetto di candidatura da parte del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, è stato lungo e non privo di difficoltà. La promozione è arrivata il 7 luglio 2019, con delibera unanime dei 21 Stati membri del Comitato, a conferma dell’alta qualità della candidatura italiana.

Nel gennaio 2020 si è costituita l’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, ente a cui è stato affidato il compito di gestire il Sito, promuovere la cooperazione, curare la comunicazione e lo scambio d’informazioni e documenti tra i vari soggetti coinvolti.

La squadra si è completata lo scorso giugno con la nomina del Comitato scientifico che affiancherà l’Associazione nella gestione e conservazione del Sito. Tutti capitoli ancora da scrivere, con riflessi economici e culturali non solo sul Veneto.

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Conegliano Valdobbiadene: blocco rivendicazioni fino al 2023 e riduzione delle rese

Riduzione della resa, stoccaggio, misure sui vini da taglio, blocco della rivendicazione dei nuovi vigneti e immissione al consumo dal 1° gennaio 2022 dell’annata 2021. Queste le decisioni varate dall’assemblea dei soci del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, riunitasi ieri a Pieve di Soligo. All’ordine del giorno le tematiche relative alla vendemmia 2020.

In particolare, è stata ridotta a 120 quintali ettaro la resa in vigneto per tutte le tipologie Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, oltre al supero di campagna del 20% (totale resa ettaro massimo 144 q.li). Lo stoccaggio previsto è di 20 q.li/ha per le tipologie base di Glera e Pinot – Chardonnay atti al taglio e di 10 q.li/ha per la tipologia Rive, per le superfici iscritte all’albo regionale delle vigne e per i prodotti della Denominazione certificati biologico.

Quanto ai vini 2020 atti al taglio (Pinot, Chardonnay) potranno essere utilizzati “per le sole operazioni di taglio con Glera o glera con complementari (verdiso, bianchetta, perera) dell’annata 2020 o successive”, riferisce il Consorzio.

Capitolo centrale il blocco delle rivendicazioni per la campagna vitivinicola 2020/2021 e per le due campagne successive, ovvero fino al 2022/2023, per la Denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg “per tutti i produttori che nella campagna vitivinicola 2019/2020 hanno rivendicato tale Denominazione”.

“Per coloro invece che si sono avvalsi di rivendicazioni diverse nella campagna vitivinicola 2019-2020 – spiega il Consorzio di Tutela – qualora venisse confermata per la vendemmia 2020 una rivendicazione diversa dal Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, scatterà il divieto della rivendicazione della Denominazione Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg per le due campagne successive dalla attuale (2020/2021)”.

Le decisioni dell’assemblea riguardano anche l’immissione al consumo dell’annata 2021 dal 1° gennaio 2022, “fermo restando quanto previsto dal disciplinare per le tipologie Rive e Rifermentato sui lieviti”. Misura che dovrà tradursi in una modifica del disciplinare di produzione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco.

“Le misure che abbiamo presentato ieri agli associati – spiega il presidente del Consorzio, Innocente Nardi – sono frutto di un’attenta analisi dell’attuale andamento della Denominazione e dei possibili scenari dei prossimi anni nel mondo del vino, soprattutto con riferimento alla Denominazione”.

Sono misure volte a consolidare il valore della Denominazione ed il suo posizionamento sul mercato, a beneficio dei produttori e di tutto il territorio. Queste scelte vanno valutate con una visione d’insieme della Denominazione e non con riguardo al singolo particolare”.

All’incontro hanno preso parte, oltre al presidente del Consorzio, anche il professor Eugenio Pomarici ed il professor Vasco Boatto del Cirve di Conegliano, che hanno esposto i risultati dello studio sull’andamento del mercato vinicolo nazionale ed internazionale ed evidenziato l’importanza strategica del mantenimento del posizionamento della Denominazione sul mercato stesso.

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Approfondimenti

I Terroirs del Conegliano Valdobbiadene Prosecco: il libro che fotografa 19 sottozone

Sono 19 le sottozone su cui pone l’accento “I Terroirs del Conegliano Valdobbiadene Prosecco“, lo Studio sull’origine della qualità nelle Colline Patrimonio Unesco. Il volume, edito da Antiga Edizioni e curato dai ricercatori Federica Gaiotti e Diego Tomasi, aggiorna gli studi e le analisi su uno dei più preziosi territori viticoli italiani, ricavandone le specificità distintive.

La pubblicazione è stata presentata oggi dal Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg in collaborazione con il Crea-Ve – Centro ricerca viticoltura ed enologia di Conegliano (TV).

“Questo studio – sottolinea il presidente del Consorzio Innocente Nardi – fornisce la conferma che il luogo di origine di un vino sia parte integrante e irrinunciabile del suo valore e scardina la teoria del ‘primato del vitigno’ che attribuisce a quest’ultimo il maggior peso e responsabilità nel determinare il risultato qualitativo di un calice”.

Il lavoro condotto dai ricercatori Gaiotti e Tomasi contribuisce a segnare in modo sempre più consistente quel percorso di valore che come Consorzio stiamo perseguendo da anni”.

L’obiettivo di questa pubblicazione, come sottolinea il Consorzio di Tutela, è restituire rilevanza a ogni frammento di territorio della Denominazione facendone emergere le peculiarità di ognuno e illustrandone ogni aspetto, quelli morfologici come quelli culturali e legati alla tradizione agricola, che hanno portato i viticoltori a gestire il territorio in modo diverso e sempre adeguato al singolo appezzamento.

L’intero studio si basa su esperienze, sperimentazioni, misurazioni, ma anche tradizioni e fattori materiali e umani che contribuiscono in modo determinante alla qualità dell’uva e del vino.

“Non esiste in Italia altro territorio così studiato e scandagliato nei minimi dettagli al fine di averne rispetto e credere nel suo futuro”, sottolineano Diego Tomasi e Federica Gaiotti. “Ci auguriamo che dalla lettura emerga la difficoltà del lavoro del viticoltore, soprattutto in aree poco accessibili, dove il lavoro è concesso solo a mani abili ed esperte senza l’ausilio di mezzi meccanici”.

La consapevolezza di questo ruolo implica impegno e conoscenza ed è segno di una visione futura indispensabile per un terroir blasonato e prestigioso come il Conegliano Valdobbiadene Docg. Questo terroir è tra i pochi ad avere ottenuto il riconoscimento Unesco, di conseguenza è un terroir unico e come tale va studiato e conosciuto, ma soprattutto protetto”.

“Conservazione del paesaggio e progresso sono temi che si devono esprimere all’unisono e d’ora in poi essere considerati le sole mete da perseguire per mantenere inalterato il successo di questa denominazione”, conclude il Consorzio di Tutela.

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Ogni spumante rosé adesso è Prosecco rosé: nuova deriva delle bollicine del Veneto

EDITORIALE – C’è una nuova, preoccupante deriva che interessa lo spumante del Veneto per eccellenza, ovvero il Prosecco. La recente approvazione della modifica del disciplinare che dovrebbe autorizzare, dal mese di ottobre 2020, la commercializzazione del Prosecco Rosé, sta già avendo risvolti devastanti per l’immagine della nuova tipologia “in rosa” della Doc Prosecco.

Il web, infatti, è inondato di decine di proposte di “Prosecco Rosé”. Si tratta in realtà di spumanti rosati comuni, che non possono fregiarsi della Denominazione di origine controllata in questione, riservata solo ai Martinotti (Metodo italiano o Charmat) prodotti in Veneto e in Friuli Venezia Giulia.

In alcuni casi, la dicitura “Prosecco Rosé” viene addirittura accostata al Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene, Docg che non ha nulla a che fare col via libera alla tipologia “Prosecco Rosé” da parte del Comitato Nazionale Vini del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, che riguarda appunto solo la Doc.

Per dirla tutta, più che a una nuova deriva siamo di fronte a una vera e propria involuzione del marketing legato al noto spumante italiano. Se fino a ieri non si poteva usare la formula “Prosecco Rosé“, perché ancora non ufficialmente approvato il matrimonio tra Glera e Pinot Nero, le nozze tra i due vitigni hanno aperto le porte ai farabutti del web, pronti a sfruttare la leva della notorietà del brand “Prosecco” per spingere le vendite di qualsiasi altro spumante rosato.Caso eclatante quello che appare sull’e-commerce “Negozio del vino“, dove il Vsq Rosé Brut “Faìve” della nota cantina Nino Franco di Valdobbiadene viene “spacciato” per Prosecco Doc Rosé (nel link, nel titolo e nella scheda descrittiva) pur essendo prodotto con uve Merlot e Cabernet Franc vinificate in rosa.

Più ingegnoso un altro e-commerce, “Wine Point“. Qui, il Vsq Rosé Brut “Roseo” della cantina Le Manzane di San Pietro di Feletto (TV) viene descritto come “Prosecco Superiore Metodo Charmat”. Non solo: viene utilizzato il vecchio nome della Glera, ovvero Prosecco, per trarre in inganno l’ignaro consumatore.

“La qualità del prodotto – si legge – è certificata dall’uso in prevalenza di uvaggio Prosecco, nella sua qualità autoctona Glera, che compone il 95% dell’etichetta. Il restante 5% deriva invece da uve Merlot, che vanno a conferire il classico colore rosato all’etichetta”. Lo stesso avviene per il Brut di Pinot della cantina Ruggeri.

Segue a ruota l’e-shop di vino online “BierreStore“, che nel pubblicizzare il Brut Rosato “Il Fresco” di Villa Sandi, parla di “Prosecco Rose”. Manca l’accento, ma il senso è quello e gioca sulla scarsa esperienza del consumatore che si imbatte nella scheda, per l’acquisto.

Vale la pena di citare anche il caso, sottile, del presunto “Prosecco Valdobbiadene Brut Rosé Doc” della cantina Col Sandago, tra i veri e propri fake che interessano la nuova tipologia del Prosecco Doc. Tutto, sin dal link, riconduce al taroccamento da parte dell’e-commerce “Di-vinità – di cibo, vino e altre storie“. Ecco, sono le “altre storie” che preoccupano chi ha a cuore il Made in Italy.

Concludo con un appello: la redazione di WineMag.it invita i lettori a segnalare ai Consorzi di Tutela tutti i link alle recensioni di “non Prosecco”, nonché di “Prosecco Rosé” tarocco scovate sul web. Questi gli indirizzi email a cui rivolgersi: info@consorzioprosecco.it e info@prosecco.it. Cin, cin.

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“Festa Granda” con la Primavera del Prosecco Superiore di Conegliano Valdobbiadene

Una “Festa Granda” in onore di tutti i protagonisti della Primavera del Prosecco Superiore che quest’anno ha dovuto fermarsi a causa dell’emergenza Covid-19. È questo l’appuntamento “live” organizzato dalla Primavera del Prosecco Superiore che si svolgerà domenica 21 giugno 2020, giorno del Solstizio d’Estate.

Un evento che vede le Mostre della Primavera del Prosecco Superiore, in collaborazione con le cantine del territorio, ristoratori, strutture alberghiere, Consorzi, Enti ed autorità, dare vita ad un evento diffuso nelle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Patrimonio dell’Umanità.

Dall’alba all’ora dell’aperitivo, l’intera giornata animerà il territorio con degustazioni, brindisi e passeggiate – sempre nel rispetto delle regole attualmente vigenti – vivendo anche sui canali Facebook ed Instagram della Primavera del Prosecco Superiore, dove i principali appuntamenti si potranno seguire in diretta Live.

Dal benvenuto al sole nascente del Solstizio d’Estate all’omaggio musicale alla Colline Patrimonio dell’Umanità, senza tralasciare il brindisi a più voci di saluto alla Primavera, Festa Granda, racconterà la grande ospitalità di un territorio che vuole ripartire con entusiasmo. La situazione emergenziale causata dal Covid-19, infatti, non ha scalfito la volontà di Pro Loco, ristoratori, produttori, guide naturalistiche e turistiche del territorio di aprire le proprie porte.

Il sole che sorge è un’immagine bella ed evocativa, che rappresenta la rinascita – spiega Giovanni Follador, presidente del Comitato Organizzatore della Primavera del Prosecco – quella rinascita che ora, come territorio, affrontiamo con grande slancio e voglia di raccontarci”.

“Solstizio d’estate, il giorno più lungo e la notte più corta dell’anno, la luce che vince sul buio: non esiste immagine migliore per descrivere i sentimenti che stiamo vivendo in questo inizio d’estate 2020”, sottolinea l’assessore regionale al Turismo, Federico Caner.

Potrà non essere una festa come quelle che conoscevamo, ma già riparlare di Festa è un sollievo, è un’aria che torniamo a inalare avidamente perché ci è mancata per troppi, lunghi giorni. ‘Respirare’ è l’invocazione planetaria di oggi, che vale per gli uomini e per la terra, e tra queste colline di una bellezza unica è il respiro all’unisono del luogo e di chi lo abita, è l’accumulo di fiato che prelude a una gioiosa esclamazione di rinascita”.

“Partecipare alla Festa Granda, evento che darà risalto alla bellezza del nostro territorio – afferma Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg – è un modo per celebrare il suo prodotto principe, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg”.

Le vigne infatti contribuiscono in modo determinante a disegnare il suggestivo paesaggio in cui abbiamo la fortuna di vivere immersi. Tutti i visitatori e i partecipanti a questo evento ritroveranno questa bellezza in ogni calice e il nostro auspicio è che ogni sorso, anche futuro, evochi in loro le nostre magnifiche colline”.

“In questa fase di ripresa post emergenza sanitaria – commenta Marina Montedoro, presidente dell’Associazione per il Patrimonio delle colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene – riteniamo che questo evento possa rappresentare un importante momento per fare ‘comunità’ attorno alle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”.

Un evento che incoraggia la scoperta e la visita del territorio, oggi patrimonio Unesco, anche da parte dei nostri concittadini. Per tale ragione, apprezzando anche lo sforzo di organizzare in pochissimi giorni un evento di questo genere, l’Associazione ha deciso di sostenerlo, auspicandone il miglior successo”.


GLI EVENTI

Brindisi, degustazioni e visite guidate, ma anche tour, aperture straordinarie e mostre d’arte. Festa Granda è una ghiotta occasione per scoprire, e riscoprire, un territorio Patrimonio dell’Umanità.

  • 07.30 – InCanto del Solstizio: concerto all’alba del solstizio d’estate. Un momento di intrattenimento musicale per accogliere la nuova stagione presso Malga Mariech (Pianezze), con il piacevole intrattenimento della Banda Cittadina di Valdobbiadene
  • 11.00 – Saluto alla Primavera: brindisi diffuso. Tutta la comunità brinda al territorio in un momento di festa esteso e condiviso, per mostrare come le Colline siano pronte ad accogliere i residenti e i visitatori. Il brindisi partirà alle ore 11.00 da San Pietro di Feletto e con diretta Facebook in collegamento con gli altri punti del territorio dove Mostre e Pro Loco si ritroveranno a brindare.
  • 17.00 – Omaggio alle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene. La Pieve San Pietro di Feletto sarà il palcoscenico di un inno al territorio che si apre alla comunità e ai visitatori, nel grande abbraccio del Conegliano Valdobbiadene Patrimonio UNESCO. Il concerto “The best of MOVIETRIO” proporrà musiche di Morricone, Piovani e Nino Rota.

E ANCORA

  • Le Mostre del vino proporranno tour, mostre d’arte e visite guidate: https://bit.ly/37Dm10a
  • Tanti luoghi aperti esclusivamente nella giornata di domenica, grazie alla Primavera del Prosecco Superiore: https://bit.ly/2N6jsde
  • Festa Granda è anche sinonimo di brindisi: i produttori vinicoli apriranno le porte delle loro cantine per brindare al ritorno alla normalità: https://bit.ly/3hrgb6m
  • Agriturismi e ristoratori offriranno i migliori piatti e sapori locali https://bit.ly/2B9iOZY
  • Festa Granda è anche l’occasione per trascorrere un weekend nelle Colline Patrimonio dell’Umanità, andando alla scoperta del territorio e delle tante strutture ricettive di pregiohttps://bit.ly/2CdZxan
  • Infine, piccoli produttori locali, fattorie didattiche e vecchie botteghe di paese faranno vivere le tradizioni locali e lo spirito magico di queste terre: https://bit.ly/3hvilSt
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Italian Wine Brands compra Raphael Dal Bo ed entra a Valdobbiadene con Provinco

Italian Wine Brands S.p.A. (IWB), public company del segmento AIM di Borsa Italiana S.p.A., uno dei principali player attivi nella produzione, distribuzione e vendita di vini italiani a marchio proprio sui mercati internazionali – importante il suo ruolo nell’assortimento dei discount Aldi, in Italia – annuncia l’acquisto del 100% della società svizzera Raphael Dal Bo AG, che controlla Raphael Dal Bo S.r.l. di Valdobbiadene (congiuntamente “RDB”), avvenuto in data odierna tramite la propria controllata al 100% Provinco Italia S.p.A.

Raphael Dal Bo mantiene la carica di Amministratore Delegato di RDB, con l’obiettivo definito di sviluppare ulteriormente la presenza del gruppo in Svizzera e centro Europa e, contemporaneamente, entra oggi a far parte del Consiglio di Amministrazione di Provinco Italia S.p.A., consolidata del gruppo IWB che annovera marchi proprietari particolarmente apprezzati sul mercato internazionale ed orientati al canale delle catene di distribuzione organizzata (tra i principali: Ronco di Sassi, Grande Alberone, Oroperla, Old World).

L’operazione non si qualifica come operazione rilevante ai sensi del Regolamento Emittenti e non coinvolge parti correlate. Alessandro Mutinelli, Presidente e AD di IWB, dichiara: “Con l’acquisizione di Raphael Dal Bo diamo continuità e consistenza alla nostra missione di aggregatore di aziende nel settore del vino, rafforzando l’attenzione su brand, quote di mercato e segmenti a più alto potenziale di crescita, come quello biologico”.

“Raphael Dal Bo – continua Mutinelli – apporterà al gruppo IWB tutto questo e molte competenze tecniche e commerciali consentendoci di ampliare ulteriormente la gamma di brand proprietari riconosciuti e amati dal mercato. Da subito accresceremo il portafoglio prodotti dei marchi acquisiti in totale sinergia, realizzando i nuovi vini nelle nostre cantine, che si andranno specializzando sempre più in produzioni di alto valore aggiunto, e ne allargheremo la distribuzione a nuovi paesi dove IWB già opera”.

L’acquisizione da parte di Provinco delle azioni RDB, detenute al 90% dal signor Raphael Dal Bo e al 10% dal signor Giuseppe Geronazzo, è avvenuta sulla base di un valore d’azienda (Enterprise Value) pari a un massimo di circa CHF 13,4 milioni, corrispondente a un multiplo di valutazione dell’Ebitda sostanzialmente in linea con quello che IWB tratta attualmente sul mercato.

Ai fini della determinazione del prezzo delle azioni (Equity Value), si è aggiunta al valore d’azienda di cui sopra la cassa attiva presente in RDB al closing, pari a circa a CHF 1,0 milione.

Secondo gli accordi contrattuali, in data odierna, Provinco Italia S.p.A. ha corrisposto ai venditori un ammontare di CHF 12,4 milioni pari all’86% circa del prezzo di vendita complessivo convenuto tra le parti e il Signor Raphael Dal Bo ha acquistato da IWB n. 210.289 azioni proprie per complessivi CHF 2,9 milioni, divenendo azionista di IWB con una quota del 2,84%.

Le azioni IWB acquistate dal Signor Raphael Dal Bo sono soggette a un lock up period di 36 mesi dalla data odierna e determinano una forte fidelizzazione e allineamento di interessi del nuovo azionista con il mercato.

Il restante 14% circa del prezzo complessivo, pari a massimi CHF 2,0 milioni, sarà liquidato entro il 31 marzo 2021 sulla base del riscontro della continuità dei risultati 2020 di RDB. Tale importo sarà liquidato a fronte del contestuale impegno del signor Raphael Dal Bo ad acquistare da IWB azioni proprie in portafoglio per un ammontare pari al 30% del prezzo da quest’ultimo ricevuto.

Anche tali azioni saranno soggette a un lock up period di 36 mesi dalla data di acquisto. Raphael Dal Bo AG, con sede a Riedikon (Zurigo) e filiale a Valdobbiadene (TV), vanta una posizione rilevante in Svizzera nel segmento dei vini spumanti e frizzanti biologici, con i marchi di proprietà “Raphael Dal Bo”, “La vita è bella” e “Raffaello”.

La società dispone di un’ampia gamma di prodotti caratterizzati da un’elevatissima riconoscibilità dei brand e posizionamento nei segmenti di mercato a più alto valore aggiunto (cd. “affordable premium”). I prodotti sono distribuiti da un’importante base di clienti internazionali, costituita sia da primarie catene della grande distribuzione organizzata che da importanti catene di negozi specializzati.

Nel 2019 RDB ha realizzato vendite consolidate per complessivi CHF 10,7 milioni (+10,4% rispetto alle vendite consolidate del 2018). Grazie a quest’acquisizione Italian Wine Brands si afferma come uno degli esportatori di riferimento sul mercato Svizzero, quarto mercato mondiale per i vini italiani con un valore complessivo nel 2019 pari a Euro 350 milioni.

IWB è una public company nata con la mission imprenditoriale di “aggregare società nel mondo del vino, settore altamente frammentato in Italia”: nella stessa sono già confluite Provinco Italia S.p.A., che opera con marchi propri nel canale wholesale, Giordano Vini S.p.A. e Svinando S.r.l., entrambe attive nel canale direct selling e on line.

Grazie all’acquisizione di RDB, da oggi IWB annovera un nuovo, brillante player dai solidi presidi di mercato ed amplia numero e qualità dei brand proprietari in portafoglio nel settore degli organic sparkling wines.

Tra le immediate sinergie di ricavo generate dall’operazione, Raphael Dal Bo AG potrà sicuramente giovare della distribuzione ai propri clienti di nuove referenze di vini fermi biologici, realizzati in particolare in Puglia e in Piemonte, dove IWB possiede le proprie cantine di produzione, così come IWB proporrà i prodotti bio RDB sui mercati internazionali presidiati tramite il proprio network commerciale.

Quanto alle sinergie di costo, “verranno esplorate possibilità di riduzione dei prezzi di acquisto della materia prima, legate ai maggiori volumi di acquisto realizzati a livello di gruppo”. A seguito dell’acquisizione, i risultati economico-finanziari di RDB si andranno integralmente a consolidare con quelli di IWB.

In particolare, per il 2019, il fatturato aggregato pro-forma viene stimato indicativamente in circa 168 milioni di euro (dato aggregato non sottoposto a revisione contabile). I risultati consolidati 2019 del gruppo IWB verranno comunicati a valle del Consiglio di Amministrazione della stessa, che si terrà il prossimo 18 marzo 2020, come da calendario finanziario.

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Enrico Bortolomiol è il nuovo Gran Maestro della Confraternita di Valdobbiadene

Enrico Bortolomiol è il nuovo Gran Maestro della Confraternita di Valdobbiadene. Insignito in occasione dell’Assemblea d’Inverno, da poco tenutasi nella sede storica di San Pietro di Barbozza, Bortolomiol ha specificato da subito come il suo “intento primario sarà quello di mantenere i valori storici che contraddistinguono la nostra realtà, continuando a lavorare per rafforzare sempre più l’inimitabile e unica identità territoriale”.

A completare il Capitolo (Consiglio) sono stati eletti i confratelli Vlady Bortolin, Roberto De Lucchi, Luca Gallina e Gianfranco Zanon, volti che da anni ormai sono portatori della cultura del territorio.

Le nuove nomine hanno preceduto la cerimonia della “Festa delle Nozze di Canaan’’, il momento più suggestivo della vita associativa della Confraternita di Valdobbiadene, che consiste nell’investitura dei nuovi Cavalieri di Valdobbiadene.

Con il suggello di una spada lignea ricavata da un antico tralcio di vite, hanno giurato solennemente Mirco Balliana, Luigino Barisan, Maria Elena Bortolomiol, Emanuele Miotto ed Angela Varaschin, tutte persone che si distinguono per essere appassionati cultori e promotori del Valdobbiadene Docg e del suo territorio di origine: le colline di Valdobbiadene Conegliano.

Dal 1946 la Confraternita di Valdobbiadene promuove ed è testimone di un prodotto, il Valdobbiadene Docg, che non è solo un vino ma racchiude in sé un ricco patrimonio storico-culturale legato al territorio nel quale è prodotto e la grande passione e dedizione dei viticoltori per la coltivazione delle sue uve.

La Confraternita di Valdobbiadene è attualmente composta da circa 130 membri (tecnici enoici, personalità del mondo vitivinicolo o di altri settori), tutti impegnati per la promozione e la tutela di questo vino e del suo territorio.

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Addio al centenario Giustino Bisol, uomo simbolo del Prosecco di Valdobbiadene

Il centenario Giustino Bisol, uomo simbolo del Prosecco e fondatore della cantina Ruggeri, si è spento ieri nella sua Montebelluna (TV). A novembre aveva compiuto, appunto, 100 anni. Di lui resterà sempre il ricordo nella storia della Denominazione veneta, sancita anche da un’etichetta celebrativa: “Giustino B.“.

Giustino Bisol, classe 1919, fin da subito respira il profumo dell’uva e della cantina. Il padre Luigi era enologo, uno dei primi di Valdobbiadene. Giovanissimo combatte nella Seconda guerra mondiale, riportando ferite e medaglie. Prigioniero dopo l’otto settembre 1943, sul finire del conflitto riesce a salvarsi dai campi nazisti con una fuga rocambolesca.

Una volta a casa, prende subito in mano la cantina, poco prima della morte del padre. Trascorso qualche anno, nel 1950, assieme al cugino Luciano, che cederà la sua parte a Giustino nel 1989, dà vita alla Ruggeri.

Fin da subito la cantina si caratterizza per una tenace e dichiarata ambizione qualitativa, la stessa che ancora oggi si esprime nei suoi vini spumanti. Gli anni Cinquanta sono per noi difficili anche solo da immaginare: pochi mezzi, pochi consumi, ma anche poca burocrazia; tanta voglia di fare e tanto lavoro.

Nel 1995, per festeggiare i suoi 50 anni di lavoro nel mondo del vino, fu presentato “Giustino B.“, il vino che porta il suo nome, tuttora il più premiato della cantina. Uomo di poche parole, nel suo breve discorso di ringraziamento, pronunciò una frase che riassume perfettamente il suo modo di essere: “Questi 50 anni mi sono volati via in un attimo, perché ho sempre amato intensamente il mio lavoro”.

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Ruggeri: compie 100 anni il fondatore e pioniere del Prosecco Giustino Bisol

La lunga sfida di Cantina Ruggeri al tempo. Dopo aver presentato nei mesi scorsi Cinqueanni“, il Prosecco affinato appunto un quinquennio, ecco un altro traguardo importante: i cento anni dalla nascita di Giustino Bisol, fondatore della cantina a Valdobbiadene (TV).

Al visionario pioniere del Prosecco è dedicato l’omonimo vino, il Valdobbiadene Prosecco Superiore D.O.C.G. Giustino B., orgoglio della cantina ed essenza della tipicità del Valdobbiadene. Anche nella sua edizione 2018 il Giustino B. ha conquistato, per l’ottava volta, l’ambito premio dei “Tre Bicchieri” assegnato dal Gambero Rosso.

Giustino Bisol, nato nell’ormai lontano 1919, fin da subito respira il profumo dell’uva e della cantina, in quanto suo padre Luigi era enologo, uno dei primi di Valdobbiadene. Giovanissimo combatte nella Seconda guerra mondiale, riportando ferite e medaglie. Prigioniero dopo l’otto settembre 1943, sul finire del conflitto riesce a salvarsi dai campi nazisti con una fuga rocambolesca.

Una volta a casa, prende subito in mano la cantina paterna, poiché il padre muore poco dopo il suo ritorno. Trascorso qualche anno, nel 1950, assieme al cugino Luciano, il quale cederà la sua parte a Giustino nel 1989, dà vita alla Ruggeri.

Fin da subito la cantina si caratterizza per una tenace e dichiarata ambizione qualitativa, la stessa che ancora oggi si esprime nei suoi vini spumanti.

Gli anni ’50 sono per noi difficili anche solo da immaginare: pochi mezzi, pochi consumi, ma anche poca burocrazia; tanta voglia di fare e tanto lavoro.

Come una vite ben curata e messa a dimora in un luogo vocato, la cantina cresce in maniera armonica, consolidando le proprie radici, senza mai cedere alla lusinga dei grandi numeri.

Nel 1995 per festeggiare i suoi 50 anni di lavoro nel mondo del vino, fu presentato il Giustino B., il vino che porta il suo nome, tuttora il più premiato della cantina. Uomo di poche parole, nel suo breve discorso di ringraziamento, pronunciò una frase che riassume perfettamente il suo modo di essere: “Questi 50 anni mi sono volati via in un attimo, perché ho sempre amato intensamente il mio lavoro”.

UN’EDIZIONE LIMITATA E CELEBRATIVA
Per rendere omaggio a quest’uomo fuori dal comune, la Cantina Ruggeri ha deciso di presentare un’edizione limitata del vino a lui dedicato. L’annata 2018 del Giustino B. ricorderà il traguardo dei cento anni del fondatore con un sigillo celebrativo apposto sulla bottiglia.

Il Giustino B. fa parte della linea “Selezioni”, tre vini che rappresentano l’espressione più viva della Cantina Ruggeri nonché il frutto del lavoro degli oltre cento storici conferitori e del sapere degli enologi esperti dell’azienda.

Per acquisire caratteristiche d’eccellenza, questi vini ambasciatori del mondo Ruggeri sostano a lungo in autoclave e vengono presentati al pubblico soltanto la primavera successiva alla vendemmia di raccolta, regalando al naso e al palato dei consumatori ancor più precisi elementi di eleganza e territorialità.

LA  VERTICALE DI GIUSTINO B.
L’eleganza e la finezza del Giustino B. evolvono notevolmente con il passare del tempo ed evidenziano la sorprendente longevità di questo vino. Per consentire agli enoappassionati di coglierne le interessanti sfumature evolutive, la Cantina Ruggeri propone uno speciale cofanetto in legno all’interno del quale sono custodite tre diverse annate pronte per essere degustate e comparate: la 2016, la 2017 e l’annata dedicata al centenario del fondatore, la 2018.

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Valdobbiadene, rivoluzione del Prosecco con lo Chardonnay? Meglio Verdiso, Bianchetta e Perera


EDITORIALE –
Articolo 2, comma 1 e 2. Articolo 5, comma 3. Tocca scomodare il Decreto del 12 luglio 2019, inerente le “Modifiche al disciplinare di produzione della Denominazione di origine controllata dei vini ‘Conegliano Valdobbiadene – Prosecco” per capire quanto, realmente, i produttori di Valdobbiadene abbiano perso un’occasione d’oro per “distinguersi” – al di là dell’etichetta – dal Prosecco Doc prodotto in pianura (anche in Friuli Venezia Giulia) e non solo sulle colline patrimonio Unesco.

L’8 agosto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il provvedimento con cui il Ministero delle Politiche agricole alimentari, forestali e del turismo ratifica le richieste presentate il 29 marzo dal Consorzio di Tutela della Docg veneta.

Positiva la valorizzare della tipologia “Rive”, per la “qualità superiore delle uve provenienti da vigneti in forte pendenza, che richiedono un lavoro manuale più lungo e faticoso da parte dei viticoltori” e utile a “distinguere i diversi territori all’interno della Denominazione”. Una sorta di zonazione.

Commovente la “salvaguardia del legame con la tradizione, rendendo ufficiale la tipologia spumante ‘Sui Lieviti’ di Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, che sta a cuore da generazioni ai produttori del territorio”.

Costruttivo “rispondere, con l’introduzione della tipologia ‘Extra Brut’, al gusto contemporaneo dei consumatori che hanno dimostrato un apprezzamento speciale per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg”.

Manca solo un dettaglio. Quello definito, appunto, dagli articoli 2 e 5, e relativi commi. La base ampelografica dei vini “Conegliano Valdobbiadene Prosecco” è sì costituita dalle uve provenienti dai vigneti del vitigno Glera.

Possono concorrere, in ambito aziendale, fino ad un massimo del 15%, le uve Verdiso, Bianchetta trevigiana, Perera e Glera lunga. Ma anche quelle dei vitigni Pinot bianco, Pinot nero, Pinot grigio e Chardonnay, “usate da sole o congiuntamente”.

Una “tradizionale pratica correttiva di aggiunta di vini” ottenuti da varietà internazionali, il cui utilizzo è consentito anche nel disciplinare del Prosecco Doc. Ma non ci si poteva (doveva) distinguere?

Se da un lato è sacrosanto che i vini (specie quelli buoni) non si fanno coi disciplinari, dall’altro, da parte dei produttori e del Consorzio, poteva arrivare un segnale importante, sul fronte della base ampelografica.

Gli esempi di Denominazioni che stanno puntando tutto sull’autoctono, in Italia si sprecano. Basti pensare alla Franciacorta, con il Consorzio concentrato nella valorizzazione e diffusione dell’autoctono bresciano Erbamat.

La necessaria corsa ai ripari dei produttori franciacortini, alle prese con il surriscaldamento globale e i conseguenti cali di freschezza delle basi di Pinot Nero, Chardonnay e Pinot Bianco, si è trasformata in un motivo di promozione del territorio, che porterà presto alla nascita della tipologia Franciacorta “Mordace” e al conseguente aumento delle percentuali di Erbamat ammesse nella cuvée del Metodo classico (ora ferme al 10%).

Hanno storia e storicità anche gli autoctoni divenuti ormai una rarità sulle colline di Conegliano e Valdobbiadene. Le prime testimonianze sul Verdiso risalgono al 1788 e sono legate ai coloni dell’Abbazia di Follina (TV). Il vitigno ha una buona vigoria e si adatta a molti tipi di terreno.

Anche le prime notizie della Bianchetta trevigiana risalgono al Settecento. Si suggeriva l’appassimento, per produrre vini dolci. In epoca più recente ha dimostrato il perfetto carattere alla spumantizzazione, tanto da risultare per decenni il vitigno più coltivato in una quarantina di comuni della Provincia di Treviso.

Varietà storica della zona di Conegliano e Valdobbiadene anche la Perera, nota anche come “Pevarise”. Santo Stefano e San Pietro di Barbozza (TV) le due zone in cui era più presente e riconoscibile, per la sua forma a “pera rovesciata”.

Apprezzata per le sue caratteristiche fruttate, fu decimata dalla fillossera ed ora è rara da reperire. Tre vitigni, insomma, non uno. Già in disciplinare. Chi ci crede, in Consorzio e tra i produttori, alzi la mano. Cin, cin.

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A Valdobbiadene l’asilo si finanzia con il vigneto di Prosecco e Pinot Nero


VALDOBBIADENE –
Rette basse e decine di attività per i bambini, grazie ai proventi del vigneto di Prosecco e Pinot Nero. Succede a Valdobbiadene, nel cuore delle colline patrimonio Unesco. Sono più di 2 gli ettari vitati gestiti dalla Fondazione Asilosanvito “Istituto Geronazzo Dalla Longa” di via Sotto il Mur di Brolo, 12.

Le uve, conferite alla Cantina Produttori di Valdobbiadene, rendono circa 50 mila euro lordi a vendemmia. Denaro che viene reinvestito nei progetti extra curricolari per i piccoli studenti della Scuola dell’infanzia (3-6 anni), come la psicomotricità e l’acquaticità. Ne risentono positivamente anche le rette scolastiche, rimaste negli anni invariate.

Il vero vantaggio è che questa liquidità consente alla Fondazione di evitare di andare in rosso in attesa dell’arrivo dei contributi pubblici, come avviene a tanti asili italiani”, spiega l’ex presidente della provincia di Treviso Giacomo Dalla Longa, residente proprio a Valdobbiadene, dove è stato sindaco, assessore e consigliere.

“La vendita dell’uva del vigneto crea un vero e proprio surplus, utile a liberarsi del peso di eventuali interessi bancari” conclude Dalla Longa. I proventi del vigneto hanno persino finanziato la costruzione del “Centro Turra“, uno spazio di aggregazione annesso all’asilo e gestito da volontari del paese alle porte di Treviso.

LA STORIA

Ed è un anno importante, il 2019, per l’Asilosanvito di Valdobbiadene. Lo scorso 21 gennaio, la Fondazione ha festeggiato il 70° anniversario dalla costituzione della scuola per l’infanzia, che oggi conta oltre 100 bambini.

Una storia legata sin dagli esordi al vigneto di Prosecco, mentre quello di Pinot Nero – impiantato in zona Settolo alto, non lontano dal punto raggiunto dagli alpini dopo aver passato il Piave, durante la battaglia di Vittorio Veneto – è più recente.

Tutto comincia nel 1949, quando viene aperto l'”Ente morale Asilo infantile Sorelle Geronazzo e Dalla Longa”. Alla morte di Giovanna Geronazzo e Antonia Dalla Longa, due donne residenti nella frazione San Vito di Valdobbiadene, si scopre che i testamenti risultano identici.

Entrambe avevano deciso di lasciare alla Curia tutti i loro beni. Tra questi, diversi terreni edificabili e un vigneto di Glera, l’uva utile alla produzione del Prosecco, di oltre un ettaro. Al parroco del paese, don Giovanni Turra, il compito di dare un senso al lascito, tramite la Curia di Padova.

Sui testamenti, infatti, viene espressa la volontà che la parrocchia realizzi un asilo a San Vito di Valdobbiadene, gratuito per i bambini poveri. Nasce così l’Ipab (Istituto Pubblico di Assistenza e Beneficenza) che nel 2010 si evolve in ente privato attraverso la Fondazione Asilosanvito. I beni possono essere così gestiti e fatti fruttare.

Dall’anno successivo, le uve iniziano ad essere conferite alla cooperativa locale, la Cantina Produttori di Valdobbiadene. La Glera da Prosecco, nell’areale della Docg, viene pagata bene. Le rese più alte rispetto ad oggi e la realizzazione di un nuovo impianto di Pinot Nero fanno il resto: l’asilo funziona sempre meglio, grazie all’uva.

Si passa infatti dai 2 mila euro all’anno percepiti dall’affitto del vigneto a cifre che sfiorano i 50 mila euro lordi, derivanti dalla vendita diretta alla cantina sociale, tramite l’azienda agricola Prà Longhi, appositamente costituita.

Oggi la Fondazione Asilosanvito è presieduta da Matteo Meneghello, designato dal vescovo di Padova. Alla maestra Alessandra Bolese il coordinamento scolastico. Ai bambini un futuro certamente roseo. Perché rosé – in area Docg – non si può fare. Per ora.

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Vini al supermercato

Prosecco Superiore Conegliano Valdobbiadene Docg Extra Dry Le Fade, Azienda Agricola Luca Ricci

(4 / 5) Prezzi su, prezzi giù, Brexit, confusione sulle denominazioni nella battaglia tra Doc e Docg, Patrimonio Unesco. Sul Prosecco si sentono spesso notizie in contraddizione fra loro. Fatto sta che per il consumatore “Prosecco” è sinonimo di “Spumante”. Sotto la lente di ingrandimento di Vinialsuper il Prosecco Conegliano Valdobbiadene DocgLe Fade“, Extra Dry dell’Azienda Agricola Luca Ricci.

LA DEGUSTAZIONE
Giallo paglierino con una bella spuma fine che svanisce rapidamente, lasciando posto a un perlage piuttosto fine e persistente. Gentile al naso, dove dominano i sentori floreali e una nota di frutta, pera, piuttosto marcata. Un vena agrumata chiude il quadro, dando una certa spinta olfattiva.

Fresco e morbido in bocca, il Prosecco Conegliano Valdobbiadene Docg “Le Fade”. La buona freschezza dona spinta al sorso, dove ritroviamo ciò che avevamo sentito al naso. In chiusura si avverte l’abboccatura data dal residuo zuccherino, che viene bilanciata dalle leggera ruvidezza della bollicina. Un sorso equilibrato.

Semplice, ben fatto e non scontato nel calice (spesso invece scontato a scaffale, nei supermercati Esselunga). Non molto persistente, al limite di quello che si definirebbe tecnicamente un vino “corto” di persistenza, è un ottimo calice da aperitivo o da abbinare a piatti leggeri di pesce.

LA VINIFICAZIONE
Composto al 95% da Glera e per il 5% da Verdiso e Bianchetta coltivati sui terreni argillosi di Collalto di susegana (tv), vinificato in acciaio e spumantizzato in metodo Martinotti-Charmat.

L’Azienda Agricola Luca Ricci si trova a Conegliano (TV). Nasce ufficialmente nel 1999, dal terreno fertile di una “lunga tradizione familiare fatta di esperienza e passione”. Una storia che inizia dal nonno enologo, continua con il padre coltivatore e adesso si arricchisce di nuove pagine.

Tra le novità proprio “Le Fade“, ovvero “Le Fate” in dialetto veneto: una tenuta agricola a Collalto di Susegana, nel cuore del Veneto. Circondata dai vigneti, la tenuta dispone anche di una Country House, dove è possibile soggiornare.

Prezzo pieno: 7,99 euro
Acquistabile presso: Esselunga

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