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Dopo le 50 sfumature di Passerina, arriva la prima birra vaginale

Nasce la prima birra vaginale siglata ”The Order of  Yoni”. Non si tratta di una lavanda intima, né di un lubrificante stile ”Strawberry Prosecco”, ma di una birra scura fermentata grazie ai lieviti selezionati dall’organo genitale femminile, prelevati con un tampone vaginale.

Per il primo lotto di produzione, i lieviti sono stati gentilmente offerti da una ”farfallina” d’eccezione, la modella ceca Alexandra Brendlova che non solo ha prestato i suoi batteri, ma anche la sua immagine per la campagna pubblicitaria.

”Bottled Instinct” il nome di questa insolita birra che sarà in commercio dal 2016 con l’obiettivo di raccogliere 150mila euro per realizzare una produzione di 6 lotti da 16.600 birre l’uno.

Ma non è la prima birra dai lieviti particolari. ”Ci sono iniziative simili che altri birrifici hanno fatto, più per provocazione che per produrre birra di qualità, anche se poi è stata commercializzata, trainata dalla curiosità” hanno spiegato gli operatori di Fermento Birra , network specializzato sulla birra di qualità.

In Italia ad esempio è già possibile bere una ”Beard beer” prodotta dal birrificio americano Rogue con i lieviti prelevati della barba del birraio. Batteri di pizza surgelata e banconote invece sono utilizzati da due birrifici, l’americano Evil Twin e il norvegese Lervig per la ”Big Ass Money Stout”.

La birra vaginale sembra l’ennesima trovata marketing di produttori che non sanno più cosa inventarsi nella giungla delle birre artigianali. D’altronde i batteri  crescono dappertutto e diciamolo, poteva capitare anche di peggio.

Tra l’altro, per dovere di cronaca, i lieviti saranno selezionati da ”donatrici” sottoposte ad un rigido protocollo per evitare alterazioni ”aromatiche” della ”bernarda”, anche se la birra non avrà il gusto ”passerina”, del quale peraltro non è necessario bere una birra per saggiarne il sapore.

La birra, secondo i produttori, ha solo lo scopo di ”catturare” l’essenza della femminilità. ”She is into the bottle, literally” il claim di una delle pubblicità, tradotto ”lei è nella bottiglia, letteralmente”.

Non ci convince, ma tant’è. Siamo davvero curiosi di sapere come la definiranno i beer sommelier nelle loro degustazioni. Prezzo wholesale (all’ingrosso) circa 5 euro, non molto economica considerati poi i ricarichi medi. ”Ogni donna ha la sua fortuna e ce l’ha tra le gambe” come diceva in tempi non sospetti Honorè de Balzac.

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