LONDRA – Come ti aggiro la Brexit. O come brindo al divorzio con l’Unione europea. L’avvicinarsi dell’uscita del Regno Unito dall’Ue fa volare dell’11% l’export di bottiglie di Prosecco in Gran Bretagna dove è corsa agli acquisti per fare scorte del prodotto Made in Italy più apprezzato dagli inglesi, tradizionali bevitori di birra.
È quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata in occasione della firma della regina Elisabetta al testo dello European Union Withdrawal Agreement Act, sulla base dei dati Istat relativi ai primi dieci mesi dell’anno.
A spaventare è il rischio che il prodotto simbolo del Made in Italy in Gran Bretagna possa essere colpito dalle barriere tariffare e dalle difficoltà di sdoganamento che potrebbero nascere dalla Brexit con una maggiore difficoltà per le consegne, se non sarà trovato l’accordo con l’Unione Europea durante il periodo transitorio dal 31 gennaio 2020 a 31 dicembre 2020.
In pericolo ci sono 3,4 miliardi di esportazioni agroalimentari Made in Italy soprattutto vino, l’ortofrutta fresca e trasformata come i derivati del pomodoro ma rilevante è anche il ruolo della pasta, dei formaggi e dell’olio d’oliva.
Da sciogliere anche il nodo della tutela giuridica dei prodotti a indicazioni geografica e di qualità (Dop e Igp) che incidono per circa il 30% sul totale dell’export agroalimentare Made in Italy e che, senza protezione europea, “rischiano di subire la concorrenza sleale dei prodotti di imitazione da Paesi extracomunitari”.
“Un rischio concreto – evidenzia Coldiretti – se si considerano le vertenze del passato nei confronti della Gran Bretagna con i casi della vendita di falso Prosecco alla spina o in lattina fino ai kit per produrre in casa finti Barolo e Valpolicella o addirittura Parmigiano Reggiano“.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.