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Il Miglior Metodo Classico italiano 2024 è Giulio F.56 Underwater dell’Az. Agr. Federici

Il Miglior Metodo Classico italiano 2024 è Giulio F.56 Underwater dell'Az. Agr. Federici La Baia del Sole guida top 100 migliori vini italiani
Il Miglior Metodo classico italiano 2024 è il Vsq Extra Brut Giulio F.56 Underwater dell’Azienda Agricola Federici – La Baia del Sole. Il punteggio assegnato in occasione delle degustazioni alla cieca della Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 (acquistabile a questo link) è di 96/100. Si tratta di uno spumante tra i più unici in Italia e al mondo, ottenuto in Liguria da uve Vermentino. Il vino base dell’edizione UWW 2022 del Vsq Extra Brut Giulio F.56 affina in botti grandi di rovere. La vera particolarità è però il successivo “cantinamento subacqueo” delle bottiglie.
L’operazione avviene a 52 metri di profondità, a Cala degli Inglesi, nell’area marina protetta di Portofino. Qui, la differenza di pressione, le correnti armoniche, la temperatura costante e la scarsa presenza di luce consentono allo spumante di sviluppare un perlage finissimo e un’evoluzione dei caratteri terziari dell’uva.

F.56 UNDERWATER DI FEDERICI: IL MIGLIOR METODO CLASSICO ITALIANO È “SUBACQUEO”

Alla vista, Giulio F.56 Underwater dell’Azienda Agricola Federici – La Baia del Sole si presenta di un color paglierino carico, con riflessi dorati. Il perlage si conferma molto fine e molto persistente. Naso sul fiore tipico del Vermentino, oltre che su una frutta di grandissima precisione e purezza, sull’esotico a polpa gialla. L’idrocarburo, netto, sottolinea l’avvenuta terziarizzazione degli aromi. Ma il quadro, tra naso e palato, è ancora più ricco e stratificato.

Si avvertono note di erbe della macchia mediterranea come rosmarino e alloro; agrumi, tra la scorza e la polpa, al limite del candito: cedro ancor più del bergamotto, pompelmo rosa, mandarino. Giulio F.56 Underwater è sapido in allungo, con ritorni di frutta e idrocarburo. Lo spumante Metodo classico dell’anno per la Guida Top 100 Migliori vini italiani 2024 di winemag.it è il punto di incontro tra il presente e le tecniche di affinamento subacqueo più innovative.

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Il ristorante sott’acqua di Andrea Berton alle Maldive

Andrea Berton si prepara ad aprire il suo primo ristorante sott’acqua alle Maldive. Lo chef, stella Michelin presso il Ristorante Berton Milano e al Ristorante Berton al Lago, entra così nell’olimpo degli “underwater restaurants“.

Nell’atollo di Raa alle Maldive lo chef avvia una nuova collaborazione che lo vedrà alla guida del ristorante H2O all’interno del resort You & Me by Cocoon, inaugurato circa un anno fa dal tour operator Azemar, specializzato in destinazioni nell’Oceano Indiano.

«Sono molto soddisfatto della collaborazione con You & Me by Cocoon – commenta Andrea Berton – non solo per l’altissimo livello di qualità che il resort offre, da quello gastronomico a quello esperienziale, ma anche per la natura unica del Ristorante, uno dei pochissimi ristoranti underwater al mondo, l’unico nell’atollo di Raa».

Il menù à la carte studiato ad hoc dallo Chef offre agli ospiti del meraviglioso resort maldiviano un’esperienza gastronomica caratterizzata da suggestioni italiane unite a un twist internazionale, alternano alcuni piatti signature dello chef a nuove creazioni ispirate dalla bellezza e dall’unicità della location.

Lo chef resident del ristorante sarà Alessandro Sciarrone, già parte dello staff del Ristorante Berton Milano per tre anni, mentre Corporate chef del Gruppo Cocoon è Giovanni De Ambrosis.

La cucina dello chef Berton sarà valorizzata dal contesto esclusivo: ampie vetrate immerse nei fondali corallini della laguna e da arredi di design come i tavoli sospesi, in ceramica dipinta a mano.

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Jamin, lo Champagne negli abissi di Portofino che fa infuriare Bisson e la Lega

Si chiama Champagne Jamin -52 Underwater Cloe Marie Kottakis Menocinquantadue ed è la risposta italo-francese ad Abissi di Bisson. Un progetto molto simile a quello della cantina ligure guidata da Pierluigi PieroLugano. In questo caso sono le “bollicine” francesi – Pinot Noir in purezza dell’Aube – ad affinare nei fondali di Portofino, al posto delle autoctone Bianchetta Genovese, Vermentino, Cimixià che compongono la cuvée del notissimo spumante Metodo classico Pas Dosé Portofino Doc.

Un progetto che Pierluigi Lugano ha contestato sin dagli esordi, senza successo. Oggi il caso è finito addirittura alla Camera, attraverso un’interrogazione presentata dal deputato spezzino della Lega Nord Lorenzo Viviani, sottoscritta anche da altri 8 deputati del Carroccio, tra cui il commissario regionale Lega Liguria, Edoardo Rixi.

Nell’occhio del ciclone le 3 mila bottiglie di Champagne immerse nei fondali liguri dalla società Jamin Portofino Srl, amministrata sin dalla fondazione (4 dicembre 2015) da Emanuele Kottakhs, residente a Camogli ed ex titolare di un’officina per la sostituzione di vetri di auto a Cogorno, sempre in provincia di Genova.

Tra i soci, oltre all’ex nazionale di nuoto sincronizzato Chiara Reviglio, figura anche Massimiliano Gorrino, ex dipendente della Drafinsub Srl, la ditta incaricata del recupero di Abissi di Bisson dai fondali.

L’INTERVENTO DELLA LEGA NORD
«La vicenda – spiega il leghista Viviani a Rpl Radio Padania Libera – ci è stata segnalata da Coldiretti. La domanda potrebbe essere la seguente: “Un imprenditore può prendere una ‘bottiglia X’ di vino e immergerla nel mare, dove gli pare, secondo il diritto d’impresa?”. La risposta è “Ni”. Su quelle bottiglie di Champagne c’è il simbolo dell’Area marina protetta di Portofino, con tanto di scritta “Portofino”: un richiamo geografico molto esplicito a un territorio tutelato dall’omonima Doc».

Una presa di posizione, quella della Lega Nord, che non nasconde rilievi nazionalistici. «È giusto promuovere in un’area marina protetta italiana dei prodotti che vengono da un’altra parte, dai cugini francesi – chiede Viviani – quando abbiamo il nostro vino che viene fatto con costi altissimi? Parliamo di terrazzamenti, di fatica immane. Parliamo di persone che meriterebbero uno stipendio dallo Stato oltre alla tutela da parte delle istituzioni».

Puoi valorizzare lo Champagne immergendolo a Montecarlo o a Marsiglia: richiamare Portofino per vendere Champagne mi sembra inopportuno. Proviamo a fare l’inverso? “Ciaone”».

Sulla vicenda interviene anche Marco Rezzano, presidente dell’Enoteca regionale della Liguria: «Si tratta di un imprenditore ligure che, avendo trovato un accordo abbastanza singolare con l’Area protetta, riesce a proporre questo Champagne sul mercato con varie tempistiche di affinamento. Se il Mipaaf verificherà che esiste infrazione di quanto prevede il disciplinare dei vini nel comprensorio di Portofino, bisognerà quantomeno togliere la dicitura dalla bottiglia».

LA REPLICA
Dal canto suo, la società Jamin difende la propria “italianità” e precisa la natura del progetto attraverso un comunicato stampa: «Siamo un’azienda 100% italiana, iscritta al registro delle imprese italiane nella sezione speciale delle Start up innovative a carattere scientifico».

La società ha per oggetto lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico nel settore alimentare e più specificamente lo studio e lo sviluppo di tecniche di cantinamento subacqueo per prodotti vinosi e alimentari in genere».

Quanto alla scritta “Portofino” sulle etichette dello Champagne Jamin -52 Underwater Cloe Marie Kottakis Menocinquantadue, «rispetta i termini di legge nella retro-etichetta, come da accordo di promozione in essere, in cui viene riportato il Disegno/Logo della Area Marina Protetta per la collaborazione allo studio».

SEI ANNI DI BATTAGLIE
La querelle, in realtà, affonda le radici nel 2016, anno in cui Jamin ha presentato la richiesta di immersione delle proprie gabbie contenenti lo Champagne nel mare di Portofino. L’anno precedente, Pierluigi Lugano aveva depositato il brevetto di Abissi, con la tecnica di immersione e affinamento dello spumante nei fondali liguri.

Una procedura perfezionata nel lontano 2008, consacrata dal pagamento del canone di occupazione del fondale di Portofino. Un business cresciuto a dismisura, così come il prezzo medio di Abissi, passato dai 30 euro delle prime 6.500 bottiglie agli attuali 50 euro per il millesimo 2016.

Le bottiglie prodotte da Bisson sono oggi circa 30 mila, ma la nuova cantina inaugurata da Lugano a Sestri Levante il 30 marzo 2019 è in grado di ospitarne almeno il triplo, assieme al resto della produzione.

Dal canto suo, Jamin Srl ha proceduto a luci spente sino all’ottenimento di tutte le autorizzazioni necessarie per l’inabissamento delle gabbie nella Baia del Silenzio, prima di avviare una campagna di promozione dei propri prodotti su social, testate e blog di settore, tuttora in corso. L’ultima parola sulla bontà del progetto spetta al Mipaaf.

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