L’annuncio è stato dato nel corso del Convegno “Filo d’olio, segmentare per crescere: nuove prospettive di consumo e di offerta”, promosso da Federolio. I protagonisti del contratto di filiera hanno aderito al progetto promosso da Coldiretti di realizzare una filiera agricola italiana per difendere la produzione, garantire un utilizzo sostenibile del territorio, valorizzare la distintività, assicurare la giusta distribuzione del valore tra tutte le parti della filiera, ricostruire un’identità del sistema Paese e riconquistare quote di mercato.
Il contratto partirà con la campagna olivicola in corso e avrà durata pluriennale proprio per garantire la stabilità e la sostenibilità economica degli imprenditori agricoli che prendono parte al contratto di filiera. E’ prevista, infatti, una soglia minima di prezzo sufficiente a coprire i costi per la produzione e la tracciabilità di filiera con delle maggiorazioni anche in base a parametri qualitativi.
L’obiettivo prioritario è riunire le imprese italiane per dare un futuro al settore e difenderlo dai violenti attacchi delle multinazionali che acquisiscono marchi tricolori per sfruttarne l’immagine sui mercati nazionali e internazionali e dare una parvenza di italianità alla produzioni straniere con l’inganno, anche attraverso irrilevanti e fumosi accordi.
Il contratto è stato sottoscritto da Coldiretti, che si impegnerà nel monitoraggio dell’accordo; Unaprol, il maggiore Consorzio Olivicolo Italiano; Federolio, la principale associazione di categoria delle imprese leader nel confezionamento e nella commercializzazione di olio extra vergine di oliva e FAI che organizza e promuove sui mercati le produzioni italiane e dalle principali aziende di confezionamento.
L’ulivo in Italia è presente su oltre 1 milione di ettari di terreno coltivato con il maggior numero di olio extravergine a denominazione in Europa (43 DOP e 4 IGP). L’Italia è il secondo produttore mondiale di olio di oliva con un patrimonio di 250 milioni di ulivi ed è l’unico Paese con 533 varietà di olive. L’olio italiano è anche il più sicuro al mondo grazie a 9 livelli diversi di indagine sulla qualità e l’origine del prodotto e mediamente 20.000 controlli all’anno da parte del Ministero della Salute.
Il comparto olivicolo è un asset centrale per lo sviluppo del settore agroalimentare e una bandiera del made in Italy nel mondo. Attualmente le aziende olivicole italiane (circa 825mila) vivono un momento di grande difficoltà a causa di una serie di problematiche.
Oltre ai cambiamenti climatici, a incidere pesantemente sullo stato di salute del settore sono: l’aumento delle contraffazioni a scapito del made in Italy; la prepotenza sul mercato di potenti multinazionali straniere che dettano politiche dei prezzi a scapito della qualità e della distintività; l’invasione di olio tunisino a seguito della decisione dell’Ue di porre il dazio zero sulle importazioni nel 2016 e 2017.
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