Categorie
a tutto volume

Istituto Tutela Grappa del Trentino: il nuovo presidente è Alessandro Marzadro

Istituto Tutela Grappa del Trentino il nuovo presidente è Alessandro MarzadroAlessandro Marzadro è il nuovo presidente dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino. Già vicepresidente nel precedente mandato, è stato eletto all’unanimità.  Classe 1986, trentino Doc, laureato in Scienze Gastronomiche all’Università di Pollenzo, è padre di due figli. Nel paese in cui è cresciuto, Nogaredo (Trento) ha cominciato a respirare grappa fin da piccolo, nell’omonima azienda di famiglia di cui oggi è uno degli amministratori delegati. «Un incarico che mi onora – sono le sue prime parole – e al contempo mi investe di una grande responsabilità nel rappresentare non solo uno dei marchi del settore più conosciuti in Italia e nel mondo, ma soprattutto i tanti colleghi con i quali spero di poter condividere gli obiettivi di questo mandato». Alla vicepresidenza Bruno Pilzer, presidente uscente.

Dalla promozione alla tutela, passando per la formazione con uno sguardo ai nuovi consumatori: queste le prossime sfide dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino. «Il nostro obiettivo – spiega Alessandro Marzadro  – è quello di guardare sempre al futuro, senza perdere tuttavia di vista la tradizione e con grande attenzione all’ innovazione. Vogliamo allo stesso tempo dialogare con il consumatore di oggi e di domani. Per farlo avremo sicuramente bisogno di puntare su un concetto di promozione più dinamico, un linguaggio diverso e per certi versi rinnovato, senza mai perdere il contatto con i nostri punti di forza che sono la tradizione e la qualità».

TURISMO E FORMAZIONE AL CENTRO DEL PROGRAMMA

«Guardiamo anche ai tanti turisti che potranno diventare dei “grappa lovers” – continua il neo presidente dell’Istituto Tutela Grappa del Trentino – il tutto sfruttando da un lato il lavoro già svolto da tante distillerie, con l’obiettivo di creare un percorso emozionale alla scoperta della grappa trentina che a differenza di altri distillati internazionali può contare su storie di persone e di territori tutte diverse tra di loro».

La formazione, l’altro aspetto fondamentale per il miglioramento continuo della qualità. «Formare e mantenere i giovani professionisti del nostro settore con un continuo confronto tra noi soci distillatori al fine di garantire agli appassionati del nostro prodotto quella continuità e quella eccellenza che da sempre ci ha permesso di fare la differenza», chiude Alessandro Marzadro, per i prossimi tre anni alla presidenza dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino.

IL NUOVO CDA DELL’ISTITUTO TUTELA GRAPPA DEL TRENTINO

Oltre al presidente Alessandro Marzadro e al vicepresidente Bruno Pilzer, compongono il Cda dell’Istituto gli altri consiglieri Rudy Zeni (Distilleria Zeni), Bernardino Poli (Casimiro), Carlo Pezzi (Pezzi), Giuliano Pisoni (Distilleria Pisoni), Luigi Cappelletti (Cappelletti Nova Salus), Fabio Andreis (Distillerie Trentine), Franco Bertagnolli (Bertagnolli).

L’Istituto di Tutela della Grappa del Trentino è stato fondato nel 1960 con l’obiettivo di tutelare e promuovere il prodotto. Oggi conta 25 soci che rappresentano la quasi totalità della produzione trentina ed ha il compito di valorizzare la produzione tipica della Grappa ottenuta esclusivamente da vinacce prodotte in Trentino e di qualificarla con un apposito marchio d’origine: il tridente con la scritta “Trentino Grappa”. Quello della grappa in Trentino è un settore di non piccolo conto, soprattutto se calato nell’economia locale.

Ogni anno vengono prodotti in Trentino circa 7.500 ettanidri di grappa (il 10% del totale nazionale in bottiglie da 70 cl) vale a dire circa 2,5 milioni di bottiglie equivalenti, distillando 130 mila quintali di vinaccia. Tre le tipologie principali di grappa prodotta: quella da uve bianche e aromatiche (60% del totale) e il restante 40% uve a bacca rossa.

Categorie
news news ed eventi

Edoardo Peduto nuovo direttore del Consorzio Tutela Lugana Doc

Il Consorzio Tutela Lugana Doc ha un nuovo direttore: è Edoardo Peduto, 44 anni, nominato in occasione dell’ultima riunione del Consiglio di Amministrazione dell’ente di Peschiera del Garda. Peduto assume così la «figura del Wine Globetrotter, con la responsabilità della promozione e valorizzazione della Denominazione» che ha raggiunto i 28 milioni di bottiglie nel 2022.

Classe 1978, studi in Marketing e Comunicazione, Edoardo Peduto ha acquisito una consolidata esperienza nella promozione internazionale, a seguito di una lunga collaborazione con Vinitaly International prima, e con il Consorzio del Grana Padano, poi. Il nuovo direttore, oltre ad occuparsi della cura dei rapporti con gli associati e con gli enti esterni, si impegnerà nel consolidare e sviluppare l’immagine e la notorietà del marchio Lugana, sia sul mercato nazionale che internazionale.

«Con l’ingresso di Edoardo Peduto – commenta il presidente Fabio Zenato – la nostra Denominazione si arricchisce di una figura dirigenziale di alto profilo. Una scelta corale del Consiglio di Amministrazione». «Sono felice e onorato – sottolinea Peduto – di iniziare questa nuova esperienza professionale all’interno di uno dei Consorzi più promettenti del panorama italiano di oggi. Punti di forza sia in Italia sia all’estero sono senza dubbio le grandi potenzialità del vitigno Turbiana e la posizione unica sulle sponde del Lago di Garda».

Categorie
news news ed eventi

Consorzio Tutela Vini del Sannio: Libero Rillo non si dimette


Dalla richiesta di dimissioni al chiarimento condizionato. Libero Rillo resta alla presidenza del Consorzio di Tutela Vini del Sannio, dopo l’incontro dei giorni scorsi con le associazioni di categoria che ne chiedevano le dimissioni (Confagricoltura, Cia e Unicaa Benevento). L’emergenza è rientrata. Ma il presidente è avvisato: niente più decisioni prese senza coinvolgere tutte le parti in gioco. Sindacati e soci del Consorzio compresi.

A scaldare gli animi è stato un protocollo d’intesa che Libero Rillo ha sottoscritto con Coldiretti nell’ambito del più ampio accordo sul sigillo digitale antifrode da apporre alle bottiglie di vino Igt (circa 13 milioni) a «garanzia di origine e tracciabilità, a tutela di produttori e consumatori». Un progetto sperimentale avviato dal Consorzio Tutela Vini del Sannio con l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e Agroqualità.

A margine del documento ufficiale, votato dall’assemblea dell’ente, Libero Rillo ha firmato un “protocollo d’intesa” con Coldiretti, senza informare le altre associazioni di categoria e i soci del Consorzio. Da qui l’accusa di «mancanza di terzietà» mossa da Confagricoltura Benevento, Cia Benevento e Unicaa Benevento, tramite i rispettivi rappresentanti Antonio Casazza, Carmine Fusco e Fabio Di Bellonia.

L’INCONTRO TRA LIBERO RILLO, CONFAGRICOLTURA, CIA E UNICAA


«In un momento storico molto delicato della viticoltura beneventana – recitava la nota congiunta delle tre associazioni di categoria – dopo una campagna assolutamente deludente per i viticoltori, aggravata dalle tante incertezze di mercato, anche alla luce della recente decisione Ue sugli alert sanitari in etichetta, e dopo due anni di pandemia, che hanno martoriato l’apparato vitivinicolo del Sannio, siamo costretti a registrare una scarsa trasparenza da parte del Consorzio. Non è concepibile avere un Consorzio debole e, soprattutto, fazioso e di parte».

Parole durissime che si sono in parte sciolte sotto al sole del recente incontro di Libero Rillo con le parti in causa. «Abbiamo deciso di chiarire, smorzare i toni – spiega a winemag.it il presidente di Confagricoltura Benevento, Antonio Casazza (nella foto, sopra) – dal momento che l’errore è stato riconosciuto sia dal pinto di vista formale che sostanziale. Siamo stati rassicurati dalla promessa che le iniziative future saranno prese con spirito di condivisione e non di parte».

«Ci siamo chiariti – commenta a winemag.it il presidente del Consorzio Vini del Sannio, Libero Rillo – grazie alla consapevolezza che in un percorso possano capitare degli incidenti. Ci siamo ripromessi di stare più attenti ed evitare di urtare la suscettibilità altrui. Fare le guerre, in un territorio come il nostro in cui c’è bisogno di correre, non porta da nessuna parte, anche se si vince. Le mie dimissioni avrebbero portato al voto in un clima non sereno. D’altro canto, non è morto nessuno, gli animi si sono calmati e siamo già ripartiti».

I DETTAGLI DELL’ACCORDO CON COLDIRETTI

Emergono così anche i dettagli del documento sottoscritto da Rillo tenendo all’oscuro i soci del Consorzio. «Nell’ambito del progetto dei sigilli digitali da apporre alle bottiglie Igt – spiega il presidente – abbiamo potuto contare sull’appoggio di Coldiretti, che ha uffici ben strutturati a Roma e ci ha dato una mano fondamentale con la burocrazia.

Il protocollo d’intesa firmato a margine dell’accordo ufficiale non aveva valore giuridico, ma assicurava l’ulteriore appoggio di Coldiretti nella divulgazione del progetto relativo al sigillo sui vini Igt del Sannio».

Di fatto, l’intesa a tre (più uno) è stata siglata a Palazzo Rospigliosi a Roma il 28 gennaio in presenza di Libero Rillo per il Sannio Consorzio Tutela Vini, degli amministratori delegati di Agroqualità e dell’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Enrico De Micheli e Francesca Reich, nonché del presidente di Coldiretti, Ettore Prandini. Da qui l’ira delle altre associazioni di categoria. Placata sino a prossimo, eventuale avviso.

Categorie
news news ed eventi

Consorzio per la Tutela del Vino Marsala: nuovo corso con 16 produttori

A sessant’anni dalla sua fondazione, il Consorzio per la Tutela del Vino Marsala rende noto il suo nuovo corso, con la partecipazione di 16 produttori, tra case vinicole e cooperative del territorio.

Il 27 dicembre 1962, infatti, alcuni produttori locali che avevano a cuore il futuro e la qualità del vino tipico del territorio di Marsala fondarono quello che rappresenta uno dei più antichi Consorzi di tutela d’Italia. La Denominazione di Origine Controllata fu poi riconosciuta nel 1969, rendendo così il Marsala tra i primi vini DOC d’Italia.

L’11 novembre 2022, in concomitanza della chiusura dell’annata agraria 2022, si è riunita a Marsala la nuova assemblea, al fine di approvare l’ingresso di nuovi soci, la modifica dello Statuto, l’elezione del consiglio di amministrazione e la nomina del Presidente. All’assemblea hanno partecipato e sottoscritto l’adesione le cantine: Pellegrino, Florio-Duca di Salaparuta, Lombardo, Intorcia, Curatolo Arini, Fici, Alagna Giuseppe, Martinez, Vinci, Frazzitta, Birgi, Paolini, Casale, Colomba Bianca, Europa, Petrosino.

IL NUOVO CDA DEL CONSORZIO VINO MARSALA

Sono stati nominati il Presidente del Cda Benedetto Renda, unitamente ai due vicepresidenti Roberto Magnisi e Giuseppe Figlioli e ai Consiglieri Francesco Intorcia e Orazio Lombardo.

«Rinasce il Consorzio per la tutela del vino Marsala – sottolinea il neo Presidente del Consorzio Benedetto Renda – e unitamente al Consorzio rinasce la Doc Marsala, marchio che ha reso celebre la nostra città in tutto il mondo. Ciò è reso possibile grazie alla partecipazione di tutti i produttori, riuniti attraverso la forma consortile per collaborare e seguire regole comuni per la produzione del vino Marsala».

Tra i primi obiettivi del Consorzio «il riconoscimento erga-omnes, la tutela e valorizzazione dei territori vocati alla produzione di vino Marsala, oltre che del territorio stesso» e «l’importante modifica del disciplinare di produzione, con l’inserimento della menzione unità geografica aggiuntiva “Sicilia”, al fine di valorizzare ancora di più il marchio “Marsala” nel mondo».

Categorie
Esteri - News & Wine news news ed eventi

Nuova Zelanda, addio al Prosecco australiano entro 5 anni

Grazie a un accordo bilaterale negoziato dall’Unione europea, il Prosecco sarà ufficialmente riconosciuto in Nuova Zelanda come marchio e indicazione geografica protetta. L’ufficio marchi europeo ha infatti sottolineato l’«indiscussa reputazione della Doc Prosecco nel percepito del consumatore, ampiamente documentata da parte del Consorzio».

Abbastanza, continua l’ufficio dell’Ue, per «confermare che il Prosecco è diventato il più famoso vino spumante in Europa assieme con lo Champagne». «Alcuni mesi fa – commenta il presidente del Consorzio Doc Prosecco, Stefano Zanette – festeggiavamo la registrazione del marchio “Prosecco” in Cina. Oggi brindiamo al riconoscimento della IG Prosecco nell’ambito dell’accordo».

La protezione da parte della Nuova Zelanda – spiega Alessandra Zuccato, responsabile dell’attività di tutela del Consorzio – è particolarmente significativa.

Un Paese tanto distante da noi riconosce che siamo una denominazione di origine, inibendo, trascorsi cinque anni dall’entrata in vigore dell’accordo, la commercializzazione del “prosecco australiano” che vede proprio nella Nuova Zelanda la prima destinazione del suo export».

In Australia è piena estate: tempo di lanciare una nuova linea di Prosecco. No?

DOC PROSECCO, PIÙ CONTROLLI ANCHE ONLINE

Il Consorzio della Doc Prosecco ha inoltre «potenziato ulteriormente i controlli sul commercio online, vista la crescita esponenziale delle frodi in questo segmento di mercato».

I numeri, in tale contesto, sono da record: dal 2020 ad oggi sono più di 10 mila i controlli svolti e oltre 2.500 le inserzioni di vendita fatte cessare in quanto ritenute in contrasto con la normativa sull’uso corretto della Doc Prosecco.

«Il Consorzio – sottolinea il presidente Stefano Zanette – intende consolidare ulteriormente le azioni di tutela della denominazione, consapevole dell’assoluta centralità di questa attività nel panorama dei compiti affidati ai Consorzi che, per l’appunto, si qualificano come “di tutela».

Categorie
news news ed eventi

Continuità per il Consorzio di tutela vini Doc Castel del Monte: rieletto Francesco Liantonio

Francesco Liantonio è stato rieletto presidente del Consorzio di tutela vini Doc Castel del Monte. Lo ha deciso l’assemblea dell’ente pugliese, riunitasi lo scorso 9 maggio. Viticoltori, produttori e imbottigliatori del territorio della “Puglia Sveva”, custodi della Doc Castel del Monte e delle tre Docg Castel del Monte Bombino Nero, Castel del Monte Rosso Riserva e Castel del Monte Nero di Troia Riserva, hanno scelto la via della continuità.

Accanto a Francesco Liantonio, il vicepresidente Sebastiano de Corato. Il nuovo Consiglio di Amministrazione è composto da altri sette membri: Onofrio Spagnoletti Zeuli, Luigi Calvi, Sebastiano Spagnoletti Zeuli, Alessandra Tedone, Luigi Lenoci, Sebastiano Marinelli e Domenico Camerino.

«CASTEL DEL MONTE, DENOMINAZIONE SOSTENIBILE»

«Insieme al vicepresidente e ai membri di questo nuovo Consiglio – commenta Francesco Liantonio – continueremo a portare avanti il progetto di denominazione sostenibile a cui lavoriamo da qualche anno, operando scelte sempre più rispettose nei confronti della nostra terra e di chi la popola».

«Nel prossimo triennio – ha aggiunto il rieletto presidente del Consorzio di tutela vini Doc Castel del Monte – agiremo per garantire alle nostre imprese crescita e maggior sviluppo. Inoltre, daremo il via a numerose attività di promozione e comunicazione, sperando di tornare al più presto a presentare i nostri vini all’interno di eventi e fiere, vetrine nazionali e internazionali che tanto ci sono mancate in questi anni di pandemia».

Categorie
news news ed eventi

Diego Tomasi nuovo direttore del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg

Diego Tomasi è il nuovo direttore del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg. Così ha deliberato il Consiglio di Amministrazione che sin dalle prime ore dell’elezione della nuova Presidente Elvira Bortolomiol, lavorava a questo obiettivo.

«Siamo estremamente soddisfatti di questa nuova nomina. Il Consiglio ha dedicato i primi mesi del mandato alla ricerca di una figura che potesse ricoprire questo importante incarico», annuncia la Presidente eletta a luglio scorso Elvira Bortolomiol.

Molte sono le sfide che dobbiamo affrontare da qui a breve”, continua la Presidente, “il profilo autorevole del dott. Diego Tomasi e la sua conoscenza della denominazione, uniti alla sua competenza scientifica, saranno i punti di forza su cui basare il lavoro che ci aspetta».

Diego Tomasi è un noto e stimato ricercatore del Crea-ve che ha accettato la direzione del Consorzio di Tutela forte di una profonda conoscenza del territorio. Il dott. Tomasi, infatti, studia da oltre un ventennio il terroir della Docg Conegliano Valdobbiadene Prosecco.

Il suo lavoro è recentemente stato insignito della menzione speciale ricevuta in ambito Oiv (Organisation Internationale de la Vigne et du Vin) per l’ultima opera pubblicata sull’origine della qualità del vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG.

«Sono pronto ad impegnarmi accanto alla Presidente e a tutto il Consiglio di Amministrazione – esordisce il nuovo direttore Diego Tomasi – motivato soprattutto dalla competenza dei miei nuovi colleghi, da una precisa visione futura della denominazione e dal prestigio del ruolo che vado a ricoprire».

Clima, suoli, qualità delle nostre uve, tradizione, impegno umano, paesaggio, sono alcuni degli elementi che andranno sempre più studiati e valorizzati per portare su un piano ancora più alto il consenso internazionale del nostro vino Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg».

«Mi appassiona molto l’idea di poter mettere a disposizione del Consorzio di Tutela e, quindi, della Denominazione – aggiunge il nuovo direttore Diego Tomasi – la mia esperienza scientifica. In particolare per affrontare le tematiche derivanti dal cambiamento climatico, dalla necessità di raccogliere nel miglior modo possibile le sfide green imposte dalla comunità europea, dal saper divulgare gli elementi di unicità delle nostre colline in primis le splendide “rive”».

Sul tema, in particolare sulle sottozone del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, Tomasi ha redatto anche un libro, in collaborazione con l’altra ricercatrice Federica Gaiotti.

«Il paesaggio, infine – conclude Diego Tomasi – un tema che è sempre stato oggetto dei miei studi, si coniugherà con il riconoscimento Unesco per elaborare insieme all’Associazione per il Patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, strategie di monitoraggio, accoglienza e di valorizzazione nel rispetto delle indicazioni per la sua gestione».

Ad attenderlo uno staff di tredici persone, motivate e pronte a formare una squadra compatta e fornita degli strumenti più aggiornati per collaborare in sintonia con i produttori e con le necessità del territorio.

Categorie
Food Lifestyle & Travel

Nasce il primo Comitato “Uva da tavola con i semi”: «Patrimonio da non dimenticare»

In provincia di Catania, per l’esattezza nella terra della pregiata Igp Mazzarrone, nasce il primo “Comitato per la tutela, la valorizzazione e la promozione dell’Uva da tavola con i semi, a difesa delle tradizioni”. Dalla Sicilia, l’iniziativa è destinata a espandersi in altre regioni produttrici d’Italia.

«Il mercato – commenta Salvatore Secolo, produttore e sindacalista nel settore agroalimentare – guarda già alla produzione dell’uva da tavola senza semi, contro cui non abbiamo nulla in contrario: ben venga, se porta benefici economici».

Però noi non vogliamo che la produzione di uva da tavola con i semi, tramandata fino ai giorni nostri da tempi antichissimi e coltivata in ultimo dai nostri dai nostri nonni e bisnonni, non venga un giorno semplicemente dimenticata o rischi di divenire solo un lontano ricordo».

Il nuovo organismo si propone di operare in campo culturale ed istituzionale per la tutela, la difesa, la valorizzazione e promozione dell’uva da tavola, per incentivarne il consumo in Italia e all’estero.

Per realizzare tali obiettivi, il “Comitato per la tutela, la valorizzazione e la promozione dell’Uva da tavola con i semi, a difesa delle tradizioni” intende organizzare attività, conferenze, manifestazioni, convegni, assemblee pubbliche, incontri, corsi e seminari informativi, pubblicazioni ed eventi pubblici, in collaborazione con istituzioni e autorità competenti. Sarà interessato anche il mondo della scuola, universitario e scientifico.

Il Comitato si prefigge inoltre di sostenere attività di studio, ricerca e formazione sull’Uva da tavola “con i semi”. A tal fine presenterà istanze, mozioni, petizioni, proposte, disegni di legge e quant’altro possa essere necessario.

Oltre a Salvatore Secolo e Giuseppe Virduzzo e di Mazzarrone, fanno parte del Comitato anche i produttori di Licodia Eubea (CT) Michele Puglisi, Pietro Li Rosi, Vincenzo Cummaudo e Giuseppe Pizzo.

Categorie
Food Lifestyle & Travel

Tutela Diritti proprietà: Italia peggio di Sudafrica e Uruguay

L’Italia peggiora la propria posizione nell’Indice Internazionale sulla tutela dei Diritti di Proprietà, passando dal 46° al 47° posto. Non una buona notizia per il Made in Italy “fisico” e “intellettuale”, che risulta così tra i meno tutelati dell’Ue e distante dagli altri Paesi del G7. L’Italia è preceduta persino da Sudafrica e Uruguay, con un punteggio finale di 6.2 su 10.

Il distacco con i vertici della classifica è significativo. Finlandia, Svizzera, Singapore, Nuova Zelanda e Giappone hanno tutte un punteggio superiore a 8. I Paesi del G7 mediamente hanno ottenuto un punteggio medio pari a 7.7.

L’International Property Rights Index 2020, realizzato dalla Property Rights Alliance di cui fa parte il think tank Competere.eu, misura la tutela della proprietà in oltre 129 Paesi, rappresentanti il 98 per cento del Pil mondiale ed il 94 per cento della popolazione.

L’indice si compone di tre voci principali che riguardano il “sistema politico e giuridico“, la “tutela dei diritti fisici” e la “tutela dei diritti intellettuali“. L’Italia è “insufficiente” nella prima voce, soprattutto per quanto riguarda la stabilità politica e l’efficienza e l’efficacia della giustizia civile e gli alti livelli di corruzione percepiti, mentre raggiunge una risicata sufficienza nelle altre due.

Altri punti deboli sono la tutela del copyright e la capacità di accesso al credito, i cui punteggi sono molto bassi (intorno a 3.1). Nell’edizione 2020 particolare peso nel giudizio finale è stato dato alla parità di genere.

In molte nazioni questo obiettivo è ancora lontano dall’essere raggiunto e questo condiziona anche la tutela della proprietà intellettuale e fisica. Inoltre, dove la parità tra i sessi e gli individui non è pienamente raggiunta vengono rallentati i processi di innovazione e sviluppo.

La premessa all’Indice della curatrice Sary Levy-Carciente mette l’accento anche sulla necessità di rafforzare la tutela dei diritti di proprietà durante eventi emergenziali come la pandemia: “I governi devono lavorare per garantire che la proprietà sia difesa, si pensi anche alla necessità di produrre vaccini e nuove terapie, per far sì che la ripresa economica e sociale sia ancora più forte”.

“I diritti di proprietà – dichiara Pietro Paganini, Presidente di Competere.eu – sono un indicatore chiave dello sviluppo economico e della stabilità politica. L’innovazione va di pari passo con la tutela di questi diritti fondamentali e così la libertà di fare impresa. Se vogliamo costruire un’Italia più forte dopo la pandemia è necessario rafforzarli”.

“Quest’anno – dichiara il Direttore di Competere.eu, Giacomo Bandini – l’attenzione dell’Indice è stata dedicata a due temi chiave: parità di genere e pandemia . La pandemia rischia invece di peggiorare la situazione perché porta imprevedibilità e incertezza nella regolamentazione e può rallentare il corso della giustizia civile. Si deve agire su entrambi i fronti per un futuro migliore”.

“Quest’edizione – dichiara il Segretario Generale di Competere.eu Roberto Race–  ancor più che in altri anni ci troviamo a constatare quanto l’Italia sia indietro sulla tutela della Proprietà Intellettuale. I Paesi che crescono di più sono, infatti, primi in innovazione e guidano la classifica dell’Ipri. Se vogliamo tornare a crescere dobbiamo intervenire in maniera più determinata per favorire e tutelare imprese e marchi dal fenomeno della contraffazione”.

Categorie
news news ed eventi

Colline del Prosecco Unesco: “Subito riconoscimento vigneti storici ed eroici”

“Tutti i vigneti ricadenti all’interno del sito Unesco Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene soddisfano almeno uno, se non tutti, i requisiti previsti ed appartengono ad una zona riconosciuta patrimonio dell’umanità per ragioni che includono la viticoltura. Ogni singola vite è, pertanto, da ritenersi a pieno titolo e di diritto storica ed eroica”.

Questa, in estrema sintesi, la richiesta che l’Associazione di Tutela del sito Unesco Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene ha inviato alla Regione Veneto all’attenzione di Gianluca Fregolent e Alberto Zannol (rispettivamente capo della Direzione Agroambiente, programmazione e gestione ittica e faunistico venatoria, e capo della Direzione Agroalimentare della Regione Veneto) proponendo di valutare un’assegnazione automatica del riconoscimento di “vigneto storico ed eroico” a tutte le superfici vitate ricadenti sul territorio Patrimonio Unesco.

A seguito della recente firma del decreto interministeriale che sancisce l’importanza di salvaguardare i vigneti storici ed eroici – si legge sulla missiva – chiediamo alla Regione Veneto che tutti i vigneti localizzati all’interno del sito Unesco Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene, siano iscritti e possano fregiarsi del riconoscimento a vigneti eroici e storici attraverso una modalità semplificata di iscrizione, evitando che ogni produttore debba inviare una richiesta singola di ammissione.

Considerato che la Regione possiede già tutti i dati relativi ai vigneti dell’area e ai rispettivi produttori, una procedura semplificata sarebbe auspicabile anche in un’ottica di economicità del procedimento a vantaggio sia dei produttori sia degli uffici regionali”.

Marina Montedoro, presidente Associazione di Tutela del sito Unesco Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene

Una presa di posizione che affonda le radici nel decreto interministeriale inerente i vigneti storici ed eroici, firmato il 30 giugno 2020. La procedura di riconoscimento viene infatti gestita dalle singole Regioni, che hanno il compito di predisporre l’elenco dei vigneti storici ed eroici presenti sul territorio di competenza sulla base delle richieste di ammissione presentate dai produttori.

I vigneti considerati eroici rispondono a precise caratteristiche: sono localizzati in aree soggette a rischio idrogeologico o dove le condizioni orografiche creano impedimenti alla meccanizzazione.

Si trovano in zone di particolare pregio paesaggistico e ambientale; devono possedere almeno un requisito tra pendenza del terreno superiore al 30%, altitudine media superiore a 500 metri sul livello del mare, sistemazione degli impianti su terrazze e gradoni.

Quelli storici, invece, appartengono a territori iscritti nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali storici e quelli afferenti ad aree che hanno ottenuto il riconoscimento di eccezionale valore universale dall’Unesco ove il criterio di iscrizione alla lista Unesco si riferisca esclusivamente o in modo complementare alla viticoltura.

Categorie
news news ed eventi

Grandine e vento sulla Valpolicella, il Consorzio: “5-6 milioni di euro di danni”

Nel disastro, un sorriso a mezza bocca per i viticoltori della Valpolicella. Il nubifragio di ieri pomeriggio poteva infatti causare conseguenze ancora più devastanti. “L’epicentro della tempesta di grandine e vento, o meglio la sua ‘supercella‘, come la chiamano tecnicamente i meteorologi – commenta a WineMag.it Christian Marchesini, fresco di nomina alla presidenza del Consorzio Tutela Vini Valpolicella – era collocato sul centro di Verona. Se fosse stato sui vigneti, oggi staremmo parlando del disastro più totale“.

I danni ammonterebbero a 5-6 milioni di euro, solo sul fronte delle aziende vitivinicole colpite. Secondo le prime stime degli agronomi del Consorzio, all’opera sin da ieri assieme a quelli di Regione Veneto, la superficie danneggiata sarebbe piuttosto limitata. “Si parla di 300, massimo 400 ettari – precisa Marchesini – dunque dal 3 al 5% dei vigneti a Denominazione“.

Va detto però che, dove grandine e vento hanno colpito, come nel Comune di San Pietro in Cariano, hanno fatto danni davvero ingenti, cancellando dal 70 al 100% della produzione“.

Già definita la tabella di marcia delle prossime ore. “I nostri tecnici – spiega il presidente Marchesini (nella foto)- stanno individuando e delimitando le aree colpite, alle quali sarà assegnata una resa ad hoc: 0, 10, o 50, valuteremo. Procederemo poi alla richiesta dello stato di calamità, nella speranza che i produttori danneggiati da questa terribile ondata di vento e grandine siano assicurati”.

Nel frattempo, sempre secondo il numero uno del Consorzio Tutela Vini della Valpolicella, “la Denominazione ha reagito bene nei primi mesi del 2020, segnato dalla stangata del Covid-19“.

[metaslider id=52330]

“Continuano gli imbottigliamenti – riferisce Marchesini a WineMag.it – con cali non superiori al 7-8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Quello che abbiamo perso davvero dall’inizio dell’anno è la ‘biodiversità’ della Denominazione, intendendo con questo termine i numerosi piccoli produttori della Valpolicella”.

Con l’avvento del Covid-19 le vendite si sono concentrate soprattutto sulla Grande distribuzione organizzata, essendo l’Horeca chiusa. Ma tra le oltre 300 aziende della Valpolicella, sono solo una trentina quelle capaci di tenere il ritmo della Gdo”.

“Per questo – annuncia Marchesini a WineMag.it – stiamo cercando di preservare la ‘biodiversità’ assicurata dai piccoli produttori, invitando i maggiori player della Valpolicella ad acquistare da loro lo sfuso“. Una soluzione volta anche ad evitare le svendite di vini della Valpolicella nei supermercati, sulla scia dell’ultimo appello dell’ex presidente del Consorzio, Andrea Sartori.

Categorie
news news ed eventi

Roero in ascesa: Francesco Monchiero riconfermato presidente del Consorzio

Il Consorzio Tutela Roero riconferma per un nuovo mandato il presidente Francesco Monchiero, già in carica da sette anni. Una scelta pressoché scontata, motivata dall’ascesa di una Denominazione che ha registrato un aumento delle vendite del 38% in volume e in valore, un diffuso incremento di valore del terreno, l’accorta politica di gestione della crescita, arrivata a 1200 ettari vitati con un piano per gli impianti volto a garantire un aumento controllato e progressivo.

Un approccio che ha portato Monchiero ad affrontare in modo attivo anche un momento difficile come quello determinato dal Covid 19, proponendo e ottenendo dalla Regione il finanziamento di interventi strutturali indirizzati a superare la complessa situazione sui mercati.

Al momento del rinnovo delle cariche, nessun altro associato si è pertanto candidato e la richiesta di restare è stata unanime. Il prossimo triennio si presenta altrettanto intenso: “Il primo obiettivo sarà quello di creare una sede del Consorzio strutturata con un direttore, a cui si affiancheranno i progetti di promozione in Italia e all’estero, in particolare negli Stati Uniti e in Svizzera”.

La prossima iniziativa in questo senso sarà in autunno il Roero Wine Week, settimana di promozione che coinvolgerà ristoratori del Piemonte e di tutta Italia. Tornerà nel 2021, invece, Roero Days, la più importante manifestazione della denominazione, che si svolgerà alla Reggia di Venaria Reale ad aprile.

Categorie
Approfondimenti

Il contrassegno di Stato traina le vendite del Montepulciano d’Abruzzo

L’introduzione del contrassegno di Stato, avvenuta nel dicembre 2018, traina le vendite del Montepulciano d’Abruzzo. È quanto emerge da un’analisi del Consorzio di Tutela vini d’Abruzzo, che considera dunque la scelta “strategica”.

“La cosiddetta ‘fascetta‘ apposta alle bottiglie – commenta Valentino Di Campli, presidente dell’ente abruzzese – è un importante simbolo di garanzia per produttore e consumatore, che accresce la credibilità e la garanzia dei prodotti oltre all’affidabilità di tutta la filiera”.

“Abbiamo voluto muoverci in questa direzione – continua Di Campli – in virtù di un principio di tutela e di trasparenza che dalla vigna arriva alla bottiglia. Le fascette sono per noi uno strumento fondamentale anche per verificare i dati della produzione e quindi avviare adeguate politiche di programmazione”.

La 2019 è stata un’ottima annata per i vini dell’Abruzzo. L’incremento a doppia cifra dell’imbottigliato del Montepulciano d’Abruzzo (+12% – con 800.000 hl), conferma il noto vino rosso nel ruolo di leader della produzione della regione.

Un trend positivo, quello del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo, anche nel primo trimestre 2020, con un +10% per il Montepulciano d’Abruzzo e più in generale un +6% sull’imbottigliato totale dei vini abruzzesi. Un messaggio di speranza in un momento difficile per il comparto.

“Molte cantine legate al canale Horeca (hotel, ristoranti e bar), stanno soffrendo non poco – sottolinea Di Campli – altre, più strutturate e legate alla grande distribuzione organizzata (Gdo), continuano a lavorare pur tra mille difficoltà. Tante aziende stanno investendo nelle vendite online. Alternativa non di certo risolutiva, ma che serve per andare avanti nonostante l’attuale chiusura del canale Horeca”.

Categorie
news news ed eventi

Puglia, no a Vinitaly 2020 da cinque Consorzi del vino

Cinque consorzi del vino della Puglia dicono no a Vinitaly 2020. Dopo i rumors dal Consorzio Vini Alto Adige, arriva dal Sud della penisola la proposta di rimandare al 2021 la più importante fiera del vino italiano, in programma a Verona dal 14 al 17 giugno. Una richiesta dettata dall’emergenza Coronavirus (Covid-19). In particolare, il no a Vinitaly 2020 arriva dal Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria Doc e Docg, dal Consorzio di Tutela Vini Dop Salice Salentino, dal Consorzio dei Vini Doc Gioia del Colle, dal Consorzio per la Tutela dei vini Doc Brindisi e Squinzano e dal Consorzio di Tutela Vini Castel del Monte Doc e Docg.

“Abbiamo consultato in via informale i principali buyer internazionali – scrivono i cinque enti, in una nota congiunta – che ci hanno espresso disinteresse per un’edizione estiva di Vinitaly. D’altronde, l’anno commerciale è già in corso, le nuove annate vengono presentate in questi giorni, con invio di campioni e listini”.

Non appena l’emergenza sarà finita, sarà molto difficile pensare che gli operatori del settore ho.re.ca. italiano possano, dopo mesi di difficoltà legate alla presente emergenza, abbandonare il proprio esercizio ai propri dipendenti per presenziare alla fiera”.

Altra perplessità espressa dai cinque consorzi del vino della Puglia è che si possa verificare “una partecipazione irrilevante da parte degli eno-appassionati in generale”. “Sarebbe utile seguire l’esempio di Düsseldorf Messe con Prowein e riportare l’evento direttamente all’edizione 2021”, sostiene il fronte del no a Vinitaly 2020.

Proprio per questi motivi auspichiamo che le Istituzioni preposte alla promozione del vino italiano e l’organizzazione di Veronafiere decidano di rilanciare con una strategia chiara l’immagine del nostro amato prodotto, senza disperdere risorse essenziali in iniziative che presentano i suddetti limiti”.

Considerazioni che arrivano a fronte dell’analisi della situazione del settore, in Italia. “In questo periodo di evoluzione dello stato di emergenza – sottolineano i Consorzi pugliesi – ci rendiamo conto di quanto sia necessario presentare un settore unito con degli obiettivi condivisi”.

“Tra di essi la tutela e il rilancio del Made in Italy in generale, e dell’agroalimentare italiano in particolare, rivestono una posizione di primaria importanza. Questi obiettivi vanno perseguiti con azioni ed eventi che abbiano una precisa strategia“, aggiungono i cinque Consorzi.

“La manifestazione fieristica di Vinitaly è sicuramente un evento identitario per il vino italiano e ci pare purtroppo che non ci siano le condizioni necessarie per garantire un evento di livello e qualità e risonanza internazionali, come gli standard di Vinitaly stesso ci hanno abituati. La partecipazione all’evento veronese da parte dei nostri produttori rappresenta una decisione d’investimento impegnativa per il budget annuale e non catalizza la necessaria attenzione”.

Categorie
news news ed eventi

Accordo Ue Cina: ecco le 13 Denominazioni del vino italiano tutelate

BRUXELLES – Tra i 100 marchi di origine dell’Unione Europea rientrati nell’accordo Ue – Cina ci sono anche 13 Denominazioni del vino italiano. Si tratta di Asti, Barbaresco, Bardolino superiore, Barolo, Brachetto d’Acqui, Brunello di Montalcino, Chianti, Conegliano-Valdobbiadene Prosecco, Dolcetto d’Alba, Franciacorta, Montepulciano d’Abruzzo, Soave e Vino Nobile di Montepulciano.

L’intesa è stata sottoscritta oggi fra il Commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan (nella foto, sotto) e dal ministro del Commercio cinese Zhong Shan. Adesso l’accordo deve essere esaminato dal Consiglio e dal Parlamento Europeo. La Commissione prevede che sarà operativo entro la fine del 2020.

La rappresentanza di prodotti enologici Made in Italy è cospicua se si considera che, in totale, sono 26 i marchi Dop e Igp riconosciuti dal Dragone. Nella lista bagnata da alcune tra le eccellenze enoiche italiane sono finiti anche alcuni fiori all’occhiello della gastronomia tricolore.

Si tratta di Aceto balsamico di Modena, Asiago, Bresaola della Valtellina, Gorgonzola, Grana padano, Grappa, Mozzarella di Bufala campana, Parmigiano Reggiano, Pecorino Romano, Prosciutto di Parma, Prosciutto di San Daniele, Taleggio e Toscano.

In “cambio”, l’Ue garantirà la tutela di prodotti cinesi come Pixian Dou Ban (pasta di fagioli di Pixian), Anji Bai Cha (tè bianco Anji), Panjin Da Mi (riso Panjin) e Anqiu Da Jiang (Anqiu Ginger).

La lista finale di vini, formaggi e salumi è stata pubblicata dalla Commissione UE al termine dell’incontro decisivo odierno. L’accordo prevede tuttavia l’estensione della lista per proteggere altri 175 prodotti, entro il 2024.

CHIANTI NELLA LISTA, PARLA BUSI: “UNA BUONA NOTIZIA”
“Quella di oggi – commenta il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi – è una buona notizia. Il fatto che il Vino Chianti sia stato inserito nella lista delle 100 Dop e Igp che saranno tutelate in Cina è un tassello importante per l’espansione commerciale del nostro prodotto su un mercato importante”.

“L’accordo fra la Commissione europea e il Governo cinese – conclude Busi – definisce un quadro di regole certe che vanno a vantaggio dei nostri imprenditori. La Cina riconosce nel Chianti non solo un brand ma anche una grande Denominazione e le riconosce la protezione che merita”.

Categorie
news news ed eventi

Barolo, nuovi impianti bloccati per tre anni

Una misura previdente volta a tutelare la denominazione e anche il paesaggio, con il fine ultimo di premiare la qualità del prodotto e di conseguenza il lavoro dei produttori di Barolo.

Approvato in consiglio di amministrazione ed annunciato in occasione di un incontro con i produttori lo scorso 12 luglio, il blocco degli impianti è una misura che fa parte della gestione ordinaria di una denominazione e non si tratta di una misura anticrisi. È uno strumento necessario per gestire la capacità produttiva in un momento in cui è bene essere cauti a prescindere dal trend positivo di lungo periodo.

“La situazione attuale dei mercati non è critica ma importante essere previdenti davanti alla contrazione delle esportazioni verso alcuni paesi come il Regno Unito e la Germania e a fronte di una produzione che negli anni è incrementata. Il modo più semplice per contenere il problema è intervenire sugli ettari vitati” ha dichiarato il presidente del Consorzio Matteo Ascheri.

Il sistema era già contingentato: dal 2011 era già in vigore un bando regionale che prevedeva un numero massimo di ettari ogni anno. Lo stop di tre anni permetterà da un lato di tutelare un paesaggio sempre maggiormente interconnesso con la viticoltura e dall’altro di dare ai mercati la possibilità di calibrarsi sull’aumentata produzione di Barolo degli ultimi anni.

“Il blocco triennale dei nuovi vigneti di Barolo – ha concluso il Presidente – è peraltro in linea con l’obiettivo del Consorzio di innalzare il livello qualitativo di consumo di questo vino, perseguito anche attraverso le attività di promozione all’estero: in ultima analisi, è uno strumento di promozione della qualità attraverso il controllo della quantità”.

La misura verrà presentata alla Regione Piemonte nelle prossime settimane

Categorie
Approfondimenti

Il vino tra tutela dell’identità e tracciabilità: il punto a Trentino & Wine


TRENTO –
“In un contesto di sempre maggiore razionalizzazione delle risorse, la riforma della Pac Politica agricola comune prevista dall’Ue per il periodo 2018-2021 ha ridotto gli stanziamenti per il settore agroalimentare europeo, con la conseguenza che anche i fondi per il comparto vitivinicolo italiano hanno subito una contrazione del 4%, passando da 336 milioni all’anno agli attuali 323 milioni”.

Gabriele Castelli, responsabile del settore vinicolo di Alleanza cooperative italiane agroalimentare, ha così riassunto i cambiamenti in atto a livello europeo nel campo delle politiche agricole ed agroalimentari nel corso del suo intervento in occasione del convegno “Il vino trentino: tutela dell’identità e tracciabilità” che si è tenuto questa mattina a Palazzo Geremia nell’ambito della seconda giornata di Trentino & Wine.

A moderare il convegno Graziano Molon , presidente del Consorzio vini del Trentino, dopo l’introduzione dei lavori e il saluto di tutti gli associati del presidente del Consorzio, Pietro Patton.

Bruxelles – ha evidenziato ancora Castelli – ha poi integrato i tradizionali obiettivi economici (sostegno ai produttori, alla ristrutturazione dei vigneti e alla promozione del vino) con nuovi target di natura sociale e climatico-ambientale. Ciò significa che una parte dei contributi destinati al mondo del vino dovranno d’ora in poi essere investiti anche nella tutela e valorizzazione dell’ambiente”.

Il tema dell’adozione di “pratiche colturali capaci di mediare fra la tutela dell’ambiente e una produttività che sia remunerativa dell’attività agricola” è stato al centro dell’intervento di Giuseppe Ciotti, funzionario del Ministero delle Politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo.

Ciotti ha sottolineato come “non esistono formule magiche capaci di garantire una conciliazione ideale fra i due aspetti, ma solo soluzioni di compromesso, frutto di una collaborazione fra istituzioni, produttori e autorità pubbliche di controllo, che assumono la forma di precisi disciplinari, come quello SQNPI (Sistema di qualità nazionale della produzione integrata) adottato dal Consorzio vini del Trentino”.

Si tratta di processi che non sono mai definitivi: per questo lancio un appello – ha concluso Ciotti – a tutti i soggetti che si occupano di tutela ambientale perché partecipino alle commissioni per il miglioramento delle linee guida nazionali”.

Attualmente le aziende agricole italiane che adottano il disciplinare SQNPI sono 11.051. Fra queste 5.812 sono aziende trentine. Un ruolo importante nel campo delle certificazioni vitivinicole lo ha svolto fin dagli anni ’70 la Camera di Commercio I.A.A. di Trento che si è sempre fatta parte attiva nella diffusione delle denominazioni di origine.

Oggi la Camera di Commercio di Trento è un’autorità pubblica di controllo riconosciuta dal Ministero delle politiche agricole e si occupa di tracciabilità del prodotto dalla campagna all’imbottigliamento. L’attività svolta dall’Ente è stata presentata dal direttore dell’Ufficio Organismi di controllo e metrologia legale, Giovanni Clementel.

Sul sito www.controllovinitn.it la Camera di Commercio mette a disposizione dell’utenza anche un agile tool che consente ai consumatori, mediante il codice identificativo del lotto presente in etichetta, di conoscere la storia della bottiglia e le caratteristiche del vino Doc che stiamo degustando.

Hanno concluso il convegno le presentazioni degli studenti del Contamination Labdell’Università Ca’ Foscari di Venezia che hanno illustrato alcuni progetti dedicati alla promozione dei prodotti agroalimentari italiani tramite piattaforme digitali pensate per rafforzare il legame fra produttore e consumatore, anche in una prospettiva di marketing territoriale.

Trentino & Wine prosegue anche domani e domenica e si concluderà lunedì 20 maggio con una giornata dedicata agli operatori di settore. Ecco il programma dell’evento, a partire dalla giornata di domani.

SABATO 18 MAGGIO 2019: GLI EVENTI DI TRENTINO & WINE
Wine & Bike
PEDALANDO IN CANTINA
Ore 10.00 – 15.00 Bike tour per tutti fra le cantine trentine con visita e degustazione (Cantina La-Vis; Maso Grener; Cantina Bellaveder).

Punto di incontro: Apt di Trento, Piazza Dante 24
Costo: 39 € a persona comprensivo di bici elettrica, lucchetto e caschetto omologato, istruttore di Mtb professionale e degustazioni. Prenotazione tel. 0461 216000 – info@discovertrento.it

Wine & Me
Degustazioni enologiche della 81^ Mostra vini del Trentino
Ore 11.00 – 15.00 Palazzo Roccabruna
3 vini da 5cl: 5€ (base); 10€ (riserva)

Wine & Winemakers
Degustazioni enologiche della 81^ Mostra vini del Trentino alla presenza dei produttori
Ore 16.00 – 22.00 Palazzo Roccabruna. Ingresso: 25 €

Wine & History
Un percorso fra i palazzi storici di Trento abbinato alle degustazioni dei vini del territorio
(Palazzo Roccabruna, Palazzo Thun, Area archeologica di Piazza Lodron)
Ore 11.00, 18.00 ed ore 21.00; punto di incontro: Palazzo Roccabruna
Costo 5€ + cauzione prenotazione; tel. 0461/887101

Wine & Solidarity
Degustazioni al buio a bordo di Dark on the road, guidati dai camerieri ciechi e ipovedenti di AbC IRIFOR del Trentino, alla riscoperta del potere degli altri sensi oltre la vista per un approccio sensoriale nuovo e più consapevole ai vini. Ore 17.00, 18.15, 19.30 e 20.45. Piazza Fiera; costo 4€ – Info e prenotazioni: sensibilizzazione@abcirifor.it ; tel. 0461/1959595 o 349/1657793

Wine & Gourmet
Il vino sposa le eccellenze gastronomiche del territorio. Raffinati abbinamenti proposti dallo chef stellato Alessandro Gilmozzi. Ore 18.00 – 22.00 Palazzo Roccabruna. 3 piatti abbinati ai vini: 50 €; prenotazione tel. 0461/887101

Wine & Passion
QUANDO COOPERAZIONE VUOL DIRE QUALITÀ
Conoscere l’enologia trentina con i vini d’eccellenza delle cantine cooperative. Ore 17.00 – laboratorio del gusto a cura di Onav. Torre Mirana, via Belenzani; costo 10€

Wine & Music
L’ARTE SALVA
Serata di raccolta fondi con Dolcenera
Il Consorzio Trento Iniziative e l’Associazione Il Vagabondo, con il sostegno di Confcommercio Trentino, Mediocredito Trentino e Itas Assicurazioni in collaborazione con il Consorzio Vini del Trentino presentano “L’arte salva”.

L’intensa Dolcenera sostiene con la sua voce il progetto di recupero degli abeti di risonanza della foresta di Paneveggio colpita dalla terribile tempesta Vaia nell’autunno del 2018. Arte chiama arte; alla performance dell’artista Dolcenera si aggiungono l’esibizione del ballerino Francesco Costa sulla coreografia di Alessio Di Stefano e la giovane emozionante voce di Caterina Cropelli di X-Factor.

I fondi raccolti durante la serata saranno in un primo momento usati per salvare i preziosi abeti di risonanza della foresta dei violini dal deperimento, evitando che la fibra, scelta dallo stesso Stradivari per le proprie creazioni, diventi legna da ardere. Il recupero sarà effettuato dalla ditta Ciresa srl. La ditta della Val di Fiemme, a operazioni concluse, restituirà l’incasso della serata di raccolta fondi, devolvendolo in beneficenza alla LILT, Lega italiana per la lotta contro i tumori.

Ore 21.00 – Teatro Sociale di Trento; costo 15 €; biglietti in prevendita sul circuito “Primi alla Prima” o scrivendo a info@consorziotrento.it; info 0461 880415.

Categorie
Approfondimenti

Valentino di Campli riconfermato presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo


Valentino Di Campli
è stato riconfermato all’unanimità alla guida del Consorzio Tutela d’Abruzzo per il triennio 2019-2021. L’elezione è arrivata al termine del Consiglio d’amministrazione del Consorzio che ha anche confermato come vicepresidenti Pantaleone Verna e Alessandro Nicodemi.

Nel Cda sono entrati cinque nuovi nomi: Paolo Ulpiani, Luigi Di Camillo, Dino D’Ercole, Nicola D’Auria e Chiara Ciavolich. Si uniscono a presidente e vicepresidenti, gli altri componenti del Cda confermati: Rocco Di Felice, Alessio Ciffolilli, Luciano Di Labio, Luigi Cataldi Madonna, Rocco Cipollone, Antonio Marascia e Francesco Labbrozzi.

Costituito nel 2002, il Consorzio svolge la funzione di controllo e tutela delle principali Denominazioni Regionali (Montepulciano d’Abruzzo, Trebbiano d’Abruzzo, Cerasuolo d’Abruzzo, Abruzzo e Villamagna Doc) e ne diffonde la conoscenza con un’efficace attività culturale, divulgativa e promozionale. Attualmente le aziende consociate sono oltre 170 e rappresentano la quasi totalità dei produttori regionali.

IL VOTO
L’assemblea dei soci, nel rinnovare con forza la fiducia al Consiglio, ha riconosciuto l’attività profusa per tutelare, valorizzare e curare gli interessi relativi alle denominazioni di origine controllata del territorio regionale abruzzese.

Il Consorzio Tutela dei Vini d’Abruzzo, uno dei consorzi di tutela più grandi in Italia, ha realizzato negli ultimi anni un fitto programma di promozione dei vini abruzzesi in Italia e all’estero, che proseguirà anche nel 2019.

Anche sul fronte dei controlli, il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo ha avviato importanti azioni di tutela, come l’introduzione dal 1 dicembre 2018 del contrassegno dello Stato italiano per tutte le Doc tutelate.

Ringrazio l’Assemblea e il Consiglio per la stima e la fiducia rinnovata che garantirà una continuità al lavoro che abbiamo intrapreso con il Consorzio già nel triennio precedente – commenta Di Campli – fondamentale per gettare le basi e creare le premesse per un lavoro in profondità, destinato a veicolare in maniera ancora più attenta e mirata le nostre produzioni sui mercati nazionali e internazionali.

La promozione dei vini e della nostra straordinaria Regione, attraverso la valorizzazione sempre più particolareggiata dei differenti territori, sarà la mission che ci guiderà nel prossimo mandato”.

Gli ultimi dati confermano infatti il trend positivo delle esportazioni del vino abruzzese, in crescita da anni e che nel 2018 ha rappresentato 182 milioni di euro (+6.3% in valore – al di sopra della media nazionale ferma a 3,3%).

Numeri significativi che dimostrano ancora una volta come le aziende abruzzesi siano fortemente orientate ai mercati internazionali. I principali mercati esteri sono costituiti dalla Germania che nel 2018 ha fatto registrare + 7%, dagli USA, dal Canada, seguiti da UK + 36% e Svizzera (+7%). Ottime performance anche  in Svezia (+22%) e nel sud-est asiatico ed in particolare in Cina che continua a segnare un trend più che positivo con + 13%.

Categorie
Approfondimenti

Ascovilo: nominati componenti del consiglio direttivo

Corrado Cattani, Aldo Dallavalle e Pietro Nera sono stati nominati componenti del Consiglio direttivo dell’associazione Consorzi tutela vini lombardi con delibera approvata dalla Giunta regionale su proposta del presidente Roberto Maroni.

“Con le nomine di oggi – dichiara l’assessore regionale all’Agricoltura Gianni Fava (nella foto) – completiamo il consiglio direttivo di Ascovilo. La professionalità e l’esperienza dei tre consiglieri rispecchia la filosofia di Regione Lombardia, che punta a rilanciare il ruolo di questa importante associazione che negli anni aveva conosciuto qualche periodo di difficoltà, ma che con la presidenza di Mamete Prevostini ha registrato una fase di grande rilancio, tornando ad esercitare un ruolo significativo nel panorama della produzione del vino lombardo”.

“I tre neo consiglieri – aggiunge Fava – rappresentano altrettante grandi aree vinicole: l’Oltrepò pavese, la Valtellina e le colline moreniche mantovane. A loro va un sincero augurio di buon lavoro nell’interesse del comparto lombardo e della continua battaglia sui mercati internazionali per l’affermazione della qualità dei nostri grandi prodotti”.

Categorie
news ed eventi

Testo Unico, Fivi: “Sui Consorzi del vino ancora tanto da fare”

Un sorriso a metà. La Fivi è soddisfatta “solo in parte” per l’approvazione del Testo Unico del Vino. Questa la prima reazione – nemmeno troppo a caldo – della Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti all’approvazione in Commissione Agricoltura della Camera del nuovo Testo Unico sulla viticoltura e la produzione del vino, che è quindi diventato legge. Un testo che tenta di mettere ordine in un settore “fortemente appesantito da pratiche burocratiche che ne minano la competitività”.

Da sempre attiva nello stimolare il legislatore, già nel 2012 la FIVI aveva consegnato all’allora Ministro Catania un dossier per la riduzione della burocrazia nel settore vitivinicolo. Lo studio, redatto in collaborazione con l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, metteva in evidenza le criticità della legislazione italiana e proponeva le soluzioni per risolverle. “È viva quindi la soddisfazione nel vedere alcune delle richieste della FIVI rientrare nel nuovo Testo Unico – sottolinea la Federazione dei vignaioli indipendenti – come l’istituto della diffida e il Registro Unico dei Controlli” che crea “un raccordo tra le diverse autorità che operano nel sistema dei controlli, in modo da evitare visite doppie nella stessa cantina”.

“Adesso attendiamo fiduciosi – commenta il presidente FIVI Matilde Poggi – i decreti attuativi e speriamo che portino a un effettivo snellimento della burocrazia. Resta il rammarico per il mancato intervento sulla rappresentatività nei Consorzi“. Recentemente, infatti, la FIVI è intervenuta con una lettera al Ministro Martina, chiedendo di rivedere il meccanismo di attribuzione dei voti all’interno dei Consorzi di Tutela, in modo da dare più spazio ai vignaioli, evitando il dominio delle cooperative di primo e secondo grado nei consorzi più importanti.

Categorie
Approfondimenti

Sbarco al Merano Wine Festival per il Consorzio Tutela Primitivo di Manduria

Per la prima volta il Primitivo di Manduria sarà protagonista di Merano WineFestival 2016, grazie allo spazio istituzionale del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria che rappresenterà la grande denominazione del sud Italia in uno degli eventi internazionali più importanti del settore enologico. Da venerdì  4 a lunedì 7 novembre, negli eleganti locali del Kurhaus, il palazzo liberty nel centro di Merano, cuore pulsante della città altoatesina, si degusteranno specialità selezionate e i migliori vini di tutto il mondo, tra cui il Primitivo di Manduria. All’interno della GourmetArena, nove aziende di una delle più importanti denominazione italiane faranno scoprire a professionisti, ed esperti del settore di tutto il mondo, la tradizione e i sapori del grande rosso pugliese.

Per tre giorni informazione, cultura, mondanità si danno così appuntamento a Merano, per partecipare a un evento multiforme ricco di occasioni di conoscenza, di incontro, di confronto in cui la parola chiave è sempre una sola “eccellenza”. “Non solo passione e tradizione – dichiara Roberto Erario, presidente del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria – Merano WineFestival sarà un ottimo veicolo per promuovere le nostre eccellenze. L’evento è infatti uno dei punti di riferimento, non solo per il mercato nazionale ma anche per quello tedesco, svizzero e americano, Paesi in cui il Primitivo raggiunge ottimi risultati, assicurandosi una grande fetta del proprio export”.

LE CANTINE E I VINI
Il programma prevede interventi, visite guidate, degustazioni e premiazioni. Il Merano WineFestival permette di dare uno sguardo alle ultime novità sul fronte enogastronomico e rappresenta una delle fiere del settore vinicolo più importanti al mondo che ha visto nelle ultime edizioni oltre 10mila presenze tra operatori e consumatori di vino. Ecco l’elenco delle aziende del Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria presenti con i loro vini: Cantine Due Palme, San Gaetano; Cantine Erario, Charisma; Cantine San Giorgio (Gruppo Tinazzi), Byzantium; Cantine San Marzano, Anniversario 62; Cantolio Manduria, 15,0 di Mare; Consorzio Produttori Vini, Elegia; Masca Del Tacco (Gruppo Femar Vini), Li Filitti; Ognissole (Gruppo Feudi San Gregorio), Primitivo Di Manduria Marchio Rosso; Varvaglione Vigne & Vini, Papale.

Categorie
news ed eventi

Fivi, lettera al ministro: “Basta all’egemonia delle coop nei Consorzi del vino”

Sembra una risposta indiretta (o direttissima, dipende dai punti di vista) alle polemiche che nascono quotidianamente nel mondo del vino italiano. Fivi, Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti, attraverso una lettera inviata al ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina, chiede di “rivedere il modello di attribuzione del diritto di voto all’interno dei consorzi di tutela”. Come? “Prevedendo che i voti in assemblea spettino in misura fissa, per il 30% alla produzione delle uve, per il 30% alla trasformazione delle uve e per il 30% all’imbottigliamento”. Il restante 10% “sarebbe distribuito in base ai volumi prodotti nell’anno vendemmiale precedente dai soggetti rientranti in una o più delle tre categorie sopra citate”. Per garantire che il bilanciamento sia efficace, Fivi propone inoltre che i produttori che conferiscono alle cantine cooperative mantengano i voti connessi alla produzione di uva, per lasciare alle cooperative i voti derivanti dalla trasformazione e dall’imbottigliamento.

Le cooperative potrebbero in ogni caso raccogliere le deleghe dai singoli soci per l’attività di produzione. Ma tali deleghe “dovrebbero essere rinnovate a ogni singola assemblea”. La proposta è che ogni Consorzio di Tutela deliberi in merito al numero di deleghe massime che ciascun consorziato potrà portare in Assemblea, con un massimo di dieci. Questa misura andrebbe a riequilibrare il peso all’interno dei consorzi, dove oggi quello che dovrebbe essere un esercizio associato del voto, si trasforma in realtà nella golden share di un presidente o un direttore di cooperativa.

“La cooperazione ha enormi meriti in questo Paese e gode meritatamente della tutela Costituzionale – commenta la presidente Fivi Matilde Poggi – ma non crediamo rispecchi la volontà del legislatore la singolare circostanza che si è venuta a creare nei consorzi governati completamente da gruppi cooperativi, che sono in grado di imporre le proprie decisioni non solo a tutti gli altri consorziati, ma anche e soprattutto ai non consorziati in virtù dell’erga omnes. Lo scopo di questa proposta della FIVI è anche quello di evitare che si verifichino fenomeni di abbandono dei Consorzi esistenti per dare vita alla costituzione di nuovi, come già avvenuto nell’area di Soave, in Trentino e in corso di avvenimento in Oltrepò Pavese“. In quest’ultima area, in effetti, la scissione è già avvenuta, con la creazione del Distretto del Vino di Qualità dell’Oltrepò Pavese, presieduto da Fabiano Giorgi.

La rappresentatività all’interno dei consorzi è oggi normata dal D.Lgs 61/2010, che prevede l’ammissione di viticoltori singoli o associati, di vinificatori e di imbottigliatori. “Questi possono votare in misura ponderale alla quantità prodotta nella precedente campagna vendemmiale -fa notare la Fivi – e se il consorziato svolge più di una funzione i voti si cumulano. Ciò ha portato al dominio delle cooperative di primo e secondo grado nei consorzi più importanti”.

Categorie
news ed eventi

La Fortezza di Montepulciano rivive con 1,5 milioni di euro

E’ reale: la Fortezza di Montepulciano, storico edificio simbolo della città, è rinata completamente grazie all’impegno dei produttori di Vino Nobile di Montepulciano. Con il taglio del nastro di ieri per l’inaugurazione dell’Enoliteca del Consorzio e della nuova sede degli uffici consortili, l’edificio ha raggiunto il suo completo restauro ed è stato restituito completamente alla cittadinanza per essere sede ideale per mostre, eventi culturali, meeting di vario genere. “Un’opera che ha visto l’unanime adesione dei produttori di Vino Nobile – spiega il Presidente del Consorzio, Andrea Natalini – che in questi anni hanno di tasca propria investito in questa struttura continuando quel percorso di attenzione e sostenibilità per il territorio, per la sua storia e per la città di Montepulciano, che è il nostro valore aggiunto”.

“Il Consorzio del Vino Nobile – continua Natalini – ha sempre avuto un ruolo attivo nella tutela del patrimonio storico-artistico di Montepulciano. L’esempio più evidente di questo impegno, a cui i produttori associati sono stati invitati a partecipare dall’Amministrazione comunale insieme ad altri partner Istituzionali e privati, è la Fortezza, edificio di antichissime origini, la cui esistenza è già documentata addirittura nell’VIII secolo. Dai primi anni 2000, la Fortezza ha ospitato l’Anteprima del Vino Nobile; poi, nel 2007, è stato avviato un imponente progetto di restauro destinato a fare della struttura il punto di riferimento delle attività economiche del territorio nel settore vinicolo e delle produzioni tipiche e di qualità”.

Ieri, 8 ottobre 2016, in occasione dei festeggiamenti della Doc, è stata anche segnata la conclusione dei lavori in Fortezza, con il compimento della parte destinata all’Enoliteca e agli uffici del Consorzio. A quest’ultimo intervento, che ha riguardato il completamento del piano terra e la ristrutturazione del primo piano, il Consorzio del Vino Nobile ha contribuito in maniera consistente, insieme alla Kennesaw University della Georgia (USA) – che qui ha istituito la sua unica sede all’estero – e al Comune, per arrivare ad un totale di circa 1 milione e mezzo di euro. Complessivamente, la ristrutturazione della Fortezza, che ha visto il Consorzio impegnarsi anche nei due precedenti stralci, ha avuto una consistenza di quasi 3 milioni di euro, derivati anche da Fondi Regionali, Risorse CIPE e contributi GAL LEADER.

LE CELEBRAZIONI
L’occasione è stata data dalle celebrazioni per i 50 anni dall’ottenimento della Doc, prima in Italia, del Vino Nobile che per tutta la settimana hanno visto in festa l’intera città e che si sono concluse con il concerto di Omar Pedrini, ex cantante dei Timoria e grande amico del Nobile, proprio in Fortezza. Con un convegno celebrativo al Teatro Poliziano, al quale hanno partecipato numerose autorità, si sono ripercorsi i 50 anni che dal 1966 hanno fatto la storia di un vino che porta il suo territorio in tutto il mondo e che è un fortissimo traino per il turismo di qualità. Durante la mattinata si è esibita in via eccezionale la Divinorchestra condotta dal Maestro Luciano Garosi che ha eseguito l’Inno del Vino Nobile di Montepulciano scritto proprio dal Maestro dell’orchestra poliziana con il testo di Alamanno Contucci. Un’emozione unica che ha accompagnato prima al Teatro Poliziano, poi in Fortezza, prima del taglio del nastro.

IL PATRIMONIO DEL NOBILE
Cinquecento milioni di euro. E’ questa la cifra che quantifica il Vino Nobile di Montepulciano tra valori patrimoniali, fatturato e produzione. Nello specifico in oltre 200 milioni di euro è stimato il valore patrimoniale delle aziende agricole che producono Vino Nobile, 150 milioni circa il valore patrimoniale dei vigneti (in media un ettaro vitato costa sui 150 mila euro) e 65 milioni di euro è valore medio annuo della produzione vitivinicola, senza contare che circa il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino. Una cifra importante per un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale, 2.200 ettari sono vitati, ovvero il 16% circa del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. A coltivare questi vigneti oltre 250 viticoltori (sono circa 90 gli imbottigliatori in tutto dei quali 76 associati al Consorzio dei produttori). Oltre mille i dipendenti fissi impiegati dal settore vino a Montepulciano, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali. Nel 2015 sono state immesse nel mercato circa 7 milioni di bottiglie di Vino Nobile (in linea con l’anno precedente) e 2,8 milioni di Rosso di Montepulciano Doc

IL MERCATO
In linea con gli ultimi anni, anche il 2015 si conferma anno dell’export con una quota destinata all’estero pari all’80 per cento di prodotto, mentre il restante 20% viene commercializzato in Italia. Per quanto riguarda il mercato nazionale le principali vendite sono registrate in Toscana per il 47%, dato al quale si aggiunge il 19 per cento delle vendite al Centro. Al Nord è stato venduto il 16% del totale, mentre è cresciuta del 4% toccando quota 17 per cento. Per quanto riguarda l’estero si assiste a una torta divisa a metà tra Europa e paesi extra Ue. La Germania torna a crescere del 3 per cento con il 46% per cento della quota esportazioni e resta il primo paese per le vendite del Nobile. Strepitosa performance anche per la Svizzera (+7%) che con il 17 per cento rappresenta un importante sbocco. Il dato più significativo arriva ancora una volta dagli Stati Uniti che segnano un + 10% nel 2015 arrivando a rappresentare il 20 per cento dell’export del Nobile. Successo anche per i mercati asiatici ed extra Ue con oltre il 7 per cento delle esportazioni.

Categorie
news ed eventi

Valpolicella: guerra dell’Amarone tra produttori, Regione e Consorzio

In alto i calici per la vendemmia 2016 in Valpolicella, in dirittura di partenza. Ma qualcuno storce il naso. L’ufficialità è arrivata ieri. Accogliendo le richieste del Consorzio di tutela vini Valpolicella, la Regione Veneto ha ridotto anche per l’anno in corso la percentuale della resa delle uve da mettere a riposo per la produzione del Recioto della Valpolicella e dell’Amarone. Rispetto ai disciplinari di produzione delle due Docg, che individuano nel 65% il quantitativo massimo di uva da mettere a riposo, pari a 7,8 tonnellate per ettaro, i quantitativi per l’attuale vendemmia non dovranno superare le 4,80 tonnellate per ettaro, pari a 19,20 ettolitri di vino finito per ettaro.

“Si tratta di una decisione assunta in considerazione della situazione congiunturale spiega l’assessore all’Agricoltura della Regione Veneto Giuseppe Pan (nella foto, al centro)  e tenuto conto delle disponibilità dei vini attualmente in fase maturazione. Con questa operazione di contenimento del quantitativo delle uve da destinare all’appassimento nella misura massima del 40%, si intende assicurare anche per il futuro redditività ai produttori vitivinicoli attraverso una maggiore stabilità dell’offerta delle due Docg. Nel contempo, la Regione Veneto impegna il Consorzio di tutela a predisporre con tempestività l’analisi dei meccanismi produttivi, recependo così le indicazione delle organizzazioni professionali di categoria appositamente convocate a Verona”.

Il decreto regionale affida ad Avepa, l’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura, il compito di “garantire la compilazione della dichiarazione unificata e la coerenza tra il potenziale produttivo di ciascun produttore, così come risulta nello schedario viticolo veneto”. Ad assicurare che le decisioni regionali saranno puntualmente applicate “vigileranno l’Ufficio di Susegana dell’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (Icqrf) e la Società italiana per la qualità e la rintracciabilità degli alimenti spa (Siquria), oltre naturalmente al Consorzio tutela vini Valpolicella.

LE PROTESTE NELLA CLASSICA
E’ vinialsupermercato.it a raccogliere, in Veneto, le proteste dei piccoli viticoltori della Valpolicella Classica. “Le cantine della Valpolicella Classica registrano il problema inverso rispetto a quello addotto dal Consorzio per giustificare l’ennesima riduzione delle quantità di uve da mettere a riposo per Recioto e Amarone. Praticamente nessuno di noi ha dell’Amarone invenduto e dunque non si capisce perché dobbiamo sottostare a questa misura, che taglierà ulteriormente le gambe all’economia dei piccoli produttori, per difendere gli interessi dei grandi gruppi e delle cantine sociali della zona allargata. Di certo sappiamo che neppure la cantina sociale della zona Classica (Negrar) ha dell’Amarone invenduto. E i prezzi, qui da noi, non sono certo al ribasso”. “Il problema di fondo – continuano i viticoltori – è far capire ai consumatori finali che esistono diversi tipi di Amarone: nella zona classica abbiamo da sempre valori aggiunti in termini di stile e qualità. Nonostante ciò, non siamo abbastanza rappresentati numericamente nel Consorzio per far valere le nostre ragioni”.

LA PROPOSTA SHOCK
La soluzione proposta dai viticoltori è shock. “Sta diventando sempre più concreta la volontà di una scissione dei produttori della Classica dal Consorzio della Valpolicella, con la creazione di un altro ente che si prenda cura, alla stessa maniera, di tutti: piccoli e grandi”. Il nuovo Consorzio, o distretto, sull’esempio di quanto avvenuto in Oltrepò Pavese con la creazione del Distretto del Vino di Qualità dell’Oltrepò Pavese, guarderebbe gli interessi delle aziende dei Comuni di Fumane, Marano di Valpolicella, Negrar, San Pietro in Cariano e Sant’Ambrogio di Valpolicella, che producono Valpolicella classico, Valpolicella classico superiore, Valpolicella Ripasso classico, Valpolicella Ripasso classico superiore, Amarone della Valpolicella classico e Recioto della Valpolicella classico.

PAROLA AL CONSORZIO
“La richiesta della riduzione della percentuale di cernita delle uve da mettere a riposo dal 65% al 40%, condivisa con le associazioni di categoria – sottolinea Christian Marchesini, presidente del Consorzio Tutela Vini Valpolicella – è stata una scelta dolorosa, ma necessaria per evitare l’inflazione dell’offerta di Amarone e salvaguardare il Valpolicella che è il vino che più racconta il territorio”. La richiesta, “basata sui numeri della denominazione e sulla congiuntura di mercato”, ha terminato il suo iter ed è stata definitivamente approvata dalla Regione Veneto con il Decreto n. 18 del 14 settembre 2016 pubblicato sul sito della Regione Veneto. “Per il 2016 sono attesi 140 mila ettolitri di Amarone – conclude Marchesini – contro i 100 mila venduti in media negli ultimi 5 anni e, inoltre, si registra un aumento dell’imbottigliato del 5%, mentre il Ripasso sta subendo una flessione sui mercati in particolare del Nord Europa per la concorrenza di altri vini da appassimento”.

Categorie
Food Lifestyle & Travel

Sagrantino ed erbe aromatiche: l’abbinamento gourmand by Lungarotti

Sagrantino ed erbe campagnole spontanee. E’ l’inedito abbinamento gourmand proposto da Lungarotti per Enologica, l’evento del Consorzio di Tutela Vini di Montefalco in programma dal 16 al 18 settembre nel borgo medievale umbro, che quest’anno ha ottenuto la ‘Spiga Verde’, il riconoscimento di eccellenza rurale sostenibile.

E proprio i temi della sostenibilità e della biodiversità saranno al centro delle iniziative in programma nella cantina Lungarotti a Turrita di Montefalco, circondata da 20 ettari di vigneto a regime biologico. Si parte il 16 settembre con l’apertura della mostra di erbe campagnole spontanee di stagione che, nelle due giornate successive (sabato 17 e domenica 18, alle 11.00 e alle 16.00), saranno il fulcro di due focus condotti da Luciano Loschi dell’Accademia umbra erbe campagnole spontanee, per conoscerne le proprietà salutari e l’uso in cucina.

Dalla teoria alla pratica, con un menù a base di erbe abbinato al Sagrantino o in alternativa al Montefalco Rosso della cantina umbra. In degustazione crostini con pesto di erbe campagnole spontanee, insalatina di farro con Portulaca (una pianta erbacea ricca di omega 3), pomodorini e verdure bio e Fojata ripiena di amaranto e pimpinella (17 e 18 settembre, su prenotazione euro 8,00).

Per info e prenotazioni:
Lungarotti – Cantina Turrita di Montefalco
montefalco@lungarotti.it – Tel. 0742.378868 o 349.8689562
Loc. Turrita, via del Boschetto 1, 06036 Montefalco (Pg)
www.lungarotti.it

Categorie
news ed eventi

Montefalco, vendemmia “green” con Grape Assistance

“Grape Assistance funziona”. E’ tempo di bilanci per il modello innovativo di gestione sostenibile dei vigneti di Montefalco. Una sperimentazione “green”, che mira alla riduzione dell’uso dei fitofarmaci nei vigneti. Un progetto che ha avuto avvio lo scorso anno, sotto l’egida del Consorzio Tutela Vini Montefalco. Una rivoluzione verde che sarà al centro del dibattito dell’edizione 2016 di Enologica, l’evento che ogni anno riunisce a Montefalco (Perugia) migliaia di turisti e winelovers in onore del Montefalco Sagrantino Docg. L’avanzamento di Grape Assistance già durante il primo anno di attività ha prodotto una riduzione del 5% del numero degli interventi fitosanitari e una riduzione del 14% dell’indice di frequenza dei trattamenti (TFI Treatment Frequency Index). “Questi risultati – spiega Amilcare Pambuffetti, presidente del Consorzio Tutela Vini Montefalco – testimoniano un impatto positivo del progetto sulla gestione fitosanitaria  territoriale e, grazie alla partecipazione di produttori e professionisti coinvolti, sarà possibile avanzare in maniera sempre più precisa una caratterizzazione microclimatica delle aree vitate di Montefalco insieme alla mappatura delle zone a maggiore rischio di incidenza di malattie su vite”.

LA VENDEMMIA 2016
Da una prima analisi delle variabili meteorologiche dell’annata in corso, inoltre, il Consorzio Tutela Vini Montefalco è in grado di fornire una previsione di quella che sarà la vendemmia 2016. A differenza delle stagioni precedenti, l’andamento delle temperature medie giornaliere e delle pluviometrie mensili si è rivelato in linea con le medie della zona, favorendo un germogliamento precoce di tutte le varietà, un armonico sviluppo vegetativo e una intensa e veloce fioritura che ha garantito buoni livelli di produzione. 
Queste quadro meteorologico, pertanto, induce a prevedere un periodo vendemmiale leggermente posticipato rispetto all’annata precedente, di 7-9 giorni. A Montefalco, la vendemmia inizierà nei primi giorni di settembre con le varietà più precoci (gli internazionali Chardonnay e Sauvignon) e si protrarrà, tempo permettendo, fino all’ultima decade di ottobre con le varietà più tardive (Sagrantino e Cabernet). La quantità della produzione di uva del 2016 sembra assestarsi, sostanzialmente, sugli stessi valori del 2015, con leggeri incrementi nell’ordine del 5% per alcune varietà, mentre il profilo qualitativo dei mosti si preannuncia di altissimo livello.

“Se le condizioni meteo di fine agosto con basse temperature notturne e giornate soleggiate e ventilate troveranno continuità nel mese di settembre – commenta Pambuffetti – si potranno ottenere delle ottime maturazioni delle uve e dei mosti per la produzione di vini dall’alto profilo qualitativo”. Le uve a bacca bianca, infatti, sono caratterizzate da ottimi quadri acidici e buone complessità aromatiche, condizioni favorevoli all’ottenimento di vini freschi ed eleganti.  Le uve rosse, nonostante sia prematuro prevedere il decorso della maturazione (che avverrà nelle prossime settimane), potrebbero beneficiare di un migliore equilibrio tra polifenoli e parametri tecnologici (zucchero, ph, acidità) e definire vini con strutture ed  eleganze di ottima qualità. In particolare, le uve di Sagrantino, ormai in piena maturazione, rallentando l’accumulo di zuccheri in favore di una più omogenea ed equilibrata maturazione del complesso fenolico, potrebbero tradursi in vini “con ottime complessità aromatiche, buone strutture e tannini maturi, tutte caratteristiche alla base di vini potenti, longevi e molto equilibrati”.

Categorie
news ed eventi

“Gualtiero Marchesi: the great italian”: il Maestro torna nel suo Oltrepò

Il maestro della grande cucina italiana, Gualtiero Marchesi, sabato è tornato nei luoghi della sua gioventù. Prima una tappa alla sede del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, al Centro Riccagioia, tra i vigneti di Pinot nero, e poi nella sua San Zenone Po. A creare l’occasione è stato il regista Maurizio Gigola, impegnato nella produzione del film “Gualtiero Marchesi: the great italian” e del cortometraggio “Black&White” per il Consorzio di Tutela che servirà a raccontare per la prima volta il Pinot nero dell’Oltrepò Pavese, rosso e bollicine, a un pubblico internazionale, a partire da quello americano, con immagini suggestive e un linguaggio emozionale. Marchesi ha riabbracciato la sua gente e ha conosciuto il presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Michele Rossetti, in vista di una collaborazione con la Fondazione Gualtiero Marchesi che consentirà di promuovere e raccontare anche l’Oltrepò dei sapori e della cucina tipica, in abbinamento ai grandi vini che il territorio produce a partire dai suoi 13.500 ettari di vigneti storici e vocati.

Al seguito della troupe anche Gianni Maccagni, esperto di marketing territoriale, e il direttore del Consorzio di Tutela, Emanuele Bottiroli. “E’ stato un onore – commenta Rossetti – accogliere a Riccagioia e accompagnare nella sua San Zenone Po il maestro Gualtiero Marchesi. Ho trovato in lui l’umiltà e la semplicità dei grandi italiani. Certamente il territorio trarrà grande giovamento dalla scelta di Maurizio Gigola di riportare il più celebre chef italiano dov’è cominciata la sua storia”. Gigola, che da un anno collabora con il Consorzio di Tutela, è fondatore della Food&Media International, società con sede a Londra che produce media per le televisioni, radio, riviste e web per poi diffonderli nel mondo all’attenzione di milioni di cultori di cibi e vini italiani.

Categorie
news ed eventi

Lambrusco: Lombardia vota la tutela della denominazione

Tutelare il nome e la produzione del Lambrusco. E’ la richiesta che arriva dal Consiglio regionale lombardo che ha approvato all’unanimità una risoluzione presentata dal Movimento Cinque Stelle per la tutela della denominazione sia nell’etichettatura di vini Dop che Igp. Il documento invita la Giunta a vigilare affinché la Commissione europea ritiri l’atto delegato che prevede la liberalizzazione della produzione di questo vino che ha un forte legame con i territori della provincia di Mantova e dell’Emilia e una filiera che conta 8mila aziende viticole, 20 cantine cooperative, 48 aziende vinicole, oltre 1.000 addetti. L’impegno chiesto alla Giunta regionale con questa risoluzione e’ quindi quello di vigilare che a livello europeo si eviti l’uso improprio della denominazione protetta. “La proposta – spiega il consigliere regionale del M5S Andrea Fiasconaro – è quella di salvaguardare la menzione del vitigno Lambrusco, ancorandola cioè alla produzione delle zone geografiche di cui è tipico, per scongiurare la liberalizzazione del nome Lambrusco. Dalla Ue, come noto, ci sono stati segnali confortanti, con il commissario all’agricoltura Hogan che ha confermato l’intenzione di riaprire la discussione riguardante la tutela dei vitigni senza penalizzare l’attuale modello del sistema vitivinicolo italiano di qualità”. “Ci sono stati accordi politici – prosegue Fiasconaro – e impegni per evitare tale liberalizzazione, però non vi è ancora nulla di scritto e formale. L’obiettivo di questa risoluzione è quello di impegnare anche regione Lombardia a vigilare affinché si formalizzi un accordo che possa tutelare il vitigno e la produzione tipica di Lambrusco”. Il testo del documento è chiaro: si impegna il presidente Maroni e la giunta a vigilare affinché l’atto delegato sulla tutela dei vini identitari venga ritirato, e che comunque non si realizzi una indiscriminata liberalizzazione dell’utilizzo della menzione di un vitigno, proponendo misure volte alla tutela del carattere locale e della peculiarità del vitigno Lambrusco, nonché delle produzioni Dop e Igp che da esso prendono il nome.

Categorie
news ed eventi

Paolo Rossi, il Pallone d’Oro e il Verdicchio: che tripletta agli Europei!

Dal Pallone d’oro di Paolo Rossi al vino campione delle Marche, il Verdicchio. È una tripletta tutta azzurra tra calcio, cibo e vino quella promossa dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini (IMT) in occasione degli Europei: dal 21 al 29 giugno, sulla celebre Rotonda sul mare di Fred Bongusto, arriva “Pablito Great Italian Emotions”, la mostra ufficiale su Paolo Rossi e sugli indimenticabili Mondiali di Spagna dell’82 in abbinamento a finger food stellati e alle eccellenze enogastronomiche delle Marche. Ad annunciare oggi l’iniziativa a Senigallia, il campione del mondo Paolo Rossi, il direttore di IMT, Alberto Mazzoni, il sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi e Luca Pelizzon, responsabile Relazioni esterne della mostra. Alla ‘personale’ sul calciatore – dove saranno esposti, oltre a centinaia di cimeli della sua carriera e del Mundial, la preziosa maglia originale della finale Italia-Germania, la medaglia d’oro, il mitico Pallone d’oro e la Scarpa d’oro dell’82 – si affiancheranno tutte le sere in terrazza, a partire dalle 18:00, assaggi tradizionali e ‘chicche’ proposte dagli chef stellati Moreno Cedroni (21 giugno), Mauro Uliassi (23 giugno) e Errico Recanati (29 giugno). Produttori e sommelier guideranno inoltre le degustazioni delle 16 denominazioni IMT: dal Verdicchio al Bianchello del Metauro, dal Rosso Conero alla Vernaccia di Serrapetrona, dal Colli Maceratesi Ribona alla Lacrima di Morro d’Alba. Per il direttore di IMT, Alberto Mazzoni: “Dalla campionessa di scherma, Elisa Di Francisca, a Paolo Rossi, rinnoviamo il nostro sodalizio con i grandi campioni, consapevoli del forte potenziale del connubio vino-sport. Saranno loro ad accompagnarci nei prossimi giorni in questo percorso espositivo, che vedrà anche la presenza di altre stelle dello sport italiano. Il 22 giugno avremo inoltre modo di seguire in diretta la partita Italia – Repubblica d’Irlanda”.

“È un vero piacere proseguire il tour della mia mostra nelle Marche e a Senigallia – commenta il campione del mondo Paolo Rossi – per condividere e rivivere con molti italiani un momento così emozionante che rimane ancora nella memoria di tutti. La Rotonda e la comune passione per il vino con l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, che ringrazio, ha reso tutto più particolare: unire il percorso della mostra alla degustazione dei vini, agli assaggi di tre chef stellati circondati dal mare è una esperienza molto interessante”. “Siamo felici ed orgogliosi – aggiunge il sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi – di ospitare nella Rotonda di Senigallia questa mostra. Rossi è infatti molto più di un campione dello sport: la vittoria al “mundial” di Spagna, di cui fu indiscusso protagonista, racconta una delle pagine più belle della nostra storia recente. È l’emblema dell’Italia che vorremmo, quella dei talenti, dello spirito di squadra, del coraggio e della capacità di lottare insieme con umiltà e tenacia. Visitare questa mostra sarà un po’ come rivivere quelle emozioni così speciali”. “Pablito Great Italian Emotions” è un percorso incentrato sulla carriera e la vita di Paolo Rossi: in esposizione, oltre al Pallone d’oro, la Scarpa d’oro, medaglie e oggettistiche originali del mondiale, anche maglie e tute indossate dal campione, foto e filmati con le azioni e i goal più belli del giocatore, inserito dal 2004 nella “Fifa 100” (la lista dei 125 più grandi giocatori viventi selezionata da Pelé e Fifa). Spazio inoltre a installazioni audiovisive, pannelli interattivi e alla riproduzione del campo di calcio del 1982 per ricreare l’atmosfera della finale contro la Germania. Non mancheranno gli spazi dedicati ai club in cui Rossi ha militato (Juventus, Vicenza, Milan, Como e Verona) e maglie e oggetti del Mondiale del 1978 in Argentina. La mostra, organizzata in collaborazione con il Comune di Senigallia, farà tappa anche a Bruxelles, Monaco di Baviera, New York, Montecarlo, Prato e Cina nel 2017.

Categorie
news ed eventi

Collisioni di vino: Verdicchio e Barolo, gemellaggio a Vinitaly 2016

Un gemellaggio inedito tra i grandi produttori del vino bianco più premiato d’Italia, il Verdicchio, e quelli del “Re dei vini”, il Barolo, in partnership con il festival agrirock Collisioni (lunedì 11 aprile, ore 11). Due indagini Nomisma-Wine Monitor, “Consumi & brand awareness dei vini italiani” e “Il valore socioeconomico del vino e dell’agroalimentare nelle Marche”, che saranno presentate lunedì 11 aprile a partire dalle ore 12. Un sodalizio rinnovato, quello con l’artista marchigiano Neri Marcorè (in fiera l’11 aprile), e uno nuovo con Il Sole 24 Ore e Food24, in diretta dal Vinitaly tutti i giorni dallo stand delle Marche. Queste le novità per il 50° Vinitaly messe in campo dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini – IMT (780 soci per 16 denominazioni, rappresentando l’82% dell’export dei vini regionali) che dal 10 al 13 aprile partecipa alla fiera con una collettiva di 99 aziende presenti nello stand della Regione Marche (Pad 7, C 6/7/8/9). “Ci presentiamo quest’anno al Vinitaly con un programma denso di attività e ricco di nuove ‘contaminazioni’ e partnership – evidenzia Alberto Mazzoni, direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini – da quella con il vino simbolo dei grandi rossi italiani e con una delle manifestazioni culturali più accreditate del momento, Collisioni, a quella con Il Sole 24 Ore e Food 24, che prevede due dirette al giorno dallo stand della Regione Marche, appuntamenti live e approfondimenti sul Vinitaly. Fino al 13 aprile inoltre sono previsti numerosi passaggi spot con i vini delle Marche su Radio 24″.
Tornano per il 2016 gli assaggi liberi in terrazza con circa 190 etichette del consorzio, dal Verdicchio al Bianchello del Metauro, dal Rosso Conero alla Vernaccia di Serrapetrona, dal Colli Maceratesi al Colli Pesaresi, dalla Lacrima di Morro d’Alba al Pergola. Vinitaly sarà anche l’occasione per fare il punto sul polo enogastronomico regionale Food Brand Marche e sul valore dell’agroalimentare nell’economia regionale con l’indagine “Il valore socioeconomico del vino e dell’agroalimentare nelle Marche” di Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma che sarà presentata l’11 aprile alle 12:30 nello stand della Regione. All’evento parteciperanno la vicepresidente e assessore all’Agricoltura Regione Marche, Anna Casini, lo chef stellato e ambasciatore di Food Brand Marche, Moreno Cedroni, il giornalista enogastronomico Carlo Cambi, il direttore dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini e di Food Brand Marche, Alberto Mazzoni, il vicepresidente dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, Antonio Centocanti. A seguire gli assaggi Food Brand Marche firmati dallo chef Errico Recanati (1 stella Michelin).
Exit mobile version