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“Nelle terre del Grechetto” XVII: i 15 migliori assaggi a Civitella d’Agliano

CIVITELLA D’AGLIANO – Nel cuore verde della Tuscia viterbese, a un passo dall’Umbria ma ancora nel Lazio, Civitella d’Agliano è un piccolo borgo medievale affacciato sulla valle del Tevere che ha ospitato quest’anno la XVII edizione de “Nelle terre del Grechetto“. Non potevamo mancare per raccontarvi i migliori assaggi.

IL BORGO
Con la torre d’avvistamento del suo Castello, da secoli domina l’intera area, un tempo abitata dagli Etruschi che vi hanno lasciato numerose tracce archeologiche, tra cui anfore da vino.

Selvaggio e brullo come solo la Tuscia sa essere, il territorio è caratterizzato a livello geomorfologico da fenomeni di calanchismo delle argille e dei tufi che le sovrastano, originatisi dalle eruzioni del complesso vulcanico di Vico e dei monti Cimini. Emblema di questa attività erosiva è la vicina e ben più nota Civita di Bagnoregio, proprio per questo detta “la città che muore”.

Data la tipologia dei suoli, argillosi e vulcanici, la Valle dei Calanchi è da sempre territorio d’elezione per una viticoltura a bacca bianca di qualità, tutta incentrata attorno al vitigno simbolo della zona: il Grechetto.

Come raccontato dal ricercatore del Cnr Stefano Del Lungo, che ha avviato un progetto di ricerca sul vitigno insieme all’azienda Sergio Mottura, leader nella vinificazione del Grechetto, “si tratta di una varietà antica, forse originatasi attorno al IX-X secolo da una forte matrice genetica irpina”.

Alcuni studi l’assimilerebbero infatti al Santa Sofia, vitigno recentemente riscoperto e storicamente stanziato nell’area irpina, lucana e pugliese di competenza bizantina e longobarda, come suggerisce il nome della varietà.

IL VITIGNO
Tornando invece al nostro Grechetto, la cui etimologia indurrebbe a pensare a un’uva greacula, ovvero analoga per profumi a quelle elleniche, ma non necessariamente greca d’origine, sarebbe giunto nel Centro Italia dalla Puglia seguendo le vie appenniniche della transumanza, dove circolavano non solo pecore, ma anche beni commerciali.

Qui avrebbe viaggiato in parallelo con suo “cugino” Pignoletto, col quale viene spesso confuso ma con cui condivide solo parte del corredo genetico, che si sarebbe invece indirizzato più verso la costa adriatica.

Come troviamo nel Registro Nazionale delle Varietà di Vite, quando si parla di Grechetto si accomunano, in realtà, dentro un’unica grande famiglia, diversi cloni che includono il Grechetto (clone G109) di alcune zone dell’Umbria (nostrale, spoletino, bianco o di Perugia), della provincia di Siena, ma anche di Teramo e di alcune province delle Marche.

I Grechetto dai grappoli serrati e altri spargoli (clone G5), come il Grechetto di Todi e il Greco gentile, assimilabili al Pignoletto. E infine altri ancora dagli acini sub-rotondi presenti nelle Marche.

I MIGLIORI ASSAGGI

A Civitella d’Agliano abbiamo avuto modo di assaggiare, durante un bel press tour organizzato da Carlo Zucchetti e dal suo team a fine luglio proprio a Civitella d’Agliano, ben 63 Grechetto alla cieca.

Le annate in degustazione, come le tipologie, erano diverse, con una prevedibile maggioranza di 2018, una discreta rappresentanza di 2016 e minori referenze di 2017 e 2015. Meno scontati, invece, i risultati, con una media qualitativa piuttosto elevata per tutti i 2018 e il risalto di nomi anche meno blasonati.

Le vecchie annate, tuttavia, ci hanno fatto capire che, per emozionare, il Grechetto ha bisogno di qualche tempo in più. Non è stato facile stabilire una classifica, considerando la prossimità dei voti. Ma ecco i 15 assaggi più pronti e interessanti.

Civitella d’Agliano IGT Grechetto Muffo 2016, Sergio Mottura: 93/100
Oro tendente all’ambra, luminoso. Sprigiona all’olfatto un ventaglio di profumi intensi, ricchi e avvolgenti che vanno dalle fresche note di pompelmo e cedro, a via via più “dolci” e profonde sensazioni di albicocca, noce e mandorla. Al palato è strutturato e denso, dolce, ma perfettamente bilanciato da un progressivo crescendo di acidità, sapidità e toni amaricanti di noce.

Umbria IGT Grechetto Sole Uve 2015, Tenuta Le Velette: 92/100
Oro pieno e luminoso. L’olfatto è ricco, armonico e compatto, con evidenti toni floreali di mimosa e tiglio, ananas maturo, note salmastre e di lieve cera d’api. In linea l’assaggio, intenso e di buon volume, con finale morbido, piacevole e persistente di ananas e cera.

Umbria IGT Grechetto Fiorfiore 2017, Roccafiore: 92/100
Paglierino dorato alla vista. Si apre al naso con immediati sentori di liquirizia, seguiti da frutta gialla matura, soprattutto ananas e pesca, e una fresca nota di timo. Molto gradevole e bilanciato il sorso, fresco e sapido, con congedo mentolato ed erbaceo di timo e rosmarino.

Lazio IGT Grechetto Lazio Donna Elena 2017, Chiara Profili: 91/100
Oro verde. Ha profilo olfattivo netto e intrigante, con toni di elicriso, rosmarino arso, nocciola tostata e percezioni più dolci di pesca sullo sfondo. Sorso di buon corpo, coerente nei ritorni retrolfattivi di elicriso e di liquirizia, rotondo, asciutto e gradevolmente ammandorlato.

Civitella d’Agliano IGT Grechetto Latour a Civitella 2016, Sergio Mottura: 91/100
Oro lucente. Intreccia all’olfatto complesse sensazioni di pera, melone invernale, ananas, cocco, fiori bianchi maturi e cera. Ancora giovane la bocca, percorsa da vibrante freschezza, strutturata ma leggiadra, promette un’evoluzione di grande godibilità. Finale pervaso da lunghi ritorni fumé e di cera.

Lazio IGP Grechetto Poggio Triale 2017, Tenuta La Pazzaglia: 90/100
Paglierino dorato. Naso elegante e territoriale, con note marnose e di erbe aromatiche (mentuccia, rosmarino, timo), quindi legno d’acacia, susina, frutta bianca e fiori. Di corpo e intensa la bocca, di adeguata freschezza e con gradevole sapidità nel finale, appena ammandorlato ed erbaceo.

Umbria IGT Grechetto 2018, Fattoria Le Poggette: 90/100
Oro. Ha naso intenso, ammaliante e “solare” di vaniglia, mela e pesca, con più profonde percezioni di miele, nocciola e mandorla. Rotondo e appagante il sorso, del tutto coerente e armonico, con congedo piacevolmente ammandorlato.

Lazio IGT Grechetto Convenio 2018, Casale Certosa: 89/100
Oro lucente. Emergono le note olfattive territoriali di marna, tufo, mentuccia, erba medica e mela, in un insieme armonico ed elegante. Di buon corpo al palato, si apre rotondo e composto, con piacevole il finale di erbe aromatiche.

Colli Martani DOC Grechetto 2018, Plani Arche: 89/100
Oro lucente. Immediate le note salmastre, seguite da più rotonde percezioni di ananas, susina e pera, con timo e rosmarino al margine. Bilanciato, di buona struttura, fresco e appena sapido al palato, chiude asciutto, con ritorni di frutta e tufo.

Colli Bolognesi Docg Pignoletto Frizzante 2018, Il Monticino: 88/100
Verdolino con bolla fine. Ha olfatto fragrante di frutta bianca, soprattutto pera, agrumi, note salmastre, erbe di macchia mediterranea, biancospino, ginestra e tufo. Leggero, vivace, fresco e sapido, di pericolosa bevibilità, chiude su toni agrumati e tufacei.

Lazio IGT Grechetto Galante 2016, Tenuta Olivieri: 88/100
Oro con riflessi verdi. Armonico al naso, lascia emergere sentori di fiori di acacia, pera, ginestra, melone bianco e pesca. Coerente e pieno al sorso, dalla sapidità decisa, con freschezza ancora evidente e congedo persistente di agrumi e lieve fumé.

Umbria IGT Grechetto 2018, Perticaia: 87/100
Oro intenso. Corredo olfattivo incentrato sulla frutta a polpa bianca, con mela e melone invernale in bella mostra, seguite da sensazioni più “verdi” di carambola, ginestra e legno d’acacia. Sorso intenso, asciutto e appena caldo, dal retrolfatto lungo e coerente.

Umbria IGT Grechetto Grek 2018, Palazzone: 87/100
Oro alla vista. Olfatto compatto e intenso di fiori e frutta bianca, quindi percezioni più “verdi” di ginestra, mandorla fresca e lievi erbe di campo. L’assaggio è pieno, intensamente sapido, con congedo sui toni erbacei, di buona persistenza.

Tuscia DOP Grechetto Incanthus 2018, Trebotti: 87/100
Paglierino. Gradevole l’impatto olfattivo di agrumi gialli (cedro e pompelmo) seguiti da legno d’acacia e pesca bianca. Sorso coerente, giocato sulla freschezza e sulle lunghe persistenze di agrumi e pesca.

Civitella d’Agliano IGT Grechetto Tilium 2018, Tenuta Casciani: 87/100
Oro con riflessi verdi. Evidente al naso la componente fruttata e le note di tufo e sale, con più precisi toni di fiori gialli e pera. Gradevole e fresco al palato, di buona persistenza floreale-fruttata, pulito e mentolato.

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a tutto volume

Quando il “drink” diventa territoriale: al via il Concorso per il Cocktail dell’estate

L’idea è stata lanciata all’azienda Agricola “Valle del Marta” a Tarquinia, una delle più storiche e note in zona per la produzione di liquori, vini e confetture.

Si chiama “Concorso nazionale Barman – Cocktail dell’estate” e sarà una gara fra ricette di cocktail preparate con ingredienti provenienti dalla Tuscia viterbese.

Il concorso è gratuito e possono partecipare esercizi pubblici (bar, alberghi, ristoranti, enoteche, ecc.) che effettuano la mescita di bevande alcoliche, proponendo, fra il 2 e il 31 marzo 2019, le proprie creazioni.

Il vincitore sarà eletto il 15 aprile 2019 presso il bar della “Valle del Marta” a Tarquinia, dopo una prova di abilità che metterà a confronto cinque finalisti. La giuria di esperti e barman giudicherà le preparazioni tenendo conto di cinque fattori di valutazione: gusto, ingredienti, tecnica di preparazione, estetica di presentazione, creatività.

“Anche i cosiddetti aperitivi, oggi di moda soprattutto fra i giovani – dichiara Mario Pusceddu, promotore del concorso – possono caratterizzarsi per ingredienti legati al territorio e quindi alla tradizione agricola. C’è un grande spazio per esprimere creatività, che intendiamo, anche in questo campo, valorizzare”.

Il progetto, patrocinato dall’Istituto italiano per lo sviluppo rurale e l’agriturismo (ISVRA), prevede “tappe” stagionali la prima delle quali è dedicata all’estate.

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news ed eventi

Arriva il primo Wine Festival #berebene naturale della Tuscia

Nasce con questi obiettivi #berebene&naturale che si terrà a Bagnaia dal 11 al 12 giugno 2016 con l’obiettivo di divenire un punto di riferimento per la distribuzione e la degustazione del vino naturale nell’alto Lazio ed essere un focus di approfondimento sulle nuove tendenze in ambito enologico. L’ambiziosa manifestazione si rivolge sia agli esperti, sia agli operatori di settore e ai consumatori diretti che ai semplici appassionati e si prefigge molteplici finalità: innanzitutto offrire un excursus enologico sui vini italiani, con particolare attenzione alle produzioni made in Tuscia, ed, inoltre, fornire una lente d’ingrandimento professionale sul vino naturale che da sempre costituisce argomento di discussione tra gli appartenenti al settore. #berebene & naturale è il risultato della stretta collaborazione tra l’agriturismo I Giardini di Ararat, che ospiterà l’evento, il wine bar Fernando’s, il club #berebene e la sezione Onav di Viterbo. Diversi gli appuntamenti studiati all’interno del format per fornire una panoramica completa del complesso mondo legato al vino. Si va dalla possibilità di degustare etichette di oltre cento cantine maggiormente rappresentative a livello nazionale, alla conoscenza diretta dei veri artigiani del settore, del quale si potrà seguire l’intero iter di produzione, dalla vigna allo scaffale, fino ai momenti di approfondimento mirato con le verticali di grandi riserve. Non mancherà, infine, la divulgazione e la promozione dell’offerta gastronomica del territorio, mentre agli operatori sarà offerta la possibilità di incontrare i vignaioli in modalità buyer-to-seller. La manifestazione, che si terrà presso l’Agriturismo I Giardini di Ararat, nello splendido scenario dei Monti Cimini ospiterà, in sintesi, i principali attori del mondo del vino che avranno modo di dibattere, confrontarsi e farsi conoscere all’interno di una manifestazione che ha tutte le potenzialità per divenire un punto di riferimento istituzionale nel settore enologico. Programma ed elenco delle cantine sul sito www.igiardinidiararat.com

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