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Vendemmia 2017: la situazione regione per regione

Dopo i commenti sulle previsioni vendemmiali 2017, ecco il quadro regione per regione. A tratteggiarlo è Ismea, Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, in collaborazione con Uiv, Unione italiana vini.

La vendemmia è arrivata dopo un’annata decisamente anomala, segnata da un inverno mite e asciutto e da gelate tardive, mentre la prolungata siccità e le elevate temperature per tutta la stagione vegetativa, hanno indotto stress idrico ai vitigni e importanti anomalie nel ciclo di maturazione delle uve.

“La prima conseguenza – evidenziano Ismea e Uiv – si è concretizzata in un sensibile anticipo della vendemmia che lungo la Penisola passa dalla ‘fisiologica’ settimana alle più anomale due o tre settimane di alcune aree produttive. In Sicilia e Sardegna la vendemmia è stata avviata intorno al 20 luglio, molto prima del tradizionale inizio di campagna dei primi di agosto”.

Allo stato attuale, si stima che nei primi giorni di settembre oltre la metà delle uve sia già stata raccolta e avviata alla vinificazione. “Le perdite delle uve precoci – aggiungono Ismea e Uiv – potrebbero essere parzialmente compensate dalle eventuali piogge di settembre che garantirebbero un miglioramento dello stato vegetativo delle uve più tardive (con particolare riferimento a quelle a bacca rossa”).

In caso contrario, i futuri aggiornamenti delle stime di produzione potrebbero indicare un valore inferiore alla soglia dei 40 milioni di ettolitri. La seconda conseguenza riguarda gli aspetti qualitativi della produzione.

UVE PIU’ SANE DELLA MEDIA
Il clima caldo e secco ha favorito uve molto più sane della media, caratterizzate da una sensibile riduzione di fitopatie, come peronospora e oidio, a cui è seguito un minore numero di trattamenti fitosanitari.

Allo stesso modo, il grado zuccherino risulta superiore lungo tutta la Penisola mentre la ridotta escursione termica tra giorno e notte non ha favorito l’ottimale sviluppo degli aromi. Le uve bianche presentano in generale un’acidità minore della media, mentre le uve rosse mostrano un minore contenuto di antociani e una conseguente non ottimale colorazione della bacca.

Ismea e Uiv tirano così le somme: “La vendemmia 2017, pertanto, presenta alcune anomalie sia quantitative che qualitative che, con le dovute differenze tra zone di produzione, dovranno essere gestite accuratamente in cantina durante la fase di vinificazione”.

SERVE UN NUOVO MODELLO AZIENDALE?
Da un punto di vista più generale, la vendemmia 2017 registra il riaccendersi del confronto tra gli operatori sulle problematiche legate ai cambiamenti climatici e agli strumenti agronomici, organizzativi e finanziari che consentono di mitigare gli effetti negativi sul livello produttivo. Se il dibattito agronomico si incentra sulle varietà più resistenti alla siccità e al corretto utilizzo delle irrigazioni di soccorso, l’annata in corso ha messo in luce le difficoltà e le rigidità dei modelli organizzativi aziendali.

“L’anticipo della vendemmia, con la sovrapposizione di cicli di conferimento di uve raccolte precedentemente in periodi ben definiti – evidenziano Ismea e Uiv – ha costretto le aziende a rivedere sia i piani in vigna che, soprattutto, quelli di gestione della cantina. Mai come quest’anno i fattori di organizzazione aziendale, di adeguamento dei sistemi produttivi e di mitigazione del rischio faranno la differenza sui risultati economici, introducendo un ulteriore elemento di discrimine competitivo. Le previsioni di produzione Ismea-Uiv si inseriscono in un quadro economico che conferma il trend positivo del settore di questi ultimi anni”.

I LISTINI DEI VINI
I listini dei vini comuni, storicamente più sensibili dei Doc-Docg alle oscillazioni produttive, mostrano una tendenza all’aumento. Secondo le rilevazioni Ismea, infatti, la campagna si è aperta con i prezzi di agosto in crescita del 4% sui bianchi comuni e del 2% sui rossi comuni rispetto a luglio. Anche su base tendenziale, quindi su agosto 2016, si evidenziano prezzi in aumento, soprattutto per i bianchi.

Si conferma d’altra parte, il buon momento delle esportazioni di vino italiano sui mercati esteri. Elaborazioni Ismea su dati Istat registrano, per i primi cinque mesi del 2017, un incremento del +6,2% in volume, accompagnato dal +6,4% in valore. Se tale valore di crescita venisse confermato a fine anno, le vendite italiane arriverebbero alla soglia dei 6 miliardi di euro per un volume superiore ai 21 milioni di ettolitri.


PIEMONTE
Nel 2017 il vigneto del Piemonte è stato esposto, come il resto della Penisola, a caldo e siccità, cui si sono aggiunte anche altre avversità meteo quali le gelate tardive e le grandinate, verificatesi sia in primavera che in estate.

Dopo un inverno contraddistinto da un clima piuttosto mite con rare nevicate e pochi giorni con temperature al di sotto dello zero, anche la primavera è iniziata con il bel tempo, ma poi c’è stata una brusca inversione di tendenza.

Appena dopo la metà di aprile, una ventina di giorni di freddo, anche intenso, hanno determinato infatti un forte abbassamento delle temperature, con numerose gelate tardive e alcune grandinate precoci, in particolare nella zona del Barbaresco, nelle Langhe.

Dopo la prima decade di maggio, la situazione climatica è gradualmente migliorata e le temperature hanno ripreso a salire. Da metà giugno in poi si sono avuti due elementi costanti: temperature elevate, a volte anche esagerate, fino a sfiorare 40 °C, e assenza pressoché totale di precipitazioni.

Il germogliamento è iniziato con circa due settimane di anticipo rispetto alla media e anche fioritura e allegagione sono state anticipate, ma non sempre hanno potuto contare su condizioni climatiche favorevoli, mostrando quindi una certa disomogeneità tra le diverse zone. L’accelerazione dello stato vegetativo si è ripresentata con l’invaiatura, con situazioni di totale eccezionalità: molte delle vigne hanno invaiato nei primi 20 giorni di luglio, con una ventina di giornate di anticipo sul dato medio. L’anticipo della raccolta è stato in alcuni casi anche di 30 giorni rispetto a una vendemmia considerata normale.

È stato fondamentale il monitoraggio costante delle curve di maturazione vigneto per vigneto per raccogliere e portare in cantina le uve nelle migliori condizioni possibili. Se le operazioni di raccolta continueranno con questa cadenza si potrà chiudere la vendemmia prima della fine di settembre.

L’assenza di precipitazioni e il clima caldo hanno però scongiurato l’insorgere di problematiche fitosanitarie, ad eccezione di alcuni attacchi di oidio.


LOMBARDIA (-27,5%)
La stagione vegetativa è iniziata con un anticipo di circa 10 giorni rispetto alla media. Le fasi fenologiche successive si sono svolte regolarmente salvo essere poi bruscamente interrotte da una seria gelata primaverile che ha colpito prioritariamente i vigneti dell’Oltrepò Pavese e della Franciacorta. In quest’ultima zona ha avuto poi impatto negativo anche la grandine, caduta ad estate avanzata.

Altro fattore comune è stato il decorso siccitoso dell’estate. Questi fattori, se pur non egualmente presenti in tutta la regione, hanno determinato un calo produttivo medio stimato nell’ordine del 25-30%, anche se in alcuni areali la percentuale di perdita è stata notevolmente più elevata.

Buona, con punte di ottimo, tuttavia la qualità delle uve. Le uve basi spumante, la cui raccolta è iniziata nei primissimi giorni di agosto, hanno evidenziato corretti valori di tenore zuccherino ed acidità. La vendemmia è entrata nel vivo dalla seconda metà di agosto e ad ora si stima che sia stato portato in cantina circa il 70% del prodotto. Molto bassa l’incidenza di attacchi patogeni.


VALLE D’AOSTA (-32,5%)
La perdita produttiva è imputabile in primo luogo alle gelate primaverili e in seconda battuta alla grandine. L’incidenza di fitopatie è stata mediamente bassa, fatta eccezione per l’oidio la cui presenza è stata superiore alla norma.


LIGURIA (-25%)
La siccità è, invece, alla base della perdita produttiva della Liguria. Cacciata, fioritura e allegagione erano state ottime, ma la prolungata siccità e il caldo estivo, cui si sono aggiunte le grandinate di luglio in provincia di Imperia, hanno complicato il processo di maturazione. Le uve sono comunque sane e con una gradazione dai 3 ai 5 gradi superiore allo scorso anno.


VENETO (-17,5%)
Anche in Veneto il calo produttivo è da imputare a un mix di eventi sfavorevoli che hanno preso l’avvio in aprile (gelate) e si sono intensificati con l’estate (stress idrico e alcune grandinate). A questi fattori si è sommata anche la minor produttività fisiologica delle viti, dovuta all’abbondante produzione del 2016, in parte compensata dall’entrata in produzione di nuovi impianti. In definitiva, la flessione, sebbene significativa, dovrebbe attestare la produzione regionale sostanzialmente sui livelli medi.

Anno difficile, comunque, per fare previsioni perché si è registrata una forte variabilità non solo tra i diversi areali della regione, ma anche tra vigneti contigui. A fare la differenza è stato sicuramente il ricorso all’irrigazione di soccorso, ma anche la diversa esposizione del vigneto o l’ubicazione in termini altimetrici. Abbastanza confortanti, intanto, i primi dati sulle rese uva/vino che risultano superiori a quanto ci si aspettasse.

Nel Veronese, ad ora, nella zona del Valpolicella e del Soave si stima una flessione inferiore alla media regionale, mentre potrebbe essere superiore alla media nel Bardolino, dove la gelata di aprile ha interessato circa un migliaio di ettari e la grandine del 10 agosto una zona più ristretta. Più consistente invece la riduzione prevista spostandosi ulteriormente ad est nella provincia di Vicenza (Colli Vicentini, Gambellara), in cui la gelata del 19 aprile ha fatto danni rilevanti. Limitata la flessione delle uve destinate ai “Prosecchi”.

Per il Conegliano Valdobbiadene Docg le quantità sono nella media dello storico. Nel caso del Prosecco Doc i cali di resa in alcuni areali sono stati compensati dall’entrata in produzione dei nuovi impianti stabiliti nel 2016, dallo sblocco della riserva vendemmiale 2016 e dall’ammissione straordinaria di altri 2.000 ettari per la sola annata 2017.

Le uve si presentano complessivamente sane, non essendosi create le condizioni per emergenze fitosanitarie particolari, di buona qualità e caratterizzate da maturazioni tipiche delle annate calde. L’anticipo di vendemmia è di circa una settimana rispetto alla norma.


TRENTINO ALTO ADIGE (-12,5%)
Decisamente contenuta, rispetto alla media nazionale, la flessione stimata nella regione. A condizionare il risultato sono state le avversità meteo legate soprattutto alle gelate e alla grandine. L’annata viticola in Trentino è stata caratterizzata da una partenza molto precoce della vegetazione, con un ritorno di freddo nella terza decade di aprile accompagnato da gelate che hanno danneggiato soprattutto i vigneti di fondovalle.

Poi è seguito un periodo di siccità nel mese di maggio che ha richiesto il soccorso degli impianti d’irrigazione a goccia. Il caldo di luglio ha accelerato la maturazione delle uve, ma ad agosto il protagonista è stato ancora il maltempo. Bombe d’acqua accompagnate da venti molto forti e da grandinate hanno colpito in particolare la Piana Rotaliana e la zona di Giovo in Val di Cembra.

La vendemmia, anticipata di circa dieci giorni, rispetto alla media, è iniziata subito dopo ferragosto con le uve base spumante e proseguita con Pinot grigio e Muller Thurgau. Dalla seconda settimana di settembre si inizierà con le uve rosse. La qualità delle uve oscilla tra il buono e l’ottimo e si confida molto nelle tradizionali escursioni termiche tra il giorno e la notte, così da permettere alle uve rosse di raggiungere la completa maturazione anche per quanto riguarda aromi e polifenoli.

In provincia di Bolzano la vendemmia è iniziata piuttosto precocemente (circa 10 giorni rispetto al 2016) nell’ultima settimana di agosto nella zona di Terlano con la raccolta del Sauvignon bianco. Rispetto al Trentino la situazione legata alle gelate di aprile è risultata meno problematica, in quanto i vigneti altoatesini sono principalmente situati a più alta quota.

Di contro, le grandinate di agosto hanno colpito le zone della Bassa Atesina e la Valle d’Isarco. Complessivamente la qualità delle uve è considerata da buona a ottima. Le malattie fungine sono state ben contenute e sono stati minimi i danni da tignola e tignoletta.


FRIULI VENEZIA GIULIA (-11,5%)
L’annata meteorologica ha avuto un decorso generalmente favorevole fino alla gelata della seconda metà di aprile, cui sono seguiti caldo e siccità in estate. A creare ulteriori problemi è intervenuta una grandinata nella prima metà di agosto. Il clima secco e caldo ha però contribuito ad avere uve sane: la peronospora ha inciso per il 50% in meno rispetto al 2016 e la botrite ha colpito meno del 5% dei grappoli.

Anche in Friuli il grado zuccherino dell’uva è elevato, il più alto delle ultime cinque campagne. Il peso medio degli acini è superiore del 35% rispetto a quello dello scorso anno (con un rapporto polpa/buccia favorevole alla prima), ma ci sono meno acini per grappolo e meno grappoli per pianta.

La raccolta delle varietà per basi spumante è iniziata il 21 agosto, con un anticipo di circa 6 giorni sulla media storica. Tra i vini bianchi, i primi a essere stati raccolti, quindi quelli che hanno sofferto di più caldo e siccità, si fanno ottime previsioni qualitative per Pinot grigio, Friulano e Sauvignon.


EMILIA ROMAGNA (-25%)
La vendemmia dell’Emilia Romagna arriva dopo diverse vicissitudini climatiche che hanno pesantemente condizionato il risultato produttivo: ai danni da gelate si sono aggiunti quelli da siccità e grandine nei mesi estivi. L’avvio vegetativo ha mostrato un anticipo almeno di una settimana rispetto alla media, poi le fasi fenologiche si sono succedute regolarmente fino alla gelata della terza decade di aprile.

Gli effetti da gelata sono stati molto eterogenei e si sono differenziati per vitigno ed esposizione. L’Ancellotta è la varietà che ha subito più danni, mentre il Lambrusco Salamino è quello che ha avuto meno conseguenze negative. La maturazione è stata buona, ma certamente condizionata dalle alte temperature e da una prolungata assenza di piogge.

In regione ha piovuto meno di quanto non avesse fatto in tutto il 2015, altro anno annoverato come caldo e siccitoso, con danni soprattutto nelle zone collinari.  Si è fatto ricorso all’irrigazione di soccorso con gli invasi ridotti spesso ai livelli minimi.

La vendemmia, iniziata con circa due settimane di anticipo sulla media nelle zone collinari e di dieci giorni in pianura, si prospetta con un forte calo produttivo, anche a causa della resa in vino più bassa dello scorso anno. A questo però si affianca una qualità dal buono all’ottimo, dovuta anche alla pressoché totale assenza di fitopatie, e una gradazione delle uve leggermente più alta dello scorso anno.


TOSCANA (-32,5%)
Annata difficile quella del vigneto toscano, segnata in modo importante dalla siccità che ha colpito più o meno tutta la regione, con difficoltà a compensare la mancanza di pioggia attraverso interventi di irrigazione di soccorso. Le gelate di aprile, tra il 18 e il 20, hanno colpito alcune zone del Chianti, del Nobile, della Vernaccia, andando a compromettere parte della cacciata che era stata da buona a ottima in tutta la regione.

Questo ha chiaramente avuto ripercussioni negative su tutte le fasi successive, a partire dalla fioritura. Nelle zone non colpite dalle gelate, invece, fioritura, allegagione e invaiatura sono risultate mediamente buone, con punte di ottimo nella zona costiera a nord della Toscana, dove l’allegagione è avvenuta con circa 20 giorni di anticipo.

Poco significativa l’incidenza di malattie in tutta la regione e le uve si presentano dunque sane e con una gradazione più elevata rispetto agli ultimi cinque anni. Anche in Toscana lo sviluppo vegetativo ha sovvertito un calendario considerato normale, soprattutto laddove gli anticipi si possono conteggiare tra i 18 e i 21 giorni.

Per quando riguarda la quantità delle uve, si prevede una vendemmia generalmente scarsa, con cali contenuti nella zona del Morellino fino ad arrivare anche a punte di -40% nelle zone del Chianti, di Montepulciano e Massa Marittima. Come sempre, per la vendemmia del Sangiovese sono decisivi i primi giorni di settembre anche se molti danni da siccità non sembrano più sanabili

Problema che affligge i vigneti toscani, e che pare un unicum nel panorama nazionale, è la presenza degli ungulati, i cui danni alle vigne devono essere ormai conteggiati nelle cause di riduzione produttiva.

UMBRIA (-35%)
Due gli eventi principali che hanno caratterizzato questa annata in Umbria: la gelata di fine aprile e l’eccezionale siccità che si è protratta per tutta l’estate, da giugno ad agosto. La gelata ha colpito in particolare i vitigni più precoci, che in quel momento avevano già germogliato e che hanno dovuto ricominciare il ciclo. Meno problemi per le uve più tardive che erano all’inizio del germogliamento.

L’estate calda, con una scarsa escursione termica tra il giorno e la notte, ha comportato un anticipo di alcuni parametri di maturazione, quali gli zuccheri, di almeno 15 giorni. Una delle sfide di questa vendemmia sarà quella di portare in cantina uve con parametri più possibile equilibrati visto che la raccolta è iniziata nei primi giorni di agosto.

Le uve tradizionalmente precoci, Chardonnay, Sauvignon e Pinot nero, sono risultate sane anche se con una lieve carenza di acidità.  Poi toccherà a Sangiovese e Sagrantino e, in particolare per quest’ultimo, un lieve abbassamento delle temperature e qualche pioggia, potrebbero comportare un’evoluzione migliorativa rispetto alle aspettative attuali.


MARCHE (-27,5%)
Anche le vigne marchigiane si sono trovate ad affrontare le gelate tardive, giunte il 22 e 23 aprile, che hanno imposto una selezione naturale nei vigneti della regione. Dal freddo si sono salvate diverse zone dei Castelli di Jesi, là dove il mare con i suoi benefici influssi ha mitigato la morsa del gelo. Il maltempo ha segnato ancora, negativamente, le sorti della vendemmia 2017 con la grandine nella terza decade di giugno e ancora nella seconda di luglio.

L’annata meteorologica ha mostrato tutta la sua complessità nel periodo estivo, con siccità e alte temperature che hanno messo a dura prova soprattutto i vigneti collinari, dove l’approvvigionamento idrico risulta più difficoltoso rispetto agli impianti di pianura.

Si registra, in positivo, la pressoché totale assenza di patologie fungine, che ha dato modo alle viti, dopo le dure prove del freddo, di sviluppare uve in ottima salute. Cronologicamente ci si è trovati ad affrontare una vendemmia anticipata di 15 o 20 giorni. La raccolta dei bianchi internazionali e delle basi spumante è già avvenuta, per la vendemmia del Verdicchio si inizierà intorno alla metà di settembre.

Quest’anno i grappoli sono più piccoli della media, la buccia degli acini è più spessa e le uve presentano un minore grado di acidità. La qualità sarà nel complesso buona. Si spera in una normalizzazione del clima e in qualche pioggia che possa far recuperare quantità sul Montepulciano, vitigno tardivo.


LAZIO (-32,5%)
Un inverno mite ha fatto partire il ciclo vegetativo in anticipo rispetto agli anni passati. Poi la gelata primaverile ha interrotto la cacciata delle viti in buona parte dei vigneti di quota e di fondovalle, provocando una riduzione della produzione. L’estate che è seguita è stata caratterizzata da siccità e alte temperature come non si ricordava da molto tempo.

Per circa tre mesi non è mai piovuto, a parte alcune sporadiche piogge nelle denominazioni più interne, e per circa 60 giorni le temperature registrate sono state superiori ai 30°, con punte di oltre 40, e con scarso gradiente giorno/notte. Bassa l’incidenza delle malattie nel vigneto, quasi assente la peronospora, appena più alta la presenza dell’oidio.

Le uve nei vigneti appaiono sanissime, leggermente “abbronzate” le bianche. La loro qualità si preannuncia buona: meno profumi e gradazione molto superiore alla media. Per i vitigni non ancora totalmente vendemmiati, come il Cesanese, il Montepulciano e il Merlot, si ritiene che qualche pioggia di inizio settembre possa ancora riequilibrare la situazione.


ABRUZZO (-30%)
Un inverno che, inizialmente, sembrava avaro di neve si è riscattato in extremis con abbondanti nevicate tardive, che sono risultate una preziosa riserva d’acqua nella torrida estate abruzzese. La seconda decade di aprile ha visto, invece, l’affacciarsi di un gelo tardivo che ha colpito i fondivalle e i vigneti più in quota della regione, intaccando il ciclo vegetativo delle varietà più precoci. Poche, fortunatamente, le grandinate, con qualche piccola eccezione durante il mese di giugno nel sud del territorio regionale.

Poche le difficoltà di ordine fitosanitario, tra cui qualche attacco di oidio mentre sono state praticamente assenti peronospora e altre patologie. Il caldo eccessivamente prolungato, sia nelle altissime temperature diurne, sia in quelle notturne, accompagnato dalla quasi totale assenza di precipitazioni, ha comportato una significativa riduzione della quantità di uve subito evidente nelle più precoci (bianche internazionali e Pecorino) portate in cantina con un anticipo di 15-20 giorni sulle tabelle tradizionali.

Di contro, si registra un perfetto stato sanitario, sia sulle uve convenzionali che bio, sebbene con una leggera disidratazione e un lieve deficit in acidità. Per i restanti bianchi ancora in vigna, Trebbiano in particolare, generalmente resistente alla siccità, si auspica l’assenza di precipitazioni che a questo punto potrebbero risultare più che altro nocive. Discorso a parte merita il Montepulciano, vitigno rosso più importante della regione, molto tardivo, per il quale qualche pioggia potrebbe ancora essere utile all’assestamento di quantità e qualità su valori normali.


CAMPANIA (-12,5%)
La situazione regionale appare, in termini percentuali meno problematica rispetto alla media nazionale. Questo però è attribuibile solo al fatto che il confronto viene effettuato rispetto ad un 2016 particolarmente scarso a causa, soprattutto, del cattivo tempo e delle alluvioni.

Le prime fasi vegetative, in realtà, avevano fatto pensare al ritorno ad una produzione nella normalità, ma la scarsità di piogge ed il gran caldo hanno contribuito ad avere un’altra scarsa produzione. Da segnalare che in alcune aree anche le gelate primaverili avevano già compromesso la resa in uva.


CALABRIA (-25%)
La siccità ha avuto ripercussioni pesanti anche in Calabria dove, comunque, la vendemmia è ancora all’inizio e si spera nelle piogge per recuperare sia quantità che qualità. Particolarmente scarse anche le vendemmie in Basilicata (-32%) e Molise (-25%).


PUGLIA (-30%)
Condizioni climatiche particolarmente anomale durante tutte le fasi vegetative hanno influito sui risultati della vendemmia pugliese 2017. A fine aprile vi sono stati abbassamenti di temperatura che, in alcune zone della Puglia, hanno da subito provocato perdite di prodotto. Il prosieguo della stagione è stato invece caratterizzato da un lungo periodo di alte temperature e siccità.

Da un punto di vista fitopatologico la stagione è stata tranquilla, perché l’assenza di pioggia non ha creato condizioni favorevoli alla proliferazione di patogeni, quali peronospora e botrite. Le uve giunte in cantina sono risultate mediamente più sane rispetto alle passate stagioni e con una gradazione superiore.

Complessivamente, quindi, la stagione in corso sembra caratterizzarsi per due fattori. Da una parte, forti cali produttivi, per i quali notevole è stato il contributo della siccità. Dall’altra, la qualità dell’uva e dei vini bianchi e rosati è considerata ottima. Per i rossi allo stato attuale potrebbe esserci il rischio che non vi sia allineamento tra la maturazione tecnologica (zuccheri e acidità) e quella fenolica (tannini e antociani).

SICILIA (-35%)
La vendemmia siciliana del 2017 sarà annoverata come una delle più precoci degli ultimi decenni, tanto che i primi grappoli sono stati portati in cantina il 22 luglio. L’eccessivo caldo ha dato un’accelerata alla fase della maturazione, costringendo a un anticipo delle operazioni in vigna, perfino di 15 giorni, per quasi tutte le varietà, comprese le rosse. Le alte temperature, che non hanno risparmiato neppure le ore notturne, hanno falsato la fase della maturazione portando ad una rapida disidratazione delle uve.

Dopo un inverno e una primavera piuttosto miti, in termini di temperature, e con sufficienti livelli di precipitazioni, l’arrivo dell’estate ha fatto salire vertiginosamente i termometri, con la colonnina di mercurio che, soprattutto nelle aree più interne, si è per più giorni consecutivi attestata anche oltre i 40 gradi.

A questo si è sommata l’assenza totale di piogge. Risultato: rese che si prevedono in netto ribasso, con percentuali variabili in base al ricorso, o meno, all’irrigazione di soccorso dei vigneti. Anche in questa regione comunque, è toccato fare i conti con il problema della capacità degli invasi di rispondere alla domanda dei produttori, non solo viticoli.

Meno problematica rispetto ad altre zone l’area dell’Etna in cui il caldo estivo è stato in parte mitigato dall’effetto altura. In linea generale, a soffrire meno sono stati i vitigni situati nelle aree più vocate e quelli la cui gestione oculata della chioma ha permesso di proteggere i grappoli dai raggi del sole. Le uve che sono riuscite a superare l’ondata di calore senza bruciarsi, mostrano una qualità molto buona e una gradazione piuttosto elevata.


SARDEGNA (-35%)
La situazione è simile anche nell’altra grande Isola. Alla flessione della quantità delle uve, a causa delle gelate primaverili, della mancanza di pioggia e dell’eccessivo e prolungato caldo, si aggiunge anche la riduzione delle rese uva/vino. In Sardegna, come in Sicilia, la vendemmia ha avuto inizio l’ultima settimana di luglio, con un anticipo di più di due settimane sul normale calendario.

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#LeManidelVino: vendemmia social per i winelovers in Toscana

Due interi fine settimana per poter partecipare attivamente al rito della vendemmia in Toscana.

Dall’8 al 10 e dal 15 al 17 settembre torna l’appuntamento con Cantine Aperte in vendemmia, l’evento promosso dal Movimento Turismo del Vino Toscana che anche quest’anno coinvolgerà tante aziende vitivinicole della Toscana.

Gli appassionati avranno la possibilità di far parte per qualche ora della vendemmia. Il tema di questa edizione di Cantine Aperte sarà infatti “Le mani del vino”.

“Far entrare gli appassionati all’interno delle nostre cantine durante il periodo della vendemmia – spiega Violante Gardini, il presidente del Movimento Turismo del Vino Toscana – è molto emozionale visto il momento. La nostra idea è quella di poter raccontare la vendemmia e il mondo del vino attraverso le mani che lavorano la terra: una ricchezza inestimabile”.

I DETTAGLI
La promozione dell’evento sarà realizzata con una “campagna fotografica virale”, in cui le mani dei vignaioli saranno le protagoniste. Le cantine del Movimento Turismo del Vino Toscana inviteranno a partecipare all’evento Cantine Aperte mostrando le mani di chi “fa la vendemmia, le mani che selezionano i grappoli migliori durante la raccolta, le mani di chi guida il trattore e le mani di chi travasa in vino in cantina”.

Inoltre, all’interno delle cantine Movimento Turismo del Vino Toscana aderenti, i winelovers potranno lasciare l’impronta della propria mano su una botte e scattarsi foto e selfie da condividere online con l’hashtag #LeManidelVino. L’impronta sarà lasciata con colori naturali o con la vinaccia stessa.

Dalla sveglia al mattino presto per partecipare attivamente alla vendemmia, alla visita in cantina di fermentazione osservando le operazioni di selezione degli acini e i rimontaggi, fino al tradizionale pranzo dei vendemmiatori.

Tutti, dai più piccoli ai grandi esperti saranno invitati a venie in cantina per assaggiare il mosto in fermentazione. Sono previste molte attività per le famiglie dove i più piccoli che potranno per un giorno immergersi nella natura.Insomma un modo diverso e divertente per scoprire le cantine, tra i tini in fermento, le botti o in mezzo ai filari che in questo particolare periodo si animano di persone come fosse una vera e propria festa.

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Cantine in Piazza a Montepulciano: il Nobile sugli scudi

Non si ferma l’estate a Montepulciano e le fresche serate sul colle Poliziano sono tutte all’insegna del Vino Nobile. Con questo spirito il Consorzio ripropone il tradizionale appuntamento con le aziende produttrici “Cantine in Piazza”.

Venerdì 18 agosto, a partire dalle 20, decine di cantine di Montepulciano troveranno spazio nell’affascinante banco d’assaggio in una delle piazze più belle d’Italia per presentare agli appassionati e ai tanti turisti il meglio delle loro produzioni.

Il tutto in abbinamento ai prodotti tipici del territorio selezionati dal Magistrato delle Contrade del Bravìo delle Botti, titolare della sfida che si tiene a Montepulciano l’ultima domenica di agosto, storico partner della manifestazione.

IL PROGRAMMA
A partire dalle ore 20 di venerdì 1
8 agosto in Piazza Grandeacropoli di Montepulciano, i produttori di Vino Nobile faranno degustare ai visitatori, agli appassionati e ai turisti le migliori produzioni vitivinicole del territorio.

Durante la serata, promossa dal Consorzio del Vino Nobile come detto in stretta collaborazione con il Magistrato delle Contrade, sarà possibile degustare il Vino Nobile di Montepulciano DOCG, ma anche il Rosso di Montepulciano DOC,

Il tutto in abbinamento a prodotti tipici del territorio. A guidare la degustazione e ad illustrare le caratteristiche delle diverse etichette e delle altre specialità locali, saranno gli stessi produttori. Il tutto sarà accompagnato dalla musica dal vivo.

A TAVOLA CON IL NOBILE
Cantine in Piazza fa come sempre da anteprima dell’altro grande appuntamento del penultimo fine settimana di agosto, ovvero A Tavola con il Nobile, il concorso enogastronomico giunto quest’anno alla quindicesima edizione in programma sabato 19 e domenica 20 agosto.

A Tavola con il Nobile è la sfida ai fornelli ideata dal Consorzio del Vino Nobile con il giornalista del Tg2, Bruno Gambacorta.

L’obiettivo che dovranno centrare le contrade sarà quello di sposare al meglio il Vino Nobile con il piatto proposto per questa edizione: dopo l’esperienza dei “pici”, della “nana” (anatra),  della carne di cinta senese, delle verdure dell’orto e della cacciagione, quest’anno le contrade si dovranno cimentare in primi piatti a base di formaggio “Pecorino”, il tutto rispettando la tradizione gastronomica locale.

Sabato 19 agosto, in occasione della prima sessione di degustazioni, alcune contrade apriranno le porte anche al pubblico per far degustare le ricette della tradizione. I menu in concorso potranno essere assaggiati anche durante l’arco di tutta la prossima settimana, nelle contrade, mentre per l’occasione i ristoranti di Montepulciano abbineranno piatti della tradizione locale al Vino Nobile.

A giudicare il lavoro delle contrade in cucina saranno venti giornalisti. Domenica 20 agosto la giuria concluderà il giro di assaggi e alle ore 16.00, presso il Teatro Poliziano, sarà svelato il vincitore in occasione anche della presentazione del panno del Bravìo.

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Piero Di Betto nuovo presidente del Consorzio Tutela Vino Nobile di Montepulciano

Piero Di Betto è il nuovo presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. Subentra ad Andrea Natalini, che si è dimesso dopo l’inaugurazione dell’Enoliteca “per motivi strettamente personali”.

La nomina è avvenuta all’unanimità lunedì 12 giugno, durante il CdA del Consorzio, ed è stata preceduta da un periodo di intense consultazioni con le aziende associate, che hanno dimostrato consenso e condivisione a questa presidenza.

Piero Di Betto, classe 1956, già sindaco di Montepulciano dal 1995 al 2004, durante l’ultima assemblea elettiva del 2016 era stato nominato consigliere del Consorzio e membro di Giunta come espressione della Vecchia Cantina di Montepulciano.

Il Consiglio di Amministrazione ha voluto ringraziare per il suo operato da presidente dei produttori Andrea Natalini, che durante il suo mandato ha visto portare a termine numerosi progetti, tra i quali il termine dei lavori di restauro della Fortezza, oggi sede degli uffici del Consorzio e dell’Enoliteca, oltre all’approvazione del Progetto integrato di filiera (Pif) della Regione Toscana.

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Il vino a fumetti per Cantine Aperte in Toscana

Porte aperte in oltre ottanta cantine toscane domenica 28 maggio. L’edizione 2017 di Cantine Aperte, l’evento dell’anno per gli appassionati di vino promosso dal Movimento Turismo del Vino Toscana, scalda i motori. Fra tradizione e novità. Come il coinvolgimento dei fumettisti della Scuola Internazionale di Comics di Firenze.

Una edizione particolare questa, perché proprio in Toscana, 25 anni fa, nasceva in via sperimentale questa iniziativa che nel tempo ha contribuito a cambiare l’approccio al vino da parte del consumatore.

Dalla Maremma del Morellino, alle terre dell’Orcia Doc, da Carmignano a Pisa, da Cortona ad Arezzo, senza dimenticare le grandi Docg, Brunello, Chianti Classico e Vino Nobile di Montepulciano. Sarà una vera festa del vino toscano, accompagnata anche da una colonna sonora speciale scritta e cantata dal cantautore fiorentino Lorenzo Baglioni.

“Tante novità per questa storica edizione di Cantine Aperte – dichiara il presidente del Movimento Turismo del Vino Toscana, Violante Gardini – dal nuovo sito pensato come strumento di ‘navigazione‘ verso le cantine, all’inno di Cantine Aperte che ha già riscosso un grande successo di visualizzazioni, fino ad arrivare alla collaborazione con i fumettisti della Scuola Internazionale di Comics, tutto con l’obiettivo di cambiare la comunicazione del vino pensando soprattutto ai giovani appassionati”.

IL VINO A FUMETTI
La grande novità di questa venticinquesima edizione, sarà appunto la collaborazione tra il Movimento Turismo del Vino Toscana e la Scuola Internazionale di Comics di Firenze, la più importante accademia internazionale per la formazione di artisti del fumetto. Alcune delle cantine partecipanti avranno per tutta la giornata un fumettista che racconterà attraverso le immagini il vino “a fumetti” e la giornata di Cantine Aperte. Un modo per coinvolgere il visitatore, ma anche per dimostrare che la comunicazione di questo grande prodotto, il vino, sta cambiando.

Oltre alle dimostrazioni artistiche dei fumettisti, le cantine che parteciperanno all’evento organizzeranno molte attività collaterali per fare da sfondo alle degustazioni. Dal trekking nel vigneto, alla musica live in cantina.

Poi le degustazioni sensoriali, o le verticali di vecchie annate, fino a passare per la tavola con la riscoperta di piatti della tradizione abbinati ai grandi vini toscani.

E ancora la natura che incontra il vino, fino ad arrivare addirittura a incontri con vini stranieri. Nelle oltre ottanta cantine sparse per le provincie Toscane ce ne saranno per tutti i gusti e passioni, basterà solo scegliere la cantina.  Sarà anche più facile farlo grazie al nuovo sito di MTV Toscana che con la geo referenziazione delle cantine permetterà a tutti di localizzare l’elenco delle cantine più vicine a dove si troveranno facendo partire la navigazione con le indicazioni stradali per arrivare direttamente a destinazione.

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Montepulciano: a Margherita Pellegrini il Premio “Cantiniere dell’Anno”

E’ Margherita Pellegrini della Cantina Fanetti la vincitrice del Premio Cantiniere dell’Anno promosso dal Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano. La premiazione è avvenuta giovedì 11 maggio, nella tradizionale cena di apertura della 36a Fiera dell’Agricoltura delle Tre Berte di Acquaviva.

Nata a Montepulciano nel 1952 è entrata a far parte dell’azienda Fanetti nel 1987. Senza mai lasciarla. Occupandosi delle attività di imbottigliamento e confezionamento dei vini, “con grande passione e precisione”. Il premio è “un riconoscimento alla carriera, per essersi distinta in questa particolare attività per trent’anni nella stessa azienda vinicola”.

Non è un caso che sia una donna la vincitrice del premio. A Montepulciano sono sempre di più le quote rosa impiegate nel mondo del vino. Sedici su 75 sono titolari di aziende associate al Consorzio. Undici le cotitolari di imprese. Un totale di 27 imprese vitivinicole che impiegano donne in ruoli cardine: il 36% del totale.

IL CANTINIERE DELL’ANNO
Giunto con il 2017 alla sedicesima edizione, il Premio ha l’obiettivo di premiare il professionista che si è particolarmente distinto nell’attività di cantiniere, una professione antica che possiede un fascino tutto suo, legata per tradizione al territorio poliziano e al Vino Nobile e che resiste nonostante la meccanizzazione delle tecniche di cantina. Il vino è un prodotto vivo e in quanto tale soggetto a cambiamenti. Ecco perché la figura professionale tradizionale del cantiniere continua ad essere estremamente preziosa.

IL PALMARES
La vincitrice di quest’anno, Margherita Pellegrini, va a inserirsi in un albo d’oro di tutto rispetto che comprende Moreno Barbetti (Fassati), Fabrizio Savino (Salcheto), Roberta Vannozzi (Boscarelli), i fratelli Carmine e Orazio Capoccia (Avignonesi), Stefano Rubechini (Fattoria di Palazzo Vecchio), Primo Marinelli (Casale Daviddi), Marco Papini (Vecchia Cantina) Urano Carpini (Tenuta Valdipiatta), Fabrizio Dottori (Fattoria del Cerro), Dino Magi (Cantina Fanetti), Daniele Giani (Vecchia Cantina), Bruna Casagrande (Cantina Gattavecchi), Giorgio Laurini (Fassati), Enzo Barbi (Fattoria della Talosa) fino ad arrivare al primo vincitore del Premio, Adamo Pallecchi, storico cantiniere della Cantina Contucci.

LE QUOTE ROSA A MONTEPULCIANO
Sono 25 a Montepulciano le aziende che hanno delegato a una donna ruoli commerciali o legati al marketing del vino (33% delle aziende vitivinicole). Più bassa, ma in crescita, la quota rosa degli enologi. Sono sette le cantine che hanno un enologo donna (il 9% del totale). Considerando anche gli impiegati in generale, tra ufficio e lavoro in cantina e in vigna, oltre il 40% è declinato al femminile. Del resto, anche il Consorzio del Vino Nobile è composto per il 65% da impiegati donna. Tra le fondatrici dell’Associazione Donne del Vino, nel 1988, c’è anche una produttrice di Vino Nobile di Montepulciano.

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Vino Rosè, “Italia in Rosa”: gemellaggio Valtènesi-Salento a Moniga del Garda

Italia in Rosa prepara un decennale da record: la rassegna dei Rosè italiani e dei Chiaretti torna nel ponte della Festa della Repubblica (2-4 giugno) schierando 132 cantine per un totale di 194 etichette in degustazione. Numeri mai raggiunti prima dalla ormai storica vetrina gardesana dei rosati, in programma come sempre a Moniga del Garda, città del Chiaretto.

E sarà proprio il classico rosè della riviera bresciana del Garda a fare gli onori di casa con la partecipazione di 33 aziende associate al Consorzio Valtènesi, in una tre giorni che registra anche un boom di adesioni dalla Puglia con ben 26 insegne.

Presenza, quest’ultima, che rafforza l’asse strategico Valtènesi-Salento, sancito quest’anno dalla collaborazione fra Italia in Rosa e Roséxpo, in programma a Lecce dall’8 al 10 giugno: a Moniga parteciperanno i 19 produttori riuniti nell’associazione deGusto Salento, mentre il Consorzio Valtènesi sarà schierato a Lecce con un pool di una quindicina di cantine, a configurare quella che si preannuncia come una settimana promozionale di alto livello all’insegna del bere rosa con focus particolare sui territori maggiormente vocati a questa produzione.

A Moniga presente anche una delegazione del Veneto (15 cantine), della Toscana (che sarà presente anche con l’associazione Rosae Maris- Vini Rosati di Maremma), della Sicilia e del Piemonte (sette aziende in entrambi i casi). Ma le dimensioni dell’evento sono destinate a crescere ulteriormente nei prossimi giorni grazie anche all’adesione di altre realtà come Le Donne del Vino, il Consorzio Oltrepò Pavese, la sezione toscana della Fivi ed altre ancora. In qualità di ospiti internazionali non mancheranno inoltre i raffinati Rosé della Provenza.

La manifestazione si terrà nel castello di Moniga, tipica costruzione difensiva del territorio che risale al periodo tra il XIV e il XV secolo, dove ora è a disposizione una grande area per eventi con un panorama di grande suggestione sul lago di Garda. L’ingresso costa 10 euro con degustazione libera di tutti i vini, a cui vanno aggiunti 3 euro di cauzione per sacca e bicchiere che verranno restituiti alla riconsegna.


Info in breve | Italia in Rosa 2017
Data: 2-3-4 giugno 2017
Orari di apertura: ore 17-23
Luogo: Castello di Moniga del Garda – Brescia
Ingresso: € 10,00 (sconto del 50% per soci ONAV – AIS – FISAR e Donne del Vino) + cauzione di 3,00€ per bicchiere da degustazione.
Parcheggio: Gratuito in prossimità del Castello
Cani: Ammessi al guinzaglio
Info e prevendite: www.italiainrosa.it

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Cantine in turno e “smartphone friendly”: enoturismo 4.0 in Veneto e Toscana

Un elenco di cantine aperte nel weekend, anche senza prenotazione. E un sito Internet dinamico, ideato per essere visualizzato al meglio soprattutto su smartphone e tablet. Come un’applicazione. Sono le mosse di Veneto e Toscana nell’ambito dell’enoturismo.

“Cantine in turno” è l’iniziativa promossa dalla Strada del Vino Valpolicella. Un vero e proprio elenco delle cantine aperte nel fine settimana, visitabili senza obbligo di prenotazione. Una lista sempre aggiornata, scaricabile direttamente dalla Home Page del sito www.stradadelvinovalpolicella.it.

In Toscana è invece il Movimento Turismo del Vino a fare da passi da gigante sull’enoturismo. La nuova piattaforma www.mtvtoscana.com offre la la “geo referenziazione” delle cantine. Ogni appassionato, usando comodamente il suo smartphone e in particolare attraverso il filtro di localizzazione e dei servizi, riceve l’elenco delle cantine più vicine a dove si trova e che meglio si sposano con le sue richieste.

Scelta la cantina preferita, il sistema farà partire la navigazione con le indicazioni stradali per arrivare direttamente a destinazione. Un nuovo punto di partenza per scoprire l’enoturismo toscano.

“Emozione ed esperienza sono i due concetti chiave attorno ai quali ruota tutto il progetto”, spiega Simone Nannipieri, di Winetrade, l’Agenzia di comunicazione specializzata nel mondo del vino e dell’enogastronomia che ha realizzato il sito.

“Il portale – spiega – è creato per privilegiare la fruizione da smartphone e fa dell’interattività il suo punto di forza, allo stesso modo è stato introdotto il concetto delle esperienze per fornire ai winelovers una nuova chiave di ricerca con cui possano individuare la meta dell’escursione”. “Scopri cosa ti piace e ti indichiamo dove farlo” è  il messaggio lanciato dal presidente del Movimento Turismo del Vino Toscana, Violante Gardini.

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Villa Favorita 2017, ecco i migliori vini bio. Nel 2018 il disciplinare VinNatur

Rifermentazioni indesiderate in bottiglia, acidità volatili altissime, difetti derivanti da macerazioni forzate, ossidazioni incontrollate. Please: reset. E’ tutto quanto ormai relegato al passato. Se il vino biologico galoppa (e in salita) tra le scelte dei consumatori moderni, il merito è di chi sperimenta, innova. Ammoderna e comunica bene la “nicchia”. Nella settimana che incorona il Veneto capitale del vino italiano, con tre eventi di assoluto valore in programma tra le province di Verona e Vicenza tra il 7 e il 12 aprile, una fetta da assoluta protagonista spetta – di fatto – all’edizione numero quattordici di Villa Favorita – Vinnatur 2017.

Qualità media altissima tra i vini dei 170 produttori provenienti da Italia, Austria, Francia, Germania, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Slovenia e Spagna. E una promessa che sa di vittoria per Angiolino Maule: dotare i vignaioli associati a Vinnatur di un vero e proprio disciplinare di produzione. “L’obiettivo iniziale di mettere assieme diverse culture, in modo tale che ognuno si arricchisse di quella dell’altro – spiega il presidente Vinnatur – è stato ampiamente raggiunto già nei primi anni 2000. A quel punto abbiamo capito di essere ormai all’interno del piccolo grande ‘orticello’ del cosiddetto ‘vino bio’. Ora non ci resta che lavorare a un disciplinare, sostenuto da un vero e proprio piano di controlli. Partiremo con una quindicina di aziende pilota, per vedere i punti deboli e quelli forti. Entro il 2018 intendiamo offrire ai consumatori la tracciabilità di tutte le aziende del circuito Vinnatur, dal germogliamento della vite alla messa in bottiglia”.

Si parla di un totale di 1800 ettari, in grado di garantire una produzione di circa 3,5 milioni di bottiglie. Pezzi unici, diversi di vendemmia in vendemmia. Perché il nemico numero uno di chi lavora nel “bio” è la standardizzazione. E tra gli alleati di Vinnatur, anche l’Università. Come quella di Verona, che con le 52 micro vinificazioni condotte per tre anni sui “campioni” della “banda Maule”, ha consentito di studiare da vicino i meccanismi che, oggi, consentono ai vignaioli di produrre vini naturali equilibrati, longevi. E soprattutto privi di difetti. Passi da gigante, insomma, a poco più di dieci anni dalla prima ricerca sulla fertilità biologica dei suoli, condotta nel 2006.

I MIGLIORI VINI DEGUSTATI
E allora citiamoli, uno per uno, i migliori vini degustati all’edizione 2017 di Villa Favita – Vinnatur 2017. La palma assoluta va a Podere Sequerciani di Gavorrano, Toscana grossetana. Divino il Vermentino, di cui vengono prodotte circa mille bottiglie l’anno. Affinamento in acciaio e giare di terracotta, con un piccola percentuale affidata invece alla barrique. Di colore giallo oro, offre una complessità aromatica memorabile, sia al naso sia al palato. Da provare anche due rossi di questa cantina della Maremma, specializzata nella coltura (e nella cultura) dei vitigni autoctoni: il Foglia Tonda, uva simile al Sangiovese, che affina per il 70% in giare di terracotta e il Pugnitello, che ricorda vagamente un Montepulciano, affinato invece per la maggior parte in barrique.

Sul podio anche l’Azienda Agricola Davide Spillare di Gambellara (VI), con il suo Bianco Rugoli 2015. Si tratta di un Veneto Igt da 12,5%, ottenuto dalla fermentazione spontanea di uve Garganega e Trebbiano. Un naso difficile da dimenticare e un palato rigoglioso, pieno, ampiamente soddisfacente di sorso in sorso. Un vero e proprio outsider, Davide Spillare, nella terra del Prosecco di massa. “Cerco di ottenere vini che valorizzino al meglio l’autenticità del territorio in cui sono cresciuto”, sostiene il giovane viticoltore cresciuto sull’esempio del pioniere del movimento Vinnatur, Angiolino Maule.

Indimenticabile anche il Sauvignon 2010 di Franco Terpin, azienda agricola friulana di San Floriano Del Collio, al confine con la Slovenia. Al naso incenso, lavanda, timo, verbena, sentori che sembrano librarsi nell’aria, attorno al calice, tanto delicati quanto netti e schietti. Una bocca quasi densa, per quanto corposa e ricca. Un Sauvignon che del Sauvignon “classico” ha ben poche rimembranze, se non per le tenui note erbacee che conferiscono morbidezza alla beva.

Bene, benissimo, anche l’intera produzione di Etnella Società Agricola Presa di San Gregorio di Catania. Siamo in Sicilia, alle pendici del vulcano Etna. Un’azienda condotta magistralmente da Davide Bentivegna, ex impiegato Siemens col pallino della viticoltura naturale. Uno con cui staresti a parlare per ore, davanti a un bicchiere di vino. Notti Stellate è il primo vino prodotto dalla sua cantina, nel 2010. Vigne di 70 anni, con una resa di 25 quintali per ettaro. Dodici giorni sulle bucce per le uve Nerello Mascalese e affinamento in tonneaux da 125.

Un vino di grandissima prospettiva (per la vendemmia 2015 segnare sull’agenda: ‘da riaprire fra 3 anni’) che già oggi si fa apprezzare per la pulizia delle note fruttate, piene, sia al naso sia al palato e la preziosa mineralità, prima soffusa e poi ben presente, soprattutto nel retro olfattivo. Stupendo anche Petrosa, altro rosso, da uve Nerello Cappuccio e Nerello Mascalese cresciute a 800 metri di altezza, su piante di 120 anni. Un signor vino dell’Etna.

Spicca, tra i produttori di spumanti italiani, Cà del Vent di Campiani di Cellatica, Brescia. Il VSQ 2014 Brut Rosè 2010 (sboccatura 2014), ottenuto da uve Cabernet Sauvignon e Sauvignon, regala un naso salino e di grafite, cui risponde un palato tra l’erbaceo e lo speziato: una “bollicina” unica nel suo genere, nel panorama di una Franciacorta che, ultimamente, tende alla standardizzazione.

IL RESTO DELLA PENISOLA
Tra gli altri italiani, memorabili anche il Pecorino Doc 2015 Machaon di Ausonia di Atri, Teramo: fermentazione spontanea delle uve Pecorino d’Abruzzo, naso tra l’erbaceo dei fiori secchi e l’etereo dell’arnica e dell’anice, ben calibrati su note agrumate, nonché palato meravigliosamente giocato tra il balsamico e il minerale, su note predominanti d’arnica e di candido verde dalla straordinaria persistenza; il “base” di Musto Carmelitano, Maschito (PZ), Basilicata, vendemmia 2014, è uno dei vini qualità prezzo migliori in assoluto degustati a Villa Favorita – Vinnatur 2017 (9,50 euro), ottenuto in purezza da uve Aglianico.

Menzione anche per la Falanghina Maresa Roccamonfina 2015 di Masseria Starnali, Galluccio, provincia di Caserta: semplice nella sua schiettezza ma tutt’altro che banale, un vino quotidiano per palati fini; risalendo la penisola, uno spazio di diritto spetta all’Emilia Romagna con l’Ortrugo Doc Ciano dell’Azienda agricola Lusenti di Ziano Piacentino, Piacenza: chi conosce e apprezza questo vitigno per la facilità di beva rimarrà colpito dalla pienezza delle note fruttate e da una bocca un po’ ruffiana (viene aggiunto mosto dolce prima dell’imbottigliamento), ma ben calibrata.

Chiude il quadro idilliaco di Villa Favorita – Vinnatur 2017 l’Oltrepò pavese, con l’intera linea Gaggiarone dell’Azienda agricola Alziati Annibale di Scazzolino di Rovescala, Pavia: Riserva, Vigne Vecchie e Dintorni sono tutti Bonarda Doc ottenuti da uve Croatina, capaci di far scordare per un momento il concetto di vino “brioso e quotidiano” legato al rosso oltrepadano più comune, addentrandosi nel mondo dei vini importanti e da lungo affinamento.

Il Gaggiarone Riserva 2005  conserva un tannino aggressivo e ci si chiede tra quanti anni (e se) potrà ammansirsi, mentre la vedemmia 2015 sarà da ricordare per la piacevolezza delle note di frutti rossi, prima che l’onnipresente tannino esca dalla tana, a sgagnarti le gengive; splendido anche il Riesling Vigneto del Pozzo 2012 di Piccolo Bacco dei Quaroni, azienda di Montù Beccaria (PV) che regala un bianco degno dei parenti d’Oltralpe (tedeschi e francesi): interessante valutare nei prossimi anni l’ulteriore evoluzione di un naso tutto idrocarburo, fiori e spezie, cui fa eco un palato di consistenza finemente minerale.

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Roberto Lodovichi neo presidente dell’Unione Regionale Cuochi Toscani

Sarà Roberto Lodovichi a guidare l’Unione Regionale dei Cuochi Toscani per il prossimo mandato. A deciderlo l’elezione avvenuta martedì 7 marzo nell’assemblea dell’Unione che ha eletto il cuoco aretino come successore di Franco Mariani. Roberto Lodovichi ha una lunga storia di militanza attiva nella Federazione Italiana Cuochi ed un passato come consigliere dell’Unione Regionale dei cuochi toscani dal 1998 al 2005 oltre a due mandati come Presidente dei Cuochi aretini dal 2006 al 2014.

Aggregato alla Federazione Italiana Cuochi dal 1989, Lodovichi, ha sempre sostenuto attivamente l’associazione durante il mandato del presidente uscente nel ruolo di vicario e da due anni come referente di diverse manifestazione prima tra tutte “Food and Wine in Progress” divenuta l’evento principe tra i tanti realizzati dai cuochi toscani.

“Sono onorato di poter ricoprire un ruolo così prestigioso e di trovare il sostegno di molte persone con le quali condivido ideali e passioni – ha commentato il neo presidente dei cuochi toscani – sento forte su di me la responsabilità di rappresentare una terra che mi ha dato i natali ed il mondo dell’enogastronomia nel quale opero da anni”.

“La figura del cuoco è cambiata come del resto le esigenze del pubblico sempre più competente ed attento – ha continuato Lodovichi – il cuoco è divenuto negli ultimi anni ‘personaggio’, grazie anche alle tante trasmissioni televisive, da imitare e seguire quasi fosse una moda ma io vorrei rimettere il cuoco al centro facendo leva su professionalità, passione e tecnica e in questa visione l’Unione Regionale dei Cuochi Toscani deve diventare perno e tratto d’unione tra le associazioni provinciali e la Federazione”.

“Ho presentato un programma semplice ma vero – conclude Lodovichi – che intendo perseguire con serietà e dedizione, grazie all’aiuto dei Presidenti Provinciali e di tutti coloro che intendono coinvolgersi in maniera attiva nell’Unione Regionale Cuochi Toscani dando spazio e risalto alle attività delle singole Associazioni e stimolando innovazione e crescita in ogni ambito”.

IL NUOVO CORSO
Già da alcuni anni si respira aria nuova nella Federazione Italiana Cuochi che in poco tempo ha aumentato il numero di iscritti e la propria rappresentatività forse grazie anche all’avvento alla Presidenza Nazionale di Rocco Pozzulo, che ha rivitalizzato la FIC portando una grande motivazione ed apertura nel settore. La Toscana, con l’elezione di Lodovichi, “si vuole allineare ai tempi e alle indicazioni nazionali proiettandosi in una dimensione nuova e dinamica della quale vuole essere protagonista”.

L’Unione Regionale Cuochi Toscani rappresenta la categoria con oltre 1.200 cuochi. Negli anni ha dato vita a un evento internazionale, il Premio Caterina de Medici, che ogni anno ha visto riuniti a Firenze i maggiori rappresentanti di un settore che ormai tutti riconoscono come tra i più sviluppati al mondo.

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10 milioni di euro per la “sostenibilità” del Nobile di Montepulciano

In dirittura d’arrivo la 24a edizione dell’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano, che dopo il successo della tre giorni dello scorso fine settimana dedicata agli operatori del settore, con 4 mila visitatori in tre giorni, si chiuderà domani, giovedì 16 febbraio, con la proclamazione delle stelle di fronte a 150 giornalisti provenienti da tutto il mondo.

La buona notizia, intanto, è che il Vino Nobile fa bene all’economia del territorio, ma soprattutto all’ambiente, e contribuisce alla salute e al benessere dei consumatori. Negli ultimi anni le imprese vitivinicole sono andate nella direzione della sostenibilità e oggi, grazie a un progetto di Amministrazione Comunale e Consorzio del Vino Nobile, si può definire una Docg “Emissioni Zero”.

“L’impegno del Consorzio e del Comune in questa direzione – spiega il Presidente del Consorzio del Vino Nobile, Andrea Natalini (nella foto) – non è nuovo e già in passato abbiamo dato vita a iniziative di questo tipo, senza contare le tante attività che le singole cantine svolgono con investimenti mirati proprio al risparmio energetico e ambientale”.

GLI INVESTIMENTI
Oltre 8 milioni di euro. A tanto ammontano gli investimenti diretti praticati dalle aziende produttrici di Vino Nobile negli ultimi dieci anni per la sostenibilità ambientale. E’ il dato che emerge da una analisi del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano che mette in evidenza come nel territorio di Montepulciano si siano moltiplicati negli ultimi anni provvedimenti per una gestione più sostenibile della produzione del vino. Oltre il 70% delle imprese (circa 60) ha già investito in progetti sostenibili, mentre il 90% ha in corso progetti di realizzazione di impianti.

Entrando nel dettaglio, delle 76 aziende consorziate, oltre il 70% ha un impianto fotovoltaico e il 35% si è dotato di solare termico per la produzione di calore. Il 20% ha sistemi di recupero delle acque reflue, mentre un 10% delle imprese ha investito nella geotermia. Negli ultimi anni circa la metà delle aziende ha sviluppato pratiche naturali, come la fertilizzazione, l’inerbimento, l’utilizzo di metodi di coltivazione meno impattanti. Questo si lega al concetto di biodiversità che vede oltre il 40% delle aziende di Vino Nobile praticare una agricoltura sotto il regime del biologico, alcune biodinamiche. Montepulciano vanta anche il primo caso in Italia di cantina “off grid” e altri casi esemplari già presi come modello da altre realtà vitivinicole.

Non è un caso che proprio su input dell’Amministrazione Comunale e del Consorzio del Vino Nobile sia in corso un progetto che porterà la certificazione di ogni bottiglia per dimostrare l’impatto zero della produzione sul territorio d’origine. Un percorso che ha preso il via qualche anno fa e che ha come presupposto la riduzione delle emissioni dei gas-serra e la promozione delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica e si pone come obiettivo la riduzione o la compensazione delle emissioni di CO2 derivanti dalle tre fasi su cui si articola la produzione della DOCG Vino Nobile (agricola, aziendale e di trasporto).

Al termine dell’iter del progetto Montepulciano, con la DOCG Vino Nobile, sarà il primo distretto vitivinicolo in Italia a poter certificare l’impatto zero sull’atmosfera della propria produzione vinicola. Il fine è giungere entro il 2020 (scadenza indicata anche dal Patto europeo dei Sindaci, a cui Montepulciano aderisce) alla neutralità delle emissioni di gas clima – alteranti grazie all’utilizzo da parte degli Enti pubblici o di privati di buone pratiche quali rimboschimenti, impiego di pannelli fotovoltaici, produzione di energia da centrali alimentate a biomasse etc.

LA CITTA’
“Il passaggio successivo – anticipa il Sindaco di Montepulciano Andrea Rossi – sarà certificare la sostenibilità dell’altra fonte primaria di reddito di Montepulciano, il turismo, allargato anche alla ristorazione, al commercio e alle stesse cantine. Una politica che incentivi gli acquisti da fornitori che producono in maniera etica, che inviti al riuso dei materiali, riducendo al massimo i consumi che – in prospettiva – preveda la circolazione dei centri abitati di mezzi pubblici alimentati ad elettricità”.

UN VINO “AMICO DEL CUORE”
Pici all’aglione, pasta e ceci, pollo nostrano arrosto agli aromi, coniglio alle olive, gustosi piatti a base di ingredienti toscani di stagione, accompagnati da olio extravergine di oliva e vino Rosso di Montepulciano DOC o Nobile DOCG regalano piacevolezza e benessere non solo al palato e allo spirito ma sono amici del cuore. Lo ha dimostrato, dai alla mani, il Dott. Giorgio Ciacci, enocrinologo, nutrizionista, al pubblico di operatori (produttori di Vino Nobile, ristoratori) che ha partecipato al seminario “I menù del cuore ed il Nobile: un matrimonio possibile”, promosso durante l’Anteprima 2017 dall’Azienda USL Toscana Sudest, dalla Società della Salute Valdichiana Senese e dalla Confesercenti Siena in collaborazione con il Comune di Montepulciano e con il Consorzio dei produttori.

L’iniziativa, inserita nel programma di “Cardiologie aperte”, settimana della prevenzione delle malattie cardio-vascolari, ha sancito l’adesione del Consorzio del Nobile al progetto “I menù toscani del cuore”, proposto dallo stesso Ciacci con l’adesione della Cardiologia degli Ospedali Riuniti della Valdichiana Senese, rappresentata dal direttore della Cardiologia provinciale, Dott. Franco Bui.

Si tratta di pietanze che, opportunamente preparate, non solo non perdono nulla sul piano della gratificazione del gusto ma donano benessere e apportano sostanze utili per l’organismo. Ciacci, sostenitore della dieta mediterranea, ha proposto ai ristoratori tali menù ed il Presidente del Consorzio del Vino Nobile Andrea Natalini, al momento del brindisi augurale, ha comunicato l’adesione dei produttori. I menù toscani del cuore porteranno dunque, nei locali che li adotteranno, proponendo quei piatti e quelle preparazioni, il logo del Consorzio.

DOMANI SI CHIUDE L’ANTEPRIMA
L’Anteprima come detto si chiuderà domani con la presentazione dell’annata 2016, a cura dell’enologo Emiliano Falsini, la proclamazione della valutazione dell’ultima vendemmia, a cui procederanno il Presidente del Consorzio del Vino Nobile Andrea Natalini ed il Sindaco di Montepulciano Andrea Rossi, e la degustazione comparativa delle nuove annate.

Ad arricchire il programma dell’appuntamento riservato alla stampa e alle Istituzioni, la riproposizione di una delle iniziative di maggior successo delle giornate per il 50.o anniversario della DOC, ovvero una degustazione di annate storiche che, come già avvenuto per la prima edizione, riserverà grandi e piacevoli sorprese.

Terminato il proprio lavoro in Fortezza, i giornalisti si distribuiranno sul territorio, ospiti delle aziende produttrici di Nobile e potranno quindi conoscere direttamente ed a fondo le diverse realtà ed il contesto in cui operano, prima di proseguire verso la tappa seguente delle Anteprime di Toscana.

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Vinitaly 2017: più spazio a Piemonte, Toscana e Sardegna. E un nuovo padiglione

Aziende vitivinicole già al lavoro per la prossima edizione di Vinitaly, in programma dal 9 al 12 aprile 2017 (www.vinitaly.com). Proprio dalla conferma quasi totale delle iscrizioni delle singole imprese presenti lo scorso anno e dal numero di new entry arriva il primo segnale della dinamicità del settore enologico italiano. Ed è quello, inequivocabile, di una maggiore propensione ad investire in prima persona nella partecipazione alla fiera con stand individuali, marchio e stile riconoscibili.

“Per essere attrattivi nei confronti degli espositori – dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – abbiamo messo in campo negli ultimi anni nuovi servizi e progressivi rinnovamenti dei padiglioni, che già per l’edizione 2017 garantiscono più spazio per aumentare il numero di cantine, con un miglioramento complessivo del layout del quartiere fieristico. Inoltre, il piano industriale del prossimo quadriennio di Veronafiere – prosegue Mantovani – destina 72 milioni su 94 al miglioramento delle infrastrutture di quartiere, alla digital transformation e alla costruzione di parcheggi per oltre 3.000 posti auto”.

LE NOVITA’ 2017
Cresce il Piemonte, grazie all’ampliamento e al restyling del padiglione 10: un miglioramento che incontra le esigenze di accogliere le richieste di nuovi espositori e dall’altro per alcune cantine di posizionarsi all’interno della propria area geografica di riferimento.

Aumentano l’area espositiva anche i produttori della Sardegna nel padiglione 8, quello che ospita i saloni speciali Vinitalybio e Vivit-Vigne Vignaioli Terroir e della collettiva Fivi (Federazione italiana vignaioli indipendenti). Novità pure per Toscana e Vininternational, con la creazione di un grande spazio espositivo di circa 4.000 metri quadrati che sostituisce le due tensostrutture separate allestite fino all’edizione 2016.

“Il rinnovamento del layout – sottolinea Gianni Bruno, area manager di Vinitaly- permette ad alcune aziende di collocare il proprio stand nel padiglione della propria regione o ad alcune di rientrare con una partecipazione importante e di immagine”.

Tra i nuovi arrivi, per la prima volta a Vininternational cantine da Usa e Regno Unito, che si aggiungono alla collettiva spagnola realizzata in collaborazione con Icex e agli espositori di Svizzera, Francia, Azerbaijan, Georgia, Croazia, Argentina, Portogallo, Australia e Sudafrica.

Per i buyer esteri il servizio free badge e incontri b2b con Taste & Buy. Da gennaio sarà operativo per gli espositori il servizio di invito degli operatori esteri tramite Vinitaly, con invio dei free badge per l’ingresso gratuito. Attivato nel 2016, ha dato immediatamente ottimi riscontri, facilitando la gestione degli inviti da parte della aziende e migliorando la qualità degli operatori, grazie alle verifiche effettuate direttamente dalla Fiera. Per il b2b puro, confermata l’iniziativa Taste & Buy, che organizza incontri tra i buyer esteri dell’incoming realizzato direttamente da Vinitaly e le aziende espositrici, la cui richiesta di partecipazione cresce di anno in anno.

ASPETTANDO VINITALY
Tanti appuntamenti prima di Vinitaly. A precedere il salone veronese molte le iniziative realizzate sotto il marchio di Vinitaly, pensate per promuovere i vini e offrire strumenti di marketing alle migliori aziende. A fare da filo conduttore, tra gennaio e marzo, le tappe di Vinitaly International a San Francisco, New York, Miami, Houston e a Chengdu in Cina (www.vinitalyinternational.com/calendar).

In programma l’1 marzo il Concorso Internazionale Packaging, mentre dal 31 marzo al 2 aprile torna il 5 Star Wines Award con in contemporanea il primo giorno (31 marzo) il premio Wine without Walls, dedicato ai vini senza solfiti o con un contenuto non superiore a 40 mg/l (per tutte le competizioni iscrizioni aperte sul sito www.vinitaly.com).

Alla vigilia di Vinitaly, l’8 aprile, il calendario il grand tasting OperaWine (www.operawine.it le aziende e i vini del 2017) a cura di Vinitaly International, anticipato dal 4 all’8 aprile dal corso di certificazione della Vinitaly International Academy (www.vinitalyinternational.com/vinitaly-international-academy).

SOL&AGRIFOOD E ENOLITECH
Sol&Agrifood ed Enolitech. In contemporanea con Vinitaly si svolge Sol&Agrifood (www.solagrifood.com), preceduto dal 15 al 20 febbraio da Sol d’Oro Emisfero Nord e, nei giorni del 20 e 21 febbraio, dagli Evoo Days, la nuova iniziativa di formazione e informazione dedicata agli operatori della filiera dell’olio extravergine di oliva. Con Vinitaly anche Enolitech (www.enolitech.it), da quest’anno ancora più integrato con i padiglioni di Vinitaly, grazie a un ulteriore avvicinamento del padiglione F che lo ospita al padiglione del Piemonte (pad. 10).

I 29 mila wine lover del 2016 trovano anche nel 2017 il loro spazio di degustazione, cultura del vino e convivialità a Vinitaly and the City, da venerdì 7 a martedì 11 aprile. Dopo il potenziamento dello scorso anno del fuori salone, con un programma ampliato e più diffuso nei luoghi storici della città, Veronafiere riconferma la volontà di tenere nettamente separati i momenti b2c da quelli b2b nel quartiere fieristico.

IL NODO VIABILITA’
L’obiettivo di una mobilità sostenibile in termini di efficienza e ambientali verrà perseguito rafforzando i servizi di trasferimento tra i parcheggi scambiatori dislocati in prossimità delle uscite autostradali, oltre che dalla stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova, dal centro città e dall’aeroporto Valerio Catullo di Verona-Villafranca. Tutti gli aggiornamenti e le informazioni sulla viabilità da gennaio sul sito di Vinitaly,
 nei comunicati stampa e sui social di Veronafiere.

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Scarpe, Champagne e Brunello: i francesi di Epi su Biondi Santi

Scarpe, immobili, champagne. E adesso pure il Brunello di Montalcino. La scalata della holding francese Epi al mondo del lusso sembra inarrestabile. Il gruppo familiare indipendente guidato da Christopher Descours (nella foto) sbarca ora in Italia. Più esattamente a Montalcino. Per aggiudicarsi una fetta di maggioranza del Brunello Biondi Santi.

“Un’alleanza strategica”, come la definisce il patron Jacopo Biondi Santi, che avrebbe l’obiettivo di rilanciare a livello internazionale la distribuzione del più noto tra i vini italiani. L’ammontare della transazione è “confidenziale”. “Questa non è un’operazione ostile come Vivendi con Mediaset – commenta ancora il figlio di Franco Biondi Santi, il Gentleman del Brunello scomparso nel 2013 -. Si tratta di un’alleanza per il futuro. Eravamo troppo piccoli e stavamo cercando un partner per investire nella distribuzione e vedere in grande”.

I DETTAGLI
Le voci di un possibile passaggio di mano della Biondi Santi si rincorrevano da tempo. La valutazione iniziale di 55 milioni di euro è lievitata, sino a toccare punte di 120 milioni. Il progetto, ora, prevede la creazione di tre società: una holding, una produttiva e una commerciale. L’operazione, come precisa Jacopo Biondi Santi, dovrebbe andare in porto a fine gennaio 2017. Nuovi scenari si aprono così sul fronte del castello di Montepò.

Il maniero che domina Scansano, attualmente in mano al tribunale di Grosseto, potrebbe clamorosamente tornare di proprietà di Jacopo Biondi Santi. Il 23 novembre è andata deserta l’asta che prevedeva l’acquisizione del maniero per la cifra di 17,2 milioni di euro. La prossima battuta è prevista per il 1° febbraio. Chissà che arrivi un’offerta dal duo Biondi Santi (debitore) – Descours, che così potrebbe riappropriarsi del castello, finito al Monte dei Paschi di Siena.

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Legge sull’enoturismo, Violante Gardini: “Imitate la Toscana”

“Una legge per l’enoturismo? La Toscana da anni è dotata di una normativa all’avanguardia che ha contribuito allo sviluppo di questo settore”. Commenta così il presidente del Movimento Turismo del Vino Toscana, Violante Gardini, la proposta di una legge quadro per il settore dell’enoturismo presentata dall’onorevole Colomba Mongiello, membro della Commissione Agricoltura del Parlamento. Gardini fa presente che, proprio la Toscana, è da anni “attrezzata” a livello normativo in quoesto senso.

“La nostra regione anche in questo caso può dirsi avanti perché da anni abbiamo una regolamentazione dell’offerta enoturistica all’avanguardia – continua il presidente del Movimento Turismo del Vino Toscana – contenuta nella più ampia legge regionale che regola l’offerta agrituristica in particolare nella voce delle attività ricreativo-didattiche, che ha permesso la crescita di un sistema virtuoso vero e proprio che ci auguriamo possa essere anche da spunto e modello per la definizione del testo di legge verso la stesura definitiva alla quale chiediamo di poter collaborare da diretti interessati apportando un contributo che possa servire da modello per le altre regioni”.

“Accogliamo tuttavia con piacere la proposta di legge dell’onorevole Colomba Mongiello – continua Gardini – e faremo di tutto per valutare, come parte del Movimento Turismo del Vino, il testo che è stato depositato sperando tuttavia che le parti interessate vengano chiamate in causa per discuterne in maniera approfondita e ragionata affinché questo diventi uno strumento utile e di snellimento a tutto il settore, e non l’ennesima legge che invece di contribuire ad aiutare freni ancora di più le aziende vitivinicole”.

I PERCHE’ DEL SUCCESSO
L’analisi che il Movimento Turismo Vino Toscana ha fatto sul XII rapporto sull’enoturismo presentato alla scorsa Bit di Milano da Città del Vino mette in evidenza che dei quasi 14 milioni di visitatori nelle cantine italiane nel 2015 infatti, gran parte avrebbe visitato aziende vitivinicole toscane. Per non parlare del fatturato. La stima nazionale nel 2015 è di 2,5 miliardi di euro (senza considerare l’indotto) e anche in questo caso le cantine toscane avrebbero contribuito in maniera sensibile al fenomeno dell’enoturismo.

Per gli italiani il turismo del vino è fatto di gite di prossimità, spesso entro i 100 chilometri che, in Toscana, si concentrano nelle località e nelle denominazioni più note, un nuovo stile di fare enoturismo più diffuso e meno elitario di un tempo, in altre parole non riguarda più soprattutto i “wine lovers”. La visita nelle zone del vino è anche un itinerario romantico per le coppie e un’escursione golosa per chi, e in Toscana sono tanti, vuole anche fare un pranzo tipico con gli amici.

Molti dei visitatori che arrivano a Montalcino, Montepulciano, Radda o Bolgheri sono mossi dal desiderio di trascorrere i momenti liberi fuori delle città, in campagna. Desiderano vedere luoghi  suggestivi e magari assaggiare cibi e vini che non conoscono scoprendo come sono fatti, per questo nella nostra regione, oltre alle visite nelle cantine crescono le wine class e soprattutto le scuole di cucina tipica.

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Ferrari Trento e gli “enofighetti” di Natale: 10 domande su Gdo e promozioni

“Scandalo epocale in grande distribuzione: gli spumanti Ferrari in promozione a 10 euro”. Ogni anno, di questi tempi, i soloni del vino italiano si svegliano dal letargo. E pontificano. Postando tarantiniane fotografie di supermercati. Immagini crude, da censura. Che mostrano sanguinolente scene del crimine: gli eleganti “astucciati” della nota casa spumantistica trentina, in promozione. Che shock. Roba pulp. Per cuori forti. Scene da vietare ai minori.

Almeno quanto i commenti che seguono le immagini. Teatro dello scandalo sono i vari gruppi di discussione creati su quei moderni bar e osterie che solo gli “studiati” chiamano “social network”. “Sarà qualche bancale dimenticato in cantina, ossidato naturalmente”, sostiene baldo, il più intelligente. “Soprattutto in vista del Natale, se non se lo compra nessuno, mi sa che fanno prima ad abbassare la serranda”, ribatte un altro analista di microparticelle atomiche.

“Ferrari vale dalla Linea Maximum in su, quella è gassosa”, chiosa il milionario che fa colazione con i Tarallucci della Mulino Bianco (oggi senza olio di palma, se vi fosse sfuggito) pucciati nel Dom Pérignon, appena sciabolato. E così via. Per sfortuna loro, qualcuno prova a farli ragionare, anche in osteria. Pardon, sui social network. Ma chi, meglio di Massimiliano Capogrosso, Direttore commerciale di Ferrari Trento, può mettere i puntini sulle “i” sull’eno-cinepanettone che ogni anno, sotto Natale, va in onda sui social?

Veronese, quarantanove anni, una passione per il mondo vinicolo che ha segnato anche la sua carriera. Capogrosso proviene infatti da altre importanti realtà venete del settore, prima Valdo e poi Bertani. E’ approdato alle Cantine Ferrari dieci anni fa, per ricoprire il ruolo di Direttore vendite. Maturando col passare del tempo un’esperienza che, un anno fa, ha convinto la Famiglia Lunelli a nominarlo Direttore commerciale.

Dieci domande, dieci, quelle che gli rivolgiamo. Domande a cui Capogrosso risponde con dovizia di particolari. Dimostrando che per Ferrari – al contrario di molti altri “big” – la Gdo, è tutt’altro che un tabù.

1) Ferrari in Gdo: perché? Da quando?
Ferrari è il brindisi italiano per eccellenza, da sempre celebra appuntamenti istituzionali, sportivi e culturali tra più importanti del nostro Paese, così come i momenti più belli della vita di molti italiani. Vogliamo dunque che possa essere acquistato sia nel canale moderno che in quello tradizionale. E’ sempre stato così e ancora oggi l’azienda si impegna per dare a entrambi i canali distributivi la stessa importanza.

2) La gestione del “prezzo promo”: viene concordato di anno in anno con le varie catene, oppure si tratta di un’attività che prescinde dai contratti, gestita autonomamente dalle insegne?
Il Ferrari è uno di quei prodotti immancabili sulle tavole degli italiani durante le ricorrenze e spesso, dunque, viene utilizzato come “prodotto civetta”. E’ una scelta autonoma di ogni catena, che decide di impostare la propria campagna promozionale come ritiene più giusto per la sua clientela, a cui, in questo modo, può offrire un prodotto di altissima qualità a un prezzo davvero vantaggioso.

3) I volumi di Ferrari in Gdo
In Italia la nostra presenza si distribuisce in egual misura tra Gdo e Horeca. Si tratta di due mondi diversi, ma per noi ugualmente importanti, con logiche di vendita differenti tra loro.

4) In Gdo quale “tipologia” di prodotti Ferrari? Provocazione: quelli di “serie b”?
La regola imprescindibile di Casa Ferrari è quella di produrre solo prodotti di eccellenza, pertanto non parlerei assolutamente di prodotto di serie A e serie B. Basti pensare che la nostra referenza più classica, il Ferrari Brut Trentodoc è stato nominato recentemente “Miglior Blanc des Blancs al Mondo” a una competizione internazionale, tra le più importanti al mondo, dedicata solo alle bollicine: The Champagne&Sparkling Wine World Championships.

5) Ma le critiche arrivano sempre, puntuali e monocordi
Come ricordavo prima, Ferrari è un prodotto leader di mercato, che spesso dunque le catene della Grande Distribuzione utilizzano per attirare il consumatore. Sicuramente quello natalizio è il periodo più “sfruttato” per questo genere di promozioni, ma non possiamo che vedere queste operazioni come un indicatore dell’importanza del nostro marchio.

6) Ferrari intende proseguire il rapporto con la Gdo, intensificarlo/allentare la presa?
La politica commerciale delle Cantine Ferrari sarà quella di continuare a seguire con attenzione e uguale dedizione sia il canale Gdo sia il canale Horeca, in quanto riteniamo che entrambi siano fondamentali per il successo del nostro Gruppo.

7) Il ruolo di Ferrari nel panorama delle “bollicine” italiane ed europee
Ferrari è leader del mercato delle bollicine in Italia, con 4,5 milioni di bottiglie vendute all’anno e un incremento a doppia cifra dal 2015. All’estero continuiamo a crescere da anni e senza dubbio questo ultimo dato è indicatore anche dell’incredibile incremento della notorietà e dei volumi di vendita delle bollicine italiane nel mondo. Il Trentodoc, la prima Doc nata in Italia esclusivamente per il Metodo Classico, rappresenta il 35% della produzione nazionale di questa tipologia di bollicine e può vantare la propensione all’export più elevata, il 22% ( dati 2015 dell’Osservatorio Trentodoc). Ferrari è certamente trainante nell’accrescere a livello internazionale la conoscenza di queste straordinarie “bollicine di montagna”, che nascono più di un secolo fa proprio dall’intuizione di Giulio Ferrari.

8) Ferrari in Gdo anche con vini rossi fermi: una panoramica dei prodotti “collaterali” alle bollicine
E’ un’importante conferma che stiamo percorrendo la strada giusta. È opportuna però in questo caso una precisazione: i vini fermi trentini, toscani e umbri, non sono Ferrari (marchio dedicato esclusivamente alle bollicine Trentodoc), ma vanno sotto il marchio collettivo Tenute Lunelli. Si tratta comunque di un numero ridotto di bottiglie, il cui canale di distribuzione preferenziale è quello delle enoteche e dei ristoranti d’eccellenza, anche se può capitare di trovare alcune referenze in GDO.

9) Se la sente di dare qualche consiglio all’Oltrepò Pavese, patria del Pinot Nero, che prova faticosamente ad affermarsi e a diventare “grande”?
L’Oltrepò Pavese non ha sicuramente bisogno dei miei consigli, è un territorio di eccellenza e patria di grandi vini, ha solo bisogno di esprimere al meglio la sua personalità. Ogni territorio vocato alla produzione di vino ha delle caratteristiche uniche e irripetibili e proprio su queste credo sia necessario puntare: è la varietà la vera bellezza del nostro Paese.

10) Cosa beve a tavola, tutti i giorni, il direttore commerciale di Ferrari? Acquista vino al supermercato
Personalmente acquisto vini anche al supermercato, spesso mi capita di acquistare persino il Ferrari, quando non mi trovo a Trento. Per una cena tra amici amo portare il Ferrari Demi-Sec, la nostra bollicina più amabile e dalla marcata rotondità: il Trentodoc perfetto per esaltare il fine pasto, dal dolce alla frutta. (foto gallery Archivio Fotografico Cantine Ferrari)

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Approfondimenti news

Federico Terenzi nuovo presidente Agivi

E’ Federico Terenzi il neo Presidente dell’Associazione dei Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani (AGIVI). Nato a Milano il 7 settembre del 1978, dopo aver conseguito l’MBA in Wine Business presso il Mib di Trieste, ha assunto la guida della Cantina Terenzi, una realtà giovane e dinamica nata nel 2001 dall’intuizione del padre Florio di trasformare la tenuta di famiglia in Maremma in una azienda vitivinicola. L’azienda si è rivelata in poco tempo una punta di diamante nella produzione del Morellino di Scansano e un punto di riferimento per l’enologia Maremmana, meritandosi numerosi riconoscimenti tra i quali nel 2012 il titolo di “Cantina Emergente dell’anno” dal Gambero Rosso. Federico si occupa in prima persona con il fratello Balbino della gestione dell’azienda, che oggi si estende su 150 ettari di cui 60 vitati, e ricopre in azienda il ruolo di Amministratore Delegato e Direttore Commerciale.

A decidere all’unanimità la sua nomina è stato il Consiglio eletto in occasione dell’Assemblea dei Giovani imprenditori vinicoli italiani, avvenuta il 25 Novembre presso il Magna Pars di Milano, che vede Francesca Argiolas (Argiolas) confermata Vice presidente insieme a Stefano Ricagno (Ca dei Mandorli e Cuvage), Violante Gardini (Cinelli Colombini) e Silvia Franco (Nino Franco) affiancati dai neo Consiglieri Giulia Alleva (Tenute Santa Caterina), Ernesto Rocca (Rocca), Emanuela Tamburini (Az. Agricola Tamburini) e Marzia Varvaglione (Varvaglione) e i riconfermati Gianluca Garofoli (Garofoli) ed Enrico Gobino (MGM e Cuvage).

La volontà del nuovo Consiglio è quella di dare seguito all’impostazione data dal Past President, Carlotta Pasqua, che ha egregiamente guidato l’Associazione dal 2011 per due mandati consecutivi, in pieno clima di collaborazione e intesa, per proseguire nei programmi dell’Associazione, che ha come obiettivo, quello di far crescere nuove generazioni di imprenditori e accrescere lo spirito di squadra e la capacità di fare network, nel settore del vino.

Il nuovo Presidente Federico Terenzi, Vicepresidente nel precedente mandato, insieme a Francesca Argiolas, e socio da più di 6 anni, si adopererà per valorizzare il lavoro già svolto in pieno spirito di continuità e dare nuovo slancio ed energia.“Ringrazio il Consiglio Agivi per la fiducia accordatami. – e ribadisce – La linea del prossimo triennio sarà di continuità con quella del Presidente Carlotta Pasqua e del Consiglio uscente, continuando a puntare su una crescita della base associativa e su un’offerta formativa personale e professionale per tutti gli Associati. Punteremo a un consolidamento del nostro rapporto con Unione Italiana Vini, mettendo a disposizione le nostre idee e le nostre competenze in un settore sempre più dinamico e competitivo”.

Tra i punti fondamentali del prossimo triennio c’è infatti la volontà di accrescere ulteriormente il legame e gli scambi con l’UIV, collaborando sui temi portati avanti dall’Associazione dei Senior, come gli aspetti politico normativi, il commercio internazionale, il marketing associativo e il progetto di Wine in moderation e del bere consapevole.

“Insieme alle congratulazioni e auguri di buon lavoro al nuovo presidente Federico Terenzi e al rinnovato Consiglio Direttivo di AGIVI, desidero ringraziare la past president Carlotta Pasqua e i consiglieri uscenti per l’appassionato impegno dedicato alla crescita associativa e ribadire l’impegno di UIV per l’ulteriore rafforzamento e rilancio dell’associazione dei giovani imprenditori dell’Unione Italiana Vini. – commenta il Presidente UIV, Antonio Rallo, che accoglie con piacere questa nomina e aggiunge  – Studieremo insieme un progetto per consolidare e rendere più organico il rapporto tra AGIVI e UIV, forti anche del lavoro portato avanti con noi da Carlotta Pasqua in questi anni. Il mondo del vino italiano ha bisogno di nuove idee e di tanta energia per un prospero futuro, proprio quei caratteri che ritroviamo nei giovani di Agivi”.

L’ASSOCIAZIONE
Agivi, l’Associazione dei Giovani imprenditori italiani, nasce nel 1989 proprio dalla volontà di un gruppo di giovani imprenditori, già appartenenti all’Unione Italiana Vini e alla Confederazione della Vite e del Vino, di unirsi per accrescere i valori, l’intesa e lo spirito di coesione fra le aziende del settore, affermando il proprio ruolo di portavoce della nuova generazione degli imprenditori vitivinicoli, che oggi sono alla guida di alcune delle più importanti aziende italiane. AGIVI resta collegata ad Unione Italiana Vini, rappresentandone una sorta di “palestra” dove allenarsi alla vita istituzionale e politica del domani.

Carlotta Pasqua, in qualità di Past President, resterà in Consiglio, continuando a seguire il gruppo e mettendo a disposizione il suo know-how e il suo impareggiabile sostegno per rafforzare ulteriormente l’idea di continuità nel passaggio generazionale che l’Associazione si appresta ad affrontare.

“Ringrazio tutti coloro che mi hanno accompagnato in questi bellissimi sei anni, il Consiglio e la Segreteria che mi hanno affiancato e supportato nei programmi e nelle attività. Abbiamo sempre condiviso l’idea che la forza del team sono le persone e che la forza delle persone stesse è il team e sono certa che il nuovo gruppo, saprà lavorare assieme per portare avanti AGIVI nel migliore dei modi. Un grazie anche al Consiglio di UIV che mi ha permesso di crescere, fare esperienza e apprendere moltissimo in termini di associazionismo e politica agroalimentare”.

Il primo appuntamento dove si affiancheranno i due Presidenti sarà il Workshop Agivi programmato per il 7 Dicembre al Forum sul Business del vino “Wine2Wine” a Verona, che tratterà il Tema dei Vitigni Autoctoni. L’agenda 2017 vede già programmati due percorsi di formazione, uno incentrato sul Public Speaking in italiano e inglese e bon ton internazionale, ed un secondo incentrato invece sul miglioramento delle competenze  tecniche ed enologiche degli associato. A giugno è invece in calendario il viaggio studio che porterà questa volta i Soci a conoscere e visitare il territorio Pugliese e Salentino.

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Approfondimenti

Comunicare il vino, dai social ai Consorzi: le “regole” del Mtv Toscana

“Incomunicazione del vino: la capacità di comunicare il vino a modo nostro”. E’ il titolo e anche la provocazione del dibattito che il Movimento Turismo del Vino Toscana promuove domenica 27 novembre, ore 17.30, presso la sala convegni di Food and Wine in Progress alla Stazione Leopolda di Firenze. Dalla comunicazione istituzionale dei consorzi e dei sommelier, a quella più innovativa di alcuni casi di aziende vitivinicole toscane, fino ad arrivare alla musica come strumento per attirare i più giovani a un settore che forse deve essere rinnovato dal punto di vista della promozione.

E’ il tema dell’incontro che MTV Toscana ha pensato per aprire un momento di confronto tra alcuni protagonisti della filiera. “Una provocazione sicuramente che tuttavia non vuole essere fine a se stessa – spiega il presidente del Movimento Turismo Vino Toscana, Violante Gardini – perché secondo il nostro avviso oggi, nella grande globalizzazione che sta coinvolgendo anche il nostro settore, rischiamo di omologare il messaggio disperdendo l’eccezionalità delle emozioni offerte dalle nostre cantine”.

IL PROGRAMMA
Alle 17.30 prenderà il via il dibattito moderato da Giovanni Pellicci, giornalista enogastronomico, tra i più giovani direttori di una rivista settore, I Grandi Vini e conduttore dell’innovativo programma radiofonico Wine Station. A raccontare le loro storie sono stati chiamati il presidente nazionale dell’Associazione italiana sommelier, Antonello Maietta, che illustrerà le nuove idee per una comunicazione del vino attraverso la degustazione; il responsabile della comunicazione del Consorzio del Chianti Classico, Silvia Fiorentini, racconterà dell’esperienza di comunicazione del grande evento dei 300 anni dall’Editto sul Chianti Classico.

Poi ancora il rapporto tra comunicazione e social media, affidato al racconto di Luisa Calvo, communication manager dell’azienda Marchesi de Frescobaldi, e naturalmente il presidente del Movimento del Turismo Vino della Toscana, Violante Gardini, che nell’occasione presenterà anche il nuovissimo video-spot del Movimento, un’opera diversa dal solito realizzata da Tobu Web, nuova agenzia di promozione multimediale composta da giovani tutti appassionati di comunicazione e vino. Il video vede la partecipazione di decine di “volti” del vino toscano che in maniera diversa raccontano perché si debbano visitare le cantine toscane.

LA MUSICA E IL VINO
Ospite molto particolare della tavola rotonda sarà Lorenzo Baglioni, giovane attore, musicista e autore comico fiorentino, che nell’occasione parlerà di come ha rivoluzionato a modo suo il modo di comunicare messaggi attraverso musica e testi rivolti a un pubblico diverso. Lorenzo Baglioni, che alla Leopolda si esibirà anche con un brano dal vivo, ha debuttato nel 2015 con il suo primo spettacolo di stand-up comedy, “SELFIE”, che in meno di un anno con oltre 50 repliche ha totalizzato più di 25 mila spettatori.

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Food Lifestyle & Travel

Food and Wine in Progress, il programma

Saranno il presidente della Federazione italiana cuochi, Rocco Pozzulo, il presidente dell’Associazione italiana sommelier, Antonello Maietta e il vicepresidente nazionale vicario di Fipe, Aldo Cursano, ad aprire con un botta e risposta sul futuro delle due professioni la seconda edizione di Food and Wine in Progress, l’evento promosso da AIS Toscana ed Unione Regionale Cuochi Toscani, in collaborazione con Confcommercio Toscana e Coldiretti Toscana, che dal 27 al 28 novembre animerà gli spazi della Stazione Leopolda di Firenze. Due giorni in cui il settore dell’agroalimentare italiano e toscano sarà protagonista e rappresentato da una squadra di centinaia di cuochi, dei quali moltissimi stellati, e dalle 140 aziende vitivinicole toscane. Il programma ufficiale prenderà il via con il taglio del nastro, al quale parteciperanno le istituzioni, previsto per le 10.

ECCELLENZA DI TOSCANA
E’ l’evento nell’evento promosso da Ais Toscana con oltre 140 Aziende Vinicole Toscane facenti parte della Guida 2017 di AIS Toscana, a cui si aggiunge un ricco programma di incontri, come l’Ais Wine School per avvicinarsi al mondo dei sommelier, o i tanti WINE TOUR  promossi durante la due giorni e tanti momenti di approfondimento e di degustazione sul futuro del vino toscano.

Nel palco centrale, dopo i saluti e il talk show sul tema “Occupazione nella ristorazione”, seguiranno oltre dieci cooking show da vari territori della Toscana e non solo con ricette abbinate ai vini selezionati da Ais, alcune dimostrazioni dei barman di Mixology capitanati da Danny Del Monaco, dei panificatori di Assipan e dei macellai di Federcarni. Alle 12.50 saranno conferiti i premi di Ambasciatori del Food and Wine a Andrea Rinaldi, Franco Malenotti e Marco De Luca.

La sala convegni si aprirà domenica alle 12 con il primo evento di Ais Wine School  “Imparare a degustare il vino” (i minicorsi di 30 minuti per dare le regole fondamentali per degustare il vino). Alle 15 una degustazione dei vini affinati in anfora. Alle 17.30 il Movimento Turismo del Vino Toscana promuove il dibattito “Incomunicazione del vino: la capacità di comunicare il vino a modo nostro” al quale parteciperà anche il presidente nazionale di Ais Antonello Maietta.

Nell’area Toscana d’Autunno dalle 16 alle 19 alcuni tra i più quotati chef della Toscana si alterneranno in cucina interpretando la cucina toscana di stagione in chiave contemporanea. L’evento, condotto dalla giornalista Anna Maria Tossani, è coordinato dallo chef Fabio Bianconi, capitano dell’Equipe di Alta cucina della Toscana. Parteciperanno gli chef Silvia Baracchi, Matia Barciulli, Lorenzo Barsotti, Peter Brunel, Sara Conforti, Deborah Corsi, Entiana Osmenzeza, Maria Probst, Beatrice Segoni, Marco Stabile, Cristiano Tomei, Edoardo Tilli e Luciano Zazzeri.

Nell’area Cocktail in the World Mixology alle 10.30 l’Alberghiero Mixology Contest con i migliori studenti degli istituti alberghieri che si affronteranno per raggiungere il traguardo di miglior studente barman dell’anno. Alle 14 una Master Class sul tema di Bitter e Amari mentre alle 15.30 l’esibizione della star russa Nikita Khlo Pilanov dello Space Bar di Mosca. Alle 16.30 i cocktail saranno abbinati ai finger food dei cuochi toscani.

Nell’area Confcommercio alle 10 il convegno “L’evoluzione della macelleria negli ultimi trent’anni e dalle 14 alle 19 diversi cooking show e approfondimenti sui temi dei tagli della carne e della panificazione con la collaborazione di Federcarni e Assipan.

Food and Wine in Progress, dal 27 al 28 novembre, dalle 10 alle 19, presso la Stazione Leopolda di Firenze, è un evento promosso da AIS Toscana ed Unione Regionale Cuochi Toscani, in collaborazione con Confcommercio Toscana e Coldiretti Toscana. Il costo giornaliero di ingresso è di 20 euro, ridotto 10 euro per soci Ais, 5 euro per gli studenti e gratis per i bambini sotto ai 12 anni

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Vendemmia 2016: il dossier Assoenologi, regione per regione

Non “il risultato di un giro di telefonate”. Bensì “dell’elaborazione di migliaia di rilievi ottenuti da fonti diverse”, tra cui “le valutazioni condotte a livello locale dalle diciassette Sedi periferiche che coprono l’intero territorio nazionale”. Con queste parole, il presidente di Assoenologi Riccardo Cotarella, sottolinea la scientificità delle previsioni sulla vendemmia 2016, diffuse proprio in questi giorni dall’organizzazione nazionale di categoria dei tecnici del settore vinicolo. Un vero e proprio dossier, diviso in tre parti: al quadro generale della produzione segue il dettaglio, regione per regione. La terza parte comprende invece un giudizio sulle ultime dieci vendemmie e una serie di tabelle da cui si possono verificare i dati riportati.

Complessivamente, secondo il centro studi di Assoenologi, la quantità si attesta tra lo 0 e +2% rispetto alla passata campagna pari a circa 51.500.000 ettolitri di vino. La qualità rimane complessivamente eterogenea ma comunque assai interessante, con punte di maggior interesse per quei vini che hanno potuto beneficiare del positivo andamento dei mesi di settembre e di ottobre. L’annata 2016 si è contraddistinta per i livelli contenuti di stress idrico e termico. Un’annata favorevole a produzioni di qualità per coloro che hanno gestito in modo efficace la difesa.

Nel periodo vendemmiale l’Italia è risultata spaccata in due. La ridotta piovosità e la buona escursione termica che hanno caratterizzato il mese di settembre al Centro-Nord e sulle due isole maggiori hanno favorito il regolare svolgimento delle operazioni di raccolta. Ciò purtroppo non si può dire per il Meridione peninsulare che ha invece goduto di una piovosità abbondante e in molti casi sensibilmente superiore alla norma. Nel complesso si stima una buona annata, con picchi di eccellenza nelle zone meno colpite dal maltempo e laddove la vite è stata soccorsa nel migliore dei modi.

Cambiamenti climatici, dunque. Per via dei quali, come sottolinea sempre la relazione dello staff di Cotarella, “è sempre più richiesta l’opera dell’enologo che deve intervenire per far fronte a nuove esigenze che si creano in vigneto e in cantina e anche per prevenire situazioni che possono influire negativamente sulla qualità del prodotto”. I mesi di settembre e di ottobre decorsi nel modo migliore al Centro Nord e sulle Isole hanno permesso una ottimale maturazione delle uve che, oltre ad essere state conferite alle cantine in un ottimo stato sanitario, hanno potuto beneficiare di importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte.

Purtroppo per le regioni del Centro-Sud Italia le cose non sono andate nello stesso modo.  settembre è stato costellato da numerose precipitazioni ed abbassamenti repentini della temperatura ed anche il mese di ottobre non ha risparmiato giorni di pioggia. Tutto ciò ha influito sulla qualità delle uve, specie per quelle tardive, la raccolta delle quali è stata vincolata dalle condizioni meteorologiche con ripercussioni sulla fase finale di maturazione.

QUANTITA’ RECORD
Al di là delle percentuali matematiche certe, Assoenologi “non ritiene di poter dare dei numeri assoluti, ma stima un quantitativo compreso tra 0 e +2% rispetto allo scorso anno”. L’elaborazione dei dati rilevati dà una produzione di uva oscillante fra i 68 e i 72 milioni di quintali che, applicando il coefficiente medio di trasformazione del 73%, danno tra i 50 e i 52 milioni di ettolitri di vino. L’Abruzzo e la Puglia sono le regioni che hanno fatto registrare i maggiori incrementi di produzione compresi fra il 10 e il 15%, segue con +7% il Veneto e con +3% il Piemonte e l’Emilia Romagna.

Per contro la Campania ha prodotto ben il 20% in meno rispetto al 2015, seguita dal Trentino Alto Adige, dal Friuli V.G., dalla Toscana, dal Lazio/Umbria e dalla Sicilia con decrementi compresi tra il 5 e il 7%. Solo per le Marche e la Sardegna si stima una produzione pressoché uguale a quella della scorsa campagna. Una situazione, pertanto, piuttosto eterogenea caratterizzata da alti e bassi a seconda delle zone, influenzate alcune anche dall’entrata in piena produzione di nuovi vigneti. Un quantitativo che si pone al primo posto nella classifica degli ultimi dieci anni seguito dal 2015 (50,7) e dal 2006 (49,6).

Le quotazioni risultano pressoché uguali a quelle dello stesso periodo dello scorso anno. In leggera crescita solo per alcune tipologie di vini richiesti dal mercato in particolar modo per quelli a denominazione di origine. Consumi interni. In ribasso. Secondo Assoenologi a fine 2016 si scenderà sotto i 36 litri pro-capite, contro i 45 del 2007.

I DATI, REGIONE PER REGIONE

PIEMONTE
Quantità: +3% rispetto vendemmia 2015 L’andamento climatico durante tutto il periodo vendemmiale è stato caratterizzato da giornate calde e luminose, spesso anche ventose con poche e sporadiche piogge che hanno aiutato a completare un’equilibrata maturazione delle uve rosse. Anche nel mese di settembre si sono registrate grandi escursioni termiche tra il giorno (26-28°) e la notte (12-14°) che hanno favorito l’asciugatura dei grappoli. Lo stato sanitario dell’uva è risultato ottimale, caratterizzato da bucce integre, spesse e resistenti e con dimensioni normale degli acini. I mosti ottenuti hanno manifestato un elevato contenuto in zuccheri con punte particolarmente elevate nei vitigni a bacca rossa che, in diversi casi promettono di raggiungere il 16% di alcol.

Per i vini aromatici Moscato e Brachetto si sono registrate gradazioni sopra la media, con aromi difformi ma comunque sempre interessanti a seconda delle zone, probabilmente a causa di terreni siccitosi e aree calde. Nella zona del Gavi, le poche piogge di inizio settembre, anche se un po’ tardive, hanno favorito una buona maturazione delle uve con un grado medio leggermente inferiore rispetto alla scorsa vendemmia, ma con buon equilibrio acido. La Barbera d’Asti e il Nizza hanno potuto beneficiare dell’ottima stagione e, grazie ad una maturazione eccezionale, i primi riscontri di cantina rilevano un’elevata intensità colorante. I Nebbioli da Barbaresco e Barolo evidenziano invece grandi profumi e tannini morbidi grazie alla perfetta maturità fenolica. Complessivamente in tutta la regione si stima una produzione compresa tra i 2,5 e i 2,6 milioni di ettolitri, mentre la qualità è da considerare senza alcun dubbio ottima con molte punte di eccellente. Il mercato ha rilevato un aumento delle quotazioni delle uve rosse (in particolare per il Barbera) a causa delle giacenze in cantina decisamente contenute, mentre il mercato dei vini risulta stabile.

LOMBARDIA
Quantità: -15% rispetto vendemmia 2015. In generale l’annata in tutta la Lombardia ha dato delle differenze molto importanti da zona a zona e all’interno delle stesse aree, sia dal punto di vista quantitativo che sanitario. È opinione comune, però, che il 2016 sia un’annata di ottima qualità, superiore sicuramente alla media, con diverse punte di eccellente. La favorevole escursione termica tra giorno e notte ha fatto diminuire le acidità in modo molto regolare. Molto interessanti le aromaticità e le maturazioni fenoliche, tanto che per i vini rossi si prospetta una grande annata. In Oltrepò Pavese si stima una produzione in calo tra il 15% e il 20%. La resa uva/vino è risultata nella media, l’andamento fermentativo è stato buono. Anche in Franciacorta il decremento quantitativo si attesta tra il 15% e il 20%.

I primi riscontri di cantina evidenziano vini base interessanti con acidità stabili. Le aree delle denominazioni di origine “Valcalepio” e “Scanzo” sono state fortemente condizionate da eventi meteorologici avversi durante tutta la stagione, tanto che il calo della produzione si stima superiore al 25% rispetto alla passata campagna con punte in alcune zone anche del 35%. Grazie al buon andamento del mese di ottobre i vini rossi del Valcalepio presentano una discreta struttura, mentre in poche realtà si riusciranno ad appassire le uve per la produzione del Moscato di Scanzo. Nella zona del Garda si stima invece un incremento quantitativo tra il 5% e il 10%. La qualità delle uve è risultata molto interessante, tanto che si prevede una qualità assai interessante per il Lugana, i chiaretti e i rossi. In Valtellina la raccolta delle uve si è chiusa intorno al 10 novembre con un incremento intorno al 10%. Ottima la qualità con diverse punte di eccellente. Complessivamente in Lombardia si stima un quantitativo inferiore del 15% rispetto a quello dello scorso anno, pari a circa 1,2 milioni di ettolitri di vino.

TRENTINO ALTO ADIGE
Quantità: – 7% rispetto vendemmia 2015. In Trentino Alto Adige la vendemmia, conclusasi nei primi giorni di novembre con la raccolta degli ultimi grappoli di Cabernet in provincia di Bolzano, si è distinta per la sua eccezionalità: uve integre perfettamente sane, ottime gradazioni zuccherine ed equilibrio acidico dei mosti. Per le varietà rosse colore intenso e tannini morbidi, un quadro fenolico importante, conseguenza di un andamento climatico favorevole da grande annata. L’andamento climatico regolare durante tutto il periodo vendemmiale ha consentito una corretta programmazione della raccolta permettendo un’efficace e razionale lavoro in cantina. L’eccezionalità della vendemmia 2016, imputabile alla stabile e duratura area di alta pressione che ha interessato il Nord Italia, è stata amplificata da un regime di temperature caratterizzato da un’importante escursione termica con un risvolto molto positivo sulla tenuta dell’acidità dei mosti.

In Trentino la vendemmia delle uve Chardonnay e Pinot nero base spumante è stata perfetta sia per sanità che per rapporto zuccheri/acidità, tanto che i vini ottenuti hanno confermato l’alto livello qualitativo delle basi spumante 2016 per qualità aromatica e struttura. Le varietà per vini bianchi fermi hanno preso il via con il Pinot grigio nella prima decade di settembre per concludersi verso il 10 di ottobre con la Nosiola e il Traminer aromatico. I vini ottenuti esprimono profumi di interessante complessità e freschezza, ottima la rispondenza varietale come nel caso del Müller Thurgau che ha dato luogo a vini di grande equilibrio, strutturati e piacevoli. A fine settembre sono state raccolte le varietà rosse Merlot, Teroldego, Lagrein e Marzemino con eccellenti livelli di qualità ed ottima maturazione fenolica. Anche in Alto Adige i primi riscontri di cantina evidenziano un’ottima qualità sia per il Pinot Bianco, il Sauvignon, il Gewürztraminer e soprattutto per la Schiava, il Merlot e il Cabernet che hanno beneficiato di un andamento climatico del mese di ottobre assai favorevole. Complessivamente in tutta la regione si stima un quantitativo tra 1,1 e 1.2 milioni di ettolitri di vino. Il mercato al momento risulta stabile, con qualche leggero aumento per alcune tipologie grazie all’elevata qualità.

VENETO
Quantità: +7% rispetto vendemmia 2015. In tutto il Veneto, quantitativamente, si riscontra un aumento di oltre il 5% rispetto al 2015 con una produzione che sfiora i 10,5 milioni di ettolitri. Il 2016 va sicuramente inserito tra le annate da ricordare grazie ad una maturazione ottimale accompagnata da una gradazione zuccherina elevata e da un supporto acido importante. Il ciclo vegetativo è stato caratterizzato da condizioni ambientali tutto sommato ottimali. L’ultimo periodo della maturazione ha fatto registrare temperature diurne ottimali con un abbassamento significativo delle stesse durante la notte che ha permesso di ottenere ottimi profumi primari e un quadro acido molto interessante. Quest’anno le grandinate sono state limitate in aree circoscritte. La vendemmia ha avuto inizio verso la fine di agosto per terminare nella prima decade di novembre con gli ultimi conferimenti dell’uva Raboso. L’andamento fermentativo si è svolto nella maniera più regolare, aiutato anche dalle temperature ambientali più basse che hanno garantito una gestione del freddo ottimale durante le fermentazioni.

Qualitativamente il Prosecco presenta un quadro acido molto equilibrato e un interessante profilo aromatico. Per il Pinot Grigio la qualità è mediamente buona, mentre risulta ottima per il Merlot e il Cabernet specialmente per quei vini ottenuti dalle uve raccolte nell’ultima parte della vendemmia che hanno potuto fruire del perfetto andamento climatico. Nel veronese si sono raccolti grappoli sani e giustamente spargoli per le Doc Soave e Valpolicella, consentendo anche una perfetta cernita per le uve da mettere a riposo per il Recioto di Soave, ma in particolare per l’Amarone che dalle prime analisi risulta di una qualità sicuramente superiore a quella già buona dell’annata 2015. Ottima pure la qualità delle uve precoci da vitigni internazionali Pinot Grigio e Chardonnay, così come quelle a bacca rossa Cabernet Sauvignon e Merlot. Il mercato sta assorbendo bene tutta la produzione registrando quotazioni stabili e in alcuni casi in leggero rialzo rispetto allo stesso periodo del 2015.

FRIULI VENEZIA GIULIA
Quantità: -5% rispetto vendemmia 2015. Un ottimale andamento climatico per la vite, registrato soprattutto durante il periodo estivo, ha permesso di ottenere uve perfettamente sane e anche gli insetti più comuni: tignola, cicalina e ragno rosso, non hanno dato origine a problematiche particolari. L’epoca di vendemmia, per le uve destinate alla produzione di vino base spumante, è iniziata nell’ultima settimana di agosto mentre, per alcune varietà precoci: Pinot Nero, Traminer Aromatico, Pinot Grigio e Sauvignon, la raccolta è avvenuta a partire dalla prima settimana di settembre. La quantità di uva è risultata inferiore del 5% rispetto allo scorso anno a causa di una primavera fredda e piovosa che ha creato alcuni problemi durante la fioritura generando grappoli spargoli e acini disformi. Inoltre, alla fine di agosto e durante i primi venti giorni di settembre, le alte temperature e l’apprezzabile ventilazione hanno contribuito ulteriormente ad abbassare il quantitativo di uva raccolta.

Il calo produttivo si è registrato soprattutto nelle varietà precoci, quali il Pinot Grigio, Tocai Friulano e Chardonnay mentre, la Glera (Prosecco) e la Ribolla Gialla, fanno registrare un incremento produttivo grazie anche ai nuovi vigneti entrati in piena produzione. I vini ottenuti, grazie anche ad una buona escursione termica tra il giorno e la notte, fanno registrare delle gradazioni alcoliche sostenute, un buon corredo acido e un’interessante e complesso quadro aromatico. Anche le uve a bacca rossa si sono rilevate di ottima qualità. Le operazioni di raccolta si sono concluse con le varietà tardive quali Verduzzo, Refosco e Picolit. Per quanto riguarda il mercato un certo interesse è rivolto alle varietà a bacca bianca tipo Glera e Ribolla Gialla, mentre per il Pinot Grigio si attendono gli sviluppi della nuova Doc interregionale. Per le tipologie rosse, purtroppo ridotte a un solo 20% dell’intera produzione viticola regionale, le contrattazioni riguardano il Refosco, il Merlot e il Cabernet Sauvignon.

EMILIA ROMAGNA
Quantità: +3% rispetto vendemmia 2015 In tutta la regione la campagna vitivinicola è stata sicuramente positiva e si stima una produzione complessiva di 7,6 milioni di ettolitri. In Romagna la vendemmia è iniziata a ridosso di Ferragosto con le basi spumanti mentre per lo Chardonnay destinato ai vini fermi e per le uve di Sauvignon i conferimenti sono iniziati nell’ultima settimana di agosto. Le produzioni di queste varietà precoci si sono rivelate ottime sia dal punto di vista sanitario che da quello qualitativo. Ottima annata anche per le uve di Grechetto Gentile (Pignoletto); le basi presentano buone note aromatiche e acidità maliche interessanti. Bene anche le Albane che hanno però generato prodotti meno strutturati rispetto alle precedenti vendemmie ma più freschi e fruttati. Per il Trebbiano la vendemmia è iniziata verso la metà di settembre; le produzioni sono risultate più abbondanti rispetto allo scorso anno, perfettamente sane e con ottimi pH, presupposti per una buona produzione di vini base spumante. Bene anche le uve a bacca rossa: il Merlot presentava contenuti zuccherini inferiori allo scorso anno ma una buona freschezza aromatica con produzioni pressoché invariate rispetto allo scorso anno.

La vendemmia della Cagnina (vitigno Terrano), primo vino romagnolo ad essere messo in vendita, risulta essere particolarmente gradevole e profumato. Ottimi anche i Sangiovesi che quest’anno, nella maggior parte dei casi, non hanno subito fenomeni di siccità ed evidenziano livelli qualitativi buoni con diverse punte di eccellenza. Anche in Emilia la vendemmia ha avuto un decorso positivo con un aumento della produzione rispetto allo scorso anno. Bene si stanno comportando i vini rossi provenienti dalle uve di Ancellotta come i rossissimi con tenori di colore e profumi eccellenti. Anche i Lambruschi, nonostante la maggiore quantità, sono stati caratterizzati da uno stato sanitario eccellente e da un ottimo grado di maturazione sia per il Salamino, il Sorbara e il Grasparossa. Molto bene anche le produzioni tipiche del Nord dell’Emilia; dove le Malvasie presentano aromi e acidità importanti, così come la Bonarda. Buone le reazioni dei mercati che, a causa della scarsa produzione mondiale, mostrano segni di quotazioni in rialzo.

TOSCANA
Quantità: -7% rispetto vendemmia 2015 La campagna 2016 è stata contraddistinta da un inverno mite e da una primavera con precipitazioni superiori alla media stagionale, mentre da luglio la situazione si è capovolta con assenza di piogge. Questo cambiamento ha generato differenziazioni di sviluppo e stress fisiologico in alcuni areali. La raccolta delle uve è stata dunque eterogenea e caratterizzata da maturazioni scalari all’interno dello stesso appezzamento vitato. Tutto ciò ha determinato una vendemmia lunga e mirata ad ottimizzare le maturazioni polifenoliche. Una giusta ed equilibrata gestione del vigneto si è rilevata più che mai determinante permettendo di ottenere uve sane e con parametri analitici eccellenti. La vendemmia è iniziata con la raccolta delle uve bianche precoci che, favorite da buone e regolari escursioni termiche, hanno prodotto vini equilibrati, con buone acidità e con un complesso patrimonio aromatico.

A inizio settembre è stata la volta delle uve a bacca rossa a Bolgheri e nella zona del Morellino di Scansano. Dal 19 settembre è iniziata la vendemmia delle uve bianche per la Docg Vernaccia di San Gimignano e, a seguire, quelle di Sangiovese per la produzione di Chianti, Chianti Classico, Carmignano, Nobile di Montepulciano e Brunello di Montalcino. Le operazioni vendemmiali si sono concluse intorno al 20 ottobre con gli ultimi conferimenti di Sangiovese e Cabernet Sauvignon. Le cinetiche fermentative sono decorse in modo regolare e i risultati in termini qualitativi sono molto interessanti. I primi dati analitici confermano le attese di annata equilibrata ed elegante, infatti le buone acidità e i pH bassi sono delle ottime premesse per vini longevi e di personalità. La resa uva/vino è risultata leggermente inferiore alla norma a causa della morfologia degli acini e dell’andamento climatico. Si stima una quantità di poco superiore ai 2,6 milioni di ettolitri di vino in calo di oltre il 5% rispetto alla campagna 2015. Per quanto concerne il mercato si evidenziano quotazioni in leggera flessione rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

MARCHE
Quantità: uguale rispetto vendemmia 2015. Il mese di settembre dal punto di vista climatico ha avuto un ottimo decorso, con buone escursioni termiche che si sono ripetute sino alla seconda decade di ottobre consentendo all’uva di raggiungere il giusto grado di maturazione. Solo dopo metà ottobre si sono verificati eventi climatici avversi che hanno rallentato la vendemmia. Quest’anno si è rilevata su più varietà una “acinellatura dolce” dei grappoli, probabilmente causata dalle continue piogge cadute nella fase di allegagione che hanno contribuito alla riduzione della produzione. Vitigni come Verdicchio, Pecorino e Sangiovese hanno raggiunto normalmente il loro grado di maturazione zuccherina e fenolica. Qualche difficoltà in più, invece, si è riscontrata per i vitigni tardivi, come Passerina e Montepulciano, i quali hanno subito condizioni climatiche avverse nel periodo della raccolta. Quest’anno l’epoca di maturazione delle uve è risultata nella norma rispetto alla media delle ultime 10 vendemmie, ma posticipata, se rapportata alla scorsa campagna, di una settimana per le varietà a bacca bianca (Trebbiano, Passerina, Pecorino, Verdicchio) e di dieci giorni per quelle a bacca rossa (Sangiovese, Montepulciano, Merlot e Cabernet).

La raccolta delle uve è iniziata nell’ultima decade di agosto per le varietà precoci base spumante, Incrocio Bruni e Chardonnay. Per il Verdicchio e il Sangiovese i conferimenti hanno avuto il via dalla metà di settembre, mentre alla fine dello stesso mese è stata la volta del Montepulciano la cui raccolta è proseguita sino al 21 ottobre. Qualitativamente parlando i vini bianchi (Verdicchio, Pecorino e Passerina) risultano molto equilibrati, ricchi in aromi primari (tioli) e dotati di notevole freschezza. Anche per i vini rossi si prospetta un’annata assai interessante con prodotti che evidenziano una buona dotazione acidica, tenori elevati di antociani e polifenoli, presupposti ideali per ottenere vini adatti all’invecchiamento. Complessivamente si stima una quantità in linea con quella dello scorso anno pari a circa 960.000 ettolitri con punte anche di +15% in alcuni areali mentre in altri , per contro si registra una diminuzione del 10-15%.

LAZIO E UMBRIA
Quantità: -5% rispetto vendemmia 2015 I mesi riguardanti la vendemmia sono stati solo parzialmente benevoli dal punto di vista climatico; in quanto settembre è stato costellato da numerose piogge ed abbassamenti repentini della temperatura ed anche il mese di ottobre non ha risparmiato giorni di pioggia. Tutto ciò ha notevolmente influito sulla qualità delle uve, specie quelle tardive, che nel Lazio e in Umbria rappresentano la stragrande maggioranza e, ovviamente, anche sulla quantità che si è ridotta notevolmente. In particolare, lo stato sanitario, molto buono fino a metà ottobre, è precipitato in seguito ad attacchi di muffa grigia e marciume acido, determinando in alcuni mosti bianchi, una difficoltà nelle decantazioni statiche. Di conseguenza la raccolta è risultata molto lunga intervallata da numerose soste e riprese, con qualità estremamente eterogenee a seconda delle zone geografiche e del momento della vendemmia. Pertanto si evidenzia una grande differenza tra i vini bianchi e rossi ottenuti con varietà precoci, che risultano profumati, strutturati e ben bilanciati, e quelli provenienti da varietà tardive che appaiono meno espressivi, sebbene anch’essi di buona struttura e di gradazione alcolica elevata.

Le ultime fermentazioni alcoliche hanno avuto un decorso molto lento in virtù delle basse temperature iniziali delle uve. Dal punto di vista quantitativo le due regioni si confermano in controtendenza l’una sull’altra, in quanto nel Lazio, a parità di superfici vitate vendemmiate, si registra un aumento del 5% relativamente all’annata precedente, mentre in Umbria si rileva un -10%. Il riferimento alle superfici vitate è d’obbligo in quanto la regione Lazio continua a spiantare vigneti a favore di altre coltivazioni e ciò determina lo spostamento in negativo dei numeri assoluti. Per questo motivo, volendo trarre un dato definitivo e comprensivo, Lazio e Umbria si attestano ad un -5%, rispetto alla scorsa stagione con una produzione di circa 2.340.000 ettolitri di vino.

ABRUZZO
Quantità: +12% rispetto vendemmia 2015. Anche in Abruzzo le ultime annate sono state caratterizzate da numerose anomalie meteoriche, a causa del cambiamento climatico in atto già da alcuni anni. Lo stesso si è verificato anche per la vendemmia 2016. La raccolta è iniziata intorno al 20 di agosto per le varietà precoci (Chardonnay e Pinot Grigio), con i vigneti più vicini alla costa e per quelli più giovani, per proseguire, successivamente, verso l’interno. Nell’ultima settimana di agosto si sono registrate temperature nella norma del periodo con la presenza di vento che ha asciugato le abbondanti precipitazioni dei giorni precedenti. Le varietà Pecorino, Trebbiano, Cococciola, Falanghina, Sangiovese sono state raccolte da metà settembre in poi, a partire dai vigneti più giovani, fino alla prima decade di ottobre. I conferimenti delle uve Montepulciano sono iniziati anch’essi dall’ultima settimana di settembre in anticipo rispetto alla norma a causa dell’andamento climatico che ha fatto registrare precipitazioni quasi giornaliere.

Ciò ha permesso di portare in cantina grappoli per la maggior parte sani, più pesanti, ma con una parziale maturità fenolica e quindi con un grado zuccherino medio di circa 1-2 gradi Babo più basso rispetto allo scorso anno. Considerando l’andamento stagionale piuttosto anomalo, la vendemmia 2016 si può complessivamente considerare di buon livello con diverse punte di ottimo. Il quantitativo risulta superiore, rispetto al 2015, tra il 10 e il 15%, il che significa una produzione di vino pari a circa 3.350.000 ettolitri. Per quanto concerne il mercato si è registrato, fin dalla fine della vendemmia scorsa, un ottimo interessamento sia per le tipologie di vini a Igt autoctoni che a denominazione di origine. Discorso diverso invece per i vini generici che risentono della forte concorrenza, al ribasso, dei vini di altri Paesi comunitari ed extra comunitari per i quali le richieste risultano minime e soltanto per i prodotti di media-alta qualità.

CAMPANIA
Quantità: -20% rispetto vendemmia 2015. Dalla seconda decade di maggio e per tutto giugno, il manifestarsi di piogge abbondanti ha determinato un aumento della pressione della peronospora, che ha reso più difficile e impegnativa la gestione dei vigneti. La fioritura è avvenuta tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, in linea con gli altri anni, ma ha avuto un decorso abbastanza irregolare, con un’allegagione più prolungata che ha prodotto grappoli più spargoli. Dalla terza decade di giugno le temperature medie sono notevolmente aumentate e, fino alla fine di agosto, l’estate è trascorsa con una buona ventilazione, con temperature comunque non eccessive, intervallate da qualche temporale estivo e con importanti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Pertanto nei vigneti si è avuto un ottimo sviluppo della vegetazione. I tempi di raccolta, rispetto all’anticipo dello scorso anno, si sono svolti nella media dei periodi classici delle varie zone.

Si è iniziato con le uve per le basi spumante e i vitigni a bacca bianca del Cilento nella prima decade di settembre. Le piogge cadute nella prima metà di settembre hanno determinato un’accentuata eterogeneità nella fase finale di maturazione delle uve, spostando di qualche giorno in avanti l’inizio della raccolta. La vendemmia delle varietà a bacca bianca è terminata nell’ultima decade di ottobre e i primi riscontri confermano vini interessanti sotto il profilo olfattivo, snelli, freschi e sostenuti da elevate acidità. Per l’Aglianico invece i conferimenti sono terminati intorno al 10 di novembre. Per le uve rosse in generale è stata una vendemmia più difficile; la selezione dei grappoli in vigna è risultata fondamentale per conseguire buoni risultati; i vini sono meno concentrati del solito, con maggiori tenori di acidità ma con buone espressioni olfattive. Si conferma una produzione inferiore allo scorso anno del 20% pari a circa 1,3 milioni di ettolitri di vino.

PUGLIA
Quantità: +12% rispetto vendemmia 2015. L’andamento climatico in Puglia è stato caratterizzato da piogge regolari in tutta la regione. I mesi di giugno e luglio sono stati all’insegna del caldo interrotto da alcuni periodi più freschi che hanno favorito un’accelerazione della maturazione in particolare delle varietà precoci soprattutto nel Salento. Rari i focolai di peronospora e di infezione da oidio tenuti facilmente sotto controllo. Nel mese di agosto si è registrato un caldo eccessivo intervallato da abbondanti e brevi piogge che hanno interessato la zona del Tavoliere (Nord Puglia) e del Salento e ridotto in parte il prodotto finale. Le operazioni di raccolta sono iniziate già a fine luglio con la vendemmia delle uve a base spumante per poi proseguire con lo Chardonnay, il Pinot e il Sauvignon. Per le uve autoctone bianche come il Bombino Bianco (Tavoliere), la Verdeca e il Bianco d’Alessano (Valle d’Itria) i primi grappoli sono stati staccati nella prima decade di settembre, per poi proseguire con gli altri vitigni quali il Trebbiano e la Malvasia.

Per i vitigni autoctoni a bacca rossa come il Primitivo (Salento e Valle d’Itria) i conferimenti sono iniziati nella seconda metà di agosto, mentre per il Negroamaro (Salento) intorno alla seconda decade di settembre. A fine settembre si è proseguito con il Bombino Nero (Tavoliere) e quindi con il Montepulciano e il Susumaniello (Alto Salento), mentre a metà dello stesso mese la vendemmia si è conclusa con il Nero di Troia (Tavoliere). A causa delle abbondanti piogge di metà settembre, l’uva ha subito danni nella sua integrità, ma fortunatamente non rilevanti. Dai primi riscontri di cantina i vini risultano di buona qualità, equilibrati e ben strutturati. Complessivamente in tutta la regione si stima un quantitativo superiore allo scorso anno tra il 10 e il 15% a seconda delle zone, pari ad una produzione di vino di circa 8,9 milioni di ettolitri.

SICILIA
Quantità: -7% rispetto vendemmia 2015 La vendemmia per le varietà bianche precoci è iniziata con il Pinot grigio, il Sauvignon blanc e lo Chardonnay nella prima settimana di agosto, con un ritardo di qualche giorno rispetto alla scorsa vendemmia. Nella seconda settimana di agosto si sono raccolti il Viognier e Muller Thurgau ed il Moscato bianco, mentre nella terza settimana dello stesso mese è stata la volta delle uve di Catarratto e Grillo basi spumante. La vendemmia delle uve rosse, in particolare per il Merlot, è iniziata nella terza decade di agosto, a seguire tutte le altre varietà come Syrah, Nero d’Avola e Frappato, per concludere con il Cabernet sauvignon nella prima settimana di settembre. Per quanto riguarda le varietà autoctone a bacca bianca i conferimenti di Grillo e Zibibbo sono iniziati nella terza decade di agosto mentre per il Catarratto e l’Insolia la raccolta è avvenuta a partire dalla prima decade di settembre. Nella zona dell’Etna la vendemmia ha preso il via alla fine di settembre con il Carricante e a seguire con il Nerello Mascalese che si protratto sino alla fine di ottobre. Complessivamente la sanità delle uve conferite è risultata buona, così come la resa uva/vino.

Durante la raccolta e le vinificazioni non si sono registrate problematiche particolari e i primi dati analitici evidenziano vini con una qualità assai interessante con diverse punte di ottimo ed alcune di eccellente. Quantitativamente parlando nella zona del Moscato di Noto e di Siracusa e nell’area della Docg Cerasuolo di Vittoria si registra un calo del 10%. Nell’isola di Pantelleria, a causa delle scarsissime precipitazioni, la produzione dello Zibibbo ha registrato un decremento di ben il 45%. In tutta l’Isola si stima un decremento medio di oltre il 5% rispetto alla campagna vitivinicola 2015 dovuto soprattutto ad un ammanco delle varietà a bacca rossa. Pertanto si stima una produzione complessiva di vini e mosti di poco superiore ai 5,8 milioni di ettolitri. Per quanto concerne il mercato le contrattazioni evidenziano un leggero aumento dei prezzi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

SARDEGNA
Quantità: uguale rispetto vendemmia 2015. Dopo un’estate arida, Giove Pluvio, nella prima decade di settembre, ha finalmente portato acqua in Sardegna, dando quindi un po’ di sollievo agli “assetati” vigneti isolani. Acqua utile soprattutto per quei vitigni a maturazione tardiva, in primis Cannonau e Carignano. Si sono poi alternate giornate soleggiate e mai torride, che hanno permesso alle viti di arricchirsi di un buon corredo di sostanze aromatiche e polifenoliche. A metà settembre e nel successivo periodo la Sardegna è stata attraversata da una perturbazione atlantica che ha fatto crollare le temperature portando altresì copiose piogge. In varie macrozone dell’isola, si sono abbattute delle vere e proprie bombe d’acqua, che hanno compromesso in parte la sanità delle uve in fase di raccolta, con qualche accenno di muffa grigia, che è stata però limitata da tempestive operazioni vendemmiali, che hanno riportato il tutto alla normalità.

Per i vitigni più tardivi invece non si lamentano problemi sanitari. Infatti, le luminose giornate di fine settembre hanno permesso un decorso regolare della maturazione. La gradazione delle uve è risultata mediamente inferiore di un grado alcolico rispetto all’ultima vendemmia. Analizzando le produzioni dei vitigni per quanto riguarda le uve a bacca bianca (in primis Vermentino, Nuragus e Vernaccia) i quantitativi risultano in linea con la precedente vendemmia. Lo stesso dicasi per le varietà a bacca rossa. La chiusura delle operazioni vendemmiali è avvenuta intorno al 10 di novembre con la raccolta delle ultime uve di Nasco e Malvasia, base dei vini da dessert. Quantitativamente in tutta la Sardegna si stima una produzione pressoché simile a quella dello scorso anno pari a poco più di 790.000 ettolitri. Il mercato risulta stabile senza particolari variazioni rispetto all’ultima vendemmia.

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Food and Wine in Progress alla Stazione Leopolda

Arriva alla sua seconda edizione Food and Wine in Progress, il grande evento promosso dall’Unione regionale cuochi toscani (Urct), dall’Associazione italiana sommelier Toscana e da Cocktail in the world, che questo anno si svolgerà ancora alla Stazione Leopolda di Firenze domenica 27 e lunedì 28 novembre con tante novità.

A partire dagli organizzatori. Andranno infatti ad affiancare le tre associazioni appena citate, anche la Confcommercio e la Coldiretti Toscana, due realtà che raccolgono il resto delle eccellenze toscane dell’enogastronomia, della ristorazione e della produzione agroalimentare.

Un progetto, quello presentato ieri a Palazzo Panciatichi, sede del Consiglio Regionale della Toscana, che nasce con l’intento di promuovere le produzioni enologiche e agroalimentari, stimolare la cultura, la conoscenza e la professionalità e far sì che i suddetti soggetti, in un contesto storico e socioeconomico in continua progressione, possano essere protagonisti nel cambiamento e nelle evoluzioni del settore. Hanno preso parte alla conferenza stampa di ieri mattina il Presidente del Consiglio regionale della Toscana, Eugenio Giani e il vicepresidente Lucia De Robertis, il presidente nazionale dell’Ais, Antonello Maietta, il presidente della Federazione italiana cuochi, Rocco Pozzulo, il vicepresidente vicari di Fipe Confcommercio e Presidente Fipe-Confcommercio Toscana, Aldo Cursano, il vicepresidente di Coldiretti Firenze/Prato Andrea Landini.

Food & Wine in Progress si candida ad essere un progetto di promozione ed aggregazione delle eccellenze toscane tout court, in cui i produttori attraverso momenti di presentazioni, parlano di produzioni agricole, di vino, di alimenti, di qualità e di innovazioni, come denota l’utilizzo del termine “in progress” nel titolo dell’evento a testimoniare una volontà reciproca di aprirsi all’innovazione e allo sviluppo di nuove idee. In due giorni sono attesi 5 mila visitatori che potranno incontrare oltre centinaia di cuochi, tra i quali anche chef rinomati, oltre 140 aziende vitivinicole in esposizione e altrettante legate ai settori del beverage e del food. Inoltre  dibattiti, convegni e approfondimenti per avvicinare il consumatore al mondo dell’agroalimentare italiano con una formula mai sperimentata prima.

GLI INTERVENTI
“Sosteniamo con convinzione questa iniziativa perché mette al centro la parola chiave delle nostre produzioni agroalimentari e enologiche: la qualità, e permette di valorizzarla grazie alla presenza sinergica degli ambasciatori nel mondo dei nostri prodotti: i grandi chef – afferma l’assessore all’Agricoltura della Regione Toscana, Marco Remaschi – è una manifestazione nata da poco ma che ha avuto un esordio brillante: quest’anno, ci auguriamo possa consolidarsi offrendo una vetrina prestigiosa alle nostre eccellenze e, con loro, all’insieme della nostra produzione. Nel mondo, ne abbiamo costanti riscontri, c’è tanta voglia di Toscana, di ‘assaggiare’ la Toscana: a Food and wine in progress, per due giorni, sarà possibile farlo ai massimi livelli”.

“La capacità attrattiva della nostra regione nel mondo è senza dubbio data anche dalla sua cucina e dai suoi prodotti. L’immagine del ‘buon vivere toscano’ è strettamente correlata al nostro cibo e al nostro vino quindi una manifestazione che metta al centro le produzioni enologiche ed agroalimentari di eccellenza della nostra regione è sicuro richiamo e ulteriore vetrina di ciò che possiamo offrire al turista che decidesse di trascorrere qui le sue vacanze”, dice Stefano Ciuoffo, assessore attività produttive, commercio e turismo regione toscana.

“Il progetto che sta alla base di questo importante evento – afferma Osvaldo Baroncelli, Presidente AIS Toscana –  nasce dall’intento di promuovere le eccellenze delle produzioni enologiche ed agroalimentari, far conoscere la cultura, la conoscenza e la professionalità del food e wine e le evoluzioni che questi due settori hanno saputo esprimere in questi anni sia a livello nazionale che internazionale. Questa sinergia fra sommelier e chef si traduce nella somma delle reciproche conoscenze per offrire un costante e proficuo dialogo fra associati, istituzioni, produttori e scuole alberghiere con l’obiettivo di contribuire alla crescita della cultura enogastronomica”.

CUOCHI DI TOSCANA
La Toscana con oltre 1.200 cuochi è una delle regioni più importanti per questa professione che negli ultimi anni è cresciuta, spiega Franco Mariani, Presidente Urct. “Nel 2015 – continua – abbiamo quindi voluto ospitare il congresso della Federazione italiana cuochi creando un contenitore che avevamo chiamato il numero zero di Food and Wine in Progress: ecco, oggi possiamo contare sul successo dell’anno scorso per rilanciare un grande evento che ha come obiettivo quello di promuovere il grande patrimonio delle eccellenze enogastronomiche della nostra regione, ma non soltanto, creando un confronto interprofessionale aperto al pubblico, che poi è il consumatore finale”.

“Pensare globale e mangiare locale è un’ottima strategia per promuovere economia e salute – aggiunge Franco Marinoni, Direttore di Confcommercio Toscana – con Food and Wine in Progress presentiamo ai consumatori finali la filiera completa dell’agroalimentare, dal campo alla tavola, attraverso tutti gli operatori che ne fanno parte. Una rete di professionisti che comprende anche ristoratori, macellai, panificatori che ogni giorno, restando in equilibrio fra tradizione e innovazione, contribuiscono a guidarci nelle nostre scelte alimentari, in nome del benessere e della qualità. Il cibo è salute, è turismo, è cultura, è motore importante della nostra economia. Per un turista gustare una bistecca o un bicchiere di vino è parte di un’esperienza culturale. Tutelando la qualità dell’enogastronomia noi salviamo la nostra storia e ci diamo un futuro”.

All’evento prenderanno parte anche i rappresentanti di Mixology, la Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi)-Confcommercio e i produttori attraverso le associazioni regionali dei macellai e dei panificatori, Federcarni e Assipan Confcommercio.

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Approfondimenti

Cantine Aperte a Natale: in Toscana il voucher che vale una visita

Torna in tutta la Toscana domenica 11 dicembre (e in alcuni casi già a partire dal giorno precedente) il grande appuntamento con “Cantine Aperte a Natale”, l’evento promosso dal Movimento Turismo del Vino Toscana. E quest’anno è caccia alla bottiglia nelle tante cantine che hanno deciso di sposare l’iniziativa “A Natale regala una cantina”, un modo nuovo per vivere questa giornata di festa da passare per cantine. “Invitiamo tutti a venire nelle nostre cantine per conoscere la passione e le emozioni che danno vita ai vini delle nostre aziende – spiega il presidente del Movimento Turismo Vino Toscana, Violante Gardini – per questo nell’occasione di Cantine Aperte a Natale abbiamo voluto creare per i nostri ospiti la possibilità di “conquistare” un voucher-regalo che darà la possibilità anche ad altre persone di venirci a trovare”.

Nelle decine di cantine toscane aderenti all’iniziativa, a fronte di una spesa di 50 euro per l’acquisto di vino durante la giornata di Cantine Aperte a Natale, regaleranno un voucher valido per una visita per due persone nella stessa cantina dove è stato effettuato l’acquisto. Il voucher potrà essere utilizzato dal 10 gennaio al 31 marzo 2017. Molte saranno anche le attività create ad hoc dalle cantine per accogliere i visitatori creando un’atmosfera diversa: non solo la classica visita con degustazione ma anche spettacoli, musica, apertura di bottiglie di vecchie annate e tanto altro in un’esperienza natalizia tra le botti.

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Merano WineFestival: 10 mila motivi per non mancare, nel 2017

Soddisfazione e ottimismo di Helmuth Köcher, presidente e fondatore del Merano WineFestival, in chiusura della venticinquesima edizione della manifestazione (qui la lista dei vini premiati), che ha visto superare le diecimila presenze in 5 giorni di attività, superando di qualche decina i numeri del 2015. Cento aziende vitivinicole partecipanti a bio&dynamica, 394 cantine italiane e 92 artigiani del gusto e birrifici nella Selezione Ufficiale 2016, 89 aziende vitivinicole internazionali e 13 tra Consorzi e aziende di servizi alla ristorazione partecipanti, 7.500 biglietti staccati, 300 giornalisti e media accreditati, 2750 pass per le aziende e circa 300 persone coinvolte nell’organizzazione: questi i numeri della venticinquesima edizione del Merano WineFestival, che per la città vale un indotto di circa 8 milioni di euro.

Settemilacinquecento biglietti venduti, di cui oltre 700 per Catwalk Champagne, grande sorpresa di questa edizione.  “Considerando gli oltre 600 produttori presenti – commenta Helmuth Köcher – possiamo calcolare che le presenze al Merano WineFestival 2016 abbiano superato quota 10.000, superando di poco i valori 2015”. Numeri notevoli, che tuttavia non hanno intaccato il flusso e la ‘vivibilità’ delle sale nel fine settimana della Selezione Ufficiale. “Molti visitatori infatti, complice probabilmente il meteo, hanno preferito domenica e lunedì per visitare la manifestazione e ciò ha permesso che la presenza del pubblico fosse equilibrata e non concentrata al sabato”, continua Köcher.

IL FUTURO

Sempre più appassionati e competenti i visitatori del Merano WineFestival, ma non solo: percezione di tutte le aziende è stata la maggiore presenza di addetti del settore nelle sale del Kurhaus, grazie ad un settore che lavora ogni giorno alla comunicazione del vino in Italia con competenza e passione. Soddisfazione, seppure con margini di miglioramento, per la prima edizione di GourmetArena for professional only, un po’ di delusione per la sezione bio&dynamica, “settore di nicchia che meriterebbe più attenzione da parte degli addetti del settore”, spiega Köcher, particolarmente orgoglioso del successo della seconda edizione di Catwalk Champagne, che si appresta a divenire punto di riferimento italiano per lo Champagne.

Per il futuro Köcher si augura di consolidare i numeri di quest’anno e aprire all’estero, coinvolgendo maggiormente sia aziende che pubblico internazionali, forte della posizione geografica della cittadina altoatesina e della particolare caratteristica dell’evento, che si sta posizionando come manifestazione-guida nel panorama del vino in Italia, proponendo esclusivamente etichette selezionate. Nel frattempo si lavora ai prossimi eventi della società di Köcher, Gourmet’s International: Merano Award Selection Roma (27 e 28 novembre all’Acquario Romano) e Wine&Siena (21-22 gennaio 2017).

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Cantine Aperte a San Martino: weekend di vino, dal Piemonte alla Sicilia

Dalla Sicilia alla Lombardia, dalla Calabria al Veneto, dall’Emilia Romagna all’Umbria torna sabato 12 e domenica 13 novembre in tutta Italia Cantine Aperte a San Martino, l’appuntamento autunnale del Movimento Turismo Vino che quest’anno sostiene le popolazioni colpite dal terremoto del Centro Italia con “MTV per Amatrice”. Grazie alla campagna promossa da MTV, che terminerà a maggio 2017 con Cantine Aperte, parte del ricavato delle degustazioni sarà destinato infatti ad un progetto dedicato ai bambini delle scuole elementari di Amatrice. Cantine Aperte a San Martino sarà anche l’occasione per brindare al ‘capodanno agrario’ e rivivere con i vignaioli l’antica tradizione del giorno di San Martino. L’usanza vuole che l’11 novembre nelle campagne si festeggiasse il raccolto e, con la nuova annata agraria, il rinnovo dei contratti. Ed è con questo spirito che le cantine MTV apriranno le porte agli appassionati con numerose attività tra degustazioni, visite guidate, passeggiate nei vigneti, assaggi di vini nuovi e castagne, lezioni di potatura e mostre.

“Anche con Cantine Aperte a San Martino – dichiara il presidente del Movimento Turismo Vino, Carlo Pietrasanta – MTV intende valorizzare i territori vitivinicoli, promuovendo la cultura del vino attraverso proposte di qualità. Una missione portata avanti dalla nostra associazione da oltre 20 anni, pur in assenza di una legge quadro sull’enoturismo, che permetta al mondo vitivinicolo di trasformare questo asset in vera risorsa”.

I DETTAGLI
La kermesse si apre già il 12 novembre nella Marche, in Campania e in Friuli Venezia Giulia con iniziative che spaziano dai tasting abbinati alla musica live (provincia di Benevento) a quelli alla cieca (provincia di Udine), fino alle cene e ai pranzi con il vignaiolo nelle cantine sparse per il territorio friulano. Nel resto d’Italia, per scoprire i territori vitivinicoli più conosciuti ma anche quelli più insoliti con tutto il fascino dei colori autunnali, la giornata clou è invece domenica 13 novembre.

Si va dalla visita ai “crotin” sotterranei in Piemonte (Monteu Roero – CN) a quella nella grotta scavata a mano nel tufo nel Lazio (Zagarolo – RM), al tour nello storico Baglio affacciato sul mare in Sicilia (Marsala – TP). In Umbria sarà il tema ‘WineArt – Arte in Cantina’ ad accompagnare le attività previste in 19 aziende, che esporranno opere di artisti locali ispirate al vino, alla vita in cantina e al territorio, mentre giochi e intrattenimenti per bambini animeranno Cantine Aperte a San Martino in Veneto, Lombardia e Toscana. Musica, light lunch in azienda e degustazioni di vino e prodotti tipici sono inoltre in programma in 5 cantine della Puglia, raggiungibili anche a bordo di enobus (partenza da Bari e Molfetta).

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Approfondimenti news

Sici investe 1,05 milioni di euro su Tenute Piccini

Sici Sgr Spa, attraverso il Fondo Rilancio e Sviluppo, ha annunciato di aver investito 1,05 milioni di euro in Gestioni Piccini Srl – Tenute Piccini, storica realtà del vino toscano di Castellina in Chianti (SI), attiva in diverse catene della grande distribuzione italiana. L’operazione del Fondo Rilancio e Sviluppo è avvenuta tramite la sottoscrizione di due cambiali finanziarie del valore unitario di 525 mila euro.

Gestioni Piccini Srl società attiva nella commercializzazione di prodotti vinicoli e proprietaria delle Tenute Piccini, dislocate in Toscana e Basilicata, aveva già annunciato in estate di aver “concluso con successo un’operazione di finanziamento attraverso l’emissione e la quotazione sul Segmento Professionale dell’ExtraMOT, sistema multilaterale di negoziazione organizzato e gestito da Borsa Italiana, del minibond ‘Gestioni Piccini S.r.l. – Tasso Fisso 5,5% – 2016/2022’, della durata di 6 anni e per un controvalore complessivo pari ad euro 5 milioni”.

“La nostra società – commentava Mario Piccini, amministratore delegato di Gestioni Piccini Srl – si è voluta confrontare con un mercato del credito in continua evoluzione, questo ha fatto sì che la nostra scelta si sia orientata verso l’emissione di un prestito obbligazionario, quotato sul Segmento Professionale ExtraMot di Borsa Italiana. Penso, che per la nostra realtà, questa operazione possa consentire una apertura al mercato del credito non propriamente convenzionale, stimolandoci a dare sempre il meglio con più trasparenza, per attrarre nuovi investitori che credano e ci supportino nelle nostre strategie per il raggiungimento di obbiettivi sempre più ambiziosi”.

Il prestito, costituito da cinquanta titoli di debito del valore nominale di 100 mila euro cadauno, è di tipologia senior secured, in quanto garantito da privilegio speciale sulla produzione vinicola di diverse annate e varietà, principalmente Chianti e Brunello di Montalcino. Si tratta del primo strumento di debito emesso ed ammesso a quotazione garantito da beni di derivazione vinicola.

Il Fondo comune d’investimento mobiliare chiuso “Rilancio e Sviluppo” è operativo dal 2012 ed ha come obiettivo principale quello di “realizzare plusvalenze da investimenti in società che nel medio termine possano presentarsi e strutturarsi come imprese leader sufficientemente patrimonializzate, in grado di affrontare le sfide della competitività internazionale e potenzialmente quotabili su mercati regolamentati, sia azionari che obbligazionari”.

IL NUOVO CORSO
Sotto la guida di Mario Piccini, nel 2015 la società ha raggiunto un volume d’affari di 50 milioni di Euro, di cui oltre il 70% generato all’estero. “Per la nostra azienda è un grande motivo di orgoglio aver fatto sposare la filosofia aziendale e le nostre strategie al Fondo Rilancio e Sviluppo con la sottoscrizione di due strumenti finanziari innovativi che permetteranno alla nostra Società di continuare il percorso di crescita”, commenta l’ad.

“Siamo particolarmente soddisfatti di aver perfezionato questa operazione – aggiunge Daniele Taccetti, presidente del consiglio di amministrazione di Sici – che costituisce un primo intervento in un settore che rappresenta una delle eccellenze del Made in Italy. Gestioni Piccini, in particolare, è ad oggi una solida realtà che ha saputo rilanciarsi e vincere le sfide dei mercati esteri, riuscendo ad assicurare la presenza dei propri prodotti in oltre 70 Paesi”.

“Riteniamo che gli operatori di Private Equity possano dare un contributo significativo allo sviluppo delle mpi del comparto disposte ad aprirsi ad una nuova cultura manageriale e finanziaria – aggiunge Taccetti – anche attraverso l’utilizzo di strumenti di finanza innovativa quali le cambiali finanziarie. Abbiamo esteso le possibilità di intervento di Sici a nuovi strumenti di finanza come cambiali finanziarie e prestiti ‘mezzanini’, che ben si adattano alle dimensioni e caratteristiche delle imprese del nostro territorio”.

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Vini al supermercato

Brunello di Montalcino Docg Riserva 2006, Villa Poggio dei Salvi

(5 / 5) E’ uno dei prodotti top di gamma di Villa Poggio Salvi, secondo solo al Brunello di Montalcino Docg Cru “Pomona”. E, in effetti, il Brunello di Montalcino Docg Riserva 2006 va annoverato tra i migliori vini rossi toscani da invecchiamento presenti nel panorama nazionale della grande distribuzione italiana.

Lo distribuisce, sui propri scaffali, la catena milanese di grandi magazzini e supermercati Il Gigante. Certo, a giocare a favore dell’esito di questa degustazione di vinialsuper c’è la straordinaria annata di questo vino.

Un 2006 che resterà tra le vendemmie da ricordare per il Sangiovese atto alla produzione del Brunello di Montalcino. Per favorire l’apertura degli aromi utilizziamo un decanter. dove il nettare riposa per quasi un’ora.

LA DEGUSTAZIONE
Nel calice, il Riserva 2006 di Villa Poggio dei Salvi si presenta di un rosso rubino ancora intenso, con riflessi granati: il primo “sintomo” di un vino ancora vivo, con ampi margini di miglioramento in bottiglia negli anni, anzi nei decenni.

Al naso si svela pieno, ampio, complesso: note di frutta a bacca rossa, a metà tra la confettura e lo spirito, dominano la scena. Non manca uno spunto floreale di viola. Ma sono ben percettibili, come dalla attese, i richiami terziari (ovvero il bouquet conferito dal periodo di affinamento in legno) a caffé tostato, liquirizia e cacao dolce.

Profumi che evolveranno ulteriormente, col passare dei minuti, per effetto dell’ossigenazione nel calice. Al palato, grande freschezza unita a una sapidità invidiabile: due elementi che, uniti assieme, si mostrano in perfetto equilibrio con le note fruttate di sottobosco. Completa il quadro un tannino elegante, tutt’altro che pungente.

Grande persistenza per il Brunello di Montalcino Docg Riserva 2006 di Villa Poggio dei Salvi, tutta giocata sulle note fruttate, sull’acidità e sulla sapidità. Un quadro davvero perfetto, che può essere reso paradisiaco dal corretto abbinamento in cucina.

Un vino importante, questa riserva toscana, da accostare dunque a piatti dello stesso “peso”: dai primi a base di ragù di selvaggina (cinghiale, per esempio), ai secondi di carne grigliata o a base di cacciagione e selvaggina. Senza dimenticare i formaggi stagionati e il tartufo.

LA VINIFICAZIONE
“Vini tradizionali prodotti con sistemi moderni”: questa la filosofia di Villa Poggio Salvi, azienda agricola che nell’omonima località del Comune di Montalcino, in provincia di Siena, conta 21 ettari di vigneti, tutti impiantati con cloni di Sangiovese Grosso. L’età dei vigneti atti alla produzione del Brunello di Montalcino Riserva varia dai 15 ai 20 anni, situati tra i 300 e i 520 metri sul livello del mare.

L’esposizione è a Sud-Ovest e il terreno è ricco di galestro a larga tessitura. La forma di allevamento è quella del cordone speronato, con una densità di impianto di 5 mila piante per ettaro. La vendemmia avviene sul finire del mese di settembre, a mano, in piccole cassette.

La vinificazione in acciaio, in vasche a temperatura controllata tra i 28 e i 30 gradi, per un periodo che varia fra i 12 e i 14 giorni. Le follature del cappello sono automatizzate, con sistema a pistoni. Fondamentale, poi, la fase di maturazione in legno per il Brunello, come da disciplinare della Denominazione di origine controllata e garantita.

Quaranta mesi in botti di rovere di Slavonia da 50 a 100 ettolitri. Il vino affina poi in bottiglia per un minimo di 6 mesi, prima dell’immissione in commercio. La vendemmia 2006 ha dato vita a circa 7 mila bottiglia di Brunello Riserva.

Villa Poggio Salvi deve il suo nome alla felice posizione sul versante Sud di Montalcino che guarda il mare Tirreno. L’aria pulita, i profumi che arrivano dai folti boschi di lecci che circondano l’Azienda e dalla macchia mediterranea, hanno attirato qui, fin dall’antichità le genti che provenivano dalla Maremma.

Poggio Salvi, appunto, il “Poggio della Salute” in quanto considerato da sempre zona salubre e pura, dove già nei secoli scorsi la gente trovava rifugio per allontanarsi dalle zone più insalubri infestate da malattie. Villa Poggio Salvi per struttura e modernità è un’azienda che guarda al futuro condotta con passione e competenza da Pierluigi Tagliabue e dal nipote Enologo Luca Belingardi.

Prezzo: 24,90 euro
Acquistato presso: Il Gigante

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Food and Wine in Progress: alla Leopolda l’eccellenza agroalimentare

Dai migliori sommelier ai migliori chef italiani, passando per i barman e per i produttori di eccellenze enogastronomiche. Si presenta così la seconda edizione di Food and Wine in Progress, il grande evento promosso dall’Unione regionale cuochi toscani (Urct), dall’Associazione italiana sommelier Toscana e da Cocktail in the world, che questo anno si svolgerà ancora alla Stazione Leopolda di Firenze domenica 27 e lunedì 28 novembre con tante novità. A partire dagli organizzatori: andranno infatti ad affiancare le tre associazioni appena citate, anche la Confcommercio e la Coldiretti Toscana, due realtà che raccolgono il resto delle eccellenze toscane del settore dell’enogastronomia.

GLI OBIETTIVI
Fortemente voluto da AIS Toscana ed Unione Regionale Cuochi Toscani dopo l’esperienza positiva del 2015 in occasione del congresso Fic, Food & Wine in Progress si candida ad essere nel 2016 un progetto di promozione ed aggregazione delle eccellenze toscane tout court, in cui i produttori attraverso momenti di presentazioni, parlano di produzioni agricole, di vino, di alimenti, di qualità e di innovazioni, come denota l’utilizzo del termine “in progress” nel titolo dell’evento a testimoniare una volontà reciproca di aprirsi all’innovazione e allo sviluppo di nuove idee. In due giorni sono attesi 5 mila visitatori che potranno incontrare oltre centinaia di cuochi, tra i quali anche chef rinomati, oltre 130 aziende vitivinicole in esposizione e altrettante legate ai settori del beverage e del food. Inoltre  dibattiti, convegni e approfondimenti per avvicinare il consumatore al mondo dell’agroalimentare italiano con una formula mai sperimentata prima.

CUOCHI “IN PROGRESS”
Ricco il programma promosso dall’Urct che si snoderanno nel grande palco dedicato ai cooking show, che a rotazione durante l’arco di tutta la giornata si alterneranno sul palco centrale, tra cui chef stellati ai quali verrà consegnato il premio di “Ambasciatore della Cucina Italiana”. Ad alternare questi momenti, alcuni interventi di operatori del settore, produttori, ristoratori, che si alterneranno nel corner degli speach, parlando per pochi minuti di come con la loro esperienza hanno apportato un miglioramento al settore dell’enogastronomia di questo paese. Nel programma è previsto anche un momento dedicato alla Nazionale italiana cuochi, la squadra della Fic che ogni anno trionfa nei più importanti campionati di cucina a livello internazionale.

L’Associazione Italiana Sommelier Toscana, che ad oggi conta 4 mila soci e centinaia  di corsisti di cui circa il 40% donne, promuoverà all’interno di Food&Wine in Progress l’evento più significativo promosso durante l’anno, ”Eccellenza di Toscana” che prevede degustazioni guidate da Sommeliers Ais dei migliori vini delle 150 Aziende Vinicole Toscane facenti parte della Guida 2017 di Ais Toscana, a cui si aggiunge un ricco programma di incontri, come l’Ais Wine School per avvicinarsi al mondo dei sommelier, i tanti wine tour promossi durante la due giorni e i momenti di approfondimento e di degustazione sul futuro del vino toscano.

L’ESPOSIZIONE
Nei due giorni di Leopolda saranno presenti anche molti prodotti di nicchia che rappresentano l’eccellenza della toscanità in Italia e nel mondo nel rispetto della piramide alimentare. Quest’area esclusiva sarà riservata ai consorzi IGP, DOP, ecc. e ad  aziende medio/piccole che  rappresentano la qualità sia nel prodotto che nell’intera filiera. Inoltre ci sarà un’esposizione di piccoli macchinari ed attrezzature tecnologiche moderne per operatori del settore Food&Wine. Lo spazio di Italian Barman Style ospiterà eventi ispirati all’abbinamento tra cocktail e cibo, Barman Show a cura di Cocktail in the World, dimostrazioni di preparazioni classiche e nuove tendenze a cura di Mixology,  verrà altresì svolta attività di promozione del bere responsabile. Il programma dettagliato e tutte le informazioni per partecipare sono disponibili sul sito http://www.foodandwineinprogress.it/.

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Tutte le “piazze” del Buttafuoco storico: da Canneto pavese alla conquista di Esselunga

Il figliol prodigo dell’Oltrepò pavese. Il Davide oltrepadano. Da sempre contrapposto, per stile e filosofia, al gigante Golia, che dalle parti di Pavia prende il nome di Bonarda. E’ il Buttafuoco storico, vino rosso da invecchiamento dell’Oltrepò Pavese. Una produzione limitata che, secondo gli ultimi dati, si assesta sulle 65 mila bottiglie. Numero che sale a 360 mila considerando l’intera Doc, che comprende un 25% di vino frizzante. Nulla a che vedere, insomma, con i 20 milioni di bottiglie di Bonarda che ogni anno escono dalle cantine pavesi. Ma per il Buttafuoco, e in particolare per il Buttafuoco storico, il 2016 potrebbe essere l’anno della riscossa. L’intitolazione di una piazza a Canneto Pavese (PV), avvenuta sabato 22 ottobre per volere dall’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Francesca Panizzari, è solo uno degli indicatori della crescente attenzione verso questo nobile blend, ottenuto con sapienza dai vitigni Croatina, Barbera, Ughetta e Uva Rara. La vera rivoluzione parte dalla vigna. E arriva sino ai supermercati Esselunga, l’insegna del compianto Bernardo Caprotti. Da qualche settimana, infatti, è possibile trovare il Buttafuoco Storico Doc “Vigna Sacca del Prete” dell’azienda agricola Giulio Fiamberti in tutti e 90 i punti vendita Esselunga dotati di enoteca con servizio sommelier, dislocati sul suolo nazionale. Fa eccezione la sola regione Toscana, dove la catena milanese sta puntando sulla valorizzazione di altri nobili vini locali. Ad annunciarlo è proprio Giulio Fiamberti, non a caso presidente del Club del Buttafuoco storico.

“Negli ultimi anni – dichiara il viticoltore – siamo riusciti a imprimere una decisiva accelerata alle attività del Club, dando forma a una serie di progetti commerciali e di valorizzazione che erano in cantiere da un po’ di tempo. Un interesse sempre maggiore da parte delle istituzioni, complice probabilmente la scarsa forza dell’Oltrepò pavese in generale, che ha permesso di valorizzare ulteriormente alcune eccellenze che sono ormai da anni in controcorrente, oltre a una certa voglia e necessità di avere un prodotto bandiera che indichi una linea di qualità per tutta l’area oltrepadana, sono gli ingredienti del successo del Buttafuoco storico”. Risultati sotto gli occhi di tutti. Che gli attenti buyer di Esselunga non si fanno sfuggire.

“Quello con la catena di Caprotti – commenta ancora Fiamberti – è un rapporto che affonda le radici nei primi anni del 2000, quando è stato inaugurato il punto vendita di Broni, qui in Oltrepò pavese. La mia azienda è stata selezionata in quanto in grado di assicurare tutta la gamma di vini locali e, in più, anche il Buttafuoco storico e il Sangue di Giuda. In particolare, il Buttafuoco fu introdotto in 20 punti vendita. Poi il numero fu ridotto a 10, limitandosi alle province di Milano e Pavia. Arriviamo così sino ad oggi, con il cru ‘Sacca del Prete’ acquistabile in tutti e 90 i punti vendita Esselunga che possono vantare il servizio dei sommelier Ais all’interno delle loro enoteche”. Fiamberti, di fatto, è il maggiore produttore di Buttafuoco storico dell’Oltrepò pavese, con le sue 3.873 bottiglie. Il posizionamento del prodotto in Gdo è – per ora – lievemente sotto standard. “Si parla di 17,50 euro – ammette Fiamberti – ma il prezzo è destinato ad assestarsi, nei prossimi mesi, sui 18,50 euro circa”. In generale, il Buttafuoco storico si aggira tra i 16 e i 20 euro al pubblico, in enoteca. Mentre le cifre salgono a un minimo di 30 euro, grazie ai (grassi) ricarichi applicati dalla ristorazione locale. Mentre a livello nazionale, le carte dei vini sembrano quasi disconoscere il Buttafuoco.

“La produzione, complice la crescente richiesta non solo in Lombardia e in Italia ma anche e soprattutto all’estero, dal Canada alla Cina, è volata dalle 30-35 mila bottiglie del 2010 alle 65 mila potenziali del 2016”, aggiunge Armando Colombi, direttore del Club del Buttafuoco storico. “La superficie vitata è di circa 10 ettari – spiega – ma anche questo numero è destinato a salire. Uno dei progetti più importanti del Club è infatti quello di mappare nuove superfici, recuperando vigne abbandonate e valorizzando i terreni più vocati. I Vignaioli del Buttafuoco storico, che contribuiscono alla produzione del ‘cru dei cru’ consortile, vedono inoltre riconosciuto un valore commerciale di 3 volte superiore alle loro uve: questo perché il Buttafuoco necessita dell’apporto e dell’esperienza di tutti per diventare qualcosa di importante ed affermarsi, non solo come prodotto di nicchia, a livello nazionale e internazionale”.

Grande anche il lavoro sulla comunicazione del marchio. “Chi produce Buttafuoco storico – evidenzia Armando Colombi – non si pone più di tanto il problema di comunicare il prodotto, in quanto la produzione è talmente limitata da risultare sold-out in pochi mesi. Per questo il Club si sta concentrando sulla promozione del Buttafuoco storico nei confronti di chi si occupa di realizzare guide del vino e, in generale, nei confronti di tutti i comunicatori del settore”. Gomiti alti in area di rigore, insomma, per uno dei prodotti della viticoltura italiana più sottovalutati. Almeno nel Belpaese.

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La Fortezza di Montepulciano rivive con 1,5 milioni di euro

E’ reale: la Fortezza di Montepulciano, storico edificio simbolo della città, è rinata completamente grazie all’impegno dei produttori di Vino Nobile di Montepulciano. Con il taglio del nastro di ieri per l’inaugurazione dell’Enoliteca del Consorzio e della nuova sede degli uffici consortili, l’edificio ha raggiunto il suo completo restauro ed è stato restituito completamente alla cittadinanza per essere sede ideale per mostre, eventi culturali, meeting di vario genere. “Un’opera che ha visto l’unanime adesione dei produttori di Vino Nobile – spiega il Presidente del Consorzio, Andrea Natalini – che in questi anni hanno di tasca propria investito in questa struttura continuando quel percorso di attenzione e sostenibilità per il territorio, per la sua storia e per la città di Montepulciano, che è il nostro valore aggiunto”.

“Il Consorzio del Vino Nobile – continua Natalini – ha sempre avuto un ruolo attivo nella tutela del patrimonio storico-artistico di Montepulciano. L’esempio più evidente di questo impegno, a cui i produttori associati sono stati invitati a partecipare dall’Amministrazione comunale insieme ad altri partner Istituzionali e privati, è la Fortezza, edificio di antichissime origini, la cui esistenza è già documentata addirittura nell’VIII secolo. Dai primi anni 2000, la Fortezza ha ospitato l’Anteprima del Vino Nobile; poi, nel 2007, è stato avviato un imponente progetto di restauro destinato a fare della struttura il punto di riferimento delle attività economiche del territorio nel settore vinicolo e delle produzioni tipiche e di qualità”.

Ieri, 8 ottobre 2016, in occasione dei festeggiamenti della Doc, è stata anche segnata la conclusione dei lavori in Fortezza, con il compimento della parte destinata all’Enoliteca e agli uffici del Consorzio. A quest’ultimo intervento, che ha riguardato il completamento del piano terra e la ristrutturazione del primo piano, il Consorzio del Vino Nobile ha contribuito in maniera consistente, insieme alla Kennesaw University della Georgia (USA) – che qui ha istituito la sua unica sede all’estero – e al Comune, per arrivare ad un totale di circa 1 milione e mezzo di euro. Complessivamente, la ristrutturazione della Fortezza, che ha visto il Consorzio impegnarsi anche nei due precedenti stralci, ha avuto una consistenza di quasi 3 milioni di euro, derivati anche da Fondi Regionali, Risorse CIPE e contributi GAL LEADER.

LE CELEBRAZIONI
L’occasione è stata data dalle celebrazioni per i 50 anni dall’ottenimento della Doc, prima in Italia, del Vino Nobile che per tutta la settimana hanno visto in festa l’intera città e che si sono concluse con il concerto di Omar Pedrini, ex cantante dei Timoria e grande amico del Nobile, proprio in Fortezza. Con un convegno celebrativo al Teatro Poliziano, al quale hanno partecipato numerose autorità, si sono ripercorsi i 50 anni che dal 1966 hanno fatto la storia di un vino che porta il suo territorio in tutto il mondo e che è un fortissimo traino per il turismo di qualità. Durante la mattinata si è esibita in via eccezionale la Divinorchestra condotta dal Maestro Luciano Garosi che ha eseguito l’Inno del Vino Nobile di Montepulciano scritto proprio dal Maestro dell’orchestra poliziana con il testo di Alamanno Contucci. Un’emozione unica che ha accompagnato prima al Teatro Poliziano, poi in Fortezza, prima del taglio del nastro.

IL PATRIMONIO DEL NOBILE
Cinquecento milioni di euro. E’ questa la cifra che quantifica il Vino Nobile di Montepulciano tra valori patrimoniali, fatturato e produzione. Nello specifico in oltre 200 milioni di euro è stimato il valore patrimoniale delle aziende agricole che producono Vino Nobile, 150 milioni circa il valore patrimoniale dei vigneti (in media un ettaro vitato costa sui 150 mila euro) e 65 milioni di euro è valore medio annuo della produzione vitivinicola, senza contare che circa il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino. Una cifra importante per un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale, 2.200 ettari sono vitati, ovvero il 16% circa del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. A coltivare questi vigneti oltre 250 viticoltori (sono circa 90 gli imbottigliatori in tutto dei quali 76 associati al Consorzio dei produttori). Oltre mille i dipendenti fissi impiegati dal settore vino a Montepulciano, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali. Nel 2015 sono state immesse nel mercato circa 7 milioni di bottiglie di Vino Nobile (in linea con l’anno precedente) e 2,8 milioni di Rosso di Montepulciano Doc

IL MERCATO
In linea con gli ultimi anni, anche il 2015 si conferma anno dell’export con una quota destinata all’estero pari all’80 per cento di prodotto, mentre il restante 20% viene commercializzato in Italia. Per quanto riguarda il mercato nazionale le principali vendite sono registrate in Toscana per il 47%, dato al quale si aggiunge il 19 per cento delle vendite al Centro. Al Nord è stato venduto il 16% del totale, mentre è cresciuta del 4% toccando quota 17 per cento. Per quanto riguarda l’estero si assiste a una torta divisa a metà tra Europa e paesi extra Ue. La Germania torna a crescere del 3 per cento con il 46% per cento della quota esportazioni e resta il primo paese per le vendite del Nobile. Strepitosa performance anche per la Svizzera (+7%) che con il 17 per cento rappresenta un importante sbocco. Il dato più significativo arriva ancora una volta dagli Stati Uniti che segnano un + 10% nel 2015 arrivando a rappresentare il 20 per cento dell’export del Nobile. Successo anche per i mercati asiatici ed extra Ue con oltre il 7 per cento delle esportazioni.

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Streetfood al Prato di Arezzo: attesi oltre 50 mila appassionati

Dal 16 al 18 settembre, presso il Prato di Arezzo, l’acropoli della città toscana, torna la settima edizione dello Streetfood Village. Dopo il successo del progetto “4wheels” dedicato ai foodtruck a primavera, al Parco Pertini, i cibi di strada targati “Streetfood” tornano ad animare la storica sede che da qualche mese si è riappropriata anche della splendida Fortezza. Oltre cinquanta cibi di strada presenti, non solo da tutta Italia, ma ormai anche dal mondo, poi anche musica, spettacoli e non mancheranno gli eventi culturali. Attesi in questa occasione oltre 50 mila “streetfoodies” aretini e non solo, perché il cibo di strada promosso dall’Associazione Streetfood crea interesse, porta gente in città e ormai da tutta Italia viene considerato un vero e proprio qualificatore territoriale. Nella tre giorni di Arezzo si potranno degustare sapori unici dell’unico cibo di strada certificato in Italia. “Prima di questo abbiamo già segnato oltre 30 appuntamenti in tutta Italia con quasi un milione di partecipanti – spiega Massimliliano Ricciarini, presidente e fondatore di Streetfood – ma Arezzo rappresenta per il tour la vera festa nazionale del cibo di strada, questo grazie a una sempre più stretta e convinta collaborazione con l’Amministrazione Comunale che ringrazio ancora, e con le principali associazioni e realtà del territorio, come Coldiretti, Lilt e Mengo Music Fest. Completeranno il programma le fiabe animate con attori vestiti da personaggi Disney e Pixar”.

“Streetfood – ha sottolineato l’assessore al turismo, attività produttive e commercio Marcello Comanducci – è diventato un evento fisso nel calendario delle manifestazioni cittadine, sempre con molto successo di pubblico. Per questa edizione abbiamo pensato, d’accordo con gli organizzatori, a una nuova disposizione dei banchi al Prato per garantire una migliore fruizione da parte dei numerosi visitatori”. 

I cibi di strada. Tra i prodotti in degustazione si parte rigorosamente da quelli tipici aretini promossi in questi anni dall’Associazione come i tortelli e le spianate casentinesi. Poi il giro d’Italia del cibo di strada comincia con le piade della Romagna, le bombette e la puccia pugliesi, gli arancini e il pane ca’ meusa siciliani. Dal nord la Farinata piemontese. Dalle Marche i fritti misti, con le olive in testa e il pesce di San Benedetto del Tronto (Ap), poi ancora gli arrosticini dall’Abruzzo senza dimenticare la parte internazionale: novità di questa edizione la cucina britannica con le mitiche Jack Potatoes e l’America con la carne cotta a bassa temperatura in stile Barbecue (BBQ) e il grande ritorno del dolce rumeno-ungherese Il Kurtos Kalacs. Particolare enfasi va data al notevole spazio che l’Associazione riserva alle attività aretine ambulanti e in sede fissa. Il tutto è accompagnato dalla Birra ufficiale, quella col marchio Streetfood.

IL PROGRAMMA
Si parte il venerdì pomeriggio alle ore 17 con l’apertura degli operatori e alle 18,30 con il taglio del nastro alla presenza delle autorità. Dalle 21 sul palco centrale si esibiranno gli Umagroso. Il sabato si riprende con l’apertura degli stand dalle 11. Alle 15.30 Alex Revelli animerà una storica sfida: “Griglia VS Barbeque, due stili di cottura a confronto”. Alle 17.30 il momento per i più piccoli con “Le Fiabe Animate” in collaborazione con Ferrara in Fiaba e dalle 21 i concerti selezionati dal Mengo Music Fest. La domenica sarà ancora il giorno della famiglia e dei bambini a partire dalle ore 11 con il panino di Campagna Amica e  un programma di educazione alimentare per i più piccoli grazie alla collaborazione con Lilt Arezzo, Banda dei Piccoli chef e Coldiretti. Alle 21 musica live con la Ballantine Band e String Food Project.

Già superata quota 160 iscritti per l’appuntamento culturale promosso da Streetfood per conoscere il centro storico. Le visite guidate organizzate dalla guida turistica aretina Silvia Ruberto, responsabile del settore turismo dell’Associazione aretina Streetfood. Le visite sono previste nei giorni sabato 17 e domenica 18 settembre con partenza dal punto informazioni di Streetfood al Prato (furgoncino Birra Artigianale) alle ore 15 e alle 17 e la domenica anche alle 10 (Per info chiamare il numero 328 1198704).

Streetfood non è solo una carovana di attività di somministrazione cibi e bevande ma un’associazione culturale che nella propria città, Arezzo, prima ancora che in altre città del tour dal 2010 ad oggi, tiene a promuovere il cibo di strada come cultura e patrimonio storico e con esso le bellezze artistiche e architettoniche. Da citare le passate visite guidate al Museo Archeologico “Mecenate”, alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie e al Duomo. Non meno importante la sinergia nel 2014 con Fraternita dei Laici e soprintendenza ai Beni Museali. In quell’anno fu ricostruito il Thermopolium presso l’anfiteatro romano di Arezzo, luogo di somministrazione alimentare di epoca romana. Tale evento collaterale fu di interesse del rotocalco Eat Parade del Tg2.

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