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Lunelli scatenati in Trentino: vino, grappa, acqua. Ora l’Amaro Re Laurino

TRENTO – Non si arresta la crescita del gruppo Lunelli in Italia, forte anche di tanti successi a livello internazionale. Dopo la grappa Segnana e l’acqua Surgiva, la famiglia proprietaria di Ferrari Trento segna un altro colpo in città: l’acquisizione del marchio dell’amaro Re Laurino.

“Dell’Elmo Saracini, famoso per la sua grappa e per il suo amaro Re Laurino, ci ha espresso la volontà di vendere. Gli amari hanno ricominciato ad essere apprezzati ultimamente. E così abbiamo accettato la proposta, acquistando l’azienda”.

Parole di Franco Lunelli in esclusiva a vinialsuper, durante il nostro tour delle Tenute di proprietà della famiglia trentina che ha dato il via al sogno di produrre “uno spumante capace di competere con lo Champagne, in Italia”.

Dalle finestre della sede di Ferrari Trento si scorge, in lontananza, la distilleria Tschurtschenthaler dell’Elmo Saracini, ormai di proprietà della terza generazione Lunelli. Situata a soli 7,3 chilometri da via del Ponte: 10 minuti di strada, in auto.

I Lunelli inizieranno a produrre l’amaro dal prossimo anno, dopo aver rilevato il marchio Re Laurino – legato tra l’altro a una delle più note leggende del Trentino, tramandata soprattutto in Val di Fassa – “senza modificare la ricetta originale”.

Il liquore “Re Laurino”, “digestivo e aperitivo”, è il simbolo della storica casa di Povo di Trento: “Un Elisir creato da Mario Tschurtschenthaler dell’Elmo. Il primo commercializzato dalla famiglia”. Presentato tuttora con l’etichetta originale degli anni Cinquanta. E’ la “Riserva dell’Elmo Saracini”, il prodotto di punta.

“So che i ragazzi hanno in mente qualcos’altro – chiosa Franco Lunelli – ma questo ve lo racconteremo la prossima volta!”. In realtà, le novità annunciate a vinialsuper non finiscono qui.

IN ARRIVO ANCHE NUOVI VINI ROSSI
La crescita del brand Lunelli si concentrerà anche sul core business: il settore wine. Tenuta Podernovo, in Toscana, si prepara di fatto alla presentazione di due nuove etichette di vino rosso fermo.

Il tutto avverrà tra la fine di settembre 2018 e i primi mesi del 2019, per un totale di 7-8 mila bottiglie complessive. Si tratterà di un Cabernet Franc (vinificato in barrique nuove) e di un Sangiovese (tonneaux, barrique, botte grande), vinificati in purezza.

“La Denominazione sarà ‘Igt Costa Toscana’, che affiancherà l’Igt Toscana e comprende i territori di Massa, Lucca, Livorno, una parte della provincia di Pisa e Grosseto”, anticipa l’enologo trentino Corrado Dalpiaz, emissario dei Lunelli nel pisano dal 2001 e colonna portante dell’enologia italiana.

Le due etichette saranno delle vere e proprie “chicche” destinate all’Horeca, che affiancheranno gli ormai collaudati “Aliotto” e “Teuto”, presenti anche in Gdo (Esselunga e Il Gigante). “Due vini ottenuti da selezioni delle migliori uve dei nostri vigneti di 15 anni, in occasione della vendemmia 2015 a Tenuta Podernovo”.

IL GRUPPO
Ferrari Trento, azienda che da sola rappresenta la fetta più importante del Gruppo Lunelli, è ormai simbolo del Made in Italy e dello stile di vivere italiano nel mondo. Conta oggi 5,4 milioni di bottiglie prodotte, con l’export al 15%.

Ferrari fu pagata 30 milioni di lire al momento del suo acquisto. Oggi il fatturato si assesta su 71 milioni di euro (+12% rispetto al 2016). Sale a 100 milioni il fatturato complessivo del Gruppo Lunelli, che cresce del 7% rispetto al 2016 e commercializza, in totale, 11 milioni di bottiglie.

Un impero che comprende anche la casa prosecchista Bisol di Valdobbiadene, la storica distilleria trentina Segnana e Surgiva, brand di acqua che sgorga nel Parco Naturale Adamello Brenta, scelta dall’Associazione Italiana Sommelier (Ais) e destinata alla migliore ristorazione.

Tra i recenti successi riconducibili alla famiglia Lunelli, anche la freschissima elezione di Mirko Scarabello (prima responsabile di produzione e poi direttore tecnico e mastro distillatore di Segnana) a presidente dell’Istituto di Tutela Grappa del Trentino.

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Opera Valdicembra, bancarotta fraudolenta: sequestrate 200 mila bottiglie

TRENTO – Aver costituito una società utile a movimentare e rivendere ingenti quantitativi di spumante della cantina fallita. Questa l’accusa mossa nei confronti degli ex titolari di Opera Valdicembra.

Venerdì 9 marzo la Guardia di Finanza di Trento ha sequestrato 150 mila litri di spumante Trento Doc (circa 200 mila bottiglie) alla cantina che ha sede nella frazione Verla del Comune di Giovo (TN).

Merce per un valore complessivo che supera gli 1,5 milioni di euro. Le indagini, condotte dalla Procura di Trento, hanno rivelato il disegno dei vecchi proprietari dell’azienda vitivinicola, in procedura fallimentare dalla fine del 2017. Otto le persone indagate. L’accusa è quella di bancarotta fraudolenta.

Allo scopo di racimolare utili, la società finita nel mirino degli inquirenti aveva finto la stipula di un contratto di affitto della cantina Opera Vitivinicola in Valdicembra Srl.

L’obiettivo era di quello di sottrarre dalla struttura intere partite di spumante Metodo Classico Trento Doc, da reimmettere illecitamente sul mercato. Giacenze che avrebbero assottigliato le richieste avanzate dai creditori della cantina.

I movimenti di merce all’interno e all’esterno delle mura della cantina non sono sfuggiti ai militari della Guardia di Finanza di Trento. Grazie a una serie di appostamenti, sono stati documentati gli illeciti.

Gran parte delle bottiglie sequestrate erano state messe a riposo come “vino base”, atto a divenire uno dei pezzi da novanta di Opera Valdicembra, tra cui Brut, Nature, Rosé e Blanc de Noir.

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