La manifestazione è stata caratterizzata da diverse forme di eroismo: l’eroismo dei produttori che, lavorando in condizioni estreme (altezze proibitive, grandi pendenze, terrazze o gradoni, piccole isole con difficoltà logistiche), dimostrano più di altri quanto contino passione e sacrificio nel duro mestiere del viticoltore.
Spiace notare che come ulteriore prova di eroismo i viticoltori presenti siano stati costretti a sopportare due giorni di freddo intenso, sotto a una struttura temporanea allestita al centro di uno spazio aperto, in balia del vento gelido. La temperatura da vin brulè non facilitava purtroppo gli assaggi di vini che normalmente richiedono almeno 10 gradi. In compenso, bianchi e spumanti non avevano nessun bisogno di glacette.
Davanti al banco di assaggio di un vino Palestinese, i cui vigneti sorgono a 5 Km da Betlemme, abbiamo avuto l’occasione di porre la questione all’assessore all’agricoltura e risorse naturali della regione Valle d’Aosta Alessandro Nogara.
“La viticoltura eroica – ha evidenziato – storicamente non ha mai avuto momenti di valorizzazione così importanti come in questi ultimi anni e che ulteriori sforzi saranno fatti per crescere ancora”. La richiesta che più spesso gli arriva dai produttori valdaostani è “il miglioramento della viabilità, visto che in molti casi l’unico modo per raggiungere i terrazzamenti è a piedi”.
LA DEGUSTAZIONE “ESTREMA”
Gli oltre 200 vini premiati erano tutti degustabili in due banconi, uno per i bianchi e uno per i rossi, all’interno di una chiesa del forte, le cui pareti candide si sono rivelate ottime alleate per la valutazione dei colori. Grazie anche alla prontezza dei Sommelier Ais che hanno servito i vini, non si sono registrati particolari problemi logistici durante le due giornate-
Ma la degustazione meriterebbe spazi più ampi, augurandosi che il numero dei visitatori cresca sempre di più. Molto apprezzabile l’idea della guida ai vini premiati, distribuita gratuitamente ai visitatori. Peccato che non contenga note di vinificazione che avrebbero reso la degustazione più completa e che la “navigazione” non sia semplicissima.
Il bel giallo dorato parla di muffa nobile, di lunga evoluzione e di grande consistenza, ma la brillantezza è quella di un ragazzino scalpitante, davvero notevole. Il naso è un tripudio di opulenza: pesca gialla, ananas, bergamotto, e poi miele, zafferano, spezie dolci, fiori.
L’ingresso in bocca è straordinariamente equilibrato, la sensazione è più di aromaticità che di stucchevole dolcezza, la spalla acida fa il suo dovere rendendo questo vino scorrevole dal primo all’ultimo sorso. Il finale è lunghissimo, di mandorla e spezie. Sconsigliatissima la mezza bottiglia, anche se si è da soli.
Per la prima volta quest’anno è stato istituito il premio Cervim Originale al miglior vino a piede franco. Il riconoscimento è andato alla Falanghina del Sannio Vendemmia Tardiva “Donnalaura” 2016 di Masseria Frattasi (Montesarchio, Campania), segnalata proprio da vinialsuper, tra i migliori assaggi al Merano Wine Festival 2017.
Dopo l’opulenza del muffato tedesco occorre qualche minuto di piacevoli chiacchiere per poter apprezzare il bouquet di questa Falanghina, che di certo non ha nell’intensità olfattiva il suo principale pregio. Profuma delicatamente di mela e pera mature, di fiori gialli, di miele e di buccia d’uva.
L’ingresso in bocca è caldo, la freschezza giunge poco dopo in allungo. È sapido e minerale, lungo ed equilibrato, e conferma il Sannio come culla di grandi bianchi italiani!
È un crescendo, dalla versione base dell’Assirtiko, fresco, agrumato, semplice e minerale (l’unico vinificato completamente in acciaio), al reserve, nel quale inizia a fare capolino una leggera nota vanigliata, molto sullo sfondo, fino al grand reserve, che sosta 12 mesi in barriques francesi e altri 12 riposa in bottiglia.
Quest’ultimo è ovviamente il più complesso: alle note fresche agrumate e floreali di tutte e tre le versioni, qui sono evidenti le tracce di miele, tè e vaniglia. Il bocca è caldo e morbido, ma il legno, pur evidente, è sempre ben integrato e sostenuto dalla buona sapidità e dalla freschezza citrina. Una bella scoperta!
Il blending conferisce al Nykteri un pizzico di struttura e complessità olfattiva in più. Alla frutta gialla croccante si aggiungono sentori vegetali mediterranei e un pizzico di vaniglia. Buon equilibrio e acidità sempre piacevole.
Siamo in Val d’Aosta, i sommelier sono di qui, e così ci facciamo raccontare Nathan, un Blanc de Morgex et la Salle del 2014 che Ermes Pavese ha dedicato al figlio e che ha conquistato la medaglia d’oro nella categoria dei vini bianchi tranquilli di vendemmia 2014 o precedenti.
Da vigneti di Priè Blanc a piede franco vecchi 60 anni che arrivano a 1200 metri di altitudine, questo vino matura in barrique di primo, secondo e terzo passaggio per un anno, e poi viene assemblato con il 30% di fermentato in acciaio.
Giallo paglierino luminoso è tutto giocato sulla finezza: la mela matura, la mineralità dell’ardesia, il legno appena accennato e le nota di frutta secca sono tutte sussurrate.
In bocca è morbido nonostante il legno sia appena accennato, ha grande equilibrio e buona struttura, e dona una sensazione leggermente astringente che ricorda il tè. Probabilmente il posto ideale dove degustarlo è nella sua vigna, a 1200 metri, dove c’è pace e silenzio.
LA SORPRESA PORTOGHESE
La valle del Douro, coltivata a terrazzamenti con muretti a secco e dal terreno scistoso ci regala un grandissimo vino, giallo paglierino tenue, di grande finezza.
Il naso ha note di frutta matura, erbe aromatiche e una balsamicità ben percepibile e dal grande fascino. In bocca è fresco e aromatico, per via retronasale torna la sensazione balsamica di aghi di pino. Lungo, fine ed equilibrato. Grandissima sorpresa, bravi!
Concludiamo l’assaggio dei vini bianchi con una bollicina che viene dalla liguria. Medaglia d’oro nella categoria dei vini spumanti, il “Bàsura Riunda” dell’Azienda Agricola Durin, di Ortovero (Savona) è un metodo classico 100% Pigato.
Particolarità di questo vino (oltre al vitigno inusuale per uno spumante, anche se Durin non è l’unico a usarlo, come abbiamo evidenziato di recente tra i migliori assaggi al Mercato Fivi) è il fatto che la sosta sui lieviti che dura fino a 60 mesi avviene all’interno delle grotte di Toirano.
Il Bàsura (“strega” in dialetto ligure, da non confondersi con “la basura”, spazzatura in spagnolo) è un vino leggero, spigliato, verticale. Le note di evoluzione, crosta di pane e frutta secca, sono appena accennate, e fanno da sfondo alle erbe aromatiche e alla croccantezza fruttata. In bocca è fresco, dritto, equilibrato, abbastanza persistente e si fa bere a grandi sorsi. Leggiadro.
IL GEORGIANO
La zona è il Kakheti, parte orientale della Georgia confinante con l’Azerbaijan, circondata dal Caucaso, con terreni vitati che arrivano ai 1000 metri sul livello del mare. Una zona che noi di vinialsuper abbiamo visitato e che vi racconteremo nel dettaglio, quanto prima.
In questi territori (nei quali si coltivava la vite già nel IV millennio a.C.) sono ancora presenti esemplari di Vitis Vinifera Silvestris, capostipite di tutte le varietà di vite.
Opera del pluri premiato enologo monferrino Donato Lanati, questo Saperavi (dal nome del vitigno, uno degli oltre 500 autoctoni georgiani) ha un colore rosso rubino ancora giovane sebbene un poco spento.
Il naso è abbastanza intenso, vegetale (ricorda vagamente il Cabernet Sauvignon) e di piccoli frutti rossi, pepe e fiori. In bocca il frutto è ancora croccante, il tannino vispo e un poco verde, e i 3 anni di legno dichiarati dal produttore stentano a sentirsi.
Premio Cervim Bio per l’Aoc Collioure “Terre des Oms” 2015, di Terres des Templiers. Si tratta di un blend di Grenache noir, Carignan e Mourvèdre che arriva dalla zona di Banlyus, nel sud della Francia al confine con la Spagna, caratterizzata da 6000 km di muretti a secco a incorniciare i vigneti.
Rosso granato profondo, al naso è intenso, di frutti rossi sotto spirito, pepe, chiodo di garofano e sottofondo vegetale. Ha grande struttura, è caldo e morbido, con un tannino ben integrato, più sapido che fresco, e con un finale lungo nel quale la frutta sparisce quasi completamente per lasciar comparire note scure di cioccolato. Gli manca un pizzico di freschezza per essere un gran vino, soprattutto in prospettiva.
LA SARDEGNA EROICA
Purtroppo solo al freddo del padiglione esterno abbiamo assaggiato Kent’annos, della Cantina del Mandrolisai, 2013. Le condizioni non ottimali per la degustazione sono state ampiamente compensate dalla disponibilità e dalla simpatia dei rappresentanti della cooperativa, che ci raccontano come l’uomo più vecchio d’Italia, morto qualche anno fa a 113 anni, era originario proprio di queste zone.
Kent’annos è un blend di cannonau, bovale sardo e monica che matura quasi 3 anni in botti di rovere e barrique. Bocca e naso mostrano uguale intensità. È complesso e strutturato, morbido, speziato e particolarmente lungo. Per spiegare dove si trova la cantina ci dicono di tracciare una “X” sulla Sardegna, all’incrocio ci sono loro, nell’esatto centro. Pare che il mare non sia l’unica attrazione della Sardegna.
Dal parcheggio, la salita fino alla cima del Forte di Bard richiede quasi 10 minuti e il cambio di 4 ascensori. L’uomo moderno percorre questo dislivello con disinvoltura. E quasi maledice i brevi spostamenti a piedi da un ascensore all’altro.
Ma per un viticoltore eroico, di quelli che vendemmiano sdraiati sotto pergole alte pochi centimetri, o che trasportano gerle cariche d’uva per mulattiere impervie, o che usano solo mani dove altri possono usare trattori, probabilmente è solo una passeggiata.
Sono uomini e donne che dovrebbero insegnare all’uomo moderno il valore della fatica, del sacrificio, dell’amore per la propria terra e per il proprio lavoro. Per questo ci auguriamo che iniziative come questa continuino e crescano sempre di più. Anche perché, dettaglio tutt’altro che trascurabile, producono molti vini dannatamente buoni. Chapeau!
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.