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Vitematta e la rivincita dell’Asprinio: a Casal di Principe il vino più forte della Camorra

Vitematta e la rivincita dell'Asprinio: a Casal di Principe il vino più forte della CamorraNel cuore di Casal Di Principe , su terreni confiscati alla Camorra, da alcuni anni è attiva una cantina che fa del vitigno autoctono campano Asprinio la sua mission. Si tratta di Vitematta, guidata dalla famiglia di Vincenzo Letizia. Gli ettari complessivi sono circa 20, di cui 7 vitati. I vigneti si trovano anche a Villa Literno e Santa Maria La Fossa, oltre che nel Comune tristemente noto per le vicende mafiose. Gli altri tredici ettari sono gestiti dalla Cooperativa Eureka, che qui qui coltiva albicocche, pesche, mele annurche e prugne e vendute a “Chilometro zero”.

“Vitematta” ha alcune peculiarità che la contraddistinguono e che la fanno emergere nel panorama italiano. In primo luogo la coltivazione quasi esclusiva dell’Asprinio. Buona parte dei vini sono ottenuti da uve cresciute sulle secolari “alberate”: la vite si arrampica sino a 12 metri di altezza su intricati cavi d’acciaio, tirati tra un pioppo secolare e l’altro. La parete di foglie e di grappoli deve essere lavorata e vendemmiata con l’ausilio di strettissime scalette appoggiate ai cavi. Un’impresa non facile, ma molto suggestiva che viene svolta secondo la tradizione.

«Perché coltiviamo quasi esclusivamente Asprinio? Perché vogliamo preservare la tradizione – risponde Vincenzo Letizia – e per dare uno spunto al nostro territorio. Noi vogliamo che la zona di Casal di Principe e Villa Literno siano caratterizzate dall’Asprinio, vitigno non molto utilizzato in precedenza, ma molto versatile. Con questo vitigno si possono infatti produrre, oltre ai vini bianchi, anche spumanti, passito e grappa».

VINO E FRUTTA SUI TERRENI CONFISCATI ALLA MAFIA

Il valore aggiunto dei vini di Vitematta va ben oltre le sensazioni regalate da un calice di vino. La produzione di Asprinio nasce su due terreni confiscati alla Camorra nel territorio di Casal Di Principe. I vigneti sono stati affidati nel 2009 alla Cooperativa Eureka, creatrice di Vitematta, cooperativa sociale mista A/B aderente al Consorzio di cooperative sociali N.C.O. – Nuova Cooperazione Organizzata. Su questi terreni Eureka ha dato vita al Centro di agricoltura sociale “Antonio di Bona”, agricoltore di Casal Di Principe, vittima della Camorra.

Cogliendo la sfida del riutilizzo sociale e produttivo dei beni confiscati alle mafie, la cooperativa include nel suo team persone svantaggiate con problemi di salute mentale ed ex detenuti. Il fine è quello di contribuire al loro percorso di emancipazione e recupero. Paola D’Angelo è la collaboratrice di Letizia, responsabile della cooperativa Eureka che racconta così il progetto: «In cantina operano attualmente una decina di ragazzi, alcuni di questi assegnatici dal magistrato e che scontano la loro pena carceraria lavorando nella nostra struttura. Gli altri invece hanno problematiche psichiche e il loro impegno è davvero encomiabile. La nostra collaborazione con “Vitematta” è notevole, siamo molto orgogliosi di questa esperienza»,

Il nostro scopo è di portare avanti un’attività che non sia assistita da soldi pubblici – chiosa Vincenzo Letizia – ma che possa mantenersi con un’adeguata gestione imprenditoriale. Ed è proprio questa mentalità che noi perseguiamo. Vogliamo abbinare la qualità dei nostri prodotti, tenendo in vita la tradizione ancestrale dell’Asprinio ad una efficace mentalità imprenditoriale che possa attecchire ed emergere adeguatamente. Il tutto per rendere un favore al nostro territorio, che deve essere caratterizzato e individuato per la qualità dei suoi prodotti».

I VINI DI VITEMATTA: TUTTE LE SFUMATURE DELL’ASPRINIO

I vini di Vitematta, prima di essere imbottigliati, affinano nelle tipiche grotte secolari dell’Agro Aversano, scavate nel tufo. Così acquisiscono quel sapore marcatamente mediterraneo, leggermente aspro ma elegante, piacevole, schietto e autentico. L’Asprinio Doc Aversa 2021 si presenta con un color oro molto intenso e con profumi che ricordano la frutta fresca. Al palato è fresco e gentile,  ha un poco d’asprezza nel retrogusto, ma nel complesso è decisamente piacevole.

Principe“, lo spumante Metodo classico di Vitematta, ha  una produzione limitata di circa 6 mila bottiglie. Asprinio in purezza,  trascorre 24 mesi sui lieviti. Viene realizzato interamente in cantina, con il metodo caro allo Champagne. Le bottiglie sono impilate sulle pupitres e gli addetti se ne occupano ogni giorno. Nessun giro pallets automatico per questa limitatissima e splendida produzione, che si presenta al calice con un colore giallo molto intenso e alla bocca con il classico aroma di crosta di pane al quale si unisce una particolarità leggermente asprigna, tipica del vitigno.

Marhitate” è invece il Metodo italiano / Charmat di Vitrematta (la tecnica con la quale si ottiene, per esempio, il Prosecco), che conta invece su una produzione più consistente, circa 50 mila bottiglie. Il mosto trascorre quattro mesi in autoclave e il risultato è sorprendente. Il colore è giallo paglierino, più scarico del metodo classico “Principe”. Al palato sorprendono i sapori fruttati che quasi nascondono l’aspro del vitigno base. Ottimo come apritivo.

Edonè” è il passito di Vitematta, ennesimo vino sorprendente e più che mai convincente. Alla vista si presenta di un bel giallo paglierino e al naso e in bocca scatena intensi ricordi di mandorla e miele. Un vino elegante, non certo sulla scia dei passiti “chiassosi” e stancanti. Il residuo zuccherino è molto ben bilanciato, tanto da consentirne una beva agile. Un vino dolce molto indicato per l’abbinamento con formaggi e pasticceria.


Vitematta Cantine

Via Treviso, I Traversa
81033 Casal di Principe (Caserta)
info@vitematta.it

+39 081 892 3880

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Terreni confiscati alla mafia: un protocollo per la “rinascita”

ROMA – Sono 13.141 i beni immobili confiscati e restituiti alla collettività, di cui il 29% sono terreni (3.800 beni).

E’ stato firmato oggi, al Palazzo dell’Agricoltura, il Protocollo d’intesa tra il Mipaaf, l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (AGEA) e l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. (ANBSC).

Il protocollo, che rappresenta un ulteriore tassello del percorso di collaborazione intrapreso dal Ministero con l’ANBSC già dal 2015, intende facilitare una più efficiente gestione dei terreni e delle aziende agricole confiscate.

Incentivando la condivisione del patrimonio informativo, l’intesa ha una portata strategica poiché consente di conoscere, e di conseguenza valorizzare, il patrimonio fondiario che in questi anni è stato soggetto a sequestro e confisca proprio grazie allo scambio dei dati di cui ciascun soggetto dispone. ANSBC attualmente ha in gestione quasi 7.000 beni classificati come terreni.

Attraverso questo modello operativo è dunque possibile mettere a sistema più informazioni e restituire una fotografia reale dei territori, facendo emergere la vocazione dei terreni e gli strumenti più appropriati di valorizzazione, stante l’alto valore simbolico.

Grazie a questa collaborazione, inoltre, è possibile mettere in campo le azioni necessarie per prevenire eventuali frodi connesse a un utilizzo improprio dei fondi comunitari ricadenti sui terreni o sul patrimonio dell’azienda agricola oggetto di sequestro e confisca.

“L’intesa raggiunta oggi fa parte di un percorso di consapevole riappropriazione di beni della collettività, da riportare a valore della collettività – ha dichiarato il Vice Ministro Andrea Olivero -. Ricollocare un bene confiscato ha un notevole livello di complessità, basta solo pensare alla pluralità di soggetti necessari per una corretta gestione. Allo stesso tempo, dobbiamo sostenere e accrescere il riconoscimento del valore sociale ed economico del bene stesso dal momento della sua rinascita”.

“Per questo – continua Olivero – ritengo che la rete attivata oggi possa contribuire al rafforzamento dei principi etici e legali. Infine voglio sottolineare la stretta connessione tra i beni confiscati in agricoltura e l’agricoltura sociale come nuova forma di coalizione, di solidarietà e anche modello di welfare nelle aree rurali. È questo l’obiettivo che ho da sempre sostenuto nel mio mandato governativo, già con la promozione della Legge 141/2015 e con le attività dell’Osservatorio dell’Agricoltura Sociale”.

IL PROTOCOLLO NEL DETTAGLIO – LE AZIONI
– Aggiornamento del database di Agea con i dati delle confische dei terreni (per la sospensione e l’eventuale recupero delle erogazioni non dovute)
– Arricchimento della conoscenza da parte della ANBSC delle caratteristiche specifiche dei terreni confiscati e delle colture associate per la programmazione delle destinazioni
– Accesso al fascicolo aziendale da parte dell’Agenzia per la gestione delle imprese agricole confiscate
– Pubblicazione e divulgazione dei dati specifici dei terreni ai fini dell’incentivazione da parte degli enti territoriali (e altri aventi diritto) alle richieste di destinazione

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