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Gallo Nero is back: i migliori dieci Chianti Classico a Milano

MILANO – Tutto tranne che una questione di piume. Il Gallo Nero è tornato a Milano per alzare la cresta: tra gli appassionati, sì. Ma soprattutto al cospetto della ristorazione, nella città che più di tutte, in Italia, esprime l’internazionalità. Il Consorzio Vino Chianti Classico mancava nel capoluogo lombardo da 13 anni . Lunedì 28 il gran ritorno, grazie alla collaborazione con l’Associazione italiana sommelier (Ais).

Sessantaquattro i produttori presenti banco di assaggio al The Westin Palace. Ad assaggiare i Chianti Classico oltre 700 persone in 5 ore. Tutti operatori del settore Food and Beverage.

“Siamo tornati a Milano dopo un’assenza un po’ ingiustificata – ha commentato a caldo Carlotta Gori, direttore del Consorzio, intervistata da WineMag.it – e l’accoglienza è stata davvero straordinaria”.

Con il 2019 riportiamo al centro del nostro trade l’Italia – ha precisato Gori – e Milano è la vetrina da dover ritrovare, riscoprire e con cui dover riallacciare una duratura relazione, soprattutto sul fronte della grande ristorazione milanese, la più internazionale del nostro Paese”.

Come anticipato ieri da WineMag.it, il presidente del Consorzio, Giovanni Manetti, ha consegnato al sindaco di Milano, Giuseppe Sala, una bottiglia di Chianti Classico 1946 della collezione storica di Badia a Coltibuono. In quell’anno furono terminati i lavori di ricostruzione del Teatro alla Scala, dopo un restauro post bellico effettuato in tempi record.

“Milano all’epoca divenne simbolo, attraverso il suo teatro principale, di una speranza per tutto il Paese – ha evidenziato Manetti – e il suo spirito di rinascita si coglie ancora oggi nello slancio verso il futuro e nel suo dinamismo.

Questo la rende lo scenario ideale per presentare i nostri vini, ed è nostra volontà mettere nell’agenda di questa città un grande evento di Denominazione ogni anno”.

I MIGLIORI DIECI CHIANTI CLASSICO A MILANO

1) Chianti Classico Docg Riserva 2015, Setriolo
Un gigante. Frutto croccante e succoso, in un sorso capace di abbinare una gran profondità, raccontata da spezie, note balsamiche e ricordi di rabarbaro. Il capolavoro, a Castellina in Chianti (SI), di Susanna Soderi.

2) Chianti Classico Docg 2015, Setriolo
Vino sulla scorta del fratello maggiore, la Riserva della stessa annata. Succosità e una beva più snella e “pronta”, ma tutt’altro che banale. Bello ritrovare anche in questo calice le note profonde della Riserva, in una veste più gentile.

3) Chianti Classico Docg Gran Selezione 2016 “Vigna Contessa Luisa”, Villa Calcinaia Conti Capponi
Ci spostiamo nella zona di Greve in Chianti (FI) per la chicca dei Conti Capponi, che si dedicano con estrema passione a 20 ettari di vigneto sugli 80 di proprietà. Un vino giocato sull’essenzialità e su una beva asciutta, connotata da un tannino elegante e di prospettiva. Un vero Signore.

4) Chianti Classico Docg Riserva 2015, Villa Calcinaia Conti Capponi
Vino che marca in maniera netta le differenze con la Riserva, sfoderando un frutto ben più maturo e godurioso. Tra le Riserve in degustazione a Milano, forse la più gustosa e beverina.

5) Chianti Classico Docg Gran Selezione 2015 “San Marcellino”, Rocca di Montegrossi
Altro vino dotato di un frutto pieno, in un gioco divertentissimo col tannino. Colpisce per la freschezza e la verticalità ossuta, che reggono un alcol sostenuto ma per nulla percettibile: serve guardare l’etichetta per accorgersi dei 15% vol.

6) Chianti Classico Docg 2017, Castello di Ama
L’etichetta dal frutto più preciso, nonostante la maturità piena e la “succosità” evidenziata nel sorso. La beva è instancabile, perché retta da una freschezza riequilibrante. Un Sangiovese in purezza che chiama il piatto, ma che sarebbe ottimo anche da solo, per annaffiare momenti di totale spensieratezza.

7) Chianti Classico Docg 2017, Tenuta di Arceno
Altro Sangiovese connotato da un frutto delizioso, minuzioso, pieno e pulito. Gran beva e consistenza.

8) Chianti Classico Docg Riserva 2016, Rocca delle Macìe
Di nuovo a Castellina in Chianti (SI) per una Riserva di grandissimo carattere e struttura possente, nonostante la gran eleganza e il frutto pieno. Vino da acquistare oggi e dimenticare in cantina.

9) Chianti Classico Docg 2017 “Ora”, Savignola
Vino d’entrata della casa di Greve in Chianti (FI). Scalpita ancora e dopo l’assaggio arriva la conferma: è in bottiglia da appena 3 mesi e sarà sul mercato dal 2012. L’anteprima promette benissimo.

10) Chianti Classico Docg 2016, Caparsa
Spazio a una cantina di Radda (SI) vicina, con grande cognizione di causa, ai canoni “naturali”. Nel calice un “vino quotidiano”, capace di sfoderare un frutto di piena maturità e una struttura agile, ma presente. Abbastanza per finirne una bottiglia a tavola, senza neppure accorgersene.

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Approfondimenti

Jackson Family Wines e Familia Torres insieme per l’ambiente

BARCELLONA. Jackson Family Wines, uno dei gruppi familiari del vino più importanti al mondo, (in Italia proprietario di Tenuta di Arceno – Arcanum, nel cuore del Chianti Classico) e Familia Torres hanno annunciato la volontà di istituire un’organizzazione internazionale di aziende vinicole impegnate nella riduzione delle emissioni di CO2. L’obiettivo è quello di sensibilizzare la comunità globale del vino nel limitare l’impatto ambientale. L’impegno delle cantine punta a ridurre dell’80% le emissioni totali di carbonio entro il 2045.

L’intento comune delle due aziende familiari è quello di incoraggiare la condivisione delle migliori pratiche, in vigna e in cantina al fine ridurre l’impatto ambientale. L’accesso all’organizzazione sarà rivolta alle cantine che riconoscono nel cambiamento climatico una minaccia significativa che il settore vinicolo deve fronteggiare attraverso azioni strategiche e soluzioni rapide ed innovative. Lo statuto dell’Organizzazione “International Wineries for Climate Action” poggia su 3 principi chiave: il primo mira a stabilire una rilevazione delle attuali emissioni di carbonio facendo realizzare una verifica delle emissioni di gas serra da parte di società terze.

Il secondo, ad adottare un approccio scientifico che segue le linee guida stabilite nel 2015 dal COP21 e dall’Accordo di Parigi per ridurre le emissioni; e infine, il terzo a utilizzare almeno il 20% di energia rinnovabile generata internamente dall’azienda per compensare il consumo di energia elettrica delle cantina. Katie Jackson, seconda generazione alla guida dell’azienda e Senior Vice President per la Responsabilità Sociale di Jackson Family Wines, ha dichiarato in merito all’iniziativa “L’obiettivo comune è di non limitarsi a prender parte al dibattito sul cambiamento climatico, ma collaborare per trovare soluzioni concrete volte a ridurre le emissioni di carbon footprint”.

Ha proseguito Miguel A. Torres, Presidente di Familia Torres e esponente della quarta generazione, “Siamo solo all’inizio del nostro progetto, ma confidiamo che rappresenti una motivazione per altre aziende ad unirsi e ad accelerare o iniziare ad impostare politiche per la riduzione delle emissione di carbonio.”

JACKSON FAMILY WINES
Jackson Family Wines è un gruppo vitivinicolo a conduzione familiare fondato da Jess Jackson, grande sostenitore dell’agricoltura e del valore del vino per il paesaggio, una filosofia che la proprietaria e Presidente Barbara Banke, la famiglia Jackson e i dipendenti continuano a sostenere tutt’oggi. La collezione della famiglia vanta 40 cantine situate nelle più prestigiose regioni vitivinicole al mondo, dalla California, all’Oregon, alla Francia e l’Italia (con Tenuta di Arceno nel cuore del Chianti Classico) fino all’Australia, Cile, e Sud Africa. La vinificazione artigianale, caratteristica della mission aziendale, necessita di un impegno costante per la produzione di vini di pregio in modo responsabile. Per questo l’attenzione della famiglia Jackson nella gestione dei vigneti di proprietà rimane un aspetto chiave per garantire elevati livelli qualitativi e la tutela dell’ambiente per le generazioni future.

FAMILIA TORRES
Le origini della Famiglia Torres nella ragione catalana Penedès, vicino a Barcelona, risalgono al 17° secolo. Storicamente la famiglia possedeva vigneti nelle denominazioni di origine catalane di Penedès, Conca de Barberà, Priorat e Costers del Segre. Miguel Torres esponente della quarta generazione è stato il primo a piantare Cabernet Sauvignon in Spagna creando ‘Mas la Plana’ nel 1970.Oggi la quinta generazione si dedica al recupero delle varietà antiche catalane. La Famiglia Torres è presente in altre regioni spagnole vocate per la produzione di vino. A livello internazionale, è stata la prima famiglia straniera ad investire in Cile nel 1979 e oggi guida la riscoperta e il rilancio di antiche varietà tra cui Paìs e Carignano. Familia Torres è membro di PFV, un’associazione di 12 cantine a conduzione famigliare che riunisce i più prestigiosi produttori di vino delle proprie regioni di appartenenza.

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