Cinquanta case associate al Consorzio che producono 80 diverse etichette di Alta Langa Docg. 90 viticoltori, circa 300 ettari di vigneto (1/3 chardonnay, 2/3 pinot nero) e un + 42% di vendite rispetto ai valori pre-pandemia del 2019. Le alte bollicine piemontesi chiudono l’anno con un sold-out che lascia ben sperare per il 2022. Anno in cui gli ettari di vigneto si assesteranno a quota 350, per una produzione attesa di oltre tre milioni di bottiglie.
Nel 2022 tornerà il grande evento di degustazione del Consorzio “La Prima dell’Alta Langa“, che riunisce tutti i produttori e le loro cuvée. Un tasting riservato al trade e alla stampa che farà tappa a Torino, dopo le due edizioni al castello di Grinzane Cavour e a Palazzo Serbelloni a Milano.
ALTA LANGA DOCG E TARTUFO BIANCO D’ALBA
Diverse le attività svolte quest’anno dal Consorzio. Una su tutte l’avvio del progetto pilota di sensibilizzazione dei soci viticoltori per dedicare una porzione di terreno alla piantumazione di alberi simbionti del tartufo. Progetto ideato insieme al Centro Nazionale Studi Tartufo.
“Questi alberi – spiega il presidente del Consorzio Alta Langa Giulio Bava – potranno essere curati direttamente dagli agricoltori o si potranno stabilire accordi con associazioni di trifolao. Il progetto, annunciato lo scorso settembre, acquisisce tanta più importanza in relazione all’iscrizione ufficiale della ‘Cerca e cavatura del tartufo in Italia: conoscenze e pratiche tradizionali’ nella lista Unesco del Patrimonio culturale immateriale”.
Il legame tra i vini Alta Langa Docg e il Tartufo Bianco d’Alba in questi anni si è fatto via via più stretto. L’abbinamento l’Alta Langa Docg e il Tartufo Bianco si è fatto strada e si è affermato tra le ricette degli chef e tra i consumatori. Prova ne è stata la fortunata collaborazione, per il sesto anno consecutivo, tra Consorzio e Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.
Winemag.it, wine magazine italiano incentrato su wine news e recensioni, è una testata registrata in Tribunale, con base a Milano. Un quotidiano online sempre aggiornato sulle news e sulle ultime tendenze italiane ed internazionali. La direzione del wine magazine è affidata a Davide Bortone, giornalista, wine critic, giudice di numerosi concorsi internazionali e vincitore di un premio giornalistico nazionale. Winemag edita inoltre con cadenza annuale la Guida Top 100 Migliori vini italiani. Winemag.it è un progetto editoriale indipendente e di elevata reputazione in Italia e in Europa. Puoi sostenerci con una donazione.
È un legame forte quello che unisce l’Alta Langa, primo spumante Metodo classico ad essere prodotto in Italia fin dalla metà dell’Ottocento, e il Tartufo Bianco d’Alba. L’unione si rafforza grazie all’ultimo progetto del Consorzio di tutela. «Insieme al presidente Antonio Degiacomi e al Centro Nazionale Studi Tartufo – annuncia il responsabile operativo dell’ente, Paolo Rossino – intendiamo sensibilizzare i nostri soci viticoltori affinché dedichino una porzione di terreno alla piantumazione di alberi simbionti del tartufo».
«Questi alberi – continua l’esponente del Consorzio Alta Langa – potranno essere curati direttamente dagli agricoltori. Si potranno anche stabilire accordi con associazioni di trifolao, che se ne occupino in modo da favorire buone pratiche di sviluppo e mantenimento delle tartufaie sul territorio delle colline alte di Langa».
LE PIANTE DA TARTUFO BIANCO
«Auspichiamo che anche altri enti e associazioni si muovano in questa direzione – aggiunge Paolo Rossino -. Come e più che piantare una vite, piantare un albero significa avere capacità di immaginare il futuro. E se piantare un albero permette di dare corpo al sogno di un mondo più bello, piantare alberi simbionti del Tartufo ci impegna nella direzione di un mondo più buono».
Sono diverse le piante da tartufo bianco. Tra queste: Quercus Robur (Farnia), Quercus Cerris (Cerro), Quercus Petraea (Rovere), Quercus Pubescens (Roverella), Populus Nigra (Pioppo Nero). E ancora: Populus Alba (Pioppo Bianco), Populus Deltoides Cv. Carolinensis (Pioppo Carolina), Populus Tremula (Pioppo Tremulo), Salix Caprea (Salicone). Senza dimenticare Salix Alba (Salice Bianco), Tilia Platyphyllos (Tiglio), Ostrya Carpinifolia (Carpino Nero) e Corylus Avellana (Nocciolo).
LA FIERA INTERNAZIONALE DEL TARTUFO DI ALBA 2021
Nel frattempo si rinnova un’altra partnership territoriale. Per il sesto anno consecutivo, il Consorzio Alta Langa sarà la bollicina ufficiale della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba 2021 (9 ottobre – 5 dicembre).
Lo si potrà degustare nella Grande Enoteca della Fiera e durante i Foodies Moments, i cooking show dell’Alba Truffle Show, in abbinamento ai piatti dei più quotati chef di livello nazionale e internazionale che, per l’occasione votano il loro estro a piatti cuciti su misura per il Tartufo Bianco d’Alba.
APPUNTAMENTI CON GLI CHEF
Ricchissimo il calendario degli eventi, con doppio appuntamento ogni sabato (alle 11.00 e alle 18.00) e alla domenica (alle 18.00): a deliziare i partecipanti penseranno gli chef Gabriele Boffa, Federico Gallo, Davide Caranchini, Pasquale Laera, Giancarlo Morelli, Riccardo Bassetti, Giuseppe Iannotti, Luca Zecchin, Ugo Alciati, Matias Perdomo, Flavio Costa.
E ancora: Andrea Larossa, Ivano Ricchebono e Federico Belluco (entrambi il 1° novembre, rispettivamente alle 11.00 e alle 18.00), Federico Zanasi, Davide Rangoni, Davide Palluda, Stefano Sforza, Paolo Griffa, Walter Ferretto, Fabio Pisani e Alessandro Negrini, Damiano Nigro, Eugenio Boer, Luigi Taglienti, Marco Sacco, Michelangelo Mammoliti, Enrico Marmo, chiudendo con Christian e Manuel Costardi.
«Il legame tra i nostri vini Alta Langa Docg e il Tartufo Bianco d’Alba – sottolinea il presidente del Consorzio Alta Langa, Giulio Bava – in questi anni si è fatto via via più stretto. Un comune territorio di origine, un comune senso del gusto, un comune sentire che ci ha avvicinati e ci ha permesso di vivere un’esperienza che parte dalla tavola ma va ben oltre. Ormai l’abbinamento fra le bollicine di Alta Langa e il Tartufo Bianco si è fatto strada e si è affermato tra le ricette degli chef e nei desideri di chi ama il buon vivere».
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ALBA – I migliori esemplari di Tartufo Bianco d’Alba, in abbinamento a prestigiose bottiglie di Barolo e Barbaresco, presentati nei grandi formati magnum, sono stati mandati all’incanto in occasione della XX edizione dell’Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba®, rinnovando il collaudato connubio tra questo magnifico prodotto della terra e la solidarietà internazionale. Il ricavato complessivo dell’edizione 2019 dell’Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba ammonta a 420 mila euro, una delle somme più alte raccolte nella storia dell’evento.
Matteo Ascheri, presidente del Consorzio di Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani: “Il successo di un’altra Asta Mondiale conferma l’interesse e la passione del mondo nei confronti dei prodotti dell’eccellenza piemontese come il tartufo bianco e i nostri grandi vini Barolo e Barbaresco. Il sistema Piemonte del food and wine si dimostra ancora una volta vincente e unico”.
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MILANO – Tutto pronto per “La Prima dell’Alta Langa“, la grande degustazione di tutte le cuvée dei soci del Consorzio Alta Langa che si svolgerà lunedì 21 ottobre a Palazzo Serbelloni, in corso Venezia 16, dalle 10 alle 19.
L’evento è riservato – tramite registrazione – a un pubblico di giornalisti e operatori del settore horeca e consentirà di assaggiare 67 cuvée dei produttori del Consorzio: tutte le declinazioni delle “alte bollicine piemontesi” di Alta Langa, bianco, rosato, brut, pas dosé, riserva, grandi formati.
Dopo il successo delle prime due edizioni piemontesi, che hanno attirato al Castello di Grinzane Cavour (Cuneo) oltre 1500 addetti ai lavori provenienti in gran parte dal Nord Ovest, il Consorzio Alta Langa ha deciso di organizzare l’evento nella capitale meneghina per favorire l’incontro in particolare con gli operatori del Centro-Nord.
Dichiara Giulio Bava, presidente del Consorzio: “Milano è un luogo d’elezione per il confronto con gli estimatori delle migliori bollicine, italiane e straniere con La Prima dell’Alta Langa a Milano vogliamo consolidare e allargare la conoscenza della denominazione nella ristorazione nazionale”.
LE MASTERCLASS
Nel programma della manifestazione sono previste due masterclass della durata di 45 minuti ciascuna. Sono gratuite, su prenotazione, fino a esaurimento posti.
L’Alta Langa in cinque calici (h. 11; h. 14; h. 17) guidata da Sandro Minella.
Un Pinot nero 100%, uno Chardonnay 100%, una cuvée di Pinot nero e Chardonnay, un rosato e una riserva: cinque calici di Alta Langa Docg per raccontare storia, caratteristiche e disciplinare di produzione della denominazione.
Analisi sensoriale del Tartufo Bianco d’Alba e Alta Langa Docg (h. 12; h.15; h. 18)
Realizzata in collaborazione con Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba e Centro Nazionale Studi Tartufo e guidata da Isabella Gianicolo.
Nelle colline piemontesi a ottobre si respira il profumo del Tartufo Bianco d’Alba. Il connubio con l’Alta Langa Docg risponde alle aspettative, in un rapporto che da anni rappresenta un percorso di tutela e valorizzazione delle risorse che un territorio come quello del sud Piemonte può offrire.
La masterclass dedicata al Tuber magnatum Pico o Tartufo Bianco d’Alba, rappresenta un piccolo viaggio nell’analisi sensoriale, ovvero lo studio del percepito. L’unica tecnica possibile per la valutazione di esemplari unici.
Un esperto condurrà nel mondo del tartufo, narrandone le caratteristiche, descrivendone i particolari e magari sollevando alcuni dei numerosi veli che avvolgono questo prodotto.
L’analisi sensoriale infine sarà strumento per fornire ai partecipanti un potere di valutazione del prodotto fresco in occasione di eventuali acquisti.
I partner del Consorzio Alta Langa sono Eurostampa e Verallia.
I partner tecnici dell’evento sono Lurisia, Nocciole d’Elite, Mario Fongo, Caseificio dell’Alta Langa, Agrimontana.
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ALBA – A pochi giorni all’avvio della 89aFiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, ecco “Tuber Primae Noctis“, un vero e proprio “Capodanno del Tartufo”. Organizzata quest’anno al Pavaglione di San Bovo di Castino (CN), nel cuore dell’Alta Langa, sarà l’occasione per brindare alla prima notte dell’anno in cui si dà l’avvio alla “cerca” dei “trifulau“. Un momento molto atteso da tutti gli appassionati di Tartufo Bianco d’Alba in Italia e nel mondo.
Per la prima volta i più importanti attori della filiera di valorizzazione del territorio, l’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, l’Ente Turismo Langhe Monferrato Roero, Il Centro Nazionale Studi Tartufo, in collaborazione con il Consorzio Alta Langa Docg e l’Unione delle Associazioni Trifulau Piemontesi, celebrano l’inizio della stagione con una vera e propria festa.
Da sabato 21 settembre sino al 31 gennaio in Piemonte sarà infatti possibile procedere alla ricerca del Tuber magnatum Pico: in questo periodo, sulla base della legge regionale, il Tartufo Bianco d’Alba farà il suo ingresso in ristoranti, mercati e negozi.
Il primo giorno di “cerca” è dunque un momento solenne perché segna l’inizio della stagione autunnale, annuncia la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco e prepara l’intero territorio all’accoglienza di visitatori e turisti da tutto il mondo, generando una fondamentale ricaduta economica e di interesse per Langhe Monferrato e Roero.
Il “capodanno del tartufo” è importante anche perché informa tutti gli estimatori del prezioso fungo sul calendario ufficiale di consumo e di acquisto. Il Centro Nazionale Studi Tartufo e l’Unione delle Associazioni Trifulau Piemontesi colgono l’occasione per ribadire quanto sia necessario un periodo di “fermo biologico”, dal 1 al 20 settembre di ogni anno, per evitare un eccessivo sfruttamento dell’ambiente durante un momento fondamentale per la maturazione tartufi che si potranno gustare dal 21 settembre in poi.
Tuber Primae Noctis è, per la prima volta, l’occasione per festeggiare – come annunciato dal tema della 89a Fiera Internazionale di Alba – l’equilibrio perfetto fra ambiente naturale e consumatore.
“È una grande emozione celebrare la Tuber Primae Noctis – dichiara Liliana Allena, Presidente dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba – e sono orgogliosa di farlo insieme agli attori di un territorio così speciale. Ringrazio i trifulau per il loro lavoro, ricercatori instancabili nelle notti di luna, in perfetta sintonia con i propri cani”.
“Tra pochi giorni il frutto delle loro ricerche sarà accolto nel nostro Mercato Mondiale del “Bianco d’Alba”, un luogo unico ed inebriato dai 120 profumi del Tuber magnatum Pico in cui acquistare tartufi certificati sotto l’occhio vigile dei giudici del Centro Nazionale Studi Tartufo. Con un calice d’Alta Langa alzato – conclude Allena – brindiamo insieme ad una nuova ed entusiasmante stagione del Tartufo Bianco d’Alba”.
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ALBA – È stata presentata venerdì pomeriggio, al Castello di Grinzane Cavour, l’89a Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba. L’evento andrà in scena dal 5 ottobre al 24 novembre nella cittadina piemontese. A Liliana Allena, presidente dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba, il computo di illustrare i temi dell’edizione 2019, ispirata al tema dell’equilibrio perfetto. Un concetto rappresentato da due elementi: il tartufo e l’uovo.
Il cibo è una delle più straordinarie espressioni della cultura materiale – ha dichiarato la Presidente dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba Liliana Allena – ed è indubbiamente una delle motivazioni di viaggio per chi raggiunge le colline di Langhe, Roero e Monferrato.
La nostra più preziosa risorsa, il Tartufo Bianco d’Alba, è il perfetto legame tra la tavola tradizionale e la cucina stellata, un elemento immancabile ed eccezionale valore aggiunto sui piatti del territorio.
La Fiera che stiamo per vivere rafforzerà le sinergie di Alba, Città Creativa per la Gastronomia Unesco, con il network di altre eccellenze mondiali come Limoges e Fabriano, ma sarà anche lo spazio in cui esaltare la creatività e la passione per il nostro Tartufo”.
Concetti racchiusi appunto nel binomio uovo e Tartufo Bianco d’Alba, che “insieme rappresentano l’equilibrio perfetto del gusto, un binomio eccezionale esplorato nelle sue potenzialità e in ogni sfaccettatura da cuochi, appassionati di cucina e chef stellati”.
La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba propone una lunga incursione nel mondo del Tuber magnatum Pico, gioiello che si trova nelle colline di Langhe Roero e Monferrato, patrimonio dell’umanità Unesco e simbolo di esperienze collettive che racchiudono la ristorazione, l’ospitalità e l’autentico modo di vivere italiano.
Un programma ricchissimo di appuntamenti e approfondimenti dedicati ai gourmand e agli enoturisti più esigenti offre la possibilità di conoscere da vicino, annusare, toccare, assaggiare gli elementi della cultura materiale del Piemonte attraverso degustazioni, esperienze sensoriali e laboratori.
La Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba rappresenta un mondo che da contadino si è fatto imprenditore e che concilia la crescita economica con la tutela del territorio: il Tartufo Bianco d’Alba, fungo ipogeo spontaneo, non coltivabile, misterioso figlio di un terreno sano e simbolo della sostenibilità.
Dal punto di vista naturalistico il Tartufo Bianco d’Alba è al centro di un sistema ambientale complesso, sensibile alle alterazioni e allo sfruttamento del territorio.
Da alcuni anni la Fiera si fa promotrice con il Centro Nazionale Studi Tartufo di un’attività di ripristino di tartufaie naturali, di conseguenza ogni servizio a pagamento dal biglietto d’ngresso all’analisi sensoriale del tartufo, prevederà una percentuale destinata alla tutela dell’ambiente tartufigeno.
IL PROGRAMMA Il fulcro della Fiera resta il Mercato Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, aperto ogni sabato e
domenica dal 5 ottobre al 24 novembre (più l’apertura straordinaria del 1° novembre).
Un luogo unico, inebriato dai 120 profumi del Tuber magnatum Pico, in cui acquistare tartufi certificati sotto l’occhio vigile dei giudici del Centro Nazionale Studi Tartufo, ma soprattutto conoscere ed incontrare i trifulau, testimoni di un mondo fatto di terra, di ricerca nelle notti di luna e di sintonia assoluta tra gli uomini e i propri cani.
Alle spalle del Mercato Mondiale è situato lo spazio dedicato all’Alba Truffle Show, luogo d’elezione per gli show cooking, i laboratori, le Analisi Sensoriali del Tartufo, le Wine Tasting Experience®. Il mondo della cultura del cibo si racconta durante gli imperdibili Foodies Moments, dove il Tartufo Bianco d’Alba incontra la cucina d’autore.
Guidati dai più celebri chef del territorio e da alcuni fra i più prestigiosi ristoranti italiani, i Foodies Moments sono una vetrina sul gesto creativo che anima le migliori cucine del Paese nella creazione di piatti in cui il Tartufo Bianco d’Alba è protagonista.
Per celebrare l’uovo, ingrediente alla base dei piatti tradizionali, simbolo di un saper fare tramandato come lascito culturale che ha reso Langhe, Monferrato e Roero il distretto gastronomico più importante d’Italia, una delle novità di questa 89 a edizione è rappresentata dagli Atelier della pasta fresca.
Quattro straordinari appuntamenti (alle ore 15 in sala Alba Truffle Show) firmati da due maestri d’eccezione come Walter Ferretto (Il CascinaleNuovo di Isola d’Asti) e Ugo Alciati (Guido Ristorante Villa Contessa Rosa di Serralunga d’Alba) per imparare i segreti di piatti come i tajarin e gli agnolotti al plin, che proprio nell’abbinamento con il Tartufo Bianco d’Alba trovano l’equilibrio perfetto.
Anche Davide Oldani, grande ristoratore e ambasciatore della cucina italiana nel mondo, sarà uno dei protagonisti della Fiera e metterà l’accento sul senso del conoscere profondamente un prodotto, il suo territorio, le sue caratteristiche ed esigenze.
Per questo, e per il grande amore per il Tartufo Bianco d’Alba, Oldani ha personalmente progettato un nuovissimo affettatartufi che sarà presentato in anteprima assoluta proprio all’Alba Truffle Show domenica 13 ottobre alle ore 11.
Con il coinvolgimento di Limoges, cittadina francese famosa nel mondo per le sue ceramiche e, come Alba, parte del network delle Creative Cities Unesco, nel 2019 arriva a compimento il progetto che vede il coinvolgimento di grandi aziende nella realizzazione del “Set per il Tartufo Bianco d’Alba”.
Sarà infatti la prestigiosa Maison Raynaud, storica casa produttrice di raffinati servizi tavola di Limoges, a realizzare la “Pepita”, prezioso oggetto per svelare al meglio il profumo, l’aroma e la freschezza del tartufo bianco d’Alba.
Sempre nell’ambito delle collaborazioni con le Città Creative Unesco saranno prodotti a Fabriano, il distretto italiano della carta, i sacchetti numerati nei quali vengono consegnati i tartufi certificati acquistati al Mercato Mondiale.
Anche per questa edizione sarà l’Alba Truffle Show il luogo in cui scoprire gusti e profumi provenienti dalle altre Regioni italiane che saranno ospiti d’eccezione alla Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.
LA CITTÀ PROTAGONISTA
La Fiera coinvolge tutta la città, e in un programma che propone molti entusiamanti appuntamenti, Piazza Risorgimento sarà lo scenario privilegiato del Salotto dei Gusti e dei Profumi, esposizione permanente che celebra le eccellenze del territorio piemontese e italiano con assaggi, degustazioni, workshop e laboratori didattici.
Dal Palio degli asini al coinvolgente Baccanale dei Borghi, grazie all’instancabile lavoro dei Borghi di Alba e della Giostra delle Cento Torri, nel periodo della Fiera del Tartufo le tradizioni medievali della città diventano un appuntamento da non perdere non solo per tutta la cittadinanza, ma anche per un appassionato pubblico nazionale ed internazionale.
Il luogo di divertimento dedicato ai più piccoli è il padiglione dell’Alba Truffle Bimbi: guidati da esperti educatori, i bambini e le loro famiglie sono condotti in attività, laboratori e giochi attraverso cui scoprire natura, territorio, cucina, antiche tradizioni e molto altro.
Tornano anche in questa edizione, le attese Ultimate Truffle Dinner, due charity dinner in Sala Beppe Fenoglio per gustare il meglio della gastronomia mondiale cucinata straordinariamente a quattro mani da importanti cuochi del territorio.
Il ricavato sarà destinato al progetto Breathe the Truffle la campagna di crowdfunding per salvaguardare l’ambiente naturale del Tartufo Bianco d’Alba. Le Ultimate Truffle Dinner sono aperte al pubblico e a tutti coloro che sapranno approfittare di questa prestigiosa opportunità per vivere emozioni da sogno nel territorio albese.
Nuovi appuntamenti della 89a Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba sono le Cene Insolite, momenti per scoprire luoghi storici e culturali della Città di Alba in occasioni fuori dall’ordinario, gustando cene d’eccellenza cucinate da cuochi stellati provenienti da tutta Italia.
I VENERDÌ E LA VALLE CERVO Quattro venerdì distribuiti tra ottobre e novembre dedicati ad un pubblico ristretto di curiosi e appassionati gourmet che, prima della cena, potranno partecipare ad una speciale visita guidata in spazi affascinanti come il Palazzo Banca d’Alba (dove cucinerà Cristina Bowerman), il palco che si affaccia su due sale del Teatro Sociale di Alba (con i Fratelli Cerea), il Centro Studi Beppe Fenoglio (con Christian e Manuel Costardi) e il Palazzo Comunale di Alba (con Philippe Léveillé).
Un’altra novità esce dai confini di Langhe, Roero e Monferrato per raggiungere la Valle Cervo, nelle colline biellesi, dove si trova La Bürsch, dimora del XVII secolo recentemente riportata in vita grazie ad un progetto
innovativo.
E’ lì che venerdì 8 novembre Martino Ruggieri, head chef del ristorante “Pavillon Ledoyen” tre stelle Michelin di Parigi, cucinerà insieme allo chef stellato Eugenio Boer del ristorante milanese “Bu:R” in una dimensione intima e meravigliosamente domestica offrendo agli ospiti un incredibile fine settimana nel quale vivere in modo inconsueto una esperienza unica con cena, pernottamento e colazione insieme a due grandi chef.
Gradito ritorno – il 16 e 17 novembre parallelamente agli eventi della Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba – per “Asti Palazzi del Gusto. I Mille Profumi del Monferrato” dopo il fortunato esordio dello scorso anno.
L’Asta Mondiale del Tartufo Bianco d’Alba, evento internazionale che giunge quest’anno alla XX edizione, avrà come sempre un’attenzione particolare al sociale devolvendo il ricavato della vendita all’asta in progetti di beneficenza in Italia e nel mondo.
Il connubio tra alta gastronomia e cultura si integra perfettamente con il design e con l’arte contemporanea, dialoga con la letteratura e con la musica regalando ai visitatori la possibilità di vivere un’esperienza culturale completa all’ombra delle cento torri.
SPAZIO ALL’ARTE E ALLA MUSICA
La Fondazione CRC organizza una serie di iniziative e mostre legate a grandi maestri dell’arte: dal 21 al 23 settembre si terrà “Il Congresso di Alba: 1956-2019. Per un rinnovamento imaginista del mondo” con tre giorni di conferenze, incontri, workshop e performance a cura del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea.
Nel corso dell’evento sarà esposta nella Chiesa di San Domenico l’opera collettiva “Senza titolo” a firma di Pinot Gallizio, Asger Jorn, Constant, Piero Simondo, Jan Kotik, Pier Giorgio Gallizio dal 22 di settembre fino al 10 novembre.
Pochi giorni dopo, dal 18 novembre e fino al 5 dicembre, la meravigliosa Chiesa di San Domenico ospiterà “Leonardo Da Vinci: the Genius” esposizione della Tavola Lucana attribuita al Da Vinci nei 500 anni dalla morte del più grande artista e scienziato italiano.
Dall’arte si passa alla letteratura con l’imperdibile appuntamento – venerdì 11 ottobre alle ore 18.00 al Teatro Sociale G.Busca di Alba – con lo scrittore giapponese Haruki Murakami, vincitore del Premio Lattes Grinzane 2019 per la sezione La Quercia, protagonista dell’ormai tradizionale lectio magistralis che suggella il legame fra il premio dedicato allo scrittore, pittore ed editore Mario Lattes, e la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.
E poi musica con la rassegna Classica: i concerti della domenica mattina, con la direzione artistica di Giuseppe Nova e Jeff Silberschlag di Alba Music Festival. A partire dal 6 ottobre, nella Chiesa di San Giuseppe, otto appuntamenti musicali scandiscono le domeniche di Fiera e rappresentano uno spazio di piacere e di cultura capace di coinvolgere un pubblico internazionale.
Prenderà il via il 12 ottobre Jazz&Co, rassegna dell’autunno albese, organizzata da Milleunanota, con quattro appuntamenti dedicati al jazz indipendente e di ricerca. Per il settimo anno la bellissima Chiesa di San Giuseppe sarà dedicata ai profumi e ai colori del nostro territorio assaporando vari generi di musica contemporanea.
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E’ un po’ come pensare di gestire una cristalleria in mezzo alla savana. O un orto, al centro del deserto. Ci vuole coraggio. E un pizzico di sana follia. Ingredienti che non mancano a Le Grenier, il ristorante di piazza Monte Zerbion 1 a Saint Vincent, borgo della provincia di Aosta noto per il Casino e per le terme. Una perla, nel mare di una ristorazione che – tutto attorno – pare stuzzicare la curiosità dei turisti (italiani o stranieri che siano) appiattendo la qualità, verso il basso.
Materie di prima scelta e creatività si fondono in piatti che sanno parlare, nello stesso boccone, tanto di tradizione quanto di avanguardia. E il merito è tutto della padrona di casa, Sara Berti. Una ristoratrice che è riuscita a coniugare, col medesimo equilibrio riscontrabile in ogni piatto, l’amore per la propria terra all’intelligente curiosità verso il mondo che la circonda. Già. Pranzare o cenare a Le Grenier è come affacciarsi a una terrazza sulla Valle D’Aosta. Ma con in mano un binocolo, capace di toccarne l’orizzonte.
Tradizione e avanguardia. Nei profumi, nei sapori, nei colori. Nel gusto. Un trionfo. Totale. La cui misura sta tutta nel paradosso di quel “Punto Snai” che gli hanno aperto accanto, ormai da qualche anno. La cristalleria e la savana. L’orto rigoglioso e il deserto. Magie della politica delle liberalizzazioni, che hanno aperto le porte al non-senso di un’Italia che sa farsi male da sola. Peggior nemica di se stessa. Un killer spietato. Delle proprie eccellenze.
Basta varcare la soglia per assaporare il gusto di questo antico granaio (“grenier“, per l’appunto), prima ancora di veder servito l’invitante entrée di cinque porzioni, pura arte culinaria in miniatura. Un camino colora e profuma l’aria nella sala principale, assieme alla luce calda e romantica dei candelabri. Macarons accostati a una crema di acciughe e cestini di pasta fillo con crema di zucca e bottarga preparano il palato al viaggio. I primi punti, di un’infinita schiera, segnati sul tabellone dello chef.
La scelta, nei gradini successivi, è resa ardua dalla presenza di piatti che sanno davvero incuriosire. Ognuno a suo modo. Anche perché presentati magistralmente, al tavolo, da Sara Berti. Una dovizia di particolari che trasuda amore. E racconta, al contempo, quanto sia meditato ogni pizzico d’ingrediente che compone l’intero menu. Che sia di terra o di mare, l’antipasto conferma le attese. Non sfugge neppure un dettaglio, tanto all’occhio quanto al palato.
IL MENU “L’uovo nell’uovo”, con fonduta di Fontina (rigorosamente d’alpeggio) e, a piacere, del tartufo Bianco d’Alba, è un tripudio. Le lumache di Cherasco al Lard Pistà, battuta di Lardo, non è da meno e fa il paio con l’Astice profumato all’origano, impreziosito da “piccoli legumi e cappuccino di corallo”. Il tocco magico dello chef anche nei ravioli di patate con Toma fresca di capra, trota affumicata e asparagi: un piatto tanto delicato quanto esplosivo, per l’aromaticità che sa esprimere.
Tra i secondi, segnaliamo agnello e anatra. Per il primo il taglio corrisponde a un gustoso carré, impreziosito da hummus, datteri e zuccherini alla rosa, serviti a parte. La Purple Duck, anatra Mulard spesso riscontrabile in arrosto, viene invece proposta – così come l’agnello – appena scottata, rosso sangue, per l’appunto. “Un tratto distintivo del nostro ristorante – spiega Sara Berti – è infatti quello di condurre al tavolo carni poco cotte”. Anche in questo caso, a parte, due creme: cipolla e cavolo rosso.
Per dessert, eccezionale i contrasti sensoriali dello zabaione all’assenzio con gelato. Il tutto – dall’antipasto ai secondi – corroborato da uno straordinario Cervaro della Sala 2009, blend di Chardonnay e Grechetto di casa Marchesi Antinori che si dimostra più che all’altezza di ogni portata.
Completa l’esperienza un delizioso liquore di Pino Mugo, “bevanda spiritosa” prodotta e imbottigliata da Vertosan nella vicina Châtillon (AO). Soluzione idroalcolica (35% vol), zucchero, infuso di pigne verdi e aromi naturali il segreto di questa “pozione magica”, capace di catapultare olfatto e palato in un bosco, con i suoi intensi e persistenti sentori aromatici e balsamici. Una “chicca”, fortemente voluta sulla carta de Le Grenier da Sara Berti.
LA RISTORAZIONE IN VAL D’AOSTA “Abbiamo passato tempi bui – ammette sincera l’imprenditrice – ma alla fine ne siamo usciti a testa alta, perché la nostra filosofia, basata sulla qualità assoluta nella ricerca non solo della materia prima, ma anche del suo perfetto calibro ed equilibrio nel piatto, assieme agli altri ingredienti, ha finito per pagare, alla lunga. Oggi contiamo soprattutto sulla presenza di turisti stranieri, provenienti in gran parte dalla Svizzera. Si tratta di una clientela molto preparata, che vive il territorio dove soggiorna a 360 gradi”.
“Non è difficile creare in questo modo un’economia allargata -continua – che parte proprio dal ristorante, costituita da interazioni tra le varie realtà del territorio. Spesso, infatti, i turisti stranieri ci chiedono dove poter acquistare direttamente i prodotti degustati a Le Grenier. E da quel che ci risulta tornano a casa con le auto stracolme di prodotti tipici valdostani”. Quello di Sara Berti, insomma, è molto più di un ristorante Guida Michelin. E’ la casa di una filosofia. Imprenditoriale. E di vita.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
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