Il vino italiano è il più venduto dal Systembolaget. «Nel 2020 – conferma a WineMag.it Sofia Brännborn, referente del monopolio della Svezia – abbiamo venduto 59.469.583 litri di vino prodotto in Italia, con un aumento del 6% rispetto al 2019».
Più in generale, il bilancio gennaio – dicembre 2020 del Monopolio svedese segna un volume di vendite pari a 569,1 milioni di litri. L’incremento rispetto ai 511,9 milioni del 2019 è dovuto principalmente alla chiusura di altri canali di acquisto, fortemente limitati dalla pandemia Covid-19, in particolare l’Horeca.
In crescita anche le vendite nette, giunte a quota 36.737 milioni di corone svedesi, circa 3,6 milioni di euro. Quattro in più rispetto ai 32.211 milioni di corone del 2019. L’utile operativo registrato dal Systembolaget è schizzato a 542 milioni di corone (circa 53 milioni di euro), rispetto ai 229 della precedente gestione.
Interessante anche il dato di gradimento del sistema monopolistico svedese, che convince il 74% degli intervistati, decisi a mantenerlo. Lieve flessione dell’indice di “clientela soddisfatta” negli store, pari all’82% rispetto all’85% del 2019.
«L’anno passato – commenta Magdalena Gerger, amministratore delegato di Systembolaget – ha portato con sé parecchie sfide, nuove e difficili da affrontare. I nostri dipendenti, dal deposito ai negozi, hanno compiuto uno sforzo eccezionale per la clientela, salvaguardando la nostra importante missione: ridurre gli effetti nocivi dell’alcol».
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Segnatevi questo nome: Sav 1785. Lo “spumante” del secolo, o giù di lì, stando alla descrizione della “cantina” produttrice svedese, tale “Sav Winery AB” di Östersund. Non solo biologico, ma anche vegano esenza solfiti. Insomma (parolina magica) “naturale“: “Our production method makes the birch wine without sulfites, so we can confidently say that this is probably one of the purest wines you will ever experience“, si legge sul sito web ufficiale del produttore.
Viticoltura eroica ai confini del globo? L’ultimo successo della sperimentazione Piwi? L’investimento visionario di qualche imprenditore della Franciacorta o della Champagne, intimorito dai cambiamenti climatici? Nulla di tutto ciò. Semplicemente non si tratta né di “spumante” né di “vino“, definizioni legate ai soli prodotti ottenuti dalla fermentazione del mosto d’uva, non di altri frutti o piante.
Di fatto, Sav 1785 è un fermentato di linfa di betulla (in inglese birch sap) che viene abilmente spacciato per sparkling wine dai produttori svedesi, non a caso autoproclamatisi “Winery “. Una bevanda, si apprende, prodotta con il “Méthode Suédoise“, ovvero il “Metodo svedese”, anche questo auto brevettato: prima del termine della fermentazione in acciaio, il succo viene imbottigliato con lieviti e zucchero.
L’etichetta è in vendita come “mousserande vin“, ovvero “vino spumante”, anche sul sito web del monopolio svedese Systembolaget che, interrogato da WineMag.it, non si è ancora esposto sull’argomento. Il prezzo è di 119 corone, circa 11,60 euro.
Tecnicamente, Sav 1785 è un “Pétillant Naturel“, ovvero un frizzante, nato dall’incontro fra “enthusiastic entrepreneurs and seasoned international vinification experts“, accomunati da un obiettivo altisonante: “Our goal is to place the district of Sav on the world map of sparkling wines“. Mica noccioline.
Variegato e per certi versi misterioso il team di Sav Winery, azienda che somiglia più a una scommessa tra amici, che a una vera e propria “cantina”. Ai vertici, il managing director Christian Karlsson – nessuna notizia online sul suo conto – affiancato dal presidente del Cda Bengt Strenge, un passato da manager nel ramo delle telecomunicazioni (con Prodo Telecom Ab, società poi assorbita dalla francese Oberthur Technologies) nonché da titolare di un’agenzia di consulenza finanziaria.
Altra figura chiave della svedese Sav Winery, se non altro per la sua expertise in campo enologico, è il consulente internazionale Lars Torstensson, vignaiolo di lungo corso in Francia, per l’esattezza in Provenza, dove è stato addirittura premiato Vigneron de l’Année nel 1994 dalla rivista enogastronomica Gault Millau.
In quegli anni, Torstensson era alla guida enologica di Domaine Rabiega, azienda finita nelle mani di Vin & Sprit AB (oggi Pernod Ricard) tra i principali produttori di vodka in Svezia, col noto marchio Absolute Vodka.
Infine, nel ruolo di Sales Marketing manager di Sav, ecco Mikael Wrang: dirigente proveniente dal settore dell’informatica (è stato Business development manager di Xlent) nonché fondatore e Ceo di Bergman & Wrang AB, azienda del ramo dell’arredamento e dell’interior design – una piccola Ikea, per intenderci – nella quale ricoprire be tuttora incarichi dirigenziali.
Insomma, non proprio un gruppo di sprovveduti, capaci di ottenere ottimi risultati sui Social e – udite, udite – persino su riviste specializzate (del settore enologico, s’intende). Che non si tratti di dilettanti allo sbaraglio, bensì di una squadra che sa come “muoversi” nel marketing e nella comunicazione, lo dimostra anche l’ultima, imponente campagna pubblicitaria di Sav Winery, che propone la consegna gratuita di Sav 1785 in Uk, Francia, Olanda, Belgio, Germania, Danimarca, Ungheria, Italia e Spagna, a chiunque acquisti un minimo di 2 bottiglie.
Molto reattivo il servizio clienti, gestito in prima persona – a quanto pare – proprio da Mikael Wrang. Nel rispondere a una richiesta di chiarimenti sull’utilizzo dei termini “vino” e “spumante” connessi a una bevanda prodotta con linfa di betulla, l’azienda svedese mente (sapendo di mentire), scaricando eventuali responsabilità su una potenziale frode in commercio.
“We always try to say ‘wine made from birch sap’, when we use the word ‘wine’. In most cases, we only say sparkling’. In advertisement we try never to say only ‘sparkling wine’“. Resta un mistero l’utilizzo stesso della parola “Winery“. Anzi, no.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 16 anni, tra carta stampata e online, dirigo oggi winemag.it, testata unica in Italia per taglio editoriale e reputazione, anche all’estero. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Segno Vergine allergico alle ingiustizie e innamorato del blind tasting, vivo il mestiere di giornalista come una missione per conto (esclusivo) del lettore, assumendomi in prima persona, convintamente, i rischi intrinsechi della professione negli anni Duemila. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
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