osteria francescana Carta vini dei ristoranti stellati Cooperative italiane alla carica È il momento giusto
Il vino delle cooperative italiane fa sempre più “rima” con le carte dei ristoranti stellati. A confermarlo, lo scorso 3 luglio in occasione della diretta Facebook organizzata da Assoeneologi, è stato Giuseppe Palmieri, maître e sommelier dell’Osteria Francescana, ristorante 3 stelle Michelin a Modena.
Il post lockdown vede infatti impegnata anche la ristorazione stellata nel cercare nuove vie per ripartire. Una di queste sembra portare all’offerta cooperativa di vino di qualità, vista come “diversa e nuova, da proporre ai clienti soprattutto per il valore del racconto del territorio di produzione, vera forza del sistema cooperativistico”. In una parola, il famigerato “storytelling“.
“In carta – ha evidenziato Palmieri – abbiamo già dei vini di cooperative. La loro proposta è in grande crescita e potrebbero essere quindi di più. Le invito ad avvicinarsi senza timore anche ad una certa tipologia di ristorazione, questo è il momento giusto“.
Nel corso del dibattito è stato ricordato come il 55 per cento del vino italiano sia prodotto oggi da cantine cooperative e come queste svolgano un importante ruolo sociale e di salvaguardia del territorio, permettendo ad alcuni produttori conferitori di coltivare ancor oggi piccoli appezzamenti che altrimenti sarebbero abbandonati.
In diverse regioni le cooperative vitivinicole svolgono un ruolo fondamentale. Un discorso che vale per il Veneto di Cantina di Negrar: “Fare cooperativa oggi – ha sottolineato il dg ed enologo Daniele Accordini – significa produrre qualità e reddito, nonché impegnarsi concretamente nella sostenibilità e nella produzione biologica”.
“Durante l’emergenza pandemica – ha aggiunto – abbiamo fatto assicurazioni sanitarie, sconti finanziari e sconti in merce su tutta la gamma di prodotti, sostenuto la clientela rendendo più flessibili i pagamenti dello scaduto, garantito anticipi provvigionali agli agenti Horeca”.
“Abbiamo dimostrato capacità di risposta immediata ai fabbisogni della distribuzione e dei consumatori – ha concluso Accordini – e ci proponiamo quindi, a pieno titolo, come interlocutori strategici per individuare le migliori soluzioni e garantire un futuro competitivo al sistema vino Italia”.
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Vini in promo al super cosa comprare. Pam bello storytelling su Cantina Bolzano 2
Poche luci sul vino in promozione al supermercato, sul finire di febbraio e l’inizio di marzo 2020. Ci pensa, un po’ a sorpresa, la cantina siciliana Rapitalà a regalare boccate d’ossigeno in diverse insegne. Bella coppia con la toscana Piccini, di recente insignita da Vinialsuper “Miglior Cantina Gdo” del 2019.
Curiosa l’operazione di Pam Panorama, cui abbiamo dedicato la foto di copertina: un quarto di pagina riservato alla storia di Christian Graf Huyn – von Steiner dell’azienda Steinerhof, conferitrice della cooperativa Cantina di Bolzano. Lo storytelling fa bene al vino italiano, quando si veste di concretezza, mostrando il volto di chi si sporca le mani, quotidianamente.
Gli altoatesini, dopo un restyling che ha interessato in maniera profonda l’estetica della struttura, dimostrano di essere andati ben oltre l’impatto visivo, proponendo vini dal crescente rapporto qualità prezzo, anche in Gdo. Ne è un esempio proprio il Sauvignon Steinerhof. Cin, cin.
Volantino Auchan, dal 17 al 26 febbraio
Verdea “La Tonsa”, Nettare dei Santi: 3,15 euro (3,5 / 5)
Rosso Valtellina, Sertoli Salis: 6,99 euro (5 / 5)
Colli Piacentini Doc Barbera Vite e Vini, Cantina Valtidone: 1,99 euro (3,5 / 5)
Sangue di Giuda, Cantine Montagna: 3,00 euro (3,5 / 5)
Spumante Prosecco Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg, Mionetto: 6,99 euro (3,5 / 5)
Volantino Bennet, dal 20 febbraio al 4 marzo
Chianti Riserva Collezione Oro, Piccini: 3,43 euro (5 / 5)
Lambrusco Sorbara / Grasparossa, Chiarli: 2,38 euro (3,5 / 5)
Volantino Carrefour, dal 17 al 27 febbraio
Nessun vino consigliato
Volantino Carrefour Market, dal 13 al 29 febbraio
Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva, Spinelli: 2,99 euro (4,5 / 5)
Bardolino Classico Doc, Sartori: 3,99 euro (3,5 / 5)
Colli Piacentini Doc Ortrugo / Gutturnio “Biò”, Cantina Valtidone: 4,89 euro (4 / 5)
Volantino Carrefour Express, dal 13 al 25 febbraio
Nero d’Avola Sicilia Igt, Rapitalà: 3,99 euro (5 / 5)
Pecorino Igt / Montepulciano Doc, Spinelli: 2,99 euro (3,5 / 5)
Volantino Coop, dal 20 febbraio al 4 marzo
Spumante Metodo classico Docg “Carta Oro”, La Versa: 5,99 euro (4 / 5)
Volantino Esselunga, dal 20 febbraio al 4 marzo
Prosecco Doc, Martini: 3,99 euro (5 / 5)
Alcamo, Rapitalà: 3,90 euro (5 / 5)
Pignoletto / Lambrusco, Cavicchioli: 2,99 euro (5 / 5)
Tavernello frizzante bianco / rosato: 1,49 euro (3,5 / 5)
Bonarda dell’Oltrepò pavese Doc “San Zeno”, Zonin: 3,54 euro (3,5 / 5)
Fruité bianco / rosso, Valmont: 2,27 euro (3,5 / 5)
Merlot Maremma Doc, Cecchi: 4,59 euro (3,5 / 5)
Primitivo del Salento Doc, Cantina Due Palme: 2,24 euro (4 / 5)
Volantino Famila, dal 13 al 26 febbraio
Nessun vino consigliato
Volantino Gulliver, dal 21 febbraio al 5 marzo
Chianti Docg “Balzi Fratti”, Piccini: 3,99 euro (3,5 / 5)
Orvieto Doc Classico, Cecchi: 3,19 euro (3,5 / 5)
Colli Piacentini Doc Bonarda frizzante, Cantina Valtidone: 4,39 euro (1+1) (3,5 / 5)
Bonarda “Morasca” / Cortese “Garlà”, Torrevilla: 3,99 euro (3,5 / 5)
Volantino Il Gigante – inserto “La Cantina”, dal 20 febbraio al 25 marzo
Barbera d’Alba Doc, Sansilvestro: 3,89 euro (3,5 / 5)
Nebbiolo d’Alba Doc, Produttori di Portacomaro: 4,99 euro (5 / 5)
Chianti Riserva, Azienda Agricola La Pieve: 3,99 euro (3,5 / 5)
Erbaluce di Caluso Docg “Serché”, Produttori del Monferrato: 3,49 euro (4,5 / 5)
Cortese del Monferrato casalese Doc “Barlet”, Produttori del Monferrato: 3,39 euro (4 / 5)
Pignoletto frizzante Modena Doc “Tenuta Villa Cialdini”, Cleto Chiarli: 2,99 euro (3,5 / 5)
Prosecco Conegliano Docg millesimato, Astoria: 4,99 euro (4,5 / 5)
Spumante Cuvée Extra Dry millesimato, Coste Petrai: 3,29 euro (3,5 / 5)
Volantino Iperal, dal 12 al 26 febbraio
Vini Rue di Piane, Spinelli: 2,09 euro (3,5 / 5)
Vini Collezione Oro (Chianti Docg Riserva / Superiore; Orvieto Classico Doc) Piccini: 3,99 euro (5 / 5)
Vini Rapitalà (Doc Rosso Sicilia / Alcamo): 3,45 euro (5 / 5)
Spumante Franciacorta Docg Satèn / Rosé, Solive: 11,49 euro (5 / 5)
Vini da evitare: linea vini Oltrepò pavese Le Rovole; Vini Il Gaggio
Volantino Iper, La grande i, dal
Montepulciano d’Abruzzo Doc Riserva, Spinelli: 2,99 euro (4,5 / 5)
Orvieto Classico Doc Collezione Oro, Piccini: 3,95 euro (3,5 / 5)
Dolcetto d’Alba Doc, Sansilvestro: 3,49 euro (3,5 / 5)
Lacrima di Morro d’Alba Doc, linea “Grandi Vigne”: 4,59 euro (4 / 5)
Lambrusco Grasparossa di Castelvestro Doc, Righi: 2,49 euro (3,5 / 5)
Nero d’Avola / Grillo Sicilia Doc, Rapitalà: 3,99 euro (5 / 5)
Morellino di Scansano Docg “La Torre” / Vermentino / Rosé “Cala Forte”, Frescobaldi: 4,99 euro (4 / 5)
Volantino Pam Panorama, dal 20 febbraio al 4 marzo
Sauvignon Doc Alto Adige “Von Steiner”, Cantina Bolzano: 6,99 euro (4,5 / 5)
Chianti Riserva Docg Collezione Oro, Piccini: 3,89 euro (5 / 5)
Volantino Tigros, dal 19 febbraio al 3 marzo
Chianti Superiore Docg, Santa Cristina Antinori: 5,90 euro (5 / 5)
Ribolla Gialla / Pinot Grigio Doc, Colli di Poianis: 6,90 euro (3,5 / 5)
Moscato d’Asti Docg, Cantina del Parroco: 7,90 euro (5 / 5)
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
Non ha fatto nulla di veramente nuovo. Eppure, Giuseppina “Giusi” Scaccuto Cabella, col suo progetto Mine Wine – all’esordio con “11 Terre“, un’etichetta di Gavi Docg – ha tutte le carte in regola per diventare la donna che rivoluzionerà lo storytelling degli imbottigliatori del vino italiano. Vignaiola senza vigneto ed enologa senza cantina, fa quello che pochi “assemblatori d’uve” si sono mai sognati di fare: metterci la faccia. E modi nuovi.
Dopo 30 anni di esperienza maturata nel settore vitivinicolo in Piemonte – dall’amministrazione alla vigna, passando per la vita di cantina tra Castel di Serra (oggi proprietà Martini) e Tenuta San Pietro in Tassarolo – Giusi ha deciso di dare avvio a un progetto tutto suo. Nel territorio del Gavi Docg, dove abita.
In occasione della vendemmia 2018, ha acquistato per 1,30/1,50 euro al chilo le uve Cortese di 11 vignaioli – uno per Comune, tra quelli ricompresi nella Denominazione dell’Alessandrino – e le ha vinificate in prima persona presso la Cantina Mignanego Francesco e Figli di Francavilla Bisio (AL), dove ha affittato degli spazi ad hoc.
Ha seguito tutti i passaggi, affiancando prima i vignaioli e, poi, i cantinieri, nella fase enologica. Le prime 20 mila bottiglie, prodotte con “lieviti indigeni e zero chimica”, sono andate a ruba. Freschezza, mineralità e facilità di beva le armi nella faretra del Gavi “11 Terre”, capace di consegnare al calice le peculiarità delle “Tre Terre” della Docg.
Le “Terre rosse“, originate dalla ferrettizzazione delle ghiaie miste ad argilla degli antichi depositi alluvionali, situate a nord di Gavi, verso Tassarolo e Novi. Le marne e arenarie della fascia centrale, che affiorano su una linea che unisce Serravalle, Gavi e San Cristoforo. Sono i terreni di Monterotondo, coi vigneti alle falde del monte Mesima.
Infine la parte meridionale, che si fa più ripida per l’approssimarsi dei rilievi dell’Appennino, composta da marne argillose bianche, la cui origine marina è evidente anche per la presenza di numerosi fossili.
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Di ritorno dal tour promozionale a New York, Giusi Scaccuto Cabella ha incontrato ieri la stampa a Milano, al ristorante vegetariano “Joia” di Pietro Leemann (nelle foto sopra) per presentare un progetto che cresce e si allarga. Saranno infatti 35 mila le bottiglie di Gavi Docg “11 Terre” della vendemmia 2019. Quella del bis, per Giusi.
In serbo c’è anche un vino rosso, che sarà presentato nel 2020. “Nel segno del mio legame col territorio – ha spiegato l’imbottigliatrice più glamour d’Italia – ho scelto l’antico vitigno piemontese Nibiö, che dà un vino bisognoso di tempo per ammorbidire i tannini e il suo carattere ruvido”.
Alcune delle viti individuate per il secondo “ciak” di Mine Wine sarebbero a piede franco. Altre avrebbero più di 50 anni. Tutti elementi utili allo storytelling, in Italia come all’estero. “Al momento – spiega Giusi a WineMag.it – la produzione viene esportata per il 70%, ma l’obiettivo è quello di aumentare la quota locale, con nuovi progetti”.
Già, perché se da un lato Giusi dice di amare Gavi e voler “esprimere integralmente le peculiarità di un’intera area di produzione a denominazione di origine controllata e garantita”, attraverso un’etichetta che racchiuda le caratteristiche di 11 Comuni, dall’altro non si pone limiti: “Sono alla ricerca di nuovi territori da esplorare”.
“Il sogno? Uno spumante, non necessariamente Metodo classico. In generale – conferma la promotrice di Mine Wine – la mia è una forma moderna di vedere la figura dell’imbottigliatore, che segue tutte le varie fasi della coltivazione, come me. Ho umanizzato, nel mio piccolo, l’immagine di chi acquista uve e le imbottiglia”.
Una sensibilità che Giusi Scaccuto Cabella ha “coltivato e scoperto” dentro di sé anche grazie a uno dei suoi maestri di vigna e cantina: l’enologo Claudio Icardi, che guida l’omonima azienda di Castiglione Tinella (CN). “Sento il bisogno di tornare in vigna appena mi allontano”, riferisce. Non è escluso che un giorno, Giusi, sarà vignaiola. Tout court.
Cronista di nera convertito al nettare di Bacco, nel mondo dell’informazione da oltre 15 anni, tra carta stampata e online, dirigo winemag.it. Collaboro inoltre come corrispondente per una delle testate internazionali più autorevoli del settore, in lingua inglese. Edito con cadenza annuale la “Guida Top 100 Migliori vini italiani” e partecipo come giurato ai più importanti concorsi enologici internazionali. Oltre alle piazze tradizionali, studio con grande curiosità i mercati emergenti, seguendone dinamiche, trend ed evoluzioni. Negli anni ho maturato una particolare esperienza nei vini dei Balcani e dei Paesi dell’Est Europa, tanto da aver curato la selezione vini per un importatore leader in Italia. Nel 2024 mi è stato assegnato un premio nazionale di giornalismo enogastronomico.
ernst knam pastry chef milano food week carrello spesa pam
MILANO – Cosa ci fanno una decina di chef con il presidente della Milano Food Week, in un supermercato Pam di Milano? Semplice: la spesa. Ma non una spesa qualunque. Sabato e domenica 5 e 6 maggio e 12 e 13 maggio il carrello della spesa serve ad aiutare i più bisognosi.
L’iniziativa benefica, voluta da Federico Gordini in collaborazione con chef del calibro di Roberto Valbuzzi, Wicky Priyan, Yoji Tokuyoshi, Ernst Knam, Andrea Berton, Galileo Reposo e Viviana Varese, sarà valida in nove supermercati Pam Panorama di Milano e nell’unico punto vendita di Rozzano, Comune della periferia Sud Ovest milanese.
Si potranno donare i propri acquisti (generi alimentari di prima necessità) ai volontari di cinque associazioni (Caritas Ambrosiana, Ciessevi Milano, EquoEvento, Opera Cardinal Ferrari, Solidando) presenti all’uscita dei punti vendita.
Non a caso, il teaser dell’iniziativa benefica della Milano Food Week è stato girato all’interno del Pam Supermercato di via Strigelli 8, a Milano. Pam è infatti main sponsor della #MFoodW 2018, appuntamento giunto ormai alla sua nona edizione nel capoluogo lombardo.
I DETTAGLI
Una settimana di eventi (7-13 maggio) incentrati su “Kitchen tematiche” sparse per la città di Milano. “Luoghi dove vivere esperienze enogastronomiche esclusive – spiega il presidente Federico Gordini – associati a contesti e stili di vita diversi da cui prenderanno il nome: City Kitchen, Public Kitchen, Student Kitchen, Home Kitchen, Special Kitchen, Lifestyle Kitchen, Healthy Point”.
Ogni Cucina ospiterà emozionanti “StoryCooking” – ovvero showcooking che incontrano lo storytelling dei prodotti – tenuti da celebri Chef stellati e food blogger, come Enrico Bartolini, Ernst Knam, Alessandro Negrini e Fabio Pisani. Saranno raccontati piatti esclusivi da “portare a casa”, a partire dalla loro personale “Lista della Spesa”.
“Da qui – sottolinea l’organizzazione della Milano Food Week – il Carrello della Spesa diventa il protagonista ed il trait-d’union tra le diverse esperienze in città di questa edizione. Luogo virtuale in cui inserire la propria lista della spesa e interrogarsi sulle scelte alimentari che ciascuno di noi compie nella quotidianità. Scelte sulle quali porre maggiore consapevolezza e responsabilità”.
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Cosa preferiranno i wine lovers alla prossima edizione dell’Orcia Wine Festival di San Quirico d’Orcia? La degustazione tecnica del vino o la degustazione accompagnata dalle narrazioni dei vignaioli sul loro vissuto di vita in cantina e in vigna? Questa è la sfida organizzata dal Comune di San Quirico d’Orcia, dal Consorzio del vino di Orcia e da Onav per la manifestazione che si terrà tra il 23 e il 25 Aprile 2016.
”Il vino Orcia, – ha spiegato Donatella Cinelli Colombini, presidente del Consorzio del vino Orcia – che nasce in una quarantina di piccole cantine dove quasi tutto è ancora fatto a mano, spesso dal produttore in persona, è il più adatto per giocare fra la novità e la tradizione dello storytelling, una tecnica di comunicazione attualissima eppure molto antica”. Durante le tre giornate della kermesse, come ogni festival che si rispetti, banchi di assaggio, degustazioni guidate, wine class, laboratori, possibilità di acquistare il vino, ma soprattutto da domenica pomeriggio alle 16 il contest tra queste due tipologie di approccio al vino.
Tecnicismi o racconti emozionali? Le degustazioni si sfidano ad Orcia
Gli organizzatori inoltre, hanno pensato ad altre opportunità per gli eno appassionati. Accanto alle consolidate visite in cantina gli Orcia wine tour, Orcia wine walking e Orcia wine bike. Ognuno potrà scegliere il mezzo per visitare il territorio lungo la strada del vino d’Orcia. ”Il vino più bello del mondo unito al paesaggio più bello offrono un’esperienza totale unica e indimenticabile da vivere nel cuore della Val d’Orcia” parola del sindaco di San Quirico d’ Orcia Valeria Agnelli. La Val d’Orcia è una regione in parte patrimonio Unesco, i suoi vini hanno la denominazione Doc dal 2000. Prodotti con uve Sangiovese e Orcia Sangiovese vinificate in bianco, rosso, rosato e vin santo. L’Orcia Wine Festival è una buona occasione per visitare il territorio, conoscere questo vino e partecipare alla sfida sull’analisi organolettica del vino tra tecnicismi ed emozioni.
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