Categorie
eventi news ed eventi

Calici di Stelle 2022: in alto i calici per l’Eno-Astronomia

Calici di Stelle 2022 in alto i calici per l'Eno-Astronomia

L’Eno-Astronomia è il tema prescelto per l’edizione 2022 di Calici di Stelle. Nulla a che vedere con il vino nello spazio, argomento trattato dall’enologo Donato Lanati in occasione del 15° Forum Internazionale della Cultura del vino di Fis – Fondazione italiana sommelier.

Saranno proprio i “corpi celesti” a dettare il calendario di appuntamenti organizzati come ogni anno da Mtv – Movimento turismo del vino e dall’Associazione Città del Vino. Si parte il 29 luglio con le “Guest Star per la Serata d’Apertura”.

Protagonisti Luna, Marte e Urano che appariranno luminosi nel cielo di Calici di Stelle 2022 e regaleranno momenti suggestivi agli appassionati. Imperdibile poi la “Notte di San Lorenzo“, che il 10 agosto illuminerà i calici con una pioggia di stelle cadenti.

Nella notte del 12 agosto la “Superluna dello Storione“, che prende il nome dal momento migliore dell’anno per catturare questo pesce. Per i winelovers, un’occasione per godersi Calici di stella sotto la supervisione del satellite del pianeta Terra, tra i filari delle vigne.

Lo show di Calici di Stelle 2022 continua nelle notti del 14 e del 15 agosto, quando la Luna si allineerà rispettivamente a Saturno e poi con Giove, regalando agli enoturisti una vera e propria esperienza “stellare”. Programma completo sul sito del Movimento italiano turismo del vino e delle Città del Vino.

Categorie
news news ed eventi

Vino Nobile di Montepulciano 2021: voto e “stelle” alla vendemmia quando entrerà in commercio

Il voto espresso in “stelle” al Vino Nobile di Montepulciano 2021 sarà comunicato dal Consorzio di tutela quando l’annata entrerà in commercio, ovvero nel 2024. Si tratta della svolta decisa dall’ente del noto vino della Toscana, guidato da Andrea Rossi. Non resta che attendere, dunque, con la premessa che la vendemmia 2021 è stata più che buona. In commercio nel 2022 si potranno trovare il Vino Nobile di Montepulciano 2019 e la Riserva 2018.

LA VENDEMMIA DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO 2021

Il 2021 ha avuto un andamento meteorologico decisamente straordinario, sia in termini di piovosità, sia per alcuni picchi termici registrati in primavera. La piovosità totale annua è stata pari a 510 mm, valore decisamente basso. Circa il 25% meno della piovosità media annua della zona.

Relativamente alle temperature, i mesi che si sono discostati fortemente dalle medie del periodo sono stati marzo e soprattutto aprile, che hanno fatto registrare valori delle minime particolarmente bassi. In aprile, nella notte tra il 7 e l’8, le temperature notturne sono scese sotto lo zero per molte ore, raggiungendo nei fondivalle anche i -7°C, e arrecando criticità in fase di schiusura.

Il germogliamento è avvenuto tra il 28 marzo e il 27 aprile; la fioritura tra il 2 e il 15 giugno e l’invaiatura tra il 27 luglio e il 26 agosto. La vendemmia si è sviluppata tra la metà di settembre i primi di ottobre.

I vini del 2021, degustati dopo le fermentazioni malo-lattiche, presentano colori molto decisi, profumi intensi dominati da sentori di frutta matura e una notevole struttura caratterizzata da abbondante tannicità e buona acidità. A livello analitico si rilevano valori elevati di intensità e tonalità di colore, di alcool, di estratti e di polifenoli totali e livelli medi di acidità e pH.

LE PIEVI NEL DISCIPLINARE DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO 2021

Sono oltre 40 le aziende di Vino Nobile di Montepulciano che, a partire dalla vendemmia 2021, hanno selezionato una partita di Vino Nobile di Montepulciano atto a divenire “Pieve”. Circa 500 mila le bottiglie previste in uscita per la prima annata disponibile (la 2024), pari al 10% circa della produzione di Vino Nobile di Montepulciano.

Rispetto allo scorso anno, data di presentazione del disciplinare, dopo la delibera positiva da parte della Regione Toscana (primo step dell’iter), ora il Consorzio aspetta l’ok definitivo dalla Comitato Vini del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. Nella giornata dedicata alla stampa sono state degustate le 12 Pievi al loro secondo anno di maturazione.

Lo studio storico della geologia e della geografia del territorio ha portato alla individuazione di 12 zone, definite nel disciplinare di produzione UGA (Unità geografiche aggiuntive), che saranno anteposte con la menzione “Pieve” in etichetta.

Questo aspetto rappresenta l’identità del Vino Nobile di Montepulciano che guarda appunto al passato. La scelta di utilizzare i toponimi territoriali riferibili a quelli delle antiche Pievi in cui era suddiviso il territorio già dall’epoca tardo romana e longobarda, nasce da un approfondimento di tipo storico, paesaggistico e produttivo vitivinicolo.

In particolare la volontà del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano è quella di ribadire e codificare una realtà fisica con antica radice storica, che ha caratterizzato il territorio poliziano fino all’epoca moderna e che trova la sua eco anche nel catasto Leopoldino dei primi decenni del XIX secolo, che suddivideva il territorio in sottozone definite con il toponimo.

IL VINO NOBILE VALE UN MILIARDO DI EURO

Un miliardo di euro circa. È questa la cifra che quantifica il Vino Nobile di Montepulciano tra valori patrimoniali, fatturato e produzione. Circa 65 milioni di euro è il valore medio annuo della produzione vitivinicola, senza contare che circa il 70% dell’economia locale è indotto diretto del vino.

Una cifra importante per un territorio nel quale su 16.500 ettari di superficie comunale, circa 2.000 ettari sono vitati, ovvero il 16% circa del paesaggio comunale è caratterizzato dalla vite. Di questi 1.210 sono gli ettari iscritti a Vino Nobile di Montepulciano Docg, mentre 305 gli ettari iscritti a Rosso di Montepulciano Doc.

A coltivare questi vigneti oltre 250 viticoltori (sono circa 90 gli imbottigliatori in tutto dei quali 75 associati al Consorzio dei produttori). Circa mille i dipendenti fissi impiegati dal settore vino a Montepulciano, ai quali se ne aggiungono altrettanti stagionali.

Nel 2021 sono state immesse nel mercato 6,8 milioni di bottiglie di Vino Nobile (+21,4% rispetto al 2020) e 2,6 milioni di Rosso di Montepulciano (+6,4% rispetto al 2020).

IL MERCATO DEL VINO NOBILE DI MONTEPULCIANO

Il 2021 è stato un anno importante per il mercato del Vino Nobile di Montepulciano, rispetto a quello precedente caratterizzato dalle chiusure di ristoranti e ridimensionamento dell’export. Le vendite del Vino Nobile di Montepulciano nel 2021 hanno visto un incremento significativo del mercato interno.

Le esportazioni, che tuttavia restano il principale canale di sbocco, hanno fatto segnare un 70% (negli anni passati si era arrivati al 78%), mentre il restante 30% viene commercializzato in Italia. Continua la tendenza di crescita degli ultimi anni la vendita diretta in azienda che nel 2021 ha raggiunto il 30%.

Per quanto riguarda il mercato nazionale inoltre le principali vendite sono registrate in Toscana per il 40%. Al nord viene venduto il 34,4% (+20% rispetto al 2019). Per quanto riguarda l’estero si assiste a una torta divisa a metà tra Europa e paesi extra Ue. La Germania continua ad essere il primo mercato del Nobile con il 39% della quota esportazioni.

Il secondo Paese di riferimento è quello degli Stati Uniti, arrivando a rappresentare il 26% dell’export del Vino Nobile di Montepulciano (+4% rispetto al 2019). Successo anche per i mercati asiatici, balcanici ed extra Ue con oltre il 4% delle esportazioni.

Continua il trend di crescita del Canada che da solo vale il 4% delle esportazioni. Un dato davvero significativo è la fetta di mercato del Vino Nobile di Montepulciano a marchio bio. Nel panorama italiano vale il 42% delle vendite.

A livello internazionale rappresenta invece il 69%. Un dato che rispecchia anche la produzione biologica a Montepulciano. Più della metà dei soci del Consorzio è ormai biologico o in conversione. E va nella direzione della certificazione Equalitas.

Categorie
Food Lifestyle & Travel

Prima Stella Michelin per Fourghetti di Bruno Barbieri: la scommessa dei bookmakers

Durante la quarantena non si è mai arreso, ha saputo farsi apprezzare e conoscere fino in fondo dal pubblico anche grazie ai social network. Bruno Barbieri, l’unico chef italiano ad aver ottenuto 7 stelle Michelin in 40 anni di carriera, è tornato alla carica ai fornelli.

Protagonista l’ultima “casa” dell’ormai volto noto della tv (grazie al suo ruolo di giudice in MasterChef), il Fourghetti di Bologna, su cui si concentrano le scommesse dei bookmaker per la Prima Stella Michelin.

Come riporta Agipronews, agenzia di stampa periodica telematica che si occupa del mondo dei giochi a pronostico e delle scommesse, l’american bar e bistrot di Barbieri è in lavagna a 6,00.

Il ristorante di via Augusto Murri 7 è stato anche ridipinto dallo street artist Afran, artista contemporaneo cresciuto e residente nell’altopiano valsassinese. Chissà che le modifiche di ristrutturazione non diano una mano a Bruno Barbieri, al fine di ottenere il tanto ambito premio Michelin.

Categorie
news ed eventi

Calici di Stelle 2016: bilancio da 1 milione di wine lovers

Cultura del vino e territori sempre più nel segno dell’enoturismo con Calici di Stelle (6-14 agosto in tutta Italia), la kermesse estiva del Movimento Turismo Vino organizzata in collaborazione con Città del Vino che oggi chiude con un bilancio più che positivo, malgrado le nuvole e la pioggia di alcuni giorni, e con il pieno di visitatori che hanno brindato alle stelle tra tasting e proposte all’insegna di arte, musica e astronomia. Oltre un milione i turisti, anche stranieri (pari a circa il 20%), stimati nelle centinaia di comuni e cantine sparsi per lo Stivale, mentre sono state 160 mila le bottiglie stappate durante tutta la manifestazione. Un’occasione per scoprire l’universo vino a diretto contatto con i produttori, ma anche per vivere il fascino dei vigneti e dei centri storici del Paese nelle notti più suggestive dell’anno. “La valorizzazione dei nostri territori vitivinicoli – dichiara Carlo Pietrasanta, presidente del Movimento Turismo Vino – è l’obiettivo principale di questa manifestazione. Da anni il Movimento Turismo Vino e Città del Vino, infatti, stanno lavorando insieme per sviluppare e far comprendere il valore promozionale di Calici di Stelle che passa attraverso proposte di qualità e un dialogo costante tra i diversi attori dei territori. E il turista, attento anche in questa occasione, ne ha avuto la dimostrazione grazie a eventi mai banalmente legati al bere, ma mirati alla conoscenza della ricchezza culturale dei centri storici e delle produzioni che rendono unica tutta l’Italia del vino”.

“Oltre 150 città del vino coinvolte, migliaia di persone che hanno invaso piazze e centri storici – dichiara Floriano Zambon, presidente di Città del Vino  – questo è sicuramente il dato più bello di una festa che ogni anno cresce e migliora. Non solo degustazioni, ma anche momenti di incontro e riflessione su alcuni temi importanti hanno caratterizzato le varie iniziative, insieme a spettacoli e avvenimenti culturali. Insomma, abbiamo dimostrato ancora una volta che il vino è cultura e che i nostri territori possono continuare a crescere nella qualità dell’offerta enoturistica rafforzando la collaborazione tra la nostra Associazione e il Movimento Turismo del Vino”.

Categorie
news ed eventi

Calici di Stelle, a Lucera brilla la Puglia del vino

Tra tutte le “piazze” d’Italia che nel weekend scorso hanno ospitato Calici di Stelle, abbiamo scelto Lucera (Foggia) per raccontare una delle manifestazioni dell’enogastronomia più importanti a livello nazionale, com’è l’evento promosso dall’Associazione Nazionale Città del Vino e dal Movimento del Turismo del Vino. Una scelta non casuale, considerando che in tutta la Puglia, per il 2016, sono state solamente due le tappe della manifestazione: oltre alla Daunia solo il Salento, al termine di una vera e propria “gara” tra Comuni per ospitare l’edizione 2016 di Calici di Stelle. Lucera non apriva le porte all’evento da 8 anni. E forse ne sarebbero passati altrettanti se il maltempo non avesse concesso una tregua di 4-5 ore, senza il fastidio della pioggia. I banchi di assaggio, tutti ben orchestrati, erano dislocati su un perimetro molto vasto, dalle spalle della Cattedrale angioina fino all’Anfiteatro augusteo. Lungo questo percorso, diviso per le tre zone di produzione vinicola della Puglia (Nero di Troia, Primitivo e Negramaro) venivano offerti i prodotti di circa 60 cantine pugliesi.

Partendo da uno dei tre ingressi, quello del Nero di Troia, situato alle spalle di piazza Duomo, abbiamo avuto la possibilità di degustare le varie cantine Daune. Sempre più netto il miglioramento nelle pratiche enologiche in quest’angolo del Meridione italiano. Abbiamo trovato Rivera, con il suo nero di Nero di Troia Castel del Monte Doc Violante, Del Sordo, Paglione. Fino ad arrivare a Passalacqua, con i suoi bianchi naturali. Pregiato il “Terra minuta”,  blend Minutolo-Greco. Proseguendo per via Scassa, i quasi 10 mila winelovers presenti hanno avuto anche la possibilità di divertirsi con una prova sensoriale, in uno dei palazzi storici più belli della Capitanata, Palazzo Petrilli. All’interno del quale i partecipanti dovevano indovinare in quale dei 6 calici presenti vi era una maggiore persistenza olfattiva di uno degli elementi prescelti, come per esempio la ciliegia. Un gioco semplice, utile ad avvicinare anche i neofiti allo straordinario mondo del vino.

Naturalmente prima di uscire dalla zona Dauna, era d’obbligo una visita al museo civico Fiorelli, per un saluto al padrone di casa: il Cacc’e Mmitte. Qui, l’Associazione italiana sommelier (Ais) aveva organizzato una mini degustazione di Cacc’e Mmitte delle aziende lucerine. Arriviamo dunque nelle terre del Primitivo, in piazza San Giacomo. Uno dei vanti della Puglia in Italia e nel mondo: un vino pieno, vigoroso. Che ha confermato anche a Calici di Stelle la tradizione di un’alcolicità elevata, intorno ai 15% gradi. Il pubblico ha potuto degustare diversi Primitivo, ottenuti con le vinificazioni più disparate. Dal rosato della cantina Ognissole, al Primitivo di Trullo di Pezza, fino ad arrivare a una delle migliori espressioni di questo vino, il Soltema della cantina Jorche.

Ultima tappa le terre del Negramaro. Dislocate lungo viale Augusteo, le cantine Salentine proponevano i loro Negramaro e Salice Salentino. Tra le più rinomate Due Palme, Paolo Leo, Mottura. Meritano di essere citate anche altre realtà, come Menhir, Vallone con il suo Salice Salentino Riserva 2012. Senza dimenticare Carvinea. Tirando le somme, una manifestazione riuscita alla perfezione a Lucera. Passeggiare in questa magnifica città e avere la possibilità di soffermarsi anche sulle bellezze storiche, oltre che sull’enogastronomia locale, è stata una scelta vincente. Una scelta capace, per una volta, di valorizzare un Meridione che ha bisogno di iniziative come queste per alzare la testa. Promuovere e diffondere il verbo del vino in maniera semplice e far apprezzare le ormai sempre più emergenti realtà pugliesi: obiettivi centrati, per una ricandidatura ad honorem di Lucera per l’edizione 2017 di Calici di Stelle.

Categorie
news ed eventi

Calici di Stelle in Oltrepò Pavese: appuntamento a Santa Giuletta

L’Oltrepò Pavese e le Stelle. Del vino. Appuntamento imperdibile domenica 7 agosto per i winelovers lombardi a Santa Giuletta, in provincia di Pavia. Dalle ore 18, Tenuta La Tessèra (Casa Rossa, frazione Castello) ospiterà Calici di Stelle, manifestazione organizzata in ogni angolo del Belpaese da Città del vino e dal Movimento Turismo del Vino. Numerose le aziende agricole del territorio pavese che aderiscono all’iniziativa: dalla Cignoli Carlo a La Costanza, da La Travaglina a Lozza Roberto, senza dimenticare Montini, Sangiorgio, Terre Bentivoglio e Borgo Santuletta. Il programma prevede la degustazione guidata dei vini a cura del sommelier Luca Bergamin, che saprà certamente consigliare il vino migliore da gustare con le prelibatezze gastronomiche del territorio. I partecipanti saranno invitati a scattare fotografie dei loro momenti di convivialità per “La Stella di Federica”, concorso organizzato annualmente dall’associazione nazionale dei Comuni vitivinicoli d’Italia, Città del Vino. Per partecipare sarà sufficiente inviare gli scatti all’indirizzo email piscolla@cittadelvino.com. Le tre migliori foto saranno appunto premiate con tanto buon vino. Calici in mano e occhi puntati al cielo, per ammirare le stelle. Un appuntamento fortemente voluto dal sindaco di Santa Giuletta, Simona Dacarro, che ha potuto contare sulla locale Pro Loco Santa Julita, cui sarà affidata la ristorazione. Per maggiori info: Sergio (334.59.87.952) e Francesca (338.38.78.617).

Il sommelier Luca Bergamin
Categorie
news ed eventi

Lambrusco: Lombardia vota la tutela della denominazione

Tutelare il nome e la produzione del Lambrusco. E’ la richiesta che arriva dal Consiglio regionale lombardo che ha approvato all’unanimità una risoluzione presentata dal Movimento Cinque Stelle per la tutela della denominazione sia nell’etichettatura di vini Dop che Igp. Il documento invita la Giunta a vigilare affinché la Commissione europea ritiri l’atto delegato che prevede la liberalizzazione della produzione di questo vino che ha un forte legame con i territori della provincia di Mantova e dell’Emilia e una filiera che conta 8mila aziende viticole, 20 cantine cooperative, 48 aziende vinicole, oltre 1.000 addetti. L’impegno chiesto alla Giunta regionale con questa risoluzione e’ quindi quello di vigilare che a livello europeo si eviti l’uso improprio della denominazione protetta. “La proposta – spiega il consigliere regionale del M5S Andrea Fiasconaro – è quella di salvaguardare la menzione del vitigno Lambrusco, ancorandola cioè alla produzione delle zone geografiche di cui è tipico, per scongiurare la liberalizzazione del nome Lambrusco. Dalla Ue, come noto, ci sono stati segnali confortanti, con il commissario all’agricoltura Hogan che ha confermato l’intenzione di riaprire la discussione riguardante la tutela dei vitigni senza penalizzare l’attuale modello del sistema vitivinicolo italiano di qualità”. “Ci sono stati accordi politici – prosegue Fiasconaro – e impegni per evitare tale liberalizzazione, però non vi è ancora nulla di scritto e formale. L’obiettivo di questa risoluzione è quello di impegnare anche regione Lombardia a vigilare affinché si formalizzi un accordo che possa tutelare il vitigno e la produzione tipica di Lambrusco”. Il testo del documento è chiaro: si impegna il presidente Maroni e la giunta a vigilare affinché l’atto delegato sulla tutela dei vini identitari venga ritirato, e che comunque non si realizzi una indiscriminata liberalizzazione dell’utilizzo della menzione di un vitigno, proponendo misure volte alla tutela del carattere locale e della peculiarità del vitigno Lambrusco, nonché delle produzioni Dop e Igp che da esso prendono il nome.

Categorie
news

Timorasso, Walter Massa shock: “Nel 2018 smetto di fare vino”

Si scrive “Walter Massa”, si legge “Timorasso”. Anzi: oggi, più che mai, “Derthona”. Ma cosa succederebbe se il re del vino dei Colli Tortonesi decidesse di gettare la spugna?

La notizia shock in esclusiva al microfono di vinialsupermercato.it: “Non ci sto più dentro e nel 2018 cambio lavoro. Faccio ancora due vendemmie. Poi la mia azienda andrà avanti coi miei nipoti o con qualcun altro. Ma non vi dico che lavoro farò! Dico solo che devo prendere tanti voti per cambiare lavoro”.

Fermi tutti. Seduti. Un sorso d’acqua. Fatto? Bene. Flashback. Sulla terrazza di piazza Casponi 10, a Monleale, quartier generale alessandrino del vignaiolo che ha avuto il merito di rilanciare il Timorasso in Piemonte e nel mondo, sono da poco passate le 17.30 di domenica 19 giugno.

Un pubblico di appassionati di vino affolla la casa del guru in occasione di Quatar Pass per Timurass, la (riuscitissima) quarta tappa del tour organizzato da Slow Food Piemonte – Cantine a Nord Ovest. Strappiamo letteralmente Massa dalla ressa. E ci facciamo concedere un’intervista. Parliamo del rapporto tra vino e grande distribuzione. Un argomento su cui il re dei Colli Tortonesi mostra un’inaspettata apertura.

“Il mio è un progetto ambizioso e quindi cerco di stare sui canoni, come li definiscono quelli che hanno studiato, dell’horeca. Però il vino è un prodotto per il quotidiano, da sempre. E quindi va messo alla portata di tutti: va distribuito in maniera diligente e rispettosa. Ci sono dei supermercati che hanno fatto investimenti diligenti sul vino e io li rispetto tantissimo. Poi, finché riesco e se riesco, cerco di starne fuori. Ma apprezzo davvero chi ha fatto grandi sforzi per rendere alla portata di tutti i vini agricoli e i vini di qualità”.

“Siamo tutti uguali, la carne è debole. Quando vendi, quando tiri, quando sei di moda – ammette Massa – fai il fenomeno e magari ti permetti di dare il vino solo a chi te lo paga anticipato, alle grandi enoteche, ai ristoranti stellati. Poi, appena comincia a mancarti qualcosa o a entrarti in società qualcuno che preme per il fatturato e per il business, paventando la possibilità che l’azienda possa altrimenti chiudere, ti fermi un attimo e ti rendi conto che forse bisogna dire basta alla filosofia. E di filosofi siamo tanti, nel vino, in Italia”.

“Il vino – prosegue Walter Massa – deve essere sempre il seguito di un pensiero. Un pensiero che va sostenuto. Questo si ottiene solo con delle scelte e io ho fatto le mie: cerco di differenziare i prodotti, di tenerli sotto controllo… Poi sarà sempre la legge della domanda e dell’offerta, la legge degli uomini, la legge della fortuna a prevalere su tutto. Io penso di essere più che la mia fortuna, la fortuna di un territorio. Qui ho trovato tanti colleghi con cui ho un bel feeling e con cui sto cercando di recuperare un gap storico. A Savona, dieci anni fa, pensavano che a Tortona neppure si facesse il vino. Oggi, che si fa il vino a Tortona, lo sanno i salotti buoni che ci sono a Hong Kong, piuttosto che a Tokio, piuttosto che a New York o nel nord Europa”.

LA SVOLTA
Proprio per questo, secondo Massa, è arrivato il momento di svoltare. Di cambiare prospettiva. “Adesso – evidenzia – dobbiamo anche pensare a un Timorasso, anzi meglio a un Derthona, per tutti. Io ho fatto il Petit Derthona copiando dal Petit Chablis, perché voglio difendere al massimo il Timorasso”.

“Non voglio che il Timorasso sfuso sia alla mercé di gente che col vino centra come io centro con gli aeroplani. Come? Imbottigliandolo io, fino all’ultima goccia. Pensate che un Lugana sfuso vale 4,50 euro al litro, quando una Barbera del mio vicino di casa un euro al litro: questa è pazzia, è una cosa vergognosa. Non per il Lugana, ma per il Barbera”.

“Il Gavi sfuso – sottolinea Massa – vale 3 euro al litro! E io non voglio che il Derthona sfuso esista! Perché noi del Derthona siamo tutte aziende con un know how  in cantina per imbottigliare il vino e vogliamo far sì che, se il Derthona a casa mia esce a 10 euro, il Petit Derthona esca dalla mia cantina a 6 euro. E il consumatore, sugli scaffali, trovi il Petit a 7-8 euro, e il Derthona a 15-16 euro”.

Un’apertura alla Gdo? “Non nel mio caso – precisa Massa – perché il Petit Derthona è l’ultimo prodotto a cui io penso. Quando ho fatto tutte le selezioni per i cru e per il Derthona, quello che avanza diventa Petit Derthona. Lo dichiaro al mio distributore e mi auguro che lo gestisca come tale. Dobbiamo smetterla di fare i commercianti falsi, noi del vino”.

“Se finisco il mio vino e lo vado a comprare dal mio vicino – aggiunge Massa – finisce la filosofia, la poesia del vignaiolo indipendente. Il vignaiolo è indipendente quando può mandare tutti a cagare e andare al mare, la terza domenica di giugno. Non star qui a mendicare o a dare a retta a tutti. Lo faccio volentieri, ma il vignaoiolo indipendente è tale quando dice che va nella vigna e ci va davvero! Io vado in cantina, vado in vigna, vado in giro a raccontare fiabe ma, soprattutto, sono sempre in prima linea come uomo. La cosa è semplice: o siamo contadini, o siamo commercianti. Questo è quello che detesto del pianeta vino in Italia. La mia partita è fare il versus: versus Borgogna, versus Reno, versus Sancerre, versus Verdicchio, versus San Gimignano, versus Collio, versus Gavi. Io voglio che il Derthona entri nell’olimpo dei grandi bianchi del mondo”.

IN VINO POLITICA
Massa ha voglia di parlare e ci incalza con risposte sempre più piccate. Risposte che fanno solo lontanamente presagire un finale shock. “Come fondatore della Fivi (Federazione italiana vignaioli indipendenti, ndr) – continua il re dei Colli Tortonesi – assieme ad altri 300 grandi uomini italiani, alcuni grandi vignaioli e alcuni grandi del vino, ho dovuto fare esattamente come De Gasperi e Togliatti: per tenerci lontana la Russia abbiamo dovuto parlarci e inventare una Democrazia Cristiana che avesse dentro tutti. Dai latifondisti agli operai, dai cattolici ai partigiani. Dagli ex partigiani, ai fumatori e agli astemi! Quindi nella Fivi, per adesso, troviamo tutto quello che in Italia si chiama ‘Azienda agricola’, che comprende anche chi può fatturare il 49% del totale. E’ una cosa che, col cuore, definirei vergognosa. Ma con il cervello non posso che giudicare quale passaggio indispensabile. Adesso metteremo delle regole un po’ più rigide”.

“Io sono al quarto mandato – continua Massa – e al secondo da vice presidente. Il patto è quello di stringere le maglie. Perché io voglio lavorare per i grandi, non per i grossi. E i grandi sono anche quelli che hanno due ettari di vigna e fanno mangiare una famiglia intera, la loro. Facendo al contempo grande l’Italia intera nel mondo. Perché l’Italia la fa bella Salvatore Ferrandes, a Pantelleria, come la fa bella Anselmet o Lo Triolet, o Zidarich, o Dirupi. In Valle D’Aosta, nel Carso o in Valtellina. Ho messo in croce l’Italia, come piace a me metterla in croce”.

Ma è quando si parla di e-commerce che Walter Massa non ci vede più: “Se ti cercano, ti comprano, ti vogliono, perché nascondersi? Io, intanto, sto con chi, in Inghilterra, vuole uscire dalla Ue. Perché mandare il vino nella Ue è un lavoro, mandare il vino a Singapore, in Giappone, in Russia, in Norvegia è un gioco? Ti vessano, dicendoti che devi fare una bolla solo per far mangiare qualche essere dannoso all’economia e al Pil italiano. Per me il lavoro non è solo un diritto, ma soprattutto un’opportunità. E, quindi, noi dobbiamo far sì che il vino in Europa giri liberamente”.

“Disfiamo questa Europa – attacca Walter Massa – è ora di dire basta. O, piuttosto, rimettiamola a posto. Tutte queste barriere, tutta questa burocrazia, non è altro che una presa per il culo per mandare i D’Alema della situazione a prendere uno stipendio”. Fine del flashback. A questo punto Massa vuota il sacco. E fa presagire come Montecitorio (nome di un vigneto Massa) e Anarchia Costituzionale (nome di un suo vino), possano essere molto più di un messaggio subliminale.

“Di certo dico subito che non andrò con i Cinque Stelle – precisa il vignaiolo – anche se per Roma faccio il tifo per Virginia Raggi e non certo per Orfini. I partiti istituzionali vanno messi al loro posto, lasciando i bastardi, i falliti e quelli in via di fallimento a casa, al posto di farsi salvare come sempre dalla politica”. Il mondo del vino trema. E forse, da oggi, anche quello della politica. Situazione meteo: uragani su Roma, provenienza Piemonte.

Exit mobile version